| Santuario della Madonna di Monte Berico | |
|---|---|
| Stato | |
| Regione | Veneto |
| Località | Vicenza |
| Indirizzo | Viale X Giugno |
| Coordinate | 45°32′06.06″N 11°32′43.79″E45°32′06.06″N,11°32′43.79″E |
| Religione | Chiesa cattolica |
| Titolare | Natività di Maria |
| Diocesi | Vicenza |
| Architetto | Andrea Palladio e Carlo Borella |
| Stile architettonico | gotico ebarocco |
| Inizio costruzione | 1428 |
| Sito web | www.monteberico.it |
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Ilsantuario della Madonna di Monte Berico è unluogo di cultocattolico diVicenza, situato a124 m s.l.m., sulla sommità dell'omonimo colle che domina la città.
È il risultato dell'integrazione di duechiese: la primaquattrocentesca in stilegotico, la seconda, della seconda metà delSeicento, è unabasilica in formebarocche. Nel maggio del1904papa Pio X l'ha elevata al rango dibasilica minore.[1]

La costruzione della prima chiesa è, secondo la tradizione, collegata a dueapparizioni mariane cui avrebbe assistito una contadina originaria diSovizzo di nomeVincenza Pasini[3], rispettivamente nel1426 e nel1428, anni devastati da una grave epidemia dipeste; in queste apparizioni la Madonna avrebbe chiesto la costruzione di una chiesa a lei dedicata. Effettivamente le cronache del tempo sono concordi nel riferire che, dopo l'adesione del Comune a questo invito - un sacello costruito in soli tre mesi - quell'episodio di peste cessò[4]. L'altare con l'immagine della Madonna era addossato alla parete, nel punto in cui si riteneva fossero avvenute le apparizioni e dove ancor oggi si venera la sacra immagine[5].
La principale fonte su cui si basa la storiografia è ilProcesso delle apparizioni della Vergine a Monte Berico, redatto a cura del giureconsulto Giovanni da Porto[6] nel 1430-1431[7][8]. Questo atto notarile ha avuto un'edizione critica nel 1991[9], dove si riporta il facsimile del manoscritto, custodito ora presso laBiblioteca civica Bertoliana.
Alcuni autori mettono in evidenza il momento di crisi in cui versava la municipalità di Vicenza, che aveva perduto ogni autonomia politica, prima sotto la signoria degli Scaligeri e dei Visconti, poi con la "dedizione" allaRepubblica di Venezia, avvenuta del 1404. Le due mariofanie a Monte Berico e la successiva fondazione del santuario avrebbero contribuito a rafforzare l'identità civica profondamente scossa con i passaggi di mano[10].
La gestione della prima chiesagotica - denominata in principioSancta Maria de gratia - venne affidata inizialmente ai religiosi dell'Ordine di Santa Brigida, ma molto presto, nel 1435, questi frati - in seguito a una disposizione del ponteficeEugenio IV[11] - lasciarono il presidio della chiesa e del convento, i quali furono affidati alla congregazione dell'Osservanza deiServi di Maria, giunta appositamente a Vicenza dal convento bresciano di Sant'Alessandro[12], guidati da fra' Antonio da Bitetto..
Verso la metà del secolo i Serviti avevano completato il convento, con l'erezione delchiostro, dellaforesteria, dell'infermeria e delcampanile, impresa non da poco per la ristrettezza dello spazio, in quanto il terreno verso sud è scosceso sulla retrostante Valletta del Silenzio[5].
Fin dall'inizio, buona parte della vita religiosa vicentina si imperniò sul santuario; con una delibera comunale del 1529, fu resa regolare e più solenne laprocessione del 25 agosto. Ad ulteriore testimonianza di un culto particolarmente denso didevozione, di recente sono state riscoperte lelitanie alla Vergine di monte Berico[13], composte da numerose invocazioni e lamenti, ridondanti di rassegnata amarezza e sofferenza, che rispecchiavano le tristi condizioni dell'epoca e venivano recitate nelle pubbliche manifestazioni difede[14].
Tutto questo attirava numerose donazioni elasciti. La chiesa primitiva fu ingrandita allungandola verso est, cioè verso la salita dalla città, e qui venne aperta la facciata principale.
Intorno al 1480, su progetto diLorenzo da Bologna, fu sostituito il vecchiocoro - che intanto si era arricchito di cappelle commissionate dalle famiglie nobili della città - e, al fine di finanziare i lavori, nel 1476 il vescovoGiovanni Battista Zeno concesse una particolareindulgenza ai fedeli che avessero fattoelemosina alla chiesa; furono così costruiti lasacristia e la cappella maggiore con il coro (demolito nel 1824 per far posto al nuovo campanile), che fu arredato constalliintarsiati e altri arredi. I lavori di ampliamento terminarono intorno al 1480, dopo di che si costruirono nuovi altari[15].
