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Sandro Onofri

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«Bisognerà ricordare quanto male provoca quello che una civiltà decide essere il bene.»

(Sandro Onofri,Il Far West a Cassino, Diario della settimana, 23 ottobre 1996, n.1, p.13)

Sandro Onofri (Roma,1º giugno1955Roma,20 settembre1999) è stato unoscrittore,poeta,insegnante egiornalistaitaliano.

Biografia

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L'esordio

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Nasce nel quartiere dellaMagliana, area sud-ovest diRoma. Esordisce come poeta nel gennaio1980 sulla rivista romanai tre giganti, trimestrale di poesia a cui collaboranoVincenzo Cerami, Stefano Coletta, Amedeo De Dominicis, Antonio De Simone, Roberto Mauro, Paolo Repetti,Alberto Toni e Beniamimo Vignola. In questo primo numero l'argomento principale èAntonio Gramsci e tutti i contributi muovono dal frammento della lettera del 6 ottobre1930 destinata alla moglie Julca Schucht:

«Ricordo una novellina popolare scandinava: tre giganti abitano nella Scandinavia lontani uno dall'altro come le grandi montagne. Dopo migliaia d'anni di silenzio, il primo gigante grida agli altri due: " Sento muggire un armento di vacche! ". Dopo trecento anni il secondo gigante interviene: " Ho sentito anch'io il mugghio! ". E dopo altri trecento anni, il terzo gigante intima: " Se continuate a far chiasso così me ne vado! "»

(Antonio Gramsci sui tre giganti, gennaio 1980, n.1)

Da qui l'ispirazione per le due poesie di Onofri,Parlava Gramsci eQui sopra al colle. La rivista ha vita breve e termina le pubblicazioni dopo il terzo numero nel gennaio 1981. Ma l'attitudine poetica non si esaurisce e confluisce tra la fine deglianni ottanta e l'inizio deglianni novanta nella rivistaNuovi Argomenti diretta all'epoca daFurio Colombo,Raffaele La Capria,Francesca Sanvitale eEnzo Siciliano, a cui collabora contribuendo con diverse poesie.

Gli anni Novanta

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Il debutto come narratore risale all'inizio del 1991 con il romanzoLuce del Nord pubblicato dalla giovane casa editrice Theoria diretta in quel momento da Paolo Repetti, lo stesso che alla fine degli anni novanta inaugurerà conSeverino Cesari per Einaudi la collana "Stile libero" dove compariranno gli scritti postumi di Onofri.Il 1º giugno 1991 a Ricadi (Catanzaro) si aggiudica conLuce del Nord la IV edizione delPremio Giuseppe Berto per la migliore "opera prima di narrativa in lingua italiana"[1]. La giuria è presieduta da Cesare De Michelis che dopo lunga riflessione lo preferisce aCastelli di rabbia diAlessandro Baricco edito da Rizzoli.

Nel 1992 partecipa con il testoChi fuor li maggior tui alla discussa raccolta antologicaPatria. Lo scrittore e il suo Paese edito da Theoria. È un esperimento letterario interessante che coinvolge una nuova generazione di scrittori e provoca diverse reazioni. Un frammento della recensione di Pierluigi Battista:[2]

«Nove scrittori «dell'ultima generazione» si cimentano per la prima volta su un tema a lungo rimosso o deriso, temuto o snobbato: il senso d'appartenenza alla nazione, il riconoscimento d'una patria comune, il senso vitale delle proprie radici. Sono Fulvio Abbate, Severino Cesari, Giampiero Comolli, Mario Fortunato, Sandro Onofri, Sandra Petrignani, Lidia Ravera, Sandro Veronesi, Valeria Viganò. L'editore Theoria ha chiesto loro di scrivere attorno alla patria come «luogo geografico, come lingua e dialetto, come tradizione culturale, come radici, come identità, come Heimat, paese natio e madre terra e come Vaterland, nazione e Stato». Ne è scaturito "Patria, lo scrittore e il suo Paese" [...] Discettare di patria. Chi avrebbe potuto immaginare, soltanto qualche anno fa, che gli esponenti della giovane narrativa italiana si sarebbero esercitati su simili corde? [...] Ed ecco che una generazione nomade e sradicata, apolide e dall'identità incerta e fluttuante viene costretta a misurarsi con parole e valori da sempre vissuti come anticaglie del passato. È uno choc. E i nove scrittori che hanno risposto all'appello di Theoria riflettono fedelmente lo sconcerto e la meraviglia al cospetto di una dimensione sconosciuta. Taluni scrivono patria con la P maiuscola, altri tengono duro sull'uso della minuscola. Mischiano ripulsa (Fortunato, Cesari, Ravera) e struggente bisogno di patria (Petrignani e Abbate), rimpianti (Comolli e Onofri), riluttanze (Veronesi) e garbati dinieghi (Viganò).»

(Pierluigi Battista suLa Stampa/tuttolibri del 24 ottobre 1992, p.1)

Nel 1993 segue e cura perl'Unità diretta daWalter Veltroni la raccoltaI poeti italiani, una collana di 20 tascabili allegati settimanalmente al quotidiano. Insieme a lui collaborano Renato Angelini, Nicola Fano, Giovanni Lussu, Mario Massini e Matilde Passa.A settembre Theoria lancia in libreria il reportage narrativo sugli indiani NavajosVite di riserva in 3000 copie (e mai ristampato) riproposto nel 2006 in una nuova edizione dall'editoreFandango Libri arricchita con immagini di quel viaggio e la prefazione diSandro Veronesi. Un libro ─ ha scritto il criticoFilippo La Porta nel suoLa nuova narrativa italiana ─ "espressione di un equilibrio ammirevole tra umile resoconto oggettivo e reinvenzione della realtà, tra linguaggio cronachistico-referenziale e uno stile personale coloristico, intensamente metaforico".

Nel 1995 esce per Theoria il romanzoColpa di nessuno. Bruno Quaranta in una recensione sututtolibri dal titolo "Onofri sfida gli squali" scrive:

«Uno scrittore anomalo, Sandro Onofri. Cammina da solo, da solo si sceglie le sfide, le perde e le vince, mai truccando le carte.[...] Nuota in mezzo agli squali, Sandro Onofri. Un occhio alla vicenda «gialla», uno sguardo, mai estetizzante, talvolta rapito, alle violenze che vi esplodono intorno. C'è la scuola devastata dai genitori che non vogliono in classe i figli degli immigrati africani. C’è il pittore albanese aggredito, linciato, cosparso di benzina e incendiato. C'è l'ammainabandiera: «È diventato brutto, il popolo». Le braccia oneste, i fazzoletti e i grembiuli odoranti di bucato, i cappelli fieri di Pelizza da Volpedo sono carte d’identità remote, stracciate. Oggi, a dominare, sono «facce, culi, pance trucide».»

(Bruno Quaranta suLa Stampa/tuttolibri del 25 febbraio 1995, p.3)

Più tardi il critico letterario Giulio Ferroni nell'articolo "Bravi scrittori che dite così poco", dedicato ai libri di narratori italiani pubblicati nel 1995, lo giudica così:

«Onofri (che sfiora il reportage e la presa "diretta" sulla realtà) si immerge con aspra durezza nel vuoto morale di certa piccola borghesia urbana, nella deriva di una società in suppurazione.»

(Giulio Ferroni sulCorriere della Sera del 6 febbraio 1996, p.27)

Partecipa all'antologia di racconti intitolataIl pomeriggio dell'atleta stanco edita dalla stessa casa editrice: una piccola raccolta che vede le firme di Giampiero Comolli, Daniele Azzolini, Manilo Santanelli, Valeria Viganò eMarco Lodoli.

La parentesi del giornalismo

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Nell'ottobre 1996 contribuisce alla nascita della rivistaDiario, supplemento settimanale del quotidianol'Unità diretta daEnrico Deaglio eRenzo Foa, vicedirettore Nicola Fano. Insieme a lui in redazione Jolanda Bufalini, Carla Chelo, Goffredo De Pascale, Alberto Ferrigolo, Annamaria Guadagni e Daniela Quaresima. Il primo numero esce il 23 ottobre con una sua inchiesta sui cantieri delTreno ad alta velocità dal titoloIl Far West a Cassino e rinominata nelle pagine interneMezzogiorno di fuoco. Lascia la scuola per un anno e diventa giornalista a tempo pieno. Partecipa a Reggio Emilia al laboratorio di lettura e scrittura Ricercare insieme aNiccolò Ammaniti,Enrico Brizzi,Isabella Santacroce,Tiziano Scarpa eVitaliano Trevisan.

Nel 1997 esce l'edizione in lingua tedesca diColpa di nessuno (Eines andern Schuld edito da Malik e tradotto da Peter Klöss).In aprile pubblica per l'editore Baldini&CastoldiLe magnifiche sorti. Racconti di viaggio (e da fermo) così recensito:

«La bellezza del libro è tutta in questa divaricazione: tra un passato amato senza nostalgia e un futuro in bilico tra speranza e disperazione. L'Italia di ieri e quella di domani: Onofri le affida a due poesie, una dedicata al nonno, l'altra alla figlia appena nata. Sono bellissime: provaci ancora, Sandro.»

(Massimo Onofri sul'Indice dei libri del mese, n°10, 1997)

Il 14 settembre dello stesso anno è aMantova per partecipare alla prima edizione delFestivaletteratura intervenendo come ospite all'iniziativa "Sei splendidi quarantenni" condotta da Laura Lepre, insieme a lui ancheMario Fortunato, Antonio Franchini,Enrico Palandri, Alessandro Tamburini e Giorgio Van Straten. A fine anno scade l'aspettativa per lavorare in redazione così decide di lasciareDiario per ritornare all'insegnamento. Gli viene assegnata la cattedra di Lettere presso l'Istituto Tecnico "A. Monti" diPomezia.

La malattia

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Nel mese di maggio del 1999 gli viene diagnosticato un tumore al polmone. Due mesi primaArnoldo Mondadori Editore mandava in libreria il romanzoL'amico d'infanzia per il quale riceverà il 13 settembre, nell'ambito della I edizione del PremioElsa Morante organizzato ad Ischia, il Premio Speciale dell'Amministrazione. Aveva anche ricevuto, nello stesso anno, ilPremio Dessì per la narrativa.[3] Esce la ristampa diEines andern Schuld.La patologia si sviluppa rapidamente. Muore la notte del 20 settembre, lascia la moglie e la figlia.[4] Il 22 settembre l'ultimo saluto nella chiesa di San Gregorio Magno.[5]

Il cordoglio e la commozione nelle parole di chi lo aveva conosciuto, letto e giudicato:

«Con lui se n'è andata una delle persone migliori che io abbia mai incontrato nel nostro confuso ambiente letterario. [...] sentivi dietro alle sue parole un impegno etico del tutto immune da infingimenti o da alibi di comodo, quello stesso impegno che profondeva senza risparmio nella scuola in cui insegnava, e che si comunicava quasi per virtù naturale a qualunque cosa scrivesse.»

(Stefano Giovanardi sula Repubblica del 22 settembre 1999, p.46)

«Sandro Onofri aveva un'inguaribile affezione. Voleva raccontare la comunità in cui gli era dato di vivere cercando, avrebbe detto un antico filosofo, il simile nel dissimile, e raccordando i segni sparsi di un'umanità a lui più prossima con quelli che un ambiente più esteso continuamente produceva.»

(Francesco Erbani sula Repubblica del 1 ottobre 2002, p.42)

«Lo scrittore che più di ogni altro ha testimoniato i disperati sussulti di un'umanità che si svuota, con dolente e nevrotica euforia, dei suoi valori tradizionali.»

(Vincenzo Cerami dall'introduzione diI figli e i padri, Baldini Castoldi Dalai, 2008)

«Uno dei narratori più significativi che hanno operato tra anni Ottanta e anni Novanta. [...] profetico lo sguardo di Onofri. La lezione di Sandro Onofri non va dimenticata.»

(Fulvio Panzeri suAvvenire del 27 dicembre 2008, p.22)

Le iniziative postume

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Nel 2000, a sette mesi dalla scomparsa, esce postumoRegistro di classe edito dall'Einaudi nella collana Stile Libero. È il diario in prima persona ritrovato dalla moglie Marina nel computer di Sandro. Il critico letterario Giulio Ferroni nell'articoloOnofri. Storia di Osvaldo, una vita violenta[6], scrive:

«Leggere questo libro fa comprendere che stare dentro la scuola è forse oggi uno dei modi più essenziali e autentici di essere intellettuale, di collocarsi nelle pieghe più segrete del presente, di curarsi per il futuro, per ciò che i giovani diventeranno, per la qualità della vita che si troveranno ad affrontare. Onofri fa capire che la scuola, con tutte le sue falle, può essere ancora un luogo di contraddizione, di resistenza all'apatia, all'indifferenza e alla volgarità del consumismo diffuso: che le sue funzioni umili, la sua cultura spesso incongrua con gli obblighi dell'attualità possono rappresentare addirittura «un regno di libertà e di felicità». Si sente davvero la mancanza di scrittori e professori come lui.»

