Qasem Soleimani nacque da una famiglia contadina nel piccolo villaggio montuoso di Qanat-e Malek,[2][4][5][6][7] non lontano daRabor, capoluogo dellacontea omonima nellaprovincia di Kerman,[19] fattore che sarà estremamente importante nella scelta come capo della Brigata Santa. Nel 1970, per ripagare i debiti del padre contadino verso il Governo iraniano, Qasem, insieme a suo fratello Ahmad Soleimani, poi ucciso nella guerra con l'Iraq nel 1984, lascia il suo villaggio per lavorare nella città diKerman ottenendo un lavoro presso la locale società idrica.
Qasem Soleimani sostenne di aver iniziato la sua attività rivoluzionaria nel 1976 grazie agli infiammanti sermoni delHojjatoleslamRezal Kamyab, ucciso nel 1981 daiMojahedin-e Khalq, pur continuando a lavorare per la Kerman Water Organization. Questa ricostruzione si scontra con il fatto che Kamyab è arrivato a Kerman solo nel 1977. Nella stessa provincia erano attivi personaggi comeAli Akbar Hashemi Rafsanjani, Mohammad-Ali Movahedi e Yahya Jaʿfari. Questa discrepanza fa pensare a una limitata partecipazione alla rivoluzione khomeinista di Qasem.
Si ritiene che Qasem Soleimani sia entrato nelle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) immediatamente dopo la rivoluzione del 1979. Privo di una esperienza militare, secondo quanto dichiarato dal veterano deiPasdaran nellaProvincia di Kerman Asghar Mohammad Hosseini, Soleimani venne addestrato per 45 giorni. Immediatamente dopo l'addestramento, Qassem Soleimani prese servizio pressoMahabad, nella provincia denominata "Azerbaigian Occidentale", contribuendo attivamente alla repressione dell'insurrezionecurda tra il 1979 e il 1980. Nella repressione curda, Qasem Soleimani ha collaborato a stretto contatto con Ahmad Motevasselian, nominato successivamente responsabile dei Pasdaran inLibano e poi lì rapito il 5 luglio del 1982.
Prese parte allaguerra Iran-Iraq (1980-1988) durante la quale scalò rapidamente i ranghi dell'esercito iraniano e si guadagnò una reputazione di abile comandante militare grazie al successo di numerose sue operazioni.
Soleimani avrebbe svolto inizialmente missioni sporadiche come quelle di rifornimento di acqua per le truppe. Nel1981, inviato per una missione di breve durata, fu gravemente ferito nei combattimenti avvenuti durante la liberazione iraniana della città diBostan[20] e in seguito a ciò rimase sul fronte per l'intera durata del conflitto. La lista delle missioni a cui avrebbe partecipato è lunga e includerebbe la liberazione diDezfoul eDehloran (marzo 1982), leoperazioni Karbala (1986) e l'operazione nellapenisola di al-Faw (aprile 1988).[21][22]
Dopo la fine della guerra contro l'Iraq (la "guerra imposta" secondo gli iraniani), neglianni '90 Qasem Soleimani e la sua divisione vennero riassegnati allaprovincia di Kerman per agire da lì contro i villaggi della regione delSistan e Baluchistan, a maggioranza sunnita, considerati dal potere centrale sciita come potenziali minacce. In quel periodo Soleimani ricoprì anche un ruolo centrale nella lotta alnarcotraffico.
La scelta di Qasem Soleimani come comandante dellaForza Quds avviene tra il 1997 e il 1998.[23] Una delle motivazioni che fa pendere su di lui la scelta dell'allora capo dei Pasdaran Safavi e della Guida SupremaKhamenei è la sua conoscenza delle aree tribali al confine con l'Afghanistan. In quel periodo il ruolo dell'Iran in Afghanistan era molto ridimensionato, in favore di gruppi jihadisti sunniti come iTalebani. L'8 agosto del 1998 nove diplomatici iraniani vennero catturati e uccisi daiTalebani.[24]
Nel 1999 Qasem Soleimani fu uno dei 24 ufficiali deiPasdaran che,durante le proteste studentesche iniziate il 9 luglio, inviarono una lettera all'allora presidente riformistaKhatami, esprimendo la forte preoccupazione delle Guardie Rivoluzionarie dopo le rivolte democratiche degli studenti iraniani. Nella lettera i Pasdaran invitavano Khatami ad agire prima che loro stessi prendessero in mano le redini della situazione.[25]
Soleimani riprese la penetrazione iraniana in Afghanistan attraverso il finanziamento dell'Alleanza del Nord attraverso ilTagikistan.
Nel2006 fu inLibano, durante ilconflitto libanese tra Israele eHezbollah, a sostegno di quest'ultimi.Nel 2007 Qassem Soleimani è stato inserito nella lista delle persone colpite dalla Risoluzione del Consiglio delleNazioni Unite 1747, per il suo coinvolgimento nel programma nucleare iraniano.[26] Nel 2008 Soleimani mandò un messaggio al Generale Petraeus dichiarando di avere in mano la politica dell'Iran in Afghanistan, Iraq, Libano e Gaza e che lo stesso ambasciatore iraniano in Iraq era un membro dei Pasdaran.[27]
Nel corso dell'intervento iraniano a sostegno diBashar al-Assad[28] nellaguerra civile siriana iniziata nel 2011 e nel contrasto all'avanzata dell'ISIS in Iraq a partire dal 2014, Soleimani ha guidato le forze di Teheran imperniate proprio attorno all'unità da lui guidata.[29]
Parallelamente al lavoro per garantire che il vicino Iraq rimanga all’interno dell’orbita geopolitica di Teheran e al sostegno ad Hezbollah in Libano, Soleimani ha anche svolto un ruolo importante nel sostenere il governo del leader siriano Bashar al-Assad. Nonostante le notizie diffuse di violazioni dei diritti umani e crimini di guerra da parte del governo siriano, dal punto di vista di Teheran, l’intervento guidato di Soleimani in Siria mirava ad affrontare la minaccia di gruppi militanti tra cui il gruppo dello Stato islamico e al-Qaeda. La svolta della sua popolarità avvenne nel 2014, parallelamente alla nascita dello Stato Islamico. Nel corso di una diretta televisiva promise al popolo iraniano di sconfiggere il Califfato in soli tre anni. Quelle immagini diventarono virali sul web al punto che, prima ancora di partire in missione, le botteghe già lo raffiguravano ovunque con la sua solita espressione sobria, incorniciato dalla divisa militare verde e la barba grigia.[30]
Il 24 luglio del 2011 l'Unione europea ha inserito Qassem Soleimani nella lista delle persone soggette a sanzioni per il loro coinvolgimento nel "fornire equipaggiamento e supporto al regime siriano nella repressione delle proteste".[31]
Con il comando di Soleimani, le truppe iraniane, insieme a gruppi alleatisiriani eiracheni, contribuirono a fermare l’avanzata dell’ISIS e a numerosi successi militari del governo siriano contro leforze ribelli.[32]
L’indomani, il 4 gennaio 2020, in un ulteriore attacco mirato compiuto nella zona di Taji, a nord diBaghdad, è stato ucciso il capo delle brigate Katai'b Hezbollah (un gruppo paramilitare sciita iracheno filo-iraniano), il segretario generaleShibl al-Zaydi. Con al-Zaydi sono rimasti uccisi il fratello e altre quattro persone.[34]
Laguida suprema, l’ayatollahAli Khamenei ha proclamato tre giorni dilutto nazionale[14]. Già l'indomani della morte, il 4 gennaio, una processione funebre si è tenuta a Baghdad con migliaia di presenze sventolanti le bandiere delle milizie sciite irachene[35] al grido «morte all'America, morte a Israele!».[36]
Il 5 gennaio i resti sono giunti adAhvaz, proseguendo poi perMashhad ed arrivando aTeheran il 6 gennaio assieme ai corpi degli altri deceduti. Una folla oceanica di milioni di persone è scesa nelle varie piazze iraniane per i funerali (anche solo simbolici) del generale iraniano.
Il 7 gennaio la salma è quindi giunta aKerman per la sepoltura, dove si è stimato che a causa della ressa siano morte almeno 56 persone e 212 siano rimaste ferite[37][38]. Per questo motivo le autorità hanno deciso di posticipare la sepoltura.[39]
L'8 gennaio 2020, le forze armate iraniane hanno lanciato l'operazione comandante martire Soleimani che è consistita in un attacco missilistico contro due basi USA situate in Iraq con lo scopo di vendicarne la morte (come espressamente richiesto dall'Ayatollah Khamenei), ferendo 109 militari statunitensi.[40][41]