| Roberto Maroni | |
|---|---|
| Presidente della Regione Lombardia | |
| Durata mandato | 18 marzo 2013 – 26 marzo 2018 |
| Predecessore | Roberto Formigoni |
| Successore | Attilio Fontana |
| Segretario federale della Lega Nord | |
| Durata mandato | 1º luglio 2012 – 15 dicembre 2013 |
| Presidente | Umberto Bossi |
| Predecessore | Umberto Bossi |
| Successore | Matteo Salvini |
| Vicepresidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 |
| Contitolare | Giuseppe Tatarella |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Claudio Martelli |
| Successore | Walter Veltroni |
| Ministro dell'interno | |
| Durata mandato | 11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Nicola Mancino |
| Successore | Antonio Brancaccio |
| Durata mandato | 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011 |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Giuliano Amato |
| Successore | Annamaria Cancellieri |
| Ministro del lavoro e delle politiche sociali | |
| Durata mandato | 11 giugno 2001 – 17 maggio 2006 |
| Capo del governo | Silvio Berlusconi |
| Predecessore | Cesare Salvi |
| Successore | Cesare Damiano |
| Deputato della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 23 aprile 1992 – 14 marzo 2013 |
| Legislatura | XI, XII, XIII, XIV, XV, XVI |
| Gruppo parlamentare | XI-XII:Lega Nord XIII:Lega Nord Padania XIV:Lega Nord Federazione Padana XV-XVI:Lega Nord Padania |
| Coalizione | XII:Polo delle Libertà XIV-XV:Casa delle Libertà XVI:Centro-destra 2008 |
| Circoscrizione | XI:Como XII;XIV-XVI:Lombardia 2 XIII:Lombardia 1 |
| Collegio | XII;XIV:1. Varese |
| Incarichi parlamentari | |
XI-XII legislatura:
XV legislatura:
| |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | DP(1978-1979) LL(1982-2022) LN(1989-2022) LSP(2017-2022) |
| Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
| Università | Università degli Studi di Milano |
| Professione | Avvocato |
| Firma | |
Roberto Ernesto Maroni (Varese,15 marzo1955 –Lozza,22 novembre2022) è stato unpoliticoitaliano, esponente di spicco dellaLega Nord e segretario federale di quest'ultima dal 2012 al 2013. Oltre chedeputato per sei legislature consecutive, ha più volte ricoperto la carica diministro della Repubblica Italiana: prima comeministro dell'interno nei governiBerlusconi I eIV e poi comeministro del lavoro e delle politiche sociali nei governiBerlusconi II eIII. Dal 2013 al 2018 ha anche ricoperto la carica dipresidente della Regione Lombardia.
Nato aVarese e cresciuto aLozza (Varese), paese di origine ancestrale della famiglia[1], Maroni crebbe frequentando gli ambienti dell'oratorio e della parrocchia come chierichetto e organista.[2][3] Studiò alliceo classico "Ernesto Cairoli" a Varese, dove fu allievo del professorecattolicomarxista Cesare Revelli che lo indirizzò alla politica.[4][2][5] Il giovane Maroni per buona parte della sua adolescenza frequentò formazioni politiche diestrema sinistra: nell'ambito delSessantotto militò in vari gruppi politicimarxisti-leninisti attivi a Varese, in particolare nelMovimento Studentesco,[6][7] e fino al 1979 inDemocrazia Proletaria.[8] In questo periodo ebbe un'esperienza come conduttore radiofonico nellaradio liberaRadio Varese, dove si occupò di un programma dedicato al folclore locale.[9][10][11][12]
Tra i banchi del liceo Cairoli conobbe Emilia Macchi, figlia di uno dei fondatori della storica aziendaAermacchi,[13] che sposò nel 1983[14] e dalla quale avrebbe poi avuto i tre figli Chelo, Filippo e Fabrizio.[13][15] Laureatosi ingiurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano, Maroni si recò aL'Aquila per sostenere l'esame di Stato da procuratore e iniziò a lavorare come praticante avvocato presso l'avvocato Calligari a Varese, oltre a collaborare con un giornale locale.[16][17] Dopo ilservizio militare, tra il 1981 e il 1992 lavorò nell'ufficio legale di diverse società: allaBanca d'America, alBanco Ambrosiano e allaBanca del Monte aMilano e allaAvon aOlgiate Comasco, divenendo dirigente in quest'ultima.[18][19] A partire dal 1983 e per il resto della sua vita Maroni ricoprì il ruolo di tastierista, suonando l'organo Hammond, nel gruppo varesino dei Distretto 51.[20][21] Famosa sarebbe poi divenuta la sua passione per ilMilan.[22]
