Città marinara, turistica e termale, ricca di monumenti e chiese, è il comune più popoloso della provincia dopo ilcapoluogo. È nota per il suo storicocarnevale e per laceramica.
La città si affaccia a sud sul mare. La linea di costa si estende per circa 33 km[5]. Ad est si innalza ilmonte Kronio alto 386 metri s.l.m., dalle cui falde scaturiscono leacque termali.
Il centro storico ha un’area di 362 271 m² (36,2271 ha), mentre l'intero territorio comunale si estende complessivamente per191 km².
A circa 26 miglia nautiche (48 km) dalla costa di Sciacca, a pochi metri dalla superficie del mare sul cosiddetto banco di Graham sorge un vulcano attivo che nel1831 eruttò formando una piccola isola che venne chiamataIsola Ferdinandea. Il primo ad approdare sull'isola dopo alcuni primi tentativi falliti fu l'ammiraglio britannico James Graham che vi piantò la bandiera britannica. Dopo qualche giorno un gruppo di cartografi francesi riuscì ad approdare e tracciare alcune mappe dell'isola. Questa delegazione battezzò l'isola con il nome di Julia. Alcune settimane dopo una terza delegazione di geologi e cartografi borbonici mise piede sull'isola, e la battezzò Ferdinandea in onore al re delleDue SicilieFerdinando II. L’isola si inabissò cinque mesi dopo, ponendo fine alla disputa circa il suo possesso.[9]
Il clima di Sciacca è temperato con prevalenza delle precipitazioni nella stagione invernale. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trentennio1951-1981 e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia delServizio meteorologico dell'Aeronautica Militare relativo al citato trentennio.
Il toponimo Sciacca è di probabile origine araba[11].
Gli studiosi Giuseppe Licata, nel 1881, e Giuseppe Ciaccio, nel 1900, si cimentarono nello studio dell'origine del toponimo.
Qui di seguito sono riportate le principali ipotesi:
secondo l'arabista saccense mons. Giuseppe Sacco il vocabolo Sciacca deriverebbe dal verbo sordoarabo<sh-q-q> - che significa "separare", "dividere", "fendere" - da cui il sostantivoal-shaqq, "divisione"). Lo stesso autore riferisce che Sciacca fu così chiamata perché, sin dall'inizio del dominio musulmano, segnò il confine che separava due province o distretti o contrade. Il fatto che Sciacca si trovasse quasi a metà strada fra l'arabaMarsala e laberberaGirgenti giustificherebbe, secondo lo studioso, tale designazione da parte dei conquistatorinordafricani;
secondo lo storico Savasta il nome di Sciacca si scriveva con la lettera X, cioè Xacca, derivato a suo dire daXech, dal nome araboXech, che sta per "signore" o "persona illustre"[12];
Xechi - in realtàShaykh - erano chiamati dagliArabi i governatori delle piazze, come attestaTommaso Fazello;
Xacca deriverebbe daXach che vorrebbe dire Mercurio (forse per un famoso tempio dedicato a questa divinità), oppurePomona (dea dell'abbondanza), in latinoSacca;
un'improbabile parola araba che significa "bagno"[13], in riferimento alleterme della città;
il nome dell'antica divinitàsiriana "Shay' al-Qawm"[12].
Saba Malaspina, vescovo romano vissuto nella seconda metà del XIII secolo, nei capp. II e III del IV libro della sua sincronaRerum sicularum historia nomina Sciacca tre volte, sempre chiamandolaSciacta[14]. Il nome si sarebbe quindi dovuto rendere in volgare conSciatta, ma, forse per una malintesa forma grafica, si affermòSciacca.
Importantissime testimonianze di una presenza preistorica sono state ritrovate nella Grotta Stufa, sulla vetta delMonte Cronio[15].
Il primo insediamento preistorico si estendeva probabilmente tra l'attuale via Figuli e la contrada Muciarè presso la foce del torrente Bagni.
