Basilica abbazia di San Miniato al Monte | |
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Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Coordinate | 43°45′34.7″N 11°15′54.86″E43°45′34.7″N,11°15′54.86″E |
Religione | cattolica dirito romano |
Titolare | Miniato di Firenze |
Arcidiocesi | Firenze |
Stile architettonico | romanico fiorentino |
Inizio costruzione | 1018 |
Completamento | XII secolo |
Sito web | www.sanminiatoalmonte.it |
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Labasilica abbaziale di San Miniato al Monte è un edificio religioso diFirenze. Ha la dignità dibasilica minore[1], si trova in uno dei luoghi più elevati della città, ed è uno dei migliori esempi di stileromanico fiorentino.
A Firenze e dintorni sono esistite cinque abbazie: a nord laBadia Fiesolana, a ovest laBadia a Settimo, a sud l'abbazia di San Miniato, a est laBadia a Ripoli e al centro laBadia fiorentina.
San Miniato fu il primomartire della città. Era probabilmente un mercantegreco o un principearmeno in pellegrinaggio aRoma. Si racconta che, intorno al 250, arrivato a Firenze, iniziò la vita dieremita e che fu decapitato durante le persecuzioni anticristiane dell'imperatoreDecio. Si allontanò poi dal luogo dell'esecuzione con la propria testa in mano arrivando dall'altra parte dell'Arno sul luogo del suo eremitaggio dove ora sorge l'attuale basilica, sulMons Florentinus. In seguito, su questo luogo, fu eretto un santuario e, nell'VIII secolo, una cappella. La costruzione dell'attuale chiesa iniziò nel 1018 sotto il vescovoAlibrando e proseguì sotto l'imperatoreEnrico II. I monaci dell'ordinebenedettino, che la fondarono, aderirono in seguito allacongregazione Cluniacense e infine furono sostituiti, nel 1373, da quelli dellacongregazione Olivetana, che vi abitano tutt'oggi. I monaci producono famosiliquori,miele etisane, che vendono in un negozio adiacente alla chiesa
La facciata di San Miniato è uno dei capolavori dell'architettura romanica fiorentina, ispirata a un classicismo solido e geometrico ripreso dalletarsie marmoree degli edifici monumentali romani. Venne iniziata nell'XI secolo ed è divisa in due fasce principali: quella inferiore è caratterizzata da cinque archi a tutto sesto sorretti da semicolonne in serpentino verde con basi ecapitelli corinzi in marmo bianco, richiamanti le primebasiliche paleocristiane a cinquenavate (in realtà la chiesa fiorentina di navate ne ha solo tre); la parte superiore mette in evidenza la struttura della chiesa, con le due falde simmetriche delle navate laterali che fanno percepire la presenza delle trenavate. I due frontoni simmetrici delle navate laterali sono decorati con una bicromia di marmo bianco eserpentino verde di Prato, che tramite forme geometriche ricostruiscono l'opus reticulatum romano. La parte centrale del secondo livello è caratterizzata da un ideale loggiato tetrastilo sorretto da quattropilastri, che la dividono in tre parti.
Al centro del loggiato è presente una finestra incorniciata da due colonne, sorrette da teste di leone marmoree, che sono sormontate da un timpano al cui centro è presente un intarsio di un vaso tra due colombe. Nel riquadro superiore si trova ilmosaico diCristo tra la Vergine e san Miniato, che fu composto nel 1260. Ilfrontone infine riprende lo stile del primo ordine con una serie di nove archi bianchi e verdi sormontati da una croce e da seicandelabri da altare. Le parti superiori risalgono almeno al XII secolo e furono finanziate dall'Arte di Calimala (corporazione dei mercanti di lana), che fu responsabile del mantenimento della chiesa dal 1288 (l'aquila di rame che corona la facciata era il loro simbolo).
È interessante notare il collegamento con l'arte romana dei primi templi pagani, infatti il primo strato è costituito da archi che sorreggono un pronao (inteso come tempio) la chiesa di San Miniato al Monte infatti si può ricondurre altempio di Giove aTerracina. Inoltre la bicromia dell'edificio sarà ripresa per secoli dai costruttori fiorentini, tra questi pureFilippo Brunelleschi userà come esempi la chiesa di San Miniato e ilbattistero di San Giovanni, sempre a Firenze.
In posizione arretrata, sulla sinistra, si erge ilcampanile che, durante l'assedio di Firenze del 1530, fu usato come posto per l'artiglieria della città e fu fatto proteggere dal fuoco nemico daMichelangelo. Ripresi i lavori dopo il periodo bellico, il campanile venne terminato nel 1535, sebbene la sua forma resti tutt'oggi piuttosto tozza. Nei secoli seguenti il campanile fu protagonista di alterne vicende che lo videro sempre più sottoposto all'incuria. Agli inizi del Novecento la situazione era critica ma, nel 1908, si iniziarono i lavori di restauro che si protrassero fino al 1929. Cinque sono le campane in LAB2 che ospita la torre: le quattro maggiori vennero fuse dalla Pasqualini di Fermo nel 1929. Successivamente, la terza si ruppe e venne rifusa dalla Capanni di Castelnuovo ne'monti nel 1969, la piccola, infine, venne aggiunta da Roberto Mazzola nel 2000.
L'interno della chiesa è alquanto inusuale, con ilpresbiterio e ilcoro rialzati su una piattaforma sopra la grandecripta, ed è cambiato di poco dalla prima costruzione dell'edificio. Si accede alla parte superiore da due scalinate laterali, che sono in collegamento con le due navate laterali, mentre dalla navata centrale, dietro l'altare inferiore, si diparte la più breve scalinata per discendere alla cripta. Un arcone decorato da tarsie marmoree si erge al centro della navata (all'altezza delle scalinate) e richiama quello retrostante dell'abside, nelle stesse forme.
Il soffitto è a capriate.Il pavimento intarsiato risale al 1207 e, con quello delbattistero è tra i migliori della città, soprattutto riguardo al pannello dedicato allozodiaco, che ha una precisa corrispondenza con quello diSan Giovanni.
La fascia centrale intarsiata guida al centro dellanavata dominata dall'altare, che in realtà è laCappella del Crocifisso diMichelozzo (1448) che ospitava in origine il Crocifisso miracoloso oggi inSanta Trinita. Lavolta a botte della Cappella fu decorata interracotta daLuca della Robbia. Lapala d'altare su tavola è attribuita adAgnolo Gaddi.
Il coro rialzato e ilpresbiterio sono chiusi sul fronte da una transenna romanica che contiene sul lato destro un magnificopulpito romanico del 1207. Sulla parete destra del presbiterio sono degli affreschi configure di Santi (i due in basso, più leggibili, dovrebbero raffigurareSanta Margherita eSan Miniato) riscoperti all'inizio del Novecento, databili alla metà del sesto decennio del Duecento e attribuiti al cosiddettoMaestro della Sant'Agata, un pittore anonimo contemporaneo e culturalmente vicino aCoppo di Marcovaldo, in cui il linguaggio ancora romanico predilige aspetti più decorativi di superficie rispetto ad elementi spaziali e realistici.[2]
Il catino dell'abside è decorato da un grande mosaico delRedentore tra la Madonna e san Miniato, del 1297, con lo stesso motivo di quello della facciata e probabilmente dello stesso anonimo artista. Il crocifisso che domina l'altare maggiore è attribuito aLuca della Robbia. Alla sinistra del coro, lungo la parete della navata laterale, si trova l'organo a canneTamburiniopus 759 (1979), con 45 registri su tre manuali e pedale.
LaCappella del Cardinale del Portogallo nella navata sinistra fu costruita tra il 1459 e il 1467 in memoria delcardinaleGiacomo di Lusitania, ambasciatore di passaggio a Firenze, dove morì nel 1459. Unica cappella funeraria della chiesa, fu progettata daAntonio Rossellino, autore, insieme al fratelloBernardo, anche della decorazione scultorea della tomba. La pala d'altare e alcuni affreschi sono diAntonio e Piero del Pollaiolo; la tavola dell'Annunciazione e le serie diProfeti, Evangelisti e Padri della Chiesa sono diAlesso Baldovinetti, mentre il soffitto in terracotta invetriata policroma è diLuca della Robbia.
La cripta, la parte più antica della chiesa (XI secolo), è sormontata dall'altare maggiore che si suppone contenga le ossa diSan Miniato (sebbene ci sia prova che queste fossero già state portate aMetz prima che la chiesa fosse costruita). Lunga quanto ilpresbiterio, vi si accede tramite cinque archi che portano a tre rampe di scale corrispondenti rispettivamente alle navate della chiesa. L'altezza varia dai 4 ai 4,5 metri. Sul soffitto sono presentivolte a crociera che poggiano su trentotto colonne che, a loro volta, suddividono la cripta in tre navate centrali e quattro laterali. Le quattro navate a sinistra presentano un'asimmetria essendo presente una vela rinforzata in tempi successivi con archi di mattoni a tutto sesto. Su questa volta sono presenti affreschi diTaddeo Gaddi che risalgono al 1341. Le colonne e i capitelli sono di fattura e materiali diversi (marmo scanalato, marmo liscio,pietra serena, cotto); sui capitelli è ancora presente traccia della doratura effettuata nel 1342 da Taddeo Gaddi. L'altare è molto probabilmente posteriore a quello del presbiterio, un tempo era circondato da una cancellata (1338), ancora presente in parte, e da un coro in legno. L'illuminazione è dovuta a cinque finestre.
Lasagrestia, a cui si accede dalla navata sinistra del presbiterio, è decorata da un grande ciclo di affreschi sullaVita diSan Benedetto diSpinello Aretino (1387). Dai quattro pilastri situati agli angoli partono costoloni che concorrono alla copertura a crociera. Prima dell'attuale finestra a vetri colorati, costruita daRaffaello Payer tra il 1860 e 1961, vale la pena di ricordare la finestra gotica distrutta nel 1630. La piccola stanza con il lavabo, aggiunta in un secondo tempo, risale al 1470-1472. Gli armadi di legno, restaurati agli inizi nel Novecento, sono opera di Moniciatto.
Adiacente alla chiesa si trova ilmonastero[3], documentato fin dall'origine della chiesa, ma rifatto nel 1426 a cura dell'Arte di Calimala, aperto al centro dal chiostro, decorato da affreschi staccati e ricollocati in situ di Paolo Uccello conStorie dei santi eremiti. Il pittore è documentato al lavoro nella decorazione del refettorio dell'abbazia nel 1455, il che farebbe pensare a una datazione vicina anche per gli affreschi del chiostro, compiuti in collaborazione conAntonio di Papi, forse come dono (o lascito) da parte di privati per i monaci.
Le scene, inquadrate da partiture architettoniche in terra verde su un basamento caratterizzato dalla presenza di borchie, furono scialbalte e risultano invisibili già dal XVII secolo. Gli affreschi furono riscoperti e pubblicati daMatteo Marangoni nel 1930[4], come opera diPaolo Uccello, poi staccati e restaurati da Rosi (1969-71), occasione in cui si sono ritrovate le sinopie.
Alla decorazione del chiostro partecipò ancheBernardo Buontalenti che nel 1547 rimpiazzò una scena di Paolo con un suo rarissimoCristo sulla via di Emmaus, ancora conservato.
A fianco del chiostro, nel 1295, il vescovoAndrea de' Mozzi iniziò la costruzione dell'arcivescovado fortificato terminata nel 1320 dal vescovoAntonio d'Orso, destinato a residenza estiva dei vescovi fiorentini, passato poi al monastero nel 1337 e in seguito usato anche come scuderia e ospedale.
L'intero complesso è circondato da mura difensive, originariamente costruite in maniera frettolosa daMichelangelo durante un assedio e modificate nella costruzione di una verafortezza nel 1553 sottoCosimo I.
Nel 1924 il monastero è stato radicalmente restaurato e da allora ospita di nuovo ibenedettiniolivetani.
Nella basilica di San Miniato al Monte è presente una meridiana solstiziale tra le più antiche ancora funzionanti inEuropa.[5]
Sul pavimento della basilica è presente uno zodiaco marmoreo risalente al 1207, sul quale per alcuni istanti in prossimità del mezzogiorno solare fiorentino del giorno delsolstizio d'estate viene illuminato da un raggio di sole il segno delcancro qui raffigurato.[6]
La riscoperta di tale fenomeno astronomico all'interno della chiesa risale soltanto al 2011.[7]
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