Il Real Club Deportivo Mallorca (RCD Mallorca) fu fondato nel 1916 con il nome diAlfonso XIII FBC in onore alsovrano regnante all'epoca sul trono di Spagna. Il primo stadio della squadra fu inaugurato con una partita contro ilBarcellona che vide la vittoria degli ospiti per 5-0[3]. Il 28 giugno dello stesso anno lo stesso monarca spagnolo concesse alla squadra il titolo diReal Sociedad.
Nel 1917 la Federazione catalana ammise la compagine al campionato diSeconda Divisione in qualità di campione ufficioso delleBaleari, conquistando il titolo nella finale giocata aBarcellona contro ilPalafrugell, sconfitto 3-1.
Nel 1931 il club cambiò ufficialmente il nome inClub Deportivo Mallorca[3], volendo evitare ogni richiamo alla passata monarchia con l'istituzione delregime repubblicano in Spagna[4].
Il 22 settembre 1945 fu inaugurato il nuovo stadio, inizialmente denominato "Es Fortì" e quindi, nella stessa stagione, cambiato in "Lluis Sitjar" in onore della persona che volle la costruzione dello stadio. A partire dal 1949 venne ufficialmente ripristinato il titolo diReal, modificando la denominazione ufficiale del team inReal Club Deportivo Mallorca, con il quale è tutt'oggi conosciuto.
Retrocesso nel 1954 dalla Segunda alla Tercera División, il Maiorca dovette attendere cinque anni per tornare in seconda serie nel 1959 e l'anno seguente, nel 1960, approdò per la prima volta inPrimera División, la massima categoria del calcio nazionale, sotto la guida tecnica diJuan Carlos Lorenzo, che aveva terminato nel club la sua carriera da calciatore, e la presidenza di Jaime Rosselló[5]. La squadra isolana riuscì a ottenere due buone salvezze nella sua prima esperienza inLiga, retrocedendo nel 1963.
Il prosieguo deglianni sessanta vide il Maiorca ottenere altre due promozioniPrimera (nel1965 e1969, non riuscendo in entrambi i casi a mantenere la categoria. Dal 1975, con la retrocessione inTercera División, si aprì un periodo buio per il club rosso-nero, costretto a militare addirittura in quarta divisione fra il 1978 e il 1980. Toccato il fondo della propria storia, dopo aver rischiato addirittura di scomparire[4] il Maiorca riuscì tuttavia a risalire la piramide calcistica spagnola, tornando inPrimera nel 1983. Glianni ottanta furono un periodo di "saliscendi" per il club, che non riuscì a confermarsi stabilmente nellaLiga pur facendovi alcune apparizioni (1983-84,1986-87 e1987-88), e nel quale esordì, nel 1986,Miguel Ángel Nadal, futuro capitano, primatista di presenze e bandiera della società[6].
Nel 1991 il Maiorca disputò per la prima volta la finale dellaCoppa del Re, venendo sconfitto dall'Atlético Madrid per 1-0[7]. Retrocesso l'anno seguente, il club dovette trascorrere alcuni anni inSegunda prima di ottenere, nel 1997, la sua settima promozione inPrimera sotto la presidenza di Bartolomé Beltrán.
Gli anni d'oro della permanenza inPrimera e la finale di Coppa delle Coppe (1998-2012)
L'anno successivo arrivò una delle migliori prestazioni della sua storia, con in panchina l'argentinoHéctor Cúper: oltre al quinto posto in campionato che sarebbe valso la qualificazione per laCoppa UEFA, la squadra fu sconfitta dalBarcellona solo ai rigori nella finale diCoppa del Re[8], risultato che le consentì di accedere al tabellone principale dellaCoppa delle Coppe.
Il primo titolo ufficiale arrivò pochi mesi dopo, il 22 agosto 1998, con la vittoria dellaSupercoppa di Spagna contro ilBarcellona[9], ad aprire la stagione che regalò la miglior prestazione europea nella storia del club: l'esperienza nellaCoppa delle Coppe 1998-1999 si concluse infatti in finale, il 19 maggio 1999 alVilla Park diBirmingham, contro laLazio. L'undici diCuper arrivò in finale superando gli scozzesi dell'Heart of Midlothian, i belgi delKRC Genk, i croati dell'Varteks Varaždin e, in un'ostica semifinale, gli inglesi delChelsea[10]; in finale, però, il Mallorca, sorpresa del torneo, si dovette inchinare per 2-1 alla forteLazio diVieri eNedvěd, match-winner della partita[11][12].
Nella stessa stagione arrivò la miglior posizione in campionato della sua storia, il terzo posto dietroBarcellona eReal Madrid, ottenendo la qualificazione per i preliminari diChampions League. Il club isolano fu però eliminato dainorvegesi delMolde prima di raggiungere la fase a gironi. Ripescata inCoppa UEFA, la squadra, inizialmente sotto la guida diRoberto Carlos Mario Gómez fino a novembre, poi sostituito daFernando Vázquez, riuscì a raggiungere i quarti di finale, finendo eliminata per mano delGalatasaray poi vincitore del torneo[13].
Il 21 agosto fu inaugurato il nuovo stadio Son Moix e il 5 gennaio 2000 l'IFFHS inserì il Maiorca all'ottavo posto della classifica delle squadre del mondo dell'anno 1999[14].
Nuovamente terzo nel2000-01 con il record, per il club, di 71 punti (oltre a quello di gol fatti, 61, di vittorie, 20, e di minor numero di sconfitte, 7), il Maiorca si qualificò nuovamente allaChampions League, dove nonostante due successi controArsenal (1-0 casalingo[15]) eSchalke 04 (1-0 in trasferta[16]) non riuscì a passare la fase a gironi, concludendo al terzo posto. Ripescato inCoppa UEFA, venne eliminato daicechi delloSlovan Liberec.
Nel 2003 la squadra centrò quello che a tutt'oggi resta il maggior successo del club, la vittoria dellaCoppa del Re superando in finale per 3-0 ilRecreativo de Huelva[17]. Alla conquista della coppa seguirono tre campionati mediocri, il primo dei quali addirittura concluso con una sofferta salvezza (2004-05). Il Maiorca, allenato per un quinquennio daGregorio Manzano, chiuse in dodicesima posizione nelle stagioni2005-06 e2006-07, in settima nel2007-08, trascinato dai gol diDaniel Güiza, laureatosiPichichi del campionato con 27 gol[18], in nona l'anno seguente e in quinta nel2010, risultato che non permise però alla squadra di partecipare all'edizione 2010-2011 dellaUEFA Europa League, dato che l'Organo di Controllo e Disciplina dell'UEFA decretò che il club non risultava in possesso dei requisiti necessari per partecipare allaUEFA Europa League. Il club spagnolo non soddisfaceva, infatti, i criteri minimi di ammissione (articolo 2.07 del Regolamento dell'Europa League) a causa dei debiti economici maturati, che ammontavano a circa 85 milioni di euro[19].
Il ritorno inSegunda, la caduta inSegunda B e la risalita (dal 2013)
Nel2012-13 la squadra isolana retrocesse inSegunda División dopo più di un quindicennio trascorso stabilmente nellaLiga, nonostante una vittoria ottenuta all'ultima giornata[20].
Nel quadriennio successivo disputò tribolate annate in seconda serie, caratterizzate da piazzamenti a ridosso della zona retrocessione. Nel2016-17, a causa del ventesimo posto finale in classifica, il Maiorca retrocesse inSegunda División B, la terza serie spagnola, dopo 36 anni trascorsi nelle prime due categorie calcistiche nazionali[21]. Nella stagione2017-18 ritornò in Segunda División e nellastagione successiva, dopo aver terminato al quinto posto lastagione regolare, vinse iplay-off, eliminando l'Albacete in semifinale e ilDeportivo La Coruña in finale e compiendo dunque un doppio salto di categoria in soli due anni[22]. L'annata2019-2020 in massima serie si chiuse con una nuova retrocessione, sancita dall'aritmetica alla penultima giornata[23], ma la risalita in Primera División fu immediata, grazie al secondo posto in serie cadetta. Seguono un sedicesimo posto, un punto sopra la zona retrocessione, e nel 2022-2023 addirittura un nono posto a soli 3 punti dalla zonaConference League occupata dall'Osasuna. Nella stagione 2023-2024 ottiene per la prima volta dopo 21 anni l'accesso alla finale diCoppa del Re, perdendola tuttavia per 4-2 ai rigori contro l'Athletic Bilbao.
Al momento della sua fondazione comeAlfonso XIII Football Club, il club vestiva una casacca di colore rosso, con pantaloncini blu, in omaggio alla divisa dellanazionale spagnola. Con l'avvento dellaseconda Repubblica spagnola nel1933, il club optò, per evitare ogni riferimento alla monarchia, per l'adozione di calzoncini neri, adottando la colorazione che ha mantenuto fino ai giorni nostri[4].
Lo stemma del Maiorca si compone di unoscudo dal fondo rosso bordato di giallo, sormontato dallacorona reale spagnola e contornato da decori vegetali, sulla cui estremità inferiore compare un piccolo pallone da calcio. Al centro dell'emblema, alcune lettere stilizzate riportano l'acronimo corrispondente al nome ufficiale della società.
Il club disputa le partite casalinghe allostadio de Son Moix, nome che deriva da quello del quartiere cittadino che lo ospita[24]. L'impianto, noto anche, per ragioni di sponsorizzazione, comeVisit Mallorca Estadi, ha una capienza di 23.142 spettatori e un campo di dimensioni 105x66 metri[25]. In passato era conosciuto anche, per motivi di sponsorizzazione, anche come ONO Estadi e Iberostar Estadi. Dal 1999 il nuovo impianto, sorto per ospitare leUniversiadi tenutesi nella città isolana in quell'anno, sostituisce il vecchiostadio Lluís Sitjar, edificato nel 1945[26].
Dal giugno 2020 lo stadio ha assunto il nome commerciale di Visit Mallorca Estadi, allo scopo di rilanciare il turismo nella regione, danneggiato dalle conseguenze dellapandemia di COVID-19 del 2020 in Spagna; il termine dell'accordo di sponsorizzazione è previsto nel 2022[27].
Come numerose altre società spagnole, anche il Maiorca possiede una propria squadra filiale, ilMaiorca B[29]. Fondato nel 1967 e passato attraverso diverse denominazioni, milita attualmente inTercera División, la quarta serie del calcio nazionale.
A livello locale, la rivalità maggiormente sentita dai tifosi del Maiorca è quella nei confronti dell'Atlético Baleares, squadra con cui irossoneri si contendono il primato calcistico cittadino e, più in generale, quello sulleisole Baleari[31]. La partita, considerata un vero e proprioderby[32], non si è disputata per molti anni a causa della differenza di categoria fra le due squadre, che sono tornate a confrontarsi nell'annata2017-18, dopo la retrocessione del Maiorca inSegunda División B[33].
^abcdefgCampionato diviso in gironi: le squadre meglio posizionate concludono con un girone di play-off. La vincitrice di questo è campione dellaSegunda División.
^Dal 1951 al 1968 i vincitori dei propri gironi vengono considerati campioni di categoria e non partecipano ai playoff con le altre squadre di Segunda División. Il primo nominato è il vincitore del girone A, il secondo del girone B.
^Non ottiene la promozione in quanto squadra B delReal Madrid.
^Vincitori dei gironi delle qualificate alla fase valida per la promozione.