(Giulio Ferroni suCorriere della Sera del 1 settembre 2000, pag.33)

L'11 settembre, a circa un anno dalla scomparsa dell'autore, il Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi firma i decreti per il conferimento delle Benemerenze al Merito della Scuola, della Cultura e dell'Arte. Su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione il Presidente Ciampi conferisce a Sandro Onofri la «Medaglia d'Oro alla Memoria».Il Comune diRoma, attraverso l'Assessorato alle Politiche Culturali, istituisce ilPremio Sandro Onofri per il reportage narrativo, la prima edizione si svolge in dicembre. Lo scrittore israelianoAmos Oz[7] nel ritirare il premio quattro anni più tardi come migliore "Autore straniero" dirà a proposito di Onofri:

«Uno scrittore che ha cercato costantemente di cancellare la linea di confine che separa la realtà dalla finzione.»

(Amos Oz sul'Unità ed. Roma del 21 dicembre 2004, pag.IV)

Nel 2002 l'editoreGarzanti pubblicaPensieri così diVincenzo Cerami, una raccolta di note, chiose, ricordi e ritratti. Tra questi, ve ne è uno toccante, dedicato a Sandro Onofri. A settembreEinaudi raccoglie nel volumeCose che succedono, 39 scritti con la prefazione diWalter Veltroni[8]. Bruno Quaranta nella recensioneCiò che Onofri vede dal cielo sopra la traversa[9] scrive:

«Sempre calato nella divisa «etica» del testimone, di colui che «vede» oltre, oltre le maschere, i luoghi comuni, i cavalli di frisia. «Vedere» a futura memoria, nella speranza che prima o poi si tornerà (o si comincerà) a capire. [...] Sandro Onofri ha percorso il sentiero toccatogli in sorte restando fedelissimo alle origini, nelle origini attingendo i lumi che gli hanno consentito di non deragliare, in primis un selvatico (elegantemente selvatico) senso della dignità. Estraneo a ogni congrega, antagonista di certa (così vasta) intellighenzia, che vuole soggiogare la realtà (ridurla entro i suoi sterili, spocchiosi schemi), non identificarla.»

(Bruno Quaranta suLa Stampa/tuttolibri del 5 ottobre 2002, pag.5)

Più tardi l'italianista Roberto Carnero nell'articoloOnofri, colori del calcio e di un'epoca[10] sottolinea il valore dell'opera:

«Sono pagine talmente efficaci nel rendere la poesia del calcio che, una volta tanto, consigliamo questo libro soprattutto ai non sportivi e ai non tifosi. I testi, quasi tutti comparsi per la prima volta sulle pagine di questo giornale, traggono dalla cronaca e dalla memoria la materia del loro racconto. [...] È straordinaria la capacità di Onofri di ricostruire i colori di un'epoca attraverso i particolari.»

(Roberto Carnero sul'Unità del 4 novembre 2002, pag.20)

Il 27 settembre del 2003 aSan Luca, inprovincia di Reggio Calabria, si tiene la cerimonia del premio nazionaleCorrado Alvaro per la narrativa, la saggistica e il giornalismo. Alla memoria di Sandro Onofri viene assegnato il Premio Speciale della Giuria.Corrado Alvaro è citato da Onofri nello scrittoCubi bianchi lì per caso inserito nel volumeCose che succedono.Nello stesso periodo l'Unità distribuisce gratuitamente online una raccolta dei suoi articoli,Camminare.Sentire.Raccontare[11], un tributo all'amico e collega a cura diMaria Serena Palieri e Roberto Roscani.