Il primo incontro tra Maroni eUmberto Bossi avvenne nel 1979, nell'ambito di un progetto di lottizzazione di Lozza, osteggiato dall'amico e vicino di casa di Maroni, Andrea Brianza; quest'ultimo, conosciuto e sostenuto da Bossi, presentò l'attivista a Maroni. Tra i due iniziò quindi una breve collaborazione sui temi dell'autonomismo; si impegnarono in particolare ad affiggere clandestinamente manifesti e a tracciare scritte sui muri.[23][24] Maroni si rese partecipe nella società editoriale Nord Ovest, fondata insieme a Bossi eBruno Salvadori dell'Union Valdôtaine, contribuendo poi a pagarne i debiti,[16][21] e nell'Unolpa (Unione Nord-Occidentale Lombarda per l'Autonomia), fondata da Bossi. Dopo una lunga parentesi dedicata agli impieghi professionali, l'impegno politico di Maroni riprese nel 1989, in seguito alla fondazione dellaLega Nord. Nel 1990, su invito di Bossi, Maroni divenne segretario provinciale dellaLega Lombarda a Varese.[25][26] Alleelezioni amministrative del 1990 Maroni venne eletto consigliere comunale e alleelezioni politiche del 1992 venne eletto allaCamera dei deputati, dove assunse la carica di vicecapogruppo leghista.[27][28] Sempre nel 1992 alleelezioni amministrative, culminate nell'elezione a Varese diRaimondo Fassa, primo sindaco leghista in una città capoluogo di provincia, Maroni risultò il candidato più votato e venne nominato assessore al commercio e alla polizia urbana[29] e in seguito assessore alle risorse finanziarie.[30]
Dopo la vittoria elettorale delPolo delle Libertà alleelezioni politiche del 1994 e il successivoincarico di formare un esecutivo presieduto daSilvio Berlusconi, venne nominatoMinistro dell'interno eVicepresidente del Consiglio dei ministri in quota Lega nelgoverno Berlusconi I; diventò così il primo politico nondemocristiano dellastoria repubblicana ad assumere la titolarità delMinistero dell'interno[N 1]. In quei mesi si distinse per la polemica instaurata in merito al decreto Biondi sull'abolizione dellacustodia cautelare, che suscitò numerose polemiche in quanto secondo le accuse il decreto favoriva le persone coinvolte inTangentopoli e serviva a proteggere certe categorie economiche privilegiate[31]. Il decreto fu firmato da Maroni stesso[32], oltre che dall'alloraministro di grazia e giustiziaAlfredo Biondi. Il giorno successivo Maroni accusò di essere stato imbrogliato e di non aver compreso realmente l'entità del provvedimento: «Faccio autocritica perché il governo ha dato l'impressione di voler proteggere alcuni amici».[33] Si trattò di un segnale di crisi, primo indizio dell'uscita della Lega dalla coalizione di maggioranza, con la conseguente caduta del governo Berlusconi avvenuta qualche mese dopo leelezioni politiche del 1994. Maroni si oppose alla sfiducia, ricevendo per questo feroci critiche da Bossi e rimase temporaneamente fuori dalla Lega.[34][35]

A partire dal 1996 Maroni fu al fianco di Bossi nella svolta secessionista della Lega Nord.[36] Il 12 agosto 1996 il procuratore diVerona avviò delle indagini sulla Guardia Nazionale Padana, sospettata di essere un'organizzazione paramilitare,[37][38][39] e in occasione della dichiarazione d'indipendenza dellaPadania, avvenuta aVenezia il 15 settembre 1996, venne indagato dalla magistratura per reati legati al vilipendio dell'unità nazionale.
