La provincia di Sondrio ha la distinzione di essere l'unica provincia italiana stante in tre bacini alpini fluviali principali diversi:Val di Lei (comune diPiuro) con il suoReno di Lei che manda le sue acque nel Mar del Nord in Olanda (pressi di Rotterdam) tramite ilReno Posteriore e poi ilReno vero e proprio; il fiume principale della provincia, l'Adda, che forma la Valtellina, cui acque sfociano nel Mar Adriatico mediante ilPo, e il torrenteAqua Granda e altri minori che, mediante il lago artificiale denominato Livigno, si scaricano nel fiumeInn in territorio elvetico per poi unirsi alDanubio nell'Austria settentrionale (le acque della conca di Livigno sono dunque danubiane e pertanto finiscono nel Mar Nero nel sud-est della Romania). Dei quattro bacini alpini grandi infatti manca solo quello del fiumeRodano.
Importante canale europeo, la provincia di Sondrio è stata per secoli la più veloce via di collegamento traEuropa centrale e penisola italiana, perciò fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti.
Sita nella zona che i Romani chiamavanoGallia cisalpina, fu abitata in età antica da popolazioni celto-liguri (leponzi) e retiche (camuni),romanizzate dopo l'avvento della dominazione romana.
Dopo la fine della dominazione romana con lo sgretolarsi dell'impero, passò sotto la dominazione deiLongobardi e poi deiFranchi. Gli imperatori assegnarono il territorio provinciale ai vescovi dellaDiocesi di Como, a cui tuttora appartiene.
Nel XIV secolo il territorio occidentale fu sotto il dominio dei Visconti e poi degli Sforza delducato di Milano mentre quello orientale costituiva il limite estremo dellaSerenissima.
Nel 1512 passò al dominio delCanton Grigioni durante il quale si verificò nel 1620 ilSacro Macello in cui furono uccisi 400 protestanti (in maggioranza lo erano i grigionesi).Gian Giacomo Robustelli, capo della rivolta, dichiarò l'indipendenza della Valtellina. La Valchiavenna, che aveva traffici commerciali coi dominanti, non vi prese parte. La sanguinosa insurrezione dei cattolici contro i protestanti fu fomentata dalla Spagna (la quale aveva il ducato di Milano) e dai nobili valtellinesi esautorati dai nobili grigionesi. Ci fu un ventennio di sospensione del dominio grigionese fino al 1639 colCapitolato di Milano.
Lo stemma della provincia di Sondrio è stato concesso con regio decreto del 5 agosto 1923.
«Inquartato: al primospaccato d'argento e di rosso, al castello di pietra, aperto e finestrato di nero, merlato alla ghibellina, sormontato dall'aquila coronata, al volo abbassato, di nero, il tutto sulla partizione; al secondo di rosso, alla croce d'argento; al terzo di rosso, a due chiavi d'argento, decussate, coll'ingegno in alto volto all'esterno, legate con catenella d'argento, e accantonate in alto dall'aquila coronata, di nero; al quarto di rosso, alle due chiavi d’argento decussate, coll'ingegno in alto e con una spada pure d'argento, all'elsa d’oro, posta in palo, con la punta in alto, in mezzo al campo;sul tutto partito d'azzurro e d’argento, alle due spade decussate, di argento, all'elsa d'oro, accompagnate da due rami di palma, di verde, decussati, il tutto sormontato da un giglio d'oro, sulla partizione. Lo scudo sarà sormontato della corona stabilita per le Provincie.»
Lo stemma della provincia riunisce gli emblemi dei comuni capoluogo degli antichi Terzieri della Valtellina: Sondrio, Morbegno e Tirano e deicontadi di Bormio eChiavenna.Lo stemma di Bormio (croce d'argento in campo rosso) risale agliantichi legami con la città diComo. Lostemma di Tirano, un castello a tre torri sovrastato dall'aquila imperiale è lo stemma dei Visconti Venosta, la nobile famiglia tiranese legata indissolubilmente alla storia della città, e adottata come emblema comunale nel XIX secolo in sostituzione del tradizionale simbolo costituito dall'immagine san Martino, patrono della parrocchia, che taglia il mantello con la spada per donarne la metà ad un povero.Lostemma di Morbegno, nella parte inferiore dello scudo, va ricondotto agli apostoli Pietro e Paolo, patroni del comune, i cui attributi sono le chiavi e la spada. Stessa origine per lostemma del comune di Chiavenna (nel quarto punto) le cui chiavi incrociate hanno un significato religioso poiché anticamente le riunioni del consiglio comunale si tenevano nella chiesa di San Pietro; l'aggiunta successiva dell'aquila potrebbe riferirsi al passaggio dell'imperatore Federico Barbarossa per l'antico contado.
Al centro dello scudo, lostemma del capoluogo dove le spade incrociate e le palme sono un riferimento ai patroni, i santi Gervasio e Protasio, soldati e martiri. Il giglio d'oro deriverebbe invece dai capitani castellani di Masegra.[4]
Territori storici della provincia di Sondrio
Il gonfalone della provincia di Sondrio è costituito da un drappo di bianco.
«Posta su un territorio di confine interamente montano, costituito dalle valli dell'Adda (Valtellina) e del Mera (Valchiavenna), la provincia di Sondrio, trovatasi al momento dell’armistizio stremata nella sua fragile economia di sussistenza, a base prevalentemente piccolo – contadina, e umanamente colpita negli affetti per i Caduti su tutti i fronti, diede luogo a una lotta di resistenza attiva, tenace, coraggiosa. Fra l'autunno 1943 e la primavera 1944 si vennero costituendo le formazioni partigiane "Garibaldi" e "Giustizia e Libertà", nelle quali accorsero numerosi valligiani, reduci dai fronti, e giovanissimi, insieme con elementi antifascisti provenienti dall'estero. Attestate sui fianchi retici, orobici e lepontini e nelle valli laterali, esse svilupparono una condotta molto aggressiva di disturbo con numerosi colpi di mano e con azioni dirette a bloccare le forze nazifasciste in un ruolo difensivo. Le popolazioni, senza la cui solidarietà fattiva e costante non sarebbe stata possibile la lotta partigiana in un tessuto di villaggi e casolari disseminati su tutte le aree di dislocamento delle formazioni, pagarono duramente la consapevole connivenza e partecipazione, con repressioni e ritorsioni terroristiche, come testimoniano i casi più drammatici di Buglio in Monte, Sernio, Campo Tartano, Mello, Vervio, Triasso (Sondrio), Uzza (Valfurva), Boirolo (Tresivio), dove la furia vendicativa si manifestò con incendi e fucilazioni. I centoquaranta caduti partigiani, i quarantotto caduti civili e i centoquarantaquattro mutilati, invalidi e feriti convalidano ed esaltano il contributo corale della gente valtellinese e valchiavennasca, degne protagoniste del Secondo Risorgimento italiano. Territorio della provincia di Sondrio, 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945» — 16 marzo 1987
Inoltre, con decreto 18 novembre 1987 il presidente della Repubblica ha disposto il conferimento della medaglia d'argento al valor civile al gonfalone della provincia di Sondrio in seguito alnubifragio avvenuto tra il 18 e il 28 luglio 1987[senza fonte]:
«Quale solenne riconoscimento alle popolazioni della provincia di Sondrio per l'esemplare prova, data dal luglio al settembre 1987, di unitaria compostezza civica, di sereno coraggio, di spirito di sacrificio con i quali, sopportando disagi, danni, lutti, perseveravano con tenace impegno a secondare l'imponente sforzo delle autorità nazionali, regionali, locali e delle strutture di pronto intervento, di protezione civile e di tecnici per fronteggiare con successo una difficilissima congiuntura. Provincia di Sondrio, luglio - settembre 1987» — 18 novembre 1987
Secondo le statisticheISTAT[8] al 31 dicembre 2017 la popolazione straniera residente nella provincia era di 9 704 persone, pari al 5,35% della popolazione.Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[8]
In termini assoluti, i comuni con il maggior numero di residenti stranieri sonoSondrio (1 963 abitanti),Morbegno (778) eLivigno (573), mentre in percentualeDelebio è il comune con più residenti stranieri (il 17,1%).
La provincia di Sondrio è risultata quattordicesima nella classifica costruita daSole24Ore sulla qualità della vita nelle province italiane del 2014[9].
Per la città di Sondrio e per tutta la provincia una voce vitale nell'economia e nella tradizione culturale è la coltivazione della vite da cui si ottengono diverse varietà vinicole molto rinomate, le cui principali sonoMaroggia,Grumello,Inferno (cantato anche dal poetaEugenio Montale),Sassella eValgella.
Per poter coltivare la vite nei difficili territorimontuosi i contadini dovettero strappare, tramite l'uso deiterrazzamenti costruiti con muretti a secco, metro su metro a rocce e territoriboschivi.
I terrazzamenti costruiti nel corso dei secoli rappresentano un brillante esempio diingegneria rurale e un interessante esempio di trasformazione del territorio da parte dell'uomo, che cerca di sfruttare al meglio un territorio e un clima certo non favorevole all'agricoltura.
Culturalmente la coltivazione dellavite rappresenta tuttora un punto focale nel mantenimento delle tradizioni popolari, ancora molto radicate soprattutto nei paesi.
^Regio decreto del 5 giugno 1910che approva gli annessi elenchi degli enti e delle persone ai quali vennero conferite medaglie ed attestazioni di menzione onorevole per l'opera da essi data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italian. 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali