San Severino Marche sorge 45 km ad ovest delmare Adriatico, dista circa 30 km dall'Appennino umbro-marchigiano ed è attraversato dalfiume Potenza e da alcuni suoi affluenti. Con i suoi 194 km² di estensione, presenta il territorio più ampio di tutta la provincia di Macerata.
Il territorio è prevalentemente collinare, eccezion fatta per il centro abitato e tutta la zona circostante l'alveo delFiume Potenza. L'orografia del Comune è molto variegata, presentando rilievi più significativi nella zona occidentale (alle spalle della città inizia infatti il subappennino marchigiano) e colline decisamente più basse nella zona est. L'altimetria del territorio comunale presenta quindi marcate differenze, passando da circa 150 metri s.l.m. nella frazione di Berta, a circa 1000 metri s.l.m. nella zona di Canfaito.
San Severino Marche presenta il clima tipico dell'area collinare dell'entroterra marchigiano, caratterizzato sia da elementi mediterranei che da elementi continentali. Rilevante la presenza delMare Adriatico, che si trova in linea d'aria a circa 45 km, e determinante nell'influenzare le condizioni climatiche cittadine è la relativa prossimità dei rilievi appenninici, nonostante l'altitudine della città sia di circa 230 metri s.l.m. quindi piuttosto modesta.
L'inverno è solitamente abbastanza rigido, anche se le giornate invernali sono talvolta mitigate dalla presenza di venti diGarbino, che possono determinare temperature intorno ai 15-20 °C anche in piena stagione invernale. Le nevicate, pur non verificandosi con grande frequenza, possono talvolta essere abbondanti, specie nelle zone medio-alto collinari. Le maggiori precipitazioni nevose si verificano con le incursioni balcaniche, mentre sono meno frequenti le perturbazioni di tipo atlantico. Le gelate possono essere diffuse nelle ore più fredde della giornata, specie nei fondovalle.
Le stagioni intermedie sono generalmente abbondanti di precipitazioni e piuttosto variabili, determinando nevicate e gelate tardive, come pure caldi anomali fuori stagione.
Le estati sono calde e spesso afose, specialmente nei fondovalle per la presenza delFiume Potenza. Più ventilate e meno afose sono invece le zone collinari, pur raggiungendo talvolta temperature intorno ai 40 °C.
Assai rilevante è l'intensità dei venti, che spirano specialmente da sud-est (Scirocco) e da sud-ovest (Garbino), mentre meno frequenti sono i venti da nord (Tramontana). Per la collocazione geografica in cui si trova San Severino Marche, spesso i venti possono raggiungere velocità ragguardevoli perdurando anche per più giorni ed influenzando notevolmente la temperatura, sia con repentini rialzi che con bruschi cali.
I resti più antichi di presenza umana a San Severino risalgono alpaleolitico inferiore e provengono dalla frazione di Stigliano; altri reperti, rinvenuti in varie località del territorio comunale, documentano una continuità di insediamento per tutta l'epocapreistorica.La prima civiltà significativa di cui rimangono tracce è quella deiPiceni, concentrata nelle vicinanze di Pitino, circa due chilometri a nord-est del centro urbano attuale: successive campagne di scavo, dal1932 a oggi, hanno portato alla luce una zona residenziale, sulla sommità di un colle, e trenecropoli nelle vicinanze, il tutto databile tra ilVII e ilV secolo a.C.
Dopo la conquistaromana delPiceno, nel268 a.C., nel vicino fondovalle sorge l'abitato diSeptempeda (dallatinoseptem peda, forse in riferimento ai sette colli sotto i quali si trova, o forse in riferimento alla lunghezza delle mura che proteggevano la città), che diverràmunicipio nelI secolo a.C. Della città romana sono stati individuati in tempi successivi resti di mura con un complesso termale, un incrocio stradale, tracce didomus private, una fornace e un sepolcreto. Da alcune iscrizioni si sa che doveva esistere untempio dedicato alla deaFeronia, divinità di origine sabina a cui si consacravano iliberti.
Il municipio romano andò in rovina in epocaalto-medievale, e un nuovo nucleo urbano sorse in posizione più protetta sul colle detto Monte Nero, che domina l'abitato odierno; la città ricostruita fu battezzata con il nome di Severino, un santo locale di cui si hanno poche notizie certe, vescovo di Septempeda a metà delVI secolo. Le testimonianze storiche attestano che la città antica continuò a sopravvivere per tutto ilBasso Medioevo, smentendo la leggenda secondo cui sarebbe stata distrutta daTotila nel545 d.C., durante laguerra greco-gotica.
Quanto al nuovo centro, il primo documento credibile della sua esistenza è del944, anno di probabile fondazione dell'antica cattedrale.Libero comune intorno al1170, parteggiò costantemente per ighibellini; nel corso delDuecento si ingrandì fino all'estensione attuale, in parte per via militare e in parte acquistando i castelli circostanti dai precedenti proprietari.
IlTrecento è caratterizzato dalla signoria degliSmeducci, famiglia locale di capitani di ventura, che mantennero con una certa continuità l'egemonia sulla città, finché nel1426 ilPapa li esiliò definitivamente. Tendenzialmenteguelfi, ma spesso opportunisti, gli Smeducci risultarono quasi sempre malvisti alla popolazione, che si ribellò al loro dominio in più di una circostanza, ma seppero svolgere anche un ruolo dimecenati in quello che rimane il periodo di massima fioritura artistica di San Severino.
Dopo il breve governo diFrancesco Sforza (1433-45), il comune passa sotto il controllo diretto delloStato della Chiesa; i secoli successivi registrano un sostanziale declino economico e culturale. Nel1586 San Severino ottiene il titolo dicittà e quello didiocesi, mantenuto per quattrocento anni esatti. Nel frattempo, cessate le esigenze di difesa, il centro abitato si è spostato quasi del tutto dal colle a fondovalle, attorno alla vecchia piazza del mercato; fra la metà delSettecento e l'inizio dell'Ottocento, anche i simboli del potere civile e religioso (Palazzo comunale, Duomo, vescovato) lasciano quella che ormai è una contrada isolata.
Pur non essendo stata epicentro, San Severino ha ricevuto diversi danni a causa delle scosse del 26 (magnitudo 5.6 e 5.9) e 30 ottobre (magnitudo 6.5) 2016 durante ilTerremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017. Numerosissime case sono risultate inagibili, e si sono verificati anche dei crolli. Basti pensare anche alle vicineTolentino e soprattuttoCamerino (dove i danni sono stati anche peggiori).[5][6][7]
«Durante il periodo bellico partecipò alla lotta partigiana, ospitando e sfamando centinaia di sfollati. Fu teatro di uccisioni, di numerose fucilazioni e di rastrellamenti ad opera delle truppe tedesche e a danno della popolazione. Esempio di estremo sacrificio e di virtù civiche. 1943/1945 - San Severino Marche (MC)» — 20 aprile 2022[9]
Il patrimonio artistico di San Severino Marche è notevole e fortemente legato al periodo di massima autonomia del comune e ai primi decenni del governo ecclesiastico: a quest'epoca risalgono sia le numerose chiesegotiche visibili in città e nel territorio, sia le opere lasciate dalla locale scuola pittorica che ebbe i suoi massimi esponenti nei fratelliSalimbeni e inLorenzo d'Alessandro, rispettivamente all'inizio e alla fine delXV secolo.
Duomo vecchio. Sorge sulla sommità del cosiddettoMonte Nero. Fondato nel 944 venne rifatto nel XIII secolo e rimaneggiato più volte, custodisce all'interno i resti del santo patrono Severino, (nato circa l'anno 470 in Septempeda, morto circondato da popolo e clero l'8 gennaio545) e un pregevolecoro ligneorinascimentale, iniziato dall'intagliatore locale Domenico Indivini e completato dai fratelliAcciaccaferri nel primo Cinquecento. Alla stessa epoca risale ilchiostrino quadrato, unperistilio a due ordini di archi che unisce la chiesa all'ex-Palazzo vescovile. L'interno è stato rifatto nel 1741.
Duomo nuovo. Sorge nelBorgo, vicino a Piazza del Popolo. Eretta nel 1250 sul luogo di una precedente chiesetta dedicata aMaria Maddalena, è stata più volte rimaneggiata e ampliata. L'interno fu rifatto totalmente nel 1776 in forme del tardo-barocche marchigiane, e nel 1827 la chiesa venne convertita inCattedrale al posto del Duomo Vecchio. Oggi è concattedrale dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e conserva della costruzione quattrocentesca la facciata con portale adorno di terrecotte e resti di affreschi attribuiti aLorenzo d'Alessandro ed il campanile, di forme analoghe a quelli del Duomo vecchio, San Domenico e San Lorenzo in Doliolo. All'interno conserva tra altre opere un Crocifisso ligneo dell'Acciaccaferri, una tavola dei fratelli Antonio e Giovanni Gentili, figli di Lorenzo d'Alessandro ed un quadro delPomarancio. Ilcoro e labussola del tempio vennero disegnati dall'architettoIreneo Aleandri.
Santa Maria del Glorioso, sulla strada perCingoli-Apiro, riccamente dipinta, ove la statua lignea raffigurante laMadonna addolorata versò miracolosamente lacrime il 22 aprile1519. Officiata dai sacerdoti diocesani; la domenica di aprile più vicina alla data della lacrimazione, con concorso di popolo, clero e confraternite, si svolge una celebrazione a ricordo dell'evento.
Labasilica di San Lorenzo in Doliolo è la più antica di San Severino Marche. Custodisce i resti mortali di santa Filomena, sant'Ippolito e san Giustino.
Chiesa di San Rocco, con artistici quadri, dipinti, statue, sede dell'omonima confraternita.
Chiesa di San Giuseppe, sulla piazza centrale della città, (attualmente inagibile a causa di un grosso incendio ivi sviluppatosi nella notte del 31 dicembre 2009). Chiesa interamente ed eccellentemente dipinta. Custodisce pregevoli arazzi, quadri, dipinti e statue di incalcolabile valore, fra le quali tre statue lignee, a grandezza naturale, raffigurantiSan Giuseppe con Bambino,Cristo morto eCristo risorto, realizzate da Venanzio Bigioli (1771-1854), ogni anno portate in solenne processione per le vie della città il venerdì santo e la domenica di Pasqua, dalla Confraternita del Corpus Domini.
Chiesa di San Filippo con artistici quadri, dipinti, bassorilievi, statue.
Chiesa diSan Domenico risale alXIII secolo ed è stata rifatta in più occasioni. L'interno a tre navate è seicentesco e conserva una pala diBernardino di Mariotto con laMadonna col Bambino e Santi, del 1514, oggi purtroppo mancante di parte dell'incorniciatura originale.[10] La torre campanaria, situata a destra delpresbiterio, ospita un ciclo di affreschi con leStorie disanta Caterina, opera di un ignoto maestro trecentesco, identificato da alcuni conDiotallevi di Angeluccio daEsanatoglia. Nel2005, dopo un restauro integrale, è stato riaperto al pubblico il chiostro monumentale, di proprietà pubblica dal1860, anno della confisca dei beni ecclesiastici.
Chiesa diSan Paolo,1830 opera diIreneo Aleandri, ha un curioso interno ad emiciclo con colonne doriche e semicupola a cassettoni appena accennati conpresbiterio rettangolare, e presenta sul portale un bassorilievo raffigurante laVergine e proveniente dalla chiesetta più antica appartenente all'Ordine dei Crociferi. La statua del Santo sul colmo del tetto a padiglione, (quasi del tutto erosa dalle intemperie), è attribuita allo scalpello di Antonio Rosa, padre dello scultoreErcole Rosa.
Santuario della Madonna dei Lumi, la cui costruzione è iniziata il 1º giugno1586, con chiesa abbaziale, riccamente dipinta, con pregevoli quadri, numerosi affreschi e dipinti diGaspare Gasparini (Annunciazione, 1590, seconda cappella destra),[11] di Giuseppe Mattei,Andrea Sacchi (1599-1661),Giulio Lazzarelli (1606-1667), Giuseppe Aloe,Felice Torelli (1667-1748),Gianandrea Urbani (1599-1632) e diFelice Damiani (1594), che realizzò due cicli pittorici nelle cappelle di sinistra, una di patronato Lauri e l'altra dei Cancellotti, entrambe già dotate della decorazione in stucco tra 1592 e 1593 all'interno della quale il pittore eseguì dipinti su tela. Quelli della cappella Lauri, la prima a sinistra, eseguiti nel 1594, sono tre tele raffiguranti, a sinistra, ilViaggio della Vergine e Giuseppe per andare in visita ad Elisabetta, all'altare laVisitazione e a destra ilSogno di San Giuseppe[12] e altre figure diSanti, mentre nella volta sonostorie della vita del Battista. L'attigua cappella Cancellotti, decorata dal Damiani tra 1595 e 1596, ha sull'altare maggiore unaNatività datata 1596 e alle pareti un'Adorazione dei Magi e unaPresentazione al Tempio, oltre ad altre figure diSanti. Sulla volta sonoStorie dell'Infanzia di Cristo.[11] Vi sono anche: un coro ligneo, un ciborio dello stesso materiale e diverse statue lignee di rilievo (angeli del Bigioli, trafugati però nottetempo da ignoti verso la fino del secolo XX, non ancora ritrovati). Il complesso monumentale retto dai monacicistercensi, è la sede residenziale attuale dell'abate presidente dellaCongregazione diSan Bernardo d'Italia.
Convento di San Salvatore dei Cappuccini a Colpersito
La chiesetta della Maestà, quattrocentesca, a due chilometri dal centro abitato, sulla strada perTolentino, sarebbe stata costruita in seguito ad un miracolo: secondo una cronaca manoscritta dell'epoca, un contadino mentre arava il campo avrebbe visto muoversi un'immagine dipinta della Vergine, e una voce gli avrebbe ordinato di costruire una chiesa in quel luogo. All'interno si trova una serie di cinque affreschi del pittore localeLorenzo d'Alessandro, di chiaro carattere votivo (alcuni soggetti si ripetono), dipinti nel nono decennio delXV secolo. Le figure, non del tutto omogenee stilisticamente, presentano nell'insieme una linea fluida e un atteggiamento sereno e composto che rimanda al Rinascimentoumbro efiorentino.
La chiesa di Santa Maria del Cesello, in località Ugliano, è un ambiente rettangolare con un insolito, lunghissimo tetto spiovente che ripara untimpano con affresco seicentesco dipinto sulle mura esterne dell'edificio (esempio artistico rarissimo, uno dei pochi dell'Italia centrale). L'interno è tappezzato di immagini votive dipinte dalQuattrocento alSeicento, artisticamente grezze ma interessanti come testimonianza della devozione popolare.
Chiesa di Sant'Eustachio sorge nell'area delle grotte di Sant'Eustachio, sulla strada perCastelraimondo, originariamente faceva parte di un complesso monastico di cui rimangono solo alcuni ruderi, in antico era dedicata a San Michele. Nei pressi sono presenti varie cavità, alcune di origine naturale ed altre di origine artificiale. La valle in cui è ubicata la chiesa è classificata come area protetta dalla Regione Marche.
Chiesa di Santa Maria delle Pantanelle, in località Cagnore, con affresco attribuito a Cristoforo di Giovanni, da San Severino Marche, seconda metà del secolo XV, raffigurante laMadonna della misericordia. Festa il15 agosto di ogni anno, con gare di bocce a campo libero.
Il Teatro Feronia.La torre degli Smeducci con le bandiere della città sulla cima.
Piazza del Popolo. Grande piazza porticata dall'insolita forma a fuso, lunga 224 metri e larga 55, la piazza di San Severino Marche – in origine Platea mercati, oggi Piazza del Popolo – fu creata nelDuecento ampliando per scopi commerciali un'arteria stradale che in quel punto costeggiava l'abitato medievale. Nei secoli è diventata il "salotto buono" della nobiltà, e tuttora i palazzi gentilizi che la circondano esprimono il meglio dell'architettura locale dalCinquecento al primoNovecento.[13]
IlTeatro Feronia prospetta sulla piazza, è opera dell'architetto settempedano Ireneo Aleandri che lo costruì nel1827 sulle rovine di unteatro ligneo settecentesco. Se la facciata è modesta e le dimensioni ridotte ricalcano quelle dell'edificio preesistente, la strutturaneoclassica dell'interno è di grande qualità. Il sipario rappresenta il rito della liberazione degli schiavi davanti al tempio della deaFeronia.[14]
Castello di San Severino, sulla cima del Monte Nero, è la sede della città medievale. Delle antiche costruzioni restano ampi tratti di mura, due porte, Porta delle Sette Cannelle e Porta di San Francesco, e, sulla sommità, le due torri simbolo della città: quella del comune, o degliSmeducci, (che presenta ancora uno stemma con il leone passante ghibellino) e, di fronte, ilcampanile delDuomo vecchio.
La zona archeologica si trova lungo la strada provinciale 361, un chilometro circa a est dell'abitato. DellaSeptempeda romana sono visitabili le terme, un tratto di mura e i resti di due porte.[15]
Opera diLorenzo Salimbeni, matrimonio mistico di santa caterina, 1400, pinacoteca di San Severino
LaPinacoteca civica Tacchi-Venturi, ospitata nel quattrocentesco Palazzo Minuzzini, fu istituita nel 1974 e raccoglie opere soprattutto di scuola locale che risalgono al periodo tra il XIV secolo e il XVI secolo.
IlMuseo archeologico Giuseppe Moretti, di recente spostato in una nuova sede, raccoglie testimonianze archeologiche dal territorio di Septempeda, (poi divenuta San Severino Marche) che spaziano dalPaleolitico all'Alto Medioevo. La parte numericamente più consistente della raccolta è costituita dai pezzi lasciati nell'Ottocento da Domenico Pascucci, medico condotto con la passione dell'archeologia: nonostante l'assenza di molti dati scientifici, i reperti rappresentano una testimonianza preziosa dell'insediamento preistorico nella zona.
IlMuseo del territorio di San Severino Marche include una casa colonica, ungiardino botanico e il museo vero e proprio con oggetti, strumenti e attrezzi della civiltà contadina, artigianale e protoindustriale, raccolti e conservati grazie all'opera volontaria di Oberdan Poleti, già prestatore di lavoro della vicina scuola media.
Tutti gli anni, le prime due settimane di giugno, l'associazione Palio dei Castelli organizza il Palio dei Castelli: il periodo scelto è il 1400 quando San Severino era guidata dalla signoria degli Smeducci. Le feste in onore del patrono San Severino risalgono a secoli fa, tuttavia il Palio è organizzato dal 1972. Inizialmente si festeggiava il Palio ogni 4 anni, solo dal 1984 si svolge tutti gli anni.[18]
Premio Salimbeni per la storia e la critica d'arte: dedicato ai due artisti più noti di San Severino e istituito nel1983, il premio è assegnato alternativamente a saggi distoria dell'arte italiana (anni pari) emarchigiana (anni dispari).
Antico castello eretto a difesa dell'Abbadia di Val Fucina, sorge su uno sperone roccioso a 824m s.l.m., alle pendici delMonte San Vicino. A Elcito non c'è mai stato un emporio o un negozio, neppure per i generi di prima necessità perché fino agli anni ‘70 era una comunità autosufficiente. Erano duecento persone e avevano un intenso rapporto con la loro terra, fonte primaria di sussistenza[19].Proseguendo lungo la strada si giunge all'altopiano di Canfaito, che fa parte della Riserva Naturale del Monte San Vicino e del monte Canfaito.L'altopiano è caratterizzato dalla presenza di faggi plurisecolari.
Castello di Pitino Scorcio delle mura e della chiesa
Circa 600 a.C. una delle più importanti località picene dell'area centro italica, se non l'unica, poi federata con Roma. Precedente a Septempeda. Reperti archeologici intatti, fondamentali per la ricostruzione della storia delle antiche civiltà come scudi, elmi, monili e anfore casualmente ritrovati nei terreni della zona, prima del 1950, in tombe arcaiche coperte da poderosi tronchi, sono custoditi presso ilmuseo archeologico nazionale delle Marche adAncona.[20] Presso la frazione si trovano i resti delcastello di Pitino.
Borgo Conce, Case Bruciate, Castello al Monte, Centro Storico, Di Contro, Fontenova, Glorioso, Gorgonero, Mazzini, Pieve, Ponte Sant'Antonio, San Michele, San Pacifico, San Paolo, Sassuglio, Scaloni, Settempeda, Uvaiolo.
^Alessandro Delpriori,Lorenzo di Giovanni de carris, detto il Giuda. Un pittore del cinquecento nelle marche, inLorenzo de Carris e i pittori eccentrici nelle Marche del primo Cinquecento, a cura di Alessandro Delpriori, catalogo di mostra, Perugia, 2016, pag. 24 e 38.
^abGiulia Spina,San Severino Marche, santuario della Madonna dei Lumi: i cicli decorativi di Felice Damiani, inCapriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita., catalogo di Mostra, Macerata, 2017, pag. 228.
^Livia Carloni,Felice Damiani, Il sogno di San Giuseppe, inSimone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 134 - 135.
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AA.VV.Lorenzo e Jacopo Salimbeni di Sanseverino e la civiltà tardogotica: catalogo della mostra. Mazzotta, 1999.
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