Nella valle che compresa tra il Monte Nadore e il Monte San Calogero, a circa sei chilometri dall'odierna cittadina sono venuti alla luce avanzi di fondamenta di grandi dimensioni. Ciò confermerebbe l'esistenza di un'antica città abitata daiSicani.
Iscrizioni puniche rinvenute nel territorio saccense confermerebbero il passaggio dei fenici.
NelVII secolo a.C., secondoTucidide, gli abitanti diSelinunte costruirono un castello nel territorio saccense, e vi fondarono una subcolonia, che chiamaronoTerme Selinuntine, per la presenza di sorgenti termali.
Nel409 a.C., dopo la caduta di Selinunte in mano cartaginese[15], Terme Selinuntine accolse parte della popolazione scampata alla distruzione della città.
Fu teatro di due importanti battaglie delleguerre greco-puniche.La prima battaglia, avvenuta nel383 a.C., fu quella dellaCabala in cui Dionisio di Siracusa ebbe la meglio sui Cartaginesi.La seconda battaglia, quella di Cronio, nella valle fra il Nadore e San Calogero, fu combattuta nel378 a.C.; nel conflittoImilcone, figlio di Magone, riuscì a conquistare con uno stratagemma il territorio selinuntino e quello agrigentino, fino al fiume Alico.
Gli arabi conquistarono la città nell’840[16]. Ne influenzarono il tessuto urbanistico e la toponomastica (il quartiere San Nicolò, anticamente chiamato Rabato, Schiunchipani, Cartabubbo, Misilifurmi e Raganella[17]) e diedero impulso all'industria del cotone.[17]
Nel1087 Sciacca fu conquistata daiNormanni e annessa allaContea di Sicilia. Al conteRuggero I di Sicilia si deve la costruzione delle fosse granarie del caricatore, la riorganizzazione del servizio navale e l'imposizione del dazio sul grano da esportare. Il caricatore, che si trovava a sud del Borgo della Cadda, rimase in funzione sino al1336, quando ne venne costruito un altro fuori Porta del Mare. I normanni ricostruirono le mura e i bastioni della città, restaurono il castello di Cocalo e edificarono il castello Vecchio. Fuori le mura restarono tre sobborghi: quello dei Figuli, quello dei Musulmani dettoRabato, Ruccera e quello degli ebrei chiamatoCadda. Tale nucleo sarà conosciuto fino al XIX secolo col nome diTerra Vecchia[18].
Sotto la dinastia sveva, Sciacca ottenne lo status di città demaniale, godendo di diversi privilegi. La città era retta da un magistrato, con il diritto d'inviare i propri rappresentanti al Parlamento.Federico II di Svevia eManfredi di Sicilia confermarono i privilegi di cui godeva la città.
Nel 1355 la città passò in mano ai Peralta. A Sciacca fu istituita la carica di Capitano di guerra per la difesa della città. Tale compito fu affidato aGuglielmo Peralta che, oltre ad essere conte di Caltabellotta, poiché era apparentato col re, possedeva vasti territori avuti in eredità, per occupazione o per concessione regia. Dal re aveva ottenuto la rappresentanza della Magna Curia, cioè l'istituzione di una suprema autorità con funzioni giudiziarie inappellabili.
«lo stemma del Comune raffigura "un cavaliere armato di lancia, che corre verso il castello dalle tre torri, illuminato dal sole"; sotto lo stemma compare la scritta "S.P.Q.S." acronimo diSenatus PopulusQue Saccensis.»
Stemma della provincia di Agrigento
Durante glianni venti delNovecento, la provincia di Girgenti (Agrigento) venne dotata di un proprio stemma: esso raffigurava gli emblemi delle città di Girgenti, Sciacca e Bivona, ovvero le sedi provinciali della prefettura e delle due sottoprefetture[20].
«d'azzurro, con il guerriero in armatura d'argent, con la lancia in resta sul cavallo focoso, rivoltato, poggiante su un declivio al naturale, in atto di espugnare una fortezza sormontata da tre torri merlate alla ghibellina, d'oro, portanti ognuna una bandierina pure d'oro, nel capo destro un sole raggiante d'oro.»
