Putizza | |
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Origini | |
Altri nomi | potizza, potica |
Luoghi d'origine | ![]() ![]() |
Regioni | Slovenia Venezia Giulia |
Dettagli | |
Categoria | dolce |
Riconoscimento | P.A.T. |
Settore | paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria |
Laputizza opotizza (inlingua slovena:potica) è un dolce tipico dellaSlovenia e dellaFriuli Venezia Giulia, ben nota anche in zona delCarso, traGorizia eTrieste[1]. Lapotica fa parte delpatrimonio gastronomico sloveno e nelle specialità tradizionali garantite dalla Slovenia, dove viene considerata una vera "regina dei piatti delle festività" e una vera e propria “ambasciatrice nazionale”.[2].
La putizza costituisce una delle innumerevoli varianti deidolci arrotolati di origineaustro-ungarica, unitamente allagubana e alpresnitz[3] e altri tipi, dai quali si differenzia per la maggior ricchezza del ripieno, per la forma, la lavorazione a tre impasti e lalievitazione che conferisce maggiore sofficità[4].
Altri dolci arrotolati simili sono ilbejgli ungherese, ilrugelach yiddish, ilnokul turco, ilmakowiec polacco, laorahnjača oorechovník serbo-croati.
La parola potiza o putiza è uno slavismo deldialetto triestino[5] preso in prestito dalla parola slovenapotica (pronuncia:potiza), la quale deriva dal verbopoviti che significa avvolgere, arrotolare[6], che è appunto la principale caratteristica del dolce.
In maniera analoga anche lostrudel, che in tedesco significavortice, richiama l'avvolgimento della sfoglia eseguito nella preparazione.
Il dolce ha originicarsiche risalenti almedioevo e venne descritto nel 1575 dal pastore luterano slovenoPrimož Trubar[7][8] e in seguito nei ricettari viennesi nel XVIII secolo[9].
La tradizione triestina racconta tuttavia che la prima putizza venne presentata nel 1864 agli arciduchi austroungariciMassimiliano I del Messico eCarlotta del Belgio durante una festa organizzata alcastello di Miramare di Trieste[1][9].
La ricetta della putizza è riportata nel manuale di cucina della Germania meridionale (Die süddeutsche Küche)[10] pubblicato nel 1890 aGraz daKatharina Prato[9].
Durante la mostra d'arte popolare italiana organizzata a Trieste nel 1922 organizzata dal locale Circolo Artistico venne presentato aGabriele D'Annunzio un quaderno di 92 ricette scritte da Luisa Moratto diCherso, tra cui quelle di pinza, potizza e presniz.Nel 1927Maria Stelvio inserì la "potiza di Gorizia" nel suo noto ricettarioCucina triestina: metodo e ricettario pratico economico[11].
Il dolce è costituito da unasfoglia arrotolata che racchiude un ripieno a base di frutta secca.
La pasta è quella dellapinza triestina[12] o delgugelhupf[13] e viene preparata impastando farina, zucchero, burro, uova, olio, miele, latte, lievito, sale e vaniglia con il metodo dei tre impasti: preparazione dellievitino, seguita dalla lavorazione di metà dose degli ingredienti e infine impasto completo.
La pasta viene stesa in una sfoglia sottile, su cui si distribuisce il ripieno ottenuto mescolando con cura uva passa, frutta a guscio tritata (noci, nocciole tostate, mandorle), pinoli, albume d'uovo, marmellata di albicocche, cioccolato fondente sminuzzato,rum e aromi come cannella, chiodi di garofano, scorza grattugiata di limone e di arancia. Una volta arrotolata in forma di cilindro e sistemata su una teglia a lievitare, la putizza viene cotta nel forno.
La putizza è riconosciuta in Italia comeprodotto agroalimentare tradizionale (PAT) della regione Friuli-Venezia Giulia[9]. Nel 2016 lacamera di commercio di Trieste ha redatto il disciplinare di produzione della "putizza di Trieste"[14][15].
Il governo sloveno, in occasione del primo festival nazionale dedicato alla specialità organizzato nelcastello di Otočec, ha altresì annunciato di aver avviato presso laCommissione europea la procedura di riconoscimento dellapotica qualespecialità tradizionale garantita della Slovenia[16].
Nel maggio 2017 la putizza ha avuto un'improvvisa popolarità mondiale a causa di una battuta scherzosa dipapa Francesco, che durante la visita in Vaticano del presidente degli Stati Uniti d'America chiese alla first ladyMelania Trump (di origini slovene) indicandone ilmarito: «Cosa gli dai da mangiare, la putizza?»[17]. A seguito di ciò, le associazioni di categoria degli agricoltori della Slovenia hanno rinnovato la richiesta di ottenere il riconoscimento europeo dellapotica slovena per tutelare la ricetta tradizionale di tale nazione[18]. Il 22 aprile 2021 laslovenska potica (putizza slovena) è stata ufficialmente iscritta nell'elenco dellespecialità tradizionali garantite (STG) dell'Unione europea.[19]
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