Ranitidina | |
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NomeIUPAC | |
N-(2-[(5-(dimetilaminometil)furan-2-il)metiltio]etil)-N'-metil-2-nitroeten-1,1-diamina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta omolecolare | C13H22N4O3S |
Massa molecolare (u) | 314,4 g/mol |
Numero CAS | 66357-35-5 |
Numero EINECS | 266-332-5 |
Codice ATC | A02BA02 |
PubChem | 3001055 |
DrugBank | DBDB00863 |
SMILES | CNC(=C[N+](=O)[O-])NCCSCC1=CC=C(O1)CN(C)C |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione | orale, parenterale |
Dati farmacocinetici | |
Biodisponibilità | 90% |
Metabolismo | epatico |
Emivita | 2-3 ore |
Escrezione | 30-70% renale |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
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Laranitidina, nella fase sperimentale conosciuta con la siglaAH19065, è una molecola con attivitàantagonista dei recettori H2 dell'istamina il cui effetto è l'inibizione della produzione di acido da parte dello stomaco.Come farmaco, nella forma di sale cloridrato obismuto citrato, veniva comunemente utilizzata per il trattamento dell'ulcera gastrica o delreflusso gastroesofageo. In Italia era venduta dallasocietà farmaceuticaGlaxoSmithKline e commercializzata con il brandZantac, così come dalla societàMenarini con il nome commerciale diRanidil, nella forma di compresse da 75, 150 e 300 mg e di fiale da 50 mg contenenti una soluzione iniettabile per uso endovenoso. Una volta scaduto il brevetto è stato commercializzato da numerose altre società comefarmaco equivalente fino al ritiro dal mercato avvenuto nel 2020, ufficialmente il 7 settembre 2022 (data revoca autorizzazione alla commercializzazione).[2]
La ranitidina fu sviluppata durante glianni settanta dalla Glaxo per uguagliare il successo commerciale acquisito dalla Smith, Kline & French (prima della fusione delle due aziende in GlaxoSmithKline) con lacimetidina, primo antagonista dei recettori H2 per l'istamina. Attraverso un razionale processo didrug design ottenuto grazie alla messa a punto di un modello di recettore H2, si arrivò alla sintesi della ranitidina sostituendo l'anelloimidazolico della cimetidina con un anellofuranico.
Rispetto alla cimetidina, la ranitidina presentava un miglior profilo di tollerabilità (vale a dire una minore incidenza dieffetti collaterali indesiderati), un tempo di azione più prolungato, che ne permetteva un minor numero di somministrazioni giornaliere, e un'attività dieci volte maggiore, dovuta alla maggioreaffinità tra il farmaco e il recettore.Il più basso numero di effetti avversi è in parte spiegabile con la minore affinità di ranitidina (10% circa) rispetto a cimetidina per ilcitocromoCYP450. Probabilmente lo stesso meccanismo spiega anche i minori effetti collaterali provocati da altre molecole H2 bloccanti, come lafamotidina e lanizatidina.
La Glaxo mise in commercio la ranitidina nel 1981, ottenendo un enorme fatturato. La ranitidina divenne presto nel mondo il farmaco più prescritto fino al 1988. Successivamente, nel trattamento dell'ulcera peptica e dell'esofagite da reflusso fu in gran parte sostituita dall'omeprazolo, il capostipite dei farmaci inibitori di pompa protonica, che a sua volta per molti anni fu il farmaco più venduto al mondo.Il 20 settembre 2019, l'EMA, l'AIFA[3][4] e le autorità nazionali degli Stati membri hanno disposto il ritiro della ranitidina prodotta presso l'officina farmaceutica Saraca Laboratories LTD - India, dalle farmacie e dalla Grande Distribuzione Organizzata dell'Unione Europea. La decisione segue alla dimostrazione della presenza nel farmaco di tracce di una tipologia dinitrosammina (l'NDMA)[5]classificata dallo IARC come potenzialmentecancerogena per l'uomo.[6][7]
A scopo precauzionale, l'AIFA ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da SARACA LABORATORIES LTD, in attesa che vengano analizzati.[8] Fra essi, è stato disposto il ritiro di tutti i lotti di Zantac 150 mg presenti nel mercato italiano.[9]
Nel 2020 sia l'EMA che l'FDA hanno ritirato dal commercio la ranitidina.[10][11]
Gli H2-antagonisti sono chimicamente analoghi dell'istamina, e in sostituzione del gruppo etilaminico di quest'ultima presentano una voluminosa catena laterale. Questo permette loro diinibire competitivamente l'azione dell'istamina sui recettori H2. Sono molecole altamente selettive, che non agiscono sui recettori H1 e hanno scarsissimi effetti sui recettori H2 situati fuori dalla paretegastrica, ad esempio quelli situati nellamuscolatura liscia deivasi sanguigni o nella paretebronchiale. Trattandosi di molecoleidrofile, gli H2-antagonisti penetrano labarriera emato-encefalica solo in quantità limitata e non hanno effetti sulsistema nervoso centrale, come accade per la maggior parte degliantistaminici che agiscono sui recettori H1.
La ranitidina appartiene alla classe degliantagonisti deirecettori H2 per l'istamina (detti per brevitàH2-antagonisti), responsabili del controllo fisiologico dellasecrezione gastrica (i recettori H1 sono invece responsabili di altre e diverse azioni tra cui la contrazione della muscolatura liscia bronchiale, il mantenimento dello stato di veglia e, a causa dell'azione di vasodilatazione e aumento della permeabilità capillare, sono spesso coinvolti in alcunemanifestazioni allergiche).La ranitidina riduce in modo competitivo e dose-dipendente la secrezioneacida gastrica indotta da istamina, ma anche dagastrina e da agentimuscarinici. Come gli altri H2-antagonisti, inibisce sia la secrezione gastrica basale (a digiuno) e notturna, sia quella stimolata dal cibo. Si riduce sia ilvolume delsucco gastrico, sia la sua concentrazione diioniH+ (aumento delpH).
Ranitidina dopo somministrazioneper via orale è ben assorbita daltratto gastrointestinale e raggiunge entro 1-2 ore laconcentrazione plasmatica massima (Cmax). A seguito di iniezione intramuscolare il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto entro 15 minuti dalla somministrazione. Nell'organismo la molecola non viene metabolizzata estensivamente, solo un 50% circa vienetrasformata a livello epatico.Il legame con leproteine plasmatiche è piuttosto basso, raggiungendo il 15% circa. Dopo somministrazione orale il 96% della dose assunta è escretoper via urinaria (70%) e con lefeci (26%), per un terzo (35 %) come farmaco immodificato. Meno del 3% della dose viene escreta nella bile. Nei soggetti anziani l'emivita, normalmente di 2-3 ore, tende a essere prolungata (3–4 h) e laclearance del farmaco a ridursi, in modo congruente con la diminuzione della funzionalità renale legata all'età.
La molecola trova indicazione nel trattamento dell'ulcera duodenale, dell'ulcera gastrica benigna, delle ulcere post–operatorie e recidivanti, dell'esofagite da reflusso, delladispepsia cronica e infine della sindrome di Zollinger–Ellison.
Tipi di reazioni | Comuni (>1/100, <1/10) | Non comuni (>1/1.000, <1/100) | Rare (>1/10.000, <1/1.000) | Molto rare (<1/10.000) | Frequenza non nota |
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