«C’è un detto che suona "la verità del ferro è la ruggine, la verità dell’uomo è la morte": per quanti pianti e desolazione e dolore totale c’erano quella mattina nelle navate di cemento di San Gregorio Magno, dietro c’era la scia che Sandro Onofri si lasciava. Umana, nel suo bellissimo sorriso di ragazzo, e artistica, nei suoi bellissimi romanzi e reportage.Camminare, sentire, raccontare vuole restituirvela.»

(Maria Serena Palieri sul'Unità del 17 settembre 2003, p. 26)

Il 14 novembre del 2003 il XV municipio di Roma, con delibera approvata all'unanimità, gli dedica una piazzetta nel quartiere in cui era nato, all'incrocio tra via della Magliana e via dell'Impruneta[12]. In quella occasione il collega e amico giornalista Nicola Fano, lo ricorda così:

«Sandro era sempre molto curioso, di una curiosità vitale, senza pregiudizi. E questa credo sia una qualità rarissima per chi deve scrivere. Era sempre molto disponibile soprattutto verso i suoi nemici, questa era la sua dote più grande. Era un uomo coraggioso, che diceva sempre quello che pensava.»

(Nicola Fano sul'Unità del 14 novembre 2003, p.5)

Nel 2004 una sua intervista appare inPerdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale diRoberto Carvelli nel corso della quale lo scrittore dichiara:

«È vero che poi tutto sommato io scrivo libri realistici, però dentro c'è la ricerca di una figura molto importante [...] che è l'iperbole. Ecco, la romanità è garantita dall'iperbole che in romanesco è l'allargasse, l'esagerazione. I personaggi miei sono sempre un po' esagerati, sempre senza pelle, con i nervi di fuori.»

(Sandro Onofri inPerdersi a Roma diRoberto Carvelli, Edizioni Interculturali, 2005, p.276)

Nella recensione al volume di Carvelli la giornalista Francesca De Sanctis scrive sul'Unità[13]:

«Qualche parola a parte merita Sandro Onofri, scomparso cinque anni fa, e che nella sua intervista parla di Roma come fosse una sorella che non vede mai, che si incontrano solo a Natale: "E in quei giorni sei contento - dice - perché comunque è tua sorella, ci sono tanti ricordi in comune e soprattutto c’è la lingua in comune, c’è la lingua della madre... Il dialetto romanesco è una cosa che mi piace, che ho studiato e di cui ho bisogno. Quando sono agitato ho bisogno di parlare in romanesco. Anche a casa, con papà e mamma, parliamo in dialetto. Questa sorella, aspetto tanto il giorno in cui potrò rivederla, ma poi quando arriva quel giorno, passati i primi momenti in cui ci abbracciamo fortemente, non vedo l’ora di scappare via. Anche perché questa sorella è sposata con uno stronzo che non paga le tasse, che va in giro col mercedes, che fa il dritto. Uno di questi nuovi romani che romani non sono, che mi fa schifo. Per cui dopo un quarto d’ora scappo, e me ne voglio andare in qualche paesetto".»

(Francesca De Sanctis sul'Unità ed. Roma, 15 agosto 2004, p.IV)

Nel 2006, il 31 marzo, il Comune diRoma inaugura adAcilia, borgata a sud-ovest della capitale, la biblioteca Sandro Onofri adottata dallaRizzoli editore. Nell'occasione viene presentata la nuova edizione diVite di riserva edita da Fandango Libri - la casa editrice fondata daDomenico Procacci insieme aAlessandro Baricco,Carlo Lucarelli,Edoardo Nesi,Sandro Veronesi,Laura Paolucci eRosaria Carpinelli. La prefazione è curata daSandro Veronesi:

«È stato un maestro anche per quelli che non l'hanno mai letto (com'è possibile? È possibile, è una questione di valore formativo espresso da determinati autori, di modo che anche se ci si ritrova a leggerli molti anni dopo la loro morte, vi si trova un che di fondante per il proprio essere indipendentemente dal fatto che quell'essere si sia già formato, appunto, senza averli letti), e sarebbe anche arrivato il momento di riconoscerglielo.»

(Sandro Veronesi dalla prefazione diVite di riserva, Fandango Libri, 2006)

Nell'autunno 2008 la casa editriceBaldini Castoldi Dalai pubblicaI figli e i padri, volume che accoglie i tre romanziLuce del Nord,Colpa di nessuno eL'amico d'infanzia. L'introduzione è firmata daVincenzo Cerami. Una nota di Nicola Fano intitolataRaccontare o testimoniare? chiude il volume.

Nel settembre 2009, a 10 anni dalla scomparsa, Àlen Loreti curatore dei due volumi dei Meridiani Mondadori dedicati al reporter e scrittoreTiziano Terzani lancia sul social networkFacebook il progetto letterarioOmaggio a Sandro Onofri[14] raccogliendo immagini, documenti e testimonianze sull'autore romano:

«A dieci anni dalla sua scomparsa possiamo forse giudicare integralmente la sua opera come un esempio visionario di "Narrazione sociale". Visionario, sì, perché Onofri anticipò di 10-15 anni i temi sui quali si misurano scrittori e ricercatori di questi primi anni Duemila. In un momento delicatissimo di questo Paese ─ all'epoca sconvolto dalle stragi di mafia, da una politica metamorfica, da una Gioventù cannibale votata quasi clinicamente ma legittimamente al Noir e ai Gialli ─ Onofri suggeriva l'analisi in presa diretta della realtà: le periferie, le scuole, gli stadi, i mercati, le strade, le campagne e le persone. Esattamente quei rapporti delicatissimi tra uomo e spazio annunciati nei "Non-Lieux" di Marc Augé (1992) o ─ se preferite ─ quei deserti urbani descritti oggi da Zygmunt Baumann che spiega nella "Liquid Modernity" (2000) nuove deformazioni della realtà, fonte di nuove paure. Questa società che corre, dove va? Chi la sta guidando? Come si comportano le persone? Cosa succede ai loro sentimenti? Come cambiano le loro vite? Quali sono le proiezioni interne all'individuo di queste trasformazioni? Onofri affrontava e registrava questi cambiamenti sensibili sulle colonne del quotidiano l'Unità e nei reportage del settimanale Diario. Avvicinava il lettore con cronache "parlate" e schiette. Raccontava quello che vedeva con un taglio che oggi appare antropologico, ma di certo assente di accademismo o protagonismo. Adoperava il linguaggio della comprensibilità, della semplicità, dell'accessibilità. Onesto, curioso e inesorabile, perché scavava in profondità con un rispetto fisico e materiale per la parola scritta, scelta per dire esattamente ciò che voleva descrivere e raccontare.»

(Àlen Loreti suOmaggio a Sandro Onofri del 14 settembre 2009)

Opere

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Romanzi e Reportage narrativi

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Postumi

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Collaborazioni

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Sono riportati in ordine cronologico volumi antologici o raccolte dove Sandro Onofri ha contribuito con testi di vario tipo (saggi, interviste, racconti).

Segnalazioni

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Sono indicati i volumi in cui è citata l'opera di Sandro Onofri attraverso recensioni o ricordi personali degli autori.

Riconoscimenti

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A Sandro Onofri sono intitolati:

  • ilPremio Sandro Onofri per il reportage narrativo.
  • la biblioteca comunale delMunicipio X adAcilia (Roma).[15]
  • la piazzetta Sandro Onofri all'incrocio tra via dellaMagliana e via dell'Impruneta nelMunicipio XV con delibera n.38 dell'11.11.2003.[16]
  • la scuola primaria e secondaria di primo grado che raccoglie sei plessi che costituiscono l’Istituto Comprensivo "Sandro Onofri" a Roma.