Lachiesa di Maria SS. del Soccorso o Duomo (chiamata anche Chiesa madre o Matrice) si trova in Piazza Don Minzoni e risale alXII secolo. Fondata nel 1108 da Giulietta (Giuditta) la Normanna, figlia delconte Ruggero al centro dell'antico quartiereRuccera, il suo rifacimento è stato eseguito nel1656 su progetto diMichele Blasco dedicando la chiesa a Santa Maria del Soccorso (prima di allora la basilica era dedicata a Santa Maria Maddalena).
La chiesa ha tre ampie navate con monumentali archi in stile normanno e colonne ioniche. La facciata, rimasta incompiuta, è decorata da colonne e portali ad arco. Completano la decorazione della facciata tre sculture diGiandomenico eAntonino Gagini[23].
La volta della navata centrale è decorata da un affresco sulla vita diSanta Maria Maddalena, opera di Tommaso Rossi, figlio diMariano Rossi.
La chiesa, ubicata nei pressi della Chiesa Madre, risale al XV secolo.
Chiesa del Collegio
La chiesa di San Giovanni Battista, o chiesa del Collegio dei Gesuiti, fu costruita nel XVI secolo e restaurata nel 1613. L’edificio, situato in via Roma, ha un portale a timpano triangolare e un impianto a navata unica con cappelle incassate. Nel presbiterio è collocata una tela delDomenichino raffigurante San Giovanni, mentre in una delle cappelle laterali è collocata una Madonna diMichele Blasco della metà del XVII secolo, autografataMichael Blasco pinsit.
Chiesa di San Domenico
La chiesa di San Domenico e l’annesso convento dell'Ordine dei Predicatori diSan Domenico risalgono rispettivamente al1176 e al1538[28] (ventinovesima istituzione dell'ordine in terra di Sicilia fondata daTommaso Fazello[29]). La chiesa, in stile barocco, ha una sola navata con otto cappelle. Si trova in Corso Vittorio Emanuele, all'entrata della piazza Scandaliato. Tra le opere custodite spicca un dipinto raffigurante loSpasimo, diAntonello da Palermo[30].
Chiesa del Carmine
La chiesa, situata nell’omonima piazza, fu costruita nel XII secolo[28].
Chiesa di Santa Margherita
La chiesa di Santa Margherita si affaccia su piazza Carmine[28]. Fu fatta erigere nel1342 da Eleonora d'Aragona, moglie del Peralta. La chiesa venne decorata nel1595 con colonne angolari, architravi, fregi e cornici. L'ultimo restauro fu eseguito nel1994. L'ingresso principale è in stile catalano, mentre il portale marmoreo, posto sulla destra, fu realizzato nel1468 daPietro de Bonitate su disegno diFrancesco Laurana. L'interno, a navata unica, è barocco e conserva stucchi policromati ed affreschi di Ferraro del XVII secolo. Sull'altare si trova un'icona in marmo del1507-1512, una statua in legno del1544, opera di Frigia, raffigurante Santa Margherita, ed un organo ligneo del1641. Nella navata si trovano sei grandi riquadri e medaglioni realizzati dal Portulani tra il1529 e il1530, oltre a due grandi tele del pittoreGaspare Testone raffiguranti laNascita di Gesù e l’Adorazione dei Magi.
Chiesa dello Spasimo
La chiesa di Santa Maria dello Spasimo, situata in Corso Vittorio Emanuele, è del1632[28].
Chiesa di San Michele
La chiesa di San Michele[28], in Piazza Noceto, fu fondata da Guglielmo Peralta nel1371. Fu ricostruita nel XVII secolo. Presenta un portale con architrave e un portale gotico. L'interno è a tre navate con colonne ed archi al centro. La chiesa conserva anche un crocifisso quattrocentesco, due acquasantiere del XVI secolo, una scultura diDomenico Gagini[31], un polittico cinquecentesco e una statua seicentesca in legno di San Michele. In una teca sono poste le duesacre Spine del martirio di Cristo[32], donate daEleonora d'Aragona, figlia diGiovanni di Sicilia, e dal maritoGuglielmo Peralta, che le aveva ricevute daiD'Angiò. Le due spine furono ritenute autentiche dalvescovo di AgrigentoMatteo Fugardo con la bolla vescovile del 31 maggio1386 in occasione dell'inaugurazione della chiesa e parte del Monastero di Maria Santissima dell'Itria.
Chiesa di Santa Maria dell'Itria
La chiesa di Santa Maria dell'Itria e l’annesso monastero femminile dell'Ordine di San Benedetto furono fatte costruire dal Peralta[28]. Sul primo altare a destra,S. Scolastica, sul secondo, laSacra Famiglia, sul terzo,S. Benedetto che rovescia gli idoli e scaccia i demoni da Montecassino, tutti dipinti daGaspare Testone.
Sul primo stare a sinistra, ilMartirio di S. Eufemia, anch’esso attribuito alTestone.
Chiesa di San Nicolò La Latina
La chiesa di San Nicolò La Latina, in Piazza San Nicolò, risale al XII secolo. Ha un prospetto decorato in stile arabo-normanno.
Chiesa di Santa Maria delle Giummare
Lachiesa di Santa Maria delle Giummare, in via Valverde[33], fu costruita per volere di Giuditta nel1103 e rifatta nelXVI secolo. La fiancheggiano due torri merlate. L’impianto è ad unica navata. Al suo interno si trova sulla sinistra la cinquecentescaCappella della Madonna delle Grazie, un rilievo di San Gerolamo, un'acquasantiera quattrocentesca, un crocifisso cinquecentesco e una Vergine col Bambino nell'altare maggiore, attribuita a Laurana. Da ricordare le tele delTestoneS. Biagio in Gloria,S. Leonardo e laPresentazione di Maria al Tempio.
Chiesa di Sant'Agostino
Risalente al1753, la chiesa di Sant'Agostino sorge in via Valverde, sull'area della chiesa di San Barnaba Apostolo[33]. Custodisce una statua raffigurante laMadonna del Soccorso, opera diGiacomo Gagini, proveniente dallachiesa di San Francesco d'Assisi,[34] e portali barocchi.
Palazzo SteripintoPalazzo San Giacomo TagliaviaPalazzo Bertolino-Tommasi
Palazzo Manno, residenza settecentesca della nobile casata siculo-fiorentina. L'edificio fu trasformato in albergo nelXX secolo[35];
Palazzo Amato, situato nell'omonima via, risale al XIII secolo.
Palazzo San GiacomoTagliavia, delXV secolo. La sua facciata in stile impero si affaccia sul corso Vittorio Emanuele, quella in stile neogotico, già appartenuta agli erediTestone, è opera dell'architetto Gravanti, e si affaccia sulla piazza S. Friscia.
PalazzoArone di Valentino, in corso Vittorio Emanuele, fu costruito nel XIX secolo;
Palazzo Bertolino-Tommasi, in corso Vittorio Emanuele, presenta una candida facciata neoclassica opera dell’architetto Gravanti;
Palazzo Ventimiglia, in vicolo Gino, risalente al XV secolo;
PalazzoGraffeo o Grifeo, in vicolo Orfanotrofio, del XVIII secolo;
Palazzo Inveges, del XVII secolo, sito nell'omonima piazza;
Palazzo Maurici in piazza Scandagliato, del XVIII secolo;
Torre Campanaria, in salita San Michele, a breve distanza dalla Chiesa di San Michele, risalente al1550.
Torre medievale, in via Molinari, costruita nel XV secolo.
Torre del Pardo, in via Incisa, appartenne dapprima agli Incisa e poi al mercante catalano Antonio Pardo[36]. Risale al XV secolo e si compone di tre piani (nel primo è presente una finestra la cui cornice è retta da duecariatidi).
Castrum di Rocca Nadore
A 7 km dalle coste saccensi sorge un imponente sperone roccioso, la Rocca Nadore (forse dall'arabonuzūl, "discesa"). Ilcastrum, risalente all'eparchia cartaginese, presentava una struttura quadrangolare. Vi sono state ritrovate ceramiche variopinte[37].
