Durata della vita dei vari imperatori russi, dal 1721 al 1918. La dinastia Romanov si distinse per una successione di imperatori incapaci in gran parte di superare il 50º anno di età, in linea con una generale tendenza delle terre slave a vedere i maschi morire precocemente ancora oggi.
I Romanov hanno la loro origine assieme a due dozzine di altre famiglie nobili russe: il loro antenato comune più antico èAndrej Kobyla, attestato comeboiardo al servizio diSimeone di Russia. Le generazioni successive hanno trovato a Kobyla illustri antenati ed un libro di genealogia diXVIII secolo sostiene che era figlio del principe prussianoGlanda Kambila, giunto in Russia nella seconda metà delXIII secolo, in fuga dagli invasori tedeschi. Effettivamente, uno dei capi dellaribellione prussiana del 1260-1274 contro l'Ordine Teutonico si chiamava Glanda.
Probabilmente le origini di Kobyla non erano molto nobili e significative: poiché il termine "kobyle" in russo vuol dire "cavallo" ed alcuni suoi parenti ebbero per soprannome nomi di cavalli o di animali domestici, si può pensare che appartenesse alla servitù reale. Uno dei figli di Kobyla, Fëdor, fu unboiardo nellaDuma diDmitrij Donskoj ed ebbe il soprannome di "Koška" (gatto). I suoi discendenti presero il cognomeKoškin, che mutarono inZachar'in, e in seguito la famiglia si divise in due rami: Zachar'in-Jakovlev e Zacharin-Jur'ev. Solo durante ilXVI secolo si affermò il cognomeRomanov.
La fortuna della famiglia aumentò moltissimo quando la figlia di Roman,Anastasija Romanovna Zachar'ina, nel1547 sposòIvan IV il Terribile, venendo incoronatazarina. Il loro matrimonio fu molto felice e la sua morte, prematura e misteriosa, nel 1560 rese Ivan un uomo peggiore: ritenendo colpevoli iboiardi di averla avvelenata, lo zar iniziò un regno di terrore contro di loro. Dei figli di Anastasia il primo, Ivan, venne ucciso da suo padre in un litigio; il più giovane Fëdor, un principe pio e forse mentalmente debole, ereditò il trono di suo padre: durante il suo regno, il governo fu nelle mani di suo cognatoBoris Godunov e dello zio Romanov.
Alla morte senza figli di Fëdor, dopo 700 anni si estinse la casa diRurik e dopo lunghe lotte la fazione che appoggiava Boris Godunov trionfò, proclamando lui zar invece del cugino di Fëdor I,Fëdor Nikitič Romanov, che godeva dell'appoggio del popolo. Per cautelarsi Boris esiliò tutti i Romanov in zone lontane, al nord o negli Urali, dove molti di loro morirono di fame o di freddo. Tenuto conto del prestigio di Fëdor Nikitič, Boris non lo uccise, ma costrinse lui e sua moglie a prendere i voti e a vivere, con il nome di Filarete, nelmonastero di Antoniev Sijskij.
Una folla alMonastero Ipat'ev implora la madre di Michail Romanov di lasciare che il figlio vada a Mosca per essere incoronato zar. Illustrazione da un manoscritto del1673.
Le sorti dei Romanov mutarono ancora una volta nel1606, alla morte di Boris Gudunov: come ex capo della fazione a lui avversa e parente più stretto in vita dell'ultimo dei Rurik, Filarete fu ostacolato, in quello chiamato oggi "Periodo dei torbidi", da molti impostori che si spacciarono per legittimi discendenti di Ivan IV.
Venne infine offerta la corona anche al sedicenne figlio di Filarete,Michail Fëdorovič, che viveva nelMonastero Ipat'ev con la sua famiglia: questi, dopo un primo rifiuto, venne convinto dalla madre,Ksenija Ivanovna Šestova, che lo benedì con l'immagine di Nostra Signora di San Teodoro. Ritenendo non molto sicuro il proprio trono, Michele sottolineò molto il suo legame di sangue con gli ultimi Rurik e convocò spesso il Zemskij sobor per ogni importante decisione: la strategia fu vincente e i primi Romanov furono molto amati dal popolo russo, in quanto successori di Ivan IV e martiri innocenti di Boris Gudunov.
