Il tratto di costa provinciale savonese, daAndora aVarazze, è denominatoRiviera del Beigua per quel tratto attorno e a ridosso delmonte Beigua - a cavallo tra i comuni savonesi e genovesi - eRiviera delle Palme pressoché l'intera area provinciale. Due sono le isole della provincia: l'isola di Bergeggi e l'isola Gallinara, entrambe riserve naturali regionali.
Notevole è la presenza nel territorio di cavità naturali egrotte, specie inval Varatella e nel comune diToirano, ricche di particolare pregio naturalistico e soprattutto storico per le numerose testimonianze rinvenute. Tra le cavità più celebri si possono menzionare lagrotta della Basura o della Strega, ricca di importanti tracce e reperti archeologici collegabili già alNeolitico e all'uomo primitivo, dove ogni anno si registrano una forte presenza turistica.
Le valli savonesi prendono forma dalle due principali catene montuose, leAlpi Liguri e leAlpi Marittime – comprese tra ilcolle di Cadibona e ilcolle di Tenda – e l'Appennino ligure. Secondo gli studi è proprio sul colle di Cadibona, a 459 m sul livello del mare, dove i due sistemi montani vengono convenzionalmente divisi, formando un insieme di articolate valli e colline diverse orograficamente tra loro. Esse sono costituite per lo più da vaste zoneboschive, stimate ad oggi a circa il 64% dell'intero comprensorio provinciale. Tale valore, chiamato coefficiente di boscosità, rappresenta una sorta di primato italiano – la media nazionale è del 29% - catalogando di fatto la provincia di Savona la più "boscata d'Italia". I suoi boschi sono formati per lo più da alberi dicastagno – circa il 30% del territorio boschivo –querce,faggi,aceri,frassini,ciliegi,sorbi,ontani,carpini,pioppi ebetulle.
I comuni della provincia che si affacciano direttamente sul mare sono 21 su 69 comuni totali. Le coste dellaRiviera di Ponente risultano prevalentemente basse e sabbiose a differenza di quelle del Levante ligure che sono principalmente alte e frastagliate.
Il clima è tipico dell'area delmar Mediterraneo, come nel resto della regione e le sue temperature miti sono un forte richiamo turistico. Durante la stagioneinvernale le temperature medie, nell'area litoranea, sono complessivamente miti, con valori medi giornalieri che in gennaio tendono a decrescere leggermente, procedendo da ovest verso est, passando da temperature medie prossime ai +10 °C (al confine con laProvincia di Imperia) ai +7/+8 °C che si riscontrano nella fascia costiera centro-orientale, l'estate è ovunque moderatamente calda, con valori medi di luglio che oscillano, a seconda delle località tra i +23 e i +25 °C. Nel complesso il clima del settore costiero più interno (centro-orientale ed orientale) risulta meno caldo ma più afoso rispetto a quello dell'estremo Ponente provinciale, in virtù dei tassi di umidità mediamente più elevati; a stemperare la calura concorre comunque, in tutta la fascia litoranea, il regime delle brezze diurne e notturne, tipico di tutte le coste liguri.Il clima dell'entroterra marittimo è più freddo di quello strettamente costiero, in funzione della maggiore altimetria e della natura accidentata del territorio, che tende a creare microclimi vallivi (stazione meteorologica di Stella San Bernardo) o di pianura sublitoranea (stazione meteorologica di Albenga Villanova), sensibilmente differenti rispetto a quelli che si riscontrano nella fascia strettamente litoranea, tuttavia anche per queste aree possiamo parlare di microclimi di tipo mesomediterraneo o submediterraneo, con escursioni termiche stagionali moderate e inverni complessivamente non rigidi, anche se contraddistinti da gelate abbastanza frequenti e talvolta anche da discreti valori di nevosità (ma la persistenza della neve al suolo è spesso limitata a pochi giorni); in queste aree le estati possono risultare piuttosto calde (nelle piane sublitoranee e nei fondovalle più bassi e meno soggetti alle brezze) o complessivamente fresche e gradevoli (nelle aree collinari interessate più direttamente dalle brezze marittimo-costiere), i valori medi di luglio e agosto sono compresi in genere tra i +20 e i +23 °C in funzione dell'altitudine e della conformazione geografica.
Situazione diversa ritroviamo sui versanti padani, che sono caratterizzati da più marcatacontinentalità con forti escursioni termiche giornaliere, moderate escursioni termiche stagionali e inverni complessivamente rigidi, con medie di gennaio che ad altitudini di fondovalle (300/700 m) sono in genere comprese tra 0 °C e +3 °C, le gelate notturne sono frequentissime nel periodo invernale ed anche nella prima parte della primavera e nella seconda parte dell'autunno e talvolta possono risultare intense (minime inferiori ai -10/-12 °C non sono affatto rare, anche all'interno dei centri abitati, mentre durante ondate di freddo particolarmente intense, come quelle del febbraio 1956, del gennaio 1963, del gennaio 1985 e del febbraio 2012 sono state registrate minime assolute localmente inferiori ai -20 °C), Nelle aree del versante padano le nevicate sono spesso copiose e si registra una buona persistenza del manto nevoso; in queste aree, seppur mitigate dall'altitudine collinare, le estati sono spesso piuttosto calde (valori medi di luglio attorno ai +22 °C a 300 m di altitudine, attorno ai +20 °C a 700 m), con massime diurne che in luglio ed agosto possono superare con una certa facilità i +30 °C, mentre i valori massimi estremi possono toccare i +33/+35 °C.Clima ulteriormente diversificato hanno le zone montuose, al di sopra dei 900-1.000 m, che hanno inverni freddi e nevosi, estati fresche e talvolta instabili e precipitazioni consistenti in tutte le stagioni intermedie. La pluviometria mostra un andamento inverso rispetto a quello delle temperature, le precipitazioni tendono infatti ad aumentare procedendo dalla costa verso il crinale alpino-appenninico, per poi diminuire gradualmente mano a mano che, dalla displuviale principale alpino-appenninica, si scende lungo le valli del versante padano. L'andamento delle precipitazioni si fa crescente anche procedendo lungo la fascia costiera da sud-ovest in direzione nord-est, passando da minimi intorno ai 650/700 mm al confine con la Provincia di Imperia a massimi di circa 1.000 mm al confine con quella diGenova, l'area complessivamente più piovosa della Provincia di Savona è comunque quella nord-orientale, dove sui rilievi delGruppo del Beigua si registrano valori pluviomentrici medi attorno ai 1600/1700 mm
Il territorio era occupato dalle popolazioni celtiche deiliguri, dalle tribù dei Sabazi nell'area di Savona, gliingauni nell'area diAlbenga e degli Statielli nelle valli del fiume Bormida. Nel 180 a.C. l'impero romano conquista il ponente, costituendo ilmunicipium diVada Sabatia che si estendeva daCogoleto aFinale Ligure e diAlbingaunum da Finale Ligure aSanremo.
La cristianizzazione del ponente ligure inizia probabilmente per il martirio disan Calocero nel 121 nell'anfiteatro romano di Albenga, che porta sulla sua tomba molti fedeli e con la successiva evangelizzazione disan Calimero, tant'è che 357san Martino viene a rifugiarsi nella comunità cristiana ingauna.La conoscenza della diocesi sembra essere piuttosto tardiva, istituita quasi sicuramente dopo la morte disant'Ambrogio.[3] Il primo vescovo di cui si abbia notizia certa è Quinzio, che nel451 firmò la letterasinodale diEusebio,vescovo di Milano, apapa Leone I; nella lettera si stabiliva la condanna diNestorio edEutiche (Mansi); tuttavia risulta essere la prima del ponente ligure, visto che si è a conoscenza di vescovi di Ventimiglia e Vado solo nel 680 per la loro presenza ad un concilio romano[4].
Attorno alX secolo, dopo una primaria divisione del territorio tra laMarca Aleramica (pressoché la zona diSavona e località vicine; a sua volta poi scorporata nellaMarca di Savona) e laMarca Arduinica (restante zona del ponente ligure), successioni e discendenze nobiliari portarono ad una frammentazione del territorio e alla istituzione dei primiliberi comuni — quest'ultimi retti da organi pubblici o comunque di rappresentanza del popolo — ofeudi governati da indipendenti signori locali o per conto di blasonate casate nobiliari italiane del tempo. Nacquero quindimarchesati che riunirono vaste aree del savonese: tra questi ilMarchesato di Clavesana, ilMarchesato di Finale e ilMarchesato di Zuccarello deiDel Carretto. Potente e forte in questo periodo fu anche la dominazione spirituale e temporale delvescovo di Albenga sui diversi territori assoggettati alla diocesi ingauna.
La prima menzione di un comitato di Albenga è del 25 maggio 869,Ludovici II Diplomata[5], per quello diVentimiglia si dovrà attendere il marzo del 979[6] e solo nel 1004 abbiamo conoscenza di un comitato anche adVado Ligure[7].
Il territorio del savonese ben presto rientrò nelle mire espansionistiche e negli interessi politici, amministrativi e soprattutto economici diGenova e della suaRepubblica. Tra il XIII e il XVI secolo spontanee sudditanze, alleanze, ma anche feroci lotte fecero della repubblica genovese la quasi totale protagonista di questa zona del ponente che, tuttavia, in diversi territori delFinalese o dellaval Bormida ancora mantennero separate e indipendenti gestioni feudali e marchesali rispetto a Genova (anche per alleanze, se non proprio sudditanze, dei signori o marchesi locali con potenze straniere comeFrancia,Spagna oSacro Romano Impero). Casi singolari e pressoché unici nel panorama savonese furono quelli dellaRepubblica di Noli, piccolo stato della zona delNolese che riuscì a "sopravvivere" dal 1192 al 1797 con una propria autonomia amministrativa stringendo, di fatto, un'alleanza politica e commerciale e non belligerante con la repubblica genovese o ancora dellaContea di Loano, quest'ultima nata come signoria nel XIII secolo e poi come contea dal 1547 e amministrata quasi ininterrottamente nei secoli dalla famigliaDoria. Simbolo di accesa rivalità fu certamente quella tra il Comune di Savona e Genova che tragicamente per la prima si concluse semi definitivamente nel 1528 con la conquista genovese dopo la distruzione della zona antica intorno alla cattedrale di Santa Maria di Castello (zona delPriamar) e l'interramento del locale porto (tra gli scali commerciali più importanti, assieme a Genova, delmar Mediterraneo). Le varie annessioni dei territori savonesi da parte della Repubblica di Genova portarono, oltre all'accrescimento dei commerci e scambi dei vari prodotti locali, o la nascita di cantieri navali lungo i principali centri e porti della costa, anche il rafforzamento delle difese militari del tratto costiero e montano con l'edificazione di torri d'avvistamento o guarnigioni (con soldati genovesi e locali) presso i valichi di confine.
Tra i secoli XVI e XVII furono notevoli e gravosi gli assalti pirateschi lungo laRiviera delle Palme (talvolta perpetrando pure nell'immediato entroterra) o, ancora, gli scontri militari con ilDucato di Savoia. Un quadro amministrativo gestito dai Genovesi e da signori locali alleati o indipendenti, diviso in capitaneati, podesterie e commissariati che si consolidò nel XVIII secolo e perdurò fino al termine di questo secolo.
Con lecampagne napoleoniche in Italia, tra il 1796 e il 1797, cui seguirono diverse battaglie inval Bormida aMillesimo,Montenotte eDego, il territorio ligure subì la caduta degli antichi stati, marchesati, feudi imperiali che furono assoggettati allaRepubblica Ligure (1797-1805). Il territorio dell'odierna provincia savonese conobbe le prime novità amministrative con la costituzione, tra il 1797 e il 1798, di due dipartimenti "alla francese": il dipartimento della Maremola (con capoluogoPietra) e il dipartimento del Letimbro (Savona). Necessità organizzative portarono, dal 1798 e fino al 1803, ad un'ulteriore divisione del territorio amministrativo in altri dipartimenti (di Colombo, delle Arene Candide, di Centa, di Capo delle Mele) e ancora, fino al 1805, nell'unico dipartimento di Colombo con Savona come capoluogo. In queste unità amministrative filo napoleoniche confluirono le costituite municipalità dei vari borghi e località che, all'epoca, erano molto più numerose delle odierne.
L'assorbimento della repubblica ligure nel Primo Impero francese dal 1805 decretò il passaggio del Savonese (comprendente i circondari di Porto Maurizio, Savona, Ceva e Acqui) nell'unicodipartimento di Montenotte (Savona fu elevata al titolo di capoluogo d'Intendenza Generale), confinante ad ovest con ildipartimento delle Alpi Marittime, ad est con ildipartimento di Genova, a nord con i dipartimenti dellaStura e diMarengo (decreto 6 giugno 1805).
Con la sconfitta e la caduta dell'impero napoleonico nel 1814, il nuovo assetto politico-amministrativo di questo territorio, e della Liguria in generale, decretò il passaggio nelRegno di Sardegna dal 1815. Dal 10 novembre 1818 il territorio dell'odierna provincia savonese venne diviso nelle due province sabaude di Albenga e di Savona all'interno della sovrastante divisione di Genova. Lafusione perfetta del 1847 comportò una nuova modifica degli assetti amministrativi provinciali del Regno che, per quanto riguarda la Divisione di Genova, rimasero però invariati: la Provincia di Savona riunì i sei mandamenti diCairo,Millesimo,Noli,Sassello,Savona,Varazze mentre la Provincia di Albenga i sette mandamenti diAlassio,Albenga,Andora,Calizzano,Finale Borgo,Loano,Pietra.
Le divisioni amministrative comunali all'interno della provincia di Savona. Di colore rosso il territorio del capoluogoSavona.
Un nuovo ordinamento e assetto amministrativo delle province delRegno di Sardegna si ebbe con laLegge 23 ottobre 1859 n. 3702, conosciuta anche come "decreto Rattazzi": la "divisione di Savona", composta da tre province, fu disgregata: le province di Albenga e di Savona furono soppresse e riunite allaprovincia di Genova mentre la provincia di Acqui venne soppressa e riunita alla provincia di Alessandria. Le due ex province liguri diventaronocircondari del regno sabaudo, che raggrupparono i 14 mandamenti dell'odierno territorio savonese. Una divisione amministrativa che ereditò il successivoRegno d'Italia dal 1861 e rimase in vigore fino al 1927; nel 1926 ilcircondario di Albenga venne soppresso e inglobato in quello diSavona, sempre all'interno della provincia di Genova.
Soppressi nel 1927 i vari circondari come da riorganizzazione statale delregime fascista, l'art. 1 del regio decreto legge n. 1 del 2 gennaio 1927[8] diVittorio Emanuele III di Savoia (pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n. 7 dell'11 gennaio 1927) istituì nuovamente la provincia di Savona dove confluirono 87comuni in precedenza sotto l'amministrazione provinciale genovese; a quest'ultima invece fu assegnato il comune diCogoleto. Il primo prefetto nominato fu Lorenzo La Via. Successivamente l'unione di alcuni comuni montani fece sì che il numero di amministrazioni scese agli attuali 69, con una superficie territoriale di circa 1.545 km².
«Campo di cielo, alla caravella navigante a vele spiegate, sopra una campagna mareggiata d'argento e d'azzurro. Cartiglio d'argento con il motto in neroPar paribus.[9]»
«Le genti di Savona, fedeli allo spirito che n'animò le gesta e l'impegno patriottico nel primo riscatto risorgimentale, reagì all'occupazione da parte delle forze armate tedesche, opponendo alla prepotente sopraffazione nazifascista una lotta tanto coraggiosa quanto ostinata. Formazioni di volontari armati furono organizzate, alimentate ed assistite dalla popolazione nella città e sulle montagne dell'entroterra e, per oltre 19 mesi, svolsero un'intensa attività di minaccia e logoramento al presidio nemico della regione. Non valsero a frenare lo slancio generoso né la precarietà dei mezzi, né la preponderanza delle forze avversarie, né le barbarie cui queste ispirarono la loro spietata opera di repressione con arresti in massa, deportazioni, torture, fucilazioni, massacri d'innocenti e distruzioni. Il grande contributo di sangue offerto dai volontari e dai cittadini vittime delle rappresaglie, i sacrifici e le sofferenze sopportati sono testimonianze di un'assoluta ostinazione a non subire la vergogna della tirannide, di dedizione alla Patria, di tenacia nella fedeltà ai più alti ideali di libertà e di giustizia. Zona di Savona, 8 settembre 1943 - aprile 1945.» — 19 settembre 1974[12]
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2018, i cittadini stranieri residenti nella provincia savonese sono 24 180[13], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[14]:
Nella provincia di Savona si può apprezzare un variegato panorama didialetti appartenenti allalingua ligure: le tre principali aree dialettali possono dividersi sommariamente nellaparlata di Savona, quella dell'entroterra e quella costiera, che prosegue verso laprovincia di Imperia.
Nella zona diSavona si parla un dialetto simile al ligure genovese. Rispetto algenovese urbano si evidenziano alcune piccole differenze, che già possono riscontrarsi in alcuni borghi nella zona occidentale dellacittà metropolitana di Genova: sono l'assimilazione della vocale lunga /a/ in /o/ e nell'uso di alcuni vocaboli leggermente diversi da quelli utilizzati in città e che, in passato, venivano giudicati "puri".
I dialetti dell'area occidentale, appartenenti al gruppo "ligure-occidentale", daFinale Ligure adAndora, si avvicinano a quelli dell'area orientale della provincia imperiese, con notevoli differenze rispetto al genovese (e savonese); tra questi, particolare è ildialetto finarino o del finalese.
I paesi montani o valligiani, ad esempio l'alta val Bormida e l'omonimo dialetto o ancora ildialetto altarese, utilizzano un dialetto misto ligure-piemontese (più specificatamente i dialetti di tipo Monferrino eLangarolo), a causa della vicinanza geografica e culturale. Infine, per via dei flussi turistici e residenziali provenienti dalPiemonte (vacanze o seconde case), e in particolar modo dalleprovincie di Cuneo e diTorino, si sono diffuse lungo i principali centri della costa parlate dialettali di queste originarie zone. Appartenenze linguistiche o dialettali che, come registrato in altre zone della Liguria o d'Italia, stanno tuttavia scomparendo o comunque parlate sempre meno in favore dellalingua italiana, soprattutto nelle fasce più giovanili e conservandosi maggiormente in quelle più anziane.
Secondo i dati del2021, raccolti dalSole 24 Ore, la provincia di Savona è al 44º posto in Italia nella classifica sulla qualità della vita.[15] Risulta penalizzata soprattutto per gli indicatori riguardo alla demografia e società, mentre brilla per gli indicatori sullacultura etempo libero.
La cucina savonese prende spunto per la maggior parte delle sue ricette dallacucina ligure, unione culinaria tra i piatti di mare con i prodotti della terra.
Tuttavia, piatti apparentemente semplici sono esaltati nei loro sapori dall'uso delle numeroseerbe aromatiche come ilrosmarino,iltimo, lasalvia, etc., che crescono spontaneamente su tutto il territorio provinciale, tipiche dellamacchia mediterranea.
Antipasti:
Panissa (tagliata a fette, come da variante locale),cicciarello (Noli e litorale savonese).
Primi piatti:
L'amaretto di Sassello
Gnocchetti alle ortiche, piccagge al pesto (fettuccine), lazarene (lasagna con farina bianca o di castagna), maccheroni con la trippa, zemin (minestrone di ceci, fagioli e cotica di maiale, bardenulla (polenta bianca o al sugo), zembi d'arzillo (ravioli di pesce).
Farinata bianca (denominata localmente come "turtellassu") fatta con farina di grano, turtelìn de côi (tortino ripieno con i cavoli), fazzini (focaccina ripiena di patate), sciaccarotti.
L'agricoltura della provincia savonese trova sviluppo soprattutto nelle vallate adiacenti alle città costiere dellaRiviera di Ponente. Grazie all'abile arte ligure della costruzione dei muri a secco, grazie ai quali si è costituito il tipicoterrazzamento ligure, le colline vengono ampiamente sfruttate dai coltivatori savonesi.
L'agricoltura prevede per lo più una produzione ortofrutticola (tradizionale, specie gliortaggi) o la fiorente attivitàviticola con la conseguente produzione e vendita di vini come ilPigato, ilRossese o ilVermentino (maggiormente prodotti nella zona del finalese e nei paesi costieri). Molto attiva è la coltivazione dell'olivo o degli alberi dafrutta, specielimoni,pesche edalbicocche.
L'attività dellapesca è assai antica e molto radicata nel tempo, soprattutto nei borghi marinari. Se in passato era di consuetudine intraprendere lavia marinara, la quale contribuiva molto all'economia del borgo, oggi è quasi del tutto scomparsa specie nei comuni costieri più grandi.
Le maggiori concentrazioni dell'allevamento delbestiame sono quasi esclusivamente nelle valli circostanti la costa, dove è praticato il pascolo dibovini,caprini eovini. Dall'attività vengono ricavati prodotti caseari o carne, esportati in tutta la provincia e oltre confine.
Secondo le recenti stime[16], il fabbisogno idrico della provincia è reperito dalle seguenti risorse e con la seguente quota:
Risorsa idrica Tipologia
Totale Regione mc/anno
Totale Provincia mc/anno
% su Totale Reg. %
Sorgenti
44.076.907
11.680.380
26,5
Falda drenante
900.000
0