Il comune di Salussola si trova tra i confini occidentali dellaPianura Padana e le ultime propaggini sud-orientali della collina dellaSerra d'Ivrea, sul latobiellese, ai confini sud-orientali dellaRiserva della Bessa e attraversato dal torrenteElvo.
Il toponimo deriverebbe dal diminutivo longobardo disala, con le variantisalucula,salutiolam,salussula, ad indicare la presenza di una piccolacurtes[4] padronalelongobarda delVII secolo circa, in sostituzione di antichi insediamentivictimuli nel bassobiellese, e sulla quale si formò via via il borgo. È infatti probabile che proprio nella frazioneSan Secondo, a nord-ovest sulla collina, fosse presente l'avamposto diVictimula, piccolo villaggioceltico antecedente alII secolo d.C., dove avvenne il martirio del suddettosanto sul finire delIII secolo. È tuttavia improbabile che il toponimo derivi daiSalassi, anch'essicelti coevi, poiché questi si insediarono soprattutto a sud, cioè nel medio-Canavese.
Inepoca romana, Salussola divenne un avamposto strategico e fortificato; veniva utilizzato come riserva aurifera delle estrazioni dei torrentiOlobbia edElvo, nella vicinaRiserva della Bessa. Tuttavia, finite le riserve aurifere, il borgo perse parzialmente di interesse. Dominato dalle scorribandelongobarde nelV-VII secolo, in questo periodo spiccò la figura del beatoPietro Levita, originario di Salussola, ma trasferitosi in Sicilia.Annessa quindi alSacro Romano Impero, Salussola fu poi ceduta daCarlo III il Grosso a favore delCapitolo di Vercelli e, nelXII secolo, spartita tra iConti di Biandrate e gli Avogadro diCerrione, che la amministrarono sotto ilDucato di Savoia. È di questo periodo la cinta muraria medievale e la Porta urbica[5], come ingresso meridionale al borgo alto, chiamatoSalussola monte. Curiosa fu la storia di un processo perstregoneria che avvenne il 13 febbraio1470, a carico di Giovanna de Monduro, originaria diMiagliano, a nord diBiella, ma moglie di un salussolese. I relativi atti sono conservati presso l'archivio storico diBiella (Processo contro ed avverso Giovanna, moglie di Antoniotto de Monduro di Salussola, già di Miagliano, per stregheria); all'imputata, sentita una serie di testimonianze dei suoi compaesani, fu estorta la confessione mediantetortura e, il 17 agosto del1471, la donna fu arsa sulrogo nei pressi diMiagliano.[6]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. n. 1483 del 5 febbraio 1988.[7]
«Stemma d'argento, alla croce di rosso, accantonata dallastella di sette raggi d'azzurro, posta nel canton destro del capo. Ornamenti esteriori da Comune.[8]»
Porta urbica inferiore: risalente al 1374 - 1375, è l'ultima delle porte che interrompevano l'antica cinta muraria eretta a difesa del paese e del suo castello.[9][10]
resti della pieve di San Pellegrino e del castrum diPuliaco[11]
Monumento a stele in memoria dellaesecuzione per rappresaglia, preceduta da sevizie, di ventipartigiani, avvenuta all'alba del 9 marzo 1945 nella omonima piazza.