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La piana anticamente era occupata dalle acque delLacus Velinus; fu bonificata in età romana aprendo un varco tra il calcare accumulatosi nei secoli presso Marmore, generando cosìl'omonima cascata. Di questo lago restano specchi d'acqua minori: illago di Piediluco (provincia di Terni), quello diVentina e i laghiLungo edi Ripasottile[11], gli ultimi due protetti dall'omonima riserva naturale.
Rieti si trova in una zona assai ricca d'acqua: appena fuori dall'abitato si trovano leFonti di Cottorella, che forniscono un'acquaoligominerale; nel limitrofo comune diCittaducale si trovano lesorgenti del Peschiera, che con l'omonimo acquedotto forniscono molta dell'acqua necessaria a Roma (circa 550 milioni di metri cubi l'anno[12]); aCotilia si trovano delle importanti terme e sorgenti di acquasolfurea. Nella parte settentrionale della valle si trovano leSorgenti di Santa Susanna, con una portata di 5 mc/s, mentre 2 km ad est della città a quota 400 m s.l.m. si trovano le Sorgenti del Cantaro, che hanno una portata di circa 500 litri al secondo e sono probabilmente alimentate da una sorgente geologica posta a quota 450 m pressoVazia[13].
In base alla Carta Geologica d'Italia redatta dal Servizio Geologico d'Italia il terreno su cui sorgono il centro e la periferia di Rieti è costituito da "alluvioni fluviali recenti terrazzate" e "fluvio-lacustri recenti", mentre le zone vicine ai laghi sono costituite da "terreni grigi scuri e bruni limnopalustri" e "luoghi torbosi".[14]
La natura dei terreni fa sì che la zona della conca reatina sia una zona a elevatorischio idrogeologico[15], incluso, secondo i dati 2008 di Legambiente, il Comune di Rieti[16].
Il comune di Rieti si trova in un territorio sismico: è interessato infatti da un sistema difaglie che si estende tra laConca di Rieti e iMonti Reatini.[17] Tali faglie si sono dimostrate attive e capaci di scatenare fortiterremoti, i più distruttivi dei quali furono il terremoto del 76 a.C. (magnitudo 6.6), ilterremoto del 1298 (magnitudo 6.2), ilterremoto del 1898 (magnitudo 5.3) e le violente scosse del 24 agosto e del 30 ottobre 2016 [magnitudo 6.5, 6.9] in tutti i casi con considerevole numero di danni o vittime (VIII grado dellascala Mercalli).[18] Nellaclassificazione sismica dell'Italia il territorio comunale è diviso in due zone: la parte orientale del comune, con i quartieri di Villa Reatina e Campoloniano, rientra in zona 2A (sismicità alta) mentre la parte occidentale in zona 2B (sismicità medio-alta).[19]
Il comune è ulteriormente esposto al rischio sismico a causa della vicinanza con faglie molto attive (Valle del Salto,Aquilano,Valle del Tronto,Valnerina),[20] acuita tra l'altro da diversieffetti di amplificazione. La città, infatti, è stata duramente colpita in più occasioni anche da terremoti di epicentro lontano: i più gravi sono stati ilterremoto del 1349 (Valle del Salto) e iterremoti del 1703 (Cittareale / Aquilano), che provocarono anche a Rieti vittime e crolli. Solo lievi danni si sono avuti dai sismidel 1979 (Valnerina),del 1997 (Umbria) edel 2016 (Amatrice e valle del Tronto).
Il clima ècontinentale di fondovalle. D'inverno è freddo e umido (temperatura media del mese più freddo di 2,9 gradi), con la minima inferiore allo zero per 80 giorni l'anno; le nebbie sono molto frequenti e persistenti talvolta anche per l'intera giornata. In estate è moderatamente caldo (media del mese più caldo di 21,2 gradi) ma le ampieescursioni termiche fanno sì che le notti estive siano fresche (nel mese più caldo la media delle minime è 12,9 gradi[21]); dopoL'Aquila, Rieti è il secondo capoluogo di provincia con le minime più basse da aprile a settembre.
Le piogge sono superiori a 1 000 mm annui, distribuite in circa 100 giorni di pioggia annui, con due massimi: il principale in autunno e il secondario in tarda primavera. Temporali estivi frequenti, con una media di 15 giorni complessivi di pioggia nel periodo giugno-agosto. Le nevicate sono più rare nel fondovalle, con una media annua di 25 cm di neve alla quota di 400 m s.l.m. che sale ad oltre 200 cm nella frazione montana diCampoforogna.
Nel 2008 temperatura media annua +12,7 °C, minima -10,3 °C, massima +35,4 °C, pioggia caduta 1 411 mm in 106 giorni, escursione media giornaliera 13,9 °C, escursione media in agosto 19,2 °C, 3 mesi (gennaio, febbraio e dicembre) con media delle temperature minime inferiore a zero gradi, 7 mesi senza gelate, temperatura massima del giorno più freddo +3,3 °C, temperatura minima del giorno più caldo +17,8 °C[22].
Record del freddo nel 1956, nel gennaio 1985 e 2002, nel febbraio 2012 e 2018: rispettivamente -20 °C, -23,8 °C, -15,0 °C, -14,9 °C, -15,1 °C, con accumuli nevosi al suolo compresi tra 40 e 70 cm. Record del caldo 37,4 °C nel 2012, 37,1 °C nel 2011 e 40,4 °C nel 2017.
Ilnome della città di Rieti deriva daReate, l'antico nomelatino della città. Dal latinoReate deriva anche ilnome degli abitanti, dettireatini.
Una prima versione circa l'origine del toponimo vuole cheReate derivi daRea Silvia, la madre diRomolo e Remo. Infatti, secondo lo storico fiorentinoGiovanni Villani, Rea Silvia sarebbe stata fatta seppellire viva proprio a Rieti per mano dello zioAmulio, furioso per il voto di castità infranto dalla nipote. Il Villani ritiene pertanto che sia Rea Silvia la donna raffigurata nella parte superiore dellostemma della città.[23] Implicito in questa interpretazione è l'antico legame di Rieti conRoma: identificando Rieti con Rea Silvia, madre dei fondatori di Roma, viene sottolineato il ruolo della città come "madre di Roma", un ruolo più volte attribuitogli dalla leggenda (ilratto delle Sabine riconduce la discendenza di gran parte del popolo romano alla stirpe Sabina), ma anche dalla storia (sono certi infatti l'influenza e i frequenti rapporti tra i Romani e iSabini, popolo presente nellaValle del Tevere prima della fondazione di Roma, che espresse due tra i suoisette re).
Una seconda versione vuole che il nome diReate derivi invece daRea, madre di tutti gli dei e moglie diCrono.[24]
Una terza versione fa derivareReate dal verbogrecoῥέω (rhéo, che significa "scorrere"[25]) con riferimento all'acqua, ricchezza antica del territorio reatino, e allo scomparsoLago Velino che ne ha condizionato la storia e lo sviluppo.[24]
L'antica Reate, secondo la leggenda fondata dalla deaRea, sorse all'inizio dell'età del ferro, intorno al IX-VIII secolo a.C.
Probabilmente in origine le terre intorno a Rieti furono abitate dagli umbri, per essere poi conquistate dagliAborigeni[8], presso i quali Rieti assunse particolare importanza dopo che vi si rifugiarono gli abitanti diLista, e dopo ancora conquistata daiSabini[26] che, come suggeriscono i ritrovamenti archeologici, arrivarono fino ai territori vicini al Tevere.
Così come la fondazione della città si perde nella leggenda, anche i primi contatti conRoma non hanno contorni definiti, anche se è certo che tra Romani e Sabini avvenne una compenetrazione e che da un certo momento gli abitanti diCures Sabini si insediarono sul colleQuirinale, contribuendo notevolmente alla crescita ed al rafforzamento di Roma.
La leggenda delratto delle Sabine fa risalire i rapporti tra i due popoli immediatamente dopo la fondazione di Roma, quandoRomolo, in cerca di alleanze e di donne con cui popolare la città, rapì con l'inganno le donne della città diCrustumerium di origineSabina scatenando la guerra fra Roma e i popoli vicini. Labattaglia del lago Curzio fu interrotta solo quando le donne rapite si gettarono fra le armi dei contendenti, imponendo la tregua fra Romolo eTito Tazio e la nascita di una collaborazione fra i due popoli. Secondo una versione più prettamente storica, fu la continua ricerca di pascoli di pianura che spinse i Sabini a premere sul territorio di Roma e ad insediarsi sul Quirinale.
Ad ogni modo nellaRoma regia gli abitanti diCures Sabini, annoverati nellatribù romana deiTities, espressero due Re di Roma (Numa Pompilio eAnco Marzio) di origine reatina, alcune tra legens romane più antiche (Curtia,Pompilia,Marcia,Claudia,Valeria eHostilia). Nonostante coabitassero all'interno delle stesse mura, nel corso dei secoli rimasero forti i contrasti tra Romani e Sabini, e sono numerose le guerre ed azioni militari degli uni contro gli altri.
Dopo numerosi conflitti, Reate fu definitivamente assoggettata a Roma nel 290 a.C.[27] per opera del consoleManio Curio Dentato. Ampi territori nella pianura di Reate eAmiternum furono confiscati e distribuiti ai romani; alla popolazione Sabina fu offerta lacittadinanza romana senza diritto di voto, ma già nel268 a.C. gli fu concessa la cittadinanza romana con l'inclusione in due nuove tribù, laQuirina e la Velina.
Il processo di cristianizzazione del territorio reatino fu avviato daSan Prosdocimo nel I secolo[28], mentre ladiocesi di Rieti fu fondata nel V secolo.
In seguito alla caduta dell'impero romano, nel VI secolo Rieti vide l'arrivo deiLongobardi, che nel 568 avevano fatto il loro ingresso nella penisola. Barbari e pagani, ebbero ben presto a convertirsi al cristianesimo per mezzo dell'opera dei monaci benedettini dell'Abbazia di Farfa. Nel 592 d.C. il territorio di Rieti divenne parte delDucato di Spoleto e Rieti fu sede di ungastaldato.
Dopo il saccheggio dei saraceni, avvenuto durante ilX secolo, la città fu ricostruita. La figura del Vescovo assunse importanza fondamentale con la ricostruzione dellacattedrale nel 1109.
Divenne libero comune nel 1171 e si schierò sul fronte guelfo, sottoponendosi alla protezione papale.[29]
Il corteo nuziale di Costanza d'Altavilla
Il 23 agosto 1185 si celebrò a Rieti il matrimonio fraCostanza d'Altavilla edEnrico VI di Svevia, figlio diFederico Barbarossa e futuro imperatore, alla presenza della sola sposa (Enrico era trattenuto in Germania per i funerali della madre). Il matrimonio fu ripetuto aMilano il 27 gennaio 1186; Rieti fu scelta per il valore simbolico e politico che aveva l'approvazione da parte della Chiesa nella prima città oltre i confini delRegno di Sicilia incontrata da Costanza nel percorso daPalermo a Milano, che percorreva accompagnata da un fastoso corteo di principi e baroni.[30]
Tutto il XIII secolo fu un periodo di splendore e prosperità economica per la città di Rieti, che fu spesso eletta a sede papale: nell'arco di un secolo vi risiedettero i papiInnocenzo III (1198),Onorio III (nel 1219 e nel 1225),Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234),Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) eBonifacio VIII (nel 1298).[31]
Questo periodo di splendore coincise, del resto, con la presenza diSan Francesco d'Assisi, che dimostrò di apprezzare molto i luoghi dellaPiana Reatina (per questo motivo nota anche comeValle Santa) e vi soggiornò più volte: la prima probabilmente nel 1209, poi una lunga permanenza nel 1223 e un'altra dall'autunno 1225 all'aprile 1226, poco prima della morte.[32] Durante questi soggiorni fondò i quattro santuari diGreccio,La Foresta,Poggio Bustone eFonte Colombo ed ebbero luogo la realizzazione del primopresepe vivente, ancor oggi simbolo mondiale della cristianità, la stesura dellaRegola definitiva dell'ordine francescano e (probabilmente) la composizione delCantico delle creature.
A seguito dello sdegno del popolo durante il giovedì Santo del1228 e di successive minacce, i cittadini romani costrinseroPapa Gregorio IX a fuggire daRoma, dandogli tuttavia un salvacondotto per Rieti. La vicenda fa capo alla questione relativa alla scomunica inflitta aFederico II di Svevia per il continuo rinvio dellacrociata già promessa aPapa Onorio III.
Durante lacattività avignonese Rieti fu conquistata dal re di Napoli e imperversarono lotte tra guelfi e ghibellini, di cui le potenti casate romane (tra tutte quella degliOrsini) approfittarono per costituire un dominio feudale sul territorio.[29] Il dominio dei nobili romani fu fermato da una spedizione del cardinaleAlbornoz nel 1354[29], che precedette il definitivo rientro del Papa a Roma nel 1377.
Nel 1378 Rieti si diede insignoria a Cecco Alfani, la cui famiglia dominò fino al 1425.[34]
IlXVI secolo si caratterizzò per l'emergere di grandi proprietari terrieri quali i Vincentini, i Vecchiarelli, i Potenziani, che, usufruendo della fertile pianura reatina ancora in corso di bonifica, diedero vita spesso ad aziende agrarie. LaPiana Reatina fu nota, nel XVIII secolo, per la quantità diguado presente nel territorio lacustre, che servì a tingere di blu le divise delle truppe napoleoniche.
Mappa di Rieti ad inizio Novecento, prima dell'espansione al di fuori dellacinta muraria e del prosciugamento dellecavatelle a meridione
Alla vigilia dell'unità d'Italia, gli accordi presi daCavour sul piano internazionale avrebbero previsto la permanenza di Rieti nelle mani del pontefice, ma i reatini riuscirono ad ottenere lo scorporo del loro territorio dalPatrimonio di san Pietro, e quindi la possibilità di decidere immediatamente l'adesione alRegno d'Italia (a differenza di altri territori pontifici comeViterbo, che dovette attendere labreccia di Porta Pia per farne parte).[39] Di conseguenza, il 23 settembre 1860[34][40][41] in una Rieti tappezzata di bandiere tricolori fece ingresso l'esercito italiano, composto da due reggimenti di granatieri che accompagnavano il Regio Commissario per la Provincia di Rieti, il conte Oreste Biancoli di Bagnocavallo; il 3 e il 4 novembre si tenne una consultazioneplebiscitaria che decretò l'annessione con 1963 voti a favore, 3 contrari e 4 schede nulle.[42] Rieti e la Sabina furono poi testimoni dellacampagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma (1867): il 23 ottobre di quell'anno, mentre si recava a Roma con l'intenzione di liberarla, Garibaldi fu a Rieti per una seconda volta, e allabattaglia di Mentana presero parte ottanta volontari reatini, tra i quali persero la vita Pietro Boschi ed Ettore Lucandri.[38] Tre anni dopo, nellabreccia di Porta Pia cadde il reatino Domenico Martini.[43]
Nel Regno d'Italia la città divenne capoluogo delcircondario di Rieti, che entrò a far parte dellaprovincia di Perugia insieme aTerni ed al resto dell'Umbria; rimasero insoddisfatte le richieste di vedere riuniti i territori di Rieti eCittaducale in una provincia dellaSabina con Rieti capoluogo. Le vicende di questo periodo portarono a profondi mutamenti socio-economici, ma il ruolo della città rimase marginale. Risale alla seconda metà dell'Ottocento ilprogetto di ferrovia Rieti-Avezzano, che non fu mai portato a termine[44]
Alla figura diGiacinto Vincenti Mareri si deve un tentativo di rinnovamento, tramite la fondazione di un'azienda agraria aperta a nuovi tipi di colture e la fondazione dellaCassa di Risparmio di Rieti nel 1846[42]; degno di menzione è anche il principeGiovanni Potenziani, che seguendo l'esempio del Vincenti Mareri avviò la coltivazione dellabarbabietola da zucchero. A questa pianta rimarrà legata per molto tempo la città e così la sua l'industria: nel 1873 fu inaugurato lozuccherificio di Rieti, il primo in Italia[45], che dal 1887 grazie adEmilio Maraini iniziò a produrre su scala nazionale. Grazie agli studi diNazareno Strampelli, all'inizio del Novecento a Rieti vennero realizzate varietà di grano ad alta produttività e resistenti a fattori ambientali ostili.
Nel 1923 il territorio di Rieti fu scorporato dall'Umbria ed inserito nellaprovincia di Roma; tramite il Regio Decreto nº 1 del 2 gennaio 1927, il governo fascista istituì 17 nuove province tra cui laprovincia di Rieti[46] unendo il territorio delcircondario di Rieti a quello dell'excircondario di Cittaducale (precedentemente parte dellaprovincia di Aquila degli Abruzzi) allo scopo di ricreare la regione storica dellaSabina. Il ruolo di capoluogo della città fu ulteriormente rafforzato l'anno successivo, quando i comuni diContigliano,Cantalice,Poggio Fidoni eVazia furono soppressi e aggregati al comune di Rieti;[47] solo nel dopoguerra i primi due torneranno ad essere comuni indipendenti.[48][49]
La promozione a capoluogo di provincia permise alla città di dar vita a un processo di crescita più efficace. Il definitivo passaggio ad un'economia di tipo industriale fu segnato dallaSupertessile, un grande stabilimento per la produzione dellaseta artificiale che impiegava migliaia di lavoratori (impiantato dal baroneAlberto Fassini e successivamente acquisito daSNIA Viscosa).[50] L'arrivo della Supertessile rese Rieti uno dei maggiori centri manifatturieri delLazio,[51] grazie anche all'indotto che favorì l'impianto di nuove industrie (come laMontecatini) e alla di poco successiva realizzazione dell'aeroporto di Rieti (che favorì la nascita dell'industria aeronauticaORLA).[50]
Gli avvenimenti più importanti dellaseconda guerra mondiale furono il bombardamento alleato del 19 novembre 1943[52] (nel quale rimasero seriamente danneggiati gli impianti industriali di viale Maraini, lastazione ferroviaria e l'aeroporto[53]), l'eccidio delle Fosse Reatine avvenuto il 9 aprile 1944[54] e il bombardamento del quartiere Borgo del 6 giugno 1944[55] che causò numerose vittime e rase al suolo parte del rione. Il 12 e il 13 giugno 1944 i tedeschi fecero saltare numerosi edifici (tra cuiPorta Cintia, ilponte romano ricostruito nel 1939) e ne danneggiarono altri (l'aeroporto, loZuccherificio e gli altri stabilimenti industriali)[53], saccheggiarono la città e si ritirarono.[54] Il 16 giugno 1944 la città venne liberata con l'ingresso dell'esercito inglese.[54]
A partire dagli anni sessanta una spinta ulteriore verso la crescita industriale si ebbe con la nascita del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, grazie anche ai contributi dellaCassa del Mezzogiorno.
Tuttavia in seguito, complici l'interruzione dei finanziamenti dell'ente pubblico e la mancanza di collegamenti veloci, le industrie sono andate incontro ad una crisi che dura ancor oggi.
La chiusura di molte aziende, inoltre, ha posto al centro del dibattito politico l'esigenza della bonifica e riqualificazione delle ex aree industriali (su tutte quelle dellozuccherificio e dellaSupertessile, ormai inglobate nel tessuto urbano per effetto dell'espansione edilizia).
Lo stemma della città è stato formalmente riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 28 luglio 1942.[56] È suddiviso in due parti ed è quindi uno scudotroncato: nella parte superiore a sfondo amaranto, si può vedere una figura femminile identificata conRea Silvia, da cui deriverebbe anche il nome della città, che offre uno stendardo a un cavaliere a sua volta identificato nella figura diManio Curio Dentato. Entrambi sono realizzati con un colore argentato, così come previsto dal decreto di riconoscimento, ma in alcune versioni si possono trovare d'oro.[57]
Gonfalone della Città di Rieti
La metà inferiore a sfondo celeste riporta tre pesci ed una rete anch'essa d'argento. Il significato della metà superiore rimanderebbe all'opera romana di bonifica, eseguita per mano proprio di Manio Curio Dentato, quindi la scena simboleggerebbe il ringraziamento della popolazione del capoluogo sabino nei confronti di colui che liberò l'odierno territorio della piana reatina dalle acque paludose del lago.Pompeo Angelotti vedrebbe invece nella figura femminile la deaRea nell'atto di porgere il comando della città al maritoSaturno (Crono), ed effettivamente Rieti prende come sua fondatrice proprio Rea (e anche qui, dal suo nome deriverebbe quello della città stessa). La metà inferiore ha un significato meno chiaro. È raffigurata una rete che copre l'intera porzione dello stemma, sotto di essa nella parte alta sono piazzati due pesci e un terzo è posizionato più in basso, a formare quindi con gli altri due un triangolo rivolto a terra, ma a differenza dei precedenti, questo si colloca sopra la rete ed è visibilmente più grosso. La spiegazione vedrebbe la rete come un simbolo della legge e i due pesci da essa racchiusi come i cittadini che a essa devono sottostare. Il pesce più grande quindi, sarebbe un Magistrato a cui spetta il compito di farla rispettare. Lo scudo attuale è sovrastato da una corona da marchese e ornato in basso da una di foglie e a volte da un nastro che recita:in pratis late rea condidit ipsa reate.[58] Originariamente lo stemma della città era costituito interamente da una semplice rete senza la rappresentazione dei pesci e della scena presente nella parte superiore.
Il gonfalone è un drappo troncato d'azzurro e di rosso.
«Al Comune di Rieti» — Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
Caratteristico il centro storico, posto su una leggera altura ai margini della conca reatina, protetto su un lato da unacinta muraria di origine medievale ancora ben conservata.Via Roma, una delle più vive del centro, divide la città neirioni medievali diSan Francesco,San Rufo, della Verdura eSanta Lucia.
La città può contare sulla presenza di due santuari francescani, quello diFonte Colombo e quello deLa Foresta e sulla vicinanza con altri due, siti nei vicini comuni diGreccio ePoggio Bustone. Molti pellegrini giungono, infatti, nella "Valle Santa" per ripercorrere, con ilcammino di Francesco, le gesta e i momenti della vita delSan Francesco d'Assisi.
Innalzata a metà del XIII secolo, è una delle più importanti chiese di Rieti. La facciata, in stile romanico-gotico, è in pietra e presenta un portale di ingresso sovrastato da untimpano ed unrosone, e termina con unattico leggermente sporgente. L'interno, a navata unica, è sormontato dacapriate in legno e termina in tre absidi sulle quali si aprono una finestratrifora e duebifore.
La chiesa di San Domenico fu edificata nel 1266, all'indomani della canonizzazione (avvenuta a Rieti) delfondatore dell'ordine domenicano. È stata recuperata e riaperta dopo un degrado che durava da quasi due secoli. L'interno è conseguentemente piuttosto spoglio, ma si sono salvati due affreschi diLiberato da Rieti (uno dei quali fu distaccato e spostato alMuseo civico negli anni sessanta) e vi è stato costruito l'imponenteorgano Dom Bedos-Roubo, che misura 14 metri di altezza ed è costruito in base a due trattati del Settecento.[60]
Convento di San Domenico (chiostro della Beata Colomba e oratorio di San Pietro martire)
Annesso alla chiesa di San Domenico si trova l'ex convento, del quale fanno parte il chiostro della Beata Colomba, adornato con lunette affrescate e un giardino all'italiana e l'oratorio di San Pietro martire, una piccola cappella che ospita un importante affresco delGiudizio Universale dei fratelli Lorenzo eBartolomeo Torresani (1552-1554); tuttavia il convento fa parte della caserma Verdirosi[61] e per accedervi, solo in giorni prestabiliti, è necessario un permesso.
Costruita nel 1253, affaccia sull'omonima piazza; fu la seconda chiesa ad essere dedicata al culto del santo, dopo labasilica di Assisi. Realizzata in stile romanico-gotico con una facciata afrontone molto semplice, in pietra, dotata di un portone astrombatura sovrastato da una lunetta e da un piccolo rosone. L'interno è a tre navate, con una copertura acapriate che sostituisce l'originale volta barocca che crollò durante ilterremoto del 1898. Di fianco alla chiesa vera e propria è situato l'oratorio di San Bernardino e l'ex convento dotato di chiostro, sede del liceo scientificoCarlo Jucci. All'interno della chiesa ogni anno si svolgono le celebrazioni per il Giugno Antoniano e da qui parte laProcessione di Sant'Antonio.
Nei dintorni di Rieti si trovano i quattrosantuari fondati da SanFrancesco d'Assisi, che danno allapiana su cui sorge Rieti il nome diValle Santa. Nel territorio comunale reatino ricadono i santuari diFonte Colombo edella Foresta, posti in posizione isolata su due rilievi ai margini della pianura, rispettivamente nei pressi delle frazioni diSant'Elia eCastelfranco; ad essi si aggiungono quelli diGreccio ePoggio Bustone, siti nei rispettivi comuni limitrofi. Il percorso che collega i quattro santuari è un cammino di pellegrinaggio noto e molto visitato, dettocammino di Francesco.
Commissionata alVignola nel 1570 e completata nel XVII secolo, fa parte di un complesso architettonico trecentesco che comprende anche un ospedale e un cimitero; l'edificio è chiuso al pubblico, abbandonato in uno stato di profondo degrado.
La chiesa e il convento di Santa Lucia sono stati fondati nel 1253 grazie all'interessamento del beatoAngelo Tancredi. La chiesa attualmente visibile è il risultato di interventi risalenti alla prima metà del Settecento. Il convento in passato era molto importante, e vi furono monache tre nipoti delBernini, che per questo motivo realizzò due statue e l'altare maggiore, che sono conservati nella chiesa, e forse un dipinto (più probabilmente opera diCiro Ferri). Il convento, espropriato dopo l'unità d'Italia, ospita un polo culturale che comprende la biblioteca comunale Paroniana e una sezione delMuseo civico.
La chiesa di San Rufo è collocata nella piccolapiazza omonima nella quale, secondo la tradizione, è collocato il centro d'Italia (Umbilicus Italiae). La chiesa ha originialtomedievali, ma l'edificio attualmente visibile risale al 1748 ed è opera diMelchiorre Passalacqua. L'esterno è in stile neoclassico, mentre l'interno è barocco e ospita il dipinto più importante della città,L'angelo custode,[62] oggi ritenuto opera delloSpadarino ma in passato attribuito persino alCaravaggio.[63]
Costruita tra il 1696 e il 1717 su progetto diFrancesco Fontana, è l'unica chiesa di Rieti con pianta acroce greca; è sconsacrata e costituisce l'Auditorium Varrone.
Fu costruita nel 1266 dai Padri Cistercensi. La facciata in conci di travertino delimitata da due lesene è estremamente semplice e l'elemento di maggior rilievo è il portale del 1546, opera di Giacomo da Locarno e Stefano da Como, che presenta sei colonnine in pietra (tre per lato) poggiate ognuna, su uno scudo che raffigura un busto di San Piero e che sostengono un architrave.La exchiesa di San Pietro Apostolo Questo portale in origine era collocato nella facciata dell'oratorio di San Pietro martire (chiesa di San Domenico) e fu spostato nel 1576 alla sua posizione attuale.
Costruito alla fine del XV secolo, è collocato sul colle di San Biagio a meridione della città. La chiesa fu ampiamente ristrutturata a metà del XVII secolo.
La chiesa, sconsacrata e nota comeAuditorium dei poveri, ospita eventi culturali. Al suo interno si trova il bassorilievoIl genio della morte diBertel Thorvaldsen, allievo delCanova, commissionato daAngelo Maria Ricci per la tomba della moglie Isabella Ricci Alfani.
Costruito nel III secolo a.C., il Ponte Romano era parte dell'anticaconsolareVia Salaria, e rappresentava il principale accesso alla città da sud, nonché il collegamento tra centro storico e quartiere Borgo. Fu demolito negli anni Trenta a causa dell'altezza insufficiente rispetto al livello del fiume, che più volte lo aveva inondato e danneggiato. I resti del ponte furono adagiati nelle acque ed emergono dal fondale del Velino, a fianco del ponte moderno costruito nel dopoguerra.
Posto lungo Via Garibaldi, annualmente vi si svolge un'intensa attività teatrale. Venne costruito sul finire dell'Ottocento e l'acustica del teatro viene considerata come la migliore d'Italia e una delle migliori al mondo.[64][65][66]
Innalzato nel 1283 in ragione della presenza a Rieti della curia papale, il Palazzo Vescovile è stato la dimora di diversi pontefici. Si trova a destra della Cattedrale, con la fiancata lungo via Cintia. La facciata romanica contiene una loggia, riportata all'aspetto originario con un restauro ad inizio novecento. Il piano terra ospita delle maestosevolte a crociera gotiche a due navate, sorrette da sei pilastri; al primo piano si trova invece il salone delle udienze, che dal 2005 ospita la pinacoteca delmuseo diocesano.
È il palazzo più importante dipiazza Vittorio Emanuele II ed è la sede delmunicipio oltre che delMuseo civico. L'edificio è il risultato di molte opere di ampliamento e ristrutturazione di una struttura risalente al XIII secolo.[67] La facciata (opera diFilippo Brioni, 1748) ha uno stile tardo barocco con due ordini di finestre, e culmina in un piccolo campanile; al pianterreno si trova un portico, sotto il quale sono presenti un busto di Giuseppe Garibaldi e uno di Vittorio Emanuele II. Sul suo fianco sinistro si erge una torre di cinque piani rivestita in travertino, innalzata nel 1940.
Sorge supiazza Vittorio Emanuele II ed è la sede dellaSabina Universitas. La facciata, inbugnato di pietra calcarea, integra elementi del tardo barocco con alcuni elementi neoclassici. All'interno del palazzo è presente un piccolo cortile ellittico e a livello del primo piano può essere osservata una statua in bronzo diSanta Barbara.
È un palazzo rinascimentale che sorge su piazza Cesare Battisti; oggi è sede dellaprefettura. La sua ristrutturazione nella forma attuale iniziò nel 1589 su un progetto di attribuzione dibattuta: in passato venne attribuito alVignola per via delle forme che lo ricordano, ma oggi si ritiene che sia opera di Giovan Domenico Bianchi.
Il lato rivolto verso la Cattedrale è munito di una splendida loggia formata da due ordini di archi, che affaccia su un giardino all'italiana da cui si gode una visuale panoramica sul lato sud della città; il giardino è pubblicamente accessibile dal 1927, quando la famiglia Vincentini cedette l'edificio alla neonata provincia reatina. All'interno, il piano terra è decorato con pitture del 1932 che raffiguranoMarco Terenzio Varrone eTito Flavio Vespasiano; al primo piano si trovano le stanze dove alloggia ilPrefetto, ed è di particolare rilevanza il camino in marmi policromi risalente al Cinquecento, che riporta iscrizioni in oro.
È collocato lungovia Roma, con un imponente portale e un'elegante facciata tardo rinascimentale. Fu realizzato sul finire del XVI secolo su progetto diCarlo Maderno[68].
Risalente al XIX secolo, è la residenza storica dei conti Vincenti Mareri. Il suo attuale aspetto neoclassico è opera diGiuseppe Valadier, che lo ingrandì fondendolo con i preesistenti palazzi degli Aligeri e dei Cerroni. Due portali in bugnato danno accesso alla corte interna, dove si trova un giardino all'italiana con una fontana su cui si trova una statua in terracotta di Cerere, copia di un originale romano.[42]
Esempio diarchitettura neoclassica, ha la facciata in piazza Oberdan e il fianco in piazza Mazzini. È appartenuto alla nobile famiglia diAngelo Maria Ricci; oggi ospita uffici dell'amministrazione comunale. Il palazzo era sede di una notevole collezione di opere pittoriche prevalentemente del Seicento, il cui fiore all'occhiello era costituito dal gesso originale dellaEbe diAntonio Canova attualmente conservato presso ilMuseo civico di Rieti.
È situato in via dei Crispolti ed al suo interno ospita una serie di affreschi. Fondato nel XIII secolo, è stato posseduto prima dai Fabri e poi dai Potenziani fino 1979, quando fu sottoposto ad un impegnativo restauro, che ha permesso di riportarlo all'aspetto originario. Oggi appartiene allaFondazione Varrone, che vi ha collocato la sua sede; per questo motivo non è sempre visitabile.
Sorto in luogo delPalazzo Pretorio e del Podestà (fine XIII secolo), venne trasformato inseminario diocesano ed inaugurato nel 1564; fu il primo seminario ad essere istituito secondo le norme delconcilio di Trento[69], se si esclude il piccolissimoseminario di Larino. I lavori per la trasformazione dell'edificio furono diretti dalVignola, ma gli ampliamenti dei secoli successivi rendono difficile individuare i caratteri del suo intervento.
Costruito agli inizi del XVIII secolo su progetto del comasco Michele Chiesa, con una facciata ridisegnata nel 1814 da Giuseppe Subleyras. Nel 1877 fu ceduto dalla famiglia Crispolti all'alloraCassa di Risparmio di Rieti e riallestito su progetto dell'ingegnere Angelo Blasetti; da allora ospita gli uffici della sua sede centrale.[42]
La cinta muraria di epoca romana è in gran parte scomparsa, ma rimangono visibili numerose tracce, specialmente nei casi in cui edifici di epoca successiva ne hanno riutilizzato i blocchi.
Mura medievali
Risalenti al XIII secolo, sono considerate tra le più imponenti e meglio conservate delLazio.[71] Cingono la città per tutto il lato settentrionale, e formavano un efficace sistema difensivo insieme alfiume Velino e allecavatelle, oggi prosciugate, del Borgo e di Fiume de' Nobili. Lungo le mura si aprono cinque porte:
Porta Conca, a nord; conserva ancora le imposte in legno del Cinquecento;
Porta San Giovanni, a nord, al termine di via Pennina che costituisce con via Roma l'asse nord-sud del centro storico. Murata nel XV secolo, le sue tracce sono ancora visibili e un piccolo varco permette il passaggio dei pedoni;
Porta Cintia, a nord-ovest, sulla strada perTerni; è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale e al suo posto si trovano oggi due edifici di cemento armato instile razionalista;
È la principale piazza della città. Su di essa affacciano ilPalazzo Comunale ePalazzo Dosi nonché gli storici caffè Gengarelli e Quattro Stagioni. Al suo interno si trova la seicentescafontana dei Delfini.[72]
È la via principale del centro di Rieti, e ne rappresenta ilcardo. La superficie stradale è sorretta dagli archi del viadotto romano del III secolo a.C., che costituiva la parte urbana dell'anticavia Salaria; il viadotto è visitabile tramite il percorso guidato dellaRieti sotterranea, che si snoda tra le cantine dei palazzi nobiliari che fiancheggiano la via.[73]
Piazza San Rufo è una piccola piazzetta tipicamente medievale, raggiungibile da quattro stretti vicoli. Oltre ad ospitare l'omonima chiesa (descritta più in alto), in essa la tradizione individua l'esatta collocazione del centro geografico dellapenisola italiana (Umbilicus Italiae). Per ricordarlo sono presenti un monumento (realizzato nel 2001 e chiamato scherzosamente "la caciotta" per la sua forma circolare e bassa che ricorda una forma di formaggio) e una targa.
Le vie del centro storico di Rieti sono disseminate di archi medievali; tra gli altri si ricordano quelli di Santa Lucia (XIII secolo), del Seminario e di via del Forno.
Zona dei Pozzi
La zona di via dei Pozzi è caratterizzata da un tessuto urbanistico tipico della città medievale, con stretti vicoli e archi.
"Pincetto"
Il "pincetto" è una rampa che collega piazza Oberdan con via Centuroni, così chiamata per l'analogia con quella delPincio diRoma.
Si compone di una sezione storico-artistica, collocata a Palazzo Comunale, e di una sezione archeologica, collocata a breve distanza nell'ex monastero di Santa Lucia. Tra le principali opere conservate ci sono: unaEbe diAntonio Canova (1815), un polittico diLuca di Tommè (1370), varie opere diAntoniazzo Romano tra cui laMadonna del Latte (la più antica a lui attribuita, 1464), il tritticoCrocifissione diZanino di Pietro e varie opere dei reatiniAntonio Gherardi,Carlo Cesi eAntonino Calcagnadoro (a cui è dedicata un'intera sala); nella sezione archeologica sono esposte sculture, monete, oreficeria ed oggetti di epoca preistorica, etrusca, ellenistica e romana, tra cui si ricorda un'urna a capanna dell'età del ferro proveniente dalla necropoli diCampo Reatino.
È un percorso museale costituito dal Museo del Tesoro del Duomo (ospitato nel battistero della Cattedrale), un museo di suppellettili liturgiche (situato in ambienti adiacenti alla Cripta della Cattedrale), un lapidario (collocato nel vestibolo che dalla cripta conduce al Palazzo Vescovile), e dalla Pinacoteca Diocesana (allestita nel salone delle udienze del Palazzo Vescovile).
In Piazza Cavour si trova un monumento dedicato allalira italiana, inaugurato il 1º marzo 2003 all'indomani dell'introduzione dell'Euro. Realizzata con la fusione di 2 200 000monete da 200 lire[76] presso le Fonderie Caggiati di Parma, disegno di Daniela Fusco, l'opera rappresenta l'Italia turrita che sostiene una grande moneta da una Lira, mentre su uno dei tanti drappi che l'avvolgono è impressa la scritta "L'Italia per la Lira". La faccia anteriore della moneta riporta l'incisione della Lira coniata nel 1951, mentre il retro originariamente corrispondeva a quella dellamoneta da una lira emessa nel 1861, ma fu sostituito nel 2008 e oggi la statua tiene fra le mani una moneta con i dritti della prima e dell'ultima Lira coniata. La statua è rivolta verso ilPonte Romano, mentre su un lato scorre un piccolo rivolo d'acqua che simboleggia ilfiume Velino, il simbolo della ricchezza di Rieti e della sua provincia: l'acqua. Rieti fu scelta per la collocazione del monumento per il suo valore simbolico, dato che il capoluogo sabino è storicamente riconosciuto come ilcentro della penisola.
Monumento ai Caduti
Il monumento ai Caduti, opera dello scultore Giuseppe Inghilleri e di Giuseppe Calcagnadoro, si trova in piazza Mazzini e rappresenta la figura della Vittoria che sostiene un eroe di guerra colpito a morte[77]. È stato inaugurato insieme al palazzo degli studi (liceo classico/istituto magistrale) il 13 giugno 1926.
Nel territorio comunale di Rieti rientra buona parte del monte Terminillo (2217 m s.l.m.), terza vetta più alta delLazio, che è una destinazione molto frequentata durante la stagione invernale. Migliaia di persone, provenienti da tutta la regione, sfruttano la stagione sciistica per apprezzare le bellezze della montagna, usufruendo dei numerosi alberghi presenti. Tuttavia il numero dei turisti è fortemente diminuito nel corso degli ultimi trent'anni, principalmente a causa di un'impiantistica obsoleta e invariata da decenni, e per la mancanza di collegamenti rapidi con le altre città. Le grandi folle di turisti, soprattutto romani, regolarmente presenti negli anni sessanta e settanta (tanto da far valere al Terminillo il soprannome di "Montagna di Roma"), si sono progressivamente riversate sulle vicine montagne abruzzesi, meglio attrezzate e collegate a Roma dall'autostrada A24. Oggi si sta cercando di ridare slancio alla montagna, ne è un esempio la realizzazione dell'illuminazione di un tratto delle piste da fondo il quale può così essere utilizzato anche in notturna, e dell'ammodernamento di alcuni impianti. La montagna comunque non offre attrazioni solo per gli amanti dello sci: infatti anche d'estate si presta per escursioni lungo i percorsi segnati delCAI.
La pianura dove sorge Rieti è un'area prevalentemente coltivata e ancora scarsamente antropizzata. Circondata dal Terminillo e daimonti Sabini, offre un pittoresco paesaggio composto da campi coltivati amais ogirasoli, casali rurali e corsi d'acqua. Nella bella stagione molti reatini si recano, per passeggiare o per fare sport, lungo le molte strade poderali che la percorrono o nellaciclovia della Conca Reatina.
