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Rai Radio

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Rai Radio
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Centro di produzione Rai di via Asiago 10 aRoma
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione6 ottobre1924
Sede principaleRoma
GruppoRai
SettoreTelecomunicazioni
ProdottiNotizie,musica
Slogan«Che il suono sia con te»
Sito webwww.raiplaysound.it/
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Rai Radio (precedentementeRadio Rai) è il compartimento radiofonico dellaRAIconcessionaria delservizio pubblico radiotelevisivo italiano — ed è responsabile della produzione e distribuzione dei contenuti radiofonici su scala nazionale.[1] Ha sede in via Asiago 10, aRoma.[2]

Rai Radio deriva dalla fase di riorganizzazione del servizio radiofonico nazionale seguita allaliberazione di Roma durante laSeconda guerra mondiale, quando l’ente pubblico Radio audizioni italiane (Rai) assunse la gestione delletrasmissioni, consolidando il ruolo della radio pubblica nel paese.[3]

Storia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Storia della radio in Italia.

Le origini della radiofonia italiana

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Lo stesso argomento in dettaglio:Radiofonia.

In Italia, nonostante il contributo diGuglielmo Marconi, la radiofonia civile fu inizialmente limitata da unanormativa restrittiva che riservava lospettro radio alRegno d’Italia, con uso privato vietato senzaautorizzazione.[4][5][6]

Nel1923 iniziarono a Roma le prime trasmissioni sperimentali dellaRadio Araldo, grazie all’ingegnere Luigi Ranieri e a una concessione provvisoria.[7] Nel1924, con il ministroCostanzo Ciano, fu riconosciuto il potenziale strategico della radio, portando all’accordo tra le società e alla nascita, nell’estate dello stesso anno, dell’Unione Radiofonica Italiana (URI), precursore della Rai.[8]

URI (1923-1927)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Unione Radiofonica Italiana.

A seguito delRegio Decreto n. 1067 dell'8 febbraio 1923, che riservava a una società concessionaria l’esclusiva delle radioaudizioni circolari, fu costituita il 27 agosto 1924 l’Unione Radiofonica Italiana (URI), con sede aTorino.[9] L’URI, esito della fusione tra le società Radiofono e SIRAC, ottenne la concessione esclusiva per il servizio radiofonico nazionale, avviando ilmonopolio pubblico che sarebbe poi evoluto nella futuraRai.[10]

Le trasmissioni radiofoniche italiane iniziarono ufficialmente il 6 ottobre 1924 con un annuncio della violinistaInes Viviani Donarelli dallastazione radiofonica di Roma.:[11] La concessione esclusiva all’URI fu formalizzata dal R.D. n.2191 del 14 ottobre 1924, segnando l’avvio della radiodiffusione pubblica in Italia.[12]

Nel gennaio1925 fu pubblicato il primo numero di "Radio Orario",settimanale destinato a promuovere la radio e informare sui palinsesti, antesignano delRadiocorriere TV.[13] La rete radiofonica si ampliò con l’apertura delle stazioni diMilano,Napoli e Torino tra il 1925 e il 1929.[14]

Nel1926 iniziò latrasmissione pubblicitaria con la gestione della concessionariaSIPRA.[15] Neglianni Trenta, il regime fascista incentivò l’uso della radio come strumento educativo e propagandistico, favorendo la diffusione del mezzo anche tra le classi popolari tramite apparecchi a basso costo come laRadio Balilla.[16][17][18]

EIAR (1927-1945)

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Lo stesso argomento in dettaglio:Ente italiano per le audizioni radiofoniche.