Fu eretto nel1380 daGuglielmo Peralta, conte diCaltabellotta e, dopo la morte diFederico III, uno dei quattro vicari della Sicilia. In seguito al matrimonio della figlia Margherita con Arturo di Luna, il castello divenne proprietà dei conti Luna.
Il complesso, a pianta poligonale, sorge sulla viva roccia nella parte alta a est di Sciacca. Anticamente presentava due piani: il piano terra per la servitù e il piano superiore per l'alloggio del conte e dei suoi familiari. L'ingresso era posto a nord e prevedeva un ponte levatoio; dall'ingresso si accedeva a un cortile che precedeva il castello e cui vi erano inserite le scuderie e una cappella dedicata a San Gregorio.
Il complesso si compone di quattro parti: la cinta muraria, la torre grande (mastio) e quella cilindrica entrambe a nord, e il palazzo del Conte a ovest. Della grande torre a pianta quadrangolare rimane la base, mentre la torre cilindrica di due piani si è conservata per intero.
Castello Vecchio
Il castello, dettoVecchio per distinguerlo dalCastello Nuovo odei Luna, fu eretto durante l'invasione della Sicilia da parte deiNormanni (sec. XII circa) dal conteRuggero insieme alle prime mura che, come una morsa, chiudevano la città.
Successivamente il castello passò alla casata deiPerollo, in seguito al matrimonio di Giulietta (figlia di Ruggero) con Gilberto Perollo. Il castello rimase sotto la custodia dei Perollo fino alla sua distruzione nel1529 per mano dei partigiani di Sigismondo Luna durante il famosoCaso di Sciacca
Il castello era situato nella parte orientale della città, all'incirca tra Porta San Pietro, Porta Bagni e il monastero di Santa Caterina (ossia nella zona compresa fra gli attuali cortili Chiodi, Rizza e Carini). Il castello era munito di torri rettangolari e aveva dei sotterranei che conducevano al Monastero di Valverde. Il complesso aveva tre entrate: una esterna, detta "di San Pietro in Castro", nei pressi dell'omonima ex chiesa, quella principale, detta "del Cotogno", nelle vicinanze della Porta Bagni, e una terza, a ovest.
Del Castello Vecchio rimane solo la terza entrata, sulla quale è scolpito lo stemma dei Perollo.
Porta San CalogeroPorta San SalvatorePorta Palermo
Porta Palermo, collega piazzaDon Luigi Sturzo con piazzaGuglielmo Marconi e fu riedificata nel1753, durante il regno di Carlo III di Borbone, in stile barocco.
Porta San Salvatore, del XVI secolo, si trova in piazza Carmine. È decorata con sculture rinascimentali.
Porta San Calogero, era la porta d’ingresso al quartiere di San Michele.
Due porte ormai scomparse costituivano, insieme alle tre precedenti, le cosiddette cinque porte di Sciacca:
Porta Bagni, fra Corso Vittorio Emanuele e Viale della Vittoria;
Porta di Mare, che collegava la Marina e con il centro (probabilmente situata fra Campidoglio e Terme).
Esistevano altre porte minori, come quella di San Pietro e quella di San Nicolò La Latina.
Nelle acque al largo del picco Cammordino (chiamato anche Coda di Volpe), sono stati ritrovati i resti di due imbarcazioni francesi delXVI secolo, oggi conservati nella sede del Comune di Sciacca. Fra questi sono degni di nota tre cannoni di bronzo. Su un cannone sono riportate la salamandra che estingue il fuoco, simbolo diFrancesco I di Francia, e una F (abbreviazione di Francesco I). Su un altro cannone sono presenti le lettere B e D con l'incisione di un fiore a cinque petali. Il terzo cannone è tortile, e vi è incisa una B (abbreviazione di Peter Bande, artigiano francese che fuse cannoni per il re di Francia e per il reEnrico VIII di Inghilterra). Tali reperti risalgono al 1553, quando la flotta ottomana diMustafa Pascià e la flotta francese attaccarono la Sicilia Occidentale al fine di indebolire la cattolicissima Spagna. Molte città siciliane furono saccheggiate e rase al suolo (comeLicata che fu data alle fiamme). Sciacca, grazie a uno stratagemma diAntonino Amodei, riuscì a salvarsi e costrinse gli incursori a reimbarcarsi[38].
Tra la contrade Galenzo Aquilea e San Giorgio si erge undolmen risalente al III millennio a.C. circa. In contrada Carabollace è stato rinvenuto un insediamento, con ceramiche elucerne africane risalenti al X e XI secolo[39]. In contrada Locogrande (6 km a est da Sciacca nei pressi del fiume Carabollace) sono state rinvenute dellehexas di Akragas, antiche monete risalenti al 400 a.C. circa[40]. In contrada Tranchina (11 km a est da Sciacca) è stata, nella seconda metà del Novecento, una necropoli. Sono state trovate varie tombe, vasi, ciottoli edentalium (collane fatte con pezzi di conchiglie) risalenti all'Eneolitico[41].In contrada Grattavoli si estende una grande area archeologica nella quale furono scoperti; una necropoli e delle dimori rupresti (databili alIII millennio a.C.) anche se le ricerche condotte negli ultimi anni hanno riportato degli affreschi databiliall'epoca bizantina, confermando così la presenza di qualche comunità eremita stabilitosi nell'area.
Secondo i dati ISTAT la popolazione straniera residente a Sciacca era di 658 persone (349 femmine e 309 maschi), con un incremento di 63 unità rispetto all'anno precedente[43]. Questa rappresenta l'1,6% della popolazione residente, dato inferiore alla media regionale (3,9%) e nazionale (8,1%)[44].
Secondo un’antica leggenda saccense i marinai, armati di falce, possono scongiurare le trombe d'aria (in dialettodracunara), sia che si manifestino in mare, sia che si verifichino sulla terraferma, colpendole alla loro coda, la cosiddetta "coda del drago". Le dracunare si vendicherebbero portando piogge di spilli[45].
In contrada Schiunchipani, a circa 8 km dal centro storico, sorge l'oleastro Inveges, un albero risalente al XIV secolo. Si racconta che l'albero di notte ospiti spiriti e folletti, e che chi danneggi l'albero avrà una "mala annata", ossia un anno caratterizzato da sciagure. L’albero è chiamato Inveges poiché, fra i suoi antichi proprietari, si annovera lo studiosoAgostino Inveges, oppurel'agghiastru di 'mmezzu[46][47].
Una delle più importanti ricorrenze religiose di Sciacca è la festa dellaBeata Vergine Maria del Soccorso, patrona del paese, celebrata il2 febbraio e il15 agosto. In tale occasione, alcuni marinai scalzi portano per le vie del centro (Corso Vittorio Emanuele, Via Licata) la statua della Madonna ornata di gioielli dai devoti. La processione è preceduta da fumate di incenso (secondo la tradizione quando ai piedi della statua passò del fumo, i saccensi guarirono dalla peste).
La festa, di interesse antropologico oltre che religioso,[48] ebbe origine in seguito a un'epidemia di peste nel1626. Vuole la leggenda che la statua della Madonna (costruita dai maestriGuliano De Almanchino eBartolomeo Birritao nel1504[49]) sia stata ritrovata in mare e portata in processione dai pescatori[50]. La statua fu custodita nella chiesa di Sant'Agostino fino al 1796, anno in cui fu spostata nella Matrice.
Festa celebrata in onore di San Calogero ogni martedì di Pentecoste per ringraziare il santo del miracolo del1578, la liberazione della città da una pestilenza.
Il centro storico di Sciacca è stato luogo in questi ultimi anni di eventi internazionali ed esclusivi, quali ilGoogle Camp (per 2 anni consecutivi) e ilDolce&Gabbana Party 2019.
