Oltre all'incerta data di nascita (probabilmente287) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel305 (circa), della sua vita si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari. Esistono anche delle fonti scritte, tutte però posteriori di diversi secoli; la più antica è una passione in greco delVI-VII secolo; poi ci sono un'altra passione[2] dell'XI secolo e laLegenda Aurea[3], che risale alXIII secolo.
Secondo la tradizione, Caterina era una bella giovane egiziana e laLegenda Aurea specifica che era figlia del re Costa, il quale la lasciò orfana giovanissima, e che fu istruita fin dall'infanzia nelle arti liberali.
Caterina venne chiesta in sposa da molti uomini importanti, ma ebbe in sogno la visione dellaMadonna con il Bambino che le infilava l'anello al dito facendolasponsa Christi[4].
Pietro Aretino,Vita di santa Caterina vergine e martire, 1636.
Nel305 un imperatore romano tenne grandi festeggiamenti in proprio onore ad Alessandria. Anche se la Leggenda Aurea parla diMassenzio, molti ritengono che si tratti di un errore di trascrizione e che l'imperatore in questione fosse inveceMassimino Daia, che proprio nel305 fu proclamatoCesare per l'oriente nell'ambito dellatetrarchia (governatore d'Egitto in quell'anno era invece, fin dal 303, ilprefetto Clodio Culciano, che non pare possa essere il protagonista della storia). Ricordiamo inoltre che la data del 305 non è stabilita con certezza.
Caterina si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano riti pagani con sacrifici di animali e accadeva anche che molti cristiani, per paura delle persecuzioni, accettassero di adorare gli dei. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese all'imperatore di riconoscereGesùCristo comeredentore dell'umanità, argomentando il suo invito con profondità filosofica.
L'imperatore, che secondo la Legenda Aurea sarebbe stato colpito sia dalla bellezza sia dalla cultura della giovane nobile, convocò un gruppo diretori affinché la convincessero a onorare gli dei e la chiese in sposa. I retori non solo non riuscirono a convertirla, ma essi stessi, per l'eloquenza di Caterina, furono convertiti alcristianesimo.
L'imperatore ordinò la condanna a morte dei retori e dopo l'ennesimo rifiuto di Caterina la condannò a morire con ilsupplizio della ruota dentata. Dopo che Caterina venne messa sulla ruota dentata, il cielo prima limpido, si riempì di nuvoloni neri. Dal cielo scese un fulmine che spacco a metà la ruota dentata. Massimino fu obbligato a far decapitare la santa, dal cui collo mozzato non sgorgò sangue bensì latte, simbolo della sua purezza.
Secondo un'altra leggenda, il corpo di Caterina fu trasportato dagli angeli sulmonte Sinai. In questo luogo, nelVI secolo, l'imperatoreGiustiniano fondò il monastero, originariamente chiamato «monastero della Trasfigurazione», e successivamente dedicato alla santa (monastero di Santa Caterina).
Nel primo periodo fu assolutamente preponderante lo sviluppo in una dimensione essenzialmente tramandata oralmente, in mancanza di fonti documentali. Un secolo più tardi, la scrittrice femminista (e storica dell'arte) ingleseAnna Brownell Jameson ritenne di formulare l'ipotesi secondo cui vi erano alcune caratteristiche comuni tra santa Caterina d'Alessandria eIpazia, la matematica e filosofa pagana uccisa proprio ad Alessandria d'Egitto nel 415 da monaciparabolani e quindi asserì nei suoi scritti: "C'è un fatto curioso legato alla storia di santa Caterina: che la vera martire, la sola di cui esistano dati certi, non era una cristiana, ma una pagana; e che i suoi oppressori non erano pagani tirannici macristiani fanatici."[5]Tuttavia all'asserzione della Brownell Jameson manca una qualsivoglia fonte storica documentata che dimostri chiaramente che si possa trattare della stessa persona. Nulla ad oggi può comprovare che Santa Caterina e Ipazia siano la stessa persona e che la storia sia stata rovesciata.
In seguito la studiosa di storia bizantinaSilvia Ronchey nel suo libroIpazia, la vera storia ritiene convincente l'ipotesi che la storia di Santa Caterina sia stata mutuata da quella di Ipazia[6].
Nella Chiesa cattolica dopo il1969 iniziò un ancora oggi discusso riesame di molte figure di santi dei primi secoli. Si cercarono prove sulla veridicità storica di questi santi, per cui anche santa Caterina d'Alessandria fu posta "in attesa", tant'è che fu deciso temporaneamente l'esclusione dalmartirologio tra il1962 e il2002, senza tuttavia mai proibirne la venerazione. Successivamente a questa fase di riesame, nel2003 la santa venne reinserita tra i martiri dapapa Giovanni Paolo II e la sua memoria si celebra tuttora il 25 novembre.[7].
La sua è vissuta come la festa dei giovani. InFrancia è patrona degli studenti di teologia e protettrice delle apprendiste sarte.
Da Caterina di Alessandria deriva il termine francesecatherinette (caterinetta) che in origine indicava una giovane donna da marito. La tradizione torinese, invece, indicava con il termine "caterinette" le giovani sartine e le modiste che svolgevano il loro apprendistato nei laboratori di confezioni della città, e che assai sovente diventavano oggetto di corteggiamento da parte degli studenti universitari. Nella città diRavenna il 25 novembre (festa di Santa Caterina d'Alessandria) è tradizione regalare dei biscotti a forma di bambola alle bambine, chiamate "caterine". Il corrispettivo per i bambini è un biscotto a forma di galletto.
Una canzoncina popolare, ancora cantata nell'ultimo dopoguerra dai bambini nell'ora di religione in alcune parti d'Italia, parla di Caterina d'Alessandria. Il testo, che inizia con "Santa Caterina era figlia di un re...", è ispirato a una versione dellaleggenda in cui il padre uccide personalmente Caterina dopo averla scoperta a pregare Dio e dopo che la figlia si rifiutò di rinnegare la sua fede[8]. La canzone venne interpretata anche daI Gufi[9].
Il matrimonio mistico di Santa Caterina (Parmigianino)
Santa Caterina d'Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. Lapalma che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come iDomenicani e gliAgostiniani), a volte il libro riporta la scrittaEgo me Christo sponsam tradidi (mi sono data sposa a Cristo). Infine viene rappresentata con una spada, l'arma che le tolse la vita, e la ruota dentata, lo strumento del martirio, elemento che lega la santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota. Forse è questo l'elemento che unisce santa Caterina ai ceramisti, di cui è protettrice.
Per quanto concerne il supplizio della ruota cui Caterina sarebbe stata condannata, nessun testo prima del 1226 cita tale tortura come esistente. Storicamente, la prima persona a ciò sottoposta fuFederico II di Altena, altresì chiamato Federico di Isenberg, come attestato dallaChronica Comitum de Marka.[10] In effetti questo supplizio riferito a Caterina viene citato solo nellaLegenda Aurea diJacopo da Varazze, scritta tra il 1260 e il 1298, quindi negli anni posteriori all'assunzione di tale tortura.[11]
Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera,Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, pp. 87, 122, 149, 229, 234-236, 249-251, 259 (nota), 267, 268, 308, 316, 342 (nota), 382, 437.
Simona Negruzzo,Il culto di Santa Caterina d’Alessandria nelle università d’Occidente, inSanti patroni e Università in Europa, Bologna, Clueb, 2013, pp. 33–54.S. Caterina si venera anche a scala di Salerno
Nicola Bozzi,Ipazia di Alessandria e l'enigma di Santa Caterina, Aurora Boreale 2018