La divisionecentum-satem è un'isoglossa[1] della famiglia dellelingue indoeuropee, legata all'evoluzione delle tre consonanti dorsali ricostruite per ilproto-indoeuropeo:[2] *[kʷ] (labiovelare), *[k] (velare), e *[ḱ]; (palatoalveolare). I due termini provengono dalle parole per il numero "cento", in due lingue rappresentative dei due gruppi (latinocentum eavesticosatəm), derivanti dal termine indoeuropeo *[ḱṃtóm] (si ricordi che nellapronuncia latina classica lac aveva sempre il suono velare/k/ come incasa).
Le lingue centum sono caratterizzate da articolazioni velari, mentre nelle lingue satem ad articolazioni velari corrispondono articolazioni anteriorizzate (affricatepalatali) o nettamente anteriori (sibilanti). Quanto a geografia, la divisione si presenta grosso modo verticale, con le lingue centum prevalentemente ad ovest (lingue germaniche,celtiche,latino elingue romanze,greco) e le lingue satem specificamente ad est, tra Europa orientale ed Asia.[2]
A lungo si è creduto che questa partizione rispecchiasse uno stato di fatto già indoeuropeo, ossia che già l'indoeuropeo in fase unitaria si presentasse diviso in un ramo occidentale di tipo centum e un ramo orientale di tipo satem; teoria smontata in seguito alla scoperta, agli inizi del Novecento, di due lingue fino ad allora sconosciute, convenzionalmente battezzatetocario A e tocario B, nel nord-ovest della Cina, le quali si rivelarono lingue centum. Ciò suggerisce che le lingue indoeuropee furono in origine tutte centum e che solo successivamente le varie lingue indoeuropee centro-orientali abbiano anteriorizzato le occlusive velari divenendo quindi satem.[3]
Difficile da verificare è l'ipotesi contraria, cioè che le lingue fossero originariamente tutte satem e successivamente alcune divennero centum. Questo perché se da una parte è ben documentabile e verificabile il processo secondo il quale le occlusive velari si siano anteriorizzate, dall'altra è del tutto impossibile documentare e verificare il processo contrario. Inoltre, benché non impossibile, è tuttavia molto improbabile che una stessa innovazione (il divenire centum di una parte delle lingue satem) possa sorgere indipendentemente in due punti diversi e non comunicanti del medesimo dominio linguistico. Assai più frequente e lineare è invece il caso di un'area originariamente compatta in cui ad un certo punto una o più innovazioni vengono ad incunearsi, spezzando la primitiva unità.
Le linguesatem includono lelingue indoarie, lelingue iraniche, lelingue baltiche, lelingue slave, l'albanese, l'armeno e altre poche lingue ormai estinte o assorbite, come iltracio ed ildaco. Questo gruppo ha unito le velari e lelabiovelari indoeuropee in un unico gruppo di velari e ha cambiato lepalatoalveolari in sibilanti. Anche se si considera l'albanese una lingua satem, le velari e le labiovelari non si sono fuse in albanese e inoltre le palatovelari diventano sempre velari davanti alle sonanti (caratteristica centum).[2]
Le linguecentum, spesso dette "non satem", sono i restanti dialetti proto-indoeuropei. Questo gruppo è caratterizzato dalla confusione e dalla fusione delle velari e delle labiovelari proto-indoeuropee in un unico gruppo di velari, con un cambiamento fonetico separato per le centum, indipendente dal cambiamento fonetico delle satem. Da intendersi più specificatamente come "lingue conlabializzazione" nel senso diBrugmann, il gruppo centum include lelingue italiche, lelingue celtiche, lelingue germaniche, ilgreco, e probabilmente gruppi di lingue minori meno note ed estinte (come ilvenetico e lalingua macedone antica). Iltocario combina tutte le occlusive dorsali in una singola serie di velari e, anche se la cronologia del cambiamento è sconosciuta, manca delle sibilanti tipiche delle lingue satem, perciò viene considerata centum.[4]
Ilproto-anatolico apparentemente non ha subito nessuno dei due cambiamenti.[5] La serie delle velari rimane separata inluvio, mentre l'ittita può aver subito in secondo tempo un cambiamento di tipo centum, ma l'esatta fonetica non è chiara.[6]
L'isoglossa centum-satem spiega l'evoluzione delle tre serie di dorsali ricostruite per ilproto-indoeuropeo,*[kʷ], *[gʷ], *[gʷʰ] (occlusive labiovelari),*[k], *[g], *[gʰ] (occlusive velari), e*[ḱ], *[ǵ], *[ǵʰ]; (occlusive palatoalveolari) nelle lingue figlie. Una divisione in lingue centum e satem ha senso solo con una visione della lingua madre con il completo inventario di dorsali. Cambiamenti fonetici successivi in uno specifico ramo delle lingue indoeuropee che sonosimili ad uno di questi cambiamenti, come la palatalizzazione dellak inlatino ins in alcunelingue romanze o la fusione di *kʷ con *k nellelingue goideliche, non hanno effetto sul raggruppamento.
August Schleicher nel suoCompendium del1871 descrive una sola serie di velari,k, g, gh, che egli chiamaGutturalen.[7][8] Schleicher identifica anche quattro palatali (*ḱ, *ǵ, *ḱʰ, *ǵʰ), ma ipotizza che derivino dalle gutturali insieme alla nasaleń e alla spiranteç.[9]
Karl Brugmann nel suoGrundriss del1886 accetta solo due serie, denotandolepalatali esplosive (*ḱ, *ǵ, *ḱʰ, *ǵʰ) evelari esplosive(*k, *g, *kʰ, *gʰ),[10] ciascuna delle quali era semplificata in tre articolazioni anche nella stessa opera.[11] Brugmann denomina le lingue centum "lingue con labializzazione" o "lingue-u̯"[12] e le lingue satem "lingue senza labializzazione", e ritiene che:[13]
Nel1890 Peter Von Badke adottò la stessa distinzione di Brugmann, definendola però in maniera diversa. Egli affermò che gli Ariani (Indoeuropei) conoscevano due tipi di suoni gutturali, la seriegutturale ovelare e quellapalatale. I primi erano suoni gutturali "in senso stretto" ovvero "un suono K puro", mentre i secondi erano "frequentemente con successiva palatalizzazione". Sulla base di questa distinzione, divise la serie palatale in un gruppo di spiranti e in uno con suono K puro, indicati rispettivamente con i terminisatem ecentum,[14] ipotizzando altresì un originale "gruppo centum" dal quale nelle zone a nord del Mar Nero e del Mar Caspio le "tribù satem" si sarebbero differenziate tra i "popoli nomadi" o "popoli delle steppe" ivi stanziati, attraverso l'ulteriore palatalizzazione delle gutturali palatali.[15]
Nell'edizione del1897 del suo lavoro, Brugmann cambiò idea, accettando la terminologiacentum-satem introdotta da Von Badke nel1890. Così descrisse le labiovelari comequ̯,qu̯h,gu̯,gu̯h (introducendo inoltre le aspirate sorde).
La presenza di tre serie di dorsali nella proto-lingua non è universalmente accettata. In un'altra ipotesi avanzata daAntoine Meillet le serie originali erano le labiovelari e le palatovelari, con le velari pure che eranoallofoni delle palatovelari in alcuni casi, quali la depalatalizzazione davanti a una risonante.[16] La serie "centrale" ricostruita potrebbe anche derivare da un processo di prestito tra le giovani lingue figliedurante il processo di satemizzazione, oppure il concetto delle velari originali potrebbe essere un artefatto basato semplicemente su false etimologie dei tempi moderni. Per esempio,Oswald Szemerényi, nella suaIntroduzione del1995, mentre riconosceva l'utilità della distinzione tra*kʷ,*k e*ḱ come una corrispondenza foneticasimbolica, argomentava che il supporto per la distinzione delle tre serie in proto-indoeuropeo è insufficiente e preferisce una distinzione a due tra*kʷ e*k.[17] Altri studiosi che presumono due serie di dorsali sonoKuryłowicz (1935),Meillet (1937),Lehmann (1952), e Woodhouse (1998).
Le linguesatem mostrano il cambiamento caratteristico delle palatoalveolariproto-indoeuropee(*ḱ, *ǵ, *ǵʰ) in consonantiaffricate efricative, articolate nello spazio anteriore della bocca. Ad esempio *[ḱ] diventaś[ʃ] insanscrito,s inlettone,avestico,russo edarmeno,š inlituano[ʃ], eth[θ] inalbanese (ma k davanti a una sonora). Allo stesso tempo, le velari (*k, *g, *gʰ) e le labiovelari (*kʷ, *gʷ, *gʷʰ) originali si fusero insieme in un solo esito velare (cioè le labiovelari persero l'arrotondamento labiale, fatta eccezione per l'albanese).
Il cambiamento satem viene bene illustrato dalla parola che sta percento:
in contrasto con il latinocentum (pron. [kentum]).
Lo status dell'armeno come lingua satem o come lingua centum che ha subito un'assibilazione in seguito, come per ilfrancese o ilveneto (cioè il collasso delle velari con le labiovelari piuttosto delle palatoalveolari) non è chiaro per la presenza di poche parole in cui il cambiamento è evidente.
Nelle linguecentum le consonanti palatovelari si fusero con le velari (*k, *g, *gʰ). La maggior parte delle lingue centum preserva le labiovelari proto-indoeuropee (*kʷ, *gʷ, *gʷʰ) o i riflessi linguistici storici che hanno dato in seguito distinti dalle velari; ad esempio, *k : *kʷ →latinoc/k/ :qu/kʷ/, κ/k/ : π/p/ (o τ/t/ davanti a vocali anteriori) ingreco,/h/ :/hʷ/ ingotico, ecc.
Il nome dilingue centum (scritto a voltekentum per evitare fraintendimenti) deriva dalla parola latinacentum (prn.kèntum), '100', < *ḱṃtóm, che illustra la fusione di *k e *ḱ. Vi si compariśata- del sanscrito osto del russo, dove *ḱ è cambiata in unafricativa. Altri esempi di lingue centum sono:hund(red)- ininglese eHundert intedesco (con/h/ da una precedente *k, si vedarotazione consonantica),grecoἑκατόν [hekatón],gallesecant, ecc.
L'attestazione delle labiovelari come singoli fonemi indipendenti/kʷ/, invece di due fonemi velari e semivocalici/kw/ è attestato in greco (la serieq- dellalineare B), in italico (ilqu latino), in germanico (ilhwair gotico,ƕ ed ilqairþraq) e il celtico (ilceirtogamico,Q). Però anche se vengono normalmente ricostruite per il proto-indoeuropeo, le labiovelari potrebbero essere un'innovazione del gruppo centum, collegate casualmente all'anteriorizzazione delle palatovelari. La testimonianza base di ciò è l'anatolico, la cui fonetica non è ancora completamente chiara per motivi ortografici. L'ittita (ed il luvio) in ogni caso non utilizzano la serieq- (che rappresenta un'occlusiva uvulare sorda) della scrittura cuneiforme dell'accadico, ma rappresentano i riflessi delle labiovelari proto-indoeuropee conku. Le opinioni se ciò rappresenti un singolo fonema anatolico o un gruppo/k+w/ sono divise. È stata messa in discussione anche la possibilità di tre serie di dorsali su basi tipologiche, ma quest'argomentazione ha riscosso scarso successo, poiché ci sono lingue con un sistema a tre serie di dorsali, ad esempio una lingua caucasica nordoccidentale come l'abcaso, o ilyazgulyam (unalingua iranica, ma con un sistema di dorsali non imparentato con il presunto originale proto-indoeuropeo), e lohausa. L'esistenza di questa caratteristica in una lingua caucasica nordoccidentale è significativa, poiché questa famiglia dovrebbe essere stata nel contatto areale più vicino alla supposta zona di origine degli indoeuropei nelle steppe dellaRussia meridionale, ipotesi supportata anche dallo scarso sistema vocalico e dalle consonanti glottali che condividevano il proto-indoeuropeo ed il proto-caucasico nordoccidentale, evidenziando una possibilelega linguistica primitiva.[18]
Ci sono state recenti asserzioni che anche lalingua bangani inIndia contiene tracce di fenomeni fonetici centum, ma sono per lo più tracce spurie.
NelXIX secolo venne presunto che l'isoglossa centum-satem fosse l'originaria divisione dialettale delle lingue indoeuropee, ossia "una divisione tra le province culturali (Kulturkreise) orientali ed occidentali".[19] Ad ogni modo,Karl Brugmann, e in particolareJohannes Schmidt considerarono il cambiamento fonetico centum-satem come una caratteristica areale.
L'incompleta satemizzazione inbaltico, e in maniera minore inslavo, viene considerata un'indicazione della diffusione del cambiamento fonetico satem, o, in alternativa, che la non completa satemizzazione sia dovuta a fenomeni di prestito nei primi contatti tra i locutori proto-baltici e proto-germanici. Esempi di resti di elementi labiali da labiovelari in proto baltico includono:
Esempi minori di una satemizzazione incompleta sono conosciuti anche insanscrito:
ma si trovano solo in testi dopo ilRigveda.
Che fosse considerata una distinzione areale o dialettale, la centum-satem venne a lungo considerata una divisione del proto-indoeuropeo in occidentale ed orientale. Tale ipotesi ha però perso progressivamente di significato con i successivi sviluppi della ricerca linguistica, che hanno cambiato completamente il quadro di riferimento. Da un lato, la scoperta dellelingue tocarie, che pur essendo foneticamente centum erano situate all'interno dell'ipotetico ambito satem, ha rotto lo schema originario.[20] Dall'altro, sono state individuate altre isoglosse indoeuropee, molte delle quali sembrano di uguale o maggiore rilievo rispetto all'isoglossa centum-satem, ne hanno ulteriormente ridimensionato l'importanza come unica divisione geografica all'interno della lingua indoeuropea. Secondo Philip Baldi:
Per queste ragioni, il cambiamento satem è oggi inteso come uno sviluppo cronologico del proto-indoeuropeo, un'innovazione radiale dalle comunità indoeuropee centrali che si sono in seguito espanse, e con loro l'innovazione satem, ma non sufficientemente da raggiungere le estremità occidentali (Europa) ed orientali (tocario) del dominio indoeuropeo. Con il progredire degli studi, inoltre, a poco a poco si è andata abbassando l'antichità attribuita alla palatalizzazione delle velari, "sicché oggi si tende a pensare, anche se non unanimemente, che si tratti di un processo realizzato da ciascun ramo della famiglia in forma indipendente e con diversa cronologia".[22] La centumizzazione eliminò le palatovelari dalla lingua, non lasciandone nessuna da satemizzare. Inoltre vi sono evidenze residue di vari tipi nelle lingue satem di una distinzione anteriore tra consonanti velari e labiovelari, che indicano il precedente stato centum. Tuttavia l'evidenza dell'anatolico indica che il centum non era lo stato originale dell'indoeuropeo.[6]