Il mare di GeremeasSaline nello stagno di Molentargius
Lacittà di Quartu Sant'Elena sorge sulla parte meridionale della pianura delCampidano. Nel lato est della città si trova però il massiccio montuoso deiSette Fratelli, ricoperto da boschi, dai cui alberi viene ricavato ilsughero, ed è habitat naturale dicervi,aquile reali ecinghiali[7]. La cima più alta è ilmonte Serpeddì, che raggiunge i 1 069 metri di altezza.
Dal punto di vista idrografico bisogna prima di tutto ricordare che al comune appartengono26 km[7] di litorale. La principale spiaggia è senz'altro quella delPoetto, che risulta essere sia la più estesa spiaggia cittadina sia la più frequentata, grazie anche al fatto che è raggiungibile attraverso numerose linee delCTM. La parte quartese della spiaggia si estende dallo stabilimento dei Carabinieri fino alla spiaggia del Margine Rosso. Le altre spiagge degne di nota sono quelle di Sant'Andrea,Flumini,Capitana, Is Mortorius, Terra Mala, Cala Regina, Murtaucci o Is Canaleddus, Mari Pintau o Portu sa Traia, Kal'e Moru e Geremeas. Nel 2025 Mari Pintau e il Poetto hanno ottenuto il riconoscimento diBandiera Blu per le spiagge e la Marina di Capitana per gliapprodi turistici. Alcune di queste spiagge sono caratterizzate da una sabbia bianca molto fine, altre, come ad esempio Mari Pintau, dalla presenza di ciottoli e di scogli. Quasi tutte le spiagge sono dotate dei principali servizi e molte, compresa Terra Mala, sono raggiungibili tramite una o più linee delCTM.
Nel territorio comunale, inoltre, scorrono alcuni torrenti, la maggior parte dei quali hanno carattere stagionale. Gli unici a ospitare acqua tutto l'anno sono il rio Foxi (che è stato canalizzato neglianni ottanta), il rio Su Pau e il riu Geremeas, che segna il confine comunale conMaracalagonis.
Il clima di Quartu Sant'Elena è un clima tipicamentemediterraneo, caratterizzato da estati calde e inverni miti. Le temperature estreme estive superano talvolta i 35 °C, mentre quelle invernali scendono raramente a 0. Le precipitazioni sono maggiori nei mesi invernali, i mesi estivi risultano invece siccitosi. Il tasso d'umidità, alto tutto l'anno, raggiunge il suo massimo nella stagione invernale. I venti che soffiano maggiormente sulla città sono loscirocco e ilmaestrale
Il nome del comune deriva dal latinoQuarto ab urbe lapide[11]. La città sorge infatti esattamente al quarto miglio della strada che collegavaCagliari aPalau e, fino a qualche anno fa (esattamente fino a quando venne costruito l'attuale mercato civico nell'attuale piazza G.B. Dessì), era ancora presente in città lapietra miliare di epoca romana denominata "sa perda mulla" dagli abitanti. Nel1327 i villaggi di Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso e Cepola vennero fusi in un unico paese col nome di Quarto[12].Il 14 settembre del1826, con regio decreto, al nome della città venne aggiunto quello dellaSanta Patrona divenendo così Quarto Sant'Elena[12]. Nel1862 il nome della città passò infine da Quarto a Quartu raggiungendo così l'attuale denominazione.
La presenza dell'uomo nel territorio di Quartu risale alla preistoria: sono infatti stati trovati numerosi reperti databili al periodoprenuragico enuragico[13].
Anche i Fenici probabilmente si installarono a Quartu dato che molti studiosi sono d'accordo sul ritenere i toponimi Cepola eGeremeas di derivazionefenicia[12][13]. La presenza punica nel territorio quartese sarebbe provata anche dai ritrovamenti ceramici nella zona di Is Mortorius[12]. I romani installarono, invece, il loro insediamento a poche centinaia di metri da Cepola, e ne insediarono gli schiavi abbastanza vicini aCagliari per essere controllati e abbastanza lontani per non disturbare la vita cittadina. Questi schiavi vennero fatti lavorare nelle vaste campagne e neglistagni di Quartu e delMolentargius, da cui incominciarono l'estrazione delsale. Intorno a questi due centri nacquero tanti altri villaggi che diedero origine alle attuali città di Quartu Sant'Elena eQuartucciu.
Dopo la parentesivandalica e la dominazionebizantina, intorno all'anno 1000 erano quattro i villaggi che sorgevano nei pressi dell'attuale città e questi erano: Quarto Domino (o Donnico), Quarto Josso, Cepola e Quarto Suso (o Quartutxo da cui poi prenderà il nome l'adiacente comune diQuartucciu), facenti parte delgiudicato di Cagliari, nellacuratoria del Campidano di Càlari.
Nel1070 ilgiudiceTorchitorio I donò all'Arcivescovo di Cagliari i villaggi di Quarto Josso e di Cepola per assicurarsi anche la protezione della chiesa contro le invasioni deicorsari saraceni.
A seguito della scomparsamanu militari del giudicato cagliaritano nel1258, il territorio passò sotto l'amministrazionepisana; in questo periodo ci furono vari lavori urbanistici nei paesi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso che resero questi tre paesi un unico centro.
Con un regio decreto diGiacomo II d'Aragona del1327 i villaggi di Cepola, Quarto Domino e Quarto Josso (ormai contigui da tempo) vennero fusi insieme e chiamati solamente Quarto[12].
Nell'autunno del1353 la villa di Quartu fu occupata dalle armate giudicali diMariano IV di Arborea, poi sconfitte poco dopo dalle forze aragonesi in unabattaglia campale svoltasi i primi di ottobre dello stesso anno.
Nel1426 Quarto venne trasformata in Baronia e venne concessa in Feudo daAlfonso il Magnanimo a Antonio de Sena, ma verso la fine del secolo rientrò a far parte del patrimonio regio Aragonese.
Tra ilXVI e ilXVII secolo la città fu bersaglio di frequenti e feroci attacchi deicorsari barbareschi che, insieme alle epidemie, alle carestie e alle invasione delle cavallette, contribuirono all'indebolimento dell'economia cittadina e a una riduzione drastica degli abitanti.
Nel1520 la città, una notte, fu invasa dai corsari che sbarcarono nei pressi del paese. Questi si avviarono verso la città per saccheggiarla ma i quartesi accortisi dell'avanzata nemica si armarono e attaccarono e sconfissero i nemici. Alcuni di questi riuscirono a tornare alle navi, altri invece furono catturati e tenuti prigionieri nella strada nota tuttora come via Mori[14].
Per proteggere la zona dagli attacchi saraceni, dopo che nel1582, un violentissimo attacco coinvolse tutti i paesi vicino a Cagliari, gli spagnoli fecero costruire delletorri di osservazione di cui cinque nel litorale quartese (Cala Regina, Is Mortorius, Sant'Andrea,Foxi eCarcangiolas).
Nel1652 anche Quarto fu colpita dall'epidemia dipeste che decimò la già provata popolazione.
Nel1711 Quarto venne concessa in feudo a Francesco Pes e ai suoi discendenti da parte diCarlo VI[12]. Nel1718 il villaggio, come il resto dellaSardegna, passò in mano aiSavoia. Con loro per Quarto cominciò la crescita economica, anche se momentaneamente i Savoia riconfermarono la Baronia in favore della famiglia Pes[12], che la tennero fino al1836.
L'attacco francese del 1793
Nel1793 Quartu venneattaccata daifrancesi che si installarono nell'attuale parco Andrea Parodi (parco intorno allachiesa di Sant'Andrea) e nella zona della chiesa di San Forzorio[15]. Al prezzo di lunghe lotte, i Quartesi riuscirono a scacciare i francesi dal loro territorio.
Panorama di Quartu nel 1921. In primo piano la Basilica di Sant'Elena Imperatrice in secondo piano la stazione tranviariaDanni causati dall'alluvione del 5 ottobre 1889 a Quartu Sant'Elena
Nel1861 avvenne l'unificazione italiana quando con una legge (in seguito alle annessioni avvenute tra 1859 e 1860) il Re di SardegnaVittorio Emanuele II assunse la nuova denominazione di Re d'Italia e con lui ilRegno di Sardegna quello diRegno d'Italia. Nel1862 il comune adottò l'attuale denominazione nel programma di generale revisione dei nomi geografici voluto dal governo.
Nel1868, l'8 ottobre del1881 e il 5 ottobre del1889 Quartu, come altri centri del Campidano subì delle alluvioni causate da forti piogge torrenziali. L'alluvione del 1889 fu quella più forte e di cui maggiormente ci si ricorda. Morirono 25 persone, i feriti furono alcune centinaia, oltre 2000 gli sfollati, inoltre cinquecento edifici furono totalmente distrutti mentre molti di quelli rimasti in piedi subirono gravi danni[16].
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento a Quartu vennero costruite tante nuove strutture come la cantina sociale, lefornaci di laterizi Picci, lefornaci di laterizi Maxia, la stazione tranviaria, la caserma dei carabinieri con annesse le carceri, il pastificio Rosas, la cartiera Perra, la distilleria Capra e qualche cinema.
Il 9 gennaio1959 con decreto del presidente della RepubblicaGiovanni Gronchi Quartu fu insignita del titolo di Città[17].
Tra gli anni ottanta e gli anni novanta, a Quartu si verificò una considerevole crescita demografica, grazie anche alla costruzione del nuovo quartiere di Pitz'e Serra. Nello stesso periodo la città vide i suoi abitanti più che raddoppiati, soprattutto grazie alla vicinanza diCagliari, nel cui agglomerato urbano è ormai incorporata.
Attualmente Quartu, con oltre 70 000 abitanti, è la terza città dellaSardegna per popolazione dopoCagliari eSassari.
Lo stemma del comune di Quartu Sant'Elena è uno scudo rosso con due spade incrociate e con in basso una pietra miliare di colore verde con incisa la cifra romana IV. All'esterno ha nel lato destro un ramo diquercia e nel lato sinistro un ramo diolivo, legati insieme da un nastro tricolore. Lo scudo è sovrastato dalla corona di Città.
Araldicamente è così descritto:
«di rosso a duespade d'argento, guarnite d'oro, decussate, accompagnate da una pietra miliare di verde, fondata in punta, caricata del numero romano IV, d'oro. Ornamenti esteriori da Città.[18]»
Fino al 2003 lo scudo dello stemma era di colore bianco e verde[19].
Il gonfalone è invece un drappo quadrangolare dai colori bianco e verde, ornato di ricami d'oro, caricato dallo stemma comunale e riportante nella parte superiore il nome del comune.[18]
La bandiera comunale presenta gli stessi colori del gonfalone.[18]
Basilica di Sant'Elena Imperatrice: è la chiesa principale dedicata allapatrona della città. La chiesa attuale fu edificata tra il1809 e il1825 sulle rovine della chiesa precedente, andata distrutta in un incendio, e venne consacrata nel1828. La chiesa, completamenteaffrescata è a pianta latina con tre navate, di cui la centrale più grande rispetto alle altre due. Al suo interno si possono ammirare ancora intatti il pulpito e il fonte battesimale, già presenti nella precedente chiesa e risalenti al XVIII secolo. Il 19 luglio2007 alla chiesa è stato conferito il titolo diBasilica pontificia minore[21].
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù: sorge all'interno della città è la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, risalente al XX secolo e sità nel centro della città tra le vie Pellico e Iglesias, nota per le attività ricreative organizzate nell'oratorio parrocchiale. La chiesa, a tre navate, vanta una grande luminosità al suo interno.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova: venne edificata tra il1898 e il1904 daifrati francescani nell'omonima via. Cinquant'anni più tardi divenne la terza chiesa parrocchiale di Quartu. È a pianta greca e al suo interno ospita 6 cappelle di cui 2 più grandi delle altre.
Chiesa di Santo Stefano Protomartire: è una delle più recenti, la sua costruzione è infatti stata ultimata nel2000, e sorge in via Palestrina. Nonostante l'istituzione della parrocchia risalga al1967, la costruzione della chiesa incominciò solo negli anni '80. Questa è costruita interamente in cemento armato, si presenta a pianta circolare e lo spazio per l'assemblea è organizzato ad anfiteatro intorno alpresbiterio.
Chiesa di San Giovanni Evangelista: chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista è invece attualmente in costruzione nel quartiere di Pitz'e Serra. Il terreno dove costruire la chiesa venne concesso dal comune con la delibera n. 215 del 16 dicembre1987[22]. I lavori di costruzione incominciarono il 3 maggio1992[22].
Chiesa di San Luca: sorge in cima a una collinetta nella zona delMargine Rosso. Dalla sua piazza è possibile ammirare un bellissimo scorcio dall'alto del golfo di Cagliari. La chiesa è di costruzione recente, precedentemente la comunità parrocchiale era ospitata in un ex fortino dellaseconda guerra mondiale. L'area per la costruzione della chiesa venne destinata il 30 luglio1986 mentre la posa della prima pietrà avvenne il 10 dicembre1989[23]. La chiesa venne dedicata il 9 giugno2001[23].
Chiesa di Santa Maria degli Angeli: è l'unica insieme con quella di San Luca a non sorgere all'interno della città. Sorge infatti nella frazione diFlumini.
Chiesa di Santa Maria di Cepola: si trova in via Santa Maria nel quartiere di Cepola. Probabilmente è stata costruita sui ruderi di una chiesa paleocristiana. Le prime notizie della chiesa risalgono al1089 quando la chiesa venne donata dalgiudice di CagliariCostantino a Riccardo, un abate dell'Abbazia di San Vittore (Marsiglia)[24]. L'edificio venne ampliato nelXIV secolo, anno a cui risale l'attuale facciata. La chiesa presenta un'unica navata, la copertura in legno è stata realizzata in due momenti diversi. Ci sono pochi arredi: sull'altare si innalza la tela dell'immagine dell'Immacolata, sono poi conservate le statue di Maria Vergine, di Santo Stefano e di Santa Anastasia.
Chiesa di San Benedetto: risalente alla fine delXIV secolo, è ubicata nel trafficato viale Marconi, nel tratto che va dalla parrocchiale di Sant'Elena verso il Cimitero. È facile non scorgerla, data l'estrema modestia dell'edificio; attualmente è presente un pannello illustrativo, accanto all'ingresso laterale, in cui si trovano notizie sul monumento e che ne facilita l'individuazione. La chiesa apre nei mesi di ottobre e maggio per la recita delRosario e nel giorno della festa deltitolare, l'11 luglio.Chiesa di San Benedetto
Chiesa di Sant'Agata: si trova in piazza Azuni ed è annessa all'ex convento dei frati Cappuccini. Venne costruita nella seconda metà del XII secolo e andata distrutta. Venne ricostruita tra il 1280 e il 1300. Le prime notizie sulla chiesa di Sant'Agata risalgono al 1291 quando il papa concesse l'indulgenza di 40 giorni per chi avesse visitato la chiesa nella festività diSanta Maria Vergine eSant'Agata. Nel 1631 la chiesa passò aifrati Cappuccini che la intitolarono aSan Francesco. Nella seconda metà dell'Ottocento la chiesa e il convento vennero ceduti al comune che nel 1888 concesse l'area dell'orto alla società delle tranvie. La chiesa ha una modesta facciata a capanna, nel cui centro si apre il portale rettangolare sovrastato da una lunetta a tutto sesto. L'interno, a una sola navata ha la volta a botte; segue un ampio presbiterio. Dal lato sinistro si accede al convento mentre sulla destra si sviluppano la sacrestia e le tre cappelle. La chiesa conserva solo alcuni dei suoi arredi sacri.Chiesa di Sant'Agata
Chiesa di Sant'Efisio: si affaccia sull'omonima piazzetta tra via Garibaldi e via XX Settembre, nelle vicinanze del mercato civico. Era inizialmente dedicata aisanti Sebastiano edEfisio. Venne costruita nel1728 con il lascito testamentario della benefattrice quartese Maria Piras.Facciata della chiesa di Sant'Efisio dopo il restauro
Chiesa di San Pietro di Ponte: si trova all'interno del cimitero, alla periferia della città nell'area terminale di Via Marconi. La chiesa trae il nome da un ponte di epoca oggi scomparsa. La chiesa è tra i monumenti di Quartu che meglio conserva l'aspetto originale, è di stile tardo-romanico e in partegotica.Chiesa di San Pietro di Ponte
Chiesa di San Forzorio: oggi di proprietà della famiglia Perra che l'acquistò nel XIX secolo[15], sorge nella località Santu Frassori. La chiesa presenta una sola navata, voltata a botte e senza cappelle[15]. La chiesa originale risale alla seconda metà del XIII secolo e fu probabilmente costruita da maestranze locali[15]. La chiesa subì in seguito numerosi restauri: il primo di cui si ha notizia risale al 1599 quando l'arcivescovo di Cagliari, invisita pastorale, vedendo la chiesa semidistrutta, incaricò due operai del restauro[15]. Inoltre ci sono fonti riguardo a un nuovo restauro nel XVIII secolo e la profanazione francese nel 1793[15], anno in cuii francesi sbarcarono sulle coste quartesi e occuparono anche la chiesa di Sant'Andrea. L'unico arredamento della chiesa è la statua di un giovane con in mano un libro e la palma del martirio. San Forzorio, a cui è dedicata la chiesa, non è presente nei martirologi, sembra perciò che San Forzorio sia l'italianizzazione del toponimo della località Santu Frassori[15].
Chiesa di Nostra Signora del Buon Cammino: o Madonna del buon cammino come viene più spesso chiamata sorge vicino albacino artificiale del Simbirizzi. L'edificio risale al XIV secolo ma le colonne di età romana che vi si trovano all'ingresso fanno pensare esistesse già un luogo di culto probabilmente pagano. Il suo tetto è di stile tardogotico catalano. Dinanzi alla chiesetta è presente un piccolo loggiato costruito probabilmente per riparare i pellegrini venuti nella chiesetta per assistere alla messe delle sagre che vi si organizzano. La facciata e il campanile a vela sono in parte coperti del loggiato. La chiesa viene aperta per il pellegrinaggio organizzato, dalla parrocchia di San Luca, per la festa di Santa Anastasia e per la festa di Sant'Elia.
Chiesa di Sant'Andrea: sorge nell'omonima località poco prima di Flumini. Sorge al centro dell'ampia piazzaAndrea Parodi dove è presente anche un parco giochi per i bambini. A causa delle scorrerie dei corsari nella zona di questa chiesa nel 1621 il Viceré con un'ordinanza vietò che i pellegrinaggi avvenissero di notte. Nel 1793 la chiesetta diventò il forte dei militari francesi che tentarono di occupare l'isola. La struttura è in stilegotico sardo-catalano. Risale al XV secolo, ma subì aggiunte e rifacimenti nel '600. La facciata termina con una cornica coronata da merletti dentati e da un piccolo campanile. Sopra il portale rettangolare si può osservare un rosoncino in pietra del 1600. L'ingresso è preceduto da una piccola copertura. Nei prospetti laterali vi sono tre contrafforti; tra quelli di destra sono stati costruiti la sacrestia e gli ambienti utilizzati per le feste. Sullo stesso lato è stata ricavata un'altra piccola loggia, in cui vi è l'ingresso secondario. L'interno è costituito da una solanavata rettangolare. Nella chiesa sono presenti pochi arredi: un pulpito ligneo e le piccole statue diSant'Andrea, diSan Giovanni Battista e diSant'Antonio da Padova. Nella chiesa si svolgono la festa di Sant'Andrea e laSagra di San Giovanni Battista.
Chiesa di Sant'Andrea
Chiesa di Nostra Signora di Bonaria: In localitàGeremeas, a poche decine di metri dall'omonimo nuraghe, sorge infine una chiesetta, oggi in totale stato d'abbandono, di cui poco si sa oltre all'intestazione aNostra Signora di Bonaria e al fatto che sia stata edificata nel 1933[25][26].
Chiesa greco-ortodossa di San Giuda Taddeo: chiesa parrocchiale greco-ortodossa dedicata aSan Giuda Taddeo sorge in via Cagliari e presenta una volta a botte e l'Iconostasi, con la funzione di separare il presbiterio dalla navata, secondo lostile bizantino[27].
Monastero “Nazareth del Verbo Incarnato”: si tratta di un monastero carmelitano situato nella località “Terra Mala”, presso il nuraghe Su Lillu. Fu inaugurato nel 1997, mentre la chiesa venne invece dedicata nel 2001 allaSacra Famiglia.
Le antiche case quartesi erano costruite conmattoni di fango e paglia essiccati al sole chiamati in campidaneselàdiri (i tipici mattoniadobe spagnoli). Le case più ricche erano spesso affrescate nei soffitti e i pavimenti avevano disegni geometrici nelle pianelle. Le case solitamente erano grandi e avevano molte stanze. In tutte le case erano presenti: il solaio per le provviste, un cortile con un pozzo o una cisterna, spazi per gli animali e terra per coltivare, stanze da letto e stalla, la sala dove si faceva il pane (sa dom'e farra), la legnaia, e una zona dove si metteva la spazzatura (muntronaxu); le case più ricche e solo più avanti anche quelle più povere avevano anche un gabinetto e un piano superiore abitabile. Molte di queste case sono visitabili durante la manifestazione Monumenti aperti[28].
La casa Portas-Perseu oggi
La casa Mundicu - Serra venne costruita alla fine dell'Ottocento, aveva un piano superiore ed era in parte adibita a locanda. Aveva stalle e magazzini ed era fino agli anni cinquanta l'ultimo edificio della strada per il Sarrabus. È stata recentemente restaurato ed è ora abitato dagli eredi di Mundicu.
La casa Portas - Perseu venne invece edificata agli inizi del Novecento da Giovanni Perra in via Nazionale (oggi via Marconi) su due case precedentemente esistenti. Ha una forma a palazzo ma conserva sul retro il cortile e le stanze tipiche delle casecampidanesi. Restaurata negli anni 90 e nella prima metà degli anni 2000 è oggi adibita aComunità alloggio per anziani.
La casa Perra - Cappai nacque nel Novecento dalla fusione di due vecchie case campidanesi. Ha la caratteristica forma delle antiche case quartesi di ferro di cavallo cioè con le stanze disposte tutte intorno all'ampio cortile. È stata restaurata agli inizi degli anni novanta ed è abitata dagli eredi di Perra.
La Casa Basciu - Deiana venne costruita nel XIX sec. ed è una delle più grandi case campidanesi di Quartu. È ora di proprietà dellaParrocchia di Sant'Elena che l'ha ereditata dalla proprietaria Innocenza Deiana e che l'ha concessa al gruppo scout Agesci, che si occupa anche della ristrutturazione della casa.
Casa Secchi sorse nella seconda metà del XIX secolo nel quartiere di Cepola. Era in precarie condizioni fino al 2004, anno in cui l'attuale proprietario l'ha fatta restaurare riportandola agli antichi splendori.
Casa Angioni venne costruita invece a metà del XIX sec. e fu ricostruita dopo l'alluvione del 1889 che devastò l'allora villaggio di Quarto Sant'Elena. La casa è in stile campidanese e attualmente è sede del gruppo folk "Su Idanu".
Le ex fornaci Maxia oggi
Lefornaci di laterizi Maxia furono costruite nel1909 dal cav. Felicino Maxia nella periferia di Quartu. Avendo viaggiato per molti anni inLombardia eVeneto, Maxia affidò il progetto alla "Meccanica Lombarda", ditta che molto bene conosceva, che si occupò anche di procurare i macchinari. La costruzione fu eseguita con mattoni in fango e paglia (in sardolàdiri) con manodopera quartese. Negli anni cinquanta venne installato il forno semi automatico Hoffman. Nel1958 la fabbrica passò nelle mani di Mariuccina Maxia ultima proprietaria e prima donna imprenditrice della Sardegna. La fabbrica chiuse i battenti nel1977.
L'antico macello oggi
La cartiere Perra venne costruita nel1911 da L. Frau Puddu e per diverso tempo fu l'unica fabbrica di carta per imballaggio dell'hinterland di Cagliari. Fu rilevata nel1945 da F. Perra suo cognato, il quale la modernizzò e ne tenne la proprietà fino al1964, anno in cui venne chiusa. L'ex fabbrica è visitabile durante la manifestazione Monumenti aperti[28].
Il mattatoio sorse su una vigna di4000 m² per opera del cavalier Melis, nell'attuale Via Dante[29]. Fu in funzione dal1901 al1968[29]. Per rientrare nelle 18000 lire stanziate per il progetto il progettista decise di rinunciare all'ornamentazione prevista, limitandosi a inserire alcuni elementi dello stileneogotico[29]. Nella facciata la cosa più visibile è il cancello d'ingresso affiancato da finestre conarco a sesto acuto[29]. All'interno vi erano locali per il custode, per la dogana, per l'ufficio sanitario, per i bovini e per le sale della macellazione[29]. Nel piazzale è presente una fontana. Davanti alla sala di macellazione si trovava la pelandra, il locale in cui venivano conciate le pelli[29]. Nel1973, quando i locali diventarono cantiere comunale, vennero apportate modifiche alla struttura[29]. Il mattatoio è stato recentemente restaurato ed è visitabile durante la manifestazioneMonumenti Aperti[28]. Attualmente l'antico macello ospita la biblioteca per ragazzi e l'archivio comunale[29].
Croce gotica
Di fronte alla chiesa di Sant'Agata si trova la croce giurisdizionale, nota come croce gotica, innalzata, con elementi di spoglio, dai frati cappuccini per segnare i termini della loro proprietà. È formata da una colonna liscia sovrastata da un capitello romano delI secolo e da una croce tardo gotica della fine delXV secolo Venne tolta dal suo sito nel1868 con lo scioglimento dell'ordine e venne ritrovata nel1892 durante dei lavori nella chiesa di Sant'Agata. Venne quindi rimessa al suo posto originario.
Un'altra croce è quella presente in piazza IV novembre chiamataSa Cruxi Santa, collocata originariamente al centro della piazza vicino aSa Funtana de is aggancius, unpozzo dellatortura con dei ganci alle pareti e sul fondo, in cui venivano gettati i condannati. Nel secolo scorso il pozzo fu colmato, mentre la croce fu spostata, intorno al 1915, nell'attuale sistemazione all'incrocio con via Sant'Antonio.[30]
Nel territorio comunale si potevano contare cinque torri costiere edificate nel periodo aragonese per proteggere la città dalle incursioni dei corsari saraceni: latorre di Carcangiolas,di Foxi, di Sant'Andrea (oggi distrutta), di Mortorio e di Cala Regina.
La torre di Carcangiolas, è una torre costiera edificata dagliaragonesi per la difesa dai corsari. La torre è in pietra calcarea e granito ed è a forma tronco conica. Durante laseconda guerra mondiale venne adibita a fortino. Attualmente è rovesciata nel mare e il comune ha finanziato le operazioni per riportarla nell'arenile[31].
Nella zona diCapitana, nella scogliera del Mortorio è presente la Batteria Antinave "Carlo Faldi", realizzata nel 1936 dalGenio Militare, si tratta di una cittadella militare che si estende su un’area di circa sette ettari ed è stata edificata al di sopra dei una serie di case e magazzini utilizzati anticamente come tonnara, da qui il nome Mortorio (oggi conosciuta anche come Is Mortorius). Un esempio pregevole di archeologia militare, con un evidente adattamento di strutture militare al territorio per poter essere meglio mimetizzate al nemico. Completava l'insediamento il punto di osservazione realizzato durante il primo conflitto mondiale sopra la torre principale delNuraghe Diana, che subì dei lavori di rinforzo spesso criticati dagli archeologi.
Si possono ancora osservare due piccoli fortini difensivi, la postazione telemetrica, le piazzole di tiro della antiaerea, i ricoveri per i pezzi di artiglieria, 4 gallerie sotterranee, oltre ai ruderi di alloggi ed edifici di servizio, la garitta di guardia e i vari posti di osservazione.
Sorgono inoltre in città numerosi fortini, come ad esempio quello del Margine Rosso, che fu costruito nell'800 per proteggere la zona e venne riutilizzato durante la seconda guerra mondiale. Successivamente negli anni 70 il fortino venne adibito a chiesa.[32]. Altri fortini sorgono nell'arenile del Poetto, nei pressi della via Fiume e lungo il litorale.
Essendo abitata fin da tempi remoti, Quartu è costellata da trentotto nuraghi[33]. Il principale è ilNuraghe Diana che sorge su un'altura a 35 metri sul livello del mare e risale all'età del bronzo e alla primaetà del ferro. Si raggiunge tramite la SP 17. Le prime segnalazioni del sito archeologico risalgono agli anni cinquanta, mentre gli scavi sono cominciati nel2000. È tra i nuraghi più complessi: presenta una torre principale e due torri minori voltate athòlos, collegate tra loro da cortine murarie. Nel monumento sono presenti un vano scala che conduceva ai piani superiori del nuraghe.
Nella frazione di Sant'Andrea, sorge anche una villa marittima di epoca romana, per la maggior parte sommersa dal mare. Attualmente solo gli ambienti della servitù non sono sommersi.
Non esistono molti dati sulla popolazione di Quartu Sant'Elena precedenti all'unità d'Italia. Il primo censimento di cui si ha notizia è del1801 e rileva che a Quartu risiedevano 3 853 persone[34]. Questo censimento fu però molto probabilmente inesatto, in quanto sembra che in realtà la popolazione fosse maggiore[34].
Nel1827 fu effettuato un censimento parrocchiale secondo cui a Quartu vivevano 5 320 persone[34].
Nel censimento del1846 risiedevano a Quartu 6 266 persone di cui 2040 maggiorenni maschi, 2103 maggiorenni femmine, 1025 minorenni maschi e 1100 minorenni femmine[34]. Nello stesso anno, sempre secondo lo stesso censimento in città erano presenti 1643 famiglie (con una media di 3,8 componenti a famiglia) e 1342 case (1,2 famiglie per casa e 4,7 abitanti per casa)[34].
L'aumento vertiginoso della popolazione ebbe inizio neglianni settanta quando la popolazione della città crebbe di circa 10 000 unità.
Il quartiere di Pitz'e Serra, sorto negli anni ottanta
Contrariamente a quello che si è verificato aCagliari, passata nel giro di 20 anni da 222.000 a 160 000 abitanti (anche in seguito all'ottenuta indipendenza delle ex frazioni diElmas,Monserrato,Quartucciu eSelargius), Quartu (così come gli altri comuni dell'Area metropolitana di Cagliari) ha una costante crescita demografica, soprattutto in zone di grande espansione urbanistica come: Pitz'e Serra (quartiere sorto negli anni 80'),Quartello (quartiere di recentissima costruzione) e Sant'Anastasia, tant'è che attualmente il comune è compreso tra quelli considerati ad alta tensione abitativa[38].
Al 1 gennaio2021 a Quartu risiedevano 2.253 cittadini stranieri[39], pari al 3,3% della popolazione totale. Le nazionalità straniere più numerose sono:
La lingua principalmente parlata a Quartu è lalingua italiana. Molto diffusa è però anche lalingua sarda, che tra le persone anziane è la lingua maggiormente utilizzata; Quartu è infatti una delle città riconosciute come minoritarie di lingua sarda[40]. La variante di sardo parlato è ildialetto campidanese quartese[41], completamente sovrapponibile con lavariante cagliaritana.
In città esistono due musei "Sa dom'e farra" e "Il Ciclo della vita".
Sa dom'e farra: venne fondato da Giovanni Musiu nel1978. "Sa dom'e farra" letteralmente significa "la casa della farina" e venne chiamata così per indicare la più pregiata e redditizia produzione quartese[42]. Nella casa in cui aveva sede il museo sono presenti sia l'abitazione del proprietario terriero sia il centro operativo dell'azienda. Il museo proponeva la propria storia e al suo interno si trovavano sia utensili usati per il lavoro nei campi sia oggetti di tutti i giorni, usati dai vecchi abitatori della casa.
Nella casa erano presenti due cortili; nel primo si affacciano le stalle dei cavalli e dei buoi, i magazzini, la stanza della macina del grano, cantine, corte dei carri e tutto ciò che riguardava l'azienda; nel secondo invece si affacciano camere da letto, stanza per gli ospiti, sale di ricevimento, magazzini del grano e delle graminacee, stanza della farina e stanza padronale, quindi tutto ciò che riguardava la casa del proprietario terriero[42]. Nel1982 venne aggiunta una porzione di cortile e venne abbattuto il muro tra i due vecchi cortili[42]. Il museo che era passato nelle mani della regione è stato acquistato con una cifra simbolica dal comune[43] che aveva intenzione di restaurarlo per poterlo riaprire nel giro di poco tempo, in quanto è da tempo chiuso. Nel 2012 è stato aperto durante la manifestazione Monumenti Aperti, in queste visite è stato possibile notare la ristrutturazione che ha definitivamente cancellato l'impronta storica della casa. Impianti elettrici moderni, pavimentazioni in cotto per gli interni, intonaci a base di cementi e la completa mancanza delle suppellettili che negli anni avevano portato i turisti a visitare il museo.
Museo etnografico "Il ciclo della vita": Il museo "Il ciclo della vita" venne aperto nel 1998 a Quartu Sant'Elena da Giovanni Musiu, lo stesso che fondò "Sa dom'e farra". Il museo ha sede in un'antica casa campidanese del 1800. Dopo aver restaurato la casa al suo interno venne allestito un museo che ospita circa 8000 oggetti di uso quotidiano, legati alla tradizione sarda dal XVIII al XX secolo. All'interno del museo attraverso i vari oggetti è rappresentato appunto il ciclo della vita di una persona sarda vissuta tra quei secoli.
Quartu Sant'Elena ospita numerose manifestazioni e feste famose in tutta la Sardegna. Una delle più famose manifestazioni che si svolgono in città è la Sciampitta, organizzata ogni anno nel mese di luglio dal gruppo folkloristico Città di Quarto, che dal 1985 porta in città gruppi folk da tutte le parti del mondo[44]. Nelle prime edizioni la Sciampitta si svolse nelloStadio di Is Arenas, dopo qualche anno la manifestazione si è svolta fino al 2006 in Piazza Mercato, nel 2007 Sciampitta si è tenuta davanti allaBasilica di Sant'Elena, mentre dal 2008 si è ritenuto nello stadio Is Arenas. Nelle ultime edizioni si è tenuta di nuovo in Piazza Mercato. Altra manifestazione importante èMonumenti Aperti che nel secondo sabato e nella seconda domenica di maggio permette di visitare i principali monumenti della città[28]. Simile manifestazione è Monumenti all'aperto che permette di visitare invece monumenti, siti archeologici e aree di interesse naturalistico posti fuori dal centro cittadino[45].
Tracca della sagra di san Giovanni Battista
Altro appuntamento del genere è Aziende Aperte che permette appunto di visitare alcune Aziende cittadine e di vedere come vengono prodotti vari prodotti. Manifestazioni musicali di buona fama sono il Jazz & World un festival del Jazz che si tiene aFlumini nella piazza Andrea Parodi e il Jazz & Wine che si tiene nel Chiostro dell'ex convento dei frati francescani in Via Brigata Sassari, in cui oltre a poter ascoltare musica si degustano vari vini prodotti nelle cantine sociali del comune di Quartu e di altre città. Tra le feste religiose le più importanti sono la Festa di Sant'Elena Imperatrice, lasagra di san Giovanni Battista e la festa di Santa Maria di Cepola. La festa di Sant'Elena imperatrice si svolge dall'11 al 16 settembre. Durante la festa oltre alla processione religiosa si svolgono serate di intrattenimento, la mostra e la sagra dell'uva, un torneo di calcio e una gara ciclistica. I festeggiamenti sono conclusi con i fuochi d'artificio. La Sagra di San Giovanni Battista si svolge l'ultimo sabato e l'ultima domenica di luglio. I riti della Sagra sono molto antichi e la festa sembra fondare le sue radici in un'antica festa punica. Anche per questa festa vengono organizzati festeggiamenti serali civili. La festa di Santa Maria di Cepola si festeggia l'8 settembre e anche in questo caso prevede oltre ai festeggiamenti religiosi i festeggiamenti civili. Dal 2009 inoltre nel mese di settembre si tiene anche la sagra del pane. Tutte queste manifestazioni, feste e sagre si tengono nel periodo compreso tra maggio e settembre ovvero quando l'afflusso di turisti in città è maggiore. Negli ultimi anni anche nelle feste patronali meno importanti si stanno organizzando serate di intrattenimento caratterizzate in genere da spettacoli folkloristici.
Fino al 2005 la città era divisa in 6 circoscrizioni: Santo Stefano, Pirastu, Pitz'e serra, Perdabona, Centro Storico e Litorale[46]. Da quell'anno però le circoscrizioni divennero 4 in seguito alla razionalizzazione attuata dal commissario prefettizio[47]. Nel 2010 infine sono state definitivamente abolite[48] poiché la città non raggiunge la quota di 250 000 abitanti necessari per poterle istituire.
Gli attuali quartieri della città di Quartu Sant’Elena sono: Cepola (centro storico), Funtan’e Ortus, Sant’Antonio, Pitz’e serra, Is Arenas, Santo Stefano (conosciuto anche come “Quartiere dei musicisti”), Is Argiolas, Quartello, Molentargius, Pirastu.
All’esterno della città propriamente detta sono inoltre presenti le seguenti località:
Importante centro agricolo delCampidano, in passato l'economia di Quartu era basata principalmente sull'agricoltura e sulla pastorizia. Agli inizi del Novecento a Quartu venne aperta la cantina sociale che attualmente non produce più il vino in città ma nella sede staccata in comune diMaracalagonis. I principali vini prodotti sono la "Malvasia", ottimo vino da dessert, e il "Villa di Quartu". Quartu era famosa in tutto il circondario di Cagliari per la produzione di dolci sardi fatti in casa e anche la famiglia reale per i dolci si riforniva in città. I principali dolci prodotti sono i pistocchedus, i pistoccus de bentu, gli amaretus, i piricchitus, i candelaus e i pabassinas. Meno diffusi erano il fattu e cottu, il pan'e saba e il gattò prodotto e consumato specialmente durante laFesta di San Giovanni Battista. A Quartu negli ultimi decenni la tradizione di produrre i dolci in casa non è più diffusa ma sono ancora tante le pasticcerie che producono dolci sardi. Per quasi un secolo, esattamente dal 1878 al 1985, a Quartu venivano prodotti laterizi e tegole dalle fornaciPicci eMaxia. Fino agli anni sessanta inoltre in città era praticata, nelle zone di Pitz'e Serra e Is Ammostus, l'estrazione di argilla bianca. A Quartu era ed è ancora diffusa la lavorazione dell'oro con cui vengono prodotti gioielli infiligrana. Dagli anni settanta in città sono presenti aziende per la lavorazione del legno e per la produzione di alimenti. Negli ultimi decenni Quartu, specialmente il suo litorale, è divenuta una meta turistica.
A Quartu Sant'Elena è presente un porticciolo turistico nella località diCapitana, laMarina di Capitana. Il porto passeggeri e merci più vicino alla città è quello diCagliari
I trasporti urbani e suburbani in città sono gestiti dalCTM, di cui il comune di Quartu Sant'Elena è azionista col 7,5% del capitale[49]. Il CTM gestisce anche i trasporti interurbani con alcuni centri della città metropolitana collegando Quartu Sant'Elena conAssemini,Cagliari,Monserrato,Pirri,Quartucciu eSelargius.
Dal1893 al1961 Quartu Sant'Elena era collegata al capoluogo tramite una caratteristica tranvia extraurbana che transitava per Selargius e Monserrato, esercita dapprima con trazione a vapore e in seguito, incorporata nellarete tranviaria di Cagliari, con tram elettrici.
L'Atiesse è la principale squadra dicalcio a 5 della città. Nella stagione 2013-14 milita nel campionato di serie B, ma in passato ha disputato per due campionati di seguito (2009-10 e2010-11) la massima serie nazionale.
La società di atletica leggera della città è la Tespiense Quartu, squadra in cui si è allenata lavelocistaDalia Kaddari nei primi anni della sua carriera.
^Toponimo ufficiale in lingua sarda ai sensi dell'articolo 10 della Legge n. 482 del 15.12.1999, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 64 del 21.09.2010[1]Archiviato il 4 ottobre 2013 inInternet Archive.. Sull'argomento vedi anche Giovanni Manca di Nissa,Scelto dalla Regione il toponimo della città, inL'Unione Sarda, 27 agosto 2010.
^abQuartu Sant'Elena-Quando lo stagno si tinge di rosa, Cagliari, La nuova golfo editore, 2001.
^ Beatrice Saddi, Carla Onnis,Capitolo 2 - Una storia molto sofferta: i gravi mali che attraverso i secoli hanno colpito i quartesi, inChiesa di Sant'Elena Imperatrice. Il gioiello della città di Quartu, Quartu Sant'Elena, 1999.
^L'Alluvione, suweb.tiscali.it.URL consultato il 9 settembre 2009.
^Vedi l'articolo 7 comma dello Statuto comunale[2].
^abcTesto unico del regolamento per l'uso dello stemma, del gonfalone, della bandiera comunale, della fascia tricolore, della bandiera della Repubblica Italiana, dell'Unione Europea e della Regione Autonoma della Sardegna.
^I colori dello stemma sono stati modificati con l'approvazione delTesto unico del regolamento per l'uso dello stemma, del gonfalone, della bandiera comunale, della fascia tricolore, delle bandiere della Repubblica Italiana, dell'Unione Europea e della Regione Autonoma della Sardegna, delibera del consiglio comunale nº 15/0.
^ Ida Farci,Restauro e adeguamento liturgico negli anni 1996-99 ed elevazione a Basilica minore, inGuida alla Basilica di Sant'Elena, Quartu Sant'Elena, 2007.