Venerato comesanto da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, fu il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede inGesù Cristo e per la diffusione delVangelo. Il suo martirio è descritto negliAtti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto perlapidazione, alla presenza diPaolo di Tarso che in seguitosi convertì lungo la via di Damasco.
Santo Stefano è venerato comediacono e protomartire. Il primo epiteto è dovuto al fatto che fu uno dei sette diaconi eletti in Gerusalemme. Il secondo è associato al suo nome sebbene il suo martirio sia cronologicamente preceduto da quello diGiovanni Battista, morto perdecapitazione. È celebrato il26 dicembre nella cristianità occidentale e il 27 dicembre nellacristianità orientale. Le chiese ortodosse orientali che aderiscono alcalendario giuliano segnano il giorno di Santo Stefano il 27 dicembre secondo quel calendario, che lo colloca il 9 gennaio delcalendario gregoriano utilizzato in contesti secolari.
Il canone biblico vigente non fornisce alcuna informazione biografica o genealogica, malgrado il valore teologico della testimonianza resa dal santo.
Le vicende di Stefano sono narrate negliAtti degli apostoli. Istituito diacono dagli Apostoli insieme ad altri sei discepoli, era stato arrestato dalle autorità religiose locali che proibivano la predicazione cristiana. La poderosa testimonianza che proclamò citando le opere divine dall'antico Testamento al Cristo, gli valse come condanna a morte per lapidazione per blasfemia. La lapidazione era la pena contemplata dallalegge mosaica per le colpe ritenute più gravi, quali lablasfemia e l'adulterio. Nel Nuovo Testamento, essa ricorre negli episodi dellaPericope dell'adultera e inGiovanni 10:22-39[1] (vv. 31-32). Gesù viene processato sommariamente dai capi dei Giudei per aver affermato di essere il figlio di Dio e per aver resuscitato Lazzaro (Giovanni 11[2]).
Stefano, dunque, venne condannato alla lapidazione:
«Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamatoSaulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì.»
Le parole di Stefano "Signore Gesù, accogli il mio spirito...Non imputare loro questo peccato" (At 7,59-60) rievocanoLuca 23,46[4] ("Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito") eLuca 6,34[5] ("Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno").
È possibile fissare con una certa sicurezza la data della sua morte per la modalità con cui avvenne: il fatto che non sia stato ucciso mediantecrocifissione (ovvero con il metodo usato dagli occupanti romani), bensì tramitelapidazione, tipica esecuzione giudaica, significa che la morte di Stefano è avvenuta nel36 d.C., durante il periodo di vuoto amministrativo seguito alla deposizione diPonzio Pilato, il quale si era irrimediabilmente inimicato la popolazione per l'eccesso di violenza usata per sedare la cosiddettarivolta del monte Garizim.[6] In quel periodo a comandare inPalestina era quindi ilSinedrio, che eseguiva le condanne a morte tramite lapidazione, secondo la tradizione locale. In particolare, nella Bibbia è scritto che Stefano si inimicò alcuniliberti, cosiddetti probabilmente perché discendenti di quegli Ebrei chePompeo aveva schiavizzato (69 a.C.) e che poi avevano ottenuto la libertà. Una esecuzione di questo tipo, così come la morte diGiacomo sempre per lapidazione, erano contrarie al diritto romano, in quanto nelle province dell'impero i romani si riservavano in esclusiva i processi capitali e la pena di morte.
Il ritrovamento del corpo di santo Stefano nellaLegenda Aurea (1497)
In un discorso tenuto nel425,sant'Agostino riferisce che, subito dopo il ritrovamento a Gerusalemme del corpo di santo Stefano, nel 415, iniziarono a verificarsi miracoli nei suoi luoghi di culto. Ci parla dell'"antichissima memoria di Santo Stefano" esistente adAncona fin dall'epoca del martirio, sorta in seguito all'arrivo in città di un marinaio che avrebbe assistito alla lapidazione del protomartire, e ne avrebbe testimoniato la fede e il coraggio; e viene pure citato un luogo di culto africano del Santo:Uzala, nei pressi dell'odiernaTunisi[Nota 1].
Si racconta che molti miracoli sarebbero avvenuti semplicemente toccando le reliquie, addirittura solo attraverso il contatto con la polvere della sua tomba; poi la maggior parte delle reliquie furono razziate dai crociati nel XIII secolo, cosicché ne arrivarono effettivamente parecchie in Europa, sebbene non si sia riusciti a identificarle dai tanti falsi proliferati nel tempo per cui il numero delle reliquie supera la realtà anatomica di un corpo umano, a Venezia (una leggenda narra che nellachiesa di Santo Stefano vi sia tutto il corpo del santo), Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ravenna, padre Bernardino diLioni (nel1834) attesta che si conservavano nelSantuario di Materdomini di Nocera Superiore alcune reliquie del santo poi trafugate, ma soprattutto aRoma, dove nelXVIII secolo si veneravano il cranio nellabasilica di San Paolo fuori le mura, un braccio nellachiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, un secondo braccio nellachiesa di San Luigi dei Francesi, un terzo braccio nellabasilica di Santa Cecilia in Trastevere; inoltre quasi il corpo intero nellabasilica di San Lorenzo fuori le mura.
Inoltre, una parte di queste reliquie venne portata aMinorca, nelleBaleari, dove però si crearono tensioni con gliebrei ivi residenti, sfociate in veri e propri scontri, culminati con la distruzione della sinagoga, prima della successiva pacificazione[7].
Per il fatto di essere stato il primo dei martiri cristiani, la sua festa liturgica si celebra il 26 dicembre, cioè immediatamente dopo ilNatale che celebra la nascita diCristo. Il colore della veste indossata dal sacerdote durante laMessa in questo giorno è il rosso, come in tutte le occasioni in cui si ricorda un martire.
Il3 agosto si celebra anche la festa della "Invenzione" (cioè "rinvenimento", dallatinoinvenio) delle reliquie di santo Stefano, giorno in cui questo ritrovamento sarebbe avvenuto.
^Sant'Agostino, Discorso 322 del martedì dopo Pasqua del 425; si riportano le seguenti frasi:
"...nel mio peregrinare raggiunsi pure Ancona, città dell'Italia, dove il Signore opera molti miracoli per l'intercessione del gloriosissimo martire Stefano."
"Quando santo Stefano veniva lapidato erano pure presenti alcune persone innocenti, soprattutto coloro che già avevano creduto in Cristo. Si dice che una pietra gli avesse raggiunto un gomito e, rimbalzata di lì, fosse finita davanti ad un uomo religioso. Questi la prese e la conservò. Quell'uomo era marinaio di professione; un caso fortuito, proprio del navigare, lo sospinse sul lido di Ancona e gli venne rivelato che quella pietra doveva essere lì riposta. Quello assecondò la rivelazione e fece ciò che gli era stato ordinato: da questo fatto vi si edificò una cappella in onore di santo Stefano... essendo stato quello il luogo della rivelazione, là doveva restare la pietra rimbalzata dal gomito del Martire, in quanto, in greco, "gomito" suonaankòn. Ma a renderci bene informati siano proprio coloro che sanno quanti miracoli avvengono in quel luogo. Tali miracoli cominciarono a verificarsi colà solo dopo che fu rinvenuto il corpo di santo Stefano"
"Informatevi e scoprirete quanti miracoli avvengono in Uzala..."