A livello nazionale è la prima squadra in Argentina per numero di titoli ufficiali vinti: 54. Nella bacheca del club figurano: 38campionati (record) e 16 coppe nazionali. Complessivamente il club si è aggiudicato 72 trofei ufficiali, 54 nazionali e 18 internazionali, che la rendono la seconda squadra più vincente in Argentina dietro il Boca Juniors (74) e davanti a Independiente (45), Racing Club (41) e San Lorenzo (22); e una delle più blasonate al mondo.
Insieme aBoca Juniors,Independiente,Racing Club eSan Lorenzo forma le cosiddette "cinque grandi" del calcio argentino.La rivalità più accesa è con il Boca Juniors con cui disputa ilSuperclásico. Il River Plate figura al primo posto dellaclassifica perpetua della Primera División argentina con il record di vittorie, punti ottenuti e gol segnati in massima serie ed è anche la squadra argentina di maggiore successo in patria, con 38 campionati vinti e 34 secondi posti ottenuti. Sulle 134 edizioni del campionato sinora disputate ha raggiunto il primo e secondo posto nel 52,24% dei casi. Nel ranking mondiale delle squadre di club stilato dall'IFHHS per il periodo 1991-2009 il River Plate occupa la nona posizione, primo tra i club dellaCONMEBOL. Dal 2000 la medesima istituzione internazionale ha nominato il River "miglior club del mese" per quattro volte. Lo stesso organismo ha inserito, dopo un sondaggio condotto tra gli abbonati della rivista ufficiale dellaFIFAFIFA World Magazine, il River al nono posto,ex aequo conFlamengo eMilan, nella classifica deiMigliori club del XX secolo FIFA, dove è risultato il primo club argentino.
La fase embrionale delle vicissitudini che portarono alla nascita del River Plate affonda le sue radici negli ultimi anni delXIX secolo, quando gli equipaggi delle naviinglesi ancorate nelladarsena diBuenos Aires iniziarono a dare i primi calci al pallone negli spazi vuoti a poca distanza dalRío Matanza. Presto iporteños (gli abitanti di Buenos Aires) impararono a praticare questa nuova disciplina sportiva e, tra gli altri, i fratelli Brown fondarono il clubAlumni, che in quel periodo ottenne grande popolarità in tutta la capitale.
Nel frattempo, anche allaBoca i giovani iniziarono a coltivare la loro passione per il calcio, arrivando a gareggiare con i marinai inglesi, i "padri" del football, e a vincere, fondando un club. All'inizio pensarono di chiamarloJuventud Boquense ("Gioventù della Boca") ma vi furono membri che non erano d'accordo e che vollero chiamarloRosales, in omaggio ad un veliero che era affondato in quei giorni.
Qualche tempo dopo, un gruppo di giovani di originegenovese che giocavano a calcio nello spazio vuoto vicino all'edificio della societàcarbonifera Wilson, volle fare della loro squadra un club e la chiamòSanta Rosa, perché il giorno in cui lo fondarono era il 30 agosto, ricorrenza di Santa Rosa.
Poco dopo, ilRosales e ilSanta Rosa si unirono in un'unica società e decisero su proposta del socio Livio Ratto di chiamarla con il nome attuale. La leggenda narra che uno dei fondatori (Martínez) stesse guardando dei marinai giocare a pallone nel porto della Boca, quando notò delle casse ammassate vicino agli inglesi, con sopra scrittoThe River Plate (trasposizione inglese diRio de la Plata).
La squadra che ha ottenuto la promozione in prima divisione nel 1908
Nacque così ilRiver Plate, che secondo la targa posta nel portico della chiesa di San Juan alla Boca, fu fondato il 25 maggio1901 da E. Salvarezza, E. Balza,L. Bard, G. Pita,L. Ratto, P. Martinez,E. Zanni e G. Bonino. Successivamente il consiglio del River si trasferì prima nelbarrioPalermo, zona di immigrati italiani, poi, nel1923, nel ricco quartiere diBelgrano, nella Buenos Aires nord, dove ha la sede tuttora. Come colori del club furono presi ilbianco e ilrosso. Presidente fu eletto il genovese Salvarezza, precedentemente rappresentante del Santa Rosa, e tesoriere un altro genovese, Ratto. La prima formazione fu: Moltedo, Ratto, Cevallos, Peralta, Carrega, Bard, Kitzler, Martínez, Flores, Zanni e Messina (la formazione annoverava ben 6 giocatori originari di Genova).
La prima partita ufficiale di cui si hanno notizie risale al 30 aprile1905, fu giocata contro laFacultad de Medicina e fu una sconfitta per 3-2. Il 7 maggio dello stesso anno ci fu la prima vittoria, 4-3 alGeneral Belgrano. Il 27 dicembre1908 il River vinse lo spareggio per la promozione in prima divisione e da quella data fino al 26 giugno 2011 ha sempre partecipato alla massima serie del campionato argentino.
Come curiosità si può ricordare che nel1905, proprio alla Boca, venne fondato ilBoca Juniors: le due squadre rivali sono effettivamente nate nello stesso quartiere ed entrambe (ma ilRiver Plate solo in parte) da emigranti genovesi.
