Sant'Elpidio a Mare è situata su una dorsale del subappennino marchigiano tra le basse valli delfiume Tenna e del torrenteEte Morto, a 9 chilometri dalmare Adriatico.
Piazza Giacomo Matteotti; con il Palazzo Comunale, la Collegiata di Sant'Elpidio Abate e la Torre Gerosolimitana..jpg
Il nome è un chiaro riferimento al santoanacoretaElpidio, di cui la città conserva la spoglie.
La specificazione "a mare", precedente all'Unità d'Italia,[4] serviva per distinguerla da altri centri omonimi, e aveva ragione di essere in quanto il territorio comunale giungeva fino alla linea di costa con ilPorto, che però dal 1952 è comune a sé stante.
Giacomo di Nicola da Recanati,Polittico di Sant'Elpidio a Mare
La città occupa il territorio appartenuto all'antica città romana diCluana, distrutta daiGoti nei primi anni del 400.[5]
Nell'887, nella stessa zona della città distrutta, fu fondata una delle più antiche e potentiabbazie benedettine delle Marche:l'abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti. Il borgo medievale, conosciuto con il toponimo di "Castello di Sant'Elpidio", sorse nell'XI secolo sul colle nella cui sommità è ospitata la chiesa della Madonna dei Lumi.
«Campo di cielo, al sant'Elpidio, il viso e il busto in maestà, il viso, il collo, le mani, le gambe di carnagione, con elmo e con corazza di acciaio al naturale, con manto svolazzante di rosso, il Santo aureolato d'oro, i piedi calzati con calighe di nero, tenente con la mano destra la asta di nero posta in banda, munita del vessillo bifido di rosso, svolazzante a destra, caricato dalla croce di otto punte e patente, di argento, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, imbrigliato di rosso, rivoltato, con gli arti anteriori sollevati, con gli arti posteriori sostenuti dalla nube d’argento, la nube accompagnata a destra dalle chiavi pontificie, decussate, con gli ingegni all'insù, d'oro, a sinistra dalla stella di sette raggi, dello stesso; il Santo accompagnato in punta dalla cortina di muro uscente dai fianchi e fondata in punta, merlata alla ghibellina, aperta centralmente con arco a tutto sesto, del campo, munita di due torri di due palchi, ogni palco merlato alla ghibellina di tre, i palchi superiori finestrati del campo e muniti di cuspide, i palchi inferiori muniti ciascuno di una nicchia, la parte centrale della cortina merlata di tre merli e di due semimerli, questi addossati alle torri, le parti laterali della cortina merlate ciascuna di tre, il tutto d’argento e murato di nero. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, NOMINE NUMINE ET ARMIS. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone è un drappo di bianco alla bordatura di azzurro.
«Al Comune di Sant'Elpidio a Mare» — Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
L'Abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti fondata sopra ad un edificio religioso preesistente del VI, grazie alle terre donate al monastero dalvescovo di Fermo e alla munificenza dell'imperatoreCarlo il Grosso che concede con privilegio del 24 giugno883 i mezzi economici necessari alla sua realizzazione, venne solennemente consacrata il 14 settembre 887 alla presenza del vescovo di Fermo Theodosio e di innumerevoli canonici. Il periodo di massimo splendore dell'abbazia benedettina oscilla tra il X e il XII secolo in cui beneficia di ampliamenti in stileromanico. Nel 1468 il complesso abbaziale diventa di proprietà del Comune di Sant'Elpidio a mare. Nel 1749Alessandro Borgia arcivescovo di Fermo restaura la basilica. Nel1790 il vescovo fermanoAndrea Minnucci riduce il complesso abbaziale a struttura per uso agricolo decretandone la sua rovina e riducendo la zona delle funzioni alla sola navata centrale. Dopo oltre due secoli di abbandono e degrado ad usi impropri, la struttura basilicale è stata interessata da unrestauro iniziato nel marzo2006 teso al ripristino della primitiva tipologia e alla conseguente riapertura al pubblico, avvenuta nel 2010.All'interno della chiesa una lapide ricorda i lavori di ristrutturazione eseguiti sulla Basilica dall'arcivescovo di FermoAlessandro Borgia nel 1749:
«BASILICAM SERVATORIS NOSTRI EJUSQUE VIVIFICAE CRUCIS A THEODOSIO FIRMANO EPISCOPO CONDITAM ET CORAM CAROLO CRASSO IMPERATORE REGIAM DOTEM CONFERENTE XVIII. KAL.OCTOB.A.S. DCCCLXXXVII. SOLEMNITER DICATAM TEMPORUM INJURIIS SQUALLENTEM ALEXANDER BORGIA ARCHIEPUS ET PNPS FIRMANUS INSTAURAVIT AN DNI. MDCCXLVIIII»
Fu costruita nel XIII secolo con il nome originario di chiesa di Sant'Agostino.Filippo III di Francia, quarto figlio del resan Luigi IX, durante ilXIV Concilio Ecumenico, apertosi aLione il 7 maggio 1274 e conclusosi il 17 luglio 1274 dona in segno di profonda devozione verso il beato Clemente personalità eminente dell'Ordine Agostiniano, beatificato dapapa Clemente XIII nel 1761, una spina dellaCorona di Gesù Cristo. Il Frate devolve il prezioso dono al convento di Sant'Elpidio in cui studiarono tra gli altri sanNicola da Tolentino e sanGiacomo della Marca. Nella notte dell'8 settembre1377 l'esercito guidato da Rinaldo da Monteverde privò la chiesa della reliquia che è attualmente conservata nella chiesa di Sant'Agostino a Fermo. Dell'antico tempio rimane il basamento, gran parte dell'elevato dellafacciata e all'interno l'altare marmoreo in stile gotico realizzato nel 1371 in pietra d'Istria e l'affresco dellaMadonna dei Lumi del XV secolo che raffigura laMadonna con il Bambino.[7].
Eretta nel XIII secolo comepieve, nel1590 le viene attribuito il titolo dicollegiata semplice, l'11 ottobre 1591papa Gregorio XIV la eleva a insigne collegiata e nel1857 il beatopapa Pio IX a perinsigne collegiata. Della costruzione primitiva conserva l'abside e gran parte della struttura esterna. La facciata realizzata nella seconda metà degli anni trenta del XX secolo in stile neoromanico si fregia della presenza di un rosone e di un mosaico sulla lunetta del portale che raffigura sant'Elpidio abate affiancato dai discepoli Ennesio ed Eustasio. Il fianco della chiesa che delimita piazzaGiacomo Matteotti conserva 5 finestre dell'originaria costruzione del XIII secolo; il resto è stato quasi interamente ricostruito nel1639. L'interno è stato realizzato in stile neoclassico. Dietro all'altare maggiore del XVI secolo è stato inserito un altorilievo di un sarcofago romano in marmo pario del IV secolo che raffigura una scena di caccia al leone e che conserva al suo interno le ossa del patronosant'Elpidio Abate e dei discepolisant'Ennesio esant'Eustasio.Sopra l'altare maggioreNicola Antonio Monti ha realizzato alla fine del XVIII secolo un quadro in cui raffigura la Beata Vergine Maria Assunta in Cielo. La mostra d'Altare dedicata allaMadonna di Loreto e realizzata in stile barocco daAngelo Scoccianti nel transetto di destra della chiesa nel1702, è la più grande delle Marche. L'opera lignea la cui bellezza è esaltata dalla presenza di dorature, conserva all'interno di due ante la cui giunzione crea un altorilievo dell'Annunciazione, la statua della Madonna di Loreto. Il transetto di sinistra conserva un dipinto diJacopo Palma il Giovane che raffigura ai piedi del Cristo Sant'Antonio e Sant'Elpidio. La chiesa ospita un Fonte Battesimale di stile rinascimentale. L'organo realizzato nel1765 daGaetano Callido e collocato al di sopra dell'entrata principale costituisce una delle più imponenti opere dell'Autore. La grande balaustra in marmo, costruita nella metà del XIX secolo su progetto dell'Architetto Salvatori, è impreziosita da quattro statue in bronzo che raffigurano Sant'Elpidio Abate, Beato Clemente Briotti,San Francesco d'Assisi eSanta Caterina da Siena, e delimita il Coro e le statue di Sant'Elpidio e della Madonna. La chiesa ospita il paramento liturgico indossato dal CardinaleCesare Brancadoro. La Sagrestia conserva un dipinto della Madonna con il Bambino che appare a San Filippo Neri.
Il 24 dicembre 1943 i cittadini di Sant'Elpidio a mare alla presenza dell'Arciprete Don Quirico Lupacchini hanno formulato un voto in onore di Sant'Elpidio Abate in base al quale se fossero stati liberati dagli orrori e dalle devastazioni della guerra avrebbero arricchito di marmi preziosi il presbiterio della Chiesa Collegiata dove riposa il corpo del Santo Protettore[8].
Il santuario della Madonna degli Angeli ed il convento attiguo siano stati costruiti all'inizio delXIII secolo, quando il culto a santa Maria degli Angeli fu iniziato da san Francesco d'Assisi. Ne sono testimoni i pochi affreschi rimasti nella Cappellina. L'opinione è confermata dalla presenza dei religiosi Francescani fin dal 1242: il santuario venne costruito con l'intenzione di riprodurre la Porziuncola di santa Maria degli Angeli in Assisi.
Il santuario fu subito oggetto di particolare culto e si pensò di affidare la custodia a dei religiosi per i quali si affiancò la costruzione di un modesto convento.
Eretta in onore di Sant'Antonio nel XIV secolo. Dopo la distruzione del convento agostiniano nel 1377 è stata riconsacrata a sant'Agostino. Ospita un portale in pietra con decorazioni a candelabra del 1505 che impreziosisce la graziosa facciata in stile barocco. Restaurata nel 1760, fu chiusa al culto agli inizi del XX secolo. L'interno è abbellito dalla presenza di stucchi e da un coro (1760). Ospitò l'altare dedicato al beato Clemente Briotti visibile presso la chiesa di Sant'Elpidio Abate e l'olio su tela di Vincenzo Pagani "Madonna in gloria con Bambino e santi" conservato nella Pinacoteca civica di Ripatransone.
Realizzata nel XIV secolo, al suo interno contiene la tela delTizianello del 1564, due tele di Ripani. La Chiesa ospita le reliquie del nobile Giovanni de Lellis padre diSan Camillo de Lellis.
Basilica lateranense di Santa Maria della Misericordia
La Chiesa venne costruita a partire dal 1575, fu aperta nel 1578 e fu terminata nel 1585. All'esterno presenta un portale ligneo e due meridiane in alto che da sinistra verso destra indicano rispettivamente l'ora italica e astronomica. All'interno, la decorazione della volta venne iniziata nel 1599 dall'umbro Pietro Cesarei che eseguì alcuni episodi dellaVita della Vergine, fu portata avanti daGiuseppe Bastiani con l'Assunzione della Vergine e fu completata nella volta del presbiterio, nel 1603 daAndrea Boscoli, che aggiunse anche nel coro tre tele con laMadonna della Misericordia, loSposalizio della Vergine firmato e datato 1603 e l'Adorazione dei Pastori, probabilmente eseguite in collaborazione con l'allievoMarcello Gobbi[9] In chiesa si conserva anche una tela dell'anconetanoAndrea Lilli con l'Imbarco delle Sante Marta e Maddalena, del 1602, ed un organo diGaetano Callido del 1785 ePietro Nachini del 1757. Dal 1974 la basilica è sede dell'Accademia organistica elpidiense.
Costruita a partire dal 1576 insieme all'ex convento dei Cappuccini. Le opere pittoriche realizzate nel 1758 daFilippo Ricci conIl sogno di San Giuseppe e loSposalizio della Vergine adornano l'interno.
Lachiesa di San Filippo Neri venne fondata nel 1735 e completata nel 1789 ad opera degli Architetti Giovanni Battista Vassalli ePietro Augustoni e, per gli interni,Giuseppe Valadier, che ha dato alla struttura lo stile tardo barocco che lo caratterizza.
L'oratorio di Sant'Elpidio a mare venne realizzato nel1740 su indicazioni dell'architettoGiuseppe Valadier. Consacrato nel1742, venne dedicato a san Giuseppe patrono della Chiesa universale. Utilizzato anche per le celebrazioni liturgiche, è caratterizzato dalla presenza di un'unica aula con copertura a volte sorretta da quattro pilastri. La pala dell'altare presentava un dipinto realizzato nella seconda metà del XVII secolo di autore ignoto che raffigurava il tema dellafuga in Egitto ora conservata nella pinacoteca civica. Nicola Monti ha realizzato per l'oratorio un olio su tela che affronta il tema dell'Incredulità di San Tommaso. Gesù è raffigurato in piedi sulla destra nell'atto di sollecitaresan Tommaso apostolo a verificare la piaga sul costato, tre Apostoli assistono alla scena. Il dipinto si colloca nell'ambito della produzione matura del Monti.
La chiesa costruita nel XIII secolo dai Cavalieri dell'Ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme è stata in seguito quasi completamente ricostruita, fa eccezione il portale di entrata rimasto intatto.
Collocata lungo la via Errighi, dopo l'unità d'Italia viene trasformata in carcere. Oggi la struttura è inutilizzata. Si attendono i fondi per riconsacrarla a luogo di culto e di devozione al Principe delle Milizie Celesti.
Portata a compimento nel XVI secolo daiCavalieri Gerosolimitani (una delle varianti del nome dell'ordine che nasce a Gerusalemme nel 1048 ad opera di Mercanti dellaRepubblica Marinara diAmalfi che decidono di fondare nella Città Santa una chiesa, un convento e un ospedale), latorre costruita nel punto più alto della città è alta circa 28 metri ha forma quadrata (circa 8,19 metri di lato) ed è caratterizzata da spesse mura perimetrali (1,60 metri). Si accede all'interno attraverso un portone d'ingresso, sormontato da una lunetta di pietra arenaria, scolpita secondo lo stile paleocristiano del X secolo. Il bassorilievo raffigura Cristo Crocifisso. Dal Costato di Gesù esce Acqua e Sangue. Con l'acqua Gesù ci libera dal peccato e ci rigenera come figli di Dio. Con il suo Preziosissimo Sangue ci offre la sua Eterna Alleanza con Dio e ci consente di divenire membra di un unico corpo mistico illuminato dalla luce dello Spirito Santo. Il liquido bagna un agnello posto al di sotto del Cristo crocifisso. Dalla bocca dell'agnello escono tre rami giunti insieme da cui spuntano foglie e fiori. L'intreccio floreale simbolizza l'Albero della Vita. La tradizione indica che l'iconografia venne realizzata per adornare l'Abbazia di Santa Croce al Chienti. Nella seconda metà del XVII secolo, sopra la torre sono state inserite due campane, la più grande è dedicata al Cristo, alla Madonna, a San Nicola e Sant'Elpidio Patrono della Città, e nel lato est della torre un orologio meccanico posto al di sotto della croce ad otto punte dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e al di sopra di un monumento (inaugurato il 24 settembre 1893) dedicato ai protagonisti dell'unità d'Italia i cui volti sono stati immortalati con la tecnica dell'altorilievo realizzata su quattro medaglioni di bronzo che adornano una lapide nella quale è inciso uno scritto composto daTommaso Casini: "Il municipio e i Cittadini di Sant'Elpidio a mare vollero in questo marmo raffigurare le sembianze ed incisi i nomi diVittorio Emanuele II e diGiuseppe Garibaldi, diGiuseppe Mazzini e diCavour per additare al memore affetto dei posteri gli ardimenti generosi e le eroiche imprese, l'apostolato civile e la sapienza politica onde agli Italiani fu restituita la Patria".
L'abitato conserva resti dei tre chilometri della cinta muraria (XIII eXIV secolo) medioevale e solo tre delle sette porte originarie. Via dei Torrioni offre una splendida vista dall'alto dei comuni limitrofi e dei monti Sibillini.
L'architettura difensiva eretta nel XIV secolo è l'unica porta originaria rimasta ancora intatta. Sulle sue mura è stato incastonato nel 1527 un bassorilievo in pietra che raffigura Sant'Elpidio a cavallo apparso in una battaglia contro i Saraceni.
Eretto nel XIV secolo per svolgere la funzione di Palazzo dei Priori, è stato ristrutturato nel XVI secolo seguendo le indicazioni dell'Architetto Pellegrino Tibaldi. La facciata è in stile classico. Ospita l'archivio storico.
Della costruzione del 1870 realizzata su progetto di Ireneo Aleandri conserva solo la facciata in stile neoclassico. L'interno è stato completamente rifatto negli anni dal 1952 al 1953. Rimangono originali l'esterno e un grande dipinto a tempera, Il sipario storico, "I Personaggi delle Marche" realizzato dal pittore marchigianoFerdinando Cicconi nel 1873 e rappresenta in una grande allegoria gli uomini illustri nelle scienze e nelle arti della pittura, dell’architettura, della musica e della poesia.
Il complesso realizzato nel diciottesimo secolo dalla famiglia dei Nannerini, è impreziosito in alcune stanze da affreschi sulle pareti. L'archivio storico della famiglia Falconi testimonia il prestigio sociale rivestito dai penultimi proprietari della villa. La chiesa di Santa Caterina in cui ha sede l'omonima parrocchia è il cuore dell'area.
Il Palazzo cinquecentesco del Cardinale Peretti di Montalto, nipote diSisto V, diventa di proprietà dei Nannerini Marchesi di Nannarini, quindi monastero dell'ordine delleOblate Salesiane, delle monache benedettine, ed infine dellesuore del Sacro Cuore. Ora le sue stanze sono sede della Contrada San Giovanni.
Il palazzo Manlio-Fratalocchi è uno storico edificio delXVII secolo, simbolo della cittadina, è situato nella contrada di San Giovanni. La facciata di palazzo Manlio si erge maestosa lungo corso Baccio, ed è visibile dalla principale via d'ingresso cittadina di Porta Romana.
Situata all'interno dell'antico convento dei Padri Filippini, contiene al suo interno il polittico con laIncoronazione della Vergine, del XV secolo, diVittore Crivelli composto da 18 pannelli realizzati con la tecnica della tempera su legno in cui il pittore raffigura in alto da sinistra verso destraSant'Antonio da Padova, Sant'Elpidio, La Madonna, Il Messia, Santa Maria di Magdala,San Bernardino da Siena; al centro da sinistra verso destraSan Bonaventura da Bagnoregio,San Giovanni Battista, L'Incoronazione della Vergine, San Francesco d'Assisi,San Ludovico di Tolosa; e in basso sei pannelli di piccole dimensioni che illustrano episodi della vita di San Giovanni Battista. Le rappresentazioni dei Santi su fondo oro del pittore veneziano sono assemblate in una cornice dorata di stile gotico la cui parte superiore è in gran parte perduta.All'interno della pinacoteca civica sono conservate altre due opere del pittore veneto: il trittico con laVisitazione della Vergine a Santa Elisabetta si compone di quattro pannelli e della cimasa, realizzati con la tecnica della tempera su legno che raffigurano ilCristo, laVisitazione di Maria a Santa Elisabetta,San Giovanni Battista eSan Francesco, racchiusi in una incorniciatura di gusto classicheggiante. Un altro dipinto raffigura unfrate Francescano nell'atto di pregare. Il Polittico e il Trittico vennero commissionati dai Frati per arredare la chiesa dei Minori Osservanti.Nel museo è depositato anche un affresco staccato sfortunatamente un po’ rovinato conSan Gabriele Arcangelo.
Pregevoli sono le opere realizzate daHernestus De Schaychis con laMadonna del Rosario, quello diNicola Monti con laVergine con Il Bambino in braccio e quello diGerolamo Dente con l'Assunzione della Vergine.Le otto tavole che raffiguranoepisodi della vita di Sant'Elpidio sono una riproduzione dell'originale dipinto daGiacomo Di Nicola da Recanati conservato in un museo di Parigi.L'edificio, restaurato dall'architettoGiuseppe Valadier, ospita anche la sala degli argenti in cui sono conservate pregevoli opere di oreficeria e argenteria realizzate dal secolo XVII al secolo XIX.
Le sale del museo ospitano pantofole, zoccoli, sandali, scarpe e stivali prodotti a partire dal Medioevo oltre che in Italia anche in altri Paesi d'Europa, in India, Cina, Africa, Canada e America Latina. Il museo ospita inoltre stampe antiche, calzatoi e attrezzature e macchinari di cui i calzolai si sono avvalsi in passato per la realizzazione del loro prodotto.Il museo ospita inoltre le scarpe indossate dai papiLeone XIII,Giovanni XXIII eGiovanni Paolo II.
Inaugurato l'8 dicembre 1986, dispone di untelescopio riflettore di 254 millimetri di diametro ed è aperto al pubblico. Nel 2005 anche l'astrofisicaMargherita Hack ha varcato la porta d'ingresso della struttura che ha avuto l'onore di ospitare il primo seminario nazionale dignomonica nel 1987 coordinato dall'Unione astrofili Italiani.
Inaugurato nel 2007, il museo della Collegiata di Sant'Elpidio abate raccoglie oggetti liturgici, statue lignee e testi antichi che, nel loro insieme, coprono un arco temporale che va dalCinquecento all'Ottocento.[10]
Gli stranieri residenti a Sant'Elpidio a Mare al 1º gennaio 2011 sono 1.611 e rappresentano il 9,4% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese con il 21,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'India (16,4%) e dall'Albania (14,7%)[12].
La confraternita del Santissimo Sacramento istituita il 30 luglio 1550 con Bolla di Papa Giulio III, venne eretta nella chiesa di Sant'Elpidio Abate grazie al contributo di fedeli laici che si assunsero l'impegno di curare l'altare per la solenne esposizione delle 40 ore durante la Settimana Santa, dal giorno della Domenica delle Palme al mezzogiorno del Mercoledì Santo, di promuovere la venerazione del Santissimo Sacramento attraverso i riti del Corpus Domini e del Venerdì Santo, di custodire i reliquiari e gli oggetti devozionali che vengono impiegati nella processione del Venerdi Santo.
Nel 1552 adottò come sede l'oratorio ubicato a lato della parrocchia di Sant'Elpidio Abate. Ogni terza domenica del mese, dopo aver partecipato alla Santa Messa, i confratelli organizzavano una processioneeucaristica all'interno della chiesa; distribuivano la Comunione agli infermi; istituirono un monte frumentario che restò attivo fino alla metà delXIX secolo per aiutare e distribuire il pane ai poveri e ai bisognosi.
Il complesso degli edifici delXVIII secolo composto dalla chiesa, dal convento ora sede della pinacoteca civica, dall'oratorio di stile neoclassico e dalla sagrestia biabsidata, è stato realizzato dalla congregazione dell'oratorio di San Filippo Neri.
Attualmente la confraternita del Santissimo Sacramento gestisce il complesso dalla data dell'11 febbraio 1929 in seguito agli accordi di mutuo riconoscimento tra la Santa Sede e il Regno d'Italia mentre la proprietà appartiene al "Fondo Edifici di Culto", un fondo immobiliare italiano gestito dallaDirezione Centrale per l'amministrazione del fondo edifici di culto. La chiesa conserva le reliquie diSan Filippo Neri eSanta Rita da Cascia e tributa ogni anno ai due santi una festa nei due giorni in cui ricorre la loro memoria liturgica.
A capo della Confraternita è unpriore che la rappresenta dinanzi all'autorità ecclesiastica e civile. La confraternita segue il compendio delle regole approvate dal cardinale e arcivescovo di FermoFilippo De Angelis il 25 settembre 1846 e mantiene le funzioni e gli obiettivi originari.
Tesori della Venerabile Confraternita del Santissimo Sacramento
La reliquia di Santa Rita esposta all'interno di un prezioso reliquiario viene esposta sull'altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri il 22 maggio, giorno in cui ricorre la festività della Santa.
La reliquia di San Filippo Neri, conservata all'interno di un busto reliquiario realizzato da un orafo romano nel XVIII secolo in rame dorato e argento sbalzato e cesellato, viene esposta sull'altare maggiore della chiesa di San Filippo Neri il 26 maggio, giorno in cui ricorre la festività del Santo.
La solenne processione del Corpus Domini rappresenta il momento più carico di significato per la confraternita per via della celebrazione del Santissimo Corpo di Cristo. La processione è l'esplicitazione della funzione fondativa del Sacramento per la confraternita e si compie a seguito del baldacchino, sotto il quale sfilano il Priore e il Sacerdote che sorregge il Corpus Domini. Il colore dei paramenti liturgici è il bianco e l'oro indicante la gioia, la luce, la vita. La zona presbiteriale è la parte più significativa dell'aula celebrativa in cui sono presenti iltabernacolo e l'altare. Durante la processione la confraternita mette a disposizione i seguenti paramenti liturgici:
Ostensorio a raggiera: struttura composta da tre parti: piedistallo, fusto e ostensorio in rame argentato, sbalzato e cesellato con figure di Cherubini inseriti sulla corona a raggiera dorata.
Veste del Sacerdote: Tunica bianca, manipolo, stola, casula, piviale decorato con girali dorati.
Veste del Diacono: Tunica bianca, dalmatica, stola, casula.
Veste del Priore: tunica bianca, rocchetto dorato gallonato, placca con stemma della confraternita, rilevata a stampo e ritoccata a cesello.
Veste dei Confratelli: tunica azzurra, cingolo, rocchetto, placca con stemma della confraternita, rilevata a stampo e ritoccata a cesello.
Baldacchino per la processione del Corpus Domini.
Domenicale filippino e coprileggio, stola decorata a motivi floreali con croci e terminazioni con frange dorate, stola bianca con bordure e croci dorate, manipolo con custodia, tovagliette con custodia ad uso liturgico.
La confraternita durante l'anno effettua numerose funzioni religiose tra le quali la celebrazione delle Sante Messe. I paramenti liturgici hanno i colori del rosso che indica la Domenica delle Palme e le Festività Natalizie, il verde che è utilizzato durante il tempo ordinario (dalla domenica del Battesimo di Gesù fino al mercoledì delle ceneri) ed indica la giovinezza e la ripresa della vita nuova. Durante queste funzioni la confraternita mette a disposizione:
Missale romanorum con coprileggio rosso Venetiis MDCCLIX (1759) ex typographia balleoniana.
Missale romanum. Neapoli MDCCLXXXVII (1757) ex typographia simoniana.
Missale romanum. MDCCXXXV (1785) ex typographia vaticana.
Carta gloria "Initium Sancti Evangelii secundum Ioannem".
Il venerdì santo culmina nella solenne processione notturna. A seguito del carro sfilano i Confratelli in abito solenne. A tale rito si aggiunge la funzione delle tre ore del venerdì santo. Il viola delle vesti liturgiche indica lo spirito di penitenza e la speranza, l'attesa di incontrare Gesù.
Musicali: Costituiscono eredità della "Cappella Musicale della Collegiata" attiva dal 1591 al 1919: l'Accademia Organistica Elpidiense (1974), la Corale Angelico Rosati (1993), ilPueri Cantores (2001) e la Schola Cantorum Santa Cecilia (fondata nel 2004).
Storiografiche: L'Academia Elpidiana edita il periodico di attualità culturale e memoria storicaIl mio paese
Culturali: Ente Contesa, organizzatore dal 1972 dellaContesa del secchio, la più antica manifestazione storica della Regione Marche e dell'intero cartellone ufficiale delle manifestazioni storiche elpidiensi. Edita periodicamente testi sulla storia locale e nazionale, nonché sulla rievocazione storica, inclusi nella "Collana della Contesa".
Da marzo 2008 Sant'Elpidio a mare è sede della Delegazione dell'Ordo Equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani per le Diocesi di Ascoli Piceno, Camerino, Fermo, Macerata e San Benedetto del Tronto. Il Priore che affianca il Delegato responsabile della Delegazione dell'Ordine è l'Arcivescovo Metropolita di Fermo.
La festa di Sant'Antonio Abate il 17 gennaio viene celebrata con una solenne cerimonia presso la chiesa di Sant'Elpidio Abate la domenica nella messa delle 10:30, segue la benedizione degli animali, la processione della Statua di Sant'Antonio per le vie del centro e la distribuzione del pane di Sant'Antonio benedetto dall'Arciprete.
Dal 1993 l'ultima settimana di luglio, si celebra laCittà Medioevo per rievocare la vita della Città nel XIV secolo.
Dal 1953, ogni seconda domenica del mese di agosto, si celebra laContesa del secchio, la prima rievocazione storica delle Marche.
Il Santo Patrono ricorre il 2 settembre.
Dall'anno 2009 il "Laboratorio Sociale Pier Giorgio Frassati" organizza la festa del Beato Pier Giorgio Frassati Patrono delle Confraternite.
La manifestazione nata nel 1990 per volere dell'Ente Contesa da esso organizzata con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, ha l'obiettivo di valorizzare quei Cittadini che distintisi in ambito professionale, associazionistico, culturale, sportivo, di riflesso accrescono il prestigio del Paese al quale appartengono. Il Presidente dell'Ente Contesa ed il Sindaco donano al Vincitore una statua di Sant'Elpidio a cavallo.
Castellano: un tempo Castel di Castro, fortezza sconfitta dall'emergente Sant'Elpidio nel 1300.
Cascinare e Bivio cascinare: ricca di piccoli laboratori artigiani, la sua economia è basata prettamente sull'industria calzaturiera.
Cura mostrapiedi: piccolo abitato a carattere rurale in cui è presente una forte industria calzaturiera.
Luce - Cretarola: un tempo sede dei marchesi Nannerini dei Nannerini ora sede dell'opera Pia Falconi.
Tra le frazioni del territorio comunale si trova ancheCasette d'Ete che conta circa 2.900 abitanti ed è situata fra le colline elpidiensi e il fiumeEte morto. Ricca di piccoli laboratori artigiani, la sua economia è basata prettamente sull'industria calzaturiera e di pelletterie in genere.
Fa parte della Zona Territoriale n. 11 di Fermo dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche (in sigla Z.T. n. 11 - A.S.U.R. Marche). Fa parte delDistretto sanitario n° 1 diPorto Sant'Elpidio.
^Indice alfabetico di tutti i luoghi dello Stato Pontificio colla indicazione della rispettiva Legazione e Delegazione in che sono compresi del distretto governo e comune da cui dipendono, delle diocesi alle quali sono essi soggetti e coll'epilogo in fine dei distretti e governi di ciascuna legazione o delegazione desunto dall'ultimo riparto territoriale ripromesso coll'editto del 5 luglio 1831. Italia, dalla Tipografia Camerale, 1836.
^ Andrea Bacci e Natale Medaglia,Memorie istoriche della città di Cluana, Macerata, Pennelli, 1692.
«Oggi 24 dicembre 1943 raccolti nel nostro massimo Tempio per celebrare i misteri del Santo Natale, pieni di trepidazione per l'ora grave che incombe sulla nostra Città e Campagne, memori di quanto già fecero in simili circostanze i nostri Padri, ci raccogliamo attorno alle Venerate Spoglie del nostro Protettore Sant'Elpidio per supplicarlo di intercedere per noi presso il trono di Dio, perché ci liberi dagli orrori e dalle devastazioni della guerra. Se saremo liberati, promettiamo solennemente di sciogliere questo voto:"Di arricchire di marmi preziosi il presbiterio della Chiesa Collegiata dove riposa il corpo del Santo Protettore". Ma perché il Sommo Iddio si compiaccia di accogliere questo nostro voto, intendiamo accompagnarlo con due promesse che preludiano a un rinnovamento morale e spirituale dei cittadini stessi: 1) Ciascuno di noi ripeterà ogni sera, prima del consueto riposo, la giaculatoria: "Gesù mio misericordia" e ciò in riparazione delle bestemmie che si vomitano contro la Divinità e come atto di dolore dei peccati commessi. 2) Faremo sì che in ogni Famiglia, almeno 2 persone recitino ogni giorno, una terza parte di Rosario in onore del Cuore Immacolato di Maria. Così Iddio ci aiuti e la Santissima Vergine e il nostro Protettore Sant'Elpidio intercedano per noi. Amen.»
(L'arciprete don Quirico Lupacchini.)
^Giuliana Pascucci,Sant'Elpidio a mare, basilica di Santa Maria della Misericordia, inCapriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita., catalogo di Mostra, Macerata, 2017, pag. 241.
^La rete dei MUSEI, inLa Voce delle Marche, 29 giugno 2021, p. 8.
Andrea Bacci e Camillo Medaglia. "Memorie storiche della città di Cluana". Macerata, 1692.
Filippo Pio Massi. "Il mio paese". Fermo, 1897, 2 volumi.
Anna Maria Accardo. "I documenti di Santa Croce nelle carte dell'archivio storico di Sant'Elpidio a mare". Sant'Elpidio a mare, dicembre 2009.
Claudia Lattanzi, Roberto Ragione,Immagini di una devozione civica: Sant’Elpidio a Mare, città consacrata al celeste patrono. Appunti per una ricerca nell’iconografia elpidiense, in Ippoliti A., Svalduz E. (a cura di),Oltre lo sguardo / Beyond the gaze, tomo VI –La città rappresentata / The represented city, Atti del XI Congresso Internazionale “AISU – Ferrara 2023” (Ferrara, 13-16 settembre 2023), AISU International Press, Torino 2025, pp. 153-166. [ISBN: 978-88-31277-11-2][1]