LaRepubblica di Pisa, anche conosciuta comePrima Repubblica Pisana, fu un anticoStato indipendente, esistito dall'XI alXV secolo. Intorno al 1000 Pisa divenne una delle maggiorirepubbliche marinare italiane. Nata come repubblica consolare, progressivamente, il governo degli Anziani andò sempre più sottoposto all'autorità di una figura signorile.
In questa prima espansione, a partire dalla fine dell'XI secolo, Pisa si ritrovò spesso alleata con la nascente potenza degliAltavilla delRegno di Sicilia, come per esempio nella presa di Palermo.
Nel 1016 Pisa eGenova, tra loro alleate, sconfissero isaraceni e acquisirono il controllo pressoché totale delmar Tirreno. Le duerepubbliche marinare intrapresero inoltre la loro penetrazione prima commerciale e poi politica inCorsica e inSardegna.
Nel 1116Pisa libera le Baleari. Questa spedizione è celebrata nelGesta Triumphalia per Pisanos e in un poema epico, ilLiber Maiolichinus, composti negli anni 1113-1115.[2]
La Repubblica di Pisa, il cuiporto alla foce dell'Arno si affacciava sul mare, raggiunge così l'apice del suo splendore tra ilXII e ilXIII secolo: le sue navi controllano gran parte delMediterraneo occidentale ecentrale.
Carta pisana, 1296Moneta pisana argento, inizio delXIV secolo
Ma la rivalità tra Pisa e Genova si acuì nel XIII secolo e sfociò nellabattaglia navale della Meloria[3] (1284), combattuta proprio davanti alporto pisano, che segnò l'inizio del declino della potenza della città, con la rinuncia a ogni pretesa sullaCorsica e con la cessione a Genova di una parte della Sardegna (1299).
Il controllo della Repubblica da parte dei Visconti durò poco, infatti Pisa mantenne la sua indipendenza e il dominio su quella parte di costa toscana e oltre fino al 1406, quando fu occupata dai mercenariAngelo Tartaglia eMuzio Attendolo Sforza che disposero l'annessione allaRepubblica Fiorentina.
Con la dominazione fiorentina iniziò un declino inarrestabile della città che, nelle arti, aveva diffuso lo stile architettonicoromanico pisano anche nelle isole e nelle chiesesarde[5]. Soffocati i traffici commerciali e mercantili, che avevano contraddistinto per secoli la sua efficienza, alcune delle più importanti famiglie pisane, per sfuggire alla morsa fiorentina, emigrarono all'estero o in altri Stati italiani[6], in particolare inSicilia.
APalermo a partire dai primi anni del XV secolo, si trasferirono così gliAlliata, i Vanni, i Damiani, gliAgnelli[7], iCorvini, i Bonanni (poi anche in Abruzzo), gliUpezzinghi, iGalletti, i da Settimo, iGambacorti (prima a Napoli), i Palmerini, i del Tignoso, i Vernagalli, i Mastiani, i Pandolfini, i Grassolini, i da Vecchiano, i Bernardi, e molte altre famiglie. Firenze fu scelta come residenza daidella Gherardesca, i Compagni, iCaetani, mentre aRoma si trapiantarono iLante, i Roncioni, gli Angeli, i Campiglia Ceuli[8].
L'importanteporto pisano, chiave di tutta l'economia statale, era difeso da alcune torri sul mare e dal lato terra da un sistema fortificato di rocche sulle colline retrostanti (Lari come sede del capitanato delle Colline superiori,Crespina,Fauglia,Castellina,Rosignano e infineLivorno con il piano delPorto Pisano, essenziale sbocco per dominare ilMediterraneo occidentale), mentre la zona che intersecava l'Arno con laValdera era difesa dai castelli di Appiano, Petriolo, Montecuccoli e infine, per ordine di fondazione, quello diPonte di Sacco (1392).
Incastonato fra Castagneto e Suvereto, aveva una certa importanza per la Repubblica il Castello dellaSassetta, i cui Signori, appartenenti a un ramo della famigliaOrlandi, furono sempre fedeli alla patria pisana sino ad arrivare, nel 1494-1520, alla perdita del Feudo e all'estinzione della casata (cfr.Rinieri della Sassetta)
IGesta triumphalia per Pisanos facta[13] sono una delle poche fonti storiche disponibili riguardo alle imprese della Repubblica di Pisa al tempo dellaprima crociata. Furono scritti da un cittadino pisano, forse prelato, vissuto nella curia pontificia, non identificato con certezza assoluta[14].
L'opera fu ripresa da Bernardo Maragone (Pisa, n. fra il 1108 e il 1110 ca- m. fra il 1188 e il9 giugno 1190) nei suoi Annali di storia pisana[14][15], a loro volta pubblicati nelleRerum italicarum scriptores: raccolta degli storici italiani dal cinquecento al millecinquecento ordinate dalMuratori (1672-1750), e successivamente edite ai primi delXX secolo con il commento critico diGiosuè Carducci (1835-1907) e diVittorio Fiorini (1860-1925)[16][17].
^titolo completo:Gesta triumphalia per Pisanos facta de captione Hierusalem et civitatis Maioricarum et aliarum civitatum et de triumpho habito contro. lanuenses.
Gino Benvenuti,Storia della Repubblica di Pisa, Pisa, Giardini, 1962.
Armando Lodolini,Le repubbliche del mare, inL'Italia nei secoli, Roma, Biblioteca di Storia Patria, 1963.
Ottavio Banti,Breve storia di Pisa, Pacini, Pisa 1989.
Gino Benvenuti,Le repubbliche marinare: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, inQuest'Italia, Roma, Newton & Compton, 1989.
Mario Chiaverini,Il ‘Porto Pisano’ alla foce del Don tra il XIII e XIV secolo, Pisa, Marich Studio storico editoriale, 2000.
Mario Chiaverini,Onore e Gloria. Gli aspetti militari della Guerra di Pisa: L'assedio degli eserciti francese e fiorentino nel giugno-luglio 1500, Pisa, MARICH Studio storico editoriale, 2003 (III Ed.).
Mario Chiaverini,La battaglia di Saint-Gilles nel 1165 tra Pisa e Genova. Le lotte di predominio, tra misteri ed intrighi, nella Francia meridionale dei secoli XI-XII, Pisa, MARICH Studio storico editoriale, 2004.
Mario Chiaverini,Repubblica imperiale pisana. La vittoria navale su Genova del 1241: alcuni aspetti, antefatti vicini e lontani, misteri e coincidenze, Pisa, MARICH Studio storico editoriale, 2012.