Repubblica partigiana dell'Ossola | |
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Dati amministrativi | |
Capitale | Domodossola |
Dipendente da | CLNAI |
Politica | |
Forma di Stato | repubblica partigiana |
Nascita | 9 settembre1944 |
Fine | 23 ottobre1944 |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Italia nord-occidentale |
Territorio originale | Val d'Ossola |
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Evoluzione storica | |
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(Sandro Pertini,Messaggio del Presidente in occasione del 40° anniversario della Repubblica dell'Ossola)
LaRepubblica dell'Ossola o Repubblica ossolana (più precisamente Zona liberata dell'Ossola) è stata unarepubblica partigiana sorta nelNord Italia il 10 settembre1944 e riconquistata dai fascisti il 23 ottobre 1944. A differenza di altreRepubbliche partigiane, la Repubblica dell'Ossola fu in grado, in poco più di un mese di vita, di affrontare non solo le contingenze imposte dallo stato di guerra, ma anche di darsi un'organizzazione articolata, con l'istituzione della Giunta provvisoria di Governo di Domodossola e della zona liberata (G.P.G.). Durante i seppur breviQuaranta giorni di libertà[1], personaggi illustri comeUmberto Terracini,Piero Malvestiti eGianfranco Contini collaborarono alla redazione di riforme ad orientamentodemocratico, che sarebbero poi state d'ispirazione per la stesura dellaCostituzione italiana[2].
La storia della Repubblica dell'Ossola è stata narrata nellosceneggiato diLeandro CastellaniQuaranta giorni di libertà e dal libro diGiorgio BoccaUna repubblica partigiana (1964). Una narrazione molto particolareggiata si trova anche nel romanzoIl cavallo rosso diEugenio Corti.
Nel corso della Resistenza furono molte le aree liberate dainazifascisti, che si organizzarono inRepubbliche partigiane (tra le prime vi furono laRepubblica di Maschito, laRepubblica del Corniolo e laRepubblica di Montefiorino). Secondo Roberto Battaglia, tuttavia, le più grandi e significative furono la Repubblica dell'Ossola e laRepubblica della Carnia[3]. Giorgio Bocca, a queste duegrandi repubbliche, aggiunge anche laRepubblica dell'Alto Monferrato[4].
Nella valutazione della maggior parte degli studiosi l'esperienza ossolana occupa un posto preminente per molteplici motivi. In primis per la vastità del territorio su cui il governo poté estendersi: il territorio conquistato dai partigiani comprendeva un'area di1600 km², sei vallate, 32 Comuni e più di80000 abitanti[2]. Inoltre, se è indubbio che le diverse formazioni partigianeossolane, attraverso molteplici e valorose azioni militari, sono state le artefici della nascita della Repubblica dell'Ossola, tale vicenda non può essere confinata ad un mero fatto d'armi.Aldo Moro scrisse in occasione del XV anniversario:
(Aldo Moro,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[5])
La notevole, concreta esperienza politica e amministrativa operò fin dall'inizio con un'ampiezza di prospettive straordinaria, proiettandosi verso un nuovo tipo di comunità nazionale e dunque di Stato. Come un autentico Governo, la Giunta provvisoria si dimostrò capace di organizzare, nel pur breve tempo concessole dalla vicenda bellica, i rifornimenti essenziali per la popolazione, l'assistenza, la difesa militare, lapolizia, l'ordinamento degli impieghi, le finanze, lascuola, l'assistenza, lagiustizia. Se è vero che nella sua breve esistenza la G.P.G. non ebbe modo, salvo che per il programma scolastico, di redigere documenti programmatici oCarte di principi da assimilarsi a tentativi di carte costituzionali, tuttavia, dalla lettura dei verbali e dei documenti emanati di volta in volta dalla Giunta, si scorgono indiscutibilmente i principi di vera legalità e di libertà a cui si ispirerà e su cui si assesterà la futuraRepubblica Italiana[2]. In molti ambiti si ha esempio di ciò: nel lavoro, con la giusta retribuzione e il rispetto della dignità di ognuno, nell'istruzione, nell'assistenza agli indigenti, nella giustizia e nell'amministrazione del territorio:
(Aldo Moro,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[5])
L'unicità dell'esperienza ossolana va dunque ricercata nella capacità di rispondere non solo ad esigenze di ordinemilitare, ma soprattutto nella volontà di credere in un assettopolitico alternativo a quellonazifascista, prefigurando di fatto l'instaurazione inItalia di un regimedemocratico.
(Ferruccio Parri,Lettera in occasione del XV anniversario della Repubblica dell'Ossola[6])
Nelle zone montuose ad Ovest delLago Maggiore erano attive numerose formazionipartigiane. InValsesia alcuni gruppi partigiani avevano istituito laRepubblica partigiana della Valsesia già a Giugno. Tra i gruppi attivi inVal d'Ossola c'erano laValdossola diDionigi Superti, laCesare Battisti di Armando Calzavara (Arca), laGiovane Italia diNino Chiovini (Peppo) e Guido il Monco e laX Brigata Garibaldi di Mario Flaim[7].
Dall'11 giugno al 1º luglio1944 il comandoSS diMonza coordinò un'operazione militare volta ad annientare le formazioni partigiane insediate in particolare nella zona selvaggia dellaVal Grande: per una ventina di giorni parecchie migliaia dinazifascisti braccarono 500 partigiani. Nonostante la presenza, fra i partigiani, dell'infermieraMaria Peron che salvò moltissime vite,[8] alla fine del rastrellamento si contarono circa 300 partigiani morti, 208 baite e stalle incendiate in Val Grande e in Val Pogallo, 50 case danneggiate o distrutte dai bombardamenti aCicogna. Numerose in quei giorni le fucilazioni di partigiani catturati, la più consistente il 20 giugno con 42 vittime aFondotoce, nel luogo in cui è stato in seguito eretto ilParco della Memoria e della Pace. Dopo la fine dell'azione il comandante Mario Muneghina costituì la brigata garibaldina Valgrande Martire. Vittime del rastrellamento furono anche civili, pastori ed alpigiani, che pagarono con la vita o con l'incendio delle stalle l'appoggio dato alla Resistenza[7].
La liberazione della regione è dovuta ai partigiani dellaDivisione Val Toce, che, sotto il comando del capitanoAlfredo Di Dio, l'8 settembre1944 attaccarono le truppefasciste di stanza aDomodossola sconfiggendole e, dopo averle scacciate, parlarono di "territorio liberato". Solo in seguito, sull'esempio di zone come laRepubblica del Corniolo, la prima repubblica partigiana nell'Italia del nord, si cominciò a usare l'espressione "repubblica" dell'Ossola. Tutte le leggi e i corpi militari fascisti vennero sciolti in soli 2 giorni. Venne vietata l'esportazione di valuta e venne rinnovata la toponomastica della valle.Salò reagì tagliando i rifornimenti all'intera valle, ma, dopo alcune incertezze, la piccola repubblica ottenne l'appoggio dellaSvizzera.
Il 10 ottobre le truppe della Repubblica Sociale attaccarono con 5000 uomini e, dopo aspri scontri, il 23 ottobre riconquistarono tutto il territorio. La gran parte della popolazione abbandonò la Val d'Ossola per rifugiarsi in Svizzera, lasciando il territorio pressoché deserto, impedendo di fatto le forti rappresaglie che furono minacciate dai fascisti e dal capo della provincia in particolare. A tal proposito proprio ilcapo della ProvinciaEnrico Vezzalini scrisse il famoso comunicato a Mussolini che recitava: "Abbiamo riconquistato l'Ossola, dobbiamo riconquistare gli Ossolani".
(Ettore Tibaldi,Prima riunione della G.P.G.[9])
La Giunta provvisoria di Governo si insediò l'11 settembre1944[10] presso ilPalazzo Civico della città diDomodossola, su ordine delmaggioreDionigi Superti, comandante della divisioneVal d'Ossola e rappresentante delle altre formazioni Patriote dellaVal d'Ossola[11]. Aveva giurisdizione su tutti i territori liberati delleValli dell'Ossola e dellaVal Cannobina con un bacino di più di 80.000 abitanti[12]. I confini della Repubblica partivano dalLago Maggiore includendo, ai limiti di essa,Cannero,Oggebbio,Trarego,Ghiffa,Premeno,Aurano,Intragna,Caprezzo,Cambiasca,Miazzina,Cossogno,San Bernardino Verbano,Mergozzo eOrnavasso (era esclusoCannobio)[13].
La G.P.G. si riunì dodici volte nellaSala storica delMunicipiodomese e una volta inValle Antigorio (quandoDomodossola era già stata evacuata)[14] ed era così composta[15]:
Sono subentrati successivamente:
Il Presidente della Giunta,Ettore Tibaldi, era un medico, professore dipatologia medica dell'Università di Pavia[19], che a causa delle sue ideesocialiste, aveva perso la cattedra universitaria e si era autoconfinato aDomodossola. Il 7 novembre1943 aveva organizzato un'insurrezione operaia aVilladossola, repressa nel sangue dainazifascisti.[20] Fuggito inSvizzera, era poi rientrato nel capoluogoossolano dopo la resa del comando tedesco, avvenuta la sera del 9 settembre1944[15]. Dopo laLiberazione, sarebbe diventato Vice Presidente delSenato nellaIV Legislatura[21].
Da notare cheGisella Floreanini fu la prima donna a ricoprire un incarico governativo inItalia[22]: il primo ministro donna dellaRepubblica Italiana sarebbe infatti stata successivamenteTina Anselmi nelGoverno Andreotti III.
(Gisella Floreanini,Una donna nel governo dell'Ossola[23])
IlComitato di Liberazione Nazionale di Zona si affiancava alla Giunta, con compito di controllo politico e amministrativo. Risultava composto da[15]:
La Giunta, durante il suo mandato, si assicurò l'aiuto di vari collaboratori e consulenti, alcuni dei quali sarebbero diventati uomini di spicco dellaprima repubblica, ricordati anche nella storia per aver partecipato alla stesura dellaCostituzione italiana. Tra questi vi erano[15][24]:
Ciascun Commissario assolveva i compiti di sua pertinenza, con l'aiuto dei Collaboratori preposti. Tuttavia le questioni di maggior importanza venivano sempre trattate in Consiglio, nel corso di frequenti adunanze serali e diurne. Se è vero che l'attività della Giunta era prevalentemente rivolta a far fronte alle difficoltà del momento, è altresì innegabile, che ogni atto e provvedimento era costantemente ispirato alla preoccupazione di far valere i principi didemocrazia,giustizia civile eprogresso sociale[15]. Questi elementi fondanti sarebbero poi stati pienamente ripresi dalla nascenteCostituzione italiana.
(Ivanoe Bonomi,I telegramma del Presidente alla Giunta provvisoria di Governo[34])
La Giunta si adoperò nel mantenere relazioni con le organizzazioni politiche nazionali, sia per vederne convalidata la propria autorità, sia per ottenere aiuto e consiglio. Pur mantenendo infatti un certo grado di autonomia decisionale e amministrativa, rimase sempre dipendente dalCLNAI, fonte di autorità e prestigio, come dimostrato dall'ampia corrispondenza epistolare[35]. Nacquero tuttavia inizialmente alcune divergenze: subito dopo l'istituzione della Giunta[10], infatti, una missiva del CLNAI informò il Governo provvisorio, che i Rapporti con l'Estero esulavano totalmente dalle competenze della Giunta, dovendo quest'ultima mantenere esclusivamente rapporti con il CLNAI stesso[36], dichiarando altresì nullo l'atto di istituzione da parte del maggioreDionigi Superti[11]. Trattandosi infatti di territorio nazionale liberato, la competenza sulla nomina di Giunte di amministrazione civile non apparteneva ai comandanti militari ma al CLNAI, che però di fatto ratificava quanto già disposto dal maggiore. Il malessere da parte della G.P.G. venne esposto in una missiva diretta al CLNAI diLugano, in cui si faceva notare la necessità di gestire questioni internazionali connesse alla vita quotidiana, essendo laVal d'Ossola zona di confine. L'accordo fu poi raggiunto attraverso la nomina di un rappresentante presso il CLNAI diLugano, l'on.Cipriano Facchinetti[37]. Una volta risolte le divergenze con il CLNAI, la Giunta fu riconosciuta anche dal Governo Nazionale diRoma, con il quale essa cercò diverse volte un collegamento diretto[38]. L'allora PresidenteIvanoe Bonomi scrisse infatti alla G.P.G. due telegrammi, elogiando il lavoro svolto e fornendo massimo appoggio:
(Ivanoe Bonomi,II telegramma del Presidente alla Giunta provvisoria di Governo[34])
Un'altra preoccupazione della Giunta fu quella di mantenere i più distesi rapporti possibili con la popolazione, favorendo ogni manifestazione e stabilendo un controllo immediato da parte dei cittadini sull'attività politica e amministrativa dell'organo istituito. In tal senso si stimolò la ricostituzione e l'affermazione deiC.L.N di Zona; si mantennero stretti collegamenti con le organizzazioni sindacali, di partito e di massa; si promosse la stampa locale; si svolsero comizi e manifestazioni pubbliche[15]. Oltre a ciò la Giunta aveva in mente un criterio di convocazione diretta con unConsiglio Popolare di Governo. Nella bozza, avrebbe dovuto essere costituito da ventun membri rappresentativi delle più disparate organizzazioni e categorie (dai membri deiC.L.N. locali ai commercianti e professionisti), che avrebbero collaborato con ogni Commissario della Giunta[12]. Tale organo si sarebbe dovuto riunire ogni 10 giorni e avrebbe vigiliato sull'attività della G.P.G.. Sarebbe stato di fatto un'espressione fedele del pensiero e degli interessi dei cittadini, seppur nei limiti imposti dalle circostanze. Purtroppo il precipitare degli eventi non ha poi permesso l'attuazione di tale proposito.
(Guglielmo Canevascini,Aiutiamo la popolazione dell'Ossola[39])
Le relazioni con laConfederazione Elvetica diedero luogo a importanti manifestazioni di solidarietà, che contribuirono alla lotta per la Liberazione. Il Delegato dellaCroce Rossa svizzera per il soccorso all'Italia accompagnò a Domodossola il 22 settembre1944 il primo treno di viveri (patate, farina, carne, latte) e medicinali[40], cui ne sarebbero poi seguiti molti altri. Guglielmo Canevascini, consigliere di stato ticinese, dopo aver constatato la situazione in cui versava la vallata scriveva alla popolazioneticinese: « Ho visitato l'Ossola liberata. La situazione alimentare è tragica. La popolazione civile della regione - 60.000 persone, esclusi i militari - è ridotta alla fame [..] Manca tutto; si incontra ovunque, fra una nobile e dignitosa fierezza che è nel comportamento del popolo, tutto lo squallore e la miseria »[39]. In seguito all'appello, si attivarono diverse opere assistenziali verso l'Ossola: tra queste un Comitato costituitosi inCanton Ticino venne in aiuto dei bambini ossolani, per cui oltre 2.000 di essi vennero ospitati da famiglie elvetiche, per sottrarli alla carestia; successivamente lo stesso aiuto venne riservato anche aiprofughi ossolani[41]. Fecero visita aDomodossola anche i consiglieri nazionali Francesco Borella, Karl Dellberg, il sindaco diLocarno G.B. Rusca e autorevoli giornalisti[15]. In tal senso anche molti e importanti quotidiani svizzeri, tra cui laGazette de Lausanne eLa Tribune de Genève seguivano da vicino la vicenda riportando accuratamente l'evolvere degli eventi[42].
(Circolare della G.P.G. ai Comuni della Zona liberata[43])
Inizialmente, in attesa che iC.L.N. di Zona e locali fossero operativi, la Giunta provvide alla nomina di un Commissario Straordinario per ogni Comune, in sostituzione deiPodestà e dei commissari prefettizi, affinché venisse garantita la continuità politica e amministrativa[44]. Successivamente, con la costituzione deiC.L.N., si designarono e si istituirono in ogni ComuneGiunte Comunali composte da cinque membri (Sindaco e quattro Assessori), coadiuvate daConsigli Comunali Popolari[45]. La Giunta Comunale diDomodossola fu composta, attraverso trattative fra i partiti, da cinque membri, con sindaco Carlo Lightowler,socialista[46]. È importante sottolineare che la G.P.G lasciò massima autonomia agli Enti Locali, limitando a pochissimi atti la ratifica tutoria[43]. Avvenuta la costituzione delle Giunte in quasi tutti i Comuni, la funzione del Commissario per l'Organizzazione amministrativa si limitò alla risoluzione di problematiche di carattere locale e al coordinamento dei rapporti tra i diversi Comuni[40].
Formazione | Localizzazione |
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Divisione Valdossola | Territorio a sinistra delToce daMergozzo aDomodossola eMasera |
Divisione Valtoce | Territorio a destra delToce daMergozzo aDomodossola esclusaVilladossola |
85ª Brigata Garibaldina "Valgrande Martire" | Zona diIntra |
83ª Brigata Garibaldina "Comolli" | Villadossola,Valle Antrona,Valle Anzasca,Bognanco |
10ª Brigata Garibaldina | Valle Antigorio eVal Formazza |
Divisione Piave | Val Vigezzo eVal Cannobina |
8ª Brigata Matteotti | Presidio inVal Vigezzo e impiego in Antigorio e BassaOssola |
Brigata Beltrami | Val Strona |
Moltissime erano le formazionipartigiane presenti nella Zona liberata. Fu necessario un coordinamento di tutte le divisioni, al fine di ottenere una risposta offensiva e difensiva efficace, ma vecchie divergenze e dissensi tra le diverse milizie ne rendevano difficoltosa la realizzazione. Dopo diverse trattative, furono radunati i comandanti delle diverse formazioni e tutti concordarono su un eventuale Comando unico. A questo scopo venne nominato dalCLNAI Marco Federici (all'anagrafeGiovanni Battista Stucchi), già al Comando militare Alta Italia[48]. Diverse problematiche di ordine militare e politico rendevano comunque difficile l'accoglimento di questo incarico, per cui la Giunta si vide costretta più volte ad opere di mediazione[49]. Dopo lunghe e complesse discussioni si riuscì a convincere tutti almeno sulla necessità di un Ufficio Unico militare, coordinatore delle operazioni e di tutte le iniziative delle formazioniossolane, con la facoltà di riunire un consiglio militare generale. Il Comandante Unico Federici fu a quel punto in grado di coordinare piani di offesa e difesa, mantenendo contatti con ogni formazione[15].
La Giunta, partendo dal presupposto che spettasse a lei l'amministrazione delle riserve di materiale e di viveri, cercò inoltre di distribuire in maniera eguale tra popolazione e le diverse formazioni quanto veniva prodotto o giungeva in aiuto dallaSvizzera. In tal senso regolamentò, attraverso l'azione persuasiva dei suoi Commissari, le annose questioni sulle requisizioni, che venivano eseguite in maniera arbitraria da alcune milizie[50]. Vennero redatte una serie di norme, da parte della G.P.G. e dai comandi delle formazioni, in cui si precisava, in caso di violazione di tali regole, la denuncia « al Giudice Istruttore per i provvedimenti interinali ed al C.L.N.A.I. per il rinvio a giudizio dinnanzi al Tribunale di guerra o l'aggiornamento del giudizio dinnanzi all'Autorità Giudiziaria del Governo Italiano »[51]. Se non si riuscì mai ad avere un controllo totale del territorio per quanto riguardava tale problematica, soprattutto nelle zone più periferiche, la G.P.G. cercò sempre di mantenere come obiettivo precipuo i risarcimenti dovuti ad ogni comunità[15].
Oltre agli aspetti legati alle requisizioni non autorizzate, vi erano una serie di problematiche legate all'ordine pubblico, alla sicurezza politica della zona e alla vigilanza dei varchi di frontiera. Innanzitutto venne epurato il corpo dipolizia esistente, con l'allontanamento degli agenti e dei funzionarinazifascisti[52]. Il corpo così costituito, benché rinforzato di qualche elemento volontario, era tuttavia a mala pena sufficiente per il mantenimento dell'ordine pubblico in città e per la sicurezza politica[15].
Forza | Ufficiali | Sottufficiali | Guardie |
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Comando generale | 1 | 1 | 3 |
Guardie finanziarie | 3 | 25 | 73 |
Servizio d'Istituto | 1 | 13 | 185 |
Reparto mobile | 3 | 6 | 94 |
Squadra speciale c/o comm. di Polizia | 3 | 1 | 9 |
Venne pertanto istituito ilCorpo volontario della Guardia Nazionale, dipendente dal Comando militare, con il compito di coadiuvare l'ordine pubblico interno e guarnire le frontiere diPonte Ribellasca,Paglino e la dogana ferroviaria diIselle[52]. A capo della Guardia Nazionale venne nominato il colonnello Attilio Moneta diMalesco[16]. Tale corpo, benché costituito esclusivamente da volontari con impronta spiccatamente militare e patriottica, assunse i compiti già propri deiCarabinieri, dellaMilizia Forestale e dellaGuardia di Finanza. All'interno della Guardia Nazionale vennero infatti istituite le seguenti forze[53]:
La costituzione di tale corpo creò tuttavia diversi malumori all'interno delle diverse formazioni partigiane, che possedevano già corpi di polizia propri e sentivano minata la propria autorità[50]. In tal senso i membri della Guardia Nazionale venivano spesso misconosciuti e umiliati, anche a causa dell'assenza di divise o armi, data l'esiguità di risorse[54]. Anche in questo caso l'opera di mediazione della Giunta fu determinante nel rasserenare i malesseri e provvedette a distinguere i campi di competenza dei propri organi di polizia da quelli delle polizie patriottiche. Si tentò anche l'unificazione dei servizi di Polizia, ma tale disegno non si realizzò per il periodo troppo breve in cui sopravvisse la Repubblica dell'Ossola[55].
(Alessandro Levi,Nessuna Rappresaglia[56])
La provvisorietà della G.P.G., unita all'incertezza su quale legislazione applicare e all'assenza di direttive dalGoverno diRoma, imposero cautela nell'adottare provvedimenti inerenti alla giustizia. Ciò nonostante, i principi cui si ispirò la Giunta furono fortemente improntati ad un'idea di equità, di legalità e di libertà dell'individuo fortemente riformatori, valori che vennero poi pienamente ripresi dallaCostituzione italiana[2].
Per lo svolgimento dei processi ordinari, il Pretore venne destituito percollaborazionismo e al suo posto venne nominato Vice Pretore il dott. Giuseppe Darioli. Si decretò inoltre che da quel momento tutte le sentenze sarebbero state emesse « In nome della Nazione »[57]. Per le istruttorie di carattere politico, venne invece istituito unGiudice Straordinario, l'avvocatoEzio Vigorelli, futuroMinistro del lavoro e della previdenza sociale e membro dell'Assemblea Costituente. I suoi poteri erano limitati agli ordini di rinvio a giudizio, di internamento e di scarcerazione degli imputati; in quest'ultimo caso era tuttavia necessario il parere del Commissario alla Polizia[55]. In nessun caso sarebbero comunque state emanate sentenze definitive né di proscioglimento né di condanna[58].
Dato l'elevato numero di prigionieri politici rinchiusi presso il carcere cittadino (che aveva capacità massima di 40 persone), venne creato uncampo di concentramento pressoDruogno, inVal Vigezzo[55]. Al 2 ottobre 1944 erano 150 gli arresti già eseguiti e si stimava di rastrellare altri 400 collaborazionisti o fascisti ritenuti pericolosi[59]. Venne istituita anche unaCommissione per l'Epurazione, nominata dalC.L.N. di zona, costituita da 4 rappresentanti di partito e da due cittadininoti per onestà e spirito antifascista, con l'incarico di proporre provvedimenti che sarebbero stati poi ratificati dalla Giunta[45].
La Giunta adottò inoltre una serie di criteri ispirati a principi di equità e giustizia:[15]
È opportuno sottolineare che, con l'adozione di tali criteri, nonostante la drammaticità del contesto, durante il periodo della liberazione ossolana non vi furono turbamenti dell'ordine pubblico o delitti di alcun tipo, neppure condanne a morte[60]. Ciò è da attribuire all'illuminata persona diEzio Vigorelli, che rifiutò sempre una giustizia vendicativa, nonostante i suoi due figli fossero stati fucilati dai nazifascisti nei rastrellamenti del giugno 1944[27]. Di lui si ricorda che, in visita al campo di concentramento diDruogno, sentendo gli internati segare la legna al ritmo "Du-ce, du-ce" esclamò: « No, il lavoro fatto controvoglia non ha alcun valore rieducativo »[61]. In sostanza, nell'applicare i provvedimenti inerenti alla giustizia, vi fu sempre estrema equità, civiltà, imparzialità e inflessibilità. A proposito di ciò scrisseAlessandro Levi, celebregiurista eantifascista:
(Alessandro Levi,Nessuna Rappresaglia[56])
Secondo Bocca la bandiera della repubblica sarebbe stata un tricolore rosso, verde e blu, in omaggio a tutte le formazioni militari partigiane che avevano partecipato alla liberazione e alla difesa del territorio libero dell'Ossola.Ogni gruppo partigiano aveva poi le sue insegne. Verde quella di "Giustizia e libertà", rossa quella delle formazioni garibaldine, azzurra quella dei monarchici (vedi accanto ricostruzione).
![]() ![]() ![]() Bandiera della Repubblica (partigiana) dell'Ossola usata secondo Bocca (8 settembre1944 - 23 ottobre1944) | ![]() ![]() ![]() ![]() Bandiera della Repubblica (partigiana) dell'Ossola usata dalleBrigate azzurre (8 settembre1944 - 23 ottobre1944) |
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