Ilrazzismo scientifico[1][2] (a volte dettobiologia razziale[3],antropologia razziale orazzismopseudo-scientifico) è lo studio pseudo-scientifico delle tecniche e delle ipotesi a sostegno o giustificazione della fede nelrazzismo, ossia nell'inferiorità o superiorità razziale di alcuni gruppi umani rispetto ad altri[4][5][6]; cercando di dare fondamento scientifico ad una cosiddetta "scienza dellerazze umane".
Alternativamente è la pratica di classificare[7] individui di diversofenotipo ogenotipo inrazze distinte ed in suoi sottogruppi. Storicamente ha ricevuto credito nella comunità scientifica, ma non è più al giorno d'oggi considerato una branca ufficiale dellascienza[5][6].
Il razzismo scientifico impiega l'antropologia (in particolare l'antropologia fisica), l'antropometria, lacraniometria e altre pseudo-discipline, proponendo tipologie antropologiche a sostegno della classificazione delle popolazioni umane in "razze umane" fisicamente distinte e separate, nei confronti delle quali si possa affermare che siano "superiori" o "inferiori".
Il razzismo scientifico è stato diffuso a partire dalXVII secolo fino al termine dellaseconda guerra mondiale. Dalla seconda metà delXX secolo in poi il razzismo scientifico è stato criticato come obsoleto ed è divenuto via via ad essere sempre più screditato, ma storicamente è stato usato in modo persistente e pervasivo per sostenere e convalidare le idee razziste in tutto il mondo. Basato sulla fede nell'esistenza e nel significato delle categorie razziali e di una teoria delle razze superiori e inferiori[8].
Con la conclusione del secondo conflitto mondiale il razzismo scientifico, sia come teoria sia come azione, è stato denunciato formalmente, soprattutto nella prima dichiarazione che si appoggia all'antirazzismo e fatta dall'UNESCO nel 1950 intitolataThe Race Question (Dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950)); essa afferma chiaramente che:
Tale "fatto biologico" non è più considerato esistente poiché gli sviluppi della genetica evolutiva umana (labiologia evolutiva dello sviluppo) hanno dimostrato che le differenze genetiche umane sono quasi totalmente graduali[7].
Il terminerazzismo scientifico è generalmente utilizzato in modo peggiorativo come applicato alle teorie più moderne, come inThe Bell Curve: Intelligence and Class Structure in American Life (1994, di Richard Herrnstein eCharles Murray). I critici sostengono che tali opere postulino conclusioni razziste non supportate dalle prove disponibili. Pubblicazioni comeMankind Quarterly, fondata esplicitamente come una rivista di "coscienza razziale" nel 1961, sono generalmente considerate come piattaforme di razzismo scientifico in quanto pubblicano articoli su interpretazioni marginali dell'evoluzione umana, dello studio sull'intelligenza, dell'etnografia, dellalinguistica, dellamitologia, dell'archeologia e degli altri argomenti razziali.
L'etichettatura di "razzismo scientifico" è usata anche per criticare quegli studi che pretendano di stabilire una connessione tra, ad esempio, razza e intelligenza, ed è utilizzata per argomentare il fatto che ciò promuova l'idea dell'esistenza di razze umane superiori e inferiori[10].
Benjamin Isaac, storico presso l'università di Tel Aviv, nel suosaggio intitolatoThe Invention of Racism in Classical Antiquity (2006) riferisce che le idee proposte dal razzismo scientifico sono radicate nel mondo dell'antichità greco-romana[11]. Un esempio prezioso in tal senso è costituito dal trattato presumibilmente risalente al V secolo a.C.Le arie, le acque, i luoghi diIppocrate.[12]
Nel capitolo 12 l'autore scrive: "Voglio ora mostrare quanto l'una dall'altra differiscano l'Asia e l'Europa per ogni riguardo, e anche per la formadei popoli, che sono ben diversi e per nulla si rassomigliano."[13]
Nellopseudo-aristotelico trattato "Fisiognomica" si trova: "Gli individui troppo scuri di carnagione sono vili, vedi gli Egiziani e gli Etiopi; e così anche quelli che hanno una carnagione troppo chiara, vedi le donne: il colore caratteristico del coraggio deve essere a metà trail nero e il bianco"[14].
Un ulteriore esempio viene dato dallo scrittore, architetto e ingegnere romanoVitruvio (70-25 a.C.) il quale, riportando forse le opinioni del filosofostoicoPosidonio (135-51 a.C.),[15] dichiarò: ... "Mentre i popoli che abitano vicino all’equatore, proprio sotto il corso del sole, sono di bassa statura, hanno capelli crespi, occhi scuri, gambe robuste e poco sangue, per effetto del violento calore del sole. E proprio per questa carenza di sangue sono meno in grado di resistere alle armi ...Ecco perché le genti italiche sono le più equilibrate, sia per prestanza fisica che per forza d'animo."[16].Parametrotitolo
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D'altra parte gli antichi indiani consideravano tutti gli stranieri come deibarbari. Lo studioso musulmano dell'XI secoloAl-Biruni scrisse che gli indiani chiamano gli stranieri con il nome di "impuri"[17]. Solo pochi secoli dopo venne fatto osservare che gliindù guardavano tutti gli europei come dei barbari totalmente ignoranti di tutti i principi di onore e buona educazione... "Negli occhi di un indù unparia (emarginato sociale) e un europeo si trovano allo stesso livello"[17].
Anche gli antichicinesi consideravano gli europei nient'altro che come delle creature repulsive, simili a fantasmi e persino a dei diavoli. Gli scrittori cinesi descrissero gli europei come dei barbari stranieri/strani[18].
Durante l'età dell'Illuminismo (un'epoca compresa tra il 1650 e il 1780) i concetti dimonogenismo epoligenismo divennero per la prima volta popolari, anche se sarebbero stati inquadrati dall'epistemologia solo nel corso del XIX secolo. Il monogenismo afferma che tutte le razze hanno un'unica origine, mentre il poligenismo rappresenta l'idea che ogni razza abbia avuto un'origine separata. Fino al XVIII secolo le parole "razza" e "specie" furono intercambiabili[19].
Uno dei primi scienziati che studiò il concetto di razza fuRobert Boyle (1627-1691), un filosofo esponente delnaturalismo (filosofia) nonché chimico e fisico inventore anglo-irlandese. Boyle credette in quello che oggi si chiama monogenismo, cioè che tutte le razze - non importa quanto diverse esse siano attualmente - provenissero dalla stessa fonte, ossiaAdamo ed Eva. Egli studiò i racconti riportati da genitori che diedero origine a diversi figli affetti daalbinismo, concludendo pertanto cheAdamo edEva fossero originariamente di pelle bianca e che i bianchi a loro volta avrebbero potuto dare origine a diverse razze maggiormente colorate.
Le teorie diRobert Hooke eIsaac Newton sulcolore e sullaluce attraverso ladispersione ottica nel campo dellafisica vennero estese da Boyle anche per le sue considerazioni poligenetiche[19], speculando che forse queste differenze fossero dovute a "impressioni seminali". Tuttavia gli scritti di Boyle menzionano che ai suoi tempi, per gli "occhi europei", labellezza non venisse misurata tanto dal colore della pelle, bensì dalla statura, dall'avvenenza dovuta alla perfetta simmetria delle parti del corpo fisico e dalle caratteristiche facciali maggiormente piacevoli[20]. Vari membri della comunità scientifica rigettarono le sue opinioni descrivendole come "inquietanti" o "divertenti"[21].
Da un'altra prospettiva lo storico franceseHenri de Boulainvilliers (1658-1722), suddivise i francesi in due razze: la razza francese aristocratica discendente dagli invasori franco-germanici e la razza deiGallo-romani indigena (patrimonio popolare questo in campo politico). L'aristocrazia deiFranchi giunse a dominare iGalli da un innato "diritto di conquista", il contrario delnazionalismo moderno.
Ai suoi tempi de Boulainvilliers, un acceso credente in questo "diritto di conquista", non comprese però la razza come un fatto biologicamente immutabile, ma piuttosto come un costrutto sociale (razzista) contemporaneo. Il suo racconto razzista della storia francese non fu interamente mitico; nonostante le agevolazioni supportate dall'agiografia e dallapoesia epica comeLa Chanson de Roland (XI-XII secolo) cercò la legittimazione scientifica delle proprie opinioni creando la sua distinzione razziale sull'esistenza storica di una distinzione genetica e linguistica tra gli antichiGermani e le popolazioni francesi dilingua neolatina. Il suo razzismo teorico era distinto dai fattori biologici manipolati dal razzismo scientifico nel corso del XIX secolo (vedirelativismo culturale).
Voltaire (1694-1778) fu uno scrittore, storico e filosofo illuminista francese. Fu anche un teorico delpoligenismo, ossia credeva che ogni razza avesse origini distinte e separate. Voltaire trovò ilmonogenismo propugnato dallaBibbia come ridicolo, esprimendosi come segue:
Quando paragonava igruppi etnici dell'Europa alnegro Voltaire arrivò a confrontarli con diverse razze dicane:
L'avvocato scozzeseHenry Home Lord Kames (1696-1782) fu anch'egli un fautore delpoligenismo: credeva cheDio avesse creato diverse razze sulla terra in regioni separate e in momenti differenti. Nel suo libro del 1734 intitolatoSketches on the History of Man Home affermò che l'ambiente (biologia), ilclima o il particolareStato presente in una determinata società erano tutti fattori che non potevano non tener conto delle differenze razziali, per cui le diverse razze avrebbero dovuto per forza di cose provenire da gruppi separati e distinti[24].
Nel frattempo il medico ed esperto dibotanica ezoologia svedeseLinneo (1707-1778) modificò le basi dellatassonomia fondate sullanomenclatura binomiale per lafauna e laflora ed è a tutt'oggi considerato un ricercatore pionieristico nella definizione biologica della razza umana. Nel suoSystema Naturae nell'edizione del 1767 etichettò cinque[25] "varietà"[26][27] di specie umane, ognuna delle quali venne descritta come possedere le seguenti caratteristiche fisiognomiche, "variabili per cultura e luogo di provenienza"[28]:
InAmoenitates academicae (1763) Linneo presentò la figura mitologica dell'Homo anthropomorpha, creature umanoidi come iltroglodita, ilsatiro, l'idra di Lerna e lafenice i quali vennero tutti identificati come appartenenti agliHominoidea.
Sono presenti disaccordi tra gli studiosi su ciò che era la base per latassonomia umana di Linneo. Da un lato si trovano i critici più severi i quali affermano che la sua classificazione non era soltanto fondata sull'etnocentrismo ma che sembrava invece anche essere basata sulcolore della pelle umana. D'altra parte Conrad B. Quintyn dell'università di Bloomsburg (2010) sottolinea che alcuni autori ritengono che la classificazione sia basata sulla distribuzione geografica, pertanto fondata cartograficamente e non gerarchicamente[33].
L'esponente dellapaleontologia statunitenseStephen Jay Gould (1994) sostiene che iltaxon non si trova "nell'ordine gerarchicamente favorito dalla maggior parte degli europei nella tradizione razzista" e la divisione di Linneo è stata influenzata dalla teoria medica dei quattro umori la quale affermava che il temperamento di una persona può essere correlato ai fluidi biologici[34][35].
Secondo lo statunitense Kenneth A. R. Kennedy (1976) Linneo ha certamente considerato come migliore la propria cultura, rispetto a quelle estere, ma i suoi motivi per le classificazioni delle varietà umane non erano centrate sul concetto di razza[36].
LaLinnean Society of London ha affermato che, secondo Linneo, la "superiorità degli europei" risiedeva nella tradizione culturale e che il fattore decisivo del suo taxa era culturale e non razziale. Per questi motivi considerano Linneo semplicemente come affetto da "eurocentrismo", sostenendo ch'egli non ha mai richiamato l'attenzione dei fautori della cosiddetta "azione razzista"; inoltre non utilizzò mai la parola razza, introdotta solo successivamente dal suo avversario franceseGeorges-Louis Leclerc de Buffon[37].
Lo studioso Stanley A. Rice dell'università di Tampa accetta come assodato il fatto che per Linneo la classificazione non era intesa ad implicare una gerarchia presente all'interno dell'umanità né tanto meno conduceva all'idea di una qualche superiorità razziale di alcuni nei confronti di altri[38]; questo anche se i critici moderni vedono che la sua classificazione era ovviamente stereotipata ed erronea per aver incluso elementi antropologici e non biologici come le abitudini, i costumi e le tradizioni culturali.
Il medico coloniale statunitense nonché geografoJohn Mitchell (geografo) (1711–1768) condusse uno studio accurato delclima e della razza, finendo con lo scrivere un libro nel 1774 intitolatoAn Essay upon the Causes of the Different Colours of People in Different Climates (Saggio sulle cause dei differenti colori [di pelle] delle popolazioni in climi differenti). Nel suo testo affermò che la prima razza presente sulla terra avesse un colore marroncino e rossastro; affermò inoltre che "un colore intermedio tra gli asiatici e gli indigeni nativi" fu la "carnagione originale dell'umanità" e che le razze successive si produssero via via nelle generazioni da questa razza originaria attraverso i diversi climi[39].
Il filosofo tedescoImmanuel Kant (1724-1804) incoraggiò l'esame dell'autorità interiore dell'uomo piuttosto che trarre inferenze sul sé interiore sulla base dell'esistenza fisica esteriore[40]. Nel 1775 Kant fece pubblicare ilsaggioÜber die verschiedenen Rassen der Menschen ("Sulle diverse razze dell'uomo") in cui propose cause naturali o intenzionali di variazione, al contrario della legge voluta dalmeccanicismo, o come un "prodotto di fortuna". Egli distinse quattro razze fondamentali: bianchi, neri,calmucchi e indostani (provenienti dall'India) ed attribuì la variazione riscontrabile nelle popolazioni prese in esame come dovuta alle differenze esistenti nell'ambiente e nel clima (come l'arieggiamento e l'esposizione solare), ma chiarì il suo pensiero dicendo che la variazione ebbe uno scopo e che non fu meramente superficiale.
Kant asserì che esseri umani fossero equipaggiati con gli stessi semi (Keime) e che le predisposizioni o le caratteristiche naturali (Anlagen) quando venivano espresse fossero per lo più dipendenti dal clima e che servissero ad uno scopo causato da una circostanza specifica. Dopo che questo processo avvenne diventò anche irreversibile; pertanto la razza non poteva più essere annullata dai cambiamenti climatici: "qualunque sia il seme/germe che si fosse attualizzato dalle condizioni esterne trovate, gli altri differenti germi si ritireranno nell'inattività". Kant infine dichiarò:
Il chirurgo scozzeseJohn Hunter (1728-1793) dichiarò che in origine la razzaNegroide era bianca all'inizio dei tempi; pensò che nel volgere dei millenni, a causa dell'esposizione solare, quella gente si trasformò in scura o negra. Hunter disse anche che le bolle o bruciature probabilmente si trasformassero in bianco in un negro; credendo in tal modo che questa fosse la prova che i loro antenati furono in realtà dei bianchi[42].
Il medico e chirurgo ingleseCharles White (1728-1813) credette che le razze occupassero stadi o stazioni diverse all'interno della "Grande catena dell'essere" (laScala naturae) e cercò di dimostrare scientificamente che le razze umane avessero origini distinte l'una dall'altra. Credette che i bianchi e i negri costituissero due specie irrimediabilmente diverse. White era un credente nella teoria delpoligenismo, l'idea che diverse razze fossero state create separatamente. Nel suoAccount of the Regular Gradation in Man (1799) fornì una base empirica per quest'idea[24].
White difese la teoria poligenetica sfidando a tal proposito il naturalista franceseGeorges-Louis Leclerc de Buffon, il cui argomento di interferibilità affermava che solamente una stessa specie avrebbe potuto poi essersi incrociata. White indicò variibridi di specie comevolpi,lupi esciacalli i quali costituivano gruppi separati pur mantenendo ancora la possibilità di incrociarsi. Per White ogni razza costituiva una specie separata, divinamente creata per poter abitare la propria regione geografica particolare[24].
Il naturalista nonché conte franceseGeorges-Louis Leclerc de Buffon (1707-1788) e l'anatomista tedescoJohann Friedrich Blumenbach (1752-1840) furono due assertori convinti delmonogenismo, il concetto che tutte le razze hanno un'unica origine. Essi credettero anche nella "teoria della degenerazione" delle origini razziali. Entrambi affermarono cheAdamo ed Eva fossero caucasici e che tutte le altre razze si fossero prodotte successivamente a causa della degenerazione causata da fattori ambientali, come il sole o una dieta alimentare povera. Credettero anche che una tale degenerazione potesse ancora essere invertita, solo e si fosse raggiunto un adeguato controllo sopra l'ambiente, infine che tutte le forme contemporanee dell'uomo potessero tornare alla razza caucasica originale[43].
Rifletterono poi sul fatto che lapigmentazione delnegro fosse sorta a causa del calore solare tropicale; suggerirono che il vento freddo causò il colore abbronzato e rossiccio degliEschimesi. Pensarono che iCinesi avessero un peculiare equilibrio interiore ed esteriore rispetto alle altre razze asiatiche poiché vivevano per lo più nelle città ed in tal maniera rimasero protetti dai fattori ambientali. Buffon disse che il cibo e lostile di vita avrebbero potuto rendere le razze degenerate e pertanto maggiormente differenziate rispetto alla razza caucasica originale[43].
Secondo Blumenbach esistevano cinque razze distinte, ma tutte appartenenti ad una sola specie: caucasica (Europoide), mongola (Mongoloide), etiope, amerinda (Nativi americani) e malese (Malesi). Blumenbach dichiarò: "ho assegnato il primo posto al caucasico perché questo gruppo rappresenta la razza più bella degli uomini"[44].
Buffon invece credette che l'umanità avesse solo 6.000 anni (il tempo a partire daAdamo secondo laBibbia). Molti esponenti del razzismo scientifico ebbero a rilevare che sarebbe stato assai difficoltoso per le razze cambiare così nettamente nelgenotipo e nelfenotipo in un così breve lasso di tempo; ma Buffon, credendo nelmonogenismo, pensò che ilcolore della pelle umana avrebbe potuto cambiare anche nel corso di una sola vita, a seconda delle condizioni climatiche e della dieta assunta[45].
Il medico - nonché uno deiPadri fondatori degli Stati Uniti d'America -Benjamin Rush (1745-1813) propose l'idea che essere unnegro fosse unamalattia ereditaria delle pelle, che egli chiamò "negroideismo", ma che poteva essere curata. Rush credette inoltre che i non-bianchi non fossero realmente bianchi nell'interiorità, in quanto erano colpiti da una forma non contagiosa dilebbra che scuriva loro il colore della pelle. Rush concluse che "i bianchi non dovrebbero tiranneggiare sopra i negri, perché la loro malattia diede loro una doppia porzione dell'umanità. Tuttavia per lo stesso motivo i bianchi non dovrebbero interagire con loro, perché ciò avrebbe creato la tendenza ad infettare i posteri dei bianchi con il disordine espresso dai negri... si deve tentare di curare la malattia"[46].
Il filosofo e storico tedescoChristoph Meiners (1747-1810) fu un fautore delpoligenismo; egli credette che ogni razza avesse una propria origine separata. Meiners studiò le caratteristiche fisiche, mentali e morali di ogni razza e costruì una gerarchia di razze basata sui suoi risultati. Meiners suddivise l'umanità in due parti, che etichettò come "la bella razza bianca" e "la brutta razza negra". Nel suo libro intitolatoGrundriß der Geschichte der Menschheit ("Cenni di storia umana", 1785) affermò che una delle caratteristiche principali di una razza fossero la rispettivabellezza obruttezza fisica; pensò che soltanto la razza bianca potesse fregiarsi del titolo ed essere considerata bella. Considerò le "razze brutte" come inferiori, immorali e del tutto simili alle bestie. Disse che il "popolo negro brutto" era distinto dal "popolo bianco bello" anche a causa della sua "triste" mancanza di virtù e dei suoi "vizi terribili"[47].
Secondo Meiners:
Meiners dichiarò che il negro sentisse meno dolore di qualsiasi altra razza e che fosse del tutto privo di emozioni; scrisse che il negro aveva nervi spessi e che pertanto non era sensibile come le altre razze. Giunse fino al punto di affermare che il negro non possiede "quasi nessuna sensazione presente nell'essere umano, proprio quasi come gli animali". Descrisse poi una storia in cui un negro era stato condannato a morte ad esser bruciato vivo; nel bel mezzo del fuoco il negro chiese di poter fumare unapipa e lo fece, continuando a fumare come se nulla stesse accadendo mentre continuava a bruciare vivo[48].
Meiners studiò l'anatomia del negro giungendo alla conclusione che egli avesse un maggior numero di denti e fauci più grandi rispetto a qualsiasi altra razza, poiché i negri sono tutticarnivori. Meiners affermò che lacalotta cranica del negro fosse più grande, ma che altresì ilcervello fosse più piccolo di qualsiasi altra razza; disse inoltre che il negro era la razza più sconveniente e oscena presente sulla terra a causa della sua cattiva alimentazione, del suo modo di vivere e della sua intima mancanza di qualsiasimorale[48].
Meiners affermò anche che inativi americani fossero un gruppo inferiore di persone; disse che non potevano adattarsi a climi diversi, a tipi differenti di cibo o ad altre modalità di vita e che, anche quando rimanessero esposti a queste nuove condizioni, essi andavano incontro ad una "malinconia mortale". Meiners studiò la dieta degli amerindi e disse ch'essi si alimentavano con ogni tipo di porcheria, avanzi, rifiuti e frattaglie. Pensava inoltre che consumassero moltebevande alcoliche. Credette che i loro teschi fossero talmente spessi che le lame di coltello o le spade degli spagnoli si sarebbero distrutte se li avessero colpiti. Meiners concluse dicendo che la pelle di un amerindo era più spessa di quella di unbue[48].
Meiners scrisse che la razza più nobile era quella rappresentata daiCelti i quali furono in grado di conquistare varie parti del mondo conosciuto, che erano maggiormente sensibili al caldo e al freddo e che la loro delicatezza fosse dimostrata dal modo in cui erano selettivi nei confronti di ciò che mangiavano. Meiners sostenne poi che gliSlavi fossero una razza inferiore "meno sensibile e più soddisfatta di mangiare alimenti grezzi"; descrisse storie di slavi che presumibilmente mangiavanofunghi velenosi senza riportarne alcun danno. Affermò che le loro tecniche mediche fossero decisamente arretrate: usò come esempio il fatto che la loro gente non avesse bisogno di alcun riscaldamento negli ospedali e che anzi si rotolasse nella neve in pieno inverno del tutto priva di vestiti[48].
Nella sua opera di più ampio respiro intitolataUntersuchungen über die Verschiedenheiten der Menschennaturen ("Gli studi sulle differenze delle nature umane", pubblicata postuma nel 1815) studiò anche lasessuologia di ogni razza; sostenne che i negri africani fossero eccessivamente resistenti sessualmente e che si abbandonassero ad ogni genere di perversione possibile e immaginabile, mentre solo gli europei bianchi possedessero in se stessi la "giusta misura".
Il ministro dellachiesa presbiteriana statunitenseSamuel Stanhope Smith (1751-1819) fu l'autore nel 1787 delEssay on the Causes of Variety of Complexion and Figure in the Human Species ("Saggio sulle cause della varietà di complessione e nell'aspetto nelle specie umane"). Smith asserì che lapigmentazione delnegro non fosse altro che un'enormelentiggine che veniva a ricoprire tutto il corpo; ciò a causa di un sovraccarico dibile causato dalclima tropicale[49].
Gli studi razziali del naturalista e zoologo franceseGeorges Cuvier (1769-1832) influenzarono notevolmente la scienza delpoligenismo e il razzismo scientifico. Cuvier credette che vi fossero tre razze distinte: il caucasico (bianco), il mongolo (giallo) e l'etiope (nero), valutandone poi ciascuna per la bellezza o bruttezza del cranio oltre alla qualità espressa dalle loro rispettive civiltà. Cuvier scrisse sui caucasici:
Riguardo alNegroide Cuvier scrisse:
Pensava inoltre cheAdamo ed Eva fossero caucasici e che pertanto rappresentassero la razza originaria del genere umano. Le altre due razze sarebbero sorte dai sopravvissuti che fuggirono in direzioni diverse dopo che una grande catastrofe ebbe colpito la terra 5.000 anni fa; teorizzò che i sopravvissuti avessero vissuto in un completo isolamento e che si fossero sviluppati in seguito separatamente[52][53].
Uno degli allievi di Cuvier fuFriedrich Tiedemann (1781-1861), anatomista e fisiologo tedesco; egli fu uno dei primi a condurre una contestazione scientifica alrazzismo. Sostenne le proprie tesi basandosi sulle misurazioni craniometriche e cerebrali provenienti da europei e negri provenienti da diverse parti del mondo e sostenne che la convinzione (allora comune in Europa) che ilnegro avesse uncervello più piccolo e che di conseguenza fosse anche intellettualmente inferiore fosse scientificamente infondata e basata soltanto sui pregiudizi dei viaggiatori e degli esploratori del tempo[54].
Il filosofo tedescoGeorg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) presentò una forte narrazione evoluzionistica dellastoria nelle sueLezioni sulla filosofia della storia (1837), una cronaca dello sviluppo storico delGeist (Spirito (filosofia)) attraverso le realizzazioni seriali delVolksgeist (lo spirito del popolo e della nazione).
Nel suo capitolo suiFondamenti geografici della storia universale Hegel ebbe ad affermare che "ogni popolo rappresentava un particolare grado dello sviluppo dello Spirito", venendo così a formare unaNazione. Una Nazione non si basa sulle caratteristiche fisiche, piuttosto si basa sul sito storico-geografico in cui si è sviluppato lo "Spirito". Quest'idea venne influenzata dalla teoria diMontesquieu sull'influenza climatologica sulla morale e sulla legge culturale. SeguendoLo spirito delle leggi (1748) Hegel contrappose i popoli storici con i selvaggi astorici:
Non sorprende il fatto che Hegel favorisse così ilGeist in zone temperate ed infine scrisse un resoconto di "storia universale" che descrive il mondo orientale, l'antichità greca, il mondo romano, il mondo cristiano e il mondo prussiano[56]. In quelle stesse lezioni affermò che "l'America è il paese del futuro", tuttavia "la filosofia non si occupa di profezie", ma concerne laStoria[57].
La filosofia e ilpensiero di Hegel, così come ilpensiero di Kant, non possono essere ridotti a dichiarazioni evoluzioniste; tuttavia giustificarono l'imperialismo europeo fino allaprima guerra mondiale (1914-18). Alla stessa maniera la teoria di Montesquieu sull'influenza climatica sulla morale e sulla legge culturale giustificò "scientificamente" l'idea di inferiorità razziale delnegro rispetto al bianco.
Hegel dichiarò che "l'Africa non è parte della storia del mondo"; sostenne inoltre che i negri non avevano "senso della personalità, in quanto il loro spirito dorme, rimane affondato in se stesso, non fa avanzare ed è quindi parallelo alla massa compatta e indifferenziata delcontinente africano"[58].
Il filosofo tedescoArthur Schopenhauer (1788-1860) attribuì il primato civile alle razze bianche le quali vennero ad acquisire sensibilità ed intelligenza attraverso la raffinatezza causata dal vivere nel rigoroso clima settentrionale:
Il medico tedescoFranz Ignaz Pruner (1808-1882) studiò la struttura razziale dei negri inEgitto. In un libro che scrisse nel 1846 sostenne che il sangue negro avesse un'influenza negativa sul carattere morale egiziano. Pubblicò unamonografia sui negri nel 1861 in cui sosteneva che la caratteristica principale delloscheletro (anatomia umana) del negro fosse ilprognatismo, la qual cosa dimostrava la correlazione del negro con la scimmia. Affermò anche che i negri avessero uncervello del tutto simile a quello delle scimmie ed infine che i neri avessero un forte ingrandimento del dito maggiore del piede, caratteristica anche questa che collegava i negri nelle vicinanze delle scimmie[60].
(Robert Needham Cust,Le lingue dell'Africa)
Il linguista britannicoRobert Needham Cust nel suo saggioLe lingue dell'Africa del 1883 considera i neri inferiori agli europei e attribuisce questa inferiorità culturale all'assenza di civilizzatori bianchi, alla mancata introduzione delle sacre scritture presso i popoli dell'Africa nera, alla mancata invenzione della scrittura che nell'ottica dell'autore è il mezzo per rendere la lingua unaleva del progresso e della moralità; secondo Cust anche i frequenti conflitti tribali, la scarsità di beni da esportare, ildifetto assoluto di pubblica opinione o di personale indipendenza sarebbero alla base dell'inferiorità intellettuale, culturale e morale dei neri rispetto agli altri popoli. Egli li considera dei selvaggiin preda alla schiavitù, al cannibalismo, a una superstizione odiosa, a sacrifizi umani mostruosi oltre che artefici diorge sanguinose, privi di dignità e incapaci di vestirsi in maniera decorosa. Secondo l'autore ogni progresso dei neri, ritenuti incapaci di uscire da soli dalla barbarie, è dovuto all'intervento dei bianchi, sia esso di origine coloniale o missionaria. Per Cust un ulteriore segno dell'inferiorità africana è costituito oltre che dalla mancanza di letteratura scritta anche dall'assenza di monumenti e di opere d'arte all'infuori di pitture rupestri, il che renderebbe i neri incapaci di lasciare un segno tangibile nella storia umana. L'unica eccezione a questa supposta povertà culturale sarebbe rappresentata dai popoli del Corno d'Africa, le cui lingue sono consideratetestimonianza dell'esistenza di un certo grado di cultura, cultura che comunque l'autore non attribuisce all'intelletto delle popolazioni autoctone ma all'influenza semitica.[61]
La classificazione scientifica stabilita daLinneo è necessaria a qualsiasi schema di classificazione razziale umana. Nel corso del XIX secolo l'"evoluzione unilineare" (evoluzione sociale classica) è stata una combinazione e fusione di teorie dellasociologia e dell'antropologia le quali proponevano l'idea che la cultura dellaciviltà occidentale costituisse il punto più alto dell'evoluzione socio-culturale umana.
La proposta che lostatus sociale fosse unilineare - andando dal primitivo alla civiltà, dall'agricoltura all'industria - divenne popolare tra i filosofi, tra cuiImmanuel Kant,Georg Wilhelm Friedrich Hegel eAuguste Comte. LaBibbia cristiana venne interpretata per sancire la validità dellaschiavitù e dagli anni 1820 agli anni 1850 fu spesso utilizzata nei primiStati Uniti meridionali da scrittori comeThomas R. Cobb e il pastorebattistaRichard Furman per far valere l'idea che ilnegro fosse stato creato inferiore, pertanto adatto ad essere schiavo[62].
Il razzismo scientifico applica la classificazione delle specie animali dellazoologia come metodo per identificare possibili razze umane, di cui, poi, indagare le caratteristiche. La differenziazione tra una razza e l'altra sarebbe stata decisa in base a criteri stabiliti dall'evoluzionismo e per via di manifestazioni comportamentali o particolari caratteristiche antropomorfiche.
L'influente libro del naturalista e biologo ingleseCharles Darwin (1809-1882) intitolatoL'origine delle specie (1859) non discusse sulle origini umane. La formulazione estesa sulla stessa pagina di copertina (by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life), che aggiunge per mezzo diselezione naturale la conservazione delle "razze" favorite nella lotta per la vita, utilizza il termine razze come alternativa a "varietà" e non reca con sé la moderna connotazione di "razze umane".
Il primo impiego che ne viene fatto nel libro si riferisce a "le diverse razze, ad esempio delcavolo" e prosegue in una discussione su "le varietà ereditarie o le razze dei nostri animali domestici o delle piante"[63]. Nel successivoL'origine dell'uomo e la selezione sessuale (1871) Darwin esaminò la questione sugli "argomenti a favore e contro la classificazione delle cosiddette razze dell'uomo come specie distinte" e non segnalò distinzioni razziali che avrebbero indicato che le razze umane sono specie discrete/distinte/separate:
Nel libro del 2004 dello storico della "California State University, Stanislaus"Richard WeikartFrom Darwin to Hitler: Evolutionary Ethics, Eugenics and Racism in Germany ("Da Darwin a Hitler: l'etica evolutiva, l'eugenetica e il razzismo in Germania") egli ha scritto:
Secondo "talk.origins" questa è un'usuale miniera grossolana di argomenti e citazioni fuori dal contesto per dare stura alCreazionismo[70]. Essi invece sostengono che quando Darwin si riferiva alla "razza" intendeva in realtà il significato di "varietà", non quello di razze umane[71]. Oltre al semplice significato delle parole essi affermano che "non vi è nulla nelle parole di Darwin che possa sostenere (e molto nel corso della sua vita si è contraddetto) una qualsiasi pretesa che egli avrebbe voluto far sparire le razze inferiori o selvagge". Notando ciò che gli sembrava essere fattuale, non basandosi in alcun modo sulla prova allora evidente dell'esistenza di una gran baldoria europea concernente l'imperialismo e la conquista tramite ilcolonialismo durante tutta la sua vita"[72]. Il passaggio citato, in pieno contesto, recita:
(-L'origine dell'uomo e la selezione sessuale (1871), Volume I, Capitolo VI: "Sulle affinità e genealogia dell'uomo", pagine 200-201.)
Nel capitolo inititolato "Sviluppo delle facoltà intellettuali e morali nel periodo primordiale e civile" Darwin affermava che "le nazioni occidentali dell'Europa, che ora superano in modo incommensurabile i loro ex progenitori selvaggi e che stanno al vertice della civiltà, devono ben poco o nessuna delle loro superiorità ad una diretta eredità proveniente dagli abitanti dell'antica Grecia"[73].
Proprio mentre propose una sola specie umana Darwin mise in contrasto le "razze civili" con le "razze selvagge". Come accadde anche per la maggior parte dei suoi contemporanei, tranne il naturalista britannicoAlfred Russel Wallace (1832-1913), egli non distinse nettamente la "razza biologica" dalla "razza culturale". Inoltre osservò che le razze selvagge rischiarono l'estinzione più per merito del colonialismo bianco europeo che per una loro presunta inadeguatezza evolutiva[62][74]. Sulla questione tra le differenze tra le razze Darwin scrisse:
Nel suoSaggio sulla disuguaglianza delle razze umane (1853-55) il diplomatico nonché conte franceseJoseph Arthur de Gobineau (1816-1882) propose l'esistenza di tre razze umane e sostenne che lamescolanza razziale avrebbe inevitabilmente condotto al crollo della civiltà. Stabilì anche per primo l'equazione dei termini "razza germanica" e "razza ariana".
Un altro evoluzionista fautore delpoligenismo fu lo zoologo tedesco con cittadinanza svizzeraCarl Vogt (1817-1895) il quale credette che la razza nera fosse collegata alla scimmia. Scrisse che la razza bianca era una specie separata rispetto ai neri. Nel capitolo VII delle sueVorlesungen über den Menschen, seine Stellung in der Schöpfung und in der Geschichte der Erde ("Lezioni sull'uomo, il suo posto nella Creazione e nella Storia della Terra", 1864) egli paragonò l'uomo nero alla razza bianca, che descrisse come "due tipi estremamente separati di umanità". La differenza tra loro, affermò, è di per sé maggiore di quella esistente tra due specie di scimmia; questo avrebbe dimostrato che i neri sono una specie separata dai bianchi[76].
Nella sua qualità di esponente della "scienza della razza", l'amministratore coloniale dell'Impero anglo-indiano il britannicoHerbert Hope Risley (1851 - 1911) utilizzò il rapporto esistente tra la larghezza di un naso e la sua altezza per dividere la gente indiana inrazza ariana e razzaDravida e queste rispettivamente in settecaste[77][78].
Come fece la maggior parte dei sostenitori di Darwin, anche il biologo e naturalista tedescoErnst Haeckel (1834-1919) sostenne ilpoligenismo evolutivo in accordo con le tesi del linguista e poligenista tedescoAugust Schleicher (1821-1868), secondo cui diversi gruppi linguistici erano sorti separatamente da unUrmensch (proto-uomo) preesistente privo della facoltà dellinguaggio e che si sarebbe col tempo evoluto da antenatiSimiiformes ancestrali.
Questa evoluzione linguistica avrebbe completato separatamente la transizione dall'animale all'uomo e, nell'ambito di ogni ramo principale linguistico gli esseri umani si sarebbero poi evoluti come specie separate e le quali a loro volta avrebbero potuto essere suddivise in razze. Haeckel propose una suddivisione degli esseri umani in 10 razze, di cui quella caucasica (Europoide) si trovava al vertice, mentre quelle primitive sarebbero state destinate all'estinzione[79].
Haeckel fu anche un sostenitore della teoria che voleva l'origine dell'umanità essere trovata inAsia; credette che l'Hindustan (l'Asia meridionale) fosse la posizione effettiva a partire da cui si erano evoluti tutti gli esseri umani primitivi. Haeckel sostenne poi che gli esseri umani fossero strettamente collegati aiPrimates delsud-est asiatico e respinse invece l'ipotesi darwiniana di un'origine africana (vediorigine africana dell'Homo sapiens)[80][81].
Haeckel scrisse che i negri hanno degli alluci più robusti e più mobili rispetto a qualsiasi altra razza e che ciò è la prova che i negri sono evolutivamente più prossimi alle scimmie quadrumane, perché quando le scimmie si arrestano sugli alberi si aggrappano alleliane con le dita dei piedi; Haeckel, perciò, credeva che i negri fossero essenzialmente dei selvaggi mentre solo i bianchi fossero civilizzati[76].
Verso la fine del XIX secolo il razzismo scientifico combinò l'eugenicismo greco-romano con il concetto dieugenetica volontaria dello scienziato britannicoFrancis Galton (1822-1911) per produrre una forma di programmi governativi coercitivi ed anti-immigrazione, fortemente influenzati anche da altri discorsi ed eventi sociopolitici del tempo.
Un tale "razzismo istituzionale" venne principalmente effettuato attraverso laFrenologia (nelregno d'Italia uno dei suoi massimi esponenti fu il fondatore dell'antropologia criminale (disciplina)Cesare Lombroso, [1835-1909]) la quale descriveva i caratteri fisiognomici e lacraniometria, lo studio delcranio e delloscheletro (anatomia umana). Quindi crani e scheletri di persone nere e di altri "popoli colorati" furono visualizzati come essere a metà strada tra la scimmia e gli uomini bianchi.
Nel 1906 un appartenente al popolo deiPigmei congolesi di nomeOta Benga (1883-1916) venne mostrato al pubblico come l'"anello mancante" dellaforma transizionale nelloZoo del Bronx aNew York, accanto a scimmie e ad altri animali. I teorici più influenti del campo compresero l'antropologo franceseGeorges Vacher de Lapouge (1854-1936) il quale propose il concetto di "antroposociologia", e prima di lui il filosofo e teologo tedescoJohann Gottfried Herder (1744-1803), che hanno applicato il concetto di "razza" alla teoria nazionalista e sviluppando in tal modo la prima concezione del "nazionalismo etnico".
Nel 1882 il filosofo e storico francese esperto dilingue semiticheErnest Renan (1823-1892) contraddistinse quello di Herder come unnazionalismo basato sulla "volontà di vivere insieme", non fondato pertanto su prerequisiti etnici o razziali. Il discorso razzista scientifico ha proposto l'esistenza storica di "razze nazionali", come il popolo deitedeschi nell'impero tedesco e la "razza francese" come ramo dellarazza ariana fondamentale esistente da millenni, con l'intento di sostenere le frontiere geopolitiche parallele a quelle razziali.
Lo studioso multidisciplinare olandesePetrus Camper (1722-89) risultò essere uno dei maggiori precursori teorici dellacraniometria; utilizzò la misurazione del volto del cranio interno per giustificare scientificamente le differenze razziali. Nel 1770 concepì l'angolazione del viso per poter misurare le capacità intellettuali tra le specie degli uomini. L'angolazione del viso fu formata da un disegno suddiviso in due righe; una prima linea orizzontale che partiva dalla narice per terminare nell'orecchio e una seconda linea verticale che partiva dalla prominenza dellamascella superiore per terminare nella sporgenza dellafronte (anatomia).
La precoce craniometria di Camper scoprì che la statuaria antica (l'ideale delnudo eroico greco-romano) aveva un angolo facciale di 90°, mentre i bianchi avevano un angolo di 80°, i negri un angolo di 70° e l'orango un angolo a 58°; in tal modo stabilì una gerarchia biologica razzista per l'umanità, oltre ad una concezione decadente dellaStoria (che passerebbe così da uno stato di perfezione iniziale ad un sempre più maggiore disordine e caos dovuto allamescolanza razziale).
Tali ricerche razziste scientifiche sono poi state proseguite dal naturalista franceseÉtienne Geoffroy Saint-Hilaire (1772-1844) e dall'antropologo suo connazionalePaul Broca (1824-80).
Nella prima metà del XIX secolo il medico, antropologo fisico e poligenista statunitenseSamuel George Morton (1799-1851) raccolse teschi umani provenienti da tutto il mondo tentando uno schema logico di classificazione. Influenzato dalla teoria razziale a lui contemporanea il dottor Morton affermò di poter giudicare le differenti capacità intellettuali razziali misurando la capacità interna del cranio, per cui un cranio grande sarebbe stato anche indicativo di un cervello maggiore, quindi con una più elevata capacità intellettuale. Al contrario un cranio piccolo avrebbe denotato anche un cervello inferiore, quindi una scarsa capacità intellettuale; le capacità superiori ed inferiori vennero così stabilite[82].
Dopo aver esaminato con attenzione tremummie provenienti dalle tombe egizie Morton concluse che il caucasicoEuropoide e ilNegroide erano già distinti tremila anni fa. Poiché leBibbia indicava che l'Arca di Noè si era posata sulle cime delMonte Ararat solo mille anni prima Morton affermò che i tre figli diNoè non avrebbero potuto eventualmente produrre da soli tutte le razze presenti sulla terra. Secondo Morton la teoria dellapoligenesi era quella esatta, le razze cioè vennero separate fin dall'inizio[83].
Nel suo testo intitolatoCrania Americana le proprie affermazioni si basavano essenzialmente su misurazioni craniometriche: i caucasici avevano i cervelli più grandi (con una media di 87 cm cubici), inativi americani si trovavano a metà strada (con una media di 82 cm cubici), mentre i negri avevano i cervelli più piccoli (con una media di 78 cm cubici)[82].
InIntelligenza e pregiudizio: contro i fondamenti scientifici del razzismo lostorico della scienzaStephen Jay Gould ha sostenuto che Morton abbia falsificato i dati craniometrici, forse inavvertitamente sovrastampando alcuni teschi, per produrre risultati che avrebbero legittimato le presunzioni razziste che stava tentando di dimostrare. Uno studio successivo condotto dall'antropologo John Michael ha trovato che i dati originali di Morton fossero più precisi di quanto descriveva Gould, concludendo che "[...] l'interpretazione di Gould è errata ... La ricerca di Morton è stata condotta con integrità"[84].
Jason Lewis, assieme ad altri colleghi, è giunto a conclusioni simili a quella di Michael nella loro rianalisi della raccolta cranica di Morton; tuttavia, partendo dalle sue conclusioni razziste aggiungono che "gli studi hanno dimostrato che la moderna variazione umana è generalmente continua, piuttosto che discreta o razziale e che la maggior parte delle variazioni degli umani moderni si svolge all'interno, piuttosto che tra le popolazioni esterne"[85].
Nel 1873Paul Broca, fondatore della "Società antropologica di Parigi" (1859) ritrovò lo stesso schema di misure riportato daCrania Americana, pesando i cervelli di esemplari durante l'autopsia. Altri studi storici che propongono una "razza bianca" con una differenza cerebrale e intellettiva rispetto ad una "razza nera" comprendono quelli dello statunitenseRobert Bennett Bean (Some racial peculiarities of the Negro brain, 1906[86]), Mall (1909), Pearl (1934) e Vint (1934)[87].
Dopo laguerra del Pacifico (1879-1884) si manifestò un aumento delle idee di superiorità razziale e nazionale anche tra la classe dirigente cilena[88]. Nel suo libro di medicina del 1918Nicolás Palacios, esponente di spicco delnazionalismo cileno, sostenne l'esistenza di una "razza cilena" e della sua superiorità rispetto ai popoli vicini. Anche se i cileni erano un mix di due "razze marziali" (vedi lateoria delle razze marziali) - iMapuche indigeni e iVisigoti spagnoli - in ultima analisi esse sarebbero state dirette discendenti degli antichi abitanti della regione diGötaland, situata nel sud dellaSvezia.
Palacios sostenne i propri motivi medici contro l'immigrazione inCile proveniente dall'Europa meridionale affermando che ilMeticcio è originario della "razza mediterranea" e che sarebbe quindi stato mancante di un pronto e necessario "controllo cerebrale", pertanto la sua accoglienza inCile si sarebbe tradotta solo come un pesante onere sociale e nulla più[89].
I seguaci di Morton, in particolare il dottore statunitenseJosiah Clark Nott (1804-1873) e l'egittologo anglo-americanoGeorge Gliddon (1809-57) estesero le idee del loro maestro inTypes of Mankind: Or, Ethnological Researches, Based Upon the Ancient Monuments, Paintings, Sculptures, and Crania of Races, and Upon Their Natural, Geographical, Philological and Biblical History ("Tipi dell'umanità: Ovvero ricerche etnologiche basate sui monumenti antichi, dipinti, sculture e crani di razze e sulla loro storia naturale, geografica, filologica e biblica", 1854)[90], e sostennero che le conclusioni a cui giunse Morton suffragassero la nozione dipoligenismo, ossia che l'umanità avesse discendenze genetiche discrete.
Le razze sarebbero quindi state evolutivamente indipendenti e precedenti alla stessa ipotesi moderna di un'origine umana multiregionale. Inoltre lo stesso Morton fu assai riluttante a sostenere ilpoligenismo, poiché esso contestava teologicamente il mito dellaCreazione (teologia) cristiana così come veniva esposto nellaBibbia. Un esponente controverso del poligenismo fuAgassiz che supportò le sue ipotesi con i suoi studi di antropologia e zoologia[91].
Più tardi neL'origine dell'uomo e la selezione sessuale (1871)Charles Darwin propose l'ipotesi di un'unica origine, cioè ilmonogenismo: l'umanità tutta possiede una comunanza genetica ancestrale, pertanto le razze non possono che essere strettamente correlate tra loro; l'esatto opposto di tutto ciò che il poligenismo di Nott e Gliddon propose.
Una delle prime tipologie utilizzate per classificare le varie razze umane fu quella inventata dal franceseGeorges Vacher de Lapouge (1854-1936), teorico dell'eugenetica, il quale fece pubblicare nel 1899 il suoL'Aryen et son rôle social (L'Ariano e il suo ruolo sociale). In questo libro l'autore classificò l'umanità in varie razze gerarchiche, che vanno dalla "razza bianca dolicocefalica" (vediDolicocefalia) alla "razza brachicefala" (vediBrachicefalia), mediocre ed inerte, al meglio rappresentata dall'ebreo.
Tra queste suddivisioni Vacher de Lapouge identificò l'"Homo europaeus" ("razza nordica"; teutonico, protestante ecc.), l'"Homo alpinus"("razza alpina"; Auvergnat-alvernese del centro dellaFrancia,Turchi ecc.) e, infine, l'"Homo mediterraneus" ("razza mediterranea"; napoletano, andaluso, ecc.). Vacher De Lapouge divenne una delle principali fonte d'ispirazione per l'antisemitismo nazista e per lebasi ideologiche del nazismo[92].
La classificazione di Vacher de Lapouge si rispecchiò anche nell'opera dell'economista statunitenseWilliam Z. Ripley intitolata "The Races of Europe" (1899), un libro che ebbe una notevole influenza sulpotere bianco. Ripley costruì anche una mappa delcontinente europeo secondo il presuntoindice cefalico dei suoi abitanti. Il testo ebbe infine anche un'importante influenza sul fautore dell'eugenetica statunitenseMadison Grant.
Inoltre, secondo John Efron dell'Università dell'Indiana, la fine del XIX secolo testimoniò anche "la scienza dei pregiudizi anti-ebraici", stigmatizzando gli ebrei per possedere delle presuntemestruazioni maschili, affetti daisteria patologica e daninfomania[93][94]. Allo stesso tempo molti ebrei, come l'australianoJoseph Jacobs o il medico di origini russe Samuel Abramowitch Weissenberg, approvarono quelle stesse teorie pseudoscientifiche convinti com'erano che gli ebrei formassero effettivamente una razza distinta da tutte le altre[93][94]. Il filosofo socialista russoChaim Zhitlovsky tentò anche di definire gliYiddishkeit (gli ebreiAschenaziti che parlavano l'Yiddish) rivolgendosi per le proprie elucubrazioni alla teoria razziale a lui contemporanea[95].
L'antropologo franceseJoseph Deniker (1852-1918) fu invece uno degli avversari principali di Ripley; mentre quest'ultimo mantenne - come fece anche Vacher de Lapouge - l'assunto che il popolo europeo fosse composto di tre razze, Deniker propose invece che gli europei si potessero distinguere in ben dieci razze (sei primarie e quattro sottogruppi). Inoltre e dichiarò che il concetto di "razza" fosse quantomai ambiguo e, a tal fine, propose la parola composta "gruppo etnico", che successivamente sarà adottato dai britanniciJulian Huxley (1887-1975) eAlfred Cort Haddon (1855-1940).
Infine Ripley sostenne che l'idea di razza proposta da Deniker avrebbe in realtà dovuto essere indicata come un "tipo", in quanto era meno biologicamente rigida rispetto alle classificazioni più razziali.
Quasi a voler salutare il prossimo avvento del nuovo secolo nel 1899 l'anglotedescoHouston Stewart Chamberlain scrisseI fondamenti del diciannovesimo secolo, testo basilare per ilrazzismo e l'antisemitismo di là da venire, assai apprezzato ed ammirato dallo stessoAdolf Hitler, il futuroFührer dellaGermania nazista.
Europoide Negroide Incerti | Mongoloide Mongoli del Nord |
Assertori dell'applicazione pratica di queste teorie furono esponenti di primo piano, al massimo livello, delle scienze naturali e sociali di tutto il mondo, per oltre un secolo. La classificazione delle cosiddette "razze" fu lungamente utilizzata per ragioni politiche e dibattuta tra gli scienziati, che non riuscivano a raggiungere risultati universalmente condivisi. Maggioritariamente, dal 1870 fino al 1936 essa sosteneva la superiorità di una presunta "razza nordica" o germanica, su tutte le altre.
Dal momento che si supponeva l'esistenza di razze, come per alcune specie animali, iniziò a prendere il via la classificazione in base alle qualità intellettive ed evolutive, con la quale in seguito iniziò a prendere corpo la teoria di una "razza superiore". Il concetto di superiorità razziale, inizialmente coinvolse intellettuali europei e americani i quali, attraverso una serie di ricerche e studi anche storici, documentarono che la cosiddetta "razza bianca" (e all'interno della razza bianca di una razza particolare, larazza ariana) fosse il livello massimo raggiunto dall'evoluzione naturale della specie umana.
Usate per tutto il XIX secolo a sostegno delcolonialismo e del diritto allaschiavitù, l'esito politico più vistoso di queste teorie nel XX secolo furono le leggi razziali promulgate in molte parti del mondo come negli (Stati Uniti d'America, inFrancia, inGran Bretagna, inGermania, inSpagna, inSudafrica, inSvezia, inPortogallo, inBelgio, inCanada), leleggi razziali fasciste nelRegno d'Italia, ed infine i programmi disterminio di massa delle autorità naziste nei confronti dei dissidenti politici, deidisabili[96], degliomosessuali e di tutte quelleetnie considerate "inferiori" come glizingari, gliebrei e glislavi.
Il contributo dato dal naturalista e antropologo franceseJoseph Deniker alla "teoria razzista" fuLes Races et les Peuples de la Terre (1900), una generica descrizione delle differenti razze, che l'eugenetico statunitenseMadison Grant (1865-1937) presentò come il "motore bianco razzista della civiltà mondiale". Il testo sosteneva l'esistenza di sei tipi di razze primarie (nordica, litorale, orientale, adriatica, ibero-insulare e occidentale) e quattro secondarie (sub-nordica, nord-occidentale, vistulana e sub-adriatica).
Avendo adottato il modello popolare europeo basato sulle tre razze di Ripley, ma non dispiacendosi del nome di "razza teutonica", egli tradusse il libro francese in "Larazza nordica" e presentandolo come il punto più alto della gerarchia razziale mai concepita, basata sulla sua teoria della classificazione razziale, assai popolare negli anni tra il 1910 e il 1920.
Lo "Statens institut för rasbiologi" e il suo direttoreHerman Lundborg (1868-1943) inSvezia furono attivi nella ricerca razzista. Inoltre, gran parte delle prime ricerche sullelingue uralo-altaiche vennero inquinate dai tentativi di parte di giustificare il punto di vista secondo cui i popoli europei ad est della Svezia erano solo degli asiatici e quindi di "razza inferiore", giustificando inoltre ilcolonialismo, l'eugenetica e l'igiene razziale.
NegliStati Uniti d'America le teorie razziali dell'epoca giustificarono la schiavitù africana nera e si assolsero nei confronti dell'opposizionemorale al commercio degli schiavi atlantici con latratta atlantica degli schiavi africani. Alexander Thomas e Samuell Sillen descrissero prolissamente gli uomini neri come gli unici adatti alla schiavitù, a causa della "loro organizzazione psicologica primitiva"[97].
Nel 1851, nellaLouisiana precedente allaguerra di secessione, il medicoSamuel A. Cartwright (1793-1863) ebbe a considerare l'eventuale tentativo di fuga dello schiavo comeDrapetomania, una malattia mentale trattabile che, con un trattamento medico adeguato, "seguendo rigorosamente questa pratica eliminò quasi completamente quest'abitudine fastidiosa attuata da molti negri di scappare; ciò può essere quasi interamente impedito". Il termine "drapetomania" deriva dal greco δραπέτης (drapes, uno schiavo fuggito) e μανία (mania, follia, frenesia)[98].
Il dottor Cartwright descrisse anche laDysaesthesia aethiopica , chiamata "furfanteria" dai sovrintendenti bianchi. IlCensimento degli Stati Uniti d'America del 1840 affermò che i neri liberi presenti nel Nord avessero subito percentuali dimalattia mentale a tassi più elevati rispetto ai loro omologhi meridionali. Sebbene ilcensimento fu successivamente accertato essere stato gravemente difettoso dall'American Statistical Association, perJohn Quincy Adams (il 6ºpresidente degli Stati Uniti d'America) ed altri, il fatto divenne un'ara politica contro l'abolizionismo. Per quanto riguardava gli schiavi meridionali venne concluso che i negri fuggitivi soffrissero di "disturbi mentali"[99][100].
Al tempo dellaguerra di secessione (1861-65) la questione dellamescolanza razziale indusse a vari studi sulle differenze fisiologiche presenti tra caucasici e negri. Precursori dell'antropologia comeJosiah Clark Nott,George Robins Gliddon,Robert Knox (chirurgo) eSamuel George Morton, intesero dimostrare scientificamente che i negri fosse una specie umana diversa dalle specie bianche; che ifaraoni dell'antico Egitto non fossero africani e che la prole di razza mista (il prodotto della mescolanza razziale) tendesse alla debolezza fisica e all'infertilità.
Dopo la guerra civile i medici meridionali degliStati Confederati d'America scrissero libri trattanti il tema del razzismo scientifico basati sugli studi che affermavano che i neri liberi (ex-schiavi) si stessero estinguendo, in quanto non potevano essere adeguati alle esigenze di essere uomini liberi implicando il fatto che alla fine i neri avessero beneficiato dell'asservimento.
Il razzismo scientifico svolse un ruolo importante nella creazione dell'apartheid inSudafrica. Qui scienziati bianchi come Dudly Kidd il quale pubblicò nel 1904The essentialKāfir, cercarono di "comprendere la mente africana". Essi credettero che le differenze culturali esistenti tra i bianchi e i neri sudafricani avrebbero potuto essere causate da innate differenze fisiologiche nelcervello; piuttosto che suggerire che gli africani fossero "bambini sopravvissuti", come dissero i primi esploratori bianchi, Kidd credette che gli africani fossero "malinconici con punte vendicative". Una volta ebbe a descrivere gli africani come "disperatamente carenti ma molto scaltri"[101].
La "Carnegie Commission of Investigation on the Poor White Question in South Africa" (1933) svolse un ruolo fondamentale nello stabilirsi dell'apartheid; secondo unmemorandum inviato aFrederick Paul Keppel, allora presidente della "Carnegie Corporation", vi erano "pochi dubbi sul fatto che i nativi avessero la piena opportunità economica, fossero maggiormente competenti tra loro e che avrebbero superato ben presto i bianchi meno competenti".[102]. Il sostegno dato da Keppel al progetto di creazione del rapporto fu motivato dalla sua preoccupazione per il mantenimento dei confini razziali esistenti[102].
La preoccupazione della "Carnegie Corporation" nei confronti del cosiddetto problema dei bianchi poveri presenti in Sudafrica fu almeno in parte il risultato di simili dubbi sullo stato dei bianchi poveri negliStati Uniti meridionali[102]. La relazione comprese ben cinque interi volumi[103]. Intorno agli inizi del XX secolo i bianchi statunitensi ed in generale tutti i bianchi sparpagliati per il mondo cominciarono a sentirsi a disagio perché la povertà e la depressione economica sembravano colpire le persone indipendentemente dalla razza di appartenenza[103].
Anche se l'azione compiuta sul terreno per instaurare il regime di apartheid iniziò già precedentemente, il rapporto fornì ulteriore sostegno e supporto all'idea centrale che voleva ilnegro essere di fatto un essere inferiore; questo venne usato per giustificare lasegregazione razziale e ladiscriminazione[104] per tutti i decenni successivi[105]. Il rapporto espresse finanche il proprio timore circa la perdita dell'"orgoglio razziale" bianco ed in particolare indicò il pericolo che il povero bianco non sarebbe stato in grado di resistere al processo di "africanizzazione"[102].
Anche se il razzismo scientifico svolse un suo ruolo nella giustificazione e nel sostegno delrazzismo istituzionale in terra sudafricana, non fu così importante in Sudafrica come lo fu invece inEuropa e negliStati Uniti d'America. Ciò fu dovuto in parte proprio al problema costituito dal povero bianco, che sollevò seri interrogativi per i suprematisti delPotere bianco sull'effettiva superiorità razziale bianca[101].
Poiché i poveri bianchi vennero trovati essere nella stessa identica situazione degli indigeni nell'ambiente africano, l'idea che un'ipotetica intrinseca superiorità bianca potesse superare qualsiasi ambiente non sembrò mantenersi. In quanto tali le giustificazioni scientifiche per il razzismo non si dimostrarono così tanto utili in Sudafrica[101].
È proprio al culmine di queste ricerche - che ottennero sempre più consensi da parte dellacomunità scientifica internazionale - che furono poste le basi per la realizzazione dei primi passi dell'eugenetica (daeu=buona egenia=discendenza), una dottrina (poi derubricata apseudoscienza) la quale mirava alla preservazione della purezza del patrimonio genetico (vediGenoma) dei "popoli bianchi", sostenendo anche un'attiva campagna politica contro i matrimoni misti e lamescolanza razziale che avrebbero potuto portare alla nascita di figli "razzialmente impuri" e degenerati.
Il paleontologo e biologo evolutivo statunitenseStephen Jay Gould ha descrittoThe Passing of the Great Race ("Il passaggio della grande razza", 1916) diMadison Grant come "il trattato più influente del razzismo scientifico americano" il quale pose le basi dell'igiene razziale in terra americana. Nel corso degli anni venti e trenta del XX secolo il movimento tedesco dell'igiene razziale abbracciò la teoria nordica di Grant.
Fu il fisico e biologo tedescoAlfred Ploetz (1860-1940) a coniare il termine "Rassenhygiene" per la prima volta nel suo libro intitolatoRacial Hygiene Basics (1895); egli fondò anche la Società tedesca per l'igiene razziale ("Gesellschaft für Rassenhygiene") nel 1905. Il movimento sostenne l'allevamento selettivo dell'umanità, lasterilizzazione obbligatoria e un allineamento stretto della salute pubblica con l'eugenetica.
L'igiene razziale fu storicamente collegata alle nozioni tradizionali di sanità pubblica, ma con l'accento posto fortemente sull'ereditarietà, che il filosofo e storico franceseMichel Foucault definì in seguito come "razzismo statale". Nel 1869 il britannicoFrancis Galton (1822-1911) propose le prime misure sociali intese a preservare o a migliorare le caratteristiche biologiche e successivamente coniò per primo il termine "eugenetica". Galton, uno statistico, introdusse l'analisi della regressione e della correlazione scoprendo in tal modo la regressione subita nei confronti deimezzi di comunicazione di massa.
Egli fu anche il primo a studiare le differenze umane e l'ereditarietà nel campo dell'intelligenza con metodi di rigorosastatistica. Introdusse l'uso di questionari e indagini per raccogliere i dati sulle serie di popolazione di cui aveva bisogno per le sue opere genealogiche e biografiche e per gli studi diantropometria. Galton fondò anche lapsicometria, la scienza della misurazione delle facoltà mentali e lapsicologia differenziale, un ramo dellapsicologia che si occupava delle differenze psicologiche tra le persone piuttosto che delle caratteristiche comuni.
Così come il razzismo scientifico anche l'eugenetica divenne notevolmente popolare all'inizio del XX secolo ed entrambe le idee influenzarono lapolitica razziale nella Germania nazista e l'eugenetica nazista. Nel 1901 Galton, assieme al matematico e biostatistico ingleseKarl Pearson (1857-1936) e al connazionaleWalter Frank Raphael Weldon (1860-1906) fondarono la rivista scientificaBiometrika la quale promosse labiometria e l'analisi statistica delle influenze ereditarie.
Lo statunitenseCharles Davenport (1866-1944) venne anch'egli coinvolto brevemente nella ricerca e revisione critica. InRace Crossing in Jamaica (1929) espose argomenti statistici che consideravano il degrado biologico e culturale avvenuto in seguito all'incrocio interrazziale tra bianchi e neri. Davenport rimase collegato allaGermania nazista sia prima che durante laseconda guerra mondiale. Nel 1939 scrisse una collaborazione allaFestschrift in onore dell'antropologo nazista tedescoOtto Reche (1879-1966), che divenne una figura importante all'interno del piano per rimuovere le popolazioni considerate "inferiori" dai territori dellaGermania orientale[106].
Anche lo psicologo ingleseHavelock Ellis, coautore del primo manuale di medicina inglese sull'omosessualità nel 1897 e che pubblicò opere su varie pratiche e inclinazioni sessuali, nonché sulla psicologiatransgender, accreditato inoltre per aver introdotto per la prima volta i termini dinarcisismo eautoerotismo - più tardi adottati anche dallapsicoanalisi - fu per buone parte della sua vita un convinto fautore dell'importanza dell'eugenetica.
Margaret Sanger, pioniera statunitense deidiritti riproduttivi e sostenitrice dellacontraccezione femminile rimase, per un certo periodo di tempo, anch'ella coinvolta nelle tesi eugenetiche.
Il razzismo scientifico è proseguito fino all'inizio del XX secolo e presto i test delQuoziente d'intelligenza (QI) divennero una nuova fonte per i confronti razziali. Prima dello scoppio dellaseconda guerra mondiale (1939) il razzismo scientifico rimase una branca comunemente accettata all'interno dell'antropologia e venne utilizzato come giustificazione per i programmi dieugenetica, lasterilizzazione obbligatoria, leleggi contro la mescolanza razziale e infine per le restrizioni all'immigrazione attuate sia inEuropa che negliStati Uniti d'America.
Icrimini di guerra e icrimini contro l'umanità perpetrati dallaGermania nazista tra il 1933 e il 1945 ebbero come effetto boomerang di screditare il razzismo scientifico nel mondo accademico, ma la legislazione razzista fondata su di esso rimase in alcuni paesi fino alla fine degli anni 1960.
Prima degli anni venti gli scienziati sociali convennero sul fatto che i bianchi fossero superiori ai neri; ebbero però bisogno di un modo per poter dimostrare una tale affermazione, al fine di sostenere la politica sociale a favore dei bianchi. Trovarono il modo migliore attraverso il test delquoziente d'intelligenza (QI); il risultato interpretativo della ricerca attraverso il test fu la tesi comprovata che ritraeva tutti i gruppi minoritari molto negativamente[10][107]
Nel 1908 lo psicologo statunitenseHenry Herbert Goddard (1866-1957) tradusse il test d'intelligenza creato dal franceseAlfred Binet e nel 1912 iniziò ad applicarloagli immigrati in arrivo aEllis Island[108]. Alcuni hanno sostenuto che in uno di questi studi sugli immigrati Goddard giunse alla conclusione che l'87% deirussi, 83% degliebrei, l'80% degliungheresi e il 79% degliitaliani fossero mentalmente deboli, con tendenze criminaloidi e con un'età mentale inferiore ai 12 anni[109].
Alcuni hanno anche sostenuto che queste informazioni vennero considerate come "prove" da parte dei legislatori e che pertanto influenzarono per anni la politica sociale.[110]. Il biologo statunitenseBernard Davis (1916-1994) ha fatto notare che, nella prima fase del suo lavoro, Goddard scrisse che i soggetti dello studio non erano membri tipici dei loro gruppi di appartenenza ma che furono selezionati a causa della loro sospetta intelligenza subnormale. Davis ha inoltre osservato che Goddard sostenne che i bassi livelli di QI dei soggetti presi in esame era più probabili a causa di fattori ambientali piuttosto che genetici e che Goddard concluse che "possiamo essere sicuri che i loro figli saranno di intelligenza media e correttamente indotti ad essere buoni cittadini"[111].
Nel 1996 l'"American Psychological Association's Board of Scientific Affairs" ha affermato che le prove di QI non ebbero un intento discriminatorio nei confronti di un qualsiasi gruppo etnico o razziale[112].
Nel suo libro intitolatoIntelligenza e pregiudizioStephen Jay Gould ha sostenuto che i risultati dei test di intelligence hanno svolto un ruolo importante nell'approvazione dell'"Immigration Act of 1924" il quale limitava l'immigrazione negliStati Uniti d'America[113].
Tuttavia Mark Snyderman eRichard Herrnstein, dopo aver studiato le conferenze delCongresso degli Stati Uniti d'America e le udienze di commissione legate alla legge sull'immigrazione, hanno concluso che "per la maggior parte dei casi i risultati dei test di intelligenza non sono stati generalmente considerati per l'aver favorito politiche restrittive in materia di immigrazione come quelle della legge del 1924 e che il Congresso praticamente non ha considerato alcun test di intelligenza"[114].
Juan N. Franco ha contestato i risultati di Snyderman e Herrnstein. Franco ha affermato che anche se Snyderman e Herrnstein hanno riferito che i dati raccolti dai risultati dei test d'intelligenza non erano in alcun modo utilizzati per far passare l'Atto di Immigrazione del 1924 i risultati dei test del QI sono stati ancora presi in considerazione dai legislatori.
Come un'evidenza suggestiva Franco ha sottolineato il seguente fatto: dopo il passaggio dell'atto di immigrazione, le informazioni delCensimento degli Stati Uniti d'America del 1890 sono state utilizzate per fissare quote basate sulle percentuali di immigrati provenienti da paesi diversi. Sulla base di questi dati, il legislatore ha limitato l'ingresso degli immigrati dall'Europa meridionale e dall'Europa orientale negli Stati Uniti e ha consentito invece una maggior immigrazione proveniente dall'Europa settentrionale e dall'Europa occidentale.
L'uso dei set di dati del censimento del 1900, 1910 o 1920 avrebbe portato ad un numero maggiore di immigrati provenienti dall'Europa meridionale e orientale. Tuttavia Franco ha anche sottolineato che l'utilizzo dei dati del censimento del 1890 ha permesso al congresso di escludere gli europei meridionali e orientali (la cui popolazione fece al tempo prove peggiori di QI rispetto agli europei occidentali e settentrionali) dagli USA; Franco ha sostenuto che il lavoro svolto da Snyderman e Herrnstein su questa materia non ha dimostrato né negato che i test di intelligenza influenzassero effettivamente le leggi sull'immigrazione[115].
Dopo la creazione della prima società per la promozione dell'igiene razziale, la "Società tedesca per l'igiene razziale" nel 1905, venne fondata una succursale svedese nel 1909 (la "Svenska sällskapet för rashygien"), la terza nel mondo[116][117]. Facendo opera dilobby sui parlamentari svedesi e gli istituti medici la Società riuscì a far passare undecreto il quale istituiva un istituto governativo sotto forma di "Istituto svedese di biologia razziale" (Statens institut för rasbiologi) nel 1921[116].
A partire dal 1922 l'istituto fu costituito e aperto presso l'Università di Uppsala[116]; esso rappresentò il primo istituto finanziato dal governo nel mondo a svolgere ricerche sulla "biologia razziale" e rimane un fatto molto controverso fino ad oggi[116][118]. L'obiettivo era quello di curare lacriminalità, l'alcolismo e i problemi psichiatrici attraverso la ricerca nei campi dell'eugenetica e dell'igiene razziale[116].
Come risultato dell'opera di questo istituto vi fu l'emanazione di una legge che autorizzava lasterilizzazione obbligatoria di alcuni gruppi, questo avvenne nel 1934[119]. Il secondo presidente dell'istituto,Gunnar Dahlberg (1893-1956) espose chiare e decise critiche nei riguardi della validità scientifica degli esperimenti eseguiti presso lo stesso istituto ed arrivò a riconvertirlo in direzione dellagenetica[120].
L'istituto venne definitivamente chiuso nel 1958 e tutta la ricerca rimanente venne fatta trasferire all'istituto di genetica presso l'Università di Uppsala[120].
IlPartito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori e i suoi simpatizzanti pubblicarono nel corso degli anni molti libri riguardanti il razzismo scientifico, mescolando le idee eugenetiche e antisemitiche con le quali sono stati ampiamente associati, anche se queste idee erano già in circolazione fin dal XIX secolo. Libri comeRassenkunde des deutschen Volkes (Etnologia del popolo tedesco, 1922) dell'antropologo tedescoHans F.K. Günther (1891-1968) eRasse und Seele: eine Einführung in den Sinn der leiblichen Gestalt (La razza e l'anima: un'introduzione al significato dellaGestalt-forma fisica, 1926) dello psicologo e islamologo tedescoLudwig Ferdinand Clauß cercarono di identificare scientificamente le differenze tra i tedeschi, i nordici e gli altri tipi di ariani, presumibilmente inferiori. Le scolaresche tedesche utilizzarono questi libri come testi ufficiali d'insegnamento durante tutta l'era nazista[121].
Nei primi anni trenta i nazisti usarono una retorica scientifica razziale basata suldarwinismo sociale per spingere le sue politiche sociali restrittive e discriminatorie. Durante laseconda guerra mondiale le convinzioni razziste naziste diventaronoanatema negliStati Uniti d'America e seguaci diFranz Boas come l'antropologaRuth Benedict cominciarono a consolidare la propria influenza sul potere istituzionale. Dopo la guerra la scoperta degli abusi nazionalisti compiuti dalla ricerca scientifica - come le violazioni etiche diJosef Mengele (1911-1979, uno dei protagonisti degliesperimenti nazisti su esseri umani) e altricrimini di guerra rivelati alprocesso di Norimberga - condussero la maggior parte della comunità scientifica a rifiutare il proprio sostegno scientifico a qualsiasi forma dirazzismo.
Le politiche sociali razziali basate sull'ideologia nazista della Germania collocavano il miglioramento dellarazza ariana attraverso l'eugenetica al centro dellebasi ideologiche del nazismo. Quelle persone che vennero identificate come rappresentanti della cosiddetta "vita indegna di essere vissuta" (in tedescoLebensunwertes Leben), tra cui, ma non solo, il popolo ebraico, i criminali comuni, i degenerati, i dissidenti, i più deboli, gliomosessuali, gli inattivi, quelli affetti da una qualchemalattia mentale, che furono condotti all'eliminazione dalla catena di eredità genetica (soprattutto attraverso lasterilizzazione obbligatoria), nonostante fosse loro ancora riconosciuto l'essere considerati "ariani". L'ideologia nazista ritenne che glislavi (ipolacchi, irussi, gliucraini ecc.) fossero inferiori alla razza germanica, adatti quindi per l'espulsione, laschiavitù e illavoro forzato, fino a giungere al vero e proprio tentativo digenocidio[122].
Adolf Hitler proibì la valutazione attraverso ilquoziente di intelligenza (IQ) perché esso era di natura ebraica, proprio così come lo fece ancheIosif Stalin nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche per il fatto di essere un'invenzione dellaborghesia[123].
NegliStati Uniti d'America gli esponenti dell'eugenetica comeHarry H. Laughlin eMadison Grant cercarono di dimostrare scientificamente l'inadeguatezza fisica e mentale di alcuni gruppi etnici per giustificare lasterilizzazione obbligatoria e limitare l'immigrazione, secondo la legge sull'immigrazione del 1924; la sterilizzazione obbligatoria continuò fino agli anni sessanta e oltre.
Lo storico eugeneticoLothrop Stoddard (1883-1950) fece in tempo a pubblicare molti libri di stampo razzista su quello che vide come il "pericolo dell'immigrazione"; il suo testo più famoso fuThe Rising Tide of Color Against White World-Supremacy (L'aumento delle maree di colore contro la supremazia del mondo bianco) del 1920. In questo libro egli presentò una visione della situazione mondiale riguardante la razza: la prossima esplosione di popolazione tra i popoli "colorati" del mondo e il modo in cui la "supremazia mondiale bianca" si sarebbe ridotta con il termine dellaprima guerra mondiale e il crollo delcolonialismo.
L'analisi di Stoddard divise la politica e le situazioni mondiali in popoli "bianchi", "gialli", "neri", "amerindi" e "marroni" e le loro interazioni. Stoddard argomentò la questione della razza e dell'ereditarietà come i fattori guida della storia e della civiltà e che l'eliminazione o l'assorbimento della razza "bianca" da parte delle razze "colorate" avrebbe di sicuro condotto alla distruzione dellaciviltà occidentale.
Come Grant inThe Passing of the Great Race (Il passaggio della grande razza, 1916) anche Stoddard suddivise la razza bianca in tre gruppi principali: larazza nordica, larazza alpina e larazza mediterranea; egli ritenne che tutte e tre fossero di buona natura genetica e ben al di sopra della qualità delle razze colorate, ma sostenne che quella nordica era la più perfetta delle tre e che doveva pertanto essere preservata per via eugenetica. A differenza di Grant Stoddard era meno preoccupato di quali varietà di persone europee fossero superiori alle altre (teoria nordica), ma fu più preoccupato di ciò che egli chiamava il "bi-razzismo", vedendo il mondo come composto semplicemente di razze "colorate" e "bianche". Negli anni dopo laGrande migrazione afroamericana e laprima guerra mondiale la teoria razziale di Grant sarebbe scomparsa negli Stati Uniti a favore di un modello più vicino a quello di Stoddard.
Una pubblicazione influente fuThe Races of Europe (Coon) del 1939 dell'etnologo e antropologo statunitenseCarleton Stevens Coon, presidente dell'"American Association of Physical Anthropologists" (Associazione Americana di Antropologia Fisicia) dal 1930 fino al 1961. Coon rimase un sostenitore dell'ipotesi multiregionale sull'origine degli esseri umani moderni. Ha suddiviso l'Homo sapiens in cinque razze principali:
La scuola di pensiero di Coon divenne oggetto di una sempre più crescente opposizione da parte della branca principale dell'antropologia a partire dalla fine dellaseconda guerra mondiale.Ashley Montagu fu particolarmente acceso nel denunciare Coon, specialmente nel suoMan's Most Dangerous Myth: The Fallacy of Race (Il mito più pericoloso dell'uomo: la fallacia della razza). Negli anni sessanta l'approccio di Coon fu reso obsoleto nell'antropologia principale, ma il suo sistema continuò ad apparire nelle pubblicazioni del suo allievoJohn Lawrence Angel fino agli anni settanta.
Alla fine del XIX secolo la decisione dellaCorte Suprema degli Stati Uniti d'America nel casoPlessy contro Ferguson (1896), che ha affermato la legalità costituzionale dellasegregazione razziale negli Stati Uniti d'America sotto la dottrina di "separati ma uguali", era intellettivamente radicata nelrazzismo dell'epoca, basti solo considerare il sostegno popolare alla decisione[128]. Più tardi, a metà del XX secolo, la stessa Corte suprema nel casoBrown contro Board of Education contro il Consiglio di Istruzione diTopeka inKansas (1954) ha respinto gli argomenti razzisti sulla "necessità" della segregazione razziale - soprattutto nel campo dell'istruzione pubblica.
Il razzismo scientifico venne rifiutato politicamente e scientificamente solo dopo la fine dellaseconda guerra mondiale.
A seguito di ciò le stesse teorie non sono però del tutto scomparse, ma ancora oggi vengono in gran parte riproposte da alcune minoranze politiche estremiste semplicemente sostituendo alla parola "razza" quella di "etnia", "popolo" o "civiltà". Sostituendo all'elemento biologico (non più riproponibile scientificamente) quello culturale, essi riescono a mantenere intatta la stessa precedente impostazione "pseudo-scientifica".
Nel 1954, cinquantotto anni dopo che con la sentenzaPlessy contro Ferguson si era avvalorata la liceità dellasegregazione razziale, la Corte suprema statunitense muterà il proprio orientamento in materia con la sentenzaBrown contro Board of Education dichiarando incostituzionale la segregazione razziale[129]. Da allora in poi l'opinione pubblica e le teorie scientifiche statunitensi nei confronti del razzismo scientifico e della sua pratica insociologia si sono evolute[128].
Nel 1960 iniziarono le pubblicazioni della rivista accademica diantropologia culturaleMankind Quarterly, che alcuni considerano essere una sede per esprimere opinioni razziste scientifiche; essa viene criticata per il suo rivendicare una politica diestrema destra, tendente all'antisemitismo e per la sua opera di promozione dell'ereditarianismo accademico[130]. Il periodico è stato fondato in parte anche come risposta alla decisione della Corte suprema che ha di-segregato la scuola pubblica statunitense[131][132].
Nell'aprile del 1966 l'afroamericanoAlex Haley intervistò il fondatore delPartito Nazista AmericanoGeorge Lincoln Rockwell per la rivistaPlayboy. Rockwell giustificava la sua convinzione che i neri fossero inferiori dei bianchi citando un lungo studio di G.O. Ferguson del 1916 il quale affermava di poter dimostrare che la performance intellettuale degli studenti neri era correlata con la loro percentuale di origine bianca, dichiarando che i "negri puri, i negri per tre quarti puri, i mulatti e le persone per un quarto nere hanno rispettivamente 60, 70, 80 e 90%, rispettivamente, di efficienza intellettiva bianca"[133].Playboy più tardi pubblicò l'intervista con una nota redazionale affermando che lo studio era di una "razionalità pseudoscientifica razzista oramai del tutto screditata"[134].
Organi internazionali come l'UNESCO tentarono di elaborare risoluzioni che riassumessero lo stato delle conoscenze scientifiche sulla razza ed emisero richieste per la risoluzione dei conflitti razziali. Nel 1950 laDichiarazione sulla razza (UNESCO 1950) non rigettò l'idea di una base biologica delle categorie razziali[135], ma definì invece che "una razza, dal punto di vista biologico, può quindi essere definita come uno dei gruppi di popolazioni che costituiscono la specieHomo sapiens", definite ampiamente come razzaEuropoide,Mongoloide eNegroide ma al contempo affermava che "è ora generalmente riconosciuto che i test sulquoziente di intelligenza non permettono di distinguere in modo sicuro tra ciò che è dovuto alla capacità innata e ciò che è invece il risultato di influenze ambientali, di formazione e d'istruzione"[136].
Nel 1978 è seguita laDichiarazione sulla razza (UNESCO 1978), un documento che afferma priva d'ogni fondamento scientifico qualunque dottrina che pretenda di attribuire alle differenze di razza differenze attitudinali, intellettuali e psichiche e che attribuisca ad incroci tra razze diverse effetti in qualche modo negativi da un punto di vista biologico.
Oggi il terminerazzismo scientifico è utilizzato per riferirsi a quel tipo di ricerca che sembra giustificare scientificamente l'ideologia delrazzismo. L'accusa di razzismo scientifico viene spesso lanciata su quei ricercatori che rivendicano l'esistenza delle razze e/o di differenze quantificabili nell'intelligenza tra queste stesse razze, soprattutto se queste differenze sono in parte genetiche nella loro origine.
Nel 2007, il biologo molecolareJames Dewey Watson, tra gli scopritori della struttura delDNA, dichiarò che gli africani presentavano un'intelligenza differente rispetto alle altre razze; parole che ebbero un ampio risalto internazionale.[137].
Al riguardo,Steven Rose, professore delle scienze biologiche allaOpen University e membro fondatore dellaSocietà per la responsabilità sociale nella scienza, ha commentato: «È la teoria più scandalosa di Watson. Ha detto cose simili sulle donne in passato, ma non lo avevo mai sentito trattare argomenti genuinamente impregnati dirazzismo».[138][139][140]
Neanche due giorni dopo, nella tempesta delle innumerevoli prese di distanza e dopo diverse collaborazioni scientifiche e divulgative andate in fumo, Watson ritratta, affermando che le sue dichiarazioni non poggiavano su alcuna base scientifica e non riusciva nemmeno a rendersi conto di come avesse potuto affermare tali sciocchezze.[141]
Tra gli studiosi e ricercatori che al giorno d'oggi hanno eseguito ricerche ufficiali per comprovare la scientificità delle razze si possono citareArthur Jensen (The g Factor: The Science of Mental Ability),il tardoJ. Philippe Rushton, presidente diPioneer Fund (Race, Evolution, and Behavior),Chris Brand (The g Factor: General Intelligence and Its Implications),Richard Lynn (IQ and the Wealth of Nations),Charles Murray e più recentementeRichard Herrnstein (The Bell Curve)[142].
Questi stessi autori, sebbene sia considerato il loro lavoro scientifico, possono contestare il termine "razzismo" e preferirvi altre parole come "realismo razziale" o "razzialismo"[143].
*nord. "razza nordica"; |
*med. "razza mediterranea"; |
*(x) Non determinati; |
*din. "razza dinarica"; |
*or. Orientali; |
*e.eur. "tipo Est-Europoide"; |
*alp. "razza alpina"; |
*mong. "tipoMongoloide"; |
*dal. "Dalici"; |
*p.asia. Pre-Asiatici.[145] |
Gli scienziati che indagano la questione razziale, sostenendo che queste differenze sono biologiche, sono al giorno d'oggi accusati di razzismo; si trovano ad affrontare le accuse che la loro ricerca può essere dannosa per lasocietà intera;[senza fonte] ad esempio l'editorialistaBob Herbert - di origini afroamericane- il quale scrive per ilThe New York Times, descrisse il libroThe Bell Curve come "un pezzo indecente di pornografia razziale che si vuole nascondere dietro una patina di seria conoscenza".
"Murray può protestare quanto vuole", ha scritto Herbert "il suo libro è solo un modo signorile di chiamare qualcuno con l'epiteto di "nigger""[146].Steven Pinker ha detto che è "saggezza convenzionale tra gli accademici dellasinistra politica che igeni implicano il genocidio"; egli ha risposto a questa "saggezza convenzionale" mettendo a confronto la storia delmarxismo il quale ha avuto come posizione iniziale sui geni quella opposta rispetto a quella che fu poi delnazionalsocialismo:
Rushton e Jensen hanno scritto: "la ricerca ha dimostrato che, in un gruppo con una bassa media, alcuni individui sono al di sopra della media degli altri gruppi". Essi sostengono anche: "quando la società è accusata di disparità,questa consiste nel raggiungimento della media di gruppo, piuttosto che sia semplicemente il risultato di differenze biologiche[non chiaro]: il risultato è quello di richiedere un risarcimento per un gruppo di meno di successo producendo il sentimento d'ingiustizia nei confronti del gruppo di maggior successo, provocando ulteriore mutuo risentimento".[148]
Linda Gottfredson, professoressa emerita dipsicologia dell'educazione sostiene che negare le reali differenze biologiche induce la gente a cercare qualcosa da biasimare, con una conseguente crescita di ostilità tra i vari gruppi e propone di investire risorse pubbliche per facilitare l'inserimento di tutti gli individui con Q.I. inferiore a 80, qualunque sia la loro razza, anziché spenderle per creare artificialmente parità nel successo sociale medio dei gruppi razziali.[149][150]
Gottfredson ha anche messo in dubbio il fatto che un gruppo con meno esiti però si possa beneficiare del successo dalla negazione o dall'occultamento delle differenze biologiche attuali. Una società sempre più complessa, basata sul presupposto che tutti possono avere lo stesso successo, significa che coloro che non hanno la possibilità di risolvere sempre più problemi per realizzarsi nella maggior parte dei settori della vita hanno di conseguenza bisogno di varie forme di aiuti speciali, che non sono possibili, mentre l'esistenza di questo stesso bisogno viene negata[149][151].[non chiaro]
La proposta di una classificazione degli esseri umani in sottogruppi non è considerata essererazzismo scientifico a meno che la stessa non comporti una valutazione morale o gerarchica di un gruppo come superiore agli altri; gli sforzi condotti per negare l'esistenza della razza sono spesso considerati essere essi stessi razzisti da parte delle minoranze oppresse che considerano la "razza" come componente inestricabile delle loro identità.[senza fonte]Allo stesso modo, una domanda relativa a una differenza statistica tra i sottogruppi, come gliolandesi che vengono considerati la popolazione più alta del mondo[152] o ikenioti come i migliori e più veloci corridori del mondo[153] non è considerato razzismo scientifico a meno che la pretesa non sia stata fabbricata o esagerata per creare un qualche intento razzista[154].[non chiaro]
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(aiuto).URL consultato il 15 luglio 2015.Altri progetti
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