Considerato uno dei più forti giocatori dellastoria del calcio,[2][3] occupa la 38ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori delXX secolo pubblicata dalla rivistaWorld Soccer[2] e la 31ª posizione nella classifica dei migliori calciatori sudamericani del XX secolo pubblicata dall'IFFHS nel 2004.[4] La FIFA lo ha piazzato inoltre al sesto posto nella classifica dei migliori numeri dieci della storia del calcio.[5][6] Nel marzo del 2004,Pelé lo ha anche inserito nellaFIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, redatta in occasione del Centenario dellaFIFA.[3]
Oltre che per le sue abilità in campo, divenne noto per i suoi lunghi baffi neri.[7][8][9]
Roberto Rivellino nacque a San Paolo da una famiglia di origine italiana proveniente daMacchiagodena, inMolise.[10] Da piccolo giocò acalcio a 5 con ilClube Indiano,[9] piccolo team della sua città, per poi passare alcalcio a 11.
Centrocampista dotato di grande tecnica, eccelleva neldribbling, spesso effettuato col gesto tecnico dell'elastico, di cui è considerato l'inventore.[12][13] Era inoltre famoso per i suoi potenti tiri di sinistro e lepunizioni dalla lunga distanza.[13][14] Possedeva anche una grande visione di gioco,[9] che gli permetteva di servire all'occorrenza i suoi compagni con precisi cross.[15]
Giocava principalmente cometrequartista, pur sapendosi adattare bene al ruolo diala sinistra o a quello di esterno destro di centrocampo.[16]
Rivellino (a sinistra) con la maglia dell'Al-Hilal nel 1979
Fu scoperto dalCorinthians, dove militò in prima squadra per nove anni. Rivellino divenne rapidamente uno dei preferiti dai tifosi, venendo soprannominato da loroO Rei do Parque (in italiano "Re del parco"), dal nome dello stadio di casa Parque São Jorge. Tuttavia, la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 furono uno dei periodi più travagliati nella storia del club,[17] che non riuscì a vincere nemmeno uncampionato paulista tra il 1954 e il 1977,[17] anni in cui a dominare fu ilSantos diPelè.[18] L'unico titolo vinto da Rivellino in quegli anni fu infatti ilTorneo Rio-San Paolo del 1966, vinto tuttavia in concomitanza con ilBotafogo, il Santos ed ilVasco da Gama.
Nel 1974, dopo che il Corinthians venne sconfitto dagli storici rivali delPalmeiras nelle finali del campionato paulista, Rivellino fu aspramente contestato dalla maggior parte dei tifosi che lo indicarono come uno dei maggiori responsabili dell'insuccesso. Si trasferì così aRio de Janeiro, nel Fluminense, dove giocò fino alla fine degli anni '70. Qui Rivellino fornì prestazioni di un certo livello, vincendo da protagonista duecampionati carioca nel 1975 e nel 1976.
Rivellino venne convocato nellaNazionale brasiliana per la prima volta nel 1965 all'età di 19 anni, subentrando durante l'amichevole contro l'Ungheria vinta per 5-3 dallaSeleção. Tre anni più tardi realizzò i suoi primi gol con la maglia della nazionale mettendo a segno una doppietta contro la Polonia, in un amichevole vinta per 3-6.
Venne poi convocato aiMondiali del 1970, dove svolse un ruolo da protagonista.[19] Qui indossò la maglia numero 11, in quanto in rosa erano presenti ben cinque giocatori che come lui indossavano il numero 10 nelle rispettive squadre di club:[20][21]Tostão (che indossò il numero 9),Gérson (che indossò il numero 8),Jairzinho (che indossò il numero 7) ePelè (che mantenne il numero 10 come nelle edizioni precedenti).[21] Il 3 giugno, nella prima partita contro laCecoslovacchia, Rivellino segnò un gran gol su punizione tanto da venire soprannominato "patada atomica" da parte dei tifosimessicani per via della grande forza con la quale venne calciata.[9] Nel corso del torneo realizzò poi altre due reti: una ai quarti contro ilPerù (4-2 il risultato finale) e un'altra in semifinale ai danni dell'Uruguay (3-1 il risultato finale).[22] Il 21 giugno il Brasile affrontò così in finale l'Italia, reduce dal successo per 4-3 dopo i tempi supplementari contro laGermania Ovest. Fu proprio Rivellino ad effettuare l'assist che aprì le marcature al 18º minuto di gioco, servendo Pelè con un cross di prima dopo aver ricevuto la palla dallarimessa laterale. In seguito il Brasile vinse per 4-1, conquistando così il terzo titolo mondiale della sua storia e potendo così tenere definitivamente laCoppa Jules Rimet.
Rivellino con la maglia del Brasile durante un allenamento ai Mondiali del 1974
Due anni più tardi, nell'estate del 1972, Rivellino venne convocato in vista dellaMinicopa, un torneo svoltosi in Brasile per commemorare il 150º anniversario della Dichiarazione d'indipendenza del Brasile. Qui partecipò da titolare tutte le partite del torneo a cui prese parte la sua nazionale,[22] arrivando a vincere la coppa dopo aver battuto ilPortogallo diEusébio con gol diJairzinho al minuto 89'.
Dopo il ritiro dalla nazionale di Tostão, Gérson e Pelè, Rivellino partecipò aiMondiali del 1974 indossando la maglia numero dieci. Con una squadra completamente rivoluzionata, in quanto solo Rivellino,Jairzinho,Paulo César edEdu avevano preso parte all'edizione precedente, trascinò la nazionale fino alla finale per il 3º posto, mettendo a segno tre reti: la prima contro loZaire (vinta per 3-0), la seconda decisiva contro laGermania Ovest (vinta per 0-1) e l'ultima contro l'Argentina (vinta per 2-1).[22] Dopo aver concluso la seconda fase ai gironi alle spalle dell'Olanda diJohan Cruijff, vittoriosa contro laSeleção per 2-0, Rivellino affrontò con la sua nazionale laPolonia alla finale per il 3º posto, perdendo 0-1 e concludendo così il torneo in quarta posizione.[23]
All'età di 32 anni, rimasto l'unico campione del mondo ancora in nazionale assieme al portiere Leao, venne convocato per iMondiali del 1978 in veste di capitano dellaSeleção. Dopo aver disputato da titolare la prima partita pareggiata contro la Svezia 1-1, non fu protagonista dell'edizione, subentrando solamente verso il finale di partita prima contro laPolonia (vinta per 3-1 durante la seconda fase ai gironi) e poi contro l'Italia nella finale per il 3º posto vinta per 2-1.[24] Dopo aver raggiunto il terzo posto al Mondiale, ormai a fine carriera, Rivelino si ritirò così dalla nazionale con 26 goal in 92 presenze.[22]