Storicamente i testi sacri hanno assunto caratteri vari, ma lamitologia fondamentale riguarda per lo più l'origine del mondo (cosmogonia), quella dell'uomo o di un suo capostipite mitico e divinizzato. Un altro tipo di libri sacri riguarda i riti e i cerimoniali, un terzo le regole o le leggi divine.
Malgrado le antiche civiltà abbiano prodotto testimanoscritti per molti secoli, la prima scrittura stampata per un'ampia diffusione è stata ilSutra del Diamante, un testobuddhista di origine indiana, stampato inCina nell'anno868.
Lareligione dell'antica Grecia classica fondandosi suiculti cittadini, non possedeva un testo sacro vero e proprio, ma erano considerati particolarmente autorevoli i poemi mitologiciomerici e diEsiodo[1] accanto ai quali si ponevano anche riti eculti misterici. A partire daPlatone, tuttavia, la religione greca accoglie al suo interno la riflessioneteologica deifilosofi mutando la propria prospettiva[2].
Sono ritenute interamentedivini o parzialmente ispirati in origine, in alcune religioni i fedeli usano titoli comeParola di Dio per indicare le sacre scritture, in altre, come nel Buddhismo, questi scritti spesso iniziano con l'invocazione "Così ho udito" (sanscrito: एवं मया श्रुतम्Evam mayā śrutam) indicando con ciò che tale opera è ritenuta diretto insegnamento delBuddha Śākyamuni. Anche i non credenti spesso scrivono in maiuscolo i nomi delle sacre scritture come segno di rispetto o per tradizione.
Gli atteggiamenti riguardo ai testi sacri differiscono da religione a religione: alcune religioni rendono disponibili i propri testi scritti con la massima libertà, mentre altre sostengono che i segreti sacri devono rimanere nascosti a tutti tranne che al leale e all'iniziato (esoterismo); altre ancora fanno entrambe le cose, rendendo pubblici alcuni testi e riservandone altri ad una cerchia ristretta di iniziati.
La maggioranza delle religioni promulgano norme che definiscono i limiti dei testi sacri e che controllano o impediscono cambiamenti e aggiunte. Le traduzioni dei testi devono ricevere il benestare ufficiale, ma la lingua originale con cui era stato compilato il testo sacro ha spesso la preminenza assoluta.
«A partire da Platone, e attraverso di lui, la religione è qualcosa di essenzialmente diverso da ciò che prima era stata. Per i Greci, a partire da Omero, religione aveva sempre significato accettazione della realtà in modo ingenuo […] Attraverso Platone la realtà perde effettualità in favore di un mondo superiore, incorporeo e immutabile, che deve valere come primario; l'Io si concentra in un'anima immortale, che nel corpo è straniera e imprigionata.»