A Michele succedette il figlioAlessio I, che guidò tranquillamente il paese tra numerose difficoltà, ma alla sua morte ci fu un periodo di lotte dinastiche fra i figli di primo letto (Fëdor III,Sofia,Ivan V) ed il partito legato alla famiglia della seconda moglie,Natal'ja Kirillovna Naryškina, madre del futuro zarPietro I, il quale visse più a lungo dei suoi fratellastri, divenendo unico sovrano. Questi riformò radicalmente l'Impero trasformandolo in una potenza europea, associando al titolo diZar quello di Imperatore di tutte le Russie e spostando lacapitale aSan Pietroburgo, che sorse sulgolfo di Finlandia dopo le sue conquiste.
Anche alla sua morte però la corte venne divisa da problemi di successione: allo zar succedette la seconda moglieCaterina I ed in seguito l'unico figlio vivente, l'adolescentePietro II, dell'unico erede di Pietro, lozarevicAlessio, privato delle proprie prerogative dinastiche dal padre anni prima: con la morte di Pietro II terminò la linea patrilineare dei Romanov.
Pietro IIIElisabetta di Russia
Come suo successore venne scelta l'unica figlia ancora in vita di Ivan V, che divenne l'imperatriceAnna (1693-1740): anch'essa senza figli, adottò come erede un infante figlio dellafiglia della propria sorella, che divenne zar col nome diIvan VI per soli pochi mesi, sotto la reggenza della madre. Uncolpo di Stato da parte della cugina della defunta imperatrice Anna, la granduchessaElisabetta, ultima figlia vivente di Pietro il Grande e della seconda moglie Caterina I, portò quest'ultima sul trono, ed in carcere od in monastero la discendenza di Ivan V. Priva anch'essa di discendenza, adottò come erede il ducaPietro Ulrico di Holstein-Gottorp, figlio di suasorella maggiore ederede presunto al trono svedese, nonostante fosse notoriamente di scarse capacità. Questi salì al trono nel 1762 mantenendo il cognome materno, venendo dopo poco deposto (e fatto assassinare) dalla moglie, che si proclamò imperatrice comeCaterina II, ponendo fine a circa un secolo di lotte di palazzo.
Al regno brillante ed innovatore di Caterina, che in molte cose assomigliò all'avo del marito Pietro il Grande, succedette il figlioPaolo I, particolarmente fiero di essere discendente di quell'imperatore, benché nelle proprie memorie la madre insinuasse che fosse in realtà frutto di una relazione con il cortigiano Sergej Saltykov. Figlio unico, e privo di cugini discendenti dai Romanov se non in grado lontano, Paolo mise mano ad una organicalegge di successione, allora una delle più rigorose in Europa, per evitare che in futuro si ripresentassero crisi come quelle che i Romanov avevano affrontato nel XVII secolo: la legge di famiglia si basò sullaprimogenitura agnatizia, sulla richiesta della fedeortodossa del monarca e dei membri della dinastia, del consorte dell'imperatore e dei primi eredi in linea di successione.
Dopo pochi anni di regno anche Paolo I venne ucciso in una congiura di palazzo, ma la monarchia rimase salda, nelle mani di suo figlioAlessandro I che, appoggiato anche dai suoi fratelli e dalle sorelle, condusse la Russia oltre le guerre del periodo Napoleonico. L'imperatore, affrontando la possibilità di unmatrimonio morganatico del suo fratello ed eredeCostantino, modificò la legge di successione, aggiungendo la clausola per cui i consorti dei membri della dinastia dovevano essere di uguale nascita, cioè appartenenti ad una casa reale o regnante, altrimenti la loro prole avrebbe perso ogni diritto.