Con il Regio decreto legge 17 novembre1927, n. 2207, l’URI fu trasformata in "Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche" (EIAR), ente pubblico economico con personalità giuridica. A dicembre fu stipulata una nuova convenzione venticinquennale, rendendo ufficiale il monopolio statale della radiodiffusione, con forte controllo governativo sulla gestione e i contenuti.[19]

Durante gli anni Trenta, come stabilito dal decreto, l’EIAR avviò un’estesa espansione infrastrutturale: vennero costruite nuove stazioni (Trieste,Bari,Palermo), potenziate le sedi esistenti e inaugurato il "Centro Radio Imperiale" di Roma. Nel 1932 fu aperta la storica sede radiofonica di via Asiago 10 a Roma, con sette studi di produzione.[20]

A partire dal1933 fu realizzato un sistema "bicanale" nazionale grazie al collegamento via cavo tra le reti settentrionali e meridionali.[21] Dal 1934 iniziarono anche trasmissioni verso l’estero[22] e, dal 1938, verso le colonie africane.[23]

Nel1937 nacque un terzo canale sperimentale (Roma III), segnando l’avvio del sistema radiofonico multicanale.[24]

Con l’ingresso in guerra (1940), l’EIAR centralizzò la programmazione a fini informativi e propagandistici. Nel 1942 furono reintrodotti due canali serali (“Programma A” e “Programma B”).[25]

Dopo l’8 settembre1943, con la frammentazione dell’Italia, la gestione dell’EIAR fu locale: alcune sedi (Palermo, Napoli, Bari) passarono sotto il controllo degliAlleati. Nel1944, la sede di Roma fu chiusa. Nel1945, con decreto del governo del Regno del Sud, l’EIAR fu ufficialmente soppressa e sostituita dalla RAI – Radio Audizioni Italiane, segnando la nascita del moderno servizio pubblico radiotelevisivo italiano in un contesto democratico e post-fascista.[26]

La trasformazione in Rai

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Nel1950 nacquero ufficialmente i tre programmi nazionali.

Il 3 gennaio1954 ha inizio il servizio regolare di trasmissioni televisive.

Nel1962 lapresidenza del Consiglio dei Ministri affida alla Rai la realizzazione dei notiziari e servizi informativi per l'estero. Nel 2012 la Direzione Rai International, erede, viene soppressa; contestualmente cessano le trasmissioni in onde corte.

Il 7 gennaio1969 inizia il radioprogrammaChiamate Roma 3131, tre ore di trasmissione quotidiana in diretta telefonica con gli ascoltatori.

Nel1975 la riforma della Rai sancisce il pluralismo dell'emittenza radiotelevisiva mettendo fine al centralismo dell'azienda aprendo la strada a una profonda ristrutturazione: nascono le tre reti radiofoniche del servizio pubblico (Radiouno, Radiodue e Radiotre) e le rispettive testate giornalistiche (GR1, GR2 e GR3). Tali testate nel tempo sono state unificate in una sola,Giornale Radio Rai, che costituisce oggi uno dei costi principali della radiofonia, anche per la consistenza dell'organico giornalistico che le consente di essere la maggior realtà giornalistica radiofonica italiana.

Nel1982 la Rai lanciaRai Stereo Uno,Rai Stereo Due eRai StereoNotte; nel giro di una decina di anni all'incirca, tali canali saranno chiusi e riaccorpati con le tre reti principali, assorbimento voluto per limitare comunque a tre il numero di canali radiofonici trasmessi nell'etere dalla Rai. Unica vestigia di tale differenziazione era Radiouno in AM, che aveva qualche differenza rispetto alla versione classica trasmessa in FM.

Nel1988 e nel 1994 la Rai ottiene il rinnovo della convenzione con lo Stato per l’esclusiva del servizio pubblico di diffusione radiofonica e televisiva sull'intero territorio nazionale italiano. Continuano le trasmissioni di Radiouno, Radiodue e Radiotre e nascono 22 programmi regionali e 3 locali, i programmi delNotturno Italiano, Isoradio e una serie di programmi diffusi all'estero o prodotti per l'estero. La filodiffusione continua le sue trasmissioni.

Il 19 febbraio1996 il Giornale Radio debutta anche sul web, in quanto prima testata giornalistica in rete con il server aziendale; seguiranno nel1999 i siti Internet di Rai Radio e di ogni canale e testata e nel 2002 quelli di CCISS, Isoradio e della Filodiffusione. Tra il2007 e il 2009 avviene un completo restyling di Rai Radio che inizia a curare ancora di più la presenza sul web tramite portali e siti dedicati ai programmi.

Nel2011 parte l’applicazione suiPhone che permette di ascoltare in diretta e riascoltare in podcast tutta la programmazione di Rai Radio.[27]

Il 23 luglio2015 il direttore generale della Rai,Luigi Gubitosi, annuncia tre nuove reti radiofoniche, Rai Radio 6 Teca, Radio 7 Live e Rai Radio 8 Opera e il cambio di nome di altre due reti: Rai Radio FD4 diventa Rai Radio 4 Light e Rai Radio FD5 cambia nome Rai Radio 5 Classica. Per l'occasione, vengono rese disponibili sul DAB+, sul satellite e sul sito web Rai.[28]

Il 2016 segna l’inizio di una nuova e decisa spinta “digitale”, sia dal punto di vista editoriale sia da quello produttivo: debuttano infatti nuovi canali tematici, vengono ristrutturati e ammodernati gli studi radiofonici e le sale di via Asiago 10 e del centro di produzione di Saxa Rubra con nuove regie video, ledwall e apparati tecnologici all’avanguardia danno vita alle nuove dirette “radiotelevisive” tramite il web.

Il 12 giugno2017 viene inaugurato Rai Radio Kids, dedicato ai bambini dai 2 ai 10 anni, senza pubblicità e vengono rinominate Rai Radio 4 Light in Rai Radio Tutta Italiana, Rai Radio 5 Classica in Rai Radio Classica, Rai Radio 6 Teca in Rai Radio Techete' e Rai Radio 7 Live in Rai Radio Live. Il 19 dicembre nasceRaiPlay Radio, la nuova piattaforma internet per ascoltare tramite web e app dedicata i canali di Rai Radio.[29][30]

Il 14 giugno2018 nasceRai Radio 1 Sport, spin-off di Rai Radio 1 con un palinsesto dedicato quasi interamente allo sport, mentre il 21 giugno successivo nasceRai Radio 2 Indie, divenuta poiRai Radio Indie, canale dedicato alla musica rock e alternative, pop italiana e agli eventi live in esclusiva. I canali radiofonici della radiotelevisione pubblica italiana diventano quindi 12.[31]

Il 1º gennaio2020 Rai Radio Classica cambia nome inRai Radio 3 Classica. Dal 28 settembreRai Radio 2 debutta in versionevisual, ovvero in diretta video per 18 ore al giorno suRaiPlay[32] (l'esordio era inizialmente previsto per il 14 dello stesso mese[33]).

L'11 settembre 2022 sono definitivamente stati spenti tutti i ripetitori inAM, pertanto da tale data non è più possibile ascoltare programmi delle radio Rai in quella banda.[34] Da decenni, infatti, la diffusione in AM è stata progressivamente ridotta fino alla sua dismissione definitiva poiché la mancanza di emittenti private ha indotto negli ascoltatori l'uso quasi esclusivo della gamma FM.

Il 16 dicembre 2022Rai Radio Indie diventaNo Name Radio.

Il 31 marzo 2023 Rai Radio Live diventaRai Radio Live Napoli.

Canali

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Nazionali

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LogoNomeData di lancioDiffusioneLCNStreaming
FMDAB+Via cavoiTunesDigitale TerrestreTivùsatSky ItaliaRaiPlayRaiPlay SoundRai TV+
Rai Radio 16 ottobre 1924SiSiSi701NoSi
Rai Radio 221 marzo 1938202[35], 702Si[35]
Rai Radio 31º ottobre 1950703No
Rai Gr Parlamento5 gennaio 1998NoNo704(HbbTV)
Rai Radio 3 Classica1º dicembre 1958Si[36]Si706(HbbTV)
Rai Radio Kids12 giugno 2017NoNo707(HbbTV)
Rai Radio Live Napoli24 ottobre 2015708(HbbTV)
Rai Radio Tutta Italiana1º dicembre 1958Si710(HbbTV)
Rai Radio Techete'7 settembre 2015No709(HbbTV)
Rai Radio 1 Sport14 giugno 2018711(HbbTV)
No Name Radio16 dicembre 2022712(HbbTV)
Rai Isoradio23 dicembre 1989Si[36]705(HbbTV)

Regionali

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Il canale Rai Radio Trst A e il programma transfrontaliero l'Ora della Venezia Giulia, dapprima irradiati in onda media rispettivamente sui 981 e 936 kHz, dopo la dismissione della programmazione su questa banda, si possono ascoltare in chiaro dal 10 settembre sul satellite 13.0°E Hot Bird 13F frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4[37]

LogoNomeData di lancioDiffusioneLCNStreaming
FMDAB+Via cavoiTunesDigitale TerrestreTivùsatSky ItaliaRaiPlayRaiPlay SoundRai TV+
Rai Radio Südtirol7 febbraio 1966SiNoNo619NoNo(streaming dai relativi siti)Si
Rai Radio Trst A5 febbraio 1944642
Rai Radio 1 L'Ora della Venezia Giulia1931641No

Studi e centri di produzione radiofonica

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Intorno al 1990, Rai Radio disponeva di studi radiofonici e auditorium anche presso le sedi regionali; complessivamente, inclusi anche gli studi minimi, si arrivò a circa 150 nuclei. Era inclusa anche la produzione radiofonica autonoma, molto rilevante per la presenza dei canali IV e V della filodiffusione che avevano una produzione indipendente dal resto dei canali. Con un processo lento e graduale, la capacità produttiva radiofonica è stata ridotta e oggi avviene principalmente a:

  • Roma, Saxa Rubra, largo Willy De Luca, Palazzina G2 per Rai Radio 1, Rai GR Parlamento e Rai Isoradio; è allocato qui l'archivio musicale digitale;
  • Roma, in via Asiago, 10 per Rai Radio 2, Rai Radio 3 e i canali digitali; sono qui allocati anche gli impianti centrali di trasmissione e l'archivio musicale analogico;
  • Milano, in corso Sempione, 27;
  • Napoli, in viale Guglielmo Marconi, 9;
  • Torino, in via Giuseppe Verdi, 31;
  • Trieste, in via Fabio Severo, 7, per Rai Radio Trst A e Rai Radio FVG;
  • Bolzano, in Piazza Giuseppe Mazzini, 23, per Rai Radio Südtirol.

Tecnica di diffusione

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  • Le reti radio generaliste nazionali vengono diffuse su tutti i dispositivi e in tutti gli standard, ad eccezione di Rai Radio 1, irradiata fino al 2022 anche in AM;
  • Rai Radio 3 Classica (ex quinto canale della filodiffusione oFD5) in FM raggiunge solo cinque città italiane (Ancona, Milano, Napoli, Roma, Torino), che costituivano la Quarta Rete Radiofonica Sperimentale;
  • Rai Isoradio in FM viene diffusa in esclusiva sulla rete autostradale italiana e nelle aree delle città metropolitane di Roma, Torino, Palermo, Milano eMessina;
  • Rai Radio Tutta Italiana infilodiffusione, tramite i canali analogici diTelecom Italia, raggiunge solo gli abbonati al relativo servizio e a livello nazionale su Rai Gr Parlamento nelle ore serali e notturne e comunque nei momenti in cui non vengono diffusi programmi di politica o d'informazione;
  • Rai Radio 3 Classica in FM viene diffusa in simulcast nell'arco temporale 19:35 - 7:00 (19:35 - 8:00 la domenica) da Rai Radio Trst A solo inFriuli-Venezia Giulia;
  • Rai Radio Trst A è presente, oltre che in FM, DAB+, DTT e WEB e satellite Eutelsat 13 C; Rai Radio FVG è in onda su tutti i dispositivi;
  • Tutti i canali radiofonici sono disponibili sul portale web RaiPlay Sound e sull'app dedicata, sul satelliteEutelsatHot Bird 13° est, sulDAB+ e sul digitale terrestre.

Filodiffusione

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Il servizio di filodiffusione della Rai fu inaugurato il 1º dicembre1958, le trasmissioni con palinsesto iniziarono il 3 gennaio 1959 (su tre canali); tale standard intendeva supplire ai limiti della copertura radiofonica via etere del tempo, in special modo per offrire una migliore qualità del suono. Infatti, mentre le trasmissioni in modulazione di ampiezza (AM) avevano una larghezza di banda AM di 4,5 kHz, la filodiffusione (emessa nella gamma delle onde lunghe fra i 150 e i 350 kHz circa) la portava a 15 kHz, pari a quella dellamodulazione di frequenza (FM), al tempo ancora non molto diffusa; la trasmissione tramite la rete telefonica, inoltre, raggiungeva anche località non adeguatamente servite dai ponti radio.

Dopo l'introduzione della modulazione di frequenza e con l'avvento delle radio private, la filodiffusione perse terreno, ricavandosi una nicchia di mercato essenzialmente tra ascoltatori appassionati dimusica classica. Un'ulteriore limitazione al suo utilizzo è stato l'avvento delle connessioniADSL, incompatibili con lo standard di trasmissione. Nel corso del primo decennio delterzo millennio cessò inoltre la fabbricazione dei filodiffusori: una volta esaurite le scorte, il commercio proseguì solo sul mercato dell'usato.

Dal1997 la filodiffusione RAI iniziò a essere diffusa in DAB, mentre dal 1999 fu possibile ascoltarla via internet mediante lo streamingReal Audio eMP3 a 96 kbps, in seguito portato a 128 kbit/s inAAC e MP3). La copertura nazionale ad alta qualità avvenne però solo con latrasmissione via satellite e sulMux 2 del digitale terrestre, con una trasmissione stereo con codificaMPEG-2 a 192 kbps. Il segnale analogico trasmesso in filodiffusione, con larghezza di banda di15 kHz, non era peraltro soggetto a compressione digitale.

Logo di Filodiffusione 4, oggi Rai Radio Tutta Italiana

Nel giugno2003 venne aperto il sito istituzionale e sulla pagina 539 delTelevideo fu pubblicato il palinsesto diRai Radio Classica.

La Filodiffusione Rai includeva, a compimento del suo sviluppo, sei canali (FD 1-6), tre dei quali dedicati alla diffusione di Radio 1, Radio 2 e Radio 3 (FD 1-3), uno alla musica leggera (FD 4) e due alla musica classica (FD 5 e 6, quest'ultimo utilizzato per la trasmissione del segnale instereofonia). Le frequenze di trasmissione via cavo telefonico erano di178 kHz per il canale 1,211 kHz per il canale 2,244 kHz per il canale 3,277 kHz per il canale 4,310 kHz per il canale 5,343 kHz per il canale 6.

Logo della Filodiffusione 5, oggi Rai Radio 3 Classica

Fino alla sua soppressione, avvenuta il 31 dicembre 2011, i canali tematici della filodiffusione Rai (il quarto, il quinto o il sesto) erano usati alternativamente nottetempo per trasmettere il programmaNotturno italiano; fino all'11 settembre 2022 il segnale di Rai Radio 1 era inoltre sincronizzato con quello trasmesso inonde medie, che in determinate circostanze si interrompeva per la messa in onda delle audiodescrizioni per non vedenti di programmi televisivi.

Dal 2006 circa il palinsesto del quarto canale venne ridisegnato, assumendo il nome dapprima di FD Leggera e quindi fino all'11 giugno 2017 di Rai Radio 4 Light; la programmazione fu riorganizzata in fasce orarie sulla base di precisi sondaggi effettuati tramite il sito web della filodiffusione. Fino all'11 giugno 2017, accanto alla canzone italiana d'autore, alla musica pop internazionale e ai grandi successi rock, era possibile ascoltare anche una rubrica serale di 90 minuti riservata interamente alla musica jazz.

Il quinto canale divenne invece FD Auditorium e poi Rai Radio 5 Classica, occupandosi principalmente di trasmettere musica classica,sinfonica,lirica eda camera. Dall'inizio deglianni novanta la programmazione del canale, oltre a ritrasmettere registrazioni tratte dal catalogo discografico internazionale, si è arricchita di registrazioni originali tratte dagli archivi. In cinque città l'ascolto diviene possibile anche via FM con copertura metropolitana, a Milano (102,2 MHz), Torino (101,8 MHz), Roma (100,3 MHz), Napoli (103,9 MHz) e Ancona (106,0 MHz). Fino a settembre 2017 il canale veniva trasmesso in simulcast e in stereofonia su FM da Rai Radio 3, generalmente dalle ore 2:00 di notte e fino alle 6:00 di mattina. Dal 1º gennaio 2020 il canale ha cambiato nome in Rai Radio 3 Classica.

Con l'evoluzione della rete telefonica italiana e il passaggio quasi generalizzato dalla telefonia analogica con doppino in rame allabanda larga, il segnale filodiffuso divenne sempre meno ricevibile, sopravvivendo solo laddove vi erano vecchie connessioni. La trasmissione risulta essere del tutto cessata dal 1º febbraio 2023,[38] senza alcun preavviso o formale annuncio da parte di TIM all'infuori di una breve menzione nel loro Bollettino Tecnico.[39]

Informazione

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Iradiogiornali e i notiziari sul traffico Onda Verde vanno in onda sui tre canali generalisti e sono curati rispettivamente da Rai Giornale Radio e da Rai Pubblica Utilità; le notizie sul traffico sono trasmesse in modo continuativo su Rai Isoradio. Rai Radio 1 trasmette anche i notiziari regionali realizzati dalle localiTGR.

Dal 17 novembre 2018 al 9 marzo 2020 andavano in onda tutti i giorni dei radiogiornali “tematici” su Rai Radio Kids, Rai Radio Live, Rai Radio Techete’, Rai Radio Tutta Italiana e Rai Radio 3 Classica.

Riprese audio

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Rai Radio si occupa anche delle riprese audio di particolari eventi musicali, spesso andati in onda anche in tv, comeIlRigoletto a Mantova[40] eLa Cenerentola[41], e le dirette da importanti teatri lirici italiani.

Aiuto
Attilio Parelli (info file)
start=
«Segnale di apertura dei programmi radio Rai»

Loghi

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  • 1991-1994
    1991-1994
  • 1994-1997
    1994-1997
  • 1997-2000
    1997-2000
  • 2000-2003
    2000-2003
  • 2003 - 18 maggio 2010
    2003 - 18 maggio 2010
  • 18 maggio 2010 - 14 settembre 2014
    18 maggio 2010 - 14 settembre 2014
  • 14 settembre 2014 - 18 settembre 2017
    14 settembre 2014 - 18 settembre 2017
  • In uso dal 18 settembre 2017
    In uso dal 18 settembre 2017

Note

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  1. ^Contratto di servizio 2018–2022 (PDF), surai.it.URL consultato il 18 maggio 2025.
  2. ^Contatti - Direzione Radio Rai, surai.it.URL consultato il 18 maggio 2025.
  3. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, Marsilio, 2013, p. 42,ISBN 978-88-317-1581-2.
  4. ^Legge 30 giugno 1910, n. 503 - Esercizio degli impianti radiotelegrafici, sunormattiva.it, Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia.URL consultato il 23 maggio 2025.
  5. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, 3ª ed., Venezia, Marsilio, 2003, pp. 17–19.
  6. ^ Aldo Grasso,Storia della radio e della televisione in Italia, Milano, Garzanti, 2000, pp. 11–14.
  7. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, 3ª ed., Venezia, Marsilio, 2003, pp. 21–23.
  8. ^ Guido Balbi,La radio in Italia. Tra cronaca e storia, Roma, Rai Eri, 2002, pp. 33–35.
  9. ^Regio Decreto n. 1067 dell’8 febbraio 1923, sunormattiva.it.URL consultato il 21 maggio 2025.
  10. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia. Società, politica, strategie, Marsilio, 2003, pp. 40-42.
  11. ^6 OTTOBRE 1924 – Cento: Prima, durante, dopo, suRaiPlay Sound, RAI, 6 ottobre 2023.URL consultato il 22 maggio 2025.
  12. ^ Regno d'Italia,REGIO DECRETO 14 dicembre 1924, n. 2191, inNormattiva, n. 11, 15 gennaio 1925, pp. 164–167.URL consultato il 22 maggio 2025.
  13. ^La nostra storia, suradiocorrieretv.rai.it, Radio Corriere TV.URL consultato il 22 maggio 2025.
  14. ^100 anni di radio: il primo annuncio che cambiò la storia, suradiospeaker.it, 7 maggio 2025.URL consultato il 22 maggio 2025.
  15. ^Origini e Storia della Pubblicità in Radio, suradiospeaker.it, 13 gennaio 2012.URL consultato il 22 maggio 2025.
  16. ^Mussolini e la Radio, suRadiospeaker.it, 2 ottobre 2023.URL consultato il 22 maggio 2025.
  17. ^Radio Balilla, suPatrimonio culturale Emilia-Romagna.URL consultato il 22 maggio 2025.
  18. ^Quelle radio "accese" da Mussolini, suIl Giornale, 10 ottobre 2017.URL consultato il 22 maggio 2025.
  19. ^Regio decreto-legge 17 novembre 1927, n. 2207, sunormattiva.it, Normattiva, 17 novembre 1927.URL consultato il 22 maggio 2025.
  20. ^La sede di Roma, sustoriadellaradio.rai.it, RAI – Storia della radio.URL consultato il 23 maggio 2025.
  21. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, Marsilio, 1992, pp. 61–62.
  22. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 58-59.
  23. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia, Marsilio, 1992, p. 65.
  24. ^La radio. Storia di sessant’anni (1924-1984) (PDF), suRAI, RAI – Radiotelevisione Italiana, 1984.URL consultato il 22 maggio 2025.
  25. ^La radio. Storia di sessant’anni (1924–1984) (PDF), surai.it, RAI – Radiotelevisione Italiana, 1984.URL consultato il 22 maggio 2025.
  26. ^ Franco Monteleone,Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 90-95.
  27. ^Radio RAI arriva ufficialmente su AppStore! [AGGIORNATO X2], suiphoneitalia.com.
  28. ^Radio Rai: Radio 8 Opera Nasce il canale interamente dedicato all'Opera, suufficiostampa.rai.it.
  29. ^Nasce Rai Radio Kids Antonio Campo Dall’Orto: “Un canale senza pubblicità, come in tv”, suufficiostampa.rai.it.
  30. ^NASCE RAI PLAY RADIO, suufficiostampa.rai.it.
  31. ^Rai Radio: R(adio)evolution Due nuovi canali e un sistema radio all digital, suufficiostampa.rai.it.
  32. ^Radio2: Dal 28 Settembre In Video Streaming Su Rai Play, suRai.URL consultato il 19 settembre 2020.
  33. ^Rai Radio2: lunedì 14 settembre l'esordio "visual", suFM-world, 28 giugno 2020.URL consultato il 19 settembre 2020.
  34. ^La RAI annuncia in radio l'abbandono delle onde medie: Portale Italradio, suitalradio.org.
  35. ^abIn versione Visual.
  36. ^abSolo in alcune aree
  37. ^Hot Bird 13B / Hot Bird 13C / Hot Bird 13E (13°E) - Tutte le trasmissioni kingofsat.net 9 settembre 2022
  38. ^Addio alla Filodiffusione, suitalradio.org.
  39. ^ Marco Battisti, Umberto Ferrero e Michele Picca,Il valore del decommissioning, inNotiziario Tecnico TIM, n. 2/2023, TIM, 2023, p. 35.URL consultato il 30 settembre 2024.
    «Vanno infine menzionati tre servizi in corso di spegnimento, entro la fine dell’anno […]: si tratta del servizio dial-up di navigazione Internet via modem a banda stretta, il servizio di filodiffusione e la telefonia pubblica […]»
  40. ^Comune di Mantova - L'impegno Rai per un evento in diretta mondiale, sucittadimantova.it.
  41. ^Rai 1 - La diretta, la guidaTV e tutte le novità sulla programmazione del primo canale, surai1.rai.it.URL consultato il 22 gennaio 2018(archiviato dall'url originale il 5 marzo 2013).

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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V · D · M
Rai
Aziende
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