Lescale di carestia sono dei metodi permisurare il livelli didisponibilità delcibo, da situazioni nelle quali un'interapopolazione ha cibo adeguato ad una vera e propriacarestia.
La parola "carestia" ha connotazioni altamenteemotive epolitiche e c'è stata una prolungata discussione tra le agenzie internazionali di assistenza che offronoaiuto per la nutrizione sulla sua esatta definizione. Ad esempio nel1998, sebbene fosse in corso una grave carestia nelSudan del Sud, una spropositata quantità di aiuti in cibo andò in favore delle vittime dellaGuerra del Kosovo. Questa ambiguità nell'identificare se una carestia sia o non sia in corso, e la mancanza di criteri condivisi per differenziare diversi livelli di scarsità di cibo, ha creato un nuovo interesse nell'offrire definizioni precise. Differenti livelli di scarsità richiedono differenti tipi di risposte, e diversi metodi per misurare le carestie sono stati proposti per aiutare le agenzie a determinare la linea di condotta più appropriata.
Una difficoltà che vi è stata in tutti i tentativi di definizione è legata alla differenza tra il vedere la carestia come un evento e il vederla come un processo. Nel primo caso, la carestia è definita approssimativamente come l'evento nel quale molte persone muoiono d'inedia in unalocalità o in unaregione. Nel secondo, la carestia è un processo che cronologicamente ha origine con una o più distruzioni che gradualmente conducono a unamortalità diffusa. Tuttavia queste definizioni generali sono poco utili per chi deve pianificare aiuti, in quanto termini come "regione", "diffusa", ecc. sono non definiti.
Uno dei primi metodi di misura furono iCodici della Carestia indiana, sviluppati dalcolonialismobritannico neglianni 1880. I Codici definivano tre livelli di scarsità di cibo: prossimo alla scarsità, scarsità e carestia. "Scarsità" era definito come tre anni consecutivi diraccolti magri, con produttività del raccolto ridotta da metà a un terzo del normale, che coinvolgeva una vasta parte della popolazione. "Carestia" inoltre includeva un incremento delprezzo del cibo oltre il 140% di quello normale,spostamenti di persone alla ricerca di sostentamento, e mortalità diffusa. Il codice del cibo delPunjab affermava che "L'imminenza della morte è l'unico criterio per dichiarare una carestia". Implicito ai Codici era l'assunto che la carestia fosse un evento, non un processo.
La premessa basilare dei Codici della Carestia indiana formò la base di numerosi successivisistemi di allarme precoce. Uno dei più efficaci è il sistema di allarme precoce del distretto Turkano delKenya settentrionale, i cui indicatori includono: livelli dipioggia,prezzo di mercato deicereali, stato delbestiame, condizioni eprevisioni tendenziali sullo stato deipascoli, progetti per la distribuzione di cibo in cambio di lavoro. Il sistema identifica tre livelli di crisi: "allarme", "allerta" ed "emergenza", ciascuno dei quali è collegato ad una risposta pianificata per mitigare la crisi e prevenire il peggioramento della situazione.
Le organizzazioni internazionali, nel rispondere a recenti crisi, hanno creato delle misuread hoc. Nel2002 ilFondo Mondiale per la Nutrizione ha creato un numero di "indicatori di pre-carestia" per l'Etiopia e li ha combinati con misure dei livelli dinutrizione per creare delleraccomandazioni. LaFood Security Assesment Unit (FSAU) ha disegnato un sistema per laSomalia con quattro livelli: "nessuna allerta" (vicino alla normalità), "allerta" (richiede attenzione da vicino), "sussistenza in crisi" (le strutture sociali basilari in pericolo) ed "emergenza umanitaria" (le minacce e la mortalità diffusa richiedono immediataassistenza umanitaria).
Il sistema FSAU è uno dei tanti sistemi che creano una distinzione tra "salviamo le vite" e "salviamo la sussistenza"[non chiaro]. I vecchi modelli si concentravano semplicemente sulla mortalità delle vittime delle carestie. Man mano le agenzie si sono rese conto che i mezzi di sussistenza sono i primi ad essere minacciati.
Precedentemente le carestie erano percepite come una minaccia agliindividui, anche grandi numeri di individui. Inerente al punto di vista delle strategie di sussistenza è il concetto che la carestia sia unproblema sociale. Le popolazioni colpite da crescente mancanza di cibo tenteranno di far fronte attraversostrutture di mercato (per esempio vendendo i loro averi per procurarsi da mangiare) e attraverso lestrutture di supporto dellacomunità e dellafamiglia. È soltanto quando talistrutture sociali collassano, sotto la minaccia che gli individui devono far fronte alla malnutrizione e all'inedia, che sono state comunemente viste come "carestia".
Durante glianni ottanta enovanta hanno ricevuto molta attenzione gli studi sul processo mediante il quale la popolazione si adatta alla penuria di cibo mentre la sua disponibilità peggiora. Sono stati identificati quattro stadi:
Vari metodi di misura dellanutrizione sono stati proposti comepunti designati[non chiaro] per i livelli di scarsità di cibo. IlRefugee Nutrition Information System delleNazioni Unite elenca un certo numero di punti di riferimento:
L'uso di questi punti di riferimento è controverso. Alcuni sostengono che un numero di morti pari a uno ogni diecimila al giorno sia già un'emergenza in piena regola. Altri fanno notare che, mentre molti indicatori sono focalizzati suibambini, igenitori spesso si riducono il cibo per favorire laprole. Lamalnutrizione infantile potrebbe essere così un indicatore di tendenza che indica livelli al di sotto dell'emergenza anche quando la situazione degli adulti potrebbe aver raggiunto il livello di crisi. Si fa inoltre notare che lamalnutrizione spesso non è direttamente collegata alla disponibilità di cibo; la malnutrizione è spesso il risultato dimalattie o di scarse cure, anche quando il cibo è disponibile in modo adeguato.
In uninfluente[senza fonte] scritto pubblicato nel2004,Paul Howe eStephen Devereux, entrambi delloInstitute of Development Studies dell'Università del Sussex, esprimono delle misure della carestia in scale sia per l'"intensità" che per la "magnitudo", incorporando molti degli sviluppi delle decadi più recenti.
Lascala di intensità è:
Livello | Descrizione | Vivi | Sussistenza |
---|---|---|---|
0 | Cibo assicurato | CMR (Crude Mortality Rate) < 0,2/10 000/giorno e/oconsunzione < 2,3% | Sistema sociale coeso; prezzo del cibo stabile; strategie di sopravvivenza non utilizzate |
1 | Cibo non assicurato | 0,2 <= CMR <0,5/10 000/giorno e/o 2,3% <= consunzione < 10% | Sistema sociale coeso; prezzo del cibo instabile; carenze stagionali; utilizzo delle strategie di sopravvivenza reversibili |
2 | Mancanza di cibo | 0,5 <= CMR < 1/10 000/giorno, 10% <= consunzione < 20%, e/o prevalenza di edema | Sistema sociale sotto sforzo ma ancora largamente coeso; repentino aumento dei prezzi del cibo e degli oggetti di uso comune; i meccanismi adattativi iniziano a venir meno; si incrementa l'utilizzo di strategie di sopravvivenza irreversibili |
3 | Carestia | 1 <= CMR < 5/10 000/giorno, 20% <= consunzione < 40%, e/o prevalenza di edema | Chiari segni di crisi sociale; il mercato inizia a collassare; esaurite le strategie irreversibili si adottano quelle di sopravvivenza (migrazione, abbandono dei più deboli); la popolazione colpita identifica la scarsità di cibo come il maggiore problema sociale |
4 | Grave carestia | 5 <= CMR <15/10 000/giorno, consunzione >= 40%, e/o prevalenza di edema | Vasto crollo delle strutture sociali; chiusura dei mercati; ampio utilizzo delle strategie di sopravvivenza; la popolazione colpita identifica la scarsità di cibo come il maggiore problema sociale |
5 | Carestia estrema | CMR >= 15/10 000/giorno | Crollo completo della società; mortalità diffusa; la popolazione colpita identifica la scarsità di cibo come il maggiore problema sociale |
Lascala di magnitudo è:
Categoria | Descrizione | Intervallo di mortalità[non chiaro] |
---|---|---|
A | Carestia minore | 0-999 |
B | Carestia moderata | 1 000-9 999 |
C | Carestia maggiore | 10 000-99 999 |
D | Grande carestia | 100 000-999 999 |
E | Carestia catastrofica | 1 000 000 e oltre |
Usando questa classificazione, ciascuna carestia potrebbe ricevere una designazione dimagnitudo, ma i luoghi all'interno di una regione colpita sarebbero classificati conintensità variabile. La carestia del1998 nelSudan del Sud sarebbe stata classificata con unamagnitudo C (Carestia maggiore), con un'intensità di 5 (Carestia estrema) nel villaggio diAjiep e con un'intensità 3 (Carestia) nella città diRumbek. A paragone, la carestiaetiope del2000 nel distretto diGode sarebbe stata classificata con unamagnitudo B (Carestia moderata), ed avrebbe pertanto richiesto proporzionalmente meno delle, limitate, risorse a disposizione per soccorrere le vittime delle carestie.
Sebbene ciascuna organizzazione che lavora nel campo collegato alle carestie abbia la sua personale interpretazione operativa degli indicatori specifici, la classificazione Howe-Devereaux è stata ampiamente adottata ed è uno strumento comune mediante il quale allarmi ed aiuti in caso di carestia possono essere discussi in tutto il mondo, in particolare nell'uso della scala d'intensità. Ciò ha portato le organizzazioni come il Fondo Mondiale per la Nutrizione a evitare di riferirsi allacrisi nigeriana del 2005 come ad una carestia, in quanto gli indicatori non sono mai peggiorati al punto da arrivare al livello 3 (Carestia).