Salvador – VedutaVeduta del quartiere della Barra. Sulla destra riconoscibili le strutture delloYacht Clube da Bahia e l'Igreja de Santo Antônio da Barra.
Fondata dai portoghesi comeSão Salvador da Bahia de Todos os Santos, è oggi ufficialmente chiamata soltantoSalvador. Viene chiamata dai suoi abitanti anche solamenteBahia, dicitura, quest'ultima, che è stata poi utilizzata per dare il nome all'intero Stato di cui Salvador è la capitale. Spesso, fuori dal Brasile, viene chiamata ancheSalvador da Bahia.[2] Salvador è la quinta città più popolosa del Brasile, dopoSan Paolo,Rio de Janeiro,Brasilia eFortaleza, ed è la seconda (dopo Fortaleza) tra quelle della regione delNordeste.
Salvador si trova sulle coste dell'oceano Atlantico e le sue coste si alternano da sabbiose a rocciose. La terraferma è prevalentemente pianeggiante perciò è una zona molto edificabile. Ma non bisogna illudersi perché lo Stato Baiano è percorso dal terribilesertão, un immenso deserto secco tipicamente brasiliano.
Nelsertão l'eccezione la fa ilParque Nacional da Chapada Diamantina, un'oasi di boschi e montagne con percorsi d'acqua e cascate emozionanti.I residenti di Salvador vengono chiamatisoteropolitani, dalla versionegreca del nome Salvador (Salvatore), vale a direSoteropolis, traducibile letteralmente come "città del Salvatore".
Il clima a Salvador è tropicale, caratterizzato dalle frequenti ma brevi precipitazioni; il caldo è costante. Il record di temperatura è di 37 gradi, il minimo raggiunto di 15 gradi.
In inverno le temperature si abbassano mediamente di un paio di gradi rispetto all'estate.
Acquerello di artista anonimo risalente all'inizio delXVIII secolo che rappresenta la città vista dalForte de Nossa Senhora do Monte do Carmo oForte do Barbalho.
L'area dell'attuale Salvador era abitata daiTapuio, che vennero cacciati, intorno al X-XI secolo, daiTupi. All'arrivo dei primi europei, agli inizi del XVI secolo, il principale gruppo Tupi nella regione di Salvador era costituito daTupinamba.
La spedizione dellaSeconda Armata d'India al comando diPedro Álvares Cabral sbarcò probabilmente a sud dellaBaia di Ognissanti. Circa un anno dopo, una seconda spedizione portoghese guidata daGonçalo Coelho, che vedeva anche la partecipazione diAmerigo Vespucci, approdò il 1º novembre1501 sul sito dell'attuale Salvador. In quell'occasione l'insenatura dove gettarono l'ancora venne chiamata con il suo nome attuale di "Baia di Ognissanti", dal nome della chiesa fiorentina della sua famiglia (San Salvatore in Ognissanti) e della festività diTutti i Santi, celebrata nel giorno della scoperta.
Tuttavia la prima presenza europea a carattere stabile risale al 1509 o 1510, con il naufragio di una nave francese, tra i cui membri dell'equipaggio figurava anche Diogo Álvares (in seguito noto con il nome diCaramuru). Questo personaggio avrebbe avuto un ruolo di grande rilievo nella fase iniziale della colonizzazione di Bahia, fungendo da intermediario tra le popolazioni locali Tupinamba e le spedizioni europee nella regione. Nel 1534 venne edificata la cappella diNossa Senhora da Graça, su iniziativa di Diogo Álvares e della sua consorte,Catarina Paraguaçu. Sul sito di questa primitiva struttura, oggi scomparsa, venne edificato il complesso dell'Igreja e Abadia de Nossa Senhora da Graça, nell'odierno quartiere Graça di Salvador.
Nel 1535 giunse nella regione di Bahia il primocapitano donatario portoghese,Francisco Pereira Coutinho, il quale era stato investito della Capitaneria della Baía de Todos os Santos da reGiovanni III del Portogallo. Coutinho fondò l'insediamento diArraial do Pereira il 20 novembre 1536, nei pressi dell'odiernaLadeira da Barra. Questo villaggio, dodici anni dopo, all'epoca della fondazione ufficiale della città di Salvador, assunse il nome diVila Velha.
Le popolazioni indigene che abitavano nella regione mal sopportavano Pereira Coutinho a causa della sua prepotenza e dei suoi atti di violenza. Una rivolta organizzata dalle popolazioni indigene costrinse Coutinho a rifugiarsi aPorto Seguro con Diogo Álvares. Nel viaggio di ritorno verso Salvador, incontrarono una forte tempesta che li fece naufragare sull'isola diItaparica. I Tupinamba catturarono i membri dell'equipaggio e Francisco Pereira Coutinho fu ucciso e divorato in un banchetto antropofagico, mentre Diogo Álvares venne liberato.
Monumento commemorativo della fondazione di Salvador, in localitàPorto da Barra, inaugurato nel 1952 e realizzato daJoão Fragoso. Sullo sfondo al centro ilForte de Santa Maria, costruito a partire dal 1614, assumendo il suo aspetto attuale nel 1696.Pannello commemorativo
Il 29 marzo del 1549 approdò, nei pressi dellaPonta do Padrão, nell'attuale quartiere della Barra, una spedizione portoghese guidata daTomé de Sousa. Il gruppo aveva l'ordine di fondare un insediamento fortificato nell'area, che avrebbe dovuto avere il nome diSão Salvador. L'insediamento avrebbe dovuto inoltre assumere le funzioni di capitale della Colonia del Brasile, con Tomé de Sousa quale primo governatore. La spedizione comprendeva circa trecentoventi individui stipendiati con mansioni amministrative, tra questi il primo medico del Brasile, Jorge Valadares e il primo farmacista, Diogo de Castro; circa seicento soldati; un gruppo composito comprendente individui di varia estrazione sociale (dafidalgos adegredados); diversi gesuiti, tra cui spiccano le figure diManuel da Nóbrega,João de Azpilcueta Navarro eLeonardo Nunes. La spedizione comprendeva un numero molto esiguo di donne, e la scarsità di donne europee sarebbe stata un aspetto comune nel Brasile coloniale.
Salvador fu la prima capitale brasiliana e uno dei suoi principali porti. La città rimase dal XVI sino al XIX secolo uno dei centri principali dellatratta degli schiavi nelle Americhe, e si stima che vi furono sbarcati 1 500 000 africani, destinati a varie attività economiche nella colonia del Brasile. Nonostante il divieto di importare schiavi in Brasile approvato nel 1850 (Lei Eusébio de Queirós), tale tratta continuò in maniera clandestina sino alla definitiva abolizione della schiavitù nel 1888 con laLei Áurea. La popolazione di origine africana a Bahia e a Salvador, sia in condizione di schiavitù che libera, fu molto significativa, esercitando un'influenza notevole sulla società e sulla cultura locale. Il franceseGuy Le Gentil de La Barbinais, che visitò Bahia nel 1717, stimò un numero di circa 25 000 africani sbarcati annualmente a Salvador, a fronte di una popolazione locale in condizione di schiavitù di circa 15 000 persone. Di contro, il viceréVasco Fernandes César de Meneses, nella sua corrispondenza con il re del Portogallo, stimò il numero di schiavi arrivati a Salvador nel quadriennio 1720-1724 intorno a 13 000 individui (tale conteggio tuttavia includeva solamente schiavi provenienti dallaCosta da Mina nelGolfo di Guinea). La popolazione totale di Salvador si aggirava intorno alle 21 000 unità nel 1706, raggiungendo le 37 000 unità nel 1757.
Salvador rimase capitale fino al1763, quando venne sostituita daRio de Janeiro. Nel 1798 la città fu il teatro della cosiddettaRevolta dos Alfaiates oConjuração Baiana, una sollevazione popolare a carattere republicano, independentista e antischiavista. La rivolta venne repressa dalle autorità e si concluse con decine di arresti e con l'esecuzione di quattro esponenti di spicco.
Un evento chiave nella storia del Brasile fu iltrasferimento della corte portoghese nella colonia in seguito all'invasione francese del Portogallo. La flotta, che comprendeva imbarcazioni portoghesi scortate da navi britanniche, giunse a Salvador il 22 gennaio del 1808. Lo sbarco della famiglia reale si ebbe il 24 gennaio. Il 28 gennaio venne promulgato da parte del principe reggenteGiovanni ilDecreto de Abertura dos Portos às Nações Amigas, che prevedeva il libero accesso a scopi commerciali delle navi di nazioni amiche ai porti brasiliani, ponendo fine al cosiddettoPacto Colonial fino ad allora in vigore. L'approvazione di tale misura ebbe importanti conseguenze economiche per il Brasile. I benefici per Salvador derivanti dalla presenza della corte non furono tuttavia solo in ambito economico. Grazie alle richieste del medico José Correia Picanço, il 18 febbraio 1808 il principe Giovanni approvò l'istituzione della prima facoltà di medicina del Brasile, l'Escola de Cirurgia da Bahia, antesignana dell'odiernaFaculdade de Medicina da Bahia da Universidade Federal da Bahia.
Nel 1810Marcos de Noronha e Brito venne nominato governatore di Bahia, mantenendo tale incarico sino al 1818. Sotto il suo governo la città di Salvador vide l'apertura di scuole, l'istituzione della prima biblioteca pubblica, la creazione del primo periodico (l'Idade d'Ouro do Brazil, attivo dal 1811 al 1823), la conclusione della costruzione delTeatro São João.
Il monumento agli eroi dell'indipendenza baiana, posto al centro delLargo do Campo Grande. Inaugurato il 2 luglio 1895, fu realizzato dallo scultoreCarlo Nicoli.
Salvador rimase sotto il controllo portoghese fino al 1823. Labattaglia di Pirajá (8 novembre 1822), combattuta nella località di Cabrito-Campinas-Pirajá a nord-est della città, vide le forze indipendentiste del generalePierre Labatut, coadiuvato daJosé de Barros Falcão de Lacerda, respingere i tentativi portoghesi, sotto il comando diInácio Luís Madeira de Melo, di rompere il blocco via terra. Nell'aprile del 1823 giunse a supporto delle forze indipendentiste una forza navale comandata daThomas Cochrane. Un tentativo della marina portoghese, sotto il comando diJoão Félix Pereira de Campos, di rompere ilblocco navale (battaglia del 4 maggio) non ottenne risultati significativi. Le forze portoghesi abbandonarono la città di Salvador tra l'1 e il 2 luglio 1823. Il 2 luglio fecero ingresso in città le forze indipendentiste. L'indipendenza del Brasile sarebbe stata riconosciuta nel 1825. Il 2 luglio è nello Stato di Bahia un giorno festivo (Dia da Independência da Bahia oDois de Julho) e gli eventi storici che portarono all'indipendenza vengono celebrati a Salvador con ilDesfile do Dois de Julho, corteo che si snoda nelle vie cittadine partendo daLargo da Lapinha fino a raggiungereCampo Grande oPraça Dois de Julho.
Nel gennaio del 1835 Salvador fu teatro della cosiddetta rivolta dei Malê, schiavi africani di religione musulmana. La rivolta venne soffocata tra il 24 ed il 25 gennaio. Tra i partecipanti o sospetti partecipanti della rivolta, quattro vennero fucilati, altri vennero esiliati o subirono brutali flagellazioni. La sollevazione, pur fallimentare, contribuì all'indebolimento dellaschiavitù in Brasile, che tuttavia sarebbe stata abolita solo nel 1888 con laLei Áurea.
Il 10 gennaio 1912Salvador fu bombardata dalle forze governative nel contesto delle lotte che opposero l'oligarchia provinciale al governo federale dellaRepública Velha. L'evento causò gravi danni a diversi edifici storici, tra i quali l'antico palazzo del governo, ovveroPalazzo Rio Branco e laBiblioteca Pública, fondata nel 1811, sede dell'Arquivo Público do Estado da Bahia. Al bombardamento seguirono scontri in strada, nelle zone diPraça Castro Alves, diPraça Municipal e delGinásio Baiano. Il bombardamento e i successivi combattimenti, oltre a causare diverse vittime, determinarono inoltre la distruzione di una quantità di documenti e libri storici custoditi nell'archivio.
Salvador attraversò una fase di stagnazione durante i primi quattro decenni del XX secolo. Il suo limitato sviluppo economico fu dovuto alle industrie del cacao e al commercio con le regioni delRecôncavo baiano. Nonostante Salvador fosse stata ancora nel 1890 la seconda città del Brasile per popolazione e la quarta in ordine di tempo a dotarsi di una rete telefonica, nel 1940 venne superata per numero di abitanti daSan Paolo eRecife. In quei cinquanta anni la popolazione ebbe un aumento modesto, intorno all'1% annuo. Solo un numero limitato di industrie venne aperto dopo il 1920, giacché in quel periodo si affermò con forza la supremazia economica delle regioni del Sud-est e del Sud. Salvador rimase il più importante snodo commerciale della regione, ma poche attività imprenditoriali nuove vi vennero intraprese finché, sul finire degli anni quaranta, si ebbe un notevole sviluppo ad opera dellaPetrobras. Nel 1939 un'agenzia petrolifera governativa rilevò la presenza di petrolio nell'area bahiana. Di lì a poco, con il pozzo Lobato, si ebbe l'avvio dell'attività estrattiva e nel 1941 vi erano quattro pozzi attivi che producevano 230 barili al giorno.
I censimenti del 1940 e del 1950 rivelano un declino nel numero delle persone impiegate nell'industria a Salvador: nel 1940 vi erano 10 832 occupati (3,7%) nell'industria e 9 716 occupati nel settore commerciale; nel 1950, queste cifre erano di 13 682 (3,3%) e 14 279 (3,4%). La popolazione totale di Salvador ammontava a 290 443 persone nel 1940, mentre nel 1950 contava 417 235 abitanti.
La città rimase pressoché immutata dal punto di vista demografico tra il 1920 e il 1940. La crescita sostanziale avutasi tra il 1940 e il 1950 fu per il 57% determinata da immigrazione interna dalle aree dell'entroterra. Analogamente l'aumento avutosi tra il 1950 e il 1960 è attribuibile per il 64% a immigrazione interna. La gran parte di coloro che si spostarono a Salvador proveniva infatti da aree rurali situate in prossimità della città.
A loro volta Salvador e la sua regione tra il 1940 e il 1960 furono caratterizzate da fenomeni di emigrazione verso gli Stati più ricchi e dinamici del Sud-est e del Sud. Nel decennio 1940-50 l'emigrazione superò le 100.000 unità, superando addirittura quota 600 000 (l'11,4% della popolazione totale dello Stato) nel decennio 1950-60. Un fattore esplicativo di tali flussi è da rintracciare nel completamento della RodoviaBR-116 (Rio-Bahia) avutosi nel 1949. Convogli di autocarri iniziarono a compiere viaggi dal Nord-est alle regioni meridionali del Brasile, recando lavoratori da impiegare nell'edilizia e nell'industria. L'avvio della coltivazione intensiva della canna da zucchero nel Nord-est aveva determinato la smobilitazione di una numerosa massa di lavoratori agricoli.
Farol da Barra, situato all'estremità della Ponta de Santo Antônio. La costruzione attuale, inserita all'interno delForte di Santo Antonio da Barra, risale al 1839.
Il porto e i mercati di Salvador rimasero peraltro centri economici di rilievo nella regione. La Compagnia di Navigazione Costiera operava sulla rotta tra Salvador e Rio. Il tabacco e il cacao delRecôncavo Baiano passavano per il porto di Salvador. Fabbriche di sigari erano attive aSão Félix eMaragogipe e la fabbrica Aliança (risalente al 1892) aSanto Amaro lavorava la canna da zucchero. Le società commerciali britanniche Stevenson e Duder avevano sedi a Salvador ed erano impegnate principalmente nell'esportazione di cacao. La Duder disponeva inoltre di una moderna flotta per la caccia alla balena e di un impianto per la lavorazione dell'olio di balena a Salvador. La Duder & Brother venne creata nel 1900, la F. Stevenson & Co. Ltda nel 1895 e la società svizzera Hugo Kaufman & Cia. nel 1908. Tutte queste società erano operanti nella esportazione di cacao. Vi erano anche grandi produttori locali di cacao, quali Correa Ribeiro e Barreto de Araújo, che prosperarono negli anni precedenti alla crisi del 1929. L'importante mulino dellaMoinho da Bahia S/A venne edificato nel 1923. Un'indagine del 1924 affermava che vi erano inoltre 24 impianti per la lavorazione dello zucchero nello Stato di Bahia, che producevano un totale di 30.000 tonnellate metriche l'anno. In quello stesso periodo il grande complesso industriale Aliança di Santo Amaro iniziò a produrre alcool per uso industriale, grazie anche ai sussidi federali. LaCompanhia de Bebidas Leão do Norte iniziò a produrre il vino da tavolaJurubeba Leão do Norte negli anni venti.
Pierre Verger scrisse che, nel 1946, la quasi totalità del trasporto era ancora svolto via mare, vista l'assenza di vie di comunicazione di terra adeguate. La rodovia Feira de Santana era poco più che una striscia di terra battuta, utilizzata per condurre il bestiame destinato al macello municipale di Retiro (costruito nel 1912), alla periferia di Salvador.
Fino al 1929, Salvador disponeva di due distinti sistemi di linee tranviarie: quelle del Municipio nella Città Bassa e la linea circolare di Eduardo Guinle nella Città Alta. Nel maggio del 1929 esse furono unificate sotto l'egida del conglomerato statunitenseElectric Bond and Share Company, che diede luogo alla Companhia Linha Circular. La sussidiaria della Electric Bond and Share, laAmerican and Foreign Power Company, aveva già ottenuto, nel 1927, la concessione per fornire energia elettrica a dieci stati del Brasile, compreso quello di Bahia.
Nel 1930 si verificarono proteste contro la compagnia a causa della mediocre qualità del servizio tranviario e delle alte tariffe applicate. Tali proteste culminarono nell'incendio di circa 60 vetture. Nei venti anni seguenti si sarebbero verificati ancora, in maniera intermittente, proteste riguardanti i trasporti pubblici. Solamente nel 1955 la municipalità di Salvador iniziò a gestire il sistema del trasporto tranviario sostituendosi alla Electric Bond and Share Company. Nel 1959 il sistema tranviario nella Città Bassa venne infine rimpiazzato da uno filoviario con mezzi di fabbricazione Fiat. Vennero inoltre eliminati i tram nelle aree commerciali in espansione della Città Alta nel 1960. Con l'ondata di nazionalizzazioni promosse dal governo Goulart nel 1964 la presenza americana nei trasporti pubblici, nonché nei settori energetici e delle telecomunicazioni, sarebbe cessata.
L'Elevador Lacerda fu oggetto di restauro, acquistando la sua attuale conformazione in stileArt Déco. Fu inoltre potenziato, con la sostituzione delle due vecchie cabine con quattro di esse, in grado di trasportare ciascuna 27 persone. La nuova struttura fu inaugurata il 1º gennaio del 1930. Erano inoltre in funzione (fino al 1959) le cabine dell'elevador do Taboão, che trasportavano lavoratori nelle aree commerciali del centro della città. Si svilupparono in quello stesso periodo nuove zone commerciali, come quella situata nella Baixa dos Sapateiros e quella nell'Avenida Sete de Setembro. Anche alcune fabbriche di beni di consumo furono stabilite dopo gli anni venti: la Chandler, che produceva cioccolato, a Monte Serrat; l'impianto per la produzione di olio vegetale SANBRA, sorto a Lobato negli anni quaranta; le manifatture di sigari Souza Cruz e Leite e Alves, presenti a Monte Serrat e Bomfim; infine la torrefazione Café América a Pirajá. Intorno al 1960 sei impianti industriali erano operanti nella lavorazione del cacao nello Stato, di cui quattro situati a Salvador. Nel medesimo periodo fece il suo ingresso a Salvador la grande distribuzione, con i grandi magazzini della Mesbla e della Sloper. Il primo supermercato (Paes Mendonça) era stato aperto nel 1958.
Famoso è l'Elevador Lacerda, ascensore costruito sul porto tra il 1869 e il 1873 su progetto dell'ingegner Lacerda; ilPelourinho, centro storico della città di Salvador e Patrimonio dell'Umanità.
Cappella di Nostra Signora della Concezione Solar do Unhão Salvador Bahia
Per ciò che riguarda la religione, il Brasile è una nazione molto credente. Numerose sono le chiese e le basiliche nel centro di Salvador, per la precisione sono 365. Il 60% della popolazione è cristiana-cattolica, il 13% protestante, l'8% professa altre religioni e il 19% non ne pratica alcuna. A Salvador fu fondato il primo vescovato brasiliano, molti ordini religiosi comefrancescani ebenedettini si sono affermati attraverso il mantenimento di ospedali per poveri e anziani e l'assistenza ai carcerati, grazie all'apertura di conventi. È fondamentale ricordare che la comunità africana possiede un culto detto "Candomblé". Questa è una religione sincretica, (il sincretismo è una fusione di diverse tendenze religiose o l'influenza esercitata da una religione nelle pratiche di un'altra) nata nel periodo della deportazione degli schiavi e della cosiddetta «tratta dei neri», trasferiti a forza nel XVI secolo. A quell'epoca, agli schiavi era proibito seguire il loro credo, perciò celarono sotto le spoglie dei Santi Cattolici le loro Divinità, anche per allontanare i sospetti dei padroni, che ad un certo punto iniziarono a diffidare del comportamento degli schiavi, dimostrandosi prevenuti e anche intimoriti nei confronti di cerimonie che reputavano barbare e di pura stregoneria.
Essendo stata crocevia di popoli, Salvador è piena di uomini di etnie diverse. La maggioranza degli abitanti è di origine africana, circa mezzo milione di origine europea, i rimanenti sono asiatici e amerindi. Nel 1870 Salvador contava130 000 abitanti: grazie all'indipendenza, all'apertura al mercato e al debellamento di malattie oggi si contano più di quattro milioni di persone.
Iquilombo sono comunità disperse fondate da schiavi fuggiti dalle piantagioni in epoca coloniale, che si rifugiarono nelle foreste sopravvivendo nascosti. L'espansione di Salvador ha inglobato due di queste antiche comunità: Calabar, che prese il nome da un porto di schiavi dell'attualeNigeria, e Liberdade, oggi quartiere con più di seicentomila abitanti perciò la più grande comunità afro-americana del continente.
Con l'albumO Canto da Cidade,Daniela Mercury (foto) ha contribuito ad aver reso popolare l'Axé al pubblico brasiliano.
La lingua parlata localmente è il portoghese brasiliano, influenzato dal dialetto baiano.Nel folclore della città c'è il carnevale che si celebra per quasi una settimana intera; da tutto il mondo vengono quasi 800 000 spettatori per vedere questo impareggiabile evento. La polizia è molto all'erta in questo periodo per mantenere e garantire la sicurezza.Diffusi sono i teatri e le biblioteche con libri tradotti in moltissime lingue diverse.I trasporti sono efficienti: oltre ad avere il primo porto d'America è presente una metropolitana composta da 9 stazioni e collegata con le fermate dei bus. Per il primo è importante la circolazione di merci che ha reso importante la città grazie alla capacità d'importazione-esportazione; nel caso del secondo il collegamento veloce di parti della grande città molto lontane.Lo sviluppo umano di Salvador varia da zona a zona: alcuni quartieri hanno un indice di sviluppo pari o superiore a quello di alcuni paesi scandinavi, ma altri, nelle zone periferiche o nelle numerosefavelas, hanno un indice in linea con quello dell'Africa sub-sahariana.
Il settore primario si è molto ridotto nel corso degli anni per via dello sviluppo del settore secondario. I principali prodotti sono grano e barbabietola da zucchero.
Vicino a Salvador, recentemente, sono stati trovati giacimenti petroliferi e sono state fondate numerose industrie: metallurgiche-siderurgiche, ma anche manifatturiere (caratterizzate da oggetti rudimentali poco costosi come perline e conchiglie, oppure più costosi, con pietre preziose) e industrie legate ai mezzi di trasporto. Nel settore terziario, oltre al turismo, sono molto avanzate le conoscenze aerospaziali e i mezzi di trasporto pubblico sono piuttosto efficienti.
Marina - Parco delle sculture del Museo d'Arte Moderna di Bahia
La più grande risorsa di Salvador è il turismo culturale sul quale la città e il comune puntano molto. Si affaccia sull'Oceano Atlantico e ha rinomate spiagge lungo la costa, come Itapua, Pituba, Artisti e Porto da Barra, che attirano sia gli abitanti locali che i turisti, principalmente a causa della piacevole temperatura dell'acqua. Su quasi tutte le spiagge ci sono ristoranti tipici (beach bar), dove vengono solitamente preparati piatti di pesce assieme a varie bevande, in particolare birra servita molto fredda. Inoltre, sulle spiagge è possibile spesso trovare luoghi dove viene servito l'Acarajé, una frittella di fagioli fritta inolio di palma, prodotto tipico della cucina afro-brasiliana.