Dista18 km daComo e si trova a357 m di altitudine sul livello del mare. Il territorio dell'ex comune aveva un'estensione di2,1 km² e confinava conDrezzo, frazione del comune diColverde,Uggiate-Trévano e a nord con laConfederazione Elvetica. Il paese è adagiato su un terrazzo a360 m di altitudine; a valle scorre il torrenteFaloppia, mentre a monte una spina collinare alta 500 metri segnava il confine con la Svizzera e con Uggiate-Trévano. Un vistoso smottamento conoidale forma quasi un gradone tra la valle e il borgo.
È forse la "frana" a forma di cono la chiave etimologica del nome Ronago (Runaach in dialetto). La radice run-/ron_, di probabile origine celtica, sta infatti a indicare uno scorrimento (d'acqua e non)[5], rintracciabile anche nel latinoruina. Il toponimo, in definitiva significherebbe "luogo della frana".
Le più antiche testimonianze storiche della presenza umana nell'attuale territorio ronaghese sono rappresentate da un’imbarcazionepreistorica, risalente all’età dellepalafitte[6][7], ritrovata nel corso dell’Ottocento in località Campersico[8]. Durante ilNovecento sono invece stati rinvenuti oggetti d'epoca romana, quali un ossuariofittile (oggi conservato presso il Museo Civico e Archeologico diLocarno) e altri resti di tombe romane (rinvenuti nel 1964 durante alcuni lavori stradali)[8].
La parte più bassa del paese, situata nella valle del torrenteFaloppia, si trovava sulla via romanaNovaria-Comum[8]. In questo contesto è interessante osservare come la suddetta valle, che si dirama a sud-ovest della valle diChiasso, fosse un tempo denominata "Valle di Chiasso Maggiore", ben distinta dalla denominazione dell'attuale località svizzera che invece era chiamata "Chiasso Inferiore" o “Chiasso delle Taverne”[8]. In effetti la parte di Ronago a ridosso delle rive del torrente costituiva un cosiddettochiasso, ossia un passaggio o valico di raccordo tra Como e la valle dell'Olona[8].
Da un punto di vista documentale, la più antica menzione storica di Ronago e dei suoi abitanti risale all’anno875[5][8], mentre un atto del1030 fa riferimento al "castrum de Ronago" nel descrivere un alcuni toponimi tuttora esistenti e il nucleo storico del centro abitato[8]. Un altro documento testimonia che, durante laguerra tra Como e Milano per il possesso del territorio, nel1121 Ronago fu teatro di una battaglia in cui persero la vita quattordici cavalieri[8]. Una causa tra gli abitanti di Ronago e i conti del Seprio, dibattuta e vinta dinanzi ai giudici milanesi nel1155, documenta il primo console di Ronago[8].
Nel1176 la valle di Chiasso Maggiore rappresentò con alta probabilità la via di fuga attraverso cuiFederico Barbarossa e il suo esercito ripararono verso Como in seguito alla sconfitta rimediata nellabattaglia di Legnano ad opera dellaLega Lombarda.[8] L'esistenza della strada di collegamento con Como è documentata anche nellaDeterminatio mensurarum et staterarum annessa agliStatuti di Como del1335, che testimoniano come la manutenzione dell'asse viario spettasse agli uomini dellapieve di Uggiate, di cui anche Ronago faceva parte[8][9].
A partire dalTrecento, si ha documentazione comprovante l'esistenza, all'interno della valle di Chiasso Maggiore, di corti e masserie come quelle di Campersico e di Merlina, nonché di numerosi mulini.[10]
NelLiber consulum civitatis Novocomi, che riporta i giuramenti prestati dai consoli di Ronago, tra il 1510 e il 1542, Ronago risulta ancora inserito nella pieve di Uggiate.[9]
Dalla seconda metà del XV secolo, la comunità di Ronago esercitava il diritto digiuspatronato sulla chiesa di S. Vittore, filiale della chiesa plebana di Uggiate fino al 1805[10]. Ronago risulta parrocchia con intitolazione a San Vittore anche nel decreto con cui, il 21 dicembre 1807, presso ilMonte Napoleone di Milano fu creato un fondo di sussidio alle parrocchie aventi una rendita minore di lire 500[9]. All'interno della"Nuova divisione dei distretti compresi nel Regno d'Italia e spettanti alla diocesi di Como per le scuole normali" per il 1816, San Vittore di Ronago risultava tra le parrocchie della pieve di Uggiate[9].
Documenti del1508 e del1511 attestano la presenza di coltivazioni di mais nella valle di Chiasso Maggiore, portato da alcuni mercanti tedeschi di cavalli alla fiera equina della vicina Chiasso Inferiore. Il mais prodotto da queste colture - le più antiche documentate in Lombardia - venne soprannominatofrumento carlone, ove l'aggettivocarlone, di derivazione tedesca, significa "grosso".[10]
Nel1516, il territorio dell'attualeCanton Ticino passò dalDucato di Milano alla Svizzera. Fu così che il valico ronaghese di Chiasso Maggiore rappresentò una delle vie privilegiate dicontrabbando di grano dall’alta pianura lombarda versoLugano. Testimonianza di questo fenomeno si ha nelle numerose carte processuali conservate presso gli archivi di Stato di Milano e diBellinzona, che riportano scontri tra bande rivali, nonché tra i contrabbandieri e i soldati spagnoli (i cosiddettiburlandotti) di stanza sul confine[10].
Nel1751, Ronago risultava essere uno dei centri che aveva ottenuto la cosiddetta "redenzione" dall'amministrazione spagnola delDucato di Milano, a cui ogni quindici anni il comune era tenuto a versare una somma in denaro[9].
In seguito all'indipendenza del Canton Ticino, avvenuta nel1803, Ronago rappresentò una speranza di vita per molti neonati ticinesi, per i quali il cantone non prevedeva alcun tipo di assistenziale. Di notte, quando il portone della corte rurale fortificata di Campersico era chiuso, alcuni passatori esponevano i bambini fuori dall'uscio, con il proposito di farli raccogliere e ricoverare all'ospizio di Como. Fu così che, tra gli anni '20 e gli anni '70 dell'Ottocento, oltre 1 000 bambini, per lo più addormentati in un cesto, vennero abbandonati fuori dal portone di Campersico[10]. I neonati, cosiddettiesposti, venivano battezzati in chiesa a Ronago e poi trasferiti nelbrefotrofio dell'ospedale di Como, dove venivano accuditi fino all'affido presso famiglie italiane o al recupero da parte delle famiglie d'origine[10].
Nel corso delsecondo conflitto mondiale, Ronago rappresentò una via di fuga per profughi ebrei e sbandati, nonché un ponte di collegamento tra laResistenza lombarda e i Comandi alleati in Svizzera. In questo contesto,Ferruccio Parri era solito passare clandestinamente da Ronago nei suoi spostamenti tra Milano e Lugano[5][10].
Il 10 settembre 2023, un referendum consultivo popolare si è espresso favorevolmente alla fusione tra Ronago eUggiate-Trevano,[12] scegliendo "Uggiate con Ronago" come nome del nuovo comune.[12][13][N 2]
Lo stemma e il gonfalone dell'ex comune erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 marzo 2009.[14][15]
Stemma
«D'argento, al portale di rosso, tegolato dello stesso, mattonato di nero, aperto con arco a tutto sesto, del campo, fondato sulla pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[14]»
Gonfalone
«Drappo bianco, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati, mentre l'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco, con bullette argentate poste di spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.[16]»
L'amministrazione comunale aveva scelto di adottare come proprio simbolo un portale ad arco di rosso, a significare il ruolo di "porta" diretta da e per la Svizzera che il luogo ha sempre svolto nella storia. La sua forma è ispirata a tipici portali presenti nel comune e richiama anche lo stemma degli Albrici[N 3] che si trova scolpito su un antico camino di una casa del paese. Sotto il portale è posta una campagna di verde, così che nell'insieme vi sia un richiamo ai colori della bandiera nazionale.[10]
La chiesa fu ricostruita tra il 1761 e il 1771,[17] su progetto diAntonio Nolfi[18][19]. La ricostruzione avvenne sulla base di una precedente chiesa, dipendente dallapieve di Uggiate e a sua volta edificata laddove un tempo sorgeva un edificio militare diepoca romana.[5]
Ingrandita tra le dueguerre mondiali, in particolare nel1939, la chiesa ospita un Crocefisso delXV secolo, una pala d'altare delXVI secolo e affreschi diAntonio Rinaldi.[5] Quest'ultimo è l'autore delPadre Eterno dipinto nella tazza sopra ilpresbiterio e dellaMadonna della Cintura coi Santi Agostino e Monica che si trova nella tazza centrale. Suipennacchi della tazza sovrastante il presbiterio sono invece affrescati gliEvangelisti. Altri affreschi si trovano sulle pareti del presbiterio: unaColomba dello Spirito Santo domina la pala d'altare, raffigurante unaMadonna col Bambino e Santi; unaUltima cena orna la parete laterale destra, mentre sul lato opposto è raffigurata la popolazione locale nell'atto di portare offerte per la costruzione della chiesa.
Sull'unica navata si affacciano la cappella della Madonna della cintura (a sinistra) e quella di San Giuseppe (a destra). Il trapasso di quest'ultimo santo è raffigurato in due quadri disposti uno in faccia all'altro lungo le pareti della navata. La cappella di San Giuseppe ospita una reliquia diGiuseppe Ambrosoli, raffigurato anche tra gli apostoli presenti nel già citato affresco dell'Ultima cena.
Nei pressi dell'ingresso principale, sulla sinistra, è disposta la cappella battesimale. Sul lato opposto si trova l'accesso alla cantoria e all'organo, installato nel 1942 e proveniente dalla chiesa di San Simone diLora (Como), è un Carlo Marzoli del 1934.[20]
Fooc e Fiàmm, durante la festività della Madonna, nell'ultima domenica di agosto e per i 10 giorni precedenti, si occupano della cucina nel porticato sotto la chiesa.
Pro Loco, attivi durante tutto l'anno, ereditano dal gruppo dei giovani, la gestione della festa della birra "Birramaniac", in calendario hanno anche il carnevale e la sagra degli gnocchi e il veglione di San Silvestro.
Cannisti, si occupano della gestione di un laghetto, creatosi in una ex-cava, durante l'anno organizzano gare di pesca dedicate.
Pro Valmulini, associazione trasversale fra i 4 comuni della Val Mulini, ha come fine la rivalutazione e il recupero storico della valle stessa, fra le opere ultimate vi sono: il restauro degli affreschi nelle corti, il recupero di un mulino che fu segheria, la creazione di un percorso turistico, attualmente impegnata nel recupero di un altro mulino potenzialmente ancora funzionante.
Come ampiamente illustrato nella sezione storica, il tessuto economico di Ronago è da secoli caratterizzato da una vocazione agricola da un lato e da una serie di intrecci con le vicende socio-economiche della vicina Svizzera dall'altro.
In aggiunta alle già citate colture di mais, durante tutto l’Ottocento almeno un terzo del territorio di Ronago era dedicato alla viticoltura[10]. Tuttavia, le vigne andarono col tempo distrutte a causa di infestazioni difillossera[10]. La produzione di vino venne dunque soppiantata da quella di miele, sotto impulso dell'industria dolciariaAmbrosoli fondata a Ronago nel1923[10].
Verso la fine dell'Ottocento a Ronago vennero aperti una fornace (1881), un mulino meccanico e una cartiera.[5]
nella parte bassa del paese si trova laCrociale dei Mulini - Ponte Faloppia[22] (anche conosciuta semplicemente come "Valico dei Mulini"[23]), che mette in comunicazione Ronago con la zona industriale di Chiasso nei pressi della frazione diSeseglio;
nella parte alta si trova invece la dogana che collega Ronago alla frazione Marcetto diNovazzano.
ASD Goodfellas Basket Ronago, Associazione sportiva dilettantistica fondata nel maggio 2009, volta a promuovere il movimento della pallacanestro, attiva nel campionato di Prima Divisione. Da ottobre 2012 la società si impegna nella gestione della palestra e del campo da tennis.
Il Gruppo Sportivo Ronago Ambrosoli, sponsorizzato dall'omonima fabbrica di miele ha una squadra di calcio militante nel campionato diPrima Categoria. L'associazione si occupa della gestione dei campi da calcio e organizza un torneo di calcio a 7.
Gli altri impianti sportivi sono la palestra multifunzione, ultimata nel 2005 con campi di calcetto, basket e pallavolo, e il campo da tennis.
^Per ildialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturaleFamiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
^Durante il referendum, i cittadini erano stati chiamati a esprimere la propria preferenza per una tra le seguenti denominazioni: A) UGGIATE TREVANO CON RONAGO; B) UGGIATE CON RONAGO; C) MONTEPRATO; D) CIVITANOVA COMENSE; E) SAN GIUSEPPE AL COLLE.
^Stemma della famiglia Albrici di Como:d'argento, al portone murato e aperto di due ante d'azzurro, sostenente un leone passante di rosso.