Il termine è di origine incerta[4] e anticamente era dettoCarnaro[3][4]. Nel corso dei secoli ha assunto un significato più esteso, divenendo unaregione geografica vera e propria e indicando anche tutte le terre emerse che vi si affacciano, quindi le isole di Cherso e Lussino, le isole minori e la città di Fiume, che è la più importante di questa regione, con il suo entroterra.
Il Quarnaro non va confuso con ilQuarnerolo, che è un altro braccio di mare che invece separa le isole di Cherso e Lussino da quelle diVeglia,Arbe ePago, le prime due delle quali completano l'arcipelago delle isole Quarnerine.
Nell'uso comune il termineQuarnaro (e i suoi derivati) può assumere un significato più esteso e indicare tutto il bacino delimitato dalla penisola istriana e dalla rivieraliburnica nord-orientale, affacciata sulcanale della Morlacca e inteso quindi non solo come specchio d'acqua, ma come vera e propriaregione geografica che include sia le acque che le terre emerse che le circondano[6].
Le acque del Quarnaro si distinguono per la loro cospicua profondità che consente alla città di Fiume, che è situata nella parte più settentrionale della sua baia, di avere un porto marittimo che può ospitare anche naviCapesize, ovvero quellenavi le cui dimensioni non permettono il loro passaggio né per ilcanale di Panama né per quello diSuez (di fatto il termine "capesize" è sinonimo di "illimitato").
Il Quarnaro, più che un golfo o un canale, è letteralmente un tratto di mare a forma di imbuto che si stringe tra l'Istria e due delleisole Quarnerine[3] (Cherso eLussino) e comunicante a nord con il golfo diFiume (Rijeka), sua città più importante, mediante ilcanale di Faresina, che fa parte anch'esso del Quarnaro.
Nel Quarnaro non sfociano fiumi di rilievo ma solamente brevi corsi d'acqua. Il più importante è ilfiume Eneo, che dà il nome alla città di Fiume e che è lungo circa 18 km nascendo alle pendici del colle Kičej (606 m), una collina dell'entroterra di Fiume, a 323 metri di quota e sfociando nel golfo di Fiume tagliano in due la città. Ha un carattere fortemente influenzato dalle precipitazioni tant'è che assomiglia, più che a un fiume, a unafiumara.
Il Quarnaro non va confuso con ilQuarnerolo, che è un altro braccio di mare che separa le isole di Cherso e Lussino da quelle più orientali diVeglia,Arbe ePago, le prime due delle quali completano l'arcipelago delle isole Quarnerine. Del Quarnaro fanno parte anche ilcanale di Faresina e il golfo della città di Fiume.
In alcuni testi o mappe geografiche il Quarnaro è inteso invece in senso più ampio e viene fatto estendere oltre la punta settentrionale di Cherso fino a comprendere l'intero golfo di Fiume, quindi comprendendo anche l'area geografica che altri autori chiamano "Quarnerolo"[7].
Il suo limite meridionale, che ha un'ampiezza di 15 miglia[8], è determinato dalla linea immaginaria che congiungecapo Promontore con punta Art[9], detta anche punta Poglie[8] (rt Nart), che si trova sul lato occidentale diUnie[8]. Il canale è dominato da forti correnti e dal vento dibora che ne rendono difficile la navigazione[10].
Nelle acque interne del Quarnero, che corrisponde al braccio di mare tra l'Istria, suo confine occidentale, e le isole diCherso e diLussino, suo confine orientale, si trovano le isole:
L'area di mare che appartiene al Quarnaro ha una profondità mediamente più alta di quella della restante parte dell'Adriatico settentrionale. La profondità media del Quarnaro è infatti di circa 30–60 m. Ifondali, che sono caratterizzati da vaste aree fangose, sono generalmente ripidi e rocciosi.
Cartina dellaDalmazia e dellaVenezia Giulia coi confini previsti dalPatto di Londra (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini dellaRepubblica di Venezia. La mancata annessione della Dalmazia all'Italia fu una delle cause di insoddisfazione che portarono alla definizione di "vittoria mutilata", che diede poi origine, tra l'altro, anche all'impresa di Fiume, che portò l'annessione del Quarnaro all'Italia, appartenenza che durò fino al 1947Mappa delloStato libero di Fiume (1920-1924). In arancio pieno, l'antico distretto austroungarico che esistette fino al 1918, mentre in giallo contornato di arancio il territorio aggiunto per poter permettere allo Stato libero di Fiume di confinare anche con l'Italia. Nel 1924 fu annesso all'Italia, che lo cedette nel 1947 allaJugoslavia a causa della sua sconfitta nellaseconda guerra mondialeModifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975.
Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo
Buona parte del Quarnaro ha fatto per secoli fatto parte dei domini marittimi dellaRepubblica di Venezia, il cosiddettoStato da Mar, anche se la zona nord-orientale è, eccetto per piccole conquiste di brevissima durata, rimasta in mano alle popolazioni locali dilingua ciacava. Altri luoghi erano inizialmente in mano ai piratiuscocchi.
Tra il 1615 e il 1617, con laGuerra di Gradisca, che avvenne tra Venezia e l'Arciducato d'Austria, ci fu la cacciata degli uscocchi daSegna e da tutto il Quarnaro, parte del quale divenne parte delloStato da Mar della Repubblica di Venezia.
Come conseguenza del passaggio dell'intero Quarnaro all'Italia, il 22 febbraio stesso[16], fu istituita laprovincia italiana di Fiume, che fu anche conosciuta con il nome diprovincia del Carnaro. Fu soppressa il 10 febbraio1947 a causa delTrattato di Parigi, che sancì il passaggio del Quarnaro allaJugoslavia vista la sconfitta dell'Italia nellaseconda guerra mondiale.
L'ex provincia italiana di Fiume comprendeva 13 comuni, tutti appartenenti al Quarnaro:
Fra i comuni fiumani la località con la più alta percentuale di popolazione italiana eraLaurana, seguita dalla frazioneVolosca del comune diAbbazia. Negli altri comuni non istriani, pur accanto ad una presenza italiana, la maggioranza etnica era croata. Faceva eccezione il già citato comune di Abbazia, dove non esisteva una maggioranza etnica ma erano massicciamente presenti italiani, croati, sloveni e in piccola parte tedeschi.
Il capoluogo provinciale aveva, nel suo nucleo urbano, una maggioranza etnica italiana di circa l'ottanta per cento, come risulta dal censimento nazionale italiano del1936, mentre nei suoi sobborghi e dintorni, rimasti per lo più alRegno di Jugoslavia, la maggioranza etnica era croata. Fiume, in particolare, contava circa 50.000 abitanti dimadre lingua italiana e 13.000 abitanti di madre lingua croata[17].
La maggior parte della popolazione quarnerina è croata. Nel Quarnaro esiste una piccola comunità di italiani autoctoni, che rappresentano una minoranza residuale di quelle popolazioni italiane che abitarono per secoli ed in gran numero, le coste dell'Istria e le principali città di questa, le coste e le isole dellaDalmazia, e il Quarnaro, che erano territori dellaRepubblica di Venezia. La percentuale di italiani presenti nelle isole diCherso eLussino nel 1948 corrispondeva al 43,12% della popolazione totale[18], mentre nella città quarnerina diFiume gli italiani erano la maggioranza relativa nel comune (48,61% nel 1910, prima della sua annessione all'Italia), e oltre alla cospicua comunità croata (25,95% nello stesso anno), vi era anche una discreta minoranzaungherese (13,03%)[19]. Gli italiani a Fiume salirono, nel 1925, un anno dopo alla sua annessione all'Italia, al 70,7% della popolazione totale[19]. La presenza di italiani autoctoni nel Quarnaro è drasticamente diminuita in seguito all'esodo giuliano dalmata, che avvenne dopo laseconda guerra mondiale e che fu anche cagionato dai "massacri delle foibe".
^Quarnaro, sutreccani.it.URL consultato il 28 luglio 2017.
^ab Natale Vadori,Italia Illyrica sive glossarium italicorum exonymorum Illyriae, Moesiae Traciaeque ovvero glossario degli esonimi italiani di Illiria, Mesia e Tracia, 2012, San Vito al Tagliamento (PN), Ellerani, p. 472,ISBN978-88-85339-29-3.