albero genealogico da Nicola I a Nicola IINicola I (1825-1855)
Il granduca Costantino fece rinuncia al trono e alla morte di Alessandro gli succedette l'altro fratelloNicola I: questi, esattamente come il padre Paolo I, si dedicò a potenziare l'esercito ma nonostante questo il suo regno terminò con la bruciante sconfitta dellaguerra di Crimea, per la quale si disse che lo zar morì di dolore. Nicola I ebbe quattro figli, che diedero origine a quattro rami principali della famiglia Romanov: gli Aleksandrovič (cui appartennero i suoi successori sul trono; si sono estinti nella linea primogenita, ma in quella collaterale detta dei Vladimirovič sono ancora esistenti e vantano una degli attuali pretendenti al trono), i Nikolaievič (cui sopravvivono solo due membri maschili e tre femminili), i Konstantinovič (in gran parte uccisi dopo laRivoluzione d'ottobre, si sono estinti in linea maschile nel 1973 ed in quella femminile nel 2007) ed i Michajlovič (tuttora fiorenti, si oppongono alle pretese sulla corona dei Vladimirovič). Se Nicola I come imperatore fu ligio all'autocrazia, come uomo si dimostrò di vedute aperte, scegliendo per i propri figli i migliori educatori, nell'eventualità che questi dovessero regnare. Il figlioCostantino fu un capace riformatore della Marina ed il figlioNikolai fu un buon soldato.
Alessandro II (1855-1881)
Il successore fuAlessandro II, un uomo istruito e intelligente, il cui primo impegno fu riportare la pace tra Russia ed il resto d'Europa. Dell'idea che la pace si ottenesse all'estero con un forte esercito e all'interno con le riforme, riorganizzò le forze armate imperiali, aumentò le libertà delgranducato di Finlandia e nel 1861 abolì laservitù della gleba, guadagnandosi l'appoggio degli intellettuali e dei riformisti, l'odio della nobiltà e dei nichilisti. La sua vita famigliare non fu invece tranquilla: la moglie godeva di cattiva salute per problemi ai polmoni e lui si distraeva con varie amanti, una delle quali, la principessa Caterina Dolgoruki, sposò poco dopo essere rimasto vedovo. Avendo legittimato i figli avuti con quest'ultima, e girando la voce che era pronto a farla incoronare imperatrice, ponendo fine allo status di matrimonio morganatico, nacquero molte tensioni all'interno della famiglia imperiale. In particolare le granduchesse furono scandalizzate al pensiero di venire permanentementeretrocesse dalla principessa Dolgurokaia, poiché per il protocollo l'Imperatrice aveva la precedenza sugli altri membri della famiglia, anche da vedova. Il 13 marzo 1881, mentre stava per depositare una Costituzione che avrebbe reso l'impero unamonarchia liberale, Alessandro II venne ucciso in un attentatonichilista.
Alessandro III (1881-1894)
Nella seconda metà del secolo presero sempre più piede il patriottismo slavo all'insegna di una rinascita culturale e di ideepanslaviste, che spinsero anche la dinastia a cercare di essere "più russa": si richiese ai membri della dinastia un maggiore devozione religiosa allachiesa ortodossa russa, fece la ricomparsa sui volti dei granduchi la barba, simbolo slavo che Pietro il Grande aveva imposto sparisse dai visi dei nobili in linea con la moda occidentale, e si ebbero i primi matrimoni con principesse di altre monarchie slave od ortodosse, e fu perfino permesso, ad alcune principesse dei rami cadetti, di sposare membri dell'alta nobiltà russa, quando fino al 1850 circa i matrimoni dei membri della dinastia erano stati stretti solo con principi di origine germanica.
Ad Alessandro II succedette il figlioAlessandro III, il primo zar con barba e baffi dai tempi diIvan V, morto alla fine del XVII secolo. Era un uomo gigantesco ed imponente, in qualche modo non acuto, di grande vigore, grande pigrizia e modi difficili: spaventato dal destino occorso all'amato padre, governò con forza ed autocrazia la Russia, invertendo molte delle riforme di Alessandro II che avrebbero reso l'impero più liberale. Alessandro III sposòDagmar di Danimarca, la fidanzata del fratello maggiore prima che egli morisse in giovane età, e la coppia ebbe un matrimonio felice che diede sei figli, nonostante le diverse nature e dimensioni: lui imponente ed alto quasi due metri, lei piccola e minuta.
Il figlio maggioreNicola succedette al padre quando questi morì dinefropatia tubulointerstiziale cronica ad appena 49 anni: non ancora preparato al compito, sul letto di morte paterno singhiozzò tra le braccia del giovane cugino e cognato, il granducaAleksandr: "Non sono pronto, non lo voglio. Non sono uno zar". Nicola II mancava di una completa educazione al ruolo, e continuò la politica paterna, in questo consigliato dalla moglieAlessandra Fëdorovna, una principessa tedesca emotivamente fragile e che non conosceva affatto la vera realtà dell'impero russo. La zarina era inoltre oppressa dalla paura e dal senso di colpa per la malattia che aveva trasmesso all'unico figlio maschio ed erede, ilgranduca Alessio: l'emofilia, che rendeva la vita del fanciullo difficoltosa e sempre a rischio. Tutto questo la spinse verso un sempre più forte misticismo e la allontanò dalla corte, dalla nobiltà e anche dalla famiglia imperiale, che non amava frequentare e che non la riamava.
La famiglia Romanov al completo nel 1913Georgij, Ol'ga ed Ekaterina Jurievskie, figli di Alessandro II di Russia e di Ekaterina Dolgorukaja
Quando i Romanov celebrarono il tricentenario dell'ascesa al trono, nel1913, le solennità vennero offuscate da numerosi presagi sinistri: il viso della venerataicona di Nostra Signora di San Teodoro, icona patrona della famiglia, si annerì e il monaco, molto ascoltato dalla zarina,Grigorij Efimovič Rasputin, affermò che il potere dei Romanov sarebbe tramontato se fossero entrati in guerra, e non sarebbe sopravvissuto due anni alla sua morte se alla base di questa ci fosse stato qualcuno dei membri della famiglia.[senza fonte]
L'anno successivo la Russia entrò nellaprima guerra mondiale contro la Germania, da cui proveniva la zarina che, nonostante fosse una fervente ortodossa, divenne il bersaglio dei malumori del popolo: mentre lo zar era al fronte,era lei a dirigere[senza fonte], in maniera infelice, testarda e reazionaria la politica, alienandosi ogni componente della corte e del mondo politico russo. Poiché dava moltissimo ascolto aRasputin, un gruppo di congiurati uccise il monaco il 16 dicembre1916: ideatore dell'omicidio fu il principeFeliks Jusupov, marito della granduchessaIrina Aleksandrovna Romanova, figlia della sorella dello zarXenia, e vi partecipò anche il granducaDmitrij Pavlovič, cugino di primo grado dello zar. Appena due mesi dopo, durante laRivoluzione di Febbraio nel1917, Nicola II fu obbligato ad abdicare al trono per sé e suo figlio in favore del proprio fratelloMichele: avendo questi rifiutato la corona, il regno dei Romanov sulla Russia terminò.
Dopo la Rivoluzione di Febbraio, Nicola II e la sua famiglia vennero posti agli arresti domiciliari dal nuovo governo, mentre parecchi membri della famiglia imperiale, tra cui il cugino granducaKirill, erede presuntivo dopo Michele, riuscirono a stabilire dei buoni rapporti con il governo interinale, avendo così la possibilità di lasciare la Russia prima dellaRivoluzione d'ottobre.
Fuggiti all'estero per salvarsi dal massacro che non li avrebbe risparmiati, i moltissimi membri della Famiglia Imperiale si trasferirono in Francia, negli Stati Uniti d'America, nel Regno Unito, in Italia e presso i parenti che potevano o volevano ospitarli, sposandosi spesso al di fuori delle leggi di famiglia, divorziando e finendo anche coinvolti in scandali.
Nel1991 i corpi di Nicola II, sua moglie, tre dei loro cinque bambini e quattro dei loro servi furono ritrovati e riesumati (anche se alcuni misero in discussione l'autenticità di queste ossa malgrado la prova del DNA): poiché due corpi erano assenti, molti credettero che due dei giovani Romanov si fossero misteriosamente salvati e si discusse molto su chi potessero essere. Uno scienziato russo, tramite sovrapposizione fotografiche, determinò che fossero Maria e Alessio, mentre in seguito uno scienziato statunitense, confrontando i resti dentali, vertebrali e altri, affermò che mancavano i corpi di Anastasia e Alessio. In particolare, molto mistero ha circondato il destino di Anastasia: la sua supposta sopravvivenza dopo il 1917 ha ispirato numerosi libri e soprattutto film più o meno fantasiosi, fra cuiAnastasia del 1956 conIngrid Bergman eAnastasia del 1997 in animazione.
Le analisi sui corpi esumati nel giugno 1991 si sono protratte fino al 1998, mentre era in corso un dibattito se dovessero essere sepolti nuovamente aEkaterinburg o aSan Pietroburgo: una commissione apposita optò per l'antica capitale e così (assieme ai servi leali che morirono con loro) furono composti in una cappella speciale nellacattedrale dei santi Pietro e Paolo vicino alle tombe dei loro antenati.
Sul punto in cui si ergevaCasa Ipat'ev è stata recentemente costruita laChiesa sul sangue. Dopo anni di polemica, Nicola II e la sua famiglia furonocanonizzati comeportatori di passione dallachiesa ortodossa russa nel 2000: nell'ortodossia, unportatore di passione è un santo a tutti gli effetti, ma martirizzato per motivi non religiosi.
Nel settembre 2006, l'imperatriceMaria Fedorovna, consorte di Alessandro III, venne sepolta nella medesima cattedrale accanto al marito: fuggita dalla Russia ai tempi della rivoluzione, aveva passato gli ultimi anni in esilio nella nativa Danimarca, venendo dapprima sepolta nellacattedrale di Roskilde. Il trasferimento dei suoi resti venne accompagnato da cerimonie elaborate, compresa una messa celebrata nella chiesa di Sant'Isacco dal patriarca. Erano presenti i principiDimitrij eNicola Romanovič Romanov, il principe Michail Andreevič (fratello del pittore Andrej Andreevič) e la principessa Ekaterina Ivanovna, figlia del principeIvan Konstantinovič Romanov: quest'ultima, che aveva allora 90 anni e sarebbe morta l'anno seguente aMontevideo, era l'ultimo membro della famiglia imperiale nato prima della caduta della dinastia e doveva infine trasformarsi nell'ultimo incontestato membro vivente della Casa Imperiale.
Il 23 agosto2007 uno dei prosecutori dell'inchiesta sui due corpi scomparsi, Sergej Pogorelov, ha dichiarato da Ekaterinburg che «delle ossa trovate in un'area di terra bruciata presso Ekaterinburg appartengono a un ragazzo e a una ragazza all'incirca della stessa età di Aleksej e di una delle sue due più giovani sorelle».[1] Lo scienziato locale Nikolaj Nevolin dichiarò che un test sui resti sarebbe presto stato avviato. Il 28 settembre è stato annunciato dalle autorità regionali che la probabilità che le ossa appartengano ai due figli di Nicola II "è molto alta".[2]
Il 30 aprile2008, in seguito alla pubblicazione dei test del DNA da parte del laboratorio USA che aveva in esame i resti ritrovati nell'estate, vengono definitivamente identificati i corpi della granduchessa Maria e dello zarevic Aleksej. Lo stesso giorno le autorità russe comunicano ufficialmente che l'intera famiglia è stata identificata.[3]
Simon Sebag Montefiore,I Romanov, 1613-1918 (The Romanovs: 1613-1918, 2016), traduzione di M. Parizzi e C. Rizzo, Collezione Le Scie. Nuova serie stranieri, Milano, Mondadori, 2017,ISBN978-88-04-67659-1.