Il terminescisto nella modernapetrografia indica unaroccia metamorfica a grana medio-grossa caratterizzata da una tessiturascistosa abbastanza marcata, cioè tendente a sfaldarsi facilmente in lastre sottili. Lo scisto è il risultato della trasformazione diargilla sottoposta ad alte pressioni e temperature nelle quali i cristallimicacei (che rappresentano generalmente circa il 50% dello scisto)[1] si ordinano in una direzione precisa creando delle falde dette appuntopiani di scistosità.[2]
Altri minerali che compaiono spesso negli scisti sono ilquarzo ed ifeldspati.Lo scisto può essere di vari tipi a seconda della presenza più o meno marcata di vari minerali:
In passato, approssimativamente fino all'inizio delXX secolo, con il termine scisto, talvolta anche scritto "schisto" in base all'etimologia, venivano indicate tutte quelle rocce aventi una marcatafissilità, ossia la capacità di sfaldarsi in lamine secondo piani ben definiti, includendo quindi in questo termine rocce come leardesie e leargilliti.
Nell'uso, sono rimaste le terminologie storiche di "Scisto bituminoso" indicante una roccia sedimentaria con impregnazioni dibitume, ma termine sempre meno usato e sostituito dai più specifici "argille bituminose" o "sabbie bituminose", a seconda della litologia, e "scisto ittiolitico" indicante un calcare marnoso, sempre associato a sostanze bituminose, con cui viene prodotto l'ittiolo (il nome deriva dalla presenza abbondante di pescifossili negli strati associati).
Nellapetrofisica degliinvasi detritici, con il termine scisto vengono indicati quei livelli ricchi o composti esclusivamente da sedimenti fini, argillosi, con scarsa o nullaporosità efficace,permeabilità al di sotto dei limiti di economicità, in contrapposizione al termine "poroso" con cui si indicano i livelli composti da sedimento clastico con buona porosità e permeabilità.[senza fonte]