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Realpolitik

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Richard Nixon eMao Zedong

Larealpolitik (daltedesco sta per "politica reale" o "politica concreta") è una politica basata su una concreta pragmaticità, evitando ogni premessaideologica omorale. Traducibile anche comepragmatismo politico nel contesto internazionale, identifica, ad esempio, scelte basate più su questioni pratiche che su principi universali oetici.

Origine del termine

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Più scuole di pensiero utilizzano il terminerealpolitik, in particolare irealisti e imarxisti. Il termine fu coniato daLudwig von Rochau, unoscrittoretedesco delXIX secolo, ispirandosi all'attività diOtto von Bismarck. Tuttavia, già il cardinaleRichelieu e ilconte Cavour s'erano ispirati a questa linea di condotta degli affari politici.[1]

Principi

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Larealpolitik è termine genericamente utilizzato per indicare la ricerca del potere e dell'espansione senza scrupoli; in realtà, esso designa un attento dosaggio delle risorse a disposizione di uno Stato e dei suoi governanti. Ciò può comportare anche soltanto una gestione estremamente diplomatica dellapace, evitando di ricorrere allacorsa agli armamenti.

È una politica basata su una rapida presa di decisione con il massimo di dati a disposizione, cercando di mantenere una larga accettazione da parte dell'opinione pubblica senza rinunciare a profili disegretezza e di spregiudicatezza nel conseguire gli interessi nazionali.

Una politica estera basata sullarealpolitik può essere descritta anche comerealismo in politica estera. Larealpolitik è collegata alrealismo e può essere considerata uno dei concetti fondamentali per tutte quelle politiche dove ilrealismo è un paradigma che include una varietà di teorie, fra cui l'equilibrio del potere fraStati nazionali, e la considerazione che queste politiche siano basate sul perseguimento, il controllo e l'applicazione del potere.

Storia

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Nella storia moderna la parolarealpolitik è stata utilizzata per la prima volta per descrivere la linea di condotta della politica estera diOtto von Bismarck:[2] egli fu il continuatore ideale della politica diKlemens von Metternich, tesa alla ricerca diplomatica di un equilibrio fra gli imperi europei; questo bilanciamento era necessario per preservare lapentarchia europea e mantenere lapace, escludendo la minaccia di unacorsa agli armamenti. Durante la guerra del 1866Otto von Bismarck trattò l'alleanza con l'Italia per attaccare l'Impero austriaco e gli Stati del sud dellaGermania. Dopo labattaglia di Sadowa si astenne dal domandare delle riparazioni per permettere la nascita di un Impero tedesco con a capo ilRe di Prussia. Si giustificò conGuglielmo I: «Non dobbiamo scegliere un tribunale, dobbiamo costruire una politica tedesca». Così infatti l'aiuto dell'Austria sarà ottenibile più facilmente in occasione dellaguerra franco-prussiana contro laFrancia.

La strategia bismarkiana fu abbandonata inEuropa alla fine delXIX secolo per lasciare spazio allaweltpolitik (lett. "politica mondiale"), basata sulla ricerca della superiorità militare e una corsa agli armamenti che troverà la sua terribile espressione nellaprima guerra mondiale.

Dopo iltrattato di Versailles e il mancato ingresso degliUSA nellaSocietà delle Nazioni, la concezione realista nella politica estera si affermò presso il governo diWashington:[3] essa «contesta da sempre alla visionewilsoniana di voler a tutti i costi porre a fondamento del proprio agire un idealismo tanto estremo da lambire l'ingenuità, ad esempio enfatizzando il ruolo che le organizzazioni sopranazionali possono svolgere per il mantenimento della pace, nell'ambito del diritto internazionale».[4] Sulla stessa strada, il governoNixon utilizzò i consigli diHenry Kissinger[5] nella ricerca di legami con la Cinamaoista, malgrado divergenze politiche enormi e la volontà di isolare i paesi comunisti, manifestata fino ad allora con la dottrina delcontenimento.

Larealpolitik oggi

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In tutti i partiti e governi c'è generalmente un'opposizione trarealisti emassimalisti, a seconda della minore o maggiore attitudine a realizzare compromessi sulle proprie idee e alla capacità di far valere anche le idee degli altri: ilpragmatismo, in questo ambito, è a volta a volta indicato come punto di forza di un'entità collettiva, ovvero come segno del suo declino.[6] Tendenzialmente, l'Europa è assai più incline al multilateralismo (storicamente nato sulla scia dell'idealismo in politica estera), mentre gli Stati Uniti inclinano per un unilateralismo[7] motivato dalla migliore capacità di tutelare l'interesse nazionale.[8]

InGermania il termine ha il senso molto più semplice direalista per distinguere le politiche semplici e concrete dalle utopie. InFrancia al termine appartengono due sensi: positivamente è impiegato nel senso di accantonare momentaneamente i propri ideali per «sporcarsi le mani» con la realtà. In senso negativo, è utilizzato per indicare una visione politica di corto raggio o scarsa lungimiranza, attraverso soluzioni temporanee e parziali ai problemi.

Note

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  1. ^ Filippo Del Monte,Da Machiavelli a Morghentau passando per Schmitt. Le origini del pensiero realista, suistitutostatoepartecipazione.it, Istituto Stato e Partecipazione.
  2. ^Otto Pflanze,Bismarck's "Realpolitik", The Review of Politics, Vol. 20, No. 4, Twentieth Anniversary Issue: I (Oct., 1958), pp. 492-514.
  3. ^Non meno presente era presso l'altra superpotenza, durante tutto il periodo dellaGuerra fredda: Vladislav Zubok, Raffaella Di Castro,La Realpolitik delCremlino e le origini della guerra fredda, Ventunesimo Secolo, Vol. 2, No. 3 (Marzo 2003), pp. 35-75.
  4. ^Giuseppe Bottaro,Internazionalismo e democrazia nella politica estera wilsoniana, Il Politico, Vol. 72, No. 2 (215) (maggio-agosto 2007), p. 19.
  5. ^ Loredana Guglielmetti,Kissinger e i neoconservatori nel dibattito sulla politica estera americana degli anni Settanta, inRivista di Studi Politici Internazionali, Nuova Serie, vol. 75, 3 (299), luglio-settembre 2008, pp. 381-389.
  6. ^John S. Dunne,Realpolitik in the Decline of the West, The Review of Politics, Vol. 21, No. 1, Twentieth Anniversary Issue: II (Jan., 1959), pp. 131-150.
  7. ^Paternò Maria Pia,Europa e America nell'"Occidente diviso", Democrazia e diritto. IV trimestre, 2006.
  8. ^ Paolo Magliocco,Chi ha inventato l’espressione “America first”?, suLa Stampa, 27 gennaio 2018.URL consultato il 26 settembre 2022.

Bibliografia

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  • Ludwig August von Rochau,Grundsatze der Realpolitik: angewendet auf die staatlichen Zustande Deutschlands, 1853 (riedizione: Berlin, Ullstein, 1972)
  • Hans Mombauer,Bismarcks Realpolitik als Ausdruck seiner Weltanschauung, Berlin, 1936
  • Liberalismus Wissenschaft Realpolitik: Untersuchung des 'Deutschen Staats-Worterbuchs' von Johan Caspar Bluntschli und Karl Brater als Beitrag zur Liberalismusgeschichte zwischen 48er Revoltuion und Reichsgrundung, Frankfurt am Main, Fischer, 1981
  • Federico Trocini,L'invenzione della «Realpolitik» e la scoperta della «legge del potere». August Ludwig von Rochau tra radicalismo e nazional-liberalismo, Bologna, il Mulino, 2009
  • Federico Trocini,Machiavellismus, Realpolitik und Machtpolitik: der Streit um das Erbe Machiavellis in der deutschen politischen Kultur der zweiten Halfte des 19. Jahrhunderts, Munchen, R. Oldenbourg Verlag, 2010
  • Filippo Del Monte,Da Machiavelli a Morghentau passando per Schmitt. Le origini del pensiero realista, in "Istituto Stato e Partecipazione", 12 ottobre 2020

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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