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Repubblica partigiana dell'Ossola

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Repubblica partigiana dell'Ossola
Repubblica partigiana dell'Ossola - Localizzazione
Repubblica partigiana dell'Ossola - Localizzazione
Repubblica dell'Ossola inEuropa
Dati amministrativi
CapitaleDomodossola
Dipendente daCLNAI
Politica
Forma di Statorepubblica partigiana
Nascita9 settembre1944
Fine23 ottobre1944
Territorio e popolazione
Bacino geograficoItalia nord-occidentale
Territorio originaleVal d'Ossola
Confini della Repubblica dell'Ossola
Evoluzione storica
Preceduto daRepubblica Sociale Italiana (bandiera) Repubblica Sociale Italiana
Succeduto daRepubblica Sociale Italiana (bandiera) Repubblica Sociale Italiana
Ora parte diItalia (bandiera) Italia
Modifica dati su Wikidata ·Manuale
«A quarant'anni di distanza, la Repubblica dell’Ossola è ben più di un lontano episodio consegnato ai libri di storia. Essa vive nel perenne patrimonio ideale della nostra gente, simbolo incorruttibile di generosità e di riscatto.»

(Sandro Pertini,Messaggio del Presidente in occasione del 40° anniversario della Repubblica dell'Ossola)

LaRepubblica dell'Ossola o Repubblica ossolana (più precisamente Zona liberata dell'Ossola) è stata unarepubblica partigiana sorta nelNord Italia il 10 settembre1944 e riconquistata dai fascisti il 23 ottobre 1944. A differenza di altreRepubbliche partigiane, la Repubblica dell'Ossola fu in grado, in poco più di un mese di vita, di affrontare non solo le contingenze imposte dallo stato di guerra, ma anche di darsi un'organizzazione articolata, con l'istituzione della Giunta provvisoria di Governo di Domodossola e della zona liberata (G.P.G.). Durante i seppur breviQuaranta giorni di libertà[1], personaggi illustri comeUmberto Terracini,Piero Malvestiti eGianfranco Contini collaborarono alla redazione di riforme ad orientamentodemocratico, che sarebbero poi state d'ispirazione per la stesura dellaCostituzione italiana[2].

La storia della Repubblica dell'Ossola è stata narrata nellosceneggiato diLeandro CastellaniQuaranta giorni di libertà e dal libro diGiorgio BoccaUna repubblica partigiana (1964). Una narrazione molto particolareggiata si trova anche nel romanzoIl cavallo rosso diEugenio Corti.

Valore storico e politico

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Nel corso della Resistenza furono molte le aree liberate dainazifascisti, che si organizzarono inRepubbliche partigiane (tra le prime vi furono laRepubblica di Maschito, laRepubblica del Corniolo e laRepubblica di Montefiorino). Secondo Roberto Battaglia, tuttavia, le più grandi e significative furono la Repubblica dell'Ossola e laRepubblica della Carnia[3]. Giorgio Bocca, a queste duegrandi repubbliche, aggiunge anche laRepubblica dell'Alto Monferrato[4].

Nella valutazione della maggior parte degli studiosi l'esperienza ossolana occupa un posto preminente per molteplici motivi. In primis per la vastità del territorio su cui il governo poté estendersi: il territorio conquistato dai partigiani comprendeva un'area di1600 km², sei vallate, 32 Comuni e più di80000 abitanti[2]. Inoltre, se è indubbio che le diverse formazioni partigianeossolane, attraverso molteplici e valorose azioni militari, sono state le artefici della nascita della Repubblica dell'Ossola, tale vicenda non può essere confinata ad un mero fatto d'armi.Aldo Moro scrisse in occasione del XV anniversario:

«La Repubblica Ossolana ebbe un indiscutibile valorepolitico in quanto rivelò la carica spontanea dei valori civili del Movimento resistenziale, che non esauriva il suo impegno nella lotta per la liberazione della Patria dallo straniero, ma esprimeva l’aspirazione ad un ordine nuovo della Società, secondo le naturali vocazioni popolari alla democrazia, che la dittatura fascista non era riuscita a distruggere.»

(Aldo Moro,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[5])

La notevole, concreta esperienza politica e amministrativa operò fin dall'inizio con un'ampiezza di prospettive straordinaria, proiettandosi verso un nuovo tipo di comunità nazionale e dunque di Stato. Come un autentico Governo, la Giunta provvisoria si dimostrò capace di organizzare, nel pur breve tempo concessole dalla vicenda bellica, i rifornimenti essenziali per la popolazione, l'assistenza, la difesa militare, lapolizia, l'ordinamento degli impieghi, le finanze, lascuola, l'assistenza, lagiustizia. Se è vero che nella sua breve esistenza la G.P.G. non ebbe modo, salvo che per il programma scolastico, di redigere documenti programmatici oCarte di principi da assimilarsi a tentativi di carte costituzionali, tuttavia, dalla lettura dei verbali e dei documenti emanati di volta in volta dalla Giunta, si scorgono indiscutibilmente i principi di vera legalità e di libertà a cui si ispirerà e su cui si assesterà la futuraRepubblica Italiana[2]. In molti ambiti si ha esempio di ciò: nel lavoro, con la giusta retribuzione e il rispetto della dignità di ognuno, nell'istruzione, nell'assistenza agli indigenti, nella giustizia e nell'amministrazione del territorio:

«L’episodio ossolano ha un grande valore anche perché anticipò ed intuì nel loro significato amministrativo ed educativo l’importanza delle strutture autonomistiche locali, che saranno più largamente accolte nella Costituzione italiana e formeranno una delle più valide componenti del nostro sistema politico ed amministrativo. (…) In questo senso, a mio avviso, va giudicata questa splendida pagina della nostra storia: come testimonianza cioè e come simbolo della carica morale che animò la Resistenza italiana nelle sue più fulgide e genuine espressioni»

(Aldo Moro,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[5])

L'unicità dell'esperienza ossolana va dunque ricercata nella capacità di rispondere non solo ad esigenze di ordinemilitare, ma soprattutto nella volontà di credere in un assettopolitico alternativo a quellonazifascista, prefigurando di fatto l'instaurazione inItalia di un regimedemocratico.

«Non diversa, non meno gloriosa e sanguinosa la vicenda di tante altre valli e zone dell'Italia occupata. Che cosa distacca da esse e dà alla Repubblica Ossolana un rilievo e un posto particolare nella storia della Liberazione? È proprio la proclamazione formale, in questo angolo d'Italia liberato, di una Repubblica e la costituzione di un governo repubblicano. Atto di audacia, quasi di sfida all'avvenire: affermazione di un destino ormai inderogabile»

(Ferruccio Parri,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[6])

Storia

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Formazioni partigiane in Val d'Ossola nell'estate 1944

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Lo stesso argomento in dettaglio:Rastrellamento della Val Grande.
Partigiani catturati vengono fatti sfilare sul lungolago di Verbania prima di essere fucilati, il 20 giugno 1944.

Nelle zone montuose ad Ovest delLago Maggiore erano attive numerose formazionipartigiane. InValsesia alcuni gruppi partigiani avevano istituito laRepubblica partigiana della Valsesia già a Giugno. Tra i gruppi attivi inVal d'Ossola c'erano laValdossola diDionigi Superti, laCesare Battisti di Armando Calzavara (Arca), laGiovane Italia diNino Chiovini (Peppo) e Guido il Monco e laX Brigata Garibaldi di Mario Flaim[7].

Dall'11 giugno al 1º luglio1944 il comandoSS diMonza coordinò un'operazione militare volta ad annientare le formazioni partigiane insediate in particolare nella zona selvaggia dellaVal Grande: per una ventina di giorni parecchie migliaia dinazifascisti braccarono 500 partigiani. Nonostante la presenza, fra i partigiani, dell'infermieraMaria Peron che salvò moltissime vite,[8] alla fine del rastrellamento si contarono circa 300 partigiani morti, 208 baite e stalle incendiate in Val Grande e in Val Pogallo, 50 case danneggiate o distrutte dai bombardamenti aCicogna. Numerose in quei giorni le fucilazioni di partigiani catturati, la più consistente il 20 giugno con 42 vittime aFondotoce, nel luogo in cui è stato in seguito eretto ilParco della Memoria e della Pace. Dopo la fine dell'azione il comandante Mario Muneghina costituì la brigata garibaldina Valgrande Martire. Vittime del rastrellamento furono anche civili, pastori ed alpigiani, che pagarono con la vita o con l'incendio delle stalle l'appoggio dato alla Resistenza[7].

Liberazione

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Alfredo Di Dio

La liberazione della regione è dovuta ai partigiani dellaDivisione Val Toce, che, sotto il comando del capitanoAlfredo Di Dio, l'8 settembre1944 attaccarono le truppefasciste di stanza aDomodossola sconfiggendole e, dopo averle scacciate, parlarono di "territorio liberato". Solo in seguito, sull'esempio di zone come laRepubblica del Corniolo, la prima repubblica partigiana nell'Italia del nord, si cominciò a usare l'espressione "repubblica" dell'Ossola. Tutte le leggi e i corpi militari fascisti vennero sciolti in soli 2 giorni. Venne vietata l'esportazione di valuta e venne rinnovata la toponomastica della valle.Salò reagì tagliando i rifornimenti all'intera valle, ma, dopo alcune incertezze, la piccola repubblica ottenne l'appoggio dellaSvizzera.

Caduta

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Il 10 ottobre le truppe della Repubblica Sociale attaccarono con 5000 uomini e, dopo aspri scontri, il 23 ottobre riconquistarono tutto il territorio. La gran parte della popolazione abbandonò la Val d'Ossola per rifugiarsi in Svizzera, lasciando il territorio pressoché deserto, impedendo di fatto le forti rappresaglie che furono minacciate dai fascisti e dal capo della provincia in particolare. A tal proposito proprio ilcapo della ProvinciaEnrico Vezzalini scrisse il famoso comunicato a Mussolini che recitava: "Abbiamo riconquistato l'Ossola, dobbiamo riconquistare gli Ossolani".

Giunta provvisoria di Governo

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Ettore Tibaldi, Presidente della Giunta provvisoria
«Anche se durasse una sola settimana, dobbiamo fare e pensare come nell'Italia di ieri non si è fatto e pensato, dobbiamo comportarci come gli uomini della Repubblica romana del 1849»

(Ettore Tibaldi,Prima riunione della G.P.G.[9])

La Giunta provvisoria di Governo si insediò l'11 settembre1944[10] presso ilPalazzo Civico della città diDomodossola, su ordine delmaggioreDionigi Superti, comandante della divisioneVal d'Ossola e rappresentante delle altre formazioni Patriote dellaVal d'Ossola[11]. Aveva giurisdizione su tutti i territori liberati delleValli dell'Ossola e dellaVal Cannobina con un bacino di più di 80.000 abitanti[12]. I confini della Repubblica partivano dalLago Maggiore includendo, ai limiti di essa,Cannero,Oggebbio,Trarego,Ghiffa,Premeno,Aurano,Intragna,Caprezzo,Cambiasca,Miazzina,Cossogno,San Bernardino Verbano,Mergozzo eOrnavasso (era esclusoCannobio)[13].

Membri della Giunta

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La G.P.G. si riunì dodici volte nellaSala storica delMunicipiodomese e una volta inValle Antigorio (quandoDomodossola era già stata evacuata)[14] ed era così composta[15]:

Il Manifesto che annuncia la formazione della Giunta provvisoria di Governo
  • Ing. Severino Cristofoli (partito d'azione): Commissario per l'Organizzazione amministrativa della Zona e per il Controllo della produzione industriale
  • Dott. Alberto Nobili (liberale): Commissario per le Finanze, Economia ed Alimentazione
  • Giacomo Roberti (comunista): Commissario per la Polizia e per i Servizi del Personale
  • Prof., sacerdoteLuigi Zoppetti: Commissario per l'Istruzione, Culto e Assistenza Pubblica

Sono subentrati successivamente:

  • Don Gaudenzio Cabalà (democristiano): Commissario per l'Istruzione, Culto e Assistenza Pubblica (in sostituzione diLuigi Zoppetti dal 16 settembre[16])
  • Oreste Filopanti (all'anagrafe Emilio Colombo,comunista): Commissario per la Polizia e per i Servizi del Personale (in sostituzione di Giacomo Roberti dal 22 settembre[17])
  • Luigi Mari (all'anagrafe Natale Menotti,democristiano): Commissario per gli Affari Tributari e Finanziari
  • Amelia Valli (all'anagrafe Gisella Floreanini in Della Porta,comunista): Commissario per l'Assistenza e per i Rapporti con le Organizzazioni Popolari (insediatasi il 7 ottobre[18]).

Il Presidente della Giunta,Ettore Tibaldi, era un medico, professore dipatologia medica dell'Università di Pavia[19], che a causa delle sue ideesocialiste, aveva perso la cattedra universitaria e si era autoconfinato aDomodossola. Il 7 novembre1943 aveva organizzato un'insurrezione operaia aVilladossola, repressa nel sangue dainazifascisti.[20] Fuggito inSvizzera, era poi rientrato nel capoluogoossolano dopo la resa del comando tedesco, avvenuta la sera del 9 settembre1944[15]. Dopo laLiberazione, sarebbe diventato Vice Presidente delSenato nellaIV Legislatura[21].

Da notare cheGisella Floreanini fu la prima donna a ricoprire un incarico governativo inItalia[22]: il primo ministro donna dellaRepubblica Italiana sarebbe infatti stata successivamenteTina Anselmi nelGoverno Andreotti III.

«Il compagno Filopanti, commissario per la Giustizia, presentando la compagna "candidato ministro" sottolineava il valore del fatto nuovo di una donna italiana, a un posto di responsabilità governativa. L'indomani, Umberto Terracini, su Liberazione, giornale della Giunta provvisoria, commentava la conquista democratica che avveniva semplicemente, senza discussioni. Sembrava avvenissero con semplicità, allora, tanti fatti rivoluzionari, rinnovatori del costume politico e sociale italiano.»

(Gisella Floreanini,Una donna nel governo dell'Ossola[23])

Membri del Comitato di Liberazione Nazionale di Zona

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IlComitato di Liberazione Nazionale di Zona si affiancava alla Giunta, con compito di controllo politico e amministrativo. Risultava composto da[15]:

Collaboratori illustri

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Umberto Terracini, Segretario Generale e futuro Presidente dell'Assemblea Costituente

La Giunta, durante il suo mandato, si assicurò l'aiuto di vari collaboratori e consulenti, alcuni dei quali sarebbero diventati uomini di spicco dellaprima repubblica, ricordati anche nella storia per aver partecipato alla stesura dellaCostituzione italiana. Tra questi vi erano[15][24]:

Attività politiche e di amministrazione

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Ciascun Commissario assolveva i compiti di sua pertinenza, con l'aiuto dei Collaboratori preposti. Tuttavia le questioni di maggior importanza venivano sempre trattate in Consiglio, nel corso di frequenti adunanze serali e diurne. Se è vero che l'attività della Giunta era prevalentemente rivolta a far fronte alle difficoltà del momento, è altresì innegabile, che ogni atto e provvedimento era costantemente ispirato alla preoccupazione di far valere i principi didemocrazia,giustizia civile eprogresso sociale[15]. Questi elementi fondanti sarebbero poi stati pienamente ripresi dalla nascenteCostituzione italiana.

Rapporti con le autorità nazionali e coordinamento con le iniziative popolari

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Composizione dell'ipotetico Consiglio Popolare di Governo[12]
«La Giunta di Domodossola, democraticamente costituita, è oggi la prova più chiara di una via con la quale le alte qualità civiche del popolo italiano ritrovano libertà ed armonia ad onta del tentativo di distruzione fatto da un regime di oppressione.»

(Ivanoe Bonomi,I telegramma del Presidente alla Giunta provvisoria di Governo[34])

La Giunta si adoperò nel mantenere relazioni con le organizzazioni politiche nazionali, sia per vederne convalidata la propria autorità, sia per ottenere aiuto e consiglio. Pur mantenendo infatti un certo grado di autonomia decisionale e amministrativa, rimase sempre dipendente dalCLNAI, fonte di autorità e prestigio, come dimostrato dall'ampia corrispondenza epistolare[35]. Nacquero tuttavia inizialmente alcune divergenze: subito dopo l'istituzione della Giunta[10], infatti, una missiva del CLNAI informò il Governo provvisorio, che i Rapporti con l'Estero esulavano totalmente dalle competenze della Giunta, dovendo quest'ultima mantenere esclusivamente rapporti con il CLNAI stesso[36], dichiarando altresì nullo l'atto di istituzione da parte del maggioreDionigi Superti[11]. Trattandosi infatti di territorio nazionale liberato, la competenza sulla nomina di Giunte di amministrazione civile non apparteneva ai comandanti militari ma al CLNAI, che però di fatto ratificava quanto già disposto dal maggiore. Il malessere da parte della G.P.G. venne esposto in una missiva diretta al CLNAI diLugano, in cui si faceva notare la necessità di gestire questioni internazionali connesse alla vita quotidiana, essendo laVal d'Ossola zona di confine. L'accordo fu poi raggiunto attraverso la nomina di un rappresentante presso il CLNAI diLugano, l'on.Cipriano Facchinetti[37]. Una volta risolte le divergenze con il CLNAI, la Giunta fu riconosciuta anche dal Governo Nazionale diRoma, con il quale essa cercò diverse volte un collegamento diretto[38]. L'allora PresidenteIvanoe Bonomi scrisse infatti alla G.P.G. due telegrammi, elogiando il lavoro svolto e fornendo massimo appoggio:

«I Patrioti della Val d'Ossola che soltanto con i loro sforzi e con mezzi limitati e grande valore hanno restituito alla libertà un lembo della Patria hanno scritto una pagina di grande eroismo nella guerra contro l'oppressore nazi-fascista. Essi sono il simbolo del nuovo spirito che pervade tutto il popolo italiano nella battaglia per la sua redenzione e questo è degno delle più alte tradizioni del nostro risorgimento.»

(Ivanoe Bonomi,II telegramma del Presidente alla Giunta provvisoria di Governo[34])

Un'altra preoccupazione della Giunta fu quella di mantenere i più distesi rapporti possibili con la popolazione, favorendo ogni manifestazione e stabilendo un controllo immediato da parte dei cittadini sull'attività politica e amministrativa dell'organo istituito. In tal senso si stimolò la ricostituzione e l'affermazione deiC.L.N di Zona; si mantennero stretti collegamenti con le organizzazioni sindacali, di partito e di massa; si promosse la stampa locale; si svolsero comizi e manifestazioni pubbliche[15]. Oltre a ciò la Giunta aveva in mente un criterio di convocazione diretta con unConsiglio Popolare di Governo. Nella bozza, avrebbe dovuto essere costituito da ventun membri rappresentativi delle più disparate organizzazioni e categorie (dai membri deiC.L.N. locali ai commercianti e professionisti), che avrebbero collaborato con ogni Commissario della Giunta[12]. Tale organo si sarebbe dovuto riunire ogni 10 giorni e avrebbe vigiliato sull'attività della G.P.G.. Sarebbe stato di fatto un'espressione fedele del pensiero e degli interessi dei cittadini, seppur nei limiti imposti dalle circostanze. Purtroppo il precipitare degli eventi non ha poi permesso l'attuazione di tale proposito.

Relazioni con la Svizzera

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«L'aiuto dato oggi vale cento volte quello che potrebbe essere dato domani. Facciamo tutti insieme che il Canton Ticino sia anche in questa circostanza degno delle sue più nobili e alte tradizioni.»

(Guglielmo Canevascini,Aiutiamo la popolazione dell'Ossola[39])

Le relazioni con laConfederazione Elvetica diedero luogo a importanti manifestazioni di solidarietà, che contribuirono alla lotta per la Liberazione. Il Delegato dellaCroce Rossa svizzera per il soccorso all'Italia accompagnò a Domodossola il 22 settembre1944 il primo treno di viveri (patate, farina, carne, latte) e medicinali[40], cui ne sarebbero poi seguiti molti altri. Guglielmo Canevascini, consigliere di stato ticinese, dopo aver constatato la situazione in cui versava la vallata scriveva alla popolazioneticinese: « Ho visitato l'Ossola liberata. La situazione alimentare è tragica. La popolazione civile della regione - 60.000 persone, esclusi i militari - è ridotta alla fame [..] Manca tutto; si incontra ovunque, fra una nobile e dignitosa fierezza che è nel comportamento del popolo, tutto lo squallore e la miseria »[39]. In seguito all'appello, si attivarono diverse opere assistenziali verso l'Ossola: tra queste un Comitato costituitosi inCanton Ticino venne in aiuto dei bambini ossolani, per cui oltre 2.000 di essi vennero ospitati da famiglie elvetiche, per sottrarli alla carestia; successivamente lo stesso aiuto venne riservato anche aiprofughi ossolani[41]. Fecero visita aDomodossola anche i consiglieri nazionali Francesco Borella, Karl Dellberg, il sindaco diLocarno G.B. Rusca e autorevoli giornalisti[15]. In tal senso anche molti e importanti quotidiani svizzeri, tra cui laGazette de Lausanne eLa Tribune de Genève seguivano da vicino la vicenda riportando accuratamente l'evolvere degli eventi[42].

Organizzazione politico-amministrativa del territorio

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«La Giunta provvisoria di Governo, in omaggio al principio dell'autonomia degli Enti Locali, in seduta 22 corr. ha deliberato di rinunciare al controllo amministrativo degli Enti stessi, rimettendosi per tale compito ai Comitati di Liberazione Locali»

(Circolare della G.P.G. ai Comuni della Zona liberata[43])

Inizialmente, in attesa che iC.L.N. di Zona e locali fossero operativi, la Giunta provvide alla nomina di un Commissario Straordinario per ogni Comune, in sostituzione deiPodestà e dei commissari prefettizi, affinché venisse garantita la continuità politica e amministrativa[44]. Successivamente, con la costituzione deiC.L.N., si designarono e si istituirono in ogni ComuneGiunte Comunali composte da cinque membri (Sindaco e quattro Assessori), coadiuvate daConsigli Comunali Popolari[45]. La Giunta Comunale diDomodossola fu composta, attraverso trattative fra i partiti, da cinque membri, con sindaco Carlo Lightowler,socialista[46]. È importante sottolineare che la G.P.G lasciò massima autonomia agli Enti Locali, limitando a pochissimi atti la ratifica tutoria[43]. Avvenuta la costituzione delle Giunte in quasi tutti i Comuni, la funzione del Commissario per l'Organizzazione amministrativa si limitò alla risoluzione di problematiche di carattere locale e al coordinamento dei rapporti tra i diversi Comuni[40].

Rapporti con le formazioni partigiane e loro comandi

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Le diverse formazioni coinvolte nella lotta partigiana durante la Repubblica dell'Ossola[15][47]
FormazioneLocalizzazione
Divisione ValdossolaTerritorio a sinistra delToce daMergozzo aDomodossola eMasera
Divisione ValtoceTerritorio a destra delToce daMergozzo aDomodossola esclusaVilladossola
85ª Brigata Garibaldina "Valgrande Martire"Zona diIntra
83ª Brigata Garibaldina "Comolli"Villadossola,Valle Antrona,Valle Anzasca,Bognanco
10ª Brigata GaribaldinaValle Antigorio eVal Formazza
Divisione PiaveVal Vigezzo eVal Cannobina
8ª Brigata MatteottiPresidio inVal Vigezzo e impiego in Antigorio e BassaOssola
Brigata BeltramiVal Strona

Moltissime erano le formazionipartigiane presenti nella Zona liberata. Fu necessario un coordinamento di tutte le divisioni, al fine di ottenere una risposta offensiva e difensiva efficace, ma vecchie divergenze e dissensi tra le diverse milizie ne rendevano difficoltosa la realizzazione. Dopo diverse trattative, furono radunati i comandanti delle diverse formazioni e tutti concordarono su un eventuale Comando unico. A questo scopo venne nominato dalCLNAI Marco Federici (all'anagrafeGiovanni Battista Stucchi), già al Comando militare Alta Italia[48]. Diverse problematiche di ordine militare e politico rendevano comunque difficile l'accoglimento di questo incarico, per cui la Giunta si vide costretta più volte ad opere di mediazione[49]. Dopo lunghe e complesse discussioni si riuscì a convincere tutti almeno sulla necessità di un Ufficio Unico militare, coordinatore delle operazioni e di tutte le iniziative delle formazioniossolane, con la facoltà di riunire un consiglio militare generale. Il Comandante Unico Federici fu a quel punto in grado di coordinare piani di offesa e difesa, mantenendo contatti con ogni formazione[15].

La Giunta, partendo dal presupposto che spettasse a lei l'amministrazione delle riserve di materiale e di viveri, cercò inoltre di distribuire in maniera eguale tra popolazione e le diverse formazioni quanto veniva prodotto o giungeva in aiuto dallaSvizzera. In tal senso regolamentò, attraverso l'azione persuasiva dei suoi Commissari, le annose questioni sulle requisizioni, che venivano eseguite in maniera arbitraria da alcune milizie[50]. Vennero redatte una serie di norme, da parte della G.P.G. e dai comandi delle formazioni, in cui si precisava, in caso di violazione di tali regole, la denuncia « al Giudice Istruttore per i provvedimenti interinali ed al C.L.N.A.I. per il rinvio a giudizio dinnanzi al Tribunale di guerra o l'aggiornamento del giudizio dinnanzi all'Autorità Giudiziaria del Governo Italiano »[51]. Se non si riuscì mai ad avere un controllo totale del territorio per quanto riguardava tale problematica, soprattutto nelle zone più periferiche, la G.P.G. cercò sempre di mantenere come obiettivo precipuo i risarcimenti dovuti ad ogni comunità[15].

Polizia e ordine pubblico

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Oltre agli aspetti legati alle requisizioni non autorizzate, vi erano una serie di problematiche legate all'ordine pubblico, alla sicurezza politica della zona e alla vigilanza dei varchi di frontiera. Innanzitutto venne epurato il corpo dipolizia esistente, con l'allontanamento degli agenti e dei funzionarinazifascisti[52]. Il corpo così costituito, benché rinforzato di qualche elemento volontario, era tuttavia a mala pena sufficiente per il mantenimento dell'ordine pubblico in città e per la sicurezza politica[15].

Composizione del Corpo della Guardia Nazionale[53]
ForzaUfficialiSottufficialiGuardie
Comando generale113
Guardie finanziarie32573
Servizio d'Istituto113185
Reparto mobile3694
Squadra speciale c/o comm. di Polizia319

Venne pertanto istituito ilCorpo volontario della Guardia Nazionale, dipendente dal Comando militare, con il compito di coadiuvare l'ordine pubblico interno e guarnire le frontiere diPonte Ribellasca,Paglino e la dogana ferroviaria diIselle[52]. A capo della Guardia Nazionale venne nominato il colonnello Attilio Moneta diMalesco[16]. Tale corpo, benché costituito esclusivamente da volontari con impronta spiccatamente militare e patriottica, assunse i compiti già propri deiCarabinieri, dellaMilizia Forestale e dellaGuardia di Finanza. All'interno della Guardia Nazionale vennero infatti istituite le seguenti forze[53]:

  • Comando Generale: doveva provvedere alla disciplina e all'amministrazione dei vari reparti.
  • Guardia finanziaria e tributaria: assolveva ai servizi già svolti dallaGuardia di Finanza.
  • Guardia forestale: provvedeva ai compiti già svolti dallaMilizia Forestale.
  • Servizio di Istituto: era preposto all'ordine pubblico e di Polizia giudiziaria, servizio già prestato dal corpo deiCarabinieri Reali.
  • Reparto mobile
  • Squadra speciale staccata presso il commissariato di Polizia

La costituzione di tale corpo creò tuttavia diversi malumori all'interno delle diverse formazioni partigiane, che possedevano già corpi di polizia propri e sentivano minata la propria autorità[50]. In tal senso i membri della Guardia Nazionale venivano spesso misconosciuti e umiliati, anche a causa dell'assenza di divise o armi, data l'esiguità di risorse[54]. Anche in questo caso l'opera di mediazione della Giunta fu determinante nel rasserenare i malesseri e provvedette a distinguere i campi di competenza dei propri organi di polizia da quelli delle polizie patriottiche. Si tentò anche l'unificazione dei servizi di Polizia, ma tale disegno non si realizzò per il periodo troppo breve in cui sopravvisse la Repubblica dell'Ossola[55].

Amministrazione della giustizia

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«Le valorose operazione di guerra o di guerriglia furono condotte, accompagnate e seguite da un'opera di giustizia, la più oculata e temperante. [...] Il generoso popolo dell'Ossola, che fu il primo a dare il segno della riscossa nell'Italia del Nord, fu esemplare anche in questo: nella moderazione rispetto ai debellati avversari.»

(Alessandro Levi,Nessuna Rappresaglia[56])

La provvisorietà della G.P.G., unita all'incertezza su quale legislazione applicare e all'assenza di direttive dalGoverno diRoma, imposero cautela nell'adottare provvedimenti inerenti alla giustizia. Ciò nonostante, i principi cui si ispirò la Giunta furono fortemente improntati ad un'idea di equità, di legalità e di libertà dell'individuo fortemente riformatori, valori che vennero poi pienamente ripresi dallaCostituzione italiana[2].

Per lo svolgimento dei processi ordinari, il Pretore venne destituito percollaborazionismo e al suo posto venne nominato Vice Pretore il dott. Giuseppe Darioli. Si decretò inoltre che da quel momento tutte le sentenze sarebbero state emesse « In nome della Nazione »[57]. Per le istruttorie di carattere politico, venne invece istituito unGiudice Straordinario, l'avvocatoEzio Vigorelli, futuroMinistro del lavoro e della previdenza sociale e membro dell'Assemblea Costituente. I suoi poteri erano limitati agli ordini di rinvio a giudizio, di internamento e di scarcerazione degli imputati; in quest'ultimo caso era tuttavia necessario il parere del Commissario alla Polizia[55]. In nessun caso sarebbero comunque state emanate sentenze definitive né di proscioglimento né di condanna[58].

Dato l'elevato numero di prigionieri politici rinchiusi presso il carcere cittadino (che aveva capacità massima di 40 persone), venne creato uncampo di concentramento pressoDruogno, inVal Vigezzo[55]. Al 2 ottobre 1944 erano 150 gli arresti già eseguiti e si stimava di rastrellare altri 400 collaborazionisti o fascisti ritenuti pericolosi[59]. Venne istituita anche unaCommissione per l'Epurazione, nominata dalC.L.N. di zona, costituita da 4 rappresentanti di partito e da due cittadininoti per onestà e spirito antifascista, con l'incarico di proporre provvedimenti che sarebbero stati poi ratificati dalla Giunta[45].

La Giunta adottò inoltre una serie di criteri ispirati a principi di equità e giustizia:[15]

  • la convocazione inistruttoria, conmandato di comparizione, di tutti ineofascisti di modo che potessero dimostrare di non aver compiuto alcun atto contro ipatrioti;
  • l'arresto di tutti coloro che fossero imputabili per atti dicollaborazionismo o contrari all'indipendenza e onore dellapatria;
  • il rispetto, in qualsiasi detenuto, della persona umana e della dignità, come criterio fondamentale da contrapporre all'inquisizione fascista;
  • la massima sollecitudine nella denuncia di tutti gli arresti al giudice, nello svolgimento delle formalità istruttorie e nell'emissione del provvedimento;
  • l'esclusione di qualsiasi interferenza, anche e soprattutto dei capi militari.

È opportuno sottolineare che, con l'adozione di tali criteri, nonostante la drammaticità del contesto, durante il periodo della liberazione ossolana non vi furono turbamenti dell'ordine pubblico o delitti di alcun tipo, neppure condanne a morte[60]. Ciò è da attribuire all'illuminata persona diEzio Vigorelli, che rifiutò sempre una giustizia vendicativa, nonostante i suoi due figli fossero stati fucilati dai nazifascisti nei rastrellamenti del giugno 1944[27]. Di lui si ricorda che, in visita al campo di concentramento diDruogno, sentendo gli internati segare la legna al ritmo "Du-ce, du-ce" esclamò: « No, il lavoro fatto controvoglia non ha alcun valore rieducativo »[61]. In sostanza, nell'applicare i provvedimenti inerenti alla giustizia, vi fu sempre estrema equità, civiltà, imparzialità e inflessibilità. A proposito di ciò scrisseAlessandro Levi, celebregiurista eantifascista:

«Questo rarissimo caso d'una guerra paesana che non degenera in una sciagurata sequela di violenze da ambo le parti, va segnalato, a mio avviso, come l'esempio della più difficile vittoria, di quella cioè, sopra i propri più istintivi sentimenti e risentimenti. Se un tale esempio fosse stato, e fosse tuttora, per ogni dove risaputo e seguito, più facile quella riforma del costume civile, che ogni uomo, pensoso delle sorti di questo nostro povero paese, deve contribuire ad attuare come necessaria ed urgente.»

(Alessandro Levi,Nessuna Rappresaglia[56])

Bandiera

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Secondo Bocca la bandiera della repubblica sarebbe stata un tricolore rosso, verde e blu, in omaggio a tutte le formazioni militari partigiane che avevano partecipato alla liberazione e alla difesa del territorio libero dell'Ossola.Ogni gruppo partigiano aveva poi le sue insegne. Verde quella di "Giustizia e libertà", rossa quella delle formazioni garibaldine, azzurra quella dei monarchici (vedi accanto ricostruzione).


Bandiera della Repubblica (partigiana) dell'Ossola usata secondo Bocca
(8 settembre1944 - 23 ottobre1944)

Bandiera della Repubblica (partigiana) dell'Ossola usata dalleBrigate azzurre
(8 settembre1944 - 23 ottobre1944)

Note

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  1. ^Quaranta giorni di libertà, regia diLeandro Castellani, Rai, 1974
  2. ^abcdVassalli, 150.
  3. ^R.Battaglia,Storia della Resistenza italiana, pp. 378-384.
  4. ^Bocca, Storia dell'Italia partigiana.
  5. ^abFrassati, 189 - Lettera di Aldo Moro.
  6. ^Frassati, 192 - Lettera di Ferruccio Parri.
  7. ^abNino Chiovini,I giorni della semina, Tararà, 2005,ISBN 88-86593-53-8.
  8. ^Caviglioli 1979.
  9. ^Azzari, 96 - Mario Bonfantini uomo della Resistenza e membro della G.P.G.
  10. ^abGiarda, 9 - Verbale di istituzione della Giunta 11 settembre 1944.
  11. ^abGiarda, 51 - Ordine di Costituzione della Giunta provvisoria di Governo.
  12. ^abcGiarda, 99 - Rapporto di Giancarlo Pajetta al Comando brigate Garibaldi.
  13. ^Uffici e servizi postali nella Repubblica Partigiana dell'Ossola - Mostra filatelica Ossola 1979
  14. ^Ferrari, 14.
  15. ^abcdefghijklFrassati, Relazione Ufficiale Documentata redatta dai membri della G.P.G.
  16. ^abGiarda, Verbale seduta 16 settembre 1944.
  17. ^Giarda, 24 - Verbale seduta 22 settembre 1944.
  18. ^Giarda, 46 - Verbale seduta 7 ottobre 1944.
  19. ^Ettore Tibaldi - Università di Pavia, suprosopografia.unipv.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  20. ^Ettore Tibaldi - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  21. ^Ettore Tibaldi - Senato, susenato.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  22. ^Gisella Floreanini - ISRN, suisrn.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  23. ^Frassati, 80 - Gisella Floreanini: Una donna nel Governo dell'Ossola.
  24. ^abcdResistenza Unita - Gli Uomini della Repubblica dell'Ossola (PDF)[collegamento interrotto], suresistenzaunita.isrn.it.URL consultato il 27 luglio 2014.
  25. ^Medaglia d'oro - Prof. Gianfranco Contini
  26. ^Umberto Terracini - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  27. ^abEzio Vigorelli - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  28. ^Gigino Battisti - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  29. ^Piero Malvestiti - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 26 luglio 2014.
  30. ^Corrado Bonfantini - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 27 luglio 2014.
  31. ^Carlo Calcaterra - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 27 luglio 2014.
  32. ^Carlo Calcaterra - Treccani, sutreccani.it.URL consultato il 27 luglio 2014.
  33. ^Cipriano Facchinetti - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 27 luglio 2014.
  34. ^abGiarda, 64 - Telegrammi del presidente Bonomi alla Giunta provvisoria di Governo.
  35. ^Giarda, 56-98 - Lettere della G.P.G al CLNAI.
  36. ^Giarda, 52 - Lettera del CLNAI alla G.P.G., 18 settembre 1944.
  37. ^Giarda, 67 - Lettera del CLNAI alla G.P.G., 27 settembre 1944.
  38. ^Giarda, 62 - Lettera del G.P.G. al Governo Bonomi, 18 settembre 1944.
  39. ^abFrassati, 148 - Aiutiamo la popolazione dell'Ossola.
  40. ^abGiarda, 25 - Verbale seduta G.P.G. 22 settembre.
  41. ^La scuola in Ospedale - Regione Piemonte
  42. ^Frassati, 144, 149 La stampa svizzera.
  43. ^abGiarda, 67 - Circolare della G.P.G ai Comuni della Zona liberata.
  44. ^Giarda, 11 - Verbale seduta G.P.G. 14 settembre.
  45. ^abGiarda, 11 - Verbale seduta G.P.G. 18 settembre.
  46. ^ISRN - Bollettino G.P.G (PDF), suisrn.it.URL consultato il 29 luglio 2014(archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  47. ^ISRN - Resistenza Unita 1994 (PDF), suresistenzaunita.isrn.it.URL consultato il 29 luglio 2014(archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  48. ^Giovanni Battista Stucchi - ANPI, suanpi.it.URL consultato il 29 luglio 2014.
  49. ^Resistenza Unita - Ricostruzione del Comando Unico (PDF), suresistenzaunita.isrn.it.URL consultato il 29 luglio 2014(archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
  50. ^abGiarda, 82 - Lettera della G.P.G. alla Divisione "Piave".
  51. ^Giarda, 85 - Norme sul servizio di polizia.
  52. ^abGiarda, Verbale seduta G.P.G. 14 settembre 1944.
  53. ^abGiarda, Verbale seduta G.P.G. 20 settembre 1944.
  54. ^Giarda, 80 - Lettera della G.P.G. ai comandi delle formazioni partigiane sulla Guardia nazionale.
  55. ^abcGiarda, 32 - Verbale seduita G.P.G. 28 settembre 1944.
  56. ^abFrassati, 93 - Nessuna Rappresaglia, Alessandro Levi.
  57. ^Giarda, 31 - Verbale della G.P.G. del 25 settembre 1944.
  58. ^Giarda, 31 - Verbale della G.P.G. del 7 ottobre 1944.
  59. ^Giarda, 87 - Rapporto al CLNAI sull'Ossola, 2 ottobre 1944.
  60. ^Bergwitz, 73.
  61. ^Bocca, 73, Una repubblica partigiana. La resistenza in Val d'Ossola.

Bibliografia

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  • Mario Giarda e Giulio Maggia (a cura di),Il Governo dell'Ossola, Istituto storico della Resistenza in Provincia di Novara e in Valsesia, Novara, Grafica Novarese, 1974.
  • Filippo Frassati (a cura di),La Repubblica dell'Ossola, Domodossola, Comune di Domodossola, 1984.
  • Edgardo Ferrari (a cura di),La "repubblica" dell'Ossola - Guida alla storia ed ai luoghi, Domodossola, Grossi, 2001.
  • Fiamma Lussana (a cura di),Una storia nella Storia. Gisella Floreanini e l’antifascismo italiano dalla clandestinità al dopoguerra, Roma, Res Cogitans, 1999.
  • Giorgio Bocca,Una repubblica partigiana. La resistenza in Val d'Ossola, Milano, Il Saggiatore, 1964.
  • Hubertus Bergwitz,Una libera repubblica nell'Ossola partigiana, Novara, Istituto Storico della Resistenza in Provincia di Novara, 1979.
  • Anita Azzari (a cura di),Mario Bonfantini. Saggi e ricordi., Valstrona (NO), Lo Strona, 1983.
  • Anita Azzari,L'Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola, Cartografica Antonioli, 1954.
  • Giorgio Bocca,Storia dell'Italia partigiana. Settembre 1943-maggio 1945, Bari, Laterza, 1966.
  • Giuliano Vassalli,Dalla "Repubblica" dell'Ossola alla Costituzione repubblicana, in Aldo Aniasi (a cura di),Ne valeva la pena., Milano, M&B, 1997.
  • Michele Beltrami,Il Governo dell'Ossola Partigiana, Milano-Roma, Sapere Edizioni, 1975.
  • Storia d'Italia (pag. 498) - Mondadori 1978.
  • Eugenio Corti,Il cavallo rosso, 13ª ed.,Edizioni Ares, 1999, p. 1280,ISBN 88-8155-055-5.
  • Giuseppe Caviglioli,La partigiana Maria Peron, inNovara, n. 2, Novara, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Novara, 1979, pp. 1-9.
  • Luigi Pellanda,L'Ossola nella tempesta. Dal settembre 1939 alla liberazione, Tip. Provera, 1954, p. 145,ISBN 978-88-85407-00-8.
  • Nino Chiovini,I giorni della semina, Tararà, 2005,ISBN 88-86593-53-8.
  • Aldo Aniasi,La Resistenza in Val d'Ossola: la Brigata Ossola - Garibaldi Redi (1944 - 1945), Fondazione Aldo Aniasi.

Voci correlate

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