Note

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  1. ^Presentazione premio Berto, sugiuseppeberto.it.URL consultato il 1º maggio 2019(archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2019).
  2. ^Ami la patria?Archiviato il 28 gennaio 2012 inInternet Archive., «La Stampa / tuttolibri», 24 ottobre 1992.
  3. ^Albo D'oro Vincitori Premio Letterario, sufondazionedessi.it.URL consultato il 21 maggio 2019(archiviato dall'url originale il 1º agosto 2018).
  4. ^La scomparsa di Onofri, narratore "integrale", «Corriere della Sera», 22 settembre 1999, p.35
  5. ^Morto Onofri lo scrittore dei ribelliArchiviato il 28 gennaio 2012 inInternet Archive., «La Stampa», 22 settembre 1999, p.23
  6. ^Onofri. Storia di Osvaldo, una vita violenta, «Corriere della Sera», 1º settembre 2000, p.33
  7. ^Il segreto della scrittura? Immedesimarsi nell'altroArchiviato il 10 luglio 2011 inInternet Archive., «l'Unità» ed. Roma, 21 dicembre 2004, p.IV
  8. ^Pane, burro e nostalgiaArchiviato il 26 marzo 2016 inInternet Archive., «l'Unità», 30 settembre 2002, p.26
  9. ^Ciò che Onofri vede dal cielo sopra la traversaArchiviato il 28 gennaio 2012 inInternet Archive., «La Stampa / tuttolibri», 5 ottobre 2002, p.5
  10. ^Onofri, colori del calcio e di un'epocaArchiviato il 10 luglio 2011 inInternet Archive., «l'Unità», 4 novembre 2002, p.20
  11. ^Storie di periferia storie di vite alla derivaArchiviato il 4 marzo 2016 inInternet Archive., «l'Unità» ed. Roma, 14 novembre 2003, p.5
  12. ^Piazza Sandro Onofri, voce della MaglianaArchiviato il 4 marzo 2016 inInternet Archive., «l'Unità» ed. Roma, 14 novembre 2003, p.5)
  13. ^Il libro: «Roma è una sorella ma è sposata con un dritto»Archiviato il 4 marzo 2016 inInternet Archive., «l'Unità» ed. Roma, 15 agosto 2004, IV
  14. ^Omaggio a Sandro Onofri, sufacebook.com.
  15. ^Biblioteca Sandro Onofri[collegamento interrotto], su62.77.53.204.
  16. ^Delibera intitolazione Piazzetta Sandro Onofri, suarvalia.net.URL consultato il 7 aprile 2011(archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2010).

Collegamenti esterni

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V · D · M
Vincitori delPremio Berto
1988-1989Paola Capriolo (1988) •Michele Mari (1989)
1990-1999Luca Doninelli (1990) •Sandro Onofri (1991) •Maurizio Salabelle (1992) •Paolo Maurensig (1993) •Non assegnato (1994) •Edoardo Angelino (1995) •Maria Luisa Magagnoli (1996) •Francesco Piccolo (1997) •Helena Janeczek (1998) •Elena Stancanelli (1999)
2000-2009Evelina Santangelo (2000) •Giuseppe Lupo (2001) •Giorgio Todde (2002) •Oliviero La Stella (2003) •Antonia Arslan (2004) •Umberto Contarello (2005) •Hamid Ziarati (2006) •Francesco Pecoraro (2007) •Vincenzo Latronico (2008) •Cynthia Collu (2009)
2010-2019Roan Johnson (2010) •Non assegnato (2011) •Non assegnato (2012) •Non assegnato (2013) •Non assegnato (2014) •Francesco Paolo Maria Di Salvia (2015) •Sergio Baratto (2016) •Giulia Caminito (2017) •Francesco Targhetta (2018) •Alessio Forgione (2019) •Non assegnato (2020)
2020-2029Gabriele Sassone (2021) •Davide Rigiani (2022) •Alessandro Della Santunione (2023) •Michele Ruol (2024) •Beatrice Sciarrillo (2025)
V · D · M
Vincitori delpremio Dessì
PoesiaPiero Bigongiari (1986) ·Maura Del Serra (1987) ·Roberto Sanesi (1988) ·Giorgio Orelli (1989) ·Margherita Guidacci (1990) ·Silvio Ramat (1991) ·Ignazio Delogu (1992) ·Paolo Ruffilli (1993) ·Alfredo Giuliani (1994) ·Alessandro Fo (1995) ·Maria Luisa Spaziani (1996) ·Giuseppe Conte (1997) ·Franco Marcoaldi (1998) ·Franco Cocco (1999) ·Roberto Mussapi (2000) ·Elio Pecora (2001) ·Alda Merini (2002) ·Biancamaria Frabotta (2003) ·Giovanni Campus (2004) ·Cesare Viviani (2005) ·Giancarlo Pontiggia (2006) ·Patrizia Cavalli (2007) ·Antonella Anedda (2008) ·Fabio Pusterla (2009) ·Antonio Riccardi (2010) ·Eugenio De Signoribus (2011) ·Gilberto Isella (2012) ·Gian Piero Bona (2013) ·Alba Donati (2014) ·Mariagiorgia Ulbar (2015) ·Milo De Angelis (2016) ·Maria Grazia Calandrone (2017) ·Alberto Bertoni (2018) ·Patrizia Valduga (2019) ·Maurizio Cucchi (2020) ·Alessandro Rivali (2021) ·Valerio Magrelli (2022) ·Enrico Testa (2023) ·Ida Travi (2024) ·Marco Corsi (2025)
NarrativaGiulio Petroni (1986) ·Franco Rella (1987) ·Fiora Vincenti (1988) ·Salvatore Mannuzzu (1989) ·Massimo Griffo (1990) ·Maria Corti (1991) ·Roberto Barbolini (1992) ·Claudio Marabini (1993) ·Nico Orengo (1994) ·Roberto Piumini (1995) ·Laura Pariani (1996) ·Marcello Fois (1997) ·Elio Bartolini (1998) ·Sandro Onofri (1999) ·Enrcio Palandri (2000) ·Diego Marani (2001) ·Giuseppe Pederiali (2002) ·Francesca Sanvitale (2003) ·Andrea Vitali (2004) ·Giulio Angioni (2005) ·Cesare De Marchi (2006) ·Alessandro De Roma (2007) ·Simona Vinci (2008) ·Michela Murgia (2009) ·Francesco Cataluccio (2010) ·Niccolò Ammaniti (2011) ·Salvatore Silvano Nigro (2012) ·Giuseppe Lupo (2013) ·Antonio Pascale (2014) ·Maurizio Torchio (2015) ·Edgardo Franzosini (2016) ·Carmen Pellegrino (2017) ·Sandra Petrignani (2018) ·Francesco Permunian (2019) ·Melania Mazzucco (2020) ·Marco Belpoliti (2021) ·Fabio Stassi (2022) ·Ermanno Cavazzoni (2023) ·Anita Likmeta (2024) ·Angelo Carotenuto (2025)
Premio speciale
della giuria
Angelo Mundula (1987) ·Marcello Cocco (1988) ·Raffaele De Grada (1989) ·Oreste Macrì (1990) ·Luigi Pintor (1991) ·Nando dalla Chiesa (1992) ·Antonio Cossu (1993) ·Giovanni Dettori (1994) ·Maria Giacobbe (1995) ·Antonio Romagnino (1996) ·Alfredo Chiappori (1997) ·Bachisio Zizi (1998) ·Massimo Carlotto (1999) ·Paolo Cherchi (2000) ·Francesco Cossiga (2001) ·Sergio Zavoli (2002) ·Alberto Bevilacqua (2003) ·Sergio Romano (2004) ·Enzo Bettiza (2005) ·Arnoldo Foà (2006) ·Maria Lai (2007) ·Giuseppe Ayala (2008) ·Marco Pannella (2009) ·Piero Angela (2010) ·Ascanio Celestini (2011) ·Giulio Rapetti (2012) ·Philippe Daverio (2013) ·Toni Servillo (2014) ·Piera Degli Esposti (2015) ·Salvatore Settis (2016) ·Remo Bodei (2017) ·Ernesto Ferrero (2018) ·Claudio Magris (2019) ·Luciano Canfora (2020) ·Dacia Maraini (2021) ·Emma Dante (2022) ·Elena Cattaneo (2023) ·Alessandro Bergonzoni (2024) ·Lella Costa (2025)
Premio speciale
della fondazione
Cristiana Collu (2010) · Paolo Grossi (2011) ·Pinuccio Sciola (2012) ·Vinicio Capossela (2015)
Premio speciale
della Fondazione
Sardegna
Giacomo Mameli,Coro di Neoneli (2015) ·Massimo Bray,Carlo Ossola (2017) ·Vittorino Andreoli,Ferruccio de Bortoli (2018) ·Lina Bolzoni,Tullio Pericoli (2019) ·Renata Colorni,Andrea Kerbaker (2020) ·Nicola Piovani (2021) ·Michele Placido (2022) ·Lucio Caracciolo (2023) ·Dori Ghezzi (2024) ·Marco Paolini (2025)
Controllo di autoritàVIAF(EN79162370 ·ISNI(EN0000 0001 1771 9669 ·SBNCFIV111125 ·LCCN(ENn94012353 ·BNF(FRcb13740773r(data)
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