Ilsimbolo di radice; l'assenza dell'indice in alto a sinistra indica convenzionalmente una radice quadrata
Inmatematica, unaradice quadrata oradice con indice 2 di unnumero è un numero tale che il suoquadrato sia, ovvero tale che. Ogni numeroreale nonnegativo ha un'unica radice quadrata non negativa, chiamata radice quadrata principale, che viene rappresentata simbolicamente come o, nella notazione esponenziale, come.
Più propriamente, dato un numero positivo esistono due numeri (uno opposto dell'altro) il cui quadrato è il numero di partenza. Nell'aritmetica elementare si considera solamente il valore positivo, per ottenere una funzione; il concetto di radice quadrata può essere esteso ai numeri negativi nell'ambito deinumeri complessi e in questo caso vengono sempre considerati entrambi i valori. Più generalmente, il concetto di radice quadrata può essere esteso in qualunque contesto in cui sia ben definita la nozione di quadrato di un elemento.
Quando si sono definiti inumeri reali si può definire radice quadrata principale di un numero reale non negativo ogni numero reale non negativo tale che
Questo numero, del quale si dimostrano l'esistenza e l'unicità, si indica con la scrittura. Si osserva poi che anche l'opposto soddisfa la precedenteequazione quadratica [*]; inoltre entrambe le soluzioni di tale equazione sono notevoli, in quanto danno i due zeri dellaparabola di equazione. È dunque opportuno definire radice quadrata di un numero reale positivo quel numero reale positivo che soddisfi la [*]. Lo zero reale possiede due radici quadrate coincidenti; ciò lo colloca sullo stesso piano dei numeri reali positivi, sebbene lo zero si possa considerare l'unico limite delle due radici quadrate e del numero al tendere a 0 di questo reale. Perciò, volendo semplificare, si può dire che lozero reale possiede come radice quadrata solo se stesso.
Restringendo la ricerca della radice quadrata al dominio deinumeri interi positivi, si trova che solo alcuni numeri, dettiquadrati perfetti, ammettono per radice quadrata principale un numero intero. Sono quadrati perfetti ad esempio, che ha per radice il numero, e che ha per radice; viceversa molti altri interi positivi, a cominciare da e, non ammettono una radice intera.
Se ampliamo il dominio di ricerca ad includere inumeri razionali positivi, si trova che solo i numeri razionali che sono quadrati perfetti, ovvero che sono dati da frazioni connumeratore e denominatore entrambi quadrati perfetti, ammettono per radice principale un numero razionale positivo: ammette per radice, ma o non ammettono radici razionali.
Si è quindi trovato che l'insieme dei numeri razionali presenta una limitazione operativa e si è sentita la necessità di ampliare il campo dei razionali ad un campo numerico nel quale si possa trovare una radice quadrata per ogni numero positivo.
Questo ha condotto alla introduzione deinumeri reali: se allarghiamo il dominio a questi numeri, ogni numero reale positivo (che in questo contesto viene chiamato radicando) possiede una radice quadrata dello stesso genere. È possibile dimostrare che un numero che sia la radice quadrata di un numero che non è un quadrato perfetto o una frazione il cui numeratore e denominatore sono ambedue quadrati perfetti è unnumero irrazionale, cioè un numero non esprimibile come frazione ma rappresentabile con unascrittura decimale infinita non periodica. Ad esempio è irrazionale la radice quadrata di; in più, l'insieme di tutti gli interi positivi non quadrati perfetti è un sottoinsiemenumerabile dei numeri reali, come pure quello dei razionali, mentre l'insieme degli irrazionali ènon numerabile.
Si osserva poi che nessun numero reale negativo possiede una radice quadrata reale e questo ha contribuito (vedi ancheRafael Bombelli) all'introduzione deinumeri complessi. Quando si estende a queste entità la ricerca di radici quadrate, si trova che ogni numero complesso ammette due radici quadrate complesse, l'una essendo il numero opposto dell'altra. Particolarmente importanti sono le radici quadrate di indicate con, dettaunità immaginaria, e con. In generale si trova che il numero espresso in forma polare come
possiede due radici complesse date da
Per esprimere questi numeri complessi può essere conveniente estendere agli argomenti complessi la nozione di radice quadrata principale e la relativa notazione
in modo da poter dire ancora che le radici del numero complesso sono e.
Le radici del numero complesso coincidono con lo stesso e a tale radice si attribuisce molteplicità.
Lafunzione radice quadrata principale ha una grande utilità, perché pone in corrispondenza l'insieme dei numeri reali non negativi con se stesso; si individua scrivendo o anche. Più precisamente questaendofunzione entro è unabiiezionecrescente econtinua.
L'equazione ha solo due soluzioni, e. In altre parole la funzione radice quadrata principale è unapermutazione (cioè una endofunzione biiettiva) di avente come insieme deipunti fissi.
Per ogni due numeri reali positivi e si trovano subito le identità
Queste uguaglianze sono in sintonia con il fatto che la funzione radice quadrata fa corrispondere all'area di unquadrato la lunghezza del suo lato.[non chiaro] Esse inoltre per diventano
La seconda uguaglianza implica che per tabulare in notazione decimale i valori assunti dalla funzione radice quadrata principale è sufficiente conoscere i suoi valori nell'intervallo.
Per ogni numero reale si trova che
Si supponga che e siano reali e che, e che si voglia ottenere la. Un errore comune consiste nell'estrarre la radice quadrata e dedurre che. Questo non è lecito, in quanto la radice quadrata principale di non è, ma il valore assoluto, come dice l'uguaglianza precedente. Questo errore non va commesso e si deve concludere che, o equivalentemente.
L'uguaglianza che segue è utile in molti passi delcalcolo infinitesimale, ad esempio per dimostrare che la funzione radice quadrata è continua edifferenziabile, o per calcolare certilimiti:
valida per tutte le coppie di interi non negativi e che non sono entrambi zero.
La funzione ha il seguente grafico, ottenibile da una metà diparabola avente come asse l'asse delle.
Questa funzione, continua per tutti gli non negativi, èderivabile per tutti gli positivi, ma non è derivabile per, poiché lapendenza dellatangente nel corrispondente punto tende a.
Il problema dell'estrazione della radice quadrata può porsi anche in un genericoanello e in altre strutture di genere algebrico nelle quali si definisce un prodotto.
In particolare si definisceradice quadrata di una matrice quadrata su uncampo ogni matrice con lo stesso dominio tale che sia. Nel caso delle matrici la ricerca della matrice radice quadrata si riconduce alla soluzione di un sistema di quattro equazioni di secondo grado in quattro incognite. Infatti l'equazione nelle incognite,, e
equivale al sistema
In particolare una matrice diagonale a valorireali
con e positivi possiede le quattro le radici quadrate date dall'espressione
Si può definire anche la radice quadrata di unlinguaggio formale, in relazione alprodotto di giustapposizione, prodotto non commutativo e associativo. Ad esempio, se è un carattere, il linguaggio possiede come unica radice quadrata il linguaggio e il linguaggio possiede come unica radice quadrata il linguaggio; ogni linguaggio finito con più di una stringa non possiede invece alcuna radice quadrata.
L'animazione mostra come costruire la radice quadrata dei numeri interi. Considerando l'ipotenusa dell'iniziale triangolo rettangolo isoscele di cateti unitari si ottiene la radice quadrata di due. Successivamente questa diventa il cateto di un altrotriangolo rettangolo con il secondo cateto uguale a uno. La nuova ipotenusa corrisponde alla radice quadrata di tre. Continuando nello stesso modo si ottengono in successione le radici quadrate dei numeri interi.