«Sia da calciatore sia da allenatore non c'è nessuno che mi abbia insegnato tanto quanto lui. Mi mancherà Rinus Michels». «Ho sempre ammirato moltissimo la sua leadership»
Da calciatore trascorse tutta la carriera nell'Ajax, di cui più tardi fu l'allenatore. Dal1950 al1954 giocò anche 5 incontri nellanazionale maggiore olandese, di cui in seguito fucommissario tecnico. Durante la sua carriera da calciatore, Michels arriverà a raccogliere 269 presenze, segnando 121 gol, con la maglia dell’Ajax[2].
Quando nel 1958, appena trentenne, alcuni persistenti problemi alla schiena lo spingono ad interrompere definitivamente la sua avventura con l’Ajax, decide di mettere a frutto il diploma ottenuto al termine delle scuole superiori e intraprendere una carriera lavorativa come insegnante di educazione fisica. Viene assunto come insegnante di educazione fisica alla J.C. Ammanschool, istituto per audiolesi che ha sede proprio a Watergraafsmeer, non lontano dallostadio De Meer. Il suo nuovo lavoro gli permette di tenere vivo l’interesse per il calcio, che resta parte integrante della sua quotidianità. Continua a giocare con la maglia del ZSV Zandvoortmeeuwen, un club della vicina Zandvoort, ma smette dopo neanche due anni, quando riceve la proposta di allenare una piccola squadra del suo quartiere, lo JOS, acronimo di Jeugd Organisatie Sportclub.[2]
Nel gennaio 1965 fu chiamato a prendere il posto diVic Buckingham sulla panchina dei"Lancieri". Il 17 gennaio 1965, dopo un deludente pareggio nel derby cittadino con il DWS, arrivò l’ufficialità del cambio di guida tecnica, con il club di Amsterdam invischiato nella lotta per non retrocedere.[2] Michels esordì sulla panchina dell'Ajax battendo 9-3 ilMVV e concludendo il campionato al 13º posto.[3]. Dalla stagione successiva operò una rivoluzione tattica, tecnica, atletica, mentale ed i risultati non tardarono ad arrivare. Vinse le successive tre edizioni dell'Eredivisie, unaKNVB beker e, nella stagione 1968-1969, raggiunse la finale diCoppa dei Campioni vinta dalMilan per 1-4. Nel frattempo la squadra si conformò molto bene intorno ad un nucleo di giovani cresciuti nel settore giovanile tra cui:Suurbier,Hulshoff,Krol,Mühren,Haan,Rep eKeizer. A questi si aggiunsero il portiereStuy prelevato dalTelstar, i difensoriVasović eBlankenburg, ed il centrocampista centraleNeeskens. Il sistema tattico dell'Ajax, composto da flessibilità di ruoli e funzioni, per cui tutti devono sapere giocare in qualsiasi zona del campo, dall'idea di espandere e restringere lo spazio a seconda del momento e della situazione di gioco attraverso una "squadra corta" e un pressing offensivo, e da calciatori con velocità di pensiero che sanno muoversi in maniera coordinata al fine di creare ed occupare lo spazio; veniva incarnato daJohan Cruijff, stella e catalizzatore della squadra. Michels diede vita al cosiddettoTotaalvoetbal,[4] un modo di intendere il calcio rivoluzionario e che avrebbe esercitato una grande influenza nei decenni seguenti;[4][5] nel1999 fu elettoAllenatore del secolo dallaFIFA.[5]. Con questa squadra Michels si aggiudicò un altrocampionato, dueCoppe d'Olanda e la primaCoppa dei Campioni della storia del club, vinta aWembley contro ilPanathīnaïkos per 2-0, con le reti divan Dijk eHaan.
Dal 1971 al 1975 e poi dal 1976 al 1978 allenò ilBarcellona con il quale vinse uncampionato spagnolo e unaCoppa del Re. Nel mezzo un breve ritorno all'Ajax e l'esperienza alcampionato del mondo 1974 alla guida dellanazionale olandese. Glioranje erano formati per lo più da calciatori che egli aveva già allenato nell'Ajax, a cui si aggiungevano il portiereJongbloed dell'Amsterdam, il difensoreRijsbergen, i centrocampistiJansen evan Hanegem delFeyenoord e l'ala sinistraRensenbrink dell'Anderlecht. L'Arancia meccanica, soprannome della nazionale, vinse 5 partite su 6, arrivando in finale da grande favorita per la vittoria del trofeo. Ad aspettarla vi erano i padroni di casa dellaGermania Ovest, guidati in campo daBeckenbauer. L'Olanda passò in vantaggio al 2' minuto grazie ad un calcio di rigore (il primo fischiato in una finale mondiale) realizzato daNeeskens, ma fu rimontata e perse per 1-2[5].
È stato il primo olandese della storia, prima diRonald Koeman eFrank de Boer, ad aver vinto in patria il campionato sia da giocatore sia da allenatore[8].
Nel 2019 viene inserito al primo posto dalla rivistaFrance Football nella classifica dei 50 migliori allenatori di sempre[9].