Con il termineRomei si indicavano nellatino medioevale iRomani orientali, ovvero i diversi popoli abitanti l'Impero romano d'Oriente (395 - 1453) e utilizzanti lalingua greca bizantina comelingua franca.
L'etimologia deriva dal termine usato dagli stessi abitanti dell'Impero romano d'Oriente per definirsi, in greco,Ῥωμαῖοι / Rhōmàioi Romanoi («romani»): come l'Impero bizantino eraImpero romano, così la sua capitaleCostantinopoli era laNuova Roma. Tuttavia in Occidente il termine "Romani" indicava solo gli abitanti della città di Roma o gli antichi Romani e, pertanto, gli occidentali descrivevano come "Romei" o "greci" i bizantini mentre l'imperatore bizantino era definito "Imperator Romeorum" o "Imperator graecorum". Il termine "bizantini" fu introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagliIlluministi, quando l'Impero romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli.
LaRomangia o, anticamente,Romània, nei pressi diSassari inSardegna prende nome, allo stesso modo, dalperiodo romano/bizantino dell'isola, così come laRomagna in Italia, che deve tale nome alla presenza sul proprio territorio del capoluogo dell'esarcato d'Italia: Ravenna.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente gli abitanti di quello d'Oriente, cittadini romani, seguitarono a definirsi come tali. Durante il Medioevo, il termine era divenuto anche sinonimo di greco cristiano, contrapposto ai barbari e pagani. Il prestito latinoΓραικοί (Graikòi, "Greci") era anch'esso usato,[1] ma il suo uso era molto meno comune, e non esistente nella corrispondenza politica ufficiale bizantina prima dellaquarta crociata. Sebbene questo termine latino usato per indicare gliElleni poteva essere usato in maniera neutrale, il suo impiego da parte degli occidentali dal IX secolo in avanti lo rese unesonimo dispregiativo per i bizantini, allo scopo di contestare la legittimità del loro considerarsi eredi degliantichi Romani. Di conseguenza i bizantini lo usarono raramente e più che altro in contesti legati all'Occidente, come nei testi delConcilio di Firenze[non chiaro], per presentare il punto di vista occidentale. Invece il termine anticoἝλληνες (Hèllēnes, "Elleni") era sinonimo di "pagani" nell'uso popolare, ma fu rivitalizzato come etnonimo nel periodo del romanticismo europeo panellenico (dal XVIII secolo in poi).
Nell'Europa occidentale gli abitanti dell'Impero bizantino dopo il periodo carolingio non vennero mai chiamati "Romani" perché ilpapa non riconosceva loro il diritto di essere considerati i continuatori dell'Impero romano, per questo venivano chiamati "Greci", in senso dispregiativo. Tale netta distinzione venne sancita dalpapa Leone III a Natale dell'800, con l'incoronazione aimperatore del Sacro Romano Impero del re deiFranchiCarlo Magno. GliArabi e iTurchi chiamavano i RomeiRūm, nome che deriva dallalingua araba e significa "Romani". Ancora oggi tale termine viene usato in Marocco e in altri paesi musulmani per indicare gli europei cristiani.
Tutti gli imperatori bizantini ricevevano tuttavia l'appello diBasileus dei Romei, ele imperatrici quello diBasilissa dei Romei.
Il titolo diqaysar-ı Rum (in turco, alla lettera, "Cesare dei Romei", cioè "Imperatore dei Romani") fu uno dei titoli dell'imperatore ottomano e l'ultimo a portarlo fuMehmet VI, deposto nel 1923 daAtatürk.
Il primo uso di "Bizantino" si ebbe nel 1557, quando lo storico tedescoHieronymus Wolf coniò il termine pubblicando un suo elaborato,Corpus Historiæ Byzantinæ; successivamente gli storici francesi resero popolare il termine.[2] Le altre civiltà all'epoca si riferivano all'Impero bizantino come Impero romano o Impero romano d'Oriente. Nel mondo slavo e in quello islamico, l'identità romana dell'Impero era generalmente accettata.
Nel XVIII secolo con l'Illuminismo venne introdotto il termine "Bizantini" per distinguere gli abitanti dell'Impero di Costantinopoli dai cittadini dell'Impero romano. Dal Settecento, quindi, per "Romani" si intendono gli abitanti di tutto l'Impero fin quando era unito e, a partire dal 395, solo di quello d'Occidente.
Il nome "Bizantini" deriva dall'antico nome della città diCostantinopoli, ossia la grecaBisanzio. La città sulBosforo si era chiamata così fino al 330, quandoCostantino I (306-337) decise di fare della colonia greca la sua capitale. Questo nome sarà usato come spregiativo da parte degli Illuministi nei confronti dei Romei. Infatti gli illuministi svalutavano l'importanza storica che aveva giocato l'Impero romano d'Oriente nella storia d'Europa. Una rivalutazione della storia dell'Impero romano d'Oriente si ebbe solo a partire dalla metà del XIX secolo, ma il nuovo termine ormai era stato definitivamente accettato dalla comunità degli studiosi.
Il termine, già prima dellacaduta di Costantinopoli, definiva i "greci", ovvero le diverse popolazioni orientali di tutte le regioni dell'antico Impero bizantino, dai Balcani e la penisola ellenica fino all'Anatolia e ilPonto, che utilizzavano il greco comelingua franca nei servizi liturgici, per i commerci e gli affari.
In greco moderno la parola, nella sua versione popolareΡωμιοίRomiì, è divenuta molto in uso. Oggi nella lingua greca moderna la parolaΡωμιόςRomiòs si riferisce prevalentemente ai membri della minoranza greco-ortodossa diCostantinopoli, mentre il suo significato più ampio, cioè quello riferito ai greci in generale, sta cadendo in disuso.
Invece in Turchia la parolaRūm è a volte usata per riferirsi alla minoranza ortodossa di Costantinopoli e aiciprioti grecofoni.