Caratteristica peculiare della provincia è la policentricità. Il comune diBusto Arsizio è più popoloso del capoluogo di provinciaVarese; altrettanto importanti sono le città diGallarate eSaronno. I simboli delle quattro città sono presenti sia sullo stemma che sulla bandiera provinciali.
La provincia di Varese sorge tra laPianura Padana e i piedi delleAlpi, nell'Insubria settentrionale. Da un punto di vista orografico, è distinguibile in tre settori:
la fascia collinare (altitudine compresa tra i 200 m s.l.m. e i 600 m s.l.m.) occupa la zona centrale e costituisce il 46% del territorio;
la pianura (altitudine inferiore ai 200 m s.l.m.), che si estende unicamente all'estremo sud della provincia, nei territori diLonate Pozzolo,Gallarate,Saronno, rappresenta il 22% del territorio provinciale[3]. Questa zona è contigua all'Altomilanese e si trova inPianura Padana.
Essi formano il gruppo dei cosiddettiSette Laghi Varesini.
La carta amministrativa della provincia si presenta a forma allungata verticale, con due grandi "penisole": quella saronnese a sud est (tra le province di Como e Milano) e quella montuosa della Val Veddasca a nord, al confine con la Svizzera.
La provincia di Varese, oltre ai sette laghi per cui è molto nota, presenta altri specchi d'acqua minori, alcuni importanti fiumi e numerosi torrenti. IlLago Maggiore o Verbano segna il confine occidentale della zona centro – settentrionale della provincia. Suo emissario è ilfiume Ticino, che si immette nel lago inSvizzera. Il territorio della provincia comprende un'isola sul lago: l'Isolino Partegora, sito in territorio diAngera. Sul lago sono sorte in posizioni strategiche alcune importanti città, qualiLuino,Laveno-Mombello,Maccagno,Ispra,Angera ed al termine del lago, dove fluisce il Ticino,Sesto Calende.
IlLago Ceresio o di Lugano segna il confine orientale, con la Svizzera, della zona centrale della provincia. Sul lago si sono sviluppati alcuni centri, che sfruttano la posizione di confine, comePorto Ceresio eLavena Ponte Tresa. Quest'ultimo comune è formato dall'unione dei centri di Lavena e Ponte Tresa. A Ponte Tresa, fluisce dal lago ilTresa (o "la Tresa, come viene denominato inSvizzera[4], che sfocia nel Lago Maggiore. IlLago di Monate e ilLago di Comabbio segnano il confine tra la zona centrale del Varesotto ed ilGallaratese, che insieme alBustese ed alSaronnese, rappresenta la parte meridionale della provincia. Emissario del Lago di Monate è l'Acqua Nera, che confluisce nel Lago Maggiore, mentre l'emissario del Lago di Comabbio è ilCanale Brabbia, tributario delLago di Varese.
InValganna si trovano ilLago di Ghirla ed ilLago di Ganna. Quest'ultimo è uno degli specchi d'acqua più puliti d'Italia. Sempre in Valganna si trovano laTorbiera del Pralugano oPaludaccio di Ganna ed ilLaghetto Fonteviva. Emissario dei laghi è ilMargorabbia, tributario delTresa. IlLago Delio è un bacino artificiale nato per produrreenergia idroelettrica. È regolato alle estremità da due dighe.
Altri specchi d'acqua meno importanti sono ilLaghetto di Brinzio, ilLaghetto Cicogna adArcisate, ilLaghetto Verde diViggiù, laLagozzetta oLagozza di Besnate (un altro luogo dove sono state ritrovate importanti testimonianze preistoriche), ilPaù Majur diBrinzio, loStagno Maisa aCaronno Varesino, loStagno Gerbo aMorazzone, loStagno Madonnetta e loStagno di Torba aGornate Olona, ilCarecc diCuvio, ilLaghetto Motta d'Oro aGavirate e loStagno Tagliata adInduno Olona, il laghetto artificiale dei pescatori diAlbizzate ed il laghetto della fornace diAlbizzate. I maggiori fiumi sono l'Olona e il Ticino.
L'Olona nasce a nord di Varese, sulmonte Legnone, nel complesso dell'ex Villaggio Cagnola della Rasa, ed è alimentato da numerosi affluenti; in seguito attraversaMilano e confluisce nel Lambro meridionale, in seguito alla deviazione verso Milano stessa, ad opera degli antichi romani che ne spezza il corso in due tronconi, il secondo troncone, detto Olona meridionale nasce a Bornasco e si getta nelPo aSan Zenone. Questo fiume è stato importantissimo per il decollo dell'industria nel Varesotto, specie in centri comeVarese, ma anche nell'Altomilanese, specie aBusto Arsizio eCastellanza. Tra l'inizio del Novecento e gli anni novanta le sue acque hanno raggiunto un notevole grado di inquinamento, causato dagli scarichi delle numerose industrie lungo il fiume. Prima dell'industrializzazione l'Olona ha mosso le pale di numerosissimimulini ad acqua. Nel Settecento, nel tratto tra Varese e Milano vi erano 116 mulini. La presenza dei mulini era una grande fonte di ricchezza, nel medioevo e favorì lo sviluppo di alcuni centri comeCastiglione Olona eCastelseprio. L'antica vocazione del fiume è tuttora testimoniata daiMulini Grassi e daiMulini Trotti a Varese, dalMulino Bernasconi a Malnate, dalMulino Taglioretti aLonate Ceppino, dalMulino Ponti-Bosetti aFagnano Olona e dalMulino del Sasso aOlgiate Olona.
La Tresa è l'emissario del Lago di Lugano ed è di origine artificiale. Fu infatti fatto costruire dai milanesi attorno al 1300, per collegare il Lago di Lugano con il Verbano. Nel tratto finale, traLuino eGermignaga, scorre in quello che un tempo era l'alveo del Margorabbia, che si immetteva direttamente nel Verbano. Nel Trecento la sezione dell'alveo venne allargata per accogliere la portata della Tresa, ben più importante di quella del Margorabbia. Per cui il Margorabbia è considerato un affluente della Tresa.
Il Margorabbia nasce inValganna e forma i laghi di Ganna e Ghirla, percorre in seguito la Valtravaglia, ricevendo le acque deltorrente Rancina, il suo maggior tributario. Infine, sfocia come già detto nella Tresa. Il Bardello è l'emissario del Lago di Varese e sfocia nel Verbano pressoBesozzo.
Il clima della provincia di Varese nella botanica è spesso chiamato "clima insubrico" ed è tra i più piovosi d'Italia con la punta massima a Vararo presso Cittiglio con 2000 mm annui. La catena alpina a nord però la protegge dai venti freddi, di conseguenza le temperature sono miti, in particolare in prossimità dei molti laghi. La combinazione di molte precipitazioni e clima mite favorisce lo sviluppo di una vegetazione molto rigogliosa come raramente accade in altre parti d'Europa e permette la coltivazione di piante esigenti adattate a questo clima particolare quali lecamelie.[5]
La natura della provincia è molto diversa nella parte settentrionale e in quella meridionale. La parte nord presenta rilievi non eccessivamente alti, tra Campo dei Fiori e Luino fino a 1200 m e nel Luinese fino a 1700 m, ma molto ripidi e aspri. L'agricoltura si limita alle vallate, dove si trovano anche gli insediamenti, il resto è quasi completamente ricoperto da boschi, che grazie al clima favorevole ricrescono velocemente dopo l'abbattimento o i frequenti incendi boschivi invernali. Gran parte di essi fino a circa 800-1000 m è dominata dalcastagno, in luoghi freschi frammisto contiglio efrassino maggiore. In luoghi rocciosi con microclima più o meno mite e abbastanza comune laroverella e meno comune ilcerro, in quelli rocciosi e più freschi raramente si incontra ilrovere, soprattutto nel Luinese, in Valcuvia e in Valganna. Dove il bosco è meno denso e il suolo povero si rinvengonobetulle. Frequenti sono macchie consistenti diciliegio selvatico con la sua fioritura vistosa facili da individuare se si lascia vagare l'occhio sui pendii della montagna da lontano a inizio primavera.
Sopra i circa 800m i boschi difaggio sostituiscono i castagneti, che nei luoghi più freschi della Valcuvia possono scendere fino ai 500 m.
Sparso nelle zone montane e collinari del Varesotto si trovano alcuni prati aridi naturali, floristicamente molto ricchi. Sono luoghi rocciosi dove il bosco, che ricoprirebbe quasi tutta la provincia senza l'intervento dell’uomo (a parte i luoghi umidi) non può crescere, perché lo strato di terra non è abbastanza profondo. I prati aridi più interessanti si trovano sul Monte Sangiano, vicino all'omonimo paese. Alcune specie di piante crescono solo qui in provincia di Varese, come l'eliantemo appenninico (Helianthemum apenninum),Inula spiraeifolia L. e alcune graminacee tipiche delle steppe dell'Asia centrale, tra cui illino delle fate (Stipa eriocaulis) e il paleo tardivo (Kengia serotina). Altri prati secchi si trovano ai Pizzoni di Laveno, vicino a Vararo, al Campo dei Fiori e sopra Rasa, a nord di Varese.
Verso il Varesotto centrale e meridionale improvvisamente il paesaggio cambia aspetto e diventa pianeggiante con qualche ultima collina morenica fino ad inserirsi nella Pianura Padana. Questa parte della provincia è molto densamente popolata e antropizzata. Nonostante questo rimangono alcune aree umide estese e importanti, che sono probabilmente gli ambienti più interessanti del Varesotto con specie dellalista rossa italiana. dove le stazioni presenti sono tra le ultime a livello nazionale. Molto interessante è la flora galleggiante del Lago di Varese e del Lago di Comabbio e quella delle paludi circostanti dove cresce ilnanufaro[6], laninfea bianca, il millefoglio (Myriophyllum spicatum) e tra le specie della lista rossa lacastagna d'acqua e illimnantemio. Notevoli sono anche le estese paludi di Biandronno e della Brabbia, dove fino agli anni settanta veniva estratta la torba. Soprattutto nella palude di Biandronno si conserva ancora una tipica flora di torbiera, diventata estremamente rara nella Pianura Padana. Sono presenti le orchideeOrchis incarnata eEpipactis palustris (forse estinta come ancheLiparis loeselii) e le carnivoreDrosera rotundifolia eUtricularia australis. Nella palude Brabbia si diffonde in modo massiccio una esotica, ilfior di Loto (Nelumbo nucifera) mettendo in pericolo la flora autoctona.
Anche i boschi della parte pianeggiante centrale del Varesotto sono piuttosto umidi e dominati difrassino maggiore (Fraxinus excelsior),farnia (Quercus robur) erobinia (Robinia pseudoacacia). Lo stesso tipo di bosco si trova anche nelle vallate principali della provincia di Varese settentrionale (Valcuvia, Valganna, Val Marchirolo, Piana di Luino, Valceresio).
Lapide su un muro nel centro storico diIspra, riportante indicazione dell'antico mandamento di Angera nella allora provincia di Como, prima dell'istituzione della provincia di Varese.
«D'argento, inquartato dalla croce diminuita, di rosso: il PRIMO, alla effigie di San Vittore, movente dal braccio orizzontale della croce, il viso e le mani di carnagione, vestito con la tunica di rosso e con la corazza di cuoio al naturale, il capo coperto dall'elmo, dello stesso, il fianco destro sostenente la daga di argento, il Santo tenente con la mano destra l'asta di nero munita del vessillo bifido, di bianco al naturale, caricato dalla crocetta di rosso, con la mano sinistra la palma di verde; il SECONDO, algallo ardito, di rosso; il TERZO, alla lettera maiuscola B, di rosso, accompagnata in punta dallafiamma dello stesso; il QUARTO, alcastello di rosso, mattonato di nero, merlato alla guelfa, le due torri ognuna di tre, il fastigio di tre, esso castello aperto del campo, finestrato di sei nelle torri, tre e tre, dello stesso, sormontato daltortello di nero. Ornamenti esteriori da Provincia»
I simboli presenti nei quattro cantoni attorno alla croce rossa rappresentano quattro tra i principali comuni del territorio:san Vittore per Varese, il gallo perGallarate, il castello perSaronno e la lettera "B" con la fiamma perBusto Arsizio. La versione iniziale di tale stemma era leggermente diversa: lo scudo presentava un fondo bianco, lostemma di Busto Arsizio (scudo troncato di rosso alla B bianca e di bianco alla B rossa) era disegnato integralmente, mentre gli altri tre emblemi erano colorati perlopiù in grigio. Questo disegno venne bocciato dall'Ufficio araldica e onorificenze dellaPresidenza del Consiglio dei ministri, poiché proporzioni scorrette tra i vari elementi, colori non consentiti dalle regole araldiche italiane (il bianco sullo sfondo e in una delle B dello stemmabustocco) o non sufficientemente contrastanti (le figure grigie, ché araldicamente il bianco e grigio sono ambedue "argento"). Lo scudo venne pertanto reso più tondeggiante e colorato d'argento, lo stemma di Busto Arsizio sostituito da una semplice B rossa sovrastante una fiamma e gli emblemi diVarese,Gallarate eSaronno ricolorati in rosso (per maggior contrasto e per richiamarsi alle simbologie storiche delle varie città). Al di sotto dell'insieme venne infine collocata una ghirlanda dialloro equercia serrata da un nastrotricolore[9].
Il gonfalone è un drappo bianco caricato dello stemma provinciale e dell'iscrizioneProvincia di Varese nella parte frontale, mentre sul retro è ricamato lo stemma civico di Varese, incorniciato dai simboli di quattro comuni dell'alto Varesotto, uno per ciascuna delle comunità montane (Arcisate per la Valceresio,Laveno-Mombello per la Valcuvia,Cadegliano-Viconago per la Valganna-Valmarchirolo,Luino per le Valli del Luinese) che a quel tempo componevano la parte settentrionale del territorio provinciale.
Lato frontale del gonfalone provinciale in uso dal 2006
Lato posteriore del gonfalone provinciale in uso dal 2006
Oltre al gonfalone, la provincia di Varese fa uso della bandiera, la quale è armeggiata in campo intero: è cioè la trasposizione in forma di bandiera del contenuto dello stemma[10].
Lo stemma precedentemente in uso, adottato conRegio Decreto del 20 maggio1928, aveva la seguente blasonatura:
«Troncato: nel PRIMO di rosso al palo d'argento, addestrato alla figura del martire San Vittore, patrono della città di Varese, nascente dalla partizione e sinistrato da un gallo, ardito, d'argento, membrato, imbeccato, crestato e barbugliato d'oro; nel SECONDO d'argento pieno.»
Esso conteneva solo simboli inerenti alle città diVarese eGallarate, in quanto la provincia nasceva sostanzialmente dall'unione – per scorporo rispettivamente dallaprovincia di Como e daquella di Milano – delcircondario di Varese e della quasi totalità diquello di Gallarate[11], cui apparteneva ancheBusto Arsizio, che pure era da tempo più popolosa del capoluogo circondariale. Tale peculiarità era legata agli antichi privilegi religiosi e civili di cui Gallarate godeva. Nondimeno, Busto Arsizio fu uno dei comuni che fece maggior resistenza all'accorpamento alla nuova provincia, al pari - tra gli altri - diCastellanza eSacconago, sia ritenendo un "declassamento" il passaggio dall'amministrazione milanese a quella varesina, sia evidenziando come i legami storico-economici del territorio (a differenza del gallaratese) fossero ben più forti verso la metropoli che verso il nuovo capoluogo[12].
La primissima versione di questo stemma (di fatto mai entrata in uso) prevedeva che il cantone di destra recasse lo stemma di Gallarate nella sua forma "esatta" (troncato d'argento e rosso con due gallidell'uno nell'altro), mentre al centro dello spazio argenteo era inserito unfascio littorio; tale disegno era testimoniato in un affresco realizzato daGiuseppe Montanari nelPalazzo Estense di Varese, poi rimaneggiato a seguito della caduta del fascismo[13].
Il gonfalone era un drappo bianco, caricato frontalmente del suddetto stemma, dell'iscrizioneProvincia di Varese e dell'effigie di un'aquila circondata da una corona di due ramoscelli d'alloro.
Primissimo stemma della provincia, disegnato nel1928 ma mai effettivamente applicato.
La provincia possiede un sistema di autobus urbani, interurbani ed internazionali con la vicina Svizzera. I servizi sono gestiti dalle società Autolinee Varesine S.r.l, Giuliani & Laudi S.p.a., Castano Turismo (per conto del C.T.P.I.,Consorzio Trasporti Pubblici Insubria), Ferrovie Nord Milano Autoservizi, Beltramini & Gianoli, Saco, Air Pullman, STIE
In provincia di Varese è possibile praticare la navigazione lacustre, in particolare sul lago Maggiore, a pochi chilometri da Varese.
I battelli e traghetti sono gestiti dalla Società Navigazione Lago Maggiore (Gestione Navigazione Laghi)[43], sulla lineaArona-Stresa-Locarno, consentendo quindi un collegamento diretto traLombardia ePiemonte, e tra la provincia di Varese e quella delVerbano-Cusio-Ossola.
Gli imbarcaderi si possono trovare adAngera,Ranco,Ispra,Leggiuno (Santa Caterina),Laveno (uno dei maggiori scali del lago: oltre al porto turistico, c'è un imbarcadero dal quale partono tutto l'anno traghetti con trasporto di automobili perIntra),Porto Valtravaglia,Luino eMaccagno.
Il versante italiano delMonte San Giorgio è stato inserito nel 2010 nel World Heritage List, completando così il riconoscimento che il sito in territorio svizzero aveva già ricevuto nel 2003, a seguito degli eccezionali ritrovamenti paleontologici distribuiti su cinque livelli fossiliferi distinti d'età compresa tra 230 e 245 milioni di anni, fatto che ha permesso di studiare l'evoluzione di alcune specie animali e vegetali nell'arco di alcuni milioni di anni.
Sempre nel 2011 sono stati inclusi nella lista i siti nel complesso dell'Isolino Virginia-Camilla-Isola di San Biagio aBiandronno, Bodio centrale o delle Monete aBodio Lomnago e Il Sabbione o settentrionale aCadrezzate, parte del riconoscimento agliAntichi insediamenti sulle Alpi palafitticoli di età preistorica.
Tra i comuni diSomma Lombardo,Ferno eVizzola Ticino si trovaVolandia, il più grande museo aeronautico italiano, nonché uno dei maggiori a livello europeo[44]. Il museo sorge in quelli che furono i capannoni delle storicheofficine Caproni, le prime in Italia a produrre aeroplani.
I dialetti parlati in Provincia di Varese sono tutti varianti delLombardo occidentale. Intellegibili fra loro, e basati sull'articolo determinativo maschileul (contrapposto alel milanese) presentano una grande omogeneità linguistica nella zona centro-settentrionale della provincia e lungo la sponda orientale del Lago Maggiore. Nel basso Varesotto la variante locale è simile al Saronnese.
Nell'Altomilanese, e in particolare nella zona diBusto Arsizio, si parla ildialetto bustocco, caratterizzato dalla presenza di tratti liguri e delle vocali turbate.
Nella giurisdizione ecclesiastica dellaChiesa cattolica, la stragrande maggioranza del territorio della provincia è compresa nell'arcidiocesi di Milano e segue ilrito ambrosiano. Fa eccezione la zona pastorale XVI delle Valli Varesine (Valcuvia e Valmarchirolo), che appartiene alladiocesi di Como e segue ilrito romano.
L'economia è principalmente basata sull'industria e, in minima parte, nell'agricoltura specializzata e nell'artigianato; alcuni dei principali marchi della provincia di Varese sono:
La Provincia di Varese fu tra le prime province lombarde in cui, verso la metà dell'Ottocento, nacque l'industria. A inizio Novecento la Provincia di Varese era un importante centro industriale, a vocazione soprattuttotessile (Cotonificio Cantoni, Società De Angeli Frua,Cotonificio Dell'Acqua solo per citare i più noti) emeccanica (Isotta Fraschini, Caproni, Augusta, Comerio ed altre) ma dagli anni sessanta e settanta la crisi che ha investito il settore, specie quello tessile (prevalente in questa provincia) ha causato la chiusura di molti stabilimenti, diversi dei quali con elementi di notevole pregio architettonico: l'area della Provincia si è trovata improvvisamente con un grande patrimonio di archeologia industriale in stato spesso di totale abbandono.
Gli stabilimenti sono concentrati soprattutto in tre aree: laValle Olona e le due città industriali diBusto Arsizio eGallarate, più centri minori comeTradate oSaronno. Molti sono gli esempi del sapiente recupero e riutilizzo degli edifici storici industriali. A Busto Arsizio, per esempio, si possono segnalare la filatura dell'ex Cotonificio Bustese (edificata nel 1891-1896 e dismessa nel 1978) che dal 1997 ospita ilMuseo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio; gli exMolini Marzoli Massari (costruiti a più riprese tra il 1906 ed il 1926 in stile liberty, chiusi nel 1975), sede dal 2000 di alcuni corsi dell'Università degli Studi dell'Insubria; l'ex Cotonificio Ercole Bossi, sedeACLI; l'ex Cotonificio Dell'Acqua-Lissoni-Castiglioni, sede di un negozio di arredamenti; l'ex Cotonificio Crespi, poi adibito a banca. A Castellanza si segnalano il recupero della monumentale filatura dell'ex Cotonificio Cantoni e degli edifici circostanti (1905-1930, chiusa nel 1988) che dal 1991 è sede dell'UniversitàLIUC, e quello del capannone finissaggio dell'ex Manifattura Tosi, trasformata in Biblioteca Civica. A Tradate, notevole è il recupero della fabbrica di moto e biciclette Frera (1905, chiusa nel 1936), divenuta Museo della Motocicletta e Biblioteca Comunale. AGerenzano si può citare l'ex Stamperia De Angeli Frua restaurata come centro assistenza anziani, mentre a Gallarate è in corso la ristrutturazione dell'edificio principale dell'ex Tessitura Cantoni-Introini (1907) come sede dell'IPC Falcone; a Sesto Calende si segnala la ristrutturazione del padiglione più antico dell'ex Vetreria AVIR (Museo del Vetro ed altro).
Sono comunque ancora molti i progetti in campo, il più importante dei quali è il recupero delle ex OfficineCaproni diVizzola Ticino come Museo dell'Aeronautica. Negli ultimi anni, su iniziativa dell'allora Presidente della ProvinciaMarco Reguzzoni, è nata la FondazioneVolandia. Nel 2015 ilMuseo dei trasporti Ogliari ci ha trasferito la sua esposizione.[45]Progetti importanti sono anche quello del riutilizzo della centrale termoelettrica di Castellanza come albergo e centro congressi (progetto bloccato) e quelli relativi a moltissimi gli edifici storici industriali in attesa di un recupero (per esempio l'exCalzaturificio Borri di Busto o l'ex Isotta Fraschini di Saronno). Non mancano casi in cui edifici di grande valenza storica sono stati totalmente abbattuti: l'ex Manifattura Borgomaneri di Gallarate o l'ex CEMSA di Saronno ne sono un triste esempio.
Golf: Golf Club Varese[84], Golf dei Laghi[85], Le Robinie Golf Club[86]
Arti marziali: A.S.D. Kickboxing Combat Team Era[87],. Olimpia Boxe[88], Nuova Olimpia Boxe[89], Fuji Yama[90], Amoruso Kickboxing School, Pro Patria Judo[91], SS Versus[92], Polisportiva Budokan, Fusion Team[93], Judo Club Castellanza[94]
Alpinismo: Club Alpino Italiano: Sezione di Luino[95]
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali