| Sante Dorigo | |
|---|---|
| Nascita | Farra di Soligo, 18 febbraio1892 |
| Morte | Treviso, 16 giugno1942 |
| Luogo di sepoltura | cimitero di San Lazzaro, Treviso |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regio Esercito |
| Arma | Fanteria |
| Corpo | Alpini |
| Anni di servizio | 1916-1917 |
| Grado | Maggiore |
| Guerre | Prima guerra mondiale |
| Battaglie | Battaglia degli Altipiani Battaglia di Caporetto |
| Comandante di | 6º Reggimento alpini |
| Decorazioni | vedi qui |
| dati tratti daCombattenti Liberazione[1] | |
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| Manuale | |
Sante Dorigo (Farra di Soligo,18 febbraio1892 –Treviso,16 giugno1942) è stato unmilitareitaliano, decorato dimedaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso dellaprima guerra mondiale[2].
Nacque a Farra di Soligo,provincia di Treviso, il 18 febbraio 1892, figlio di Giovanni e Maria Simon.[1] Compiuti gli studi ginnasiali nel settembre 1912 si arruolò volontariamente nelRegio Esercito, destinato a prestare servizio nel battaglione alpini Feltre del7º Reggimento alpini.[3] Nel gennaio 1913 fu inviato, con il suo battaglione, inLibia,[4] dove prestò servizio sino all'agosto 1914 sotto il colonnelloAntonio Cantore, comandante del Reggimento Alpini Speciale.[5] Durante il corso dellabattaglia di Assaba, svoltasi il 23 marzo 1913, giorno di Pasqua, egli compì sette assalti allabaionetta, e fu promossocaporale il 31 agosto, e caporale maggiore il 30 novembre.[4] Rientrato in Patria vianave, a bordo delValparaiso, dal 31 maggio 1914 ricoprì l'incarico di contabile[5] e il 7 agosto fu trattenuto in servizio attivo.[4] Dopo l'entrata in guerra delRegno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si distinse a Forcella Magna e Cima d'Asta, in Val Brenta.[1] Promossosergente, prese parte alle operazioni belliche a Malga Trenca, nella regione Musiera e nel maggio 1916 partecipò allabattaglia degli Altipiani.[1] Ammesso a frequentare un corso per allievi ufficiali presso il6º Reggimento alpini, nel giugno 1917 fu nominato aspirante presso ilbattaglione alpini "Val Brenta", e promossosottotenente nel mese di agosto, fu assegnato albattaglione alpini "Monte Pasubio",[1] allora comandato dal maggioreEmilio Battisti.[5] Nel novembre 1917, dietro sua domanda, fu assegnato al XXIX Reparto d'assalto "Fiamme Verdi", e il 19 gennaio 1918 fu insignito dellamedaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato nel combattimento di Sano, sulla rive destra delfiumeAdige,[6] dove aveva catturato un ufficiale e cinque soldati nemici.[5]
Il 23 maggio 1918, qualche giorno dopo la riconquista del Monte Corno di Vallarsa, il XXIX Reparto d'assalto tentò di impadronirsi delle posizioni nemiche di Zugna Torta, ma il tentativo non riuscì a causa del mancato arrivo dei rinforzi.[6] Il suo reparto combatté per tre giorni e tre notti incitato dal grido del comandantedi qui non si passa, ma l'incessante fuoco di mitragliatrici e bombarde nemico ebbe ragione dei difensori.[5] Rimasto ferito due volte, con una gamba spezzata, ingaggiò un furibondo combattimento corpo a corpo all'arma bianca contro il comandante delle truppe avversarie, ferendolo gravemente.[5] Mentre aiutato da un altro soldato cercava di portarlo al riparo, i due furono travolti dall'esplosione di una granata nemica lanciata dal comandante nemico.[5] Venne trovato insieme al suo avversario, coperto di ferite e di morti, dalle truppe nemiche che si accorsero di lui perché dava ancora qualche debole segnale di vita parlando in tedesco.[7] I due ufficiali furono immediatamente trasportati nelle retrovie e poi mandati in unospedaletto da campo nella zona deiCarpazi[5] dove egli rimase fino alla fine dellaguerra, mentre il capitano austro-ungarico, divenuto suo amico e che gli diede in dono il propriobinocolo, si spense per la gravità delle ferite riportate.[8] Creduto morto dai comandi italiani, fu laCroce Rossa Internazionale a rivelare che egli era ancora vivo, e con decreto Luogotenenziale del 13 ottobre 1918 fu insignito dellamedaglia d'oro al valor militare[N 1] a vivente.[5] Il 15 ottobre 1918 ebbe inoltre la promozione atenente per merito di guerra.[5] Ritornato in Italia l'11 novembre 1918 fu ricoverato presso l'ospedale militare diBologna, dove fu curato dai sanitari dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, per un lungo periodo.[8] Qui conobbe una giovane studentessa, Elvira Regoli, che sposò e gli diede i figli Ubaldo[N 2] e Giovanna.[4]
Una volta ripresosi fu posto in congedo dal 1 maggio 1921,[8] iscritto al ruolo d'onore, e nel 1922 prese parte aRoma al trasporto della salma delMilite Ignoto all'Altare della Patria.[8] Promossocapitano il 1 gennaio 1932 emaggiore il 1 gennaio 1940,[8] era insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia dal 15 settembre 1918, e si stabilì a Moriago dove fu a capo dell'amministrazione comunale dal luglio 1926 al giugno 1928.[4] Si spense aTreviso il 16 giugno 1942, e la sua salma venne tumulata nelcimitero di San Lazzaro.[8]