Il 18 settembre venne così disposta la perquisizione delle residenze diCorinto Marchini,Enzo Flego eSandrino Speri. Due pattuglie dellaDIGOS si presentarono alla sede della Lega di via Bellerio a Milano. A tale perquisizione si opposero alcuni leghisti, tra i quali Maroni, che ne contestavano la validità.[40] Marchini aveva indicato come proprio ufficio una stanza che si rivelò invece essere, come scritto sulla porta, l'ufficio di Roberto Maroni; nessun altro locale venne identificato come un possibile ufficio dell'indagato. Il procuratore decise di ignorare tale informazione e di far perquisire ugualmente l'ufficio. Si contarono contusi da entrambe le parti e Maroni, caricato su una barella, venne portato in ospedale.[41]
Maroni venne imputato a Verona nel 1996 come ex capo delle camicie verdi, insieme ad altri quarantaquattro leghisti, con le accuse di attentato contro la Costituzione e l'integrità dello Stato e creazione di struttura paramilitare fuorilegge.[42][43] Tuttavia, i primi due reati contestati sono stati ampiamente ridimensionati dalla legge 24 febbraio 2006, nº 85[44] varata dal centrodestra allo scadere della legislatura.[45][46] Restava in piedi solo il terzo, ma anche da questo Maroni ottiene il non luogo a procedere nel dicembre2009.[47] Il 1º ottobre 2010, dopo le pause di qualche anno per aspettare la delibera prima dellaCorte di giustizia dell'Unione europea e poi dellaCorte costituzionale, sulla posizione dei 36 indagati che al tempo ricoprivano cariche di eurodeputato o di parlamentare, la difesa ha sollevato un'eccezione, con riferimento all'entrata in vigore imminente, l'8 ottobre, del nuovocodice dell'ordinamento militare che abroga l'associazione a carattere militare.[48][49] Il 26 febbraio 2012 il giudice ha sollevato dubbio di legittimità sui 2 decreti con cui nel2010 il governo Berlusconi aveva cancellato articoli di legge per il reato di associazione militare con fini politici.[50]
Il 16 settembre 1998 Roberto Maroni fu condannato in primo grado a 8 mesi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale,[51][52] per aver tentato di mordere un polpaccio[53] a un agente di polizia incaricato di perquisire la sede del partito in via Bellerio a Milano. La Corte di appello di Milano il 19 dicembre2001 ha confermato la decisione di primo grado riducendo la pena a 4 mesi e 20 giorni perché nel frattempo il reato di oltraggio era stato abrogato.[54] LaCassazione nel 2004 ha poi confermato la condanna commutandola però in una pena pecuniaria di 5 320 euro.[55] Per la Suprema Corte «la resistenza» di Maroni e degli altri leghisti «non risultava motivata da valori etici, mentre la provocazione era esclusa dal fatto che non si era in presenza di un comportamento oggettivamente ingiusto ad opera dei pubblici ufficiali». In modo particolare gli atti compiuti da Maroni sono stati ritenuti «inspiegabili episodi di resistenza attiva [...] e proprio per questo del tutto ingiustificabili».[56]
L'8 giugno 2001Massimo Dolazza, guardia del corpo di Umberto Bossi, responsabile della sicurezza della Lega e senatore nellaXII eXIII legislatura[57], pubblicò un'intervista, seguita da un libro-inchiesta, nel quale denunciava i legami trasversali dei partiti politici col gruppoFinmeccanica. Nel capitolo conclusivo riportò il caso della ex moglie di Roberto Maroni, Emilia Macchi, all'epoca direttore delle risorse umane della Aermacchi. Mentre Dolazza non venne ricandidato alle elezioni politiche e ritornò a ricoprire il ruolo di consigliere leghista aStezzano[57], Maroni iniziò a lavorare nell'ambito della nuova coalizione dellaCasa delle Libertà quale delegato leghista alla definizione del programma per leelezioni politiche del 2001, nelle quali venne rieletto deputato nel collegio uninominale di Varese.[58][59]
A partire da giugno 2001 Maroni ricoprì l'incarico diministro del lavoro e delle politiche sociali nei governiBerlusconi II eIII, avvalendosi della collaborazione del giuslavoristaMarco Biagi, chevenne tuttavia assassinato dalleNuove Brigate Rosse, malgrado la sollecitazione del ministro a rinnovargli la scorta.[60] Tra le norme volute da Maroni vi fu lalegge delega 23 agosto 2004, nº 243 e il successivo decreto legislativo 5 dicembre 2005, nº 252 in base ai quali venne innalzata l'età pensionabile dai cinquantasette ai sessant'anni; la manovra entrò in vigore nel 2008 e venne aspramente criticata dalle forze dicentro-sinistra; ilgoverno Prodi II procedette poi a rimodularlo. A partire dal 2004 cominciò a stringersi attorno a Bossi il cosiddetto "cerchio magico", composto dai suoi collaboratori più vicini, dal quale però Maroni si vide escluso.[61]
Alleelezioni politiche del 2006 Maroni venne rieletto deputato tra le liste dellaLega Nord-Movimento per l'Autonomia nellacircoscrizione Lombardia 2 in seconda posizione. NellaXV legislatura è stato membro della3ª Commissione Affari esteri e comunitari, segretario dellaGiunta delle elezioni e capogruppo del gruppo parlamentare della LegaLega Nord Padania alla Camera.
Nel settembre 2006 fece scalpore la dichiarazione di Maroni aVanity Fair nella quale asseriva di scaricaremusica digitale illegalmente[62]: la provocazione, a suo avviso, serviva a portare il caso della difficile reperibilità dell'MP3 a basso costo nel web al Parlamento. Il fatto costrinse laFederazione Industria Musicale Italiana a emettere un comunicato stampa in cui condannarono le parole dell'ex-ministro, affermando che oltre sedici milioni di download legali venivano effettuati ogni anno in Italia.[63]
Alleelezioni comunali in Emilia-Romagna del 2007 si candidò al consiglio comunale diPorretta Terme, senza però essere eletto. Diventò poi consigliere comunale nel 2009 in seguito alla rinuncia di altri suoi colleghi di opposizione, ma il 3 luglio 2010 l'edizione locale delResto del Carlino diede la notizia delle sue dimissioni, rassegnate per mancanza di tempo.[64]
Il 7 maggio 2008Silvio Berlusconi affidò nuovamente a Maroni l'incarico di ministro dell'interno. La sua proposta di prendere le impronte digitali a chi non fosse in grado di documentare la propria identità, con particolare attenzione ai bambinirom, venne da lui definita «un provvedimento atto a tutelare i minori stessi, obbligati dai genitori ad andare a rubare o mendicare», mentre gli oppositori la definirono «un atto xenofobo e razzista, che costringe i bambini a pagare per colpe non loro».
Il 20 maggio il consiglio dei ministri approvò il decreto sicurezza 23 maggio 2008, nº 92[N 2] varato da Maroni. Tra i provvedimenti principali vi furono la confisca degli appartamenti affittati a stranieri in condizioni di clandestinità, l'aumento della pena per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, l'introduzione della possibilità per i sindaci di adottare provvedimenti urgenti in caso di gravi pericoli per l'incolumità pubblica o per la sicurezza urbana, l'estensione delle attività dellapolizia municipale, modifiche al codice di procedura penale per ampliare le fattispecie penali perseguibili con il rito del giudizio direttissimo e con quello del giudizio immediato, l'ampliamento dei casi in cui non può essere disposta la sospensione dell'esecuzione della pena, l'attribuzione alprocuratore della Repubblica del potere di proporre l'adozione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e dell'obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, il divieto di patteggiamento in appello per i reati dimafia e specifiche norme per rendere più facile la distruzione delle merci contraffatte.

Ildecreto Maroni fu invece un pacchetto di norme approvato dalSenato nell'aprile 2009 che previde l'introduzione del reato distalking, il carcere obbligatorio per chi fosse sospettato di reati di violenza sessuale, prostituzione minorile,pedopornografia oturismo sessuale e l'istituzione dellatessera del tifoso.
L'impegno contro lamafia, avviato insieme adAngelino Alfano, fu lodato da svariate personalità, tra le qualipadre Luigi Ciotti eRoberto Saviano. Lo stesso Saviano tuttavia lanciò in televisione accuse alla Lega Nord, che secondo lui sarebbe stata collusa con la'ndrangheta; Maroni partecipò alla puntata successiva dello stesso programma per ribattere personalmente a tali affermazioni.[65]
Durante il suo mandato laCorte europea dei diritti dell'uomo condannò lo Stato italiano per aver respinto verso laLibia un gruppo di profughi africani intercettato dalle autorità italiane a sud diLampedusa. Secondo la corte era stata violata laConvenzione europea per i diritti dell'uomo «che proibisce trattamenti inumani e degradanti, perché i ricorrenti sono stati esposti al rischio di maltrattamenti in Libia e del ritorno in Somalia ed Eritrea». Venne riscontrata anche una 'violazione dell'articolo 4 del protocollo 4', che si riferisce al divieto delle espulsioni collettive.[66]
Nel 2009 Maroni venne indagato a Milano per finanziamento illecito, relativamente a somme ricevute tra il 2007 e il 2008 per consulenze dalla società Mythos. Nel 2010 però la procura di Roma chiese l'archiviazione del caso, che venne poi disposta dalGIP della capitale, essendo stato accertato dal pubblico ministero che «quei soldi erano il pagamento di una consulenza legale resa regolarmente da Maroni alla Mythos».[67][68][69][70][71][72]
All'interno della Lega Maroni assunse posizioni politiche molto spesso contrastanti rispetto a quelle decise da Bossi e la sua cerchia più stretta, creando una propria corrente, quella dei "barbari sognanti",[2] in contrapposizione al "cerchio magico" attorno a Bossi.[61] Dal 2007 al 2011 Maroni fu inoltre il secondo presidente delParlamento del Nord e in precedenza ricoprì anche l'incarico di primo ministro della Padania, succedendo aFrancesco Speroni. Nel dicembre 2011 venne inoltre nominato presidente della Commissione Cittadinanza, Immigrazione, Sicurezza del Parlamento del Nord.