Andrea Palladio disegnò verso il 1562 il progetto per un moderno tempio a pianta centrale, che però venne accantonato, e così negli anni 1578-79 l'architetto operò una aggiunta classica, a pianta quadrata di 12 m per lato, al lato nord della chiesa gotica del Quattrocento[5]. Il provvedimento - secondo il Castellini - si era reso necessario per ovviare alle condizioni di grave disagio dei pellegrini che si recavano al santuario, per la ristrettezza dello spazio davanti al terzo arco sotto il quale stava l'altare della Vergine[16].
Nel giugno del 1630 il Consiglio comunale di Vicenza proponeva unaoblatione alla Vergine di Monte Berico per supplicarlacon il più vivo et riverente affetto che sia possibile che interceda alla misericordia divina che ci preservi dalli imminenti pericoli di peste e di guerra che ci sovrastano. Incombeva infatti laguerra di Mantova e, a quel tempo, gli eserciti spesso trascinavano con sé l'epidemia; puntualmente, questa si fece sentire in città nel successivo mese di agosto[17].
Cessata la peste, i maggiorenti del Comune in accordo con i Serviti decisero di ingrandire il tempio; ottenuti i finanziamenti, si procedette a eliminare l'aggiunta palladiana, in favore di un edificio più ampio i cui lavori si svolsero tra illuglio1688 e ildicembre1703.[18] Nel corso del secolo si susseguirono altri lavori, come la decorazione scultorea, la sistemazione degli altari e la gradinata davanti al prospetto settentrionale[19].

Dopo la costruzione nel 1780 deiportici progettati daFrancesco Muttoni, che rendevano notevolmente più agevole l'accesso dalla città, il flusso dei pellegrini e le processioni cittadine, ma anche la passeggiata al Monte dei vicentini, crebbero notevolmente.
I frati di Monte Berico godevano in città di particolare prestigio - molto più dei loro confratelli diSanta Maria in Foro - proprio perché aderivano alle regole dell'osservanza dei Servi di Maria[20], ma questa considerazione non risparmiò loro la soppressione che, come per tutti gli altri conventi, avvenne con lalegge napoleonica del 25 aprile 1810; tredici di essi deposero la veste di religiosi per indossare quella di sacerdoti secolari e nel 1813, durante ilRegno d'Italia dell'impero francese, una parte del convento soppresso venne acquistato dalla direzione demaniale dei Dipartimenti Adige,Bacchiglione e Tagliamento.
Cambiato regime, sotto ilRegno Lombardo-Veneto dell'impero d'Austria vi fu una ripresa della vita religiosa del santuario, che portò al decreto imperiale del 1835, con il quale il convento venne ricostituito[21].
Del 1817 è la costruzione delle tre nuove gradinate laterali, opera diGiacomo Verda; del 1821 le 8 campane Si2, suonate alla vicentina; nel1826 si avviò la sostituzione delcampanile quattrocentesco con uno più grandioso, disegnato dall'architetto vicentinoAntonio Piovene, lavoro che comportò la distruzione dell'antico coro e di parte della sacrestia. Nel1860 fu avviato il restauro della facciata della chiesa gotica, sul lato ovest, ad opera dell'architettoGiovanni Miglioranza che la rifece in stileneogotico.
Nel maggio del1904 fu elevata dapapa Pio X al rango dibasilica minore.[1]
Anche nelNovecento si sono fatte altre aggiunte. A fianco del campanile è stata costruita fra il1971 e il1972 la moderna Penitenzieria. Dal1978 la Madonna di Monte Berico è la principalepatrona della città di Vicenza e della suadiocesi.
Le sculture sulle facciate sono opera diOrazio Marinali e bottega, diFrancesco Cabianca e diGiacomo Cassetti[22]. Rappresentano santi eallegorie divirtù.
Sulla facciata verso i portici (prospetto orientale) nella cornice dellunotto campeggiano le statue della Fede e della Speranza; il registro superiore presenta statue di santi particolarmente venerati a Vicenza (tra cui il medicoLeonzio martirizzato nel307,Carpoforo eGaetano Thiene) e santi della tradizione (tra cuisant'Antonio da Padova eMaria Maddalena); nel registro inferiore sono collocate quelle disan Sebastiano,san Vincenzo,san Rocco esan Filippo Benizi. Sopra il portale è rappresentata laVergine che appare a Vincenza Pasini, opera diOrazio Marinali.
Di questo artista sono anche i gruppi scultorei sopra il portale del prospetto settentrionale (Vincenza Pasini di fronte ai deputati di Vicenza) e sopra il portale del prospetto occidentale (Posa della prima pietra della chiesa votiva). Sul prospetto settentrionale in alto laTemperanza e laGiustizia, al centro statue diProfeti, in bassoSant'Andrea,San Pietro,San Paolo,San Matteo. Sul prospetto occidentale in altoAllegorie di virtù, al centroEroine dell'Antico Testamento, in bassoSan Bartolomeo,San Giovanni Evangelista,San Carlo Borromeo eSan Marco[23].
Il piccolochiostrogotico della basilica, costruito nel1429, presenta belle arcateogivali decorate di cornici interracotta su colonnine di pietra, e unputeale del1611.[24]
Da esso si accede all'anticorefettorio dei frati, nel quale sono contenute alcune opere d'arte. Tra esse laCena di San Gregorio Magno diPaolo Veronese (1572).[25] Essa si svolge in una grandiosa e classicheggianteloggia con colonne concapitelli compositi e un maestoso sfondo architettonico: è unascenografia che richiama le architetture diPalladio. Al centro di una lunga tavola staGregorio Magno alla cui destra c'èGesù in veste dipellegrino che si svela allo sguardo spirituale del pontefice. Intorno stanno dodici commensali provenienti da vari paesi del mondo, serviti da camerieri vestiti in abiti rinascimentali. In basso a sinistra c'è una scimmia in catene, in basso a destra un cane. Nella simbologia religiosa il cane è lafedeltà (qui, fedeltà allaChiesa, aGesù Cristo), la scimmia rappresenta il disordine (non a caso è tenuta in catene)[26][27][28].
La tela fu tagliata in 32 pezzi daisoldati austriaci il 10 giugno1848 e poi restaurata per volontà dell'imperatoreFrancesco Giuseppe.
Nella stessa sala si trovano due tele diAlessandro Maganza: laVergine con i quattro Evangelisti e ilBattesimo di Cristo.
Al suo interno si trovano unaMadonna del Magnificat, affresco diBattista da Vicenza[29] tolto dalla chiesa quattrocentesca, un coevocrocifisso ligneo e unaPietà in pietra dipinta, importanteVesperbild di fatturasalisburghese (1415 circa) già nellachiesa di Santa Maria in Foro[30].


All'interno della chiesa sono contenute molte opere d'arte di alcuni importanti artisti, tra le quali laVergine con i quattro evangelisti e ilBattesimo di Cristo, entrambi diAlessandro Maganza.
LaPietà diBartolomeo Montagna (primi anni delCinquecento) è un esempio divesperbild. Lapala è inserita in un complesso decorato secondo il gusto naturalistico dell'età dell'Umanesimo e si conclude con una lunetta dove è inserita una conchiglia (che richiama laresurrezione ed è un attributo della Vergine Maria[31]). L'opera pittorica, pervasa di una luce fredda, rivela influssi nordici e ferraresi.[32] La scena è altamente drammatica: laMaddalena dolente fissa le piaghe di Gesù, il dolore coinvolge profondamente oltre alla Madonna siasan Giovanni, che è a destra di Cristo morto, siaGiuseppe d'Arimatea che sta sulla sinistra. Alla base dell'affresco si vedono una mela e una farfalla nonché una pianta diaquilegia. Nella simbologia religiosa la mela rinvia alpeccato originale diAdamo ed Eva (riscattato dalla morte di Cristo), simbolo della caduta dell'uomo e della tentazione, ma anche di redenzione[33]. La farfalla simboleggia laresurrezione, l'anima e la morte; l'aquilegia laPassione di Cristo e anche il dolore dellaVergine Maria[34]. I volti e i gesti dei personaggi esprimono bene il pathos del momento, mentre la luce chiaramente evidenzia il candore esangue del corpo di Cristo in evidente contrasto cromatico con il manto della Madonna che indossa il tradizionalissimo abito medievale della vedova, con sogola candida e manto nero. Sul fondo dominano strutture castellane feudali di potere e di potenza, rappresentate sui colli.[35]
Sulla parete laterale, sopra la porta di accesso originaria, è posto il secentesco monumento funebre del nobile vicentino LeonidaBissari, che combatté sotto l'impero asburgico contro iturchi a Vienna, Belgrado e in Ungheria; opera attribuita allo scultore belgaGiusto Le Court.
Davanti all'altare maggiore, sopra le arcate, sta un grandetelero del pittore venezianoGiulio Carpioni (XVII secolo) commissionato dall'Ordine vicentino dei Mercanti dopo una gravecarestia:la Madonna che appare al podestà Francesco Grimani. Si tratta di un'allegoria della città diVicenza, la donna in vesti dorate del gruppo di destra, che è posta ai piedi della Vergine di Monte Berico in atteggiamento di devozione e riconoscenza. La tela del1651 raffigura anche una dedica di riconoscenza alpodestà di Vicenza FrancescoGrimani, rappresentato a destra della lapide. Sono pure presenti figure femminili rappresentanti la carità, la religione, la pace, la speranza[23].
Entrando dalla porta che si affaccia sul Piazzale della Vittoria, a destra si incontrano alcune pale d'altare: la prima è diPietro Gagliardi (1888) rappresentante laVergine che appare aisette santi fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria (qui tra gli angeli, chi porta insegne della Passione, chi lo stemma dei Servi, chi la palma di vittoria. La Vergine con la destra porge la veste nera ad uno dei Sette, e con la sinistra indica la Regola che un angelo tiene aperta). Più avanti, oltre la porta sulla destra, nell'altare proveniente dall'originaria e distruttachiesa di san Marco[36] è collocata un'opera del1796 del pittoreneoclassicoFrançois-Guillaume Ménageot, raffigurante ilBimbo Gesù seduto su un muretto tra la Vergine e San Giuseppe con gli angeli adoranti. Di rilievo è anche la pala d'altare diPalma il Giovane conl'Incoronazione della Vergine, Trinità e Santi.
Nella Basilica si trovano pure altri dipinti, quali laTrinità (su fondo oro) di Leoneda Uliaco (1760) eLa Madonna e l'Ordine dei Servi di Maria, olio su tela di scuola olandese del Seicento.[37]
Il coro è ricavato dall'abside della chiesetta gotica. Glistalli quattrocenteschi hanno bellissimetarsie di fineXV secolo con scorci e visioni diVicenza antica.
Sulla parete di fondo, una grande vetrata centrale raffigura l’apparizione della Vergine sul monte. Una grande scritta in latino sottostante, contenuta in una preziosa cornice a volute recita “Adorabimus in loco ubi steterunt pedes eius (La adoreremo nel luogo dove si posarono i suoi piedi).” Sotto, l'altare e la nicchia della Madonna sono collocate all’interno del colonnato dell’antica chiesa gotica, racchiuse tra un monumento funebre e una raccolta di ex voto. Tra marmi policromi, in posizione dominante, la Statua è ben visibile dall’ingresso del Santuario. L’attuale sistemazione è frutto di un rinnovo fatto in occasione del quinto Centenario delle Apparizioni, negli anni 1926-1928, in sostituzione dell’antico altare del 1590. La statua della Madonna in pietra tenera deiColli Berici, dipinta e ornata di corona e gioielli, dietro l'altare maggiore, riproduce il temaiconografico dellaMadonna della Misericordia (Madonna della Mercede) sotto il cui manto stanno i supplicanti. Si tratta di un'opera di Nicolò da Venezia (XV secolo)[5][38][39]La nicchia della Madonna, incorniciata dentro un’edicola dipinta sullo sfondo con un manto decorato, sorretto da angeli, è ora al di sopra dell'altare moderno, collocato in posizione avanzata. Sotto la statua è collocato un grande tondo d'argento, decorato con un bassorilievo che rappresenta ancora l'apparizione della Vergine a Vincenza Pasini. A fianco vi sono due bassorilievi marmorei che raffigurano Vincenza Pasini e i soldati offerenti dopo la prima guerra mondiale. È usanza che i pellegrini e i fedeli in visita al Santuario passino in corteo o da soli dietro l'altare, vicino alla statua e sostino in preghiera davanti al medaglione.
Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canneMascioniopus 579,[40] costruito nel1943 recuperando parte del materiale fonico dei precedenti strumenti diDe Lorenzi e Zordan.
Lo strumento è atrasmissione elettrica, racchiuso all'interno di una cassa lignea con mostra su due livelli composta da canne diprincipale con bocchea mitria; la consolle è a tre tastiere e pedaliera.
Sin dai prodromi nel 1971, ilMuseo d'arte sacra di Monte Berico si inserisce nell’ultimo piano dell’ala est dell’antico convento. In questo momento, la dimensione complessiva della sede museale è di372 m². Si articola in sei ambienti di diversa grandezza, frutto di ampliamenti edilizi avvenuti in un lungo arco temporale, dal XV al XIX secolo.
L’attuale assetto museale è esito di un’ampia ricognizione di tutto il patrimonio artistico custodito a Monte Berico, eseguita nel corso del 2020. Tale intervento ha portato all’ideazione di un nuovo itinerario tematico, suddiviso in sezioni, distribuite organicamente in sei sale museali e in grado di offrire una narrazione didatticamente fluida del suo insieme. Il percorso espositivo coinvolge oltre 500 manufatti, databili tra il XIV e il XXI secolo.
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