Sadao Yamanaka (山中 貞雄?,Yamanaka Sadao;Kyoto,7 novembre1909 –17 settembre1938) è stato unregista esceneggiatoregiapponese.Ha diretto ventiquattro film in cinque anni, dei quali solo tre sono sopravvissuti. È stato un importante innovatore del generejidaigeki.
Dopo aver lavorato cinque anni come sceneggiatore e aiuto regista presso gli studi Makino,[1] Yamanaka debutta alla regia nel1932, conIso no Genta - Dakine no nagawakizashi ("Genta di Iso: costretto a dormire sempre con la spada al fianco"). È il primo dei ben ventiquattro film che realizza nel giro di soli cinque anni, sperimentando ampiamente le possibilità offerte dal generejidageki e ricevendo svariati premi in riconoscimento del valore innovativo delle sue opere.[1]
La sua carriera termina nel1937, conL'umanità e i palloni di carta (Ninjō kamifusen), il suo film più pessimistico, dal chiaro messaggio eversivo,[2] poiché viene forzatamente arruolato nell'esercito imperiale e inviato al fronte, inManciuria, dove muore prematuramente a soli 29 anni.
Yamanaka è il leader di un gruppo di otto giovani cineasti di Kyoto, fra i qualiHiroshi Inagaki eRyōhei Arai, riuniti nel cosiddetto "Narutaki gumi" ("gruppo Narutaki", dal quartiere di residenza), il cui obiettivo è rinnovare iljidaigeki, sostituendo ai toni elegiaci e romantici tipici del genere un carattere più realistico, proponendo personaggi e modelli di comportamento più vicini alla realtà e utilizzando uno stile più semplice, meno enfatico e magniloquente, per avvicinarlo allo spirito e alle potenzialità delgendaigeki.[3]
Dal punto di vista tematico, alle gesta degli eroici samurai affianca i piccoli eventi della vita quotidiana della gente comune, dei ceti più popolari, e si concede di ironizzare sul mito delbushidō.[1] Mette in scena anche personaggi già conosciuti e portati sullo schermo da altri registi, come Kunisada Chūji e Tange Sazen, ma li cala in un contesto realistico.
Dal punto di vista stilistico, Yamanaka, unico della sua generazione, usa principalmente campi lunghi, raramente primi piani, tiene la macchina da presa quasi immobile, spesso lontano dai personaggi, che entrano ed escono lateralmente dall'inquadratura, con ritmo sempre diverso, vi sono frequenti spazi vuoti nell'immagine.[4]
In diversi casi collabora con la troupe teatrale Zenshinza, a cui chiede però una recitazione nuova, per toni e gestualità, rispetto all'abituale artificiosità di repertorio, per adeguarsi a dialoghi basati su un linguaggio moderno e semplice.[4]
Tra virgolette la traduzione letterale del titolo, in assenza di un titolo italiano per film non distribuiti in Italia.
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