Il comune è situato a circa25 km a nord-ovest delcapoluogo, al confine con le province diPadova eTreviso, fa parte dell'area delMiranese e, con le sue quattro frazioni, è il decimo centro in ordine di popolosità della provincia. Per quanto riguarda il Servizio Sanitario è inserito nell'ASL 3 "Serenissima".
Il comune confina con le province diTreviso ePadova. Il territorio comunale è pressoché completamente pianeggiante, di natura alluvionale al pari del resto dellaPianura Padana. È inoltre ricchissimo di risorgive e di vie d'acqua: in particolare è attraversato dalfiume Dese e dai suoi affluenti (Rio Storto, Rio San Martino, Rio Sant'Ambrogio, Desolino). Dal punto di vista dell'orografia, la zona posta a nord del fiume Dese è sensibilmente più alta rispetto al territorio a sud del corso d'acqua.
Il territorio scorzetano situato nella media pianura veneta gode di un clima semi-temperato.I principali venti che battono la zona sono labora da nord est e il più mitescirocco dall'Adriatico spesso portatore di piogge in autunno. Le estati sono umide e calde, gli inverni sono abbastanza freddi, mentre assai più piovose si presentano le mezze stagioni, con sporadici episodi anche di allagamenti popolarmente dettibrentane.
Il toponimo vien fatto derivare presumibilmente dall'attività dei conciatori di pelle (in venetoscorzeri, appunto), diffusa nella zona, in particolare lungo il corso del fiume Dese, durante ilMedioevo[6].
Secondo un'altra e più difficile ipotesi, il nome Scorzè sarebbe composto dalle due radici semantiche ingevoni ‘Scor-’ = ‘Costa, riva alta’, facendolo derivare dall’antico germanico *skuro (da accostare al termine inglese ‘shore’ = ‘riva, costa’ ed al basso tedesco ‘schōre’ = ‘capo, promontorio’, ma anche al termine ‘scorro’ = ‘scoglio’ nell'alto tedesco antico) e ‘-ze = -se = Corso d’acqua, fiume’. Leggendo compiutamente la decodifica toponomastica il significato di Scorzè sarebbe ‘Corso d’acqua con alte rive’, chiaro riferimento alle caratteristiche pedologiche delle rive del fiume Dese nella zona della motta, area situabile a nord rispetto al mulino Soranzo (già Bonotto), noto anche come ‘mulino della Guizza’[7].Questi termini sarebbero riferibili allalingua ingevonica, parlata da popolazioni germaniche, fra le quali si annoverano i Longobardi, che si stanziarono a partire dal secolo VI d.C. sui territori dell’Impero Romano d’Occidente[8].
In epoca romana il territorio scorzetano era amministrato dalmunicipium diAltino ed era intensamente coltivato. A tutt'oggi è possibile notare che la disposizione di alcune vie di comunicazione riflettono la regolarità dell'anticacenturiazione tracciata probabilmente nel49 a.C.[9].
Dopo leinvasioni barbariche con il territorio circostante entrò a far parte del Regno deiLongobardi e in seguito delSacro Romano Impero. È però nella bolla dipapa Eugenio III del1152Justis fratrum , scritta per confermare i possedimenti delvescovo di Treviso Bonifacio che viene nominato per la prima volta il castello di Scorzè ed il suo villaggio. La zona era allora formalmente amministrata dalla diocesi trevigiana, ma di fatto era suddivisa in piccoli feudi indipendenti che per tutto il Medioevo si scontrarono in aspre lotte.
Il nome della città è legato alla famiglia signorile degliScorzadis o Scorzedo,vassalli delvescovo di Treviso, che avevano la loro residenza nel castello che sorgeva presso il fiume Dese, a est rispetto alborgo, cioè l'attuale centro abitato dove sorge la chiesa arcipretale[10]. Nel marzo del1241Ezzelino III da Romano incendiò e distrusse il castello che ancor oggi, diroccato, è presente nello stemma comunale. Successivamente i potestà diTreviso,Alberico da Romano eBianquino III da Camino, decisero di far spianare il terrapieno su cui sorgeva il castello, ritenendo conveniente per il Comune di Treviso evitare che potesse essere utilizzato nuovamente da truppe nemiche in caso di nuovi attacchi. Fu allora che centro del paese si spostò definitivamente attorno alla chiesa[11].