Nei primi anni 1930, sotto la presidenza di Antonio Vespucio Liberti, precisamente nel1932, il River compròBernabé Ferreyra dalTigre per una somma allora inaudita, pagata per la maggior parte inoro. A questo e ad altri costosi acquisti si deve il soprannome della squadra,Los Millonarios ("i Milionari").
In quel periodo il pubblico era talmente numeroso che si rese necessario costruire un nuovo stadio; Liberti comprò un terreno di 84 000 metri quadrati tra l'avenida Centenario e ilRío de la Plata e il 25 maggio1935 iniziò la costruzione delnuovo stadio che fu ultimato tre anni più tardi.
Negli anni 1940Alfredo Di Stéfano, e negli anni 1950Omar Sívori, giocarono per il River prima di andare inEuropa e diventare delle stelle - Sívori nellaJuventus e Di Stéfano nelReal Madrid. Alcuni giocatori del River, tra i quali Di Stéfano, ebbero delle esperienze inColombia, nel campionato "pirata" dettoEldorado, che non era riconosciuto dallaFIFA, ma che era il più ricco del mondo.
L'attraente e offensivo stile di gioco del River guadagnò alla squadra nei primi anni 1940 il soprannome diLa Máquina ("la Macchina"). I nomi dei cinque attaccanti (Muñoz,Moreno,Pedernera,Labruna,Loustau) sono notissimi ai tifosi argentini.La Máquina è spesso considerata il predecessore delcalcio totale deiPaesi Bassi, concezione del gioco che si espresse aiMondiali 1974, più di trent'anni dopo (l'Olanda raggiunse la finale, perdendo contro laGermania Ovest).
Il club andò in Italia alcuni giorni dopo latragedia di Superga, presso la città diTorino, il 4 maggio1949, dove perì in un terribile incidente aereo tutta la squadra delTorino Football Club, chiamato anche "Grande Torino", per partecipare ad un incontro amichevole con una squadra, il "Torino Simbolo", composta da una selezione di Lega Italiana. L'incasso venne devoluto alle famiglie dei caduti.Ancor oggi, la seconda casacca di gioco del club si rifà ai colori sociali delTorino Football Club, per ricordare quell'avvenimento.
Tra il1952 e il1957, il River vinse cinque campionati su sei, prima di cominciare un periodo di diciotto anni senza successi. Dall'inizio dell'era professionistica in Argentina, gli anni 1960 sono l'unico decennio che non ha visto trionfi del River. In questo decennio la squadra collezionò otto secondi posti ed una finale diCoppa Libertadores nel1966 persa allo spareggio contro ilPeñarol: proprio in questa partita nacque il soprannomegallinas, coniato dai tifosi dei club rivali poiché gli argentini si fecero rimontare il vantaggio di 2-0 per poi venire sconfitti 4-2 dagli uruguaiani ai tempi supplementari.
Sempre in Coppa Libertadores arrivarono altri piazzamenti: nelle edizioni del1967 e del1970 la corsa si fermò ad un passo dalla finale e ad eliminare il River furono sempre dei connazionali, prima ilRacing e poi l'Estudiantes.
La squadra del 1977 che vinse il Metropolitano.
Il digiuno di vittorie fu interrotto nel1975 con la conquista di una serie di titoli nazionali, di cui tre consecutivi, sotto la guida dell'ex giocatoreÁngel Labruna con giocatori comeUbaldo Fillol,Daniel Passarella eNorberto Alonso. Nel1976 il River riuscì ad approdare per la seconda volta alla finale di Coppa Libertadores ma dovette nuovamente arrendersi allo spareggio, stavolta contro i brasiliani delCruzeiro che si imposero 3-2 con un gol su punizione siglato nel finale daJoãozinho.
Alcuni di questo gruppo di giocatori, tra cui Passarella, Filliol,Luque,Ortiz e Alonso, furono anche protagonisti della vittoria argentina alMondiale del 1978, disputatosi in casa, con la finale giocata proprio alMonumental.
Nel 1981 Labruna, dopo aver conquistato 6 titoli nazionali, lasciò la panchina del club ad Alfredo Di Stéfano, che guidò il River alla conquista del campionato, vinto in finale contro ilFerro con un gol diMario Kempes, ritornato in patria dopo l'avventura spagnola alValencia. Di quella squadra facevano parte ancheAmérico Gallego, acquistato dalNewell's, ed Alonso, che non ebbe un buon rapporto con Di Stéfano e a fine anno lasciò il club per la seconda volta per trasferirsi alVélez. Tuttavia passarono solo un paio d'anni, in cui il River chiuse un campionato al penultimo posto e si salvò grazie alla nuova riforma del campionato precedentemente ufficializzata, e Alonso ritornò ad indossare i colori biancorossi. Prima di lui, nel1983, arrivò aBuenos Aires il giovaneEnzo Francescoli dagliuruguagi delMontevideo Wanderers. Francescoli giocò nel River in due periodi diversi, guadagnando fama internazionale e diventando noto comeEl Principe.
Nel1986, grazie ai 25 gol di Francescoli e sotto la guida del tecnicoHéctor Veira, il River vinse il campionato con la nuova formula che prevedeva scontri di andata e ritorno. La vittoria matematica del titolo arrivò il 9 marzo grazie al 3-0 ai danni delVélez.
Qualche mese dopo, pur perdendo Francescoli che andò a giocare per ilRacing Club diParigi, il River ritornò per la terza volta nella sua storia in finale di Coppa Libertadores. Come rivali c'erano i colombiani dell'América de Cali che furono sconfitti sia nel match di andata (2-1 con i gol diFunes e Alonso) che in quello di ritorno (1-0, gol di Funes). Questa vittoria diede il pass per giocare a Tokyo laCoppa Intercontinentale contro laSteaua Bucarest, partita vinta 1-0 dagli argentini grazie ad una rete diAntonio Alzamendi, e successivamente per affrontare laLiga Deportiva Alajuelense in un doppio confronto che mise in palio laCoppa Interamericana: grazie al successo per 3-0 al ritorno a Buenos Aires il River chiuse questo ciclo di vittorie oltre i confini nazionali mettendo in bacheca le prime 3 coppe della sua storia.
Il buon momento nelle coppe negli anni 1980 si interruppe nelle edizioni dellaSupercoppa Sudamericana. Nel1988 il River affrontò in semifinale ilRacing e dopo aver perso la gara d'andata per 2-1 fu eliminato nella gara di ritorno da un gol allo scadere diNéstor Fabbri. L'anno dopo furono i calci di rigore, con un errore anche di un giovaneBatistuta, a sancire l'eliminazione contro i brasiliani delGremio.
Negli anni 1990 diverse figure biancorosse si alternarono sulla panchina del River. Dopo l'esperienza diReinaldo Merlo nel1989 fu la volta di Daniel Passarella, che aveva chiuso la carriera di calciatore in Argentina dopo l'esperienza italiana conFiorentina eInter. Sotto la sua gestione il club vinse il campionato del1990, ilTorneo Apertura nel1991 e nel1993. Diverso fu l'esito nelle coppe: nella Coppa Libertadores del1990, dopo aver eliminato l'Independiente ai quarti di finale, arrivò a giocarsi l'accesso alla finale ai rigori contro gli ecuadoriani delBarcelona che si imposero per 4-3. Il River fu eliminato ai rigori anche nei quarti di finale dellaSupercoppa Sudamericana dai paraguaiani dell'Olimpia.
NellaSupercoppa Sudamericana del1991 giunse sino alla finale contro i brasiliani delCruzeiro, ma dopo aver vinto la gara d'andata per 2-0 subì la rimonta dei brasiliani che si laurearono campioni imponendosi al ritorno per 3-0. Il duello con ilCruzeiro si ripresentò anche l'anno successivo ai quarti di finale della Supercoppa Sudamericana, dove ebbero la meglio ancora i brasiliani ai rigori. Il River fu eliminato ancora ai rigori nell'edizione successiva, quella del1993, ai quarti di finale contro ilFlamengo.
Nel 1991 il River registrò anche una serie negativa contro i rivali del Boca Juniors: per 13 partite non trovò la vittoria e subì pure due sconfitte durante i gironi della Coppa Libertadores del1991.
Finito il ciclo di Daniel Passarella, la guida tecnica passò nelle mani del suo assistente, altro ex giocatore del River, Américo Gallego, che trovò una squadra con alcuni giovani talenti cresciuti nelle giovanili del River comeAriel Ortega,Hernán Crespo eMarcelo Gallardo, ai quali si aggiunseEnzo Francescoli, di ritorno dallaSerie A italiana. NelTorneo Apertura del1994 il River vinse per la prima volta nella sua storia un campionato da imbattuto, vincendo anche ilSuperclásico allaBombonera per 3-0 alla penultima giornata del campionato. Ai quarti di finale dellaSupercoppa Sudamericana del1994 il River fu eliminato ai rigori a causa di un tiro fallito daSergio Berti.
Nel 1995 Américo Gallego lasciò il club per tornare a fare da assistente a Daniel Passarella, che era andato a guidare la nazionale argentina. Il suo posto venne preso daCarlos Babington, ma la sua esperienza fu breve: qualche mese dopo l'incarico venne affidato al giovaneRamón Díaz, ex attaccante formatosi nelle giovanili del River con un passato anche nellaSerie A italiana negli anni 1980.
Il ciclo di Díaz iniziò con due eliminazioni in semifinale nelle coppe avvenute ancora una volta ai rigori. Nella semifinale diCoppa Libertadores 1995, ottenuta ai danni dei campioni in carica delVélez (sconfitti ai quarti di finale), furono i colombiani dell'Atletico Nacional ad avere la meglio, grazie ad un rigore parato daRené Higuita aMatías Almeyda, mentre fu l'Independiente ai rigori ad eliminare dallaSupercoppa Sudamericana 1995 il River Plate, che era arrivato fin lì superando sia ilPeñarol che ilGremio ai rigori.
Nel 1996-1997 il River vinse ilTorneo di Apertura e ilTorneo di Clausura, quest'ultimo staccandosi presto dalle inseguitrici. Ciò consentì alla squadra di Díaz di concentrarsi solo sullaCoppa Libertadores. Superato il girone da imbattuti, i biancorossi eliminarono agli ottavi di finale i peruviani delloSporting Cristal con un secco 5-2 nella gara di ritorno. In questa occasione Hernán Crespo mise a segno in rovesciata uno dei gol più belli della sua carriera. Ai quarti ci fu lo scontro con ilSan Lorenzo dell'ex tecnicoHéctor Veira: in una doppia sfida combattuta risultò decisivo il gol di testa diAriel Ortega, che diede la vittoria esterna al River nella gara di andata (il ritorno finì 1-1). L'ennesima semifinale questa volta vide come rivale una squadra cilena, laUniversidad de Chile di un giovaneMarcelo Salas. Dopo il 2-2 dell'andata, fu un tiro da fuori area diMatías Almeyda a rompere l'equilibrio nella gara di ritorno (in una gara molto dura e contestata dai cileni) e dare l'accesso al River alla quarta finale diLibertadores. Come nel 1986, l'avversario in finale fu la squadra colombiana dell'America de Cali. Nella gara d'andata un rigore parato daGermán Burgos e un salvataggio sulla linea diHernán Díaz permisero agli argentini di limitare i danni e di tornare in Argentina con una sconfitta di misura per 1-0. Nella gara di ritorno, il 26 giugno 1996, il River Plate conquistò la seconda Coppa Libertadores della propria storia grazie a una doppietta di Hernán Crespo.
Il 26 novembre 1996 la finale della Coppa Intercontinentale si disputò ancora a Tokyo. L'edizione, decisa in gara unica, vide contendersi il titolo gli italiani dellaJuventus, vittoriosi nella finale diChampions League contro l'Ajax (negando agli olandesi la seconda partecipazione consecutiva) e proprio gli argentini del River Plate. La sfida fu decisa in favore degli italiani da un gol diAlessandro Del Piero a pochi minuti dalla fine.
Sconfitto a Tokyo, il River si aggiudicò comunque i Tornei di Apertura e Clausura dellaPrimera División 1996-1997. Nel 1997 mise in bacheca anche la sua primaSupercoppa Sudamericana, battendo in finale ilSan Paolo, grazie a Marcelo Salas and Marcelo Gallardo. Dopo aver vinto tre campionati e la Supercoppa Sudamericana, Enzo Francéscoli si ritirò dall'attività agonistica. La squadra del River 1996-1997 è considerata ancora oggi una delle migliori nella storia del calcio sudamericano, potendo annoverare stelle come Francéscoli, Salas,Julio Cruz, Ariel Ortega, Marcelo Gallardo,Juan Pablo Sorín, Germán Burgos,Celso Ayala, Matías Almeyda,Sergio Berti eSantiago Solari.
Nel 1999 il River vinse l'ultimo titolo della gestione Ramón Díaz, quello diApertura, piazzando la stellaJavier Saviola in vetta alla classifica dei cannonieri con 15 gol. Saviola è anche il più giovane esordiente con la maglia del River, avendo debuttato in maglia biancorossa a 16 anni. Elemento chiave di quella squadra era anchePablo Aimar.
In quell'anno la rivista sportiva argentinaEl Gráfico nominò il River Plate Campione del Secolo,Campeón del Siglo.
Il 25 maggio 2001 il River Plate celebrò i propri 100 anni di storia con una marcia di nome Carovana monumentale e un'amichevole contro ilPeñarol. La stagione fu avara di soddisfazioni: nellaLibertadores l'eliminazione arrivò ai quarti di finale contro ilCruz Azul e il club cedette le sue stelle Pablo Aimar e Javier Saviola, che approdarono rispettivamente alValencia e alBarcellona.
Nel 2002 Ramón Díaz tornò alla guida della squadra, sostituendo Gallego. Tornò al River anche Ariel Ortega, che si affiancò a promesse del settore giovanile qualiAndrés D'Alessandro eFernando Cavenaghi, promosse in prima squadra. La compagine di Buenos Aires vinse ilTorneo di Clausura, il settimo della sua storia, e impreziosì l'annata con una vittoria per 3-0 alla Bombonera contro il Boca. Ramón Díaz lasciò il River alla fine dell'anno per divergenze con il presidente José María Aguilar.
Nel gennaio 2004 Leonardo Astrada, appena ritiratosi dall'attività agonistica, fu nominato allenatore del River Plate. Sotto la sua gestione, durata un anno e mezzo, il River vinse il suo trentaduesimo titolo nazionale, ilTorneo di Clausura. Nell'andata della semifinale diCoppa Libertadores perse per 1-0 contro il Boca Juniors una partita segnata da incidenti tra i tifosi delle due squadre. La gara di ritorno, giocata al Monumental, si concluse con una vittoria per 2-1 del River, che poi perse ai rigori. Dopo laCoppa America 2004 e leOlimpiadi di Atene (dove l'Argentina vinse la sua prima medaglia d'oro anche grazie a Mascherano eLucho González, elementi chiave del River), il club cedette la maggior parte delle proprie stelle: lasciarono il Monumental Cavenaghi, Lucho González, Javier Mascherano, Marcelo Salas (che era tornato al River nel 2003) eMaxi López. Dell'ultima stagione di Astrada si ricorda la semifinale diCoppa Libertadores 2005, dove il River fu eliminato dalSan Paolo.
Il successoreReinaldo Merlo, nominato allenatore ad agosto, si dimise nel gennaio 2006 dopo aver mancato la vittoria dell'Apertura, conclusa al sesto posto. Al suo posto fu sceltoDaniel Passarella, che ottenne il terzo posto nel Clausura nel 2005-2006 e il terzo nell'Apertura e il quarto nel Clausura nel 2006-2007.
Dopo un inizio negativo della stagione 2007-2008, con il quattordicesimo posto nelTorneo di Apertura, Passarella fu sostituito daDiego Simeone, posto alla guida della squadra nel gennaio 2008. Il nuovo tecnico condusse i suoi alla vittoria del primo titolo dopo quattro anni, vincendo ilTorneo di Clausura.
L'anno dopo il tecnico lasciò il suo incarico a metà della stagione (dopo quattordici giornate) a causa di una prima parte di stagione negativa. Gli subentròNéstor Gorosito. Per la prima volta nella sua storia nelTorneo di Apertura del 2008 il River terminò all'ultimo posto, cui seguì l'ottavo posto nel Torneo di Clausura.
Il periodo poco felice del River proseguì con due mediocri piazzamenti nei Tornei di Apertura e Clausura della stagione2009-2010, in cui si avvicendarono gli allenatori Astrada eÁngel Cappa.
Una formazione del River nella nefasta stagione 2010-2011, conclusasi con la prima retrocessione in seconda divisione nella storia del club
Non ebbe migliore fortuna il tecnicoJuan José López: sotto la sua guida, nel2010-2011 la squadra chiuse il Torneo di Apertura al quarto posto, ma nel Clausura risultò la nona classificata e in virtù dellamedia punti delle ultime tre stagioni fu costretta a disputare lo spareggio retrocessione/promozione contro ilBelgrano, classificatosi quarto inseconda divisione. Persa per 2-0 l'andata giocata il 23 giugno 2011 aCórdoba, il 26 giugno non andò oltre il pareggio per 1-1 nel ritorno[3]. Questi risultati determinarono la promozione del Belgrano in Primera División e la prima retrocessione inPrimera B Nacional in centodieci anni di storia del River Plate. Al fischio finale della partita si verificarono scontri tra i tifosi delle due squadre e la polizia dopo violente proteste fuori dallo stadio[4][5].
La sconfitta del River Plate è famosa in Italia per il commento di Stefano Borghi, telecronista dell’emittenteSportitalia, che stava fornendo la partita agli ascoltatori italiani: "Non c'è più niente da dire, il River Plate è in Serie B. Sta piangendo il tucumano Pereira, uno dei ragazzi che vengono dal vivaio. È disperato, in lacrime, Juan Pablo Carrizo. La responsabilità dei giocatori è forte, ma è relativa rispetto alle responsabilità che ha la gestione dell'ex presidente Aguilar, il vero colpevole del disastro del River Plate, colui il quale ha totalmente disastrato questo club, lo ha portato alle soglie della bancarotta, lo ha portato a non poter fare mercato, perché questi giocatori non percepiscono lo stipendio da 1 anno e mezzo. Il River, invece, dopo centodieci anni scende in Serie B, scrive la pagina più drammatica della propria storia, apre un buco nero dal quale uscire sarà francamente difficile se non quasi impossibile".[6]
Per la risalita inPrimera División la società affidò la panchina aMatías Almeyda, che aveva lasciato il calcio giocato dopo la retrocessione, mentre due exMillonarios comeFernando Cavenaghi eAlejandro Damián Domínguez fecero ritorno in Argentina per aiutare con la loro esperienza il club nel suo periodo di maggiore difficoltà. Successivamente torneràLeonardo Ponzio e arriveràDavid Trezeguet, che risulterà decisivo per la promozione. Il ritorno in prima divisione avvenne il 23 giugno 2012, grazie alla doppietta dell'attaccante francese contro l'Almirante Brown.[7]
Durante il Torneo Inicial 2012 i rapporti con la dirigenza ed i tifosi si fecero sempre più tesi e portarono il club a sollevare il tecnico dall'incarico a sole due giornate dal termine del torneo, con la squadra che navigava a metà classifica. Il suo posto fu preso da Ramon Díaz, che tornò a sedersi sulla panchina del River per la terza volta.
Nellastagione 2013-14 il River Plate tornò campione d'Argentina per la 35ª volta: prima si aggiudicò ilTorneo Final grazie alla vittoria per 5-0 contro ilQuilmes, successivamente batté per 1-0 ilSan Lorenzo, la squadra vincitrice delTorneo Inicial, nella finale disputatasi aMendoza il 25 maggio 2014, sebbene il titolo non sia riconosciuto come ufficiale.
Nell'estate del 2014 il tecnico Ramón Díaz si dimise dall'incarico. Al suo posto subentròMarcelo Gallardo, altro ex giocatore del River con all'attivo un'esperienza vincente sulla panchina delNacional diMontevideo. Il nuovo corso partì bene. La squadra, infatti, stabilì, il 9 novembre 2014, il nuovo record d'imbattibilità della propria storia: 31 partite senza sconfitte (21 vittorie e 10 pareggi), che superarono la striscia di 29 partite fatta registrare tra il1941 e il1942 ed eguagliarono il precedente record di 31 partite che risaliva al1922, durante l'era amatoriale del calcio argentino.[8]
A porre fine alla striscia senza sconfitte fu l'Estudiantes, club che era stato eliminato dal River Plate dallaCoppa Sudamericana ai quarti di finale. Proprio quel successo diede al River Plate l'occasione per prendersi una rivincita contro il Boca Juniors, dieci anni dopo l'eliminazione nella semifinale dellaCoppa Libertadores 2004. La gara di andata fu priva di emozioni e rimase bloccata sullo 0-0. Al Monumental, nella gara di ritorno, il Boca fallì un calcio di rigore al primo minuto di gioco con l'attaccanteGigliotti. Dieci minuti dopo fuLeonardo Pisculichi a portare in vantaggio il River Plate. Il gol fu sufficiente per guadagnare la finale contro i colombiani dell'Atlético Nacional, contro cui fu ancora Pisculichi ad andare a segno nella gara di andata, terminata 1-1. Al ritorno in Argentina il River Plate si impose per 2-0 con i gol diGabriel Mercado eGermán Pezzella, mettendo così in bacheca la sua prima Coppa Sudamericana.
Nel febbraio 2015 il River ebbe dunque l'opportunità di giocare la gara che assegnava laRecopa Sudamericana, una sfida tutta argentina contro ilSan Lorenzo, vincitore dellaCoppa Libertadores 2014. Due gol diCarlos Sánchez, uno all'andata e uno al ritorno, diedero al River Plate la vittoria, la settima a livello internazionale. Il 1º luglio il club ingaggiò il quasi 34enneJavier Saviola, che fece ritorno al River dopo quattordici anni.
Il 5 agosto 2015 il River Plate vinse anche laCoppa Libertadores per la terza volta nella sua storia, battendo per 3-0 ilTigres nella finale di ritorno dopo lo 0-0 dell'andata, con le reti diLucas Alario,Carlos Sánchez eRamiro Funes Mori.[9] Per il River fu il quindicesimo titolo internazionale, il terzo dell'anno. In campionato tre pareggi e sei sconfitte nelle ultime dodici partite fecero poi precipitare la squadra in classifica, fino al deludente nono posto finale. InCoppa Sudamericana il River arrivò in semifinale, dove fu eliminato dai connazionali dell'Huracán.
CedutiCarlos Sánchez eMatías Kranevitter, la squadra dovette fronteggiare anche il vuoto lasciato daJavier Saviola, ritiratosi dall'attività agonistica nel gennaio 2016. A rimpiazzarlo fu chiamato, nel febbraio 2016,Andrés D'Alessandro, prelevato in prestito per un anno dall'Internacional e tornato a vestire la maglia del River dopo tredici anni. Ilcampionato, chiusosi nel maggio 2016, vide iMillionarios faticare e chiudere noni nella zona A. Non andò meglio inCoppa Libertadores, dove il River, campione del Sudamerica in carica, cadde agli ottavi di finale contro la sorpresa del torneo, l'Independiente del Valle poi finalista del torneo (sconfitta per 0-2 aSangolquí e vittoria per 1-0 alMonumental con gol di Alario).
Ad agosto, nella gara che assegnava laRecopa Sudamericana 2016, il River ebbe la meglio nella doppia sfida con i colombiani delSanta Fe (0-0 aBogotà, 2-1 al Monumental). Fu il quinto titolo sotto la gestione di Gallardo. Il River proseguì i successi mettendo in bacheca anche laCopa Argentina dopo una striscia record fatta solo di vittorie nel torneo, con 15 gol fatti e solo 4 subiti. In finale, alloStadio Mario Alberto Kempes diCórdoba, cadde ilRosario Central, battuto per 4-3 con tripletta di Alario (che divenne capocannoniere del torneo con 7 gol) e rete diIván Alonso. La vittoria valse alla squadra di Buenos Aires la qualificazione allaSupercopa Argentina e allaCoppa Libertadores 2017.
Il 2017 iniziò con la sconfitta per 3-0 contro ilLanús nella gara del 4 febbraio che assegnava laSupercopa Argentina 2016. Nel febbraio 2017 D'Alessandro lasciò nuovamente il River per fine prestito. Il River fu impegnato in campionato e nellaCoppa Libertadores 2017, competizione passata alla formula annuale, quindi disputata da gennaio a novembre. Dopo un inizio negativo si ritrovò con 12 punti di ritardo dalla capolista Boca Juniors. Grazie a 22 punti ottenuti in 9 giornate (8 vittorie e un pareggio), in campionato il River scalò diverse posizioni di classifica e giunse alSuperclásico da seconda classificata. Sconfiggendo per 1-3 il Boca allaBombonera (reti diGonzalo Martínez, Lucas Alario eSebastián Driussi) e una settimana dopo, sempre in trasferta, ilGimnasia (LP) per 0-3, salì in vetta alla classifica. Ciononostante, nelle ultime 5 giornate ottenne solo 5 punti sui 15 disponibili e terminò il campionato al secondo posto, a 7 dalla capolista Boca Juniors e a pari punti con l'Estudiantes (LP). InCoppa Libertadores il Boca vinse il girone con 13 punti (4 vittorie, un pareggio e una sconfitta).
Nel secondo semestre del 2017 la squadra perse Sebastian Driussi e Lucas Alario, ceduti inEuropa per cifre milionarie, mentre arrivaronoIgnacio Scocco,Javier Pinola,Enzo Pérez e il rientranteGermán Lux, di nuovo al River dopo dodici anni. Marcelo Gallardo disponeva di una squadra rodata per puntare al campionato, alla Coppa Libertadores e alla Copa Argentina. Eliminati agli ottavi di Libertadores i paraguaiani delGuarani (0-2 alloStadio Defensores del Chaco e 1-1 al Monumental), il River si impose ai quarti contro i boliviani delWilstermann, ribaltando con un clamoroso 8-0 nel ritorno in casa (cinque gol diIgnacio Scocco) la sconfitta per 3-0 subita all'andata aCochabamba. Allo storico successo in Libertadores seguì un periodo di rallentamento in campionato, con 3 vittorie e 3 sconfitte. In semifinale di Libertadores, contro i connazionali delLanús, il River vinse per 1-0 in casa (gol di Ignacio Scocco e si portò sul 0-2 nella sfida di ritorno allaFortaleza, ma il Lanús fu autore di una grande rimonta e si impose per 4-2, guadagnando la qualificazione alla finale. LaCopa Argentina vide un River in grande spolvero, come l'anno precedente: iMillionarios realizzarono 19 reti e ne subirono solo 3, vincendo spesso in goleada e raggiungendo la finale contro l'osticoAtl. Tucumán, che nel suo cammino verso l'atto conclusivo del torneo aveva eliminato squadre importanti diPrimera División. Il 9 dicembre 2017, alloStadio Malvinas Argentinas diMendoza, il River vinse per 2-1 con reti di Ignacio Scocco eIgnacio Fernández, diventando così la prima squadra capace di vincere la Copa Argentina per due volte di fila.
Il successo in finale di coppa nazionale consentì al River di contendere al Boca Juniors laSupercopa Argentina 2017. La sfida, disputatasi a Mendoza il 15 marzo 2018, vide la vittoria del River per 2-0, con gol di Ignacio Scocco eGonzalo Martínez.
Il 9 dicembre 2018 il River si laureò campione del Sudamerica per la quarta volta nella propria storia, prevalendo nell'ineditosuperclassico finale contro gli arcirivali del Boca Juniors. Dopo aver vinto il proprio girone di prima fase con 3 vittorie e 3 pareggi in 6 partite, iMillionarios eliminarono i connazionali diRacing Club agli ottavi di finale eIndependiente ai quarti, per poi estromettere in semifinale i detentori della coppa, i brasiliani delGrêmio. Nella doppia finale ebbero la meglio sul Boca dopo un pari (2-2) allaBombonera e una vittoria per 3-1 aitempi supplementari nella sfida di ritorno, inizialmente rinviata per incidenti e poi giocata alSantiago Bernabéu diMadrid.[10] Per l'allenatore Gallardo fu il nono titolo alla guida della squadra, risultato che gli consentì di staccareJosé María Minella ed eguagliareRamón Díaz.
Nel maggio 2019 la squadra partecipò allaprima edizione dellaCopa de la Superliga, torneo a eliminazione diretta in programma dopo lastagione regolare diPrimera División. Rientrando tra le prime sei classificate in campionato, la squadra biancorossa partì dagli ottavi di finale, dove eliminò facilmente l'Aldosivi, per poi essere eliminata dall'Atl. Tucumán (sconfitta per 3-0 in trasferta, vinse per 4-1 in casa, ma non fu sufficiente per laregola dei gol fuori casa). NellaRecopa Sudamericana 2019, cui fu ammesso in qualità di detentore della Copa Libertadores, il River superò l'Athl. Paranaense per 3-0 in casa dopo la sconfitta per 1-0 all'andata, mettendo così in bacheca il trofeo per la terza volta. L'allenatore Gallardo giunse a quota 10 titoli (di cui 7 nazionali e 3 internazionali, battendo il primato diRamón Díaz. Il calciatoreLeonardo Ponzio, con 13 titoli, divenne il giocatore più decorato del River Plate, uguagliandoNorberto Yácono eAristóbulo Deambrossi.
LaCoppa Libertadores 2019 riservò, invece, un amaro epilogo al River. Dopo aver superato la fase a gironi ed eliminato ilCruzeiro agli ottavi di finale e ilCerro Porteño ai quarti, il club biancorosso ritrovò sulla propria strada il Boca Juniors e lo estromise dal torneo vincendo per 2-0 in casa e perdendo per 1-0 alla Bombonera. Il 23 novembre, però, il club biancorosso fu sconfitto nella prima finale in gara unica della storia del torneo dalFlamengo: malgrado l'iniziale vantaggio argentino firmato daSantos Borré, due gol segnati nei minuti finali dell'incontro daGabriel Barbosa ribaltarono un esito che pareva segnato, dando la coppa ai brasiliani[12].
La sconfitta nella finale di Libertadores fu in parte mitigata, tre settimane dopo, dalla vittoria dellaCoppa Argentina, nella cui finale il River batté per 3-0 ilCentral Córdoba (R), aggiudicandosi per la terza volta il trofeo[13]. In campionato, tuttavia, la squadra fu beffata all'ultima giornata dal Boca Juniors, che approfittò del pareggio dei rivali e, vincendo in casa, li scavalcò in classifica, privandoli del titolo nazionale.
Secondo la versione riportata dal sito ufficiale del clubplatense la tenuta originaria del River era una maglia completamente bianca.[14] In seguito, per distinguersi dalle altre squadre che adottavano la semplice maglia bianca fu aggiunta una banda trasversale di colore rosso.[14] La seta rossa utilizzata per le maglie venne recuperata da quella che fasciava un carro allegorico del quartiere Belgrano di Buenos Aires durante il carnevale del1901. Una volta tagliate le strisce vennero poi trasversalmente applicata alle maglie con degli spilli.
Un'altra versione, tuttavia non suffragata da alcun elemento ufficiale, ritiene che questi colori siano presi dall'insegna diSan Giorgio, che prevede una croce rossa in campo bianco ed è la bandiera diGenova il rosso e il bianco sarebbero stati adottati poiché gran parte dei membri originari del club Santa Rosa erano di origine genovese.
La divisa per le partite casalinghe si completa generalmente con calzoncini neri e calzettoni bianchi. Lo sponsor tecnico èAdidas dal 1982, mentre dal 2019 il principale sponsor di maglia èTurkish Airlines.
La seconda maglia del River Plate in diverse occasioni è stata di colore granata o, comunque, contenente il rosso granata. Si tratta di un esplicito omaggio ai giocatori delGrande Torino, morti nellatragedia di Superga nel1949. Il River Plate fu la prima e principale squadra che aiutò ilTorino nella rifondazione dopo Superga attraverso la donazione di soldi e l'organizzazione di molte amichevoli, giocate sia con squadre sudamericane sia europee, il cui ricavato andò a scopo benefico per il Torino. Il Torino ed il River Plate sono perciò legate da allora da ungemellaggio e sono tuttora in ottimi rapporti, tanto che il Torino ha adottato quale seconda maglia per le stagioni2007-2008 e 2016-2017 una casacca bianca con banda granata esplicitamente ispirata ai colori sociali del River.
I sostenitori del River Plate camminano verso lo stadio nel 1938
La squadra viene soprannominata dai tifosi e dalla stampaLos Millonarios ("I Milionari"), popolarmente abbreviato inLos Millo, da quando, neglianni trenta, vennero fatti costosi acquisti di giocatori da altri club. Tra il1979 e il1981, la rosa del River era ritenuta tra le più costose al mondo.
I tifosi dei club rivali chiamano i giocatori e i tifosi del RiverGallinas (letteralmente "galline", ma anche "polli"'). Questo soprannome venne coniato dopo la finale diCoppa Libertadores 1966 persa contro gliuruguaiani delPeñarol. Il River stava vincendo 2-0, ma si fece rimontare e perse 4-2. L'infamante nomignolo si rivelò appropriato nel periodo tra il1957 e il1975, quando iMillonarios arrivarono per undici volte secondi incampionato.
Nel1999, una speciale uscita della rivista sportiva argentinaEl Gráfico diede al River Plate il nome diCampeón del Siglo ("Campione del Secolo"), per i successi ottenuti, specialmente i 28campionati argentini, rispetto ai 19 del Boca Juniors e ai 13 dell'Independiente (nel1999). L'anno successivo, in una votazione sponsorizzata dallaFIFA, il River venne nominato miglior squadra argentina delXX secolo.[15]
A causa della banda rossa sulla maglia, ci si riferisce comunemente al River comeEl Equipo de la Banda Roja (la Squadra dalla Banda Rossa) o semplicemente comeLa Banda ("la Banda", anche nel senso di "gang" o, ancora, di "complesso musicale").
Nella storia, alcune squadre del River guadagnarono dei soprannomi. Si ricordaLa Máquina ("la Macchina"), la squadra che monopolizzò il calcio argentino tra il1941 e il1945.
Il River è considerato la squadra dell'aristocrazia diBuenos Aires, al contrario dell'arci-rivaleBoca Juniors, originariamente di estrazione borghese e proletaria.
Il River Plate gioca le partite interne nello stadioAntonio Vespucio Liberti, più noto comeEl Monumental. Questo impianto è situato aNúñez, unbarrio (quartiere) dellaGrande Buenos Aires. Con una capacità di 65.465 spettatori, lo stadio viene utilizzato anche per le gare dellanazionale argentina.La struttura dello stadio è tenuta sempre in ottime condizioni, e comprende ristoranti, albergo, piscina, negozi, pub, palestre ed il visitatissimo museo che racconta la storia del River Plate.
Nello stadio Monumental, infine, non è solo il calcio a farla da padrone, dal momento che al suo interno si tengono anche numerose manifestazioni culturali, festival e concerti, oltre che gare di altre discipline sportive.
Essendo ilRiver Plate e ilBoca Juniors le due squadre più titolate e popolari d'Argentina, con più della metà del paese che tifa per uno dei due club, la rivalità tra le due squadre è molto sentita e culmina nelderby dettoSuperclásico, uno dei derby più famosi e accesi al mondo.[16] Inoltre, altri due derby molto sentiti dai Millionarios sono quelli contro i due club diAvellaneda: l'Independiente e il Racing Club.
La sezionefemminile del River Plate partecipa alla prima divisione del campionato argentino fin dalla sua istituzione, di cui è il secondo club più titolato con 11 campionati vinti.
^Bilancio complessivo del River Plate in Coppa Libertadores: 364 partite giocate, di cui 179 vinte, 96 pareggiate, 90 perse. Dati aggiornati all'edizione2020.