All'interno dellaPiana Reatina si trova anche la riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, che dista circa 7 km dal capoluogo e si estende per 3200 ettari, divisi tra il territorio di Rieti e dei comuni limitrofi.[78] Al suo interno si trovano ilLago Lungo e ilLago di Ripasottile, gli unici bacini d'acqua naturali rimasti dopo il prosciugamento dell'anticoLago Velino, intorno ai quali si estende unazona umida dominata dai canneti; nella riserva si possono osservaregermani,gallinelle,aironi e altriuccelli migratori.
È il cammino dipellegrinaggio che si snoda nellaPiana Reatina e ripercorre i passi diSan Francesco d'Assisi nellaValle Santa toccando i quattro santuari francescani (Greccio,La Foresta,Fonte Colombo ePoggio Bustone) e altri luoghi simbolo delfrancescanesimo. È una proposta valida sia nel campo delturismo religioso che nel campo naturalistico. Il percorso, lungo circa 80 km, è diviso in otto tappe e tocca anche il centro di Rieti. Dal 2003 è stato attrezzato con cartelli e indicazioni che permettono ai viaggiatori di orientarsi lungo il tragitto, e inoltre è stato creato un attestato chiamato “Passaporto”, conferito a tutti coloro che si sottopongono al viaggio, che documenta l'effettivo compimento del percorso, da timbrare ad ogni tappa.
Il fiume Velino attraversa la città e delimita il centro storico a sud, separandolo dal quartiere Borgo, e un tempo costituiva insieme allacinta muraria la sua difesa naturale. Mantiene ancora oggi buona parte della limpidezza che lo ha sempre caratterizzato, tanto che persino il tratto cittadino è abitato daoche egermani reali, regolarmente visibili anche nei tratti più centrali del fiume. A Rieti sono pochi i vialilungofiume, ragion per cui le sponde del Velino hanno un aspetto "verde" e non urbanizzato. La sponda sinistra del fiume (quella meridionale) oggi è interamente seguita da un sentiero ciclopedonale, meta di coloro che amano correre all'aperto o semplicemente fare passeggiate a piedi o in bicicletta, che forma una specie di parco urbano e nel suo primo tratto è attrezzato con panchine ed attrezzi ginnici (cosiddetta "Giorlandina"). Il Velino è attraversato da sette ponti, da ovest a est: "Ponte di ferro" (stradale e ferroviario), ponte ciclopedonale delCampo Scuola, Ponte Giovanni XXIII,Ponte Romano, ponte ciclopedonale tra piazza San Francesco-piazza Cavour, e Ponte Cavallotti.
Le sorgenti di Fonte Cottorella si trovano circa un chilometro a sud della città; da queste fonti sgorga un'acqua oligominerale. Attorno alle sorgenti si trova un'area verde con panchine e tavoli, nonché unostabilimento termale e un ristorante.
Sentiero sul colle della Foresta
Colle della Foresta
Il colle della Foresta (600 metri s.l.m.) è un'altura che si trova a nord-est della città, rappresenta l'estrema propaggine meridionale deimonti Reatini, e si interpone tra i quartieri Micioccoli e Campoloniano. La sua sommità si raggiunge percorrendo per circa quattro chilometri lastrada provinciale n. 7; su di esso si trova la frazione diCastelfranco e ilsantuario della Foresta. Diversi sentieri, soprattutto nei pressi del santuario, permettono di immergersi nella fitta vegetazione che lo ricopre. Sul colle si trovano anche un ristorante e un golf club.
Colle San Mauro (530 metri s.l.m.[79]) è situato ad est del centro storico e a sud del quartiere Villa Reatina. Percorrendo la strada che vi conduce per 400 metri, a partire dalla centralissimaPorta D'Arci, si trova unapineta attrezzata come parco urbano, con tavoli da picnic, e poche centinaia di metri più avanti un belvedere, da dove si gode di un ottimo panorama del centro storico della città. Sul colle si trovano inoltre il convento deifrati Cappuccini e la Villa Potenziani (oggi albergo). La vegetazione comprende lecci, abeti epini d'aleppo.[80]
Il parco "vittime 6 aprile 2009" in via Liberato di Benedetto
Parchi cittadini
Tra i parchi pubblici comunali, il principale è il parco "vittime 6 aprile 2009" in via Liberato di Benedetto (esteso per due ettari e mezzo), dove si tiene ogni anno la Festa dello studente. Più piccoli (intorno a un ettaro) il parco "6 giugno 1944" di Campomoro, il parco "Coriandolo" di Madonna del Cuore (dove si tiene annualmente il Rieti Sport Festival) e il "Paul Harris" di Micioccoli.
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 3 683, ovvero l'8,13% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[83]
Il dialetto della città di Rieti si inserisce nel gruppo dei dialetti sabini, appartenente aidialetti italiani mediani. Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone latine. In particolare nel dominio reatino-aquilano, area tradizionalmente conservativa, viene tuttora mantenuta la distinzione fra -o ed -u finali, a seconda dell'originaria matrice latina: ad esempio, a Rieti si hacavallu per "cavallo" (latino: caballus), mascrio per "io scrivo" (latino: scribo).
LaProcessione dei Ceri è il culmine delle celebrazioni in onore diSant'Antonio da Padova note comeGiugno Antoniano, santo per il quale esiste una fortissima venerazione. Ogni anno il 12 giugno avviene l'esposizione della statua del santo, festeggiata con la Fiera di Sant'Antonio; due domeniche dopo ha luogo la processione, nella quale la statua (che con la macchina lignea supera la tonnellata di peso) percorre le strade del centro storicoinfiorate ed addobbate conluminarie. La processione deve il suo nome al fatto che la maggioranza dei fedeli porta grossi ceri votivi che rimangono accesi per l'intera durata della processione, regalando con il calar della sera un pittoresco spettacolo all'osservatore.
La fiera di Santa Barbara ha inizio con il 3 dicembre (la cosiddetta "apparsa") e finisce con il giorno seguente per festeggiare la giornata diSanta Barbara, patrona della città. In passato si svolgeva per le vie del centro storico, mentre oggi trova spazio lungo le strade del quartiere Molino della Salce. Nonostante tale spostamento abbia privato la fiera di uno sfondo esteticamente più pregiato, le strade lungo le quali si snoda, sono invase ogni anno da un'intensa folla, alla ricerca delle più svariate merci. Contemporaneamente nella zona di Foro Boario, si svolge un mercato di bestiame e attrezzature, nonché macchine, per uso agricolo.[senza fonte]
L'edizione 2008 del Palio della Tinozza
LaFesta del Sole con ilPalio della Tinozza è una manifestazione che si tiene a fine luglio e consiste in una serie di gare acquatiche nelfiume Velino ed altri eventi di contorno; ha origini recenti ma è particolarmente amata dai reatini, che vi assistono dalPonte Romano. Le gare comprendono un duello, durante il quale i concorrenti dei vari rioni cercano di far cadere l'avversario in acqua colpendolo con una pertica, una corsa di biciclette munite di galleggianti e pale al posto delle ruote, una gara di barche fiumarole, una gara di nuoto e il Palio della Tinozza, la gara più attesa, una gara dove i concorrenti sono seduti all'interno di una tinozza (una sorta di “mezzo tino”) e si spingono con un remo. A questa tradizione si devono due deigemellaggi allacciati dalla città di Rieti.
La rievocazione dei Cavalli infiocchettati, che si svolge dal 1980, si tiene la prima domenica dopo il 17 gennaio e consiste nella sfilata di cavalieri in costume storico che cavalcano cavalli addobbati, lungo un percorso che va da piazza Chiesa del Suffragio fino allachiesa di Sant'Antonio Abate. La tradizione rievocata risale all'inizio del Novecento, quando il mestiere più diffuso nel quartiere Porta D'Arci era il carrettiere e presso la chiesa di Sant'Antonio Abate, nel giorno della ricorrenza del santo protettore degli animali, si teneva la loro benedizione.[84]
La rievocazione dell'incoronazione diCarlo II D'Angiò, avvenuta nel 1289 per mano diPapa Niccolò IV nella cattedrale di Rieti, è una sfilata in costumi medievali che si tiene a fine agosto di ogni anno dal 1998 e si svolge negli stessi luoghi e con le stesse modalità riferite nella descrizione del cardinaleGiacomo Stefaneschi. È preceduta dell'allestimento di spazi a tema medievale e da giochi tra i rioni della città (palio dell'anello, corsa della traglia, tiro alla fune e corsa dei somari).[85][86]
L'usanza dei lumi dell'Ascensione oggi è andata quasi completamente perduta, ma un tempo era tradizione collocare fuori dalle finestre un lume, in occasione della Festa dell'ascensione del 31 maggio, per indicare la strada all'ascesa del Signore.
L'ospedale provinciale San Camillo de Lellis (architettoNicolosi)
Il tribunale di Rieti
L'area addestrativa della caserma Verdirosi
La città è sede della "Scuola Interforze per laDifesa NBC" delministero della difesa, sorta nel 1994, dove leforze armate italiane apprendono le tecniche di difesa dalle armi nucleari, batteriologiche e chimiche.[87][88] La sede centrale si trova presso la caserma "Attilio Verdirosi", nel centro storico, mentre nell'aeroporto si trova la cittadella addestrativa "NUBICH".[89]
Rieti è sede di unaASL, facente parte delservizio sanitario del Lazio, ed ospita l'ospedale generale provincialeSan Camillo de Lellis,[90] che costituisce l'unica struttura ospedaliera di grandi dimensioni dellaprovincia di Rieti;[91] si trova nel nucleo industriale, in una struttura realizzata negli anni Sessanta su progetto dell'architettoGiuseppe Nicolosi.
La città ospita le sedi di enti governativi locali dello stato quali il comune, laprovincia (in palazzo d'Oltre Velino) e laprefettura, in rappresentanza del governo (inpalazzo Vincentini).
Hanno la sede a Rieti i comandi provinciali di tutti i corpi di pubblica sicurezza: quello dei Carabinieri (ospitato nel quartiere Micioccoli, in una struttura realizzata nel 2002 dall'architettoManfredi Nicoletti), della Guardia di Finanza (Piazza Tevere), dei Vigili del Fuoco (Porta Romana) nonché laquestura (Città Giardino).
La città è sede deltribunale ordinario di Rieti, competente sulcircondario giudiziario che comprende l'intera provincia, e dipende dal distretto dellacorte d'appello di Roma. È ospitato in una struttura realizzata negli anni Cinquanta nel quartiere Città Giardino; in precedenza era collocato in palazzo Sanizi.
Rieti è sede di uncarcere denominatoNuovo Complesso, della capienza di 295 posti, realizzato nel 2009 e collocato nell'area industriale;[92] in precedenza era collocato nel convento diSanta Scolastica, nel centro storico.
Il centro storico visto dalla collina di Campomoro
Rieti è da anni classificata ai primi posti in fatto di basso tasso di delinquenza. In un rapporto delViminale del2008 la città sabina è risultata quella con il secondo più basso numero di scippi in tuttaItalia (due in tutto l'anno) mentre per ciò che riguarda i furti con destrezza e i furti d'auto, lo stesso rapporto indica rispettivamente un totale di 89 ed 83, entrambi in calo rispetto all'anno precedente. Più alto il numero ditruffe che ammontano a un totale di 240[93].
Nella classifica "Ecosistema urbano" realizzata daLegambiente nel2016, che valuta la qualità dell'ambiente nei comuni italiani capoluogo di provincia, Rieti si piazza al 54º posto[94].
Museo civico, diviso in due sezioni: sezione storico-artistica, all'interno del palazzo municipale; sezione archeologica, nell'ex monastero di santa Lucia, via Sant'Anna, 4.
La principale biblioteca cittadina è la Biblioteca Comunale Paroniana, dal nome del vescovo Giovanni Filippo ParoniO.F.M.Conv., inaugurata il 4 giugno del 1865 nell'ex convento di S. Agostino. Dopo alcuni spostamenti dovuti al costante aumento dei volumi conservati, si è trasferita presso l'ex monastero di Santa Lucia nel 1998. La biblioteca possiede circa 140 000 volumi stampati, 23 000 dei quali antichi, risalenti ad un periodo compreso fra il XV e il XIX secolo, 466 testate di periodici, dei quali 100 correnti, 78 codici, 80 incunaboli, un cospicuo numero di manoscritti, e materiale non raccolto in libri.[95]
C'è poi la Biblioteca dellaFondazione Varrone (ex Biblioteca Benedetto Riposati). Nacque nel 1982 quando MonsignorBenedetto Riposati, latinista dell'università Cattolica di Milano, donò la propria biblioteca all'alloraCassa di Risparmio di Rieti, che fu sistemata nella sede di via dei Crispolti 22, pressoPalazzo Potenziani Fabri. La raccolta di libri è stata ampliata dalla Fondazione Varrone e da donazioni di privati arrivando così a oltre 13 000 volumi[96], alcuni dei quali, molto rari ed importanti tanto da conferire alla biblioteca un prestigio internazionale. Nel 2012 viene inaugurata la nuova sede della biblioteca all'interno delle "Officine Fondazione Varrone", il complesso di edifici ristrutturati dalla Fondazione in Largo San Giorgio che ospitano una libreria, un caffè letterario, una galleria d'arte, una palestra di inglese ed un laboratorio di moda, dove la Fondazione organizza manifestazioni ed eventi culturali. Dal 2014 la biblioteca è chiusa perché posta sotto sequestro, in seguito alla scoperta di alcune irregolarità nei lavori di ristrutturazione.[97]
A Rieti, in località Campofiorito sul Monte Terminillo[100], opera ilCentro Appenninico del Terminillo "C.Jucci". Esso è una "emanazione" dell'Università degli Studi di Perugia. Nasce nel1949[101][102] per mano di Carlo Jucci docente di Zoologia all'Università di Pavia e tredici anni dopo la sua morte fu ceduto all'Università di Perugia. Si occupa di ricerca e sperimentazioni in campo agronomico e dello studio delle rilevazioni climatiche necessarie allo svolgimento dell'attività di ricerca principale. Il Centro Carlo Jucci svolge la sua attività grazie a 4 stazioni di ricerca poste a 379, 1050, 1739 e 1000m s.l.m.[103]
Il Palazzo degli Studi, opera dell'architetto Angelo Guazzaroni, è sede del Liceo ClassicoMarco Terenzio Varrone e dell'Istituto MagistraleElena Principessa di Napoli
A livello scolastico Rieti costituisce un polo attrattore per una vasta parte dellaprovincia di Rieti: infatti studiano nel capoluogo circa 9 800[104] alunni sui 21 400[105] che costituiscono la popolazione scolastica della provincia.
Il convitto dell'Istituto AlberghieroCostaggini
Il ruolo di attrattore è particolarmente importante per quanto riguarda le scuole superiori (dal momento che, tra gli altri 72 comuni della provincia, solo in sette di questi sono presenti istituti superiori[106]), motivo per cui esiste un consistentependolarismo scolastico, anche sulle medio-lunghe distanze. Alcuni di essi, inoltre, presentano delle eccellenze che li rendono in grado di esercitare un'attrazione regionale e interregionale.
Tra questi, di particolare rilevanza è l'Istituto AlberghieroRanieri Antonelli Costaggini, fondato nel 1962, che fu il primo istituto di questo tipo in tutto il Lazio;[107] oggi è l'istituto superiore con il maggior numero di iscritti dell'intera provincia ed attrae molti studenti anche dalle vicine città diRoma,Terni eL'Aquila, che per seguire le lezioni hanno la possibilità di soggiornare in un appositoconvitto.
I quotidiani locali sono ilCorriere di Rieti e della Sabina (del Gruppo Corriere S.r.l.), l'edizione di Rieti deIl Messaggero e l'edizione Lazio Nord deIl Tempo (che fino al 2012 aveva un'edizione di Rieti[108]).
Tra i periodici ci sono il mensile gratuito Format, il mensile gratuito Informer e il settimanale diocesanoFrontiera.
La prima emittente locale a Rieti è stata laRTR − Rete Televisiva Reatina.
Altra storica emittente reatina è stataTeleRadioRieti 2000, fondata nel 1977, che dal 1980 assunse il nome diTeleSabina 2000 e cessò le sue trasmissioni nel 2002.Tra il 2008 e il 2016 sono state attive altre reti televisive che ora hanno cessato di esistere:Tele Centro Lazio,Sabinia tv eRLTV.
L'attività teatrale è concentrata presso ilTeatro Flavio Vespasiano, realizzato sul finire del XIX secolo e posto lungo via Garibaldi (a pochi passi dapiazza Vittorio Emanuele II). È stato più volte lodato per le sue straordinarie qualità acustiche. Ospita annualmente concorsi di calibro nazionale ed internazionale legati alla danza e alla lirica, ma è anche sede delle rappresentazioni delle piccole compagnie teatrali locali, per lo più commedie in vernacolo. Ha ospitato anche la registrazione della puntata zero di uno show Rai[109][110].
Anche grazie all'operato dellaRieti Film Commission, a Rieti sono stati ambientati film comeL'uomo del grano di Giancarlo Baudena (documentario suNazzareno Strampelli girato in parte nellaPiana Reatina, la cui anteprima assoluta è stata poi proiettata a Rieti[111]),Il disordine del cuore scritto da Paolo Fosso (interamente ambientato e girato a Rieti, e anch'esso presentato a Rieti[112]),Il tema di Jamil diMassimo Wertmüller (film girato totalmente a Rieti[113]), mentre è in uscita il filmIl centro del mondo diKim Rossi Stuart (per il quale sono state effettuate a Rieti quattro settimane di riprese su nove totali[114]).
Tra i piatti tipici della cucina locale ce ne sono vari a base dipasta, storicamente prodotta a partire dalla locale varietà di granoRieti originario. Tra questi ci sono lefregnacce alla reatina, un taglio di pasta a forma di rombo (largo circa due centimetri nella diagonale minore); il condimento originale è costituito da lardo battuto, sedano, cipolla, pomodoro a pezzi, sale e peperoncino,[115][116] anche se spesso sono servite con del sugo di carne semplice e una spolverata di pecorino locale, oppure con un sugo alle olive (che trova largo impiego nei condimenti della cucina locale, essendo un prodotto tipico dellaSabina).
Altra pasta tipica sono ipizzicotti (annoverati tra iprodotti agroalimentari tradizionali italiani), che sono ottenuti prelevando "pizzichi" di un impasto identico a quello utilizzato per il pane (cioè acqua, farina, sale e lievito) e cotti direttamente nell'acqua bollente; vengono conditi con un sugo di pomodoro leggermente piccante. Fanno parte della cucina locale anche glistrengozzi, che sono preparati "alla reatina" con un condimento costituito da grasso di prosciutto, olio di oliva, prosciutto fresco tagliato a cubetti, peperoncino rosso, piselli freschi e pomodoro.[117]
Per quel che riguarda lecarni, tipici del posto e diffusi in buona parte della provincia sono isardamirelli. Sono costituiti dai budelli dell'intestino del maiale i quali vengono lavati, e lasciati ad asciugare per tre giorni. A questo punto vengono aromatizzati con finocchio, peperoncino e sale e successivamente rivoltati e fatti essiccare per poi essere cucinati sulla brace oppure in umido con i fagioli.[118]Un'altra specialità della norcineria reatina è la salsiccia di fegato di suino semplice, oppure nelle varianti condite con finocchiella e scorzette d'arancia o con uvetta fresca.[senza fonte]
Copeta natalizia reatina
Tra idolci, sono tipici del periodo natalizio dei biscotti romboidali composti di miele e noci tritate, sia in forma di biscotto secco (terzetti alla reatina)[119] che in quella di impasto morbido e croccante servito su foglie dilauro (copeta onociata).[120][121] Fanno parte della tradizione anche lefave dei Morti (biscotti di farina di mandorle, preparati in occasione dellacommemorazione dei defunti)[122] e lapizza di Pasqua (un panettone al formaggio lievemente dolce).[123] Inoltre, sebbene più recente, è di origini reatine anche latorta mimosa, inventata negli anni Cinquanta dal ristoratore locale Adelmo Renzi.[124][125]
Rieti Danza Festival: nato nel 1991, si svolge ogni anno nelteatro Flavio Vespasiano; è suddiviso nelle sezioni classica, pas de deux, moderna-contemporanea e composizione coreografica.[126][127]
Reate Festival: si tratta di un festival internazionale che spazia dalbelcanto alla musica Jazz passando per la musica sacra ed altro. Si tiene ogni anno e la prima edizione risale al 2009. A sottolineare lo spessore della manifestazione, il concerto finale della rassegna multidisciplinare 2010, svoltosi a Rieti in piazza Cesare Battisti, è stato diffuso daRai International in Australia, Sudafrica, America del Nord e America del Sud.[128]
Rieticuorepiccante: La fiera mondiale del peperoncino si svolge nel periodo estivo nel centro cittadino.
Circoscrizione Rieti I: centro storico di Rieti, Borgo, Campomoro, Fiume de' Nobili, Casette, San Benedetto, Sant'Elia,San Giovanni Reatino, Maglianello,Poggio Fidoni.
Circoscrizione Rieti II: Maraini, Regina Pacis, Madonna del Cuore, Micioccoli; piana reatina; zona adiacente cimitero comunale, Moggio, Chiesa Nuova e Quattro Strade.
Circoscrizione Rieti III: Villa Reatina, Piazza Tevere, Campoloniano, Vazia,Lisciano, Monte Terminillo e Castelfranco.
Case San Benedetto: si trova a poco meno di 3 km a sud ovest di Rieti, a valle di Castel San Benedetto, con cui costituiva il comune soppresso diCastel San Benedetto Reatino, aggregato a Rieti nel 1873.
Casette: Posta a circa 4 km dai confini del centro abitato, si trova a sud est del capoluogo, all'uscita della gola percorsa dal fiume Salto.
Castelfranco: si trova a meno di 6 km a nord est di Rieti (precisamente a 5,27 km) e si trova a 623 metri sul livello del mare. Fra i suoi edifici sono ancora visibili i resti di un'antica torre di osservazione e difesa. Questa frazione nacque infatti a partire dal 1376 come baluardo difensivo delloStato pontificio contro ilRegno di Napoli.
Castel San Benedetto, a circa 5 km da Rieti. Fu sede del comune di Castel San Benedetto Reatino, soppresso nel 1873.
Cerchiara, già comune autonomo con il nome diCerchiara di Sabina, dal 1875 fu frazione del comune di Poggio Fidoni, e nel 1928, alla soppressione di quel comune, entrò a far parte del comune di Rieti.
Chiesa Nuova: piccolo agglomerato nella piana reatina, a circa 2 km a nord ovest di Rieti
Cupaello: piccola frazione alle pendici delTerminillo a circa 7 km dai margini di Rieti. Il territorio appartenne all'antico comune di Vazia fino al 1928. Dal nome di questo centro deriva il nome di cupaellite ocoppaelite dato a delle rocce vulcaniche rinvenute in zona[132] e dovute ad un'eruzione vulcanica di un vulcano ormai scomparso, di circa 400 000 anni fa.
Lisciano, già parte del comune di Vazia, entrò a far parte del comune di Rieti alla soppressione di quel comune nel 1928.
Lugnano: posto fra Lisciano e Cupaello si trova a circa 7 km da Rieti. Già comune autonomo con il nome diLugnano di Villa Troiana, entrò nel comune di Rieti nel 1928.
Maglianello: l'agglomerato, diviso inMaglianello Alto eMaglianello Basso (lungo la stradaSalaria per Roma) si trova in direzione sud, a quasi 7 km la parte alta e poco più di 3,5 la parte bassa.
Moggio Alto: dista 21 km da Rieti in direzione nord ovest. Insieme al centro diPie' di Moggio costituisce un'exclave del comune di Rieti al confine con laprovincia di Terni.
Piani Poggio Fidoni: moderno agglomerato ai margini della Piana Reatina. Insieme all'antico centro diPoggio Fidoni Alto occupa il territorio del vecchio comune diPoggio Fidoni, soppresso nel 1928.
Piani San Filippo: frazione di recente sviluppo, ai piedi diSan Filippo, circa 8 km a sud ovest dal capoluogo. La maggior parte dell'agglomerato rientra nel territorio comunale di Contigliano.
Piani Sant'Elia: si trova nella Piana Reatina, a valle di Sant'Elia. Insieme all'antico centro diSant'Elia Alto occupa il territorio del comune soppresso diSant'Elia Reatino.
Piè di Moggio: dista 17 km da Rieti in direzione nord ovest. Insieme al centro diMoggio Alto costituisce un'exclave del comune di Rieti al confine con la provincia di Terni.
Poggio Fidoni Alto: posto su un colle a sud-ovest della città, fu comune autonomo fino al 1928.
Poggio Perugino: sorge sulla cima di un colle a sinistra della val Canera.
San Giovanni Reatino: adagiato su un colle nei pressi della via Salaria per Roma, fu comune autonomo fino al 1875.
Sant'Elia Alto: fu sede del comuneSant'Elia Reatino, soppresso e aggregato alla città di Rieti nel 1875.
Vazia, giàVilla Troiana: sede del comune diLugnano di Villa Troiana, che nel 1927 assunse il nome diVazia e nel 1928 fu soppresso, venendo aggregato al comune di Rieti.
Fin dalla prima bonifica di epoca romana[note 2], la pianura intorno alla città si dimostrò molto fertile, ma l'opera di bonifica andò avanti ancora per molto. Fino al secolo novecento infatti, la piana reatina rimase sostanzialmente una zona paludosa, soggetta periodicamente a esondazioni che danneggiavano la produzione locale, situazione che favoriva per di più la proliferazione dellamalaria.
In epoca medievale, la piana era caratterizzata da una vasta produzione diguado, che una volta macinato, essiccato e fermentato, veniva messo in commercio sotto il controllo dei “Consoli dell'agricoltura del Guado”. Questa coltivazione cessò con gli ultimi decenni dell'Ottocento lasciando spazio all'Indaco.
La maggiore eccellenza dell'agricoltura reatina è stata tuttavia quella delfrumento: infatti la varietà di granoautoctona della Piana Reatina, denominataRieti originario, fu uno dei grani più diffusi e ricercati d'Italia tra Ottocento e Novecento in quanto era caratterizzata da una straordinaria produttività e resistenza allaruggine.[133]
L'economia reatina si è basata a lungo sul settore agricolo, tanto che ancora a fine Ottocento oltre metà della popolazione era impiegata nell'agricoltura, una delle percentuali più elevate d'Italia. Solo sul finire del secolo ci fu un rinnovamento delle colture rispetto a quelle tradizionali: in seguito alla nascita dellozuccherificio si diffuse ad esempio labarbabietola da zucchero.
Lo sbarramento del fiume Velino dal quale partono i due principali canali di irrigazione del Consorzio di Bonifica della Piana Reatina
Inoltre all'inizio del Novecento la città fu teatro delle sperimentazioni dell'agronomoNazareno Strampelli, che si era trasferito a Rieti nel1903, proposto dal professor Giuseppe Brucchietti, per dirigere la cattedra sperimentale di granicoltura. Effettuando selezioni ed incroci a partire dalRieti originario, Strampelli riuscì ad ottenere nuove tipologie di frumento note comesementi elette, ancora più resistenti e produttive. Le varietà prodotte da Strampelli ebbero diffusione in tutta Italia e anche all'estero nel corso della "battaglia del grano".
Ancora da risolvere comunque era la questione della bonifica della piana reatina, così nel 1936 iniziarono i lavori per regolamentare la portata d'acqua delVelino; in quest'ottica, furono costruite le dighe, ancora oggi sfruttate per la produzione di corrente elettrica,del Salto edel Turano, due affluenti del Velino, lavori che terminarono cinque anni più tardi. Questi interventi permisero una crescita più efficace del settore agricolo reatino non più penalizzato da un territorio paludoso. Nel periodo del dopoguerra l'agricoltura subisce un pesante ridimensionamento nella produzione della ricchezza della città passando da quasi il 50% al 14% all'inizio del 1970, discesa favorita dall'apertura all'industria e dalla nascita di un settore terziario.
Lo stabilimento dellaSupertessile, poi divenutaSnia Viscosa
Rieti ha avuto un'industrializzazione piuttosto tardiva (avviata solo nella seconda metà dell'Ottocento), ma è stata nel secolo scorso uno dei maggiori centri manifatturieri delLazio.[51]
Dopo secoli di economia agricola, la prima fabbrica a sorgere fu lozuccherificio di Rieti nel 1873. Fu il primo zuccherificio d'Italia,[45] e sotto la gestione diEmilio Maraini divenne tra i più importanti della nazione per capacità di lavorazione.[134] Tuttavia si trattava di un insediamento ancora legato all'agricoltura e a carattere stagionale, attivo solo nel periodo di raccolta dellabarbabietola da zucchero.
Il vero passaggio ad un'economia di tipo industriale si ebbe negli anni Venti, quando il baroneAlberto Fassini impiantò a Rieti laSupertessile (poi divenutaSnia Viscosa), un impianto di grandi dimensioni per la produzione dellaseta artificiale,[50] che arrivò ad occupare ben 4500 operai.[45] Il volano della Supertessile portò in breve tempo all'apertura di altri opifici, tra cui lo stabilimento chimico dellaMontecatini e l'industria aeronauticaORLA.[50]
Il nucleo industriale di Rieti in una foto degli anni Ottanta
La seconda fase dell'industrializzazione di Rieti si aprì nel 1970 con l'inaugurazione del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, un'area di circa 500 ettari attrezzata per accogliere capannoni industriali, realizzata al confine con il comune diCittaducale. Lo scopo era quello di attrarre industrie grazie alle sovvenzioni dellaCassa del Mezzogiorno, che operava nel comune limitrofo (in quanto ex territorioborbonico). Nel giro di qualche anno questo settore divenne di primo livello, vantando la presenza di industrie operanti su scala nazionale nonché di alcune multinazionali,[135] e si caratterizzò per la produzione nel campo dell'elettronica.
Tuttavia, a partire dagli anni novanta, la fine dei sovvenzionamenti statali ha portato il settore ad una grave crisi, dovuta sia all'assenza di vie di comunicazione moderne[135] sia alla maggiore convenienza di produrre nei paesi dell'Est. La chiusura o ladelocalizzazione di molte aziende, tra cui lo stabilimento dellaTexas Instruments che ne era il maggiore, ha comportato una netta diminuzione del numero di addetti (passati dagli 8500 del 1994 ai 5000 degli anni 2010[136]) e la trasformazione di molti grandi capannoni in centri commerciali, tanto che la zona è stata riconosciuta dalMinistero dello sviluppo economico come una delle otto "aree di crisi complessa" del territorio nazionale.[137]
L'area di Rieti-Cittaducale comprende 240 imprese, in prevalenza medie o piccole,[136] e fa parte del distretto regionale dell'innovazione[138] e dell'aerospazio.[139]
Il settore dei servizi, fino agli anni venti, era poco rilevante ed era composto in prevalenza dal piccolo commercio.[140] In seguito all'istituzione della provincia, il settore si espanse con la nascita di una burocrazia locale e dopo ancora con le prime attività turistiche, specialmente sul Terminillo.
Oggi il terziario costituisce circa i tre quarti del PIL reatino. Al suo interno è prominente il settore dei servizi destinati alla vendita (commercio eGDO) nonché quello bancario e assicurativo;[141] rilevante in quel campo era laCassa di Risparmio di Rieti.
Gli svincoli di Rieti Est (sullaSalaria) e Rieti Ovest (sullaTernana)
Una delle principali arterie che attraversano Rieti è laSS4 via Salaria, strada statale extraurbana secondaria che collegaRoma adAscoli Piceno e almare Adriatico passando per Rieti. L'arteria è in gran partea scorrimento veloce, anche se ancora incompleta in direzione Ascoli e piuttosto compromessa in direzione Roma, dove è programmato (e in un piccolo tratto già attuato) il suo raddoppio.[142]
Dalla Salaria, in corrispondenza di Rieti, si diramano due arterie: una è lastatale 79 "Ternana" (convertita a scorrimento veloce, e pertanto nota come "superstrada Rieti-Terni"), che collega la città conTerni,Spoleto e in generale il nord Italia (tramite lastrada europea E45 e il casello di Orte dell'A1). L'altra è lastatale 578 "Salto Cicolana" (anch'essa quasi del tutto convertita a scorrimento veloce e detta pertanto "superstrada Rieti-Torano"), che collega Rieti adAvezzano e alCicolano.
A nord del centro urbano si trova l'aeroporto Giuseppe Ciuffelli, un piccolo aeroporto usato principalmente dall'Aero Club locale, daaerei da turismo ealianti, nonché dal 16º Nucleo Elicottori dell’Arma dei Carabinieri e dal Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco.
L'autostazione di Rieti, con un autobus della lineaCotral Rieti-Roma
La mobilità urbana e suburbana è garantita dal servizio di autobus della ASM Rieti, con circa 347 corse giornaliere e trentacinque linee che hanno capolinea in piazza Cavour.[143]
L'autostazione situata all'esterno della stazione ferroviaria è servita dagli autobus della compagnia regionaleCotral, che gestisce circa sessanta autolinee[144] che collegano Rieti conRoma, con lastazione di Fara Sabina e con gli altri comuni della provincia.
Nell'area urbana sono presenti trepiste ciclabili: la prima (indicata come "ciclovia A" e nota anche come "Giorlandina") segue l'argine sinistro delVelino collegando la città da ovest ad est;[145] la seconda lambisce la parte est della città collegandola da nord a sud, e fa parte del più ampio anello dellaCiclovia della Conca Reatina, che raggiunge ancheContigliano e varie frazioni di Rieti;[146] la terza collega il quartiere Madonna del Cuore alla frazione di Quattro Strade.[147]
Il gemellaggio fra Rieti edItō si deve ad un articolo pubblicato dallaGazzetta dello Sport nel 1979, riguardante una manifestazione chiamata "Festival della vasca di legno" e tenuta nella città nipponica, in cui i partecipanti davano vita a una competizione acquatica con delle imbarcazioni di legno analoghe a quelle dellaFesta del Sole reatina. Questa analogia spinse il comitato reatino a mettersi in contatto con l'ambasciata Giapponese a Roma, e successivamente con la città di Itō. Si avviarono così gli incontri che permisero alle due città di giungere al gemellaggio, ufficializzato in data 27 marzo 1985 dal consiglio comunale di Rieti e il giorno seguente dal consiglio municipale di Itō. Anche il gemellaggio conSaint-Pierre-lès-Elbeuftrae origine da questa manifestazione[in che modo?].[151]
Rieti può vantare una notevole tradizione sportiva, specialmente negli ambiti dell'atletica leggera e dellapallacanestro, e dispone di un discreto numero di impianti sportivi dove si tengono manifestazioni di rilievo anche internazionale.
La città, in particolare, è considerata una delle capitali italiane dell'atletica leggera, sia per la notevole diffusione di tale sport tra la popolazione[154] che per il numero di atleti della nazionale cresciuti nella locale societàStudentesca Andrea Milardi (oltre cento,[155] tra i quali si ricordanoPietro Mennea,Andrew Howe eMaria Benedicta Chigbolu). L'attività si svolge allostadio Raul Guidobaldi, che è spesso sede di eventi di rilievo nazionale e internazionale; tra di essi spicca ilRieti Meeting (il secondo d'Italia per importanza dopo ilGolden Gala di Roma), nel quale sono stati stabiliti numerosi record mondiali, al punto che la città è stata definita una sorta di "mecca" per i record[156] e il Guidobaldi soprannominato "tempio delmezzofondo".[157]
Molto radicata è anche la pratica dellapallacanestro: la città è infatti sede dellaSebastiani Rieti, società che ha militato a lungo inserie A ed è stata anche campione d'Europa vincendo unaCoppa Korać. La sua presenza ha attirato importanti giocatori anche statunitensi, tra i quali l'amatissimoWillie Sojourner eJoe Bryant (padre diKobe Bryant, che per tale ragione ha trascorso l'infanzia a Rieti). La città è oggi rappresentata, oltre che dalla Sebastiani (attualmente inserie A2), anche dallaNPC Rieti (serie B Nazionale): entrambe disputano i propri incontri alPalaSojourner.
Meno sentita - ma comunque rilevante - è la tradizione calcistica: nell'ambito delcalcio a 11 la città è rappresentata dall'FC Rieti, che vanta due presenze inSerie B, nonché molte stagioni a cavallo della C e del dilettantismo. Al2024-2025 la squadra milita inEccellenza. Nella stagione 2023-2024 la città è stata rappresentata anche dalla SSA Rieti. Nelcalcio a 5 opera ilReal Rieti, che vanta numerose partecipazioni allamassima serie, oltre a una finale scudetto, una partecipazione alla Champions League, una Coppa Italia e una Coppa della Divisione. La squadra, che attualmente milita inSerie A2, gioca le sue partite casalinghe alPalaMalfatti.
Altra tradizione sportiva rilevante nella città di Rieti è quella rugbistica, grazie agliASD Arieti Rugby Rieti 2014, squadra attualmente militante inSerie C e che, nella sua storia, può vantare una partecipazione allaSerie A e molte altre allaSerie B.
Rieti è molto nota anche nel mondo delciclismo professionistico, in quanto l'ascesa almonte Terminillo tramite laVia Terminillese rappresenta una scalata storica del ciclismo italiano; per tale ragione, Rieti o il Terminillo sono state spesso arrivo di tappa delGiro d'Italia (venti volte) e dellaTirreno-Adriatico (due volte); proprio sul Terminillo si svolse la primacronoscalata della storia del Giro.[158] Il percorso Rieti-Terminillo è celebre anche in ambito automobilistico: vi si tiene ogni anno lacoppa Bruno Carotti, competizione di rilievo internazionale che per lungo tempo ha fatto parte delcampionato europeo della montagna.
Rilevante è anche l'attività nel campo delvolo a vela che si svolge all'aeroporto Ciuffelli, facilitata dallecorrenti ascensionali particolarmente favorevoli presenti nellaPiana Reatina: la città ha infatti ospitato due edizioni dei campionati mondiali assoluti organizzati dallaFAI,[159] un mondiale juniores,[160] e tre edizioni dei campionati europei.[161]
La piscina comunale e quella provinciale di Campoloniano ospitano gare di nuoto e pallanuoto.[162][163][164]
^Classico, scientifico, linguistico-pedagogico, tecnico industriale, tecnico commerciale, artistico, agrario, per geometri, professionale alberghiero, professionale per i servizi commerciali e turistici, professionale socio-sanitario per odontotecnici, professionale per l'industria e l'artigianato.
^Nel 271 a.C., il console romanoManio Curio Dentato ordina la costruzione di un canale (il Cavo Curiano) per far defluire le acque stagnanti in direzione del salto naturale dellaCascate delle Marmore
^ab Roberto Lorenzetti,Strade di ferro e territori isolati. La questione ferroviaria in un'area dell'Italia centrale (1846-1960) - una ricerca dell'Archivio di Stato di Rieti, collanavolume 68 diStudi e ricerche storiche, Franco Angeli editore, 1986, p. 160.
^L'articolo 2 recita: «Spaccato: nel primo di amaranto alcavaliere armato d'argento nell'atto di ricevere lo stendardo, fustato d'oro, svolazzante a destra, dalle mani di una donna rivoltata d'argento, coronata all'antica d'oro; nel secondo di celeste a trepesci natanti d'argento, posti due e uno in una rete attraversante sul tutto pure d'argento.»
^Fave dei morti, suARSIAL - Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio.URL consultato il 1º ottobre 2017(archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2017).
^ Archivio di Stato di Rieti,Il grano a Rieti prima di Strampelli: il Rieti Originario, suMuseo della scienza del grano "Nazareno Strampelli".URL consultato il 19 novembre 2017., tratto dal libro di Roberto Lorenzetti,La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dall'età giolittiana al fascismo, Roma, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 2000.
^Storia dello zucchero, suAssociazione Bieticoltori Italiani.URL consultato il 17 settembre 2015.
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