In questo periodo vi furono ben tre invasioni degliUngari, che attraversarono e devastarono il territorio[13], fino a quando la Repubblica di San Marco non prese a sé definitivamente la zona, nel1388, grazie alle imprese del condottieroGiacomo I Dal Verme, e non pose Scorzè sotto la Podestaria di Noale.
Dopo il periodo napoleonico, che sancì la fine della Repubblica di Venezia, dal1815 il paese è parte delRegno Lombardo-Veneto, fu questo un periodo di rinnovamento per Scorzè che vide consacrato l'attuale cimitero (1828) e aperta la prima farmacia (1843). Nel1866, tutto ilVeneto viene annesso al neonatoRegno d'Italia. Nel1888 è innalzato l'attuale municipio.
Durante laprima guerra mondiale Scorzè non fu coinvolta direttamente nel conflitto, ma ospitò comunque un ospedale militare allestito presso villa Soranzo Conestabile. Ilfascismo rappresentò uno degli eventi più duri per il paese che culminò, nel1945, con la barbara esecuzione di numerosi oppositori. Lo stesso arciprete, monsignorAntonio Cercariolo, si trovava spesso in disaccordo con i governanti di allora[14].
Dopo la fine della guerra, Scorzè attraversò un fiorente periodo economico che la vide accrescersi sotto il punto di vista industriale e demografico.
Lo stemma comunale, concesso nel1911 daVittorio Emanuele III, rappresenta uno scudo di forma sannitica su cui campeggia un castello semidiroccato, in ricordo dell'antico fortilizio distrutto daEzzelino III da Romano; ai suoi piedi, i chicchi di grandine simboleggiano la signoria locale deiTempesta[15].
Ilgonfalone del Comune è a due fasce orizzontali rossa e bianca, come stabilito dalDPR n. 4660 dell'8 novembre1982[16].
Costruito nelXII secolo, il castello di Scorzè fu, come detto, incendiato e distrutto daEzzelino III da Romano nel marzo del1241 finché qualche anno più tardi i podestà di Treviso non ne spianarono i terrapieni. Oggi campeggia, diroccato, nello stemma del Comune.
Dalle mappali austriache del1841 conservate presso l'archivio di Stato di Venezia si può desumere l'esatta posizione, la forma e le dimensioni del castello e del terrapieno su cui era costruito. Il perimetro della motta doveva assomigliare ad un esagono irregolare schiacciato, con l'asse centrale ovest-est di circa120 m e quello nord-sud di circa50 m La struttura doveva essere circondata da un fossato alimentato dalle acque del vicinoDese che dopo aver circondato il terrapieno erano scaricate nuovamente nel fiume, a sud del Mulino "Bonotto", attraverso alcuni canali. Ciò è desumibile dal fatto che nelle mappe catastali lungo le linee di confine tra i fondi, quando queste corrispondono a fossati, viene posta una freccia che va inoltre ad indicare la direzione del flusso d'acqua.
Non si hanno notizie certe su come fosse strutturato il castello ma è certo che al suo interno si trovasse ildongione, residenza degli Scorzadis e vi fossero alcuni magazzini. Le pergamene del1242 riportano infatti: "...quod doglonum destrueretur, & combureretur, & combustum, & destructum fuit..." e raccontano che furono rubati o andaron bruciati "multa bona, feilicet vinum, frumentum, milleum, & surgum, & equi, vace, & capre, & porci, & alie multe res..."[18].
Le ultime tracce del perimetro della struttura sono state distrutte nel2000 a seguito della costruzione di nuovi capannoni industriali, come risulta dalla foto aeree della cartografia regionale.
Costruito tra il1888 e il1889 per iniziativa del sindaco Frattin su progetto dell'architetto Alvise Motta, con un costo di 45.000lire, fu inaugurato il 14 marzo 1889, in occasione del genetliaco del reUmberto I[19]. In origine conteneva anche sei aule scolastiche, gli uffici del Comune, l'ufficio postale e l'ufficio telegrafico. L'opera esternamente si presenta in stile neoclassico, con balcone, finta loggia riparata da colonnine e orologio.