La sagra del mare ha luogo, sin dal1920, presso il porto, tra la fine di giugno e i primi di luglio. In quest'occasione la statua di San Pietro viene portata in processione in mare, seguita da una lunga fila d'imbarcazioni. Sul piazzale viene posta una grande padella con oltre cinquecento litri d'olio per soffriggere oltre cento cassette di gamberi.
Sciacca viene citata nel romanzoIl gioco della mosca diAndrea Camilleri. La "buttana" di Sciacca è uno dei personaggi del libro[51].Sciacca è uno degli scenari del romanzoIl regno dei malvagi della scrittrice statunitense Kerri Maniscalco, i cui bisnonni erano originari della cittadina siciliana[52].
Museo del giocattolo, situato in via Fratelli Argento, ospita una collezione di giocattoli degli anni 1890-1990.
Casa del Sapone, situata in contrada Cartabubbo. La casa-museo è un vecchio fabbricato rurale del XIX secolo. L’esposizione è incentrata sugli usi scientifici e cosmetici del sapone.
Castello Incantato, museo all’aperto con esposizione di teste scavate e scalpellate nella roccia ad opera di un artista contadino. Era in origine il podere dell’artista naïfFilippo Bentivegna, vissuto tra il1888 e il1967. Le sue sculture raffigurano personaggi, famosi e non, a cui dava un nome e che, nella sua mente, rappresentavano i sudditi del regno che egli aveva creato e di cui era il “Signore”. Alcune sue opere sono esposte presso il Museo dell'Art Brut di Losanna.
Hanno sede a Sciacca l'emittente televisivaRMK TV[58][59] e le emittentiradiofonicheFMRadioStudio5 (104.7 MHz),Radio Torre Macauda (97.6 MHz) eRadio Voce della Speranza Sciacca (94.8 MHz)[60][61][62][63].
I due dolci tipici di Sciacca sono l'Ova Murina e icucchiteddi. Entrambi i dolci sarebbero stati ideati dalle suore tra il Medioevo e il Rinascimento[72].
L'Ova Murina consiste in unacrêpe di mandorle tostate, ripiena di crema al latte arricchita di scaglie di cioccolato ezuccata[73]. La sua origine viene tradizionalmente ricondotta alle monache della Badia Grande di Sciacca. Le monache avrebbero così inteso sostituire il più famoso cannolo siciliano, visto che nel periodo estivo non veniva prodotta la ricotta.
Icucchiteddi sono bocconcini di pasta di mandorle a forma di mezzo cucchiaio farciti con zucca verde (la stessa che viene utilizzata per altri dolci siciliani come lacassata o la zuccata) e poi glassati con zucchero. Tale dolce fu eseguito per la prima volta nel 1380 dalle suore di clausura del Monastero di Santa Maria dell'Itria di Sciacca[74].
Il tessuto urbanistico di Sciacca risente dell’influenza islamica. Le mura furono ricostruite e ampliate più volte nel corso dei secoli. Gli interventi più recenti risalgono al1550. Il viceréGiovanni De Vega ne diresse i lavori e le rinforzò con appositi bastioni armati, che furono chiamatiPorta,Bagni,Alfiere,Sant'Agata,Santa Margherita e dei Vega[75]. In un secondo momento, sempre per iniziativa di De Vega, furono rinforzate le mura della zona Nord di Sciacca con appositi bastioni che vanno dall'attualeporta San Calogero aporta Palermo: ilbastione San Calogero, ilbastione di Vega,Gusman e, più a sud, ilbastione Verrana[76].
Tra il XV e il XVI secolo l'aristocrazia terriera costruì sontuosi palazzi. Ne sono esempio la presunta fortezza di re Carlo V e il palazzo dello Steripinto, costruito sul finire del XIV secolo e ornato con bifore e con una merlatura a coda di rondine.
