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Razionalismo italiano

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Palazzo della Civiltà Italiana,Giovanni Guerrini,Ernesto Lapadula e Mario Romano,Roma (1939-53)
Giuseppe Terragni
Casa del Fascio,Como

Ilrazionalismo italiano è una correntearchitettonica che si è sviluppata inItalia neglianni Venti eTrenta delXX secolo in collegamento con ilMovimento Moderno internazionale, seguendo i principi delfunzionalismo, proseguendo in vario modo in frange sino aglianni Settanta.

Le sue radici ideali si trovano nell'anticaarchitettura romana classica (con ilDe architectura diVitruvio) e nelRinascimento (con le teorie diLeon Battista Alberti), ma anche nell'architettura di impronta illuminista (con le opere diGottfried Semper).[1]

Il Gruppo 7, il M.I.A.R. e il manifesto del Razionalismo italiano

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«Tra il passato nostro e il nostro presente non esiste incompatibilità. Noi non vogliamo rompere con la tradizione: è la tradizione che si trasforma, assume aspetti nuovi, sotto i quali pochi la riconoscono.»

(Note inRassegna Italiana, dicembre1926)

Nel1926 un gruppo di architetti provenienti dalPolitecnico di MilanoLuigi Figini,Gino Pollini,Guido Frette,Sebastiano Larco Silva,Carlo Enrico Rava,Giuseppe Terragni eUbaldo Castagnoli, sostituito l'anno dopo daAdalberto Libera, formarono il "Gruppo 7", che aderirà alMIAR (Movimento italiano per l'architettura razionale) nel1928.

Il gruppo iniziò a farsi conoscere con una serie di articoli apparsi sulla rivistaRassegna Italiana e proprio su quella rivista, nel dicembre del1926, il "Gruppo 7" rese noti al pubblico i nuovi principi per l'architettura, che si rifanno a quelMovimento Moderno che ormai è in crescita in tuttaEuropa. Il gruppo tuttavia mostrava molta attenzione alDeutscher Werkbund e aicostruttivisti russi, mentre prendeva le distanze daifuturisti. Su di loro inoltre esercitò una grande influenza il libro diLe Corbusier del1923Vers une architecture.[2]

La giusta occasione per mettere in evidenza i loro primi risultati fu quella della "Prima Esposizione italiana di Architettura Razionale" che ebbe luogo a Roma nel1928 su iniziativa del gruppo stesso. Ma già nellaIII Biennale di Monza del 1927 Terragni aveva avuto modo di presentare le sue prime opere.

Terragni diede un chiaro esempio delle sintesi elaborate in questo contesto nellacasa del Fascio diComo del1932-1936, dove lafacciata è disegnata secondo le proporzioni dellasezione aurea e nel contempo forme e strutture moderne si fondono con un impianto volumetrico e un equilibrio dellospazio architettonico classici. Nel1938 realizzò la Casa del Fascio anche aLissone, inBrianza, poi chiamata in suo onorepalazzo Terragni. Ma soprattutto nella Casa del Fascio di Como si può, secondoIgnazio Gardella, riconoscere il carattere originale del movimento moderno italiano. È quindi il momento della classicità che lo distingue dal movimento moderno internazionale che aveva fatto da madre per il Razionalismo italiano: «il carattere della classicità, intesa non come riferimento mimetico a un determinato periodo storico, rinascimentale o altro, ma una classicità in senso atemporale, come la volontà di cercare un ordine, una misura, una modulazione che rendano le forme architettoniche chiaramente percettibili alla luce del sole e coerenti tra loro, cioè parti di una stessa unità».

Dettaglio di un camino al Presidio Riabilitativo Borsalino diAlessandria, opera di Ignazio Gardella.[3]

Nel1930 fu la volta diFigini e Pollini, che allaIV Triennale di Milano presentarono laCasa elettrica. Altri giovani architetti - comeGiovanni Michelucci eGiuseppe Pagano - aderirono alMIAR e ne furono sostenitori convinti; in breve vi furono quasi 50 adesioni di architetti provenienti da varie regioni italiane.

All'esposizione del 1931 a Roma l'impatto fu molto forte e apparve subito chiaro che le opere razionaliste mal si adattavano a unregimeautoritario. Le polemiche che ne nacquero con i sostenitori della vecchia "accademia", che poi erano la maggioranza, generarono molte defezioni nel MIAR, tanto che nel dicembre del 1932 il suo segretario Libera fu costretto a sciogliere il movimento.[4]

Da quel momento gli architetti razionalisti lavorarono in un ambito più ristretto, comunque riuscendo a portare avanti varie realizzazioni anche in ambito pubblico.

Nell'ambito milanese, grazie alla rivistaCasabella - Costruzioni diretta negli anni quaranta daGiuseppe Pagano (architetto) e daGiancarlo Palanti venivano indicati, nel celebre articoloIntervallo ottimista diRaffaello Giolli,[5], a testimonianza dell'importanza della scuola milanese,Gianni Albricci,Achille e Piergiacomo Castiglioni,Mario Tevarotto,Enea Manfredini[6]Anna Ferrieri,Luciano Canella,Mario Righini,Augusto Magnaghi,Mario Terzaghi,Vittorio Gandolfi,Marco Zanuso,Renato Radici quali giovani architetti razionalisti. Negli anni cinquanta in Italia gli studi sul razionalismo e la metodologia delle scienze sono stati sviluppati in particolare daGualtiero Galmanini, che lasciò un'impronta poi seguita da molti e influenzando le archistar del suo tempo.

Opere rappresentative del razionalismo italiano

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Giovanni Michelucci e Gruppo Toscano
Stazione di Santa Maria Novella,Firenze, 1934
Vincenzo Pilotti
Palazzo di Città,Pescara
Mario Ridolfi
Edificio postale di Roma Nomentano
piazza Bologna, Roma

La Casa del Fascio a Como

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LaCasa del Fascio a Como (1932) è un'architettura di Giuseppe Terragni il cui primo progetto risale al 1928[7] è una di queste opere pubbliche ed è anche la maggiore dal punto di vista formale.Zevi la definisce il "capolavoro del razionalismo Italiano", per quel suo volume puro disegnato sullasezione aurea, che possiede un solido impianto e consistenza quasi "classica".

All'interno della Casa del Fascio un tempo si poteva osservare una decorazione astratta (ora perduta) realizzata daMario Radice. Per traslazione i pittori del gruppo degliastrattisti comaschiMario Radice,Manlio Rho,Aldo Galli sono anche detti "razionalisti", a testimonianza di una comune fucina culturale che accomunava pittura e architettura.

Dal 1945 è sede dellaGuardia di Finanza.

Palazzo di Città a Pescara

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IlPalazzo di Città diPescara è considerato uno degli esempi più eloquenti dell'architettura razionalista di regime.[8] Realizzato daVincenzo Pilotti nel 1935, l'edificio interpreta una visione solenne del potere civile, fondato sui valori dell'uomo e della stirpe. Segue una pianta a forma di elle in cui è collocata, nel punto di incontro dei due corpi, la torre campanaria.

Lo stabile è interamente costruito in travertino e mattoni, i quali producono un contrasto tra colori, e si distingue per le sue relazioni formali e materiche. Si inserisce all'interno di piazza Italia, voluta dal regime per collocarvi i nuovi edifici istituzionali della città, elevata a capoluogo di provincia in quegli anni.

La stazione Santa Maria Novella a Firenze

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Lastazione Santa Maria Novella aFirenze (1933) fu progettata daGiovanni Michelucci con un gruppo di giovanissimi architetti denominatoGruppo Toscano, risultati vincitori di un concorso indetto nel1932.

L'edificio, pur nella sua modernità, si integra egregiamente nell'ambiente urbano, sia per il suo disegno sobrio ed equilibrato che per la scelta sapiente di materiali (lapietra forte), di elementi compositivi e diparticolari architettonici. L'integrazione dell'edificio razionalista nell'ambiente costruito storico è una dei principali pregi dell'intervento.

L'Istituto di Fisica dell'Università La Sapienza a Roma

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Nell'Istituto di Fisica dellaCittà universitaria di Roma diGiuseppe Pagano il tema razionale è controllato e prevale l'aspettofunzionalista. Nell'edificio è bandita ogni forma di monumentalismo (a differenza degli altri edifici della Città universitaria), ma anche di ricerca formale, come invece avvenne nella casa del Fascio di Terragni.

Palazzo delle Poste di Piazza Bologna a Roma

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Nel 1932 il concorso per la realizzazione dell'opera, fu vinto dall'architettoMario Ridolfi.L'edificio postale di Roma Nomentano dipiazza Bologna a Roma è caratterizzato dalla sua doppia curvatura e rappresenta una delle opere più interessanti dell'architettura razionalista italiana.

Torviscosa (UD)

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Il centro storico diTorviscosa e il grande stabilimento industriale costituiscono unacittà aziendale che la fanno rientrare tra lecittà di fondazione nel periodo fascista: oltre allo stabilimento vi sono il Municipio, le scuole elementari, piazza del Popolo con gli edifici del teatro e del ristoro.

Palazzo della Questura di Trieste

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Angolo Sud-orientale del Palazzo della Questura di Trieste
Il Palazzo della Questura di Trieste da Via del Teatro Romano

Costruita tra il 1940 ed il 1942, laCasa del Fascio diTrieste, oggi sede dellaquestura, su disegno degli architetti Raffaello Battigelli e Ferruccio Spangaro, sorge di fronte alteatro romano, di cui riprende in parte la curvatura nella facciata principale.[9]

Piazzale della Vittoria e Viale della Libertà a Forlì

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Ilpiazzale della Vittoria è un'ampia area edificata aForlì, fuori da porta Cotogni, su progetto dell'architettoCesare Bazzani. Prende la denominazione dal monumento ai caduti della prima guerra mondiale, che domina l'area dal 1932. Dal piazzale si raggiunge lastazione ferroviaria, realizzata nel 1927, tramite ilviale allora intitolato a Mussolini; tra gli edifici eretti a ridosso di essi vi furono scuole e case economiche.

Altri edifici di rilievo

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Note

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  1. ^ Gillo Dorfles, Angela Vettese, Elena Princi,Arte e artisti 3, Atlas.
  2. ^Kenneth Frampton,Storia dell'architettura moderna, pp. 237-238.
  3. ^Ignazio Gardella,Un ricordo, inGiorgio Ciucci (a cura di),Giuseppe Terragni. Opera completa, Milano 1996, p. 8.
  4. ^Ecco una valutazione diPiacentini sulla diversa intenzione del moderno secondo una "modernità nazionale" più confacente agli interessi nazionalistici del regime fascista: «Ad un esame più completo e approfondito queste opere denunciano una fisionomia unitaria, organicamente coerente e stilisticamente definita, non soltanto in obbedienza ai canoni di gusto attuale ma in diretto rapporto con influenze nazionali. Questa impressione di nazionalità può essere messa in dubbio da quei pochissimi critici che, per partito preso, o per difetto di competenza o per incapacità di senso di osservazione, confondono in un'unica impressione generica qualsiasi opera di architettura moderna e per la estensione del movimento moderno di diversissime regioni vogliono, ad ogni costo, reagire a questo internazionalismo apparente non con una accettazione nazionale delle grandi correnti di gusto ma con una infantile negazione totalitaria» (cfr.Marcello Piacentini,Prefazione, inAgnoldomenico Pica (a cura di),Nuova architettura italiana Milano 1936, pp. 6-7).
  5. ^R. Giolli,Intervallo ottimista, inCasabella - Costruzioni, anno XVI, num. 184-185, aprile maggio 1943, pp. 9-73.
  6. ^E. Mantero,Il Razionalismo italiano, Bologna, Zanichelli, 1984, pp. 178, 196-198.
  7. ^Casa del Fascio (ex), Piazza del Popolo, 4 - Como (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, sulombardiabeniculturali.it.URL consultato il 2 febbraio 2021.
  8. ^ Nadine Bortolotti (a cura di),Gli anni trenta: arte e cultura in Italia, Milano, Mazzotta, 1982, p. 573.
  9. ^Il Palazzo della Questura di Trieste - TurismoFVG, suturismofvg.it.

Bibliografia

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  • con introduzione di G. Minnucci - A. Libera,L'Esposizione Italiana di Architettura Razionale marzo - aprile 1928, Palazzo delle Esposizioni, De Alberti Editore, Roma 1928.
  • M.I.A.R., L'architettura razionale italiana 1931, inCasabella, aprile 1931.
  • Sartoris A.,Enciclopedie de l'architecture nouvelle, ordre et climat méditerranéens, ed. Hoepli, Milano 1948.
  • Veronesi G.,Difficoltà politiche dell'architettura in Italia 1920 - 1940, ed. Tamburini, Milano 1953.
  • Zevi B.,Storia dell'architettura moderna, Torino 1955.
  • Benevolo L.,Storia dell'architettura moderna, Bari 1960.
  • Giulia Veronesi (a cura di),Persico E., Tutte le opere, Edizione Comunità, Milano 1964.
  • De Seta C.,La cultura architettonica in Italia tra le due guerre, Bari 1972.
  • Mantero E.,Il Razionalismo italiano, Bologna 1984.
  • Saggio A.,L'opera di Giuseppe Pagano tra politica e architettura, Bari 1984.
  • Frampton K.,Storia dell'Architettura Moderna, Bologna 1993.
  • Vittorio Santoianni,Il Razionalismo nelle colonie italiane 1928-1943. La «nuova architettura» delle Terre d'Oltremare, Napoli, 2008.
  • Monzo, Luigi: croci e fasci – Der italienische Kirchenbau in der Zeit des Faschismus, 1919-1945. 2 vol. Karlsruhe 2017 (tesi di dottorato, Karlsruhe Institute of Technology, 2017), pp. 125-128 und 770-890.
  • Carmen M. Enss e Luigi Monzo (ed.): ''Townscapes in Transition. Transformation and Reorganization of Italian Cities and Their Architecture in the Interwar Period.'' Bielefeld 2019,ISBN 978-3-8376-4660-3.

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