Fu ristrutturato una prima volta nel corso dei primianni sessanta, mentre nel corso deglianni ottanta l'edificio è stato ampliato e nei nuovi locali hanno trovato sede, per oltre un decennio, gli uffici del Distretto Sanitario della locale Ulss.
L'ultimo radicale intervento sul palazzo è stato eseguito tra il2007 e il2010, quando si è proceduto ad un consolidamento strutturale dell'edificio, al rinnovo totale degli interni e all'aggiunta di alcuni ambienti sul retro. L'inaugurazione dopo il restauro è avvenuta il 24 aprile 2010[20], mentre la prima seduta del Consiglio comunale nella sede rinnovata si è tenuta il 26 maggio[21]. La sala consiliare è collocata al piano terra, a sinistra rispetto all'ingresso principale; la sala della giunta e l'ufficio del Sindaco sono invece al primo piano: la prima guarda sulla facciata posteriore, il secondo si affaccia su Piazza Aldo Moro e corrisponde al balcone sopra l'ingresso principale.
Nel1985 è stata inaugurata la nuova piazza comunale dedicata adAldo Moro completata dalla fontana e dalla sculturaOlismo dedicata ai caduti e realizzata daSimon Benetton. Nel2016 la fontana viene completamente rifatta e dedicata all'industrialeGiuliano De Polo[22] (1943-2004), storico presidente diAcqua Minerale San Benedetto[23] dal 1970 alla morte.
Il più interessante edificio di architettura civile del capoluogo è senza dubbio Villa Soranzo Conestabile, costruita nelXVI secolo dalla Famiglia deldogeGiovanni Soranzo e più volte ampliata. Circondata da uno splendido parco, progettato nel1838 dal venezianoGiuseppe Jappelli, all'interno conserva notevoli decorazioni ad affresco attribuiti alla scuola delVeronese ed un sontuoso scalone a tenaglia con colonne e lesene corinzie progettato a metà Settecento all'architettoAndrea Zorzi, il quale conferì all'intero complesso uno stile ispirato al nascenteneoclassicismo. Nel succitato parco della villa, si possono trovare esemplari secolari dimagnolie,tigli,ippocastani,querce, un vasto prato all'inglese, un laghetto e la grotta contenente la ghiacciaia[24].
Lungo la strada regionale che conduce versoCastelfranco Veneto, all'altezza di via Milano, sorge Villa Dolfin - De Ferrari, elegante costruzione delXVII secolo con interni riccamente decorati con stucchi, affreschi, soffitti alla sansovina e caminetti in pietra. È abbellita anche da un elegante oratorio dedicato aSan Gaetano da Thiene, cui è dedicata la pala attribuita aGregorio Lazzarini. La villa è privata[25].
Proprio in centro, invece, sorge Villa Orsini, già sede deiCarabinieri, delle Scuole medie e della biblioteca comunale, oggi adibita ad usi culturali (mostre, convegni, scuola di musica, ecc.). La disposizione delle stanze interne è quella tipica della villa veneta, con due saloni centrali collegati dalla scala e le stanze laterali che si affacciano su di essi. Il soffitto della scala, il salone centrale e alcune stanze del piano nobile sono decorate con interessanti affreschi allegorici di scuolatiepolesca. Sul retro si trova il cortile, anch'esso di proprietà comunale[26].
Altri edifici di valore storico presenti nel capoluogo sono Villa Barbiero, semplice edificio delXVII secolo e Villa Tombacco, di origini cinquecentesche. Di fronte al Palazzo municipale, lungo via Roma, l'antica via del Borgo, sorge lo scarlatto Palazzo Zardo, un tempo residenza invernale dei Soranzo e quindi, a partire dal periodo del Regno Lombardo-Veneto sino alla costruzione dell'attuale, prima sede del Municipio di Scorzè[27].
La Repubblica di Venezia, sempre molto attenta alla gestione dell'idrografia del suo entroterra, costruì lungo il tratto scorzetano delDese ben quattro mulini, tre nel capoluogo e uno nella frazione diCappella.
I tre edifici in questione sono il mulino Todori, che si trova nelle vicinanze dell'area verde di proprietà comunale denominata "Oasi Todori", il mulino Pamio ora Michieletto, in via Canove, e il Mulino Bonotto, che ora ospita ora una struttura alberghiera[28].
A partire dal2006 a Scorzè è stata istituita un'ampia area naturale detta Oasi Todori, che si estende per circa ventimila m², ricca di vegetazione e fauna locale[29]. Si sviluppa attorno all'omonimo mulino ed è caratterizzata dalla presenza delle acque del fiume Dese e dei suoi affluenti. Oltre che area verde a disposizione della cittadinanza a pochi passi dal centro abitato, quindi ideale per attività ricreative di vario genere, essa è anche sede di importanti attività didattiche che vedono impegnate le istituzioni scolastiche locali per sensibilizzare i giovani riguardo alle tematiche ambientali.
Dal2014 dall’oasi Todori ha inizio un suggestivo percorso ciclopedonale lungo l'argine del Dese che attualmente (2019) conduce fino al mulino di Cappella, e per ciò è stato denominato "Percorso dei Quattro Mulini". Il progetto, per ora realizzato solo nel primo e secondo stralcio, prevede che il percorso raggiunga il parco del Laghetti diMartellago.
A nord-ovest dell’abitato di Peseggia era collocata una grande base appartenente ai corpiNATO dell'artiglieria contraerea. Non più attiva per scopi militari ormai dagli anni ‘80, la base è stata ceduta al Comune e ora è un’area adibita a scopi sportivi e ricreativi.
Realizzate negli anni recenti per dare sfogo alle acque che costantemente allagavano diversi centri del Comune, si presentano oggi come aree di interesse naturale per flora, fauna e presenza di aree umide a scopo di fitodepurazione delle acque ma comunque popolate da varie specie animali. Le due aree più grandi si trovano a sud dell’abitato di Cappella e a nord di quello di Peseggia.
Al 31 dicembre2015 gli stranieri residenti nel comune sono 1 468, ovvero il 7,78% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[31]:
Nel territorio di Scorzè, come tutto ilMiranese, si parla unveneto di tipo basso-trevigiano, caratterizzato da notevoli influenze veneziane. Tuttavia, a causa alla posizione al confine tra le province di Venezia, Padova e Treviso e alla dispersione geografica delle frazioni, si possono ancora notare alcune differenze dialettali tra un paese e l'altro.
Così Peseggia e Gardigiano, localizzate all'estremità orientale del territorio e recentemente interessate da un flusso migratorio daVenezia, si caratterizzano per una parlata simile alveneziano. Il capoluogo e Cappella, poste invece dalla parte opposta, presentano peculiarità che rimandano aldialetto padovano. A Rio San Martino, rivolta a nord, si parla un idioma più vicino al trevigiano[33].
La gran parte della popolazione scorzetana professa la religionecattolica. Attualmente, l'intero territorio comunale, suddiviso in cinque parrocchie, corrispondenti ai cinque paesi che lo compongono, si trova soggetto alladiocesi di Treviso, all'interno delvicariato diNoale. Storicamente, la chiesa di Scorzè dedicata asan Benedetto abate era una dipendenza della pieve di Trebaseleghe. Rispettivamente le altre parrocchie sono antiche dipendenze delle pievi di Zero Branco per Rio San Martino, Martellago per Peseggia e Cappella e dell'abbazia di Santa Maria Assunta di Mogliano Veneto per Gardigiano. La chiesa di Scorzè è dedicata anche allaMadonna della Salute, mentre per quanto riguarda gli altri paesi i Santi patroni sono:san Giovanni Battista per Cappella,san Donato d'Arezzo per Gardigiano,san Nicola di Bari per Peseggia eSan Martino di Tours per Rio San Martino[34].
Varie minoranze religiose sono presenti soprattutto fra la popolazione straniera immigrata negli ultimi decenni, in particolare si riscontranocristiani ortodossi emusulmani, senza però che vi siano centri di preghiera nel territorio scorzetano.
Le scuole statali di Scorzè sono riunite in un unico istituto comprensivo, con sede nel capoluogo e comprensivo di duescuole dell'infanzia (una a Scorzè e una a Gardigiano), cinquescuole primarie (una per ogni paese) e duescuole secondarie di primo grado (una a Scorzè e una a Peseggia). Nel territorio sono anche presenti due asili nido di proprietà comunale, uno a Scorzè e l’altro a Cappella.
Si contano inoltre tre scuole dell'infanzia gestite da istituti religiosi a Scorzè, Peseggia e Rio San Martino.
La Biblioteca Comunale "A. Stangherlin" di Scorzè fu fondata nel1979 e fa parte del Sistema bibliotecario Provinciale di Venezia[35]. Ha sede in Via dei Soranzo, dietro Villa Soranzo Conestabile, e vanta un patrimonio di circa 47.000 volumi, di cui 10.000 nella sede distaccata di Peseggia. Nella collezione sono compresi 1.300 Compact Disc musicali e circa 200 dischi in vinile di musica classica, provenienti dalla donazione "Gino Novello"[36]. Il 3 dicembre2011 la biblioteca è stata intitolata allo storico scorzetano Antonio Stangherlin, scomparso nel2000[37].
Presso via Cercariolo si trova il Teatro Comunale "Elios-Aldò", costruito subito dopo la seconda guerra mondiale e più volte ristrutturato, che ospita ogni anno la prestigiosa Stagione Teatrale di Scorzè[38]. Il Teatro è sede anche di altri eventi importanti sia di carattere ricreativo che sociale. Ospita anche iniziative di incontro dei giovani delle scuole col mondo teatrale e dal2001 una interessante rassegna di teatro amatoriale[39].
Essendo, oltre che un importante centro industriale, anche un importante territorio agricolo, diffusa è la coltivazione di colture di pregio e di ortaggi tipici, in vari modi valorizzati da iniziative e manifestazioni locali. In particolare da ricordare le coltivazioniI.G.P. delradicchio rosso di Treviso e dell'asparago bianco di Badoere, mentre ilbiso di Peseggia ha ottenuto nel2010 laDe.Co.[40] con la registrazione della ricetta tipico piatto deiRisi e Bisi.
Ricco di attività che coinvolgono il centro del capoluogo nei giorni del Carnevale, in particolare la domenica si segnalano l'originale partita a carte con i figuranti e la ricca lotteria.
Si svolge nel mese di luglio presso il campo sportivo parrocchiale, dove ha sede anche lo stand gastronomico e la pesca di beneficenza. Molti gli eventi in programma: il palio dei rioni (tornei di calcio, pallavolo e calcetto balilla), concerti, show live con cabarettisti, musical e altro (es. raduno dei motociclisti).
Organizzata dall'"Associazione Dilettantistica Centro Sportivo Libertas Scorzè", si tiene durante il mese di agosto e prevede varie manifestazioni sportive, intrattenimenti e manifestazioni culturali e stand gastronomici[41].
Corsa Automobilistica organizzata dalla "Scorzè Corse" nella terza settimana di agosto. Dopo le prime edizioni "amatoriali" a cavallo tra glianni settanta eottanta e le sei edizioni (dal1991 al1993 e dal2007 al2009) in versione Rallysprint, dal2010 diventa Internazionale[42].
Dopo la distruzione del castello lungo il Dese, come già detto, il paese iniziò a svilupparsi attorno alla chiesa, formando quello che in passato era dettoil Borgo. La posizione non era casuale, trovandosi all'incrocio tra le stradeNoalese (per Treviso o per Padova) eCastellana (perVenezia o per Castelfranco). Presso questo nucleo andarono a concentrarsi le strutture più importanti: sin dal1526 si ha notizia di una stazione di posta e di un albergo localizzati lungo la strada[43] mentre, nei pressi della chiesa, sorgeva l'ospedalesanta Lucia, attivo dalXVI secolo[44] al1792[45]. Per il resto, il centro era quasi completamente proprietà deiSoranzo,patrizi veneziani che possedevano la grande villa lungo la Castellana, Palazzo Zardo e altre costruzioni di fronte alla chiesa. La gran parte della popolazione, in ogni caso, viveva sparsa nella campagna. In epoca didominazione austriaca venne costruita la via "Drizzagno", per collegare direttamente Scorzè a Zero, mentre bisognerà attendere il secondo dopoguerra per vedere l'attuale via Cercariolo. Entro quest'area ebbe inizio il moderno sviluppo urbanistico di Scorzè, caratterizzato da una generale mancanza di razionalità: gli edifici sono irregolari e, tra loro, senza soluzione di continuità, manca una vera e propria piazza, una strada porticata; assente, generalmente, qualsiasi gusto estetico. Negli ultimi anni alcuni interventi hanno tuttavia notevolmente migliorato la vivibilità del centro cittadino. La situazione del traffico, che si presentava come patologica data la posizione del paese nell’incrocio di due importanti statali con l’aggiunta della vicina uscita autostradale, è sensibilmente migliorata grazie alla tangenziale sud-ovest, terminata nel 2019, che ha rimosso il traffico pesante dal centro. Gli incroci più trafficati sono stati trasformati in scorrevoli rotonde. Sono stati rifatti marciapiedi e arredo urbano così da rendere più attrattive le vie del centro, con interventi radicali ancora in corso (2025) nella centrale via Roma. Lo spostamento delle scuole primarie dal centro poi ha contribuito a decongestionare l’area attigua al municipio, con beneficio anche dei posti macchina a disposizione delle attività commerciali.
Durante il dominio veneziano, il territorio dell'attuale comune di Scorzè fu partito tra lepodestarie di Noale e Treviso. In particolare, alla prima apparteneva Scorzè paese (divisa neicomuni di Guizza, Levada e Fosse) alla seconda Peseggia e Cappella e all'ultima Rio San Martino (quartiereMestrina di sopra, divisa tra i comuni di Chiesa, Gallese, di Mezzo, di Sopra e Sarmazza) e Gardigiano (Mestrina di Sotto)[46].
Cappella: si trova a circa a 2 chilometri a est del capoluogo, lungo la provinciale 39 "Moglianese"; il suo territorio è attraversato da un tratto dell'Autostrada A4. Ha circa 1 400 abitanti. Citata la prima volta nel1152, diviene parrocchia indipendente da Martellago nelXVI secolo. Degni di nota lachiesa parrocchiale (XX secolo), il campanile (XVIII secolo) e alcune ville venete.
Gardigiano: si trova a circa 6 chilometri a est del capoluogo, lungo la provinciale 39 "Moglianese". Ha circa 2 300 abitanti. Citata la prima volta nel1174, diviene parrocchia indipendente da Mogliano Veneto nelXVII secolo. Degni di nota lachiesa parrocchiale e il campanile (XVI secolo) e alcune ville venete.
Peseggia: si trova a circa 5 chilometri a est del capoluogo, lungo la provinciale 39 "Moglianese"; il suo territorio è attraversato da un tratto dell'Autostrada A4. Ha circa 3 500 abitanti. Citata la prima volta nel1146, diviene parrocchia indipendente da Martellago nelXVIII secolo. Degni di nota lachiesa parrocchiale e il campanile (XX secolo), la vecchia chiesa e alcune ville venete.
Rio San Martino: si trova a circa 2 chilometri a nord del capoluogo, lungo la provinciale 84 "Scandolara". Ha circa 2 000 abitanti. Citata la prima volta nel1177, diviene parrocchia indipendente da Zero Branco nelXVI secolo. Degni di nota la chiesa parrocchiale (XVIII secolo) e il campanile (XIX secolo).
Ancora molto presente nel territorio comunale è l'attività agricola, in particolare per quanto riguarda la produzione di prodotti di pregio e di agricoltura biologica. Infatti, Scorzè si trova in zonaI.G.P. per quanto riguarda la coltivazione delradicchio rosso di Treviso[47] e dell'asparago bianco di Badoere[48], mentre nel2010 ilbiso di Peseggia ha ottenuto laDe.Co.[40] da parte del Comune. Il V censimento dell'Agricoltura condotto dall'ISTAT nel2000 rilevava 933 aziende agricole[49], delle quali 548 con allevamenti[50]. I capi erano 27.159, ripartiti trabovini (4.608),suini (2.473),ovini, (12).caprini (42),equini (105) eavicoli (19.919)[51].
A partire dalsecondo dopoguerra, Scorzè ha conosciuto un notevole sviluppo industriale. Nel territorio comunale sono presenti diverse importanti attività produttive, quali l'Acqua Minerale San Benedetto o l'Aprilia, nonché tutta una serie di piccole e medie imprese, complessivamente circa 600 aziende artigiane, che, in questa fase storica, stanno affrontando un periodo di straordinaria crisi, con pesanti conseguenze per la situazione occupazionale.
Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di numerose importanti arterie stradali e autostradali:
l'Autostrada A4, che scorre ad est della frazioneCappella, con un'uscita proprio nel territorio comunale, denominataMartellago-Scorzè (inaugurata il 1º aprile 2015[52]). Anche in funzione di questa infrastruttura sono stati realizzati e sono in previsione diversi importanti interventi miranti a decongestionare il caotico centro del capoluogo, predisponendo una serie di strade tangenziali che nelle intenzioni dell'amministrazione comunale dovrebbero andare a formare una circonvallazione quasi completa di Scorzè (il cosiddetto "anello di Scorzè"[53]). L'inaugurazione e l'apertura al traffico del primo tratto di questo sistema sono avvenute il 20 marzo2019.[54]
In particolare, il capoluogo sorge all'incrocio tra due importanti direttrici viarie:
La vicinanza con l'autostrada A4 permette di raggiungere con facilità l'Aeroporto Marco Polo di Venezia, posto a circa25 km. Dista circa15 km l'Aeroporto Antonio Canova di Treviso, che si trova lungo la Strada Regionale 515 "Noalese".
Il capoluogo è ben collegato e servito dal trasporto pubblico su gomma:
Gli autobusACTV provvedono ai collegamenti con Venezia, Mirano e Mogliano Veneto[55];
Gli autobusSITA e La Marca provvedono ai collegamenti con Padova, Noale e Treviso[56].
La rete delle piste ciclabili collega il capoluogo con le frazioni di Cappella, Peseggia, Gardigiano e Rio San Martino, oltre che con i comuni confinanti di Martellago, Trebaseleghe, Mogliano Veneto e Zero Branco.
Il 14 settembre2012 il consiglio comunale di Scorzè ha votato un ordine del giorno con cui decide di non aderire alla costituendacittà metropolitana di Venezia chiedendo conseguentemente di entrare a far parte della vicinaprovincia di Treviso, come previsto dall'art. 133 dellaCostituzione.
Per quanto riguarda ilcalcio è attiva l'A.S.D. Sporting Scorzè-Peseggia, i cui colori sociali sono l'arancio e il nero. Attualmente la prima squadra milita nel girone Nveneziano di1ª categoria, mentre più soddisfazioni provengono dai risultati del settore giovanile.
Nel campionato di2ª Categoria milita l'U.S. Rio San Martino 1978 altra realtà di spicco soprattutto nel settore giovanile che gioca abitualmente nel campo comunale di Rio San Martino. I colori sociali sono il rosso e il bianco.
Calcio a 5
A Peseggia ha sede l'ASD PSJ Venezia (PSJ sono le consonanti del toponimo venetoPeseja), società dicalcio a 5 fondata nel2007. Dopo tre stagioni disputate nei campionati delCSI, dal2011 è iscritta allaFIGC e milita inserie D. I colori sociali sono arancio-nero-verde in virtù del passato sodalizio con ilVenezia Calcio a 5. Partite e allenamenti si svolgono nella palestra comunale di Cappella[58].
Tra le istituzioni sportive più prestigiose è da menzionare ilClub Ciclistico Fonte San Benedetto nato nel1906 e campione d'Italia per diversi anni, con la sua costola motorizzata costituita dal Club Motociclistico nato nel1928[59].
Si segnala in particolare l'associazione dilettantisticaCentro Sportivo Libertas Scorzè, fondata nel1981 e tuttora attiva nel ciclismo, atletica, pallavolo e basket[60]. Un'altra associazione sportiva di rilievo è laTAF Scorzè, squadra ditiro alla fune fondata nel1975 e vincitrice di quarantasei Titoli italiani e venticinque Coppe Italia[61]. Merita menzione la società sportivaAuxe che opera nelKick Boxing e può vantare alcuni titoli mondiali conquistati anche grazie ad atleti scorzetani.
Tribuna, campo e pista dello Stadio comunale di Scorzè
Lo Stadio comunale di Scorzè fu costruito verso la fine deglianni sessanta su progetto dell'ing. Franco Pascoli di Treviso e più volte riammodernato. All'epoca, costò all'amministrazione comunale 110 milioni di lire.
Ha una capienza di circa 1500 posti, di cui 500 coperti. È circondato dalla pista per l'atletica leggera, mentre del complesso fanno parte un bocciodromo e alcuni campi da tennis.
^Si potrebbe anche ipotizzare che il toponimo derivi dalla pratica discorzar gli alberi, sistema utilizzato sin dall'antichità per ottenere legname più denso e adatto alle costruzioni edili e navali.
^A. Fattoretto, ‘Scorzè un nome venuto da lontano’, L’ESDE 16 – Periodico di storia locale del Veneziano, del Trevigiano e del Miranese – CLEUP, Padova, 2022.
^Lingua ingevone - Se analizziamo il profilo linguistico, dobbiamo sapere che i Longobardi vengono considerati dagli storici come facenti parte dei cosiddetti Popoli del Mare del Nord, che parlavano lingue germaniche assai simili. Nel VI secolo d.C., inizio dell’invasione longobarda in Italia, le lingue germaniche si distinguevano poco tra di loro e formavano quello che, in termine tecnico, viene definito il ‘substrato ingevone’ (comprendente l’anglosassone, l’antico sassone, l’antico frisone, i dialetti continentali, l’antico francone e l’antico alto-tedesco). Molti termini longobardi li troviamo foneticamente simili e con analoghi significati nella lingua anglosassone, tanto che si è ipotizzato che le due lingue fossero simili o addirittura la stessa lingua in due fasi evolutive differenti
^In particolare, sono stati identificati comedecumani gli assi via Moglianese Cappella-via Moglianese-via Venezia-via Ronchi e via Tito Speri; comecardini gli assi via Onaro a Rio San Martino, via Dante a Cappella, via Ponte Nuovo-via Verdi a Peseggia (forse il cardine massimo).
^Burbello, p. 14; pare che il castello di Scorzè sorgesse nell'area compresa tra il Dese e l'attuale via Marmolada.
^Medievali sono i toponimi Ronchi e Guizza, rispettivamente ad ovest e ad est dell'attuale centro ed indicanti entrambi la presenza di ampie aree boschive.
^A. Stangherlin, "Scorzè e le sue frazioni", Venezia, 1968. Anche gli anziani del paese sono tutt'oggi in grado di riferire strani accadimenti al riguardo. Pare infatti che, nonostante fossero stati numerosi i tentativi, le "squadracce" fasciste non riuscirono mai a fare irruzione presso l'abitazione dell'Arciprete per infliggergli le celebri punizioni a base di olio di ricino.
^Secondo quanto si legge nelR.D. 9 aprile1911, lo stemmarappresenta uno scudo di forma sannitica sormontato dalla corona inquadrato da: un castello d'argento semidiroccato a sinistra fondato sulla campagna di rosso in campo azzurro segno della signoria degli Scorzadis, della distruzione di Ezzelino, il Tiranno, e della dominazione di Treviso, nonché da ghiaccioli di grandine al naturale d'argento in campo rosso simbolo della signoria dei Tempesta.
^Copia archiviata, suradicchioditreviso.it.URL consultato il 5 ottobre 2008(archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008). Descrizione della zona IGP del Radicchio Rosso di Treviso: il territorio del Comune di Scorzè vi ricade interamente sia per quanto riguarda la produzione del radicchio precoce che per quella del tardivo.
Mauro Salsone,Scorzè e la sua storia (1152-1952): ottocento anni di storia dalla bolla di papa Eugenio III alla morte di don Antonio Cercariolo, Scorzè, 2001, ISBN non esistente.