Reserpina | |
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NomeIUPAC | |
metil-11,17α-dimetossi-18β-[(3,4,5-trimetossibenzoil)ossi]-3β,20α-ioimban-16β-carbossilato | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta omolecolare | C33H40N2O9 |
Massa molecolare (u) | 608.68 g/mol |
Numero CAS | 50-55-5 |
Numero EINECS | 200-047-9 |
Codice ATC | C02AA02 |
PubChem | 5770 |
DrugBank | DBDB00206 |
SMILES | COC1C(CC2CN3CCC4=C(C3CC2C1C(=O)OC)NC5=C4C=CC(=C5)OC)OC(=O)C6=CC(=C(C(=C6)OC)OC)OC |
Dati farmacologici | |
Categoria farmacoterapeutica | Antipertensivi |
Teratogenicità | Classe D (Fetotossica) |
Modalità di somministrazione | Orale |
Dati farmacocinetici | |
Biodisponibilità | 50% |
Metabolismo | GI / epatico |
Emivita | 4.5 - 271 ore (media 33h) |
Escrezione | 62% feci / 8% urine |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
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attenzione | |
Frasi H | 302 |
Consigli P | ---[1] |
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Lareserpina è unalcaloideindolico con attivitàantipertensiva eantipsicotica. È stata ampiamente utilizzata nella terapia farmacologica dell'ipertensione e di alcunepsicosi, anche se la messa a punto di composti più efficaci con effetti indesiderati considerevolmente più contenuti la rende un farmaco obsoleto, ritirato dal commercio in diversi paesi.[2]
L'effettoantipertensivo della reserpina è dovuto alla sua capacità di esaurire nei terminali nervosi simpatici periferici le riserve dicatecolamine,neurotrasmettitori normalmente coinvolti nel controllo dellafrequenza cardiaca e delle resistenze periferiche. Per questo motivo nella farmacopea inglese viene classificata comeamine depletor.
La deplezione dimonoamine a livello sinaptico operata dalla reserpina viene spesso citata come prova della teoria monoaminergica della patogenesi delladepressione (Everett & Tolman, 1959), che può difatti costituire un effetto indesiderato della terapia con reserpina.
La reserpina agisce bloccando il trasportatore vescicolare di monoamineVMAT, che normalmente trasportanoradrenalina,serotonina edopamina dal citoplasma dei nervi presinaptici all'interno delle vescicole destinate al rilascio nellafessura sinaptica. I neurotrasmettitori così accumulati nelcitoplasma vengono degradati dalleMAO e non raggiungono lasinapsi.[3]
Il composto di partenza nella via sintetica della reserpina è iltriptofano, convertito intriptamina dallatriptofano decarbossilasi. La triptamina è combinata con secologanina in presenza dell'enzima strictosidina sintetasi e dà origine alla strictosidina. Una complessa serie di reazioni enzimatiche porta alla sintesi della reserpina a partire dalla strictosidina.[4]
La reserpina fu isolata nel1952 dalla radice essiccata dellaRauwolfia serpentina, pianta nota comeSarpaganda allamedicina tradizionale indiana, presso la quale viene impiegata da secoli per i disturbi mentali, la febbre e i morsi di serpente.[5]. Si riferisce che persinoMahatma Gandhi abbia fatto occasionalmente uso diSerpaganda cometranquillante.[6]NegliStati Uniti il primo utilizzo clinico sperimentale si deve aRobert Wallace Wilkins, nel 1950. La sua struttura chimica fu chiarita nel 1953 e la sua isomeria cis-trans approfondita nel 1955.[7] Fu introdotta come antipsicotico nel 1954, due anni dopo laclorpromazina. La prima sintesi totale fu eseguita daR. B. Woodward nel 1958.[7] La reserpina è stata ritirata in diversi paesi per le delicate interazioni farmacologiche, la frequente insorgenza di effetti indesiderati e la presenza di valide alternative al suo impiego.
La reserpina è una dei pochi antipertensivi di cui sia stata dimostrata con trial randomizzati controllati la capacità di ridurre la mortalità:Hypertension Detection and Follow-up Program,[8]Veterans Administration Cooperative Study Group in Anti-hypertensive Agents,[9] e ilSystolic Hypertension in the Elderly Program.[10]
Oggi la reserpina è utilizzata raramente nella terapia dell'ipertensione, e viene considerata come opzione terapeutica in caso di fallimento della terapia con altre classi di farmaci.[11] La reserpina può essere considerata un agente adiuvante di seconda linea da associare allaterapia diuretica in contesti in cui il contenimento della spesa sia cruciale, come neipaesi in via di sviluppo.[12]
È utilizzata per il trattamento delladiscinesia nei pazienti affetti dacorea di Huntington.[13]
In alcuni paesi, tra cui l'Italia, la reserpina è disponibile solo in combinazione con altri antipertensivi, generalmente diuretici ovasodilatatori. In Italia è reperibile la specialitàIgroton Reserpina, associazione fissa diclortalidone e reserpina. Queste associazioni sono generalmente considerate farmaci di seconda scelta. La dose giornaliera per uso come antipertensivo varia tra 0,1 e 0,25 mg.
L'uso della reserpina comeantipsicotico è stato quasi completamente abbandonato, anche se recentemente alcuni autori ne hanno proposto un utilizzo come terapia adiuvante in pazienti refrattari, sfruttando il sinergismo con iD2-antagonisti. Le dosi storicamente utilizzate in ambito psichiatrico arrivavano anche a 40 mg/die. Per dosi superiori a 3 mg/die si rendeva necessaria l'aggiunta di unanticolinergico per contrastare l'ipertono colinergico periferico e ilparkinsonismo. Le dosi proposte come terapia adiuvante in associazione ad antipsicotici si aggirano invece intorno a 0,5 mg/die.
La reserpina può essere utilizzata in ambito veterinario, per la sedazione di animali di grossa taglia.
A dosi inferiori a 0,2 mg/die la reserpina ha pochi effetti collaterali, il più frequente dei quali rappresentato dalla congestione nasale.[14]
Molta preoccupazione è stata rivolta alla potenzialità della reserpina di causare depressione e aumentare il rischio di suicidio. Sono stati eseguiti studi non controllati con dosi medie di 0,5 mg/die.[15][16]
I principali effetti collaterali sono mediati dalla deplezione dicatecolamine e dal conseguente ipertono colinergico, nonché dal modesto effettoalfa-bloccante: congestione nasale,nausea,vomito, aumento di peso, intolleranza gastrica,ulcera gastrica, dolore addominale,diarrea, peggioramentoasma,bradicardia,ipotensione,disfunzione erettile,iperprolattinemia.[17]
La depressione può manifestarsi a qualsiasi dosaggio e può essere sufficientemente grave da condurre al suicidio. Altri effetti centrali frequenti sono sonnolenza, confusione, incubi. Può manifestarsiparkinsonismo dose-dipendente. Spesso è riportata debolezza e affaticamento. Studi su roditori con reserpina ad alte dosi hanno mostrato potenziale attivitàcancerogena. La rilevanza clinica di questo dato nella terapia umana a dosi standard resta da chiarire.[18]
La reserpina passa nel latte materno, con effetti tossici sul lattante. Dovrebbe quindi essere evitata durante l'allattamento.[19]
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