Il comune è compreso nell'altavalle del Gizio. Fa parte del comune di Rocca Pia quasi tutto l'altopiano delle Cinquemiglia. La fama di questo altopiano deriva dal fatto che attraversarlo d'inverno era proibitivo per le condizioni meteorologiche avverse. Infatti capitava spesso che morissero persone avventuratesi sull'altipiano e incappate in una bufera di neve. Si ricorda nel febbraio del 1528 la morte di trecento soldati appartenenti alla "lega santissima" dellaRepubblica di Venezia che erano andati a combattere controCarlo V d'Asburgo e, nel marzo dell'anno successivo, di cinquecento soldati tedeschi, all'ordine delprincipe d'OrangeFiliberto di Chalon, mentre tornavano dall'Aquila.
Le prime notizie riguardanti Rocca Pia risalgono intorno al X secolo allorché ilduca di Spoleto, passando da queste parti, donò aimonaci volturnensi la chiesa di San Marcelloin loco Florine, i cui resti sono ancora visibili nei pressi dell'abitato di Rocca Pia. Il paese ha avuto diverse denominazioni: inizialmente eraFlorina, ma ben presto venne chiamatoVallescura oRocca Valleoscura, da quando venne costruito il castello verso il XIII secolo. La denominazione trae origine dal fatto che il paese è posto in una stretta valle esposta a nord e circondata da alte montagne.
Quando ilRegno di Napoli, di cui faceva parte il villaggio, passò sotto il dominio dei francesi conGioacchino Murat, il paese prese il nome diRocca Letizia in onore della madre diNapoleone Bonaparte. Questo nome, comunque, non venne pressoché mai usato perché con il ritorno diFerdinando di Borbone venne annullato il decreto di Murat e ritornò l'antico nome di Vallescura.
In occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, una delegazione dei monarchici che hanno cura delle spoglie dei reali sabaudi presso ilPantheon aRoma ha voluto erigere un cippo commemorativo in onore di Vittorio Emanuele II che passò, appunto, lungo lavia degli Abruzzi.
«Di azzurro, alcastello di argento, murato, chiuso e finestrato di due di nero, torricellato di tre pezzi merlati alla guelfa di quattro, muniti ciascuno di due finestrelle tonde, poste in fascia, di nero, la torre centrale, più alta e più larga, caricata dall'elemento grafico, di nero, formato da due ellissi, unite, con l'asse maggiore posto in fascia, e dalla croce latina, attraversante, esso castello sormontato dalsole d'oro e fondato sullapianura di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta, in lettere maiuscole di nero, UNIVERSITAS ROCCAE VALLIS OBSCURAE. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
L'edificio di culto originario è risalente al XIII secolo e fu modificata nel XVI secolo. Distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, nella notte di Natale del 1943, la chiesa fu successivamente ricostruita. Ha un impianto rettangolare, con facciata gotica, abbellita da rosone e portale rinascimentale. La parte retrostante ha un accenno di abside, spezzato però dalle case che attorniano l'edificio. Il campanile è quadrangolare. L'interno, a navata unica, ha sobrie decorazioni barocche e un dipinto dell'Assunta.
Chiesa rurale della Madonna del Casale
Chiesa rurale della Madonna del Casale
Chiesa di campagna, sita fuori dal paese. Si trova in località Colleguidone-Casale e fu costruita nel XIII secolo. Il portale gotico è datato 1315 ed ha una lunetta che un tempo era affrescata; e rimane un rilievo dell'agnello crocifisso. Sulle mura in pietra della pianta rettangolare ci sono graffiti dei viandanti e dei transumanti, databili dal XVII secolo alla metà del XIX secolo, quando i piemontesi assediarono i briganti asserragliati a Rocca Pia dopo l'Unità d'Italia. Il campanile laterale è un torrione di avvistamento, forse risalente all'epoca normanna. L'interno a navata unica possiede presbiterio e abside semicircolare, con un affresco medievale dell'Annunciazione. Altri affreschi mostrano scene delNuovo Testamento.
Chiesa di San Rocco
Risale al XVII secolo ed è situata nella parte bassa all'ingresso del borgo.
Chiesetta della Madonna delle Grazie
Risale al XVI secolo e si trova nella parte alta fuori dal paese.
È stata la residenza ducale dei proprietari del borgo, costruito nel XVI secolo, dopo l'abbandono del castello. Il palazzo a pianta rettangolare è realizzato in pietra, con finestre strette che ricordano lo stile gotico. In passato era fortificato, come dimostra la torre di avvistamento laterale, ora divenuta torre dell'orologio.
Il castello fu costruito su uno sperone roccioso che sovrasta il paese. Fu costruito in epoca normanna (XI secolo) e poi posseduto, assieme al feudo, dalla diocesi diValva. Nel 1173 il feudo fu donato a Gualtiero di Girardo dal conte Oddone diPettorano sul Gizio; successivamente, nel XIII secolo, il castello è citato nelCatalogus baronum. Nel XV secolo fu possesso deiCaldora e deiCantelmo. In seguito iniziò a decadere, perché nel borgo era stato costruito un nuovo palazzo ducale. Del castello rimangono solo rovine, ma è leggibile la pianta triangolare con torri di difesa. Una porzione del torrione normanno è sita nell'avamposto superiore, mentre una torre di epoca dei Cantelmo è ben conservata: pianta circolare a scarpa, con merlature e beccatelli superiori. Si conservano anche porzioni delle mura.