Dal 5 aprile 2012, in seguito allo scandalo Belsito e delle conseguenti dimissioni di Bossi dalla carica di segretario federale del partito, Maroni fece parte insieme aRoberto Calderoli e aManuela Dal Lago del comitato incaricato dal partito di occuparsi transitoriamente della gestione ordinaria dello stesso, fino alla celebrazione del congresso federale svoltosi nelle giornate di sabato 30 giugno e domenica 1º luglio.[73][74] Il 1º luglio 2012, durante il congresso federale tenutosi alMediolanum Forum, Maroni venne eletto a maggioranza segretario federale della Lega Nord.[75][76] Il nuovo segretario iniziò a rinnovare l'assetto organizzativo nominando tre vicesegretari:Giacomo Stucchi,Federico Caner eElena Maccanti;Roberto Calderoli diventò il responsabile federale organizzativo del territorio.[77] Il simbolo del partito venne modificato, in quanto il nome del precedente leader (Bossi) scomparve e non venne sostituito con il nome del nuovo segretario, ma con la dicituraPadania.[78]
Il 29 gennaio 2013 annunciò che si sarebbe dimesso dalla segreteria in seguito alleelezioni regionali del 2013, sia in caso di vittoria ed elezione a presidente della Lombardia, per poter guidare istituzionalmente la creazione dell'Euroregione del Nord, sia in caso di sconfitta, dicendo di ritenere «un leader che si candida non può riciclarsi se viene sconfitto».[79] Il 2 settembre 2013, dopo aver vinto le elezioni in Lombardia, coerentemente con quanto dichiarato, annunciò le dimissioni da segretario per dedicarsi all'impegno come presidente regionale. Dichiarò inoltre che il congresso del partito sarebbe avvenuto entro la fine dell'anno.[80] Il 7 dicembre si svolsero leprimarie degli iscritti, che elessero nuovo segretario federaleMatteo Salvini.[81] Il 15 dicembre, al congresso federale straordinario tenutosi aTorino, a Maroni succedette ufficialmente Salvini.[82][83]
Nell'ottobre 2012 venne ufficializzata la candidatura di Maroni alla presidenza dellaregione Lombardia nelle elezioni regionali del 2013.[84] Alla coalizione che faceva capo a Maroni presero parte la Lega Nord,il Popolo della Libertà,la Destra[85] e varie liste civiche, oltre al presidente uscenteRoberto Formigoni.[86] Il 26 febbraio 2013 venne eletto presidente della regione con2456921 voti e il 42,81% delle preferenze contro il 38,24% ottenuto daUmberto Ambrosoli, secondo classificato tra i candidati presidenti. NelConsiglio regionale della Lombardia venne iscritto al gruppo della Lista Maroni Presidente. Durante la sua presidenza della regione venne varata una riforma della sanità che, tra le altre cose, unificava gli assessorati regionali di sanità e welfare. Come presidente della regione, Maroni si fece inoltre promotore delreferendum consultivo sull'autonomia svoltosi nel 2017. Nel 2016 si candidò inoltre al consiglio comunale di Varese tra le file della Lega Nord, risultando poi eletto.
Il 14 luglio 2014 Maroni venne iscritto nel registro degli indagati dalla procura diBusto Arsizio per «induzione indebita a dare o promettere utilità per presunte irregolarità» inerenti due contratti di collaborazione a termine su progetti relativi alla fiera universaleExpo 2015. Con lo stesso capo di imputazione venne notificato un avviso di garanzia anche a Giacomo Ciriello, capo della sua segreteria.[87][88] Il 3 giugno 2015 ricevette l'avviso di garanzia della chiusura delle indagini preliminari.[89] Dopo essere stato condannato in primo grado e in appello a un anno di reclusione, è stato infine assolto in Cassazione nel novembre 2020.[90]
L'8 gennaio 2018, durante una conferenza stampa, Maroni annunciò la volontà di non correre per un secondo mandato alleelezioni regionali previste per il 4 marzo 2018 per motivi personali e lanciò la candidatura dell'ex sindaco di VareseAttilio Fontana, sostenuta daLega,Forza Italia eFratelli d'Italia; proprio Fontana verrà eletto suo successore aPalazzo Lombardia.[91] Nel 2020 Maroni venne nuovamente rinviato a giudizio con l'accusa di aver favorito un'altra sua collaboratrice quando era presidente della regione.[92] Il processo venne tuttavia rinviato alla fine del 2021, su richiesta della difesa, per gravi motivi di salute dell'imputato.[93]
In seguito alla fine del suo mandato da presidente di regione, Maroni avviò una collaborazione con ilFoglio[94] e tenne un proprio blog sull'HuffPost.[95] Continuò a suonare l'organo Hammond nei Distretto 51 e, appassionato di vela, effettuò nel 2018 la traversata atlantica in catamarano con cinque amici.[96]
Nel 2020 entrò nel consiglio di amministrazione delGruppo ospedaliero San Donato[97] e nel settembre dello stesso anno, in un'intervista allaPrealpina, ufficializzò la sua candidatura a sindaco di Varese, in vista delle elezioni comunali del 2021. Il 6 giugno 2021, tuttavia, lo stesso Maroni comunicò il ritiro della candidatura per gravi problemi di salute, annunciando di essere affetto da untumore al cervello.[98] Il 20 ottobre 2021, nominato dal ministroLuciana Lamorgese, si insediò come presidente della consulta per l'attuazione del protocollo d'intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato, organo del Ministero dell'interno.[99]
Morì il 22 novembre 2022, all'età di 67 anni, nella sua casa a Lozza, a causa dell'aggravarsi della malattia[53]. I funerali di Stato, deliberati all'unanimità dal Consiglio dei ministri, sono stati celebrati il 25 novembre nellaBasilica di San Vittore a Varese dal Vescovo ausiliare di MilanoGiuseppe Vegezzi, alla presenza di numerose autorità politiche locali e nazionali.[100]
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| Predecessore | Presidente della Regione Lombardia | Successore | |
|---|---|---|---|
| Roberto Formigoni | 18 marzo 2013 – 26 marzo 2018 | Attilio Fontana |
| Predecessore | Segretario federale della Lega Nord | Successore | |
|---|---|---|---|
| Umberto Bossi | 1º luglio 2012 – 15 dicembre 2013 | Matteo Salvini |
| Predecessore | Ministro dell'interno | Successore | |
|---|---|---|---|
| Nicola Mancino | 10 maggio 1994 – 17 gennaio 1995 | Antonio Brancaccio | I |
| Giuliano Amato | 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011 | Annamaria Cancellieri | II |
| Predecessore | Capogruppo dellaLega Nord Padania allaCamera dei deputati | Successore | |
|---|---|---|---|
| Marco Formentini | 8 luglio 1993 – 12 maggio 1994 | Pierluigi Petrini | I |
| Andrea Gibelli | 3 maggio 2006 – 28 aprile 2008 | Roberto Cota | II |
| Predecessore | Ministro del lavoro e delle politiche sociali | Successore | |
|---|---|---|---|
| Cesare Salvi | 11 giugno 2001 – 17 maggio 2006 | Cesare Damiano |
| Piero Bassetti(1970-1974) ·Cesare Golfari(1974-1979) ·Giuseppe Guzzetti(1979-1987) ·Bruno Tabacci(1987-1989) ·Giuseppe Giovenzana(1989-1992) ·Fiorella Ghilardotti(1992-1994) ·Paolo Arrigoni(1994-1995) ·Roberto Formigoni(1995-2013) ·Roberto Maroni(2013-2018) ·Attilio Fontana(dal 2018) |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 53418922 ·ISNI(EN) 0000 0000 7860 450X ·SBNLO1V139819 ·LCCN(EN) n96072828 ·GND(DE) 11926711X |
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