Il porto ospita circa cinquecento[77] natanti tra pescherecci e piccole imbarcazioni. La flotta peschereccia comprende circa 140 barche e con 5939 TSL (tonnellate stazza lorda) è la seconda inSicilia dopo quella diMazara del Vallo[78]. Tale attività impegna, comprese le strutture a terra, quasi duemila persone con un fatturato annuo che supera i trenta milioni di euro. I tipi di pesca più note sono lo strascico, la sottocosta e il palangresi. La pesca più praticata è quella del pesce azzurro "a cianciolo", esportato in tutto il mondo, facendo di Sciacca il primo produttore europeo. Un cantiere navale di medie dimensioni provvede alla costruzione di piccole e medie imbarcazioni.
Molto importante è la produzione ortofrutticola, olearia e vinicola. Sono presenti una cantina sociale e numerosi oleifici, che producono olio extravergine d'olivaD.O.P. Val di Mazara.
In foto si nota la terrazza di Via Campidoglio che, oltre ad essere un ottimo belvedere per il porto, è costeggiata da vasi dei maestri ceramisti della cittadina.
Le ceramiche rappresentano una voce importante dell'economia della città[79]. Lemaioliche saccensi consistono in piatti, vasi, anfore, statue, piastrelle, dai colori accesi del giallo, verde e blu cobalto. La recente riscoperta di antiche fornaci fa pensare che la produzione della ceramica di Sciacca abbia avuto inizio nel XIV secolo.
Il Duomo di Monreale fu decorato nel 1498 con mattoni del maestro Lombardo e l'ex Chiesa di Santa Margherita, situata nelle vicinanze della Chiesa del Carmine, decorata con mattoni dei maestri Scoma e Francavilla nel 1469. Molti altri sono i nomi dei maestri (soprattutto operanti tra il XV e il XVII secolo). Tra questi spiccano i nomi di Piparo, Di Facio, Lu Xuto, Lo Boj e di Giuseppe Bonachia.
Sciacca è la più antica localitàtermale[80] della Sicilia ed uno dei maggiori centri presenti nel tratto di costa sud-occidentale. IlCarnevale di Sciacca è un importante richiamo turistico.
È presente una squadra dilettantistica di pallavolo, l'Apd “Volley Club Sciacca”. La squadra ha una sezione maschile e una femminile: la prima milita inSerie B, la seconda inSerie D.
Lo stadio Pallone Tenda, oltre alla squadra di pallavolo, ospita anche la squadra dilettantistica di basket Icaro Basket Club, che milita nel campionato di promozione, e una squadra di hockey su carrozzina, che milita in serie A1.
Tra lo stadio Gurrera e il Pallone Tenda sorge un complesso di campi da tennis e padel gestito dall'Asd Passione Tennis Sciacca[81].
^ Comune di Sciacca,Adozione del piano regolatore generale comunale e delle norme tecniche di attuazione ad esso annesse, del regolamento edilizio comunale, ai sensi dell'Art. 2 della Legge Regionale 27 dicembre 1978, n.71, e ss.mm.ii. Relazione istruttoria.Valutazioni e osservazioni d'ufficio..
^ Gioacchino Di Marzo !titolo= Delle Belle arti in Sicilia: dal sorgere del secolo XV alla fine del XVI, vol. III, Palermo, Salvatore di Marzo editore, Francesco Lao tipografo, 1862, p. 159,https://books.google.it/books?id=mphZAAAAYAAJ.Parametrotitolo vuoto o mancante (aiuto)
Giuseppe Verde,Cannalivari. Il Carnevale di Sciacca dalle origini al 2011, 2013, Aulino Editore, Sciacca,ISBN 978-88-86911-41-2.
Francesca Augello,Ovamurina, L'origine e la storia, gli ingredienti, la ricetta, il procedimento, 2013, Aulino Editore, Sciacca,ISBN 978-88-86911-42-9.
Francesco Savasta,Il famoso Caso di Sciacca, nuova edizione in caratteri moderni, 2017, Aulino Editore, Sciacca,ISBN 978-88-86911-69-6.
Pietro Meli - Costanza Meli - Angela Scandaliato,Santa Margherita dei Teutonici, 2017, Aulino Editore, Sciacca,ISBN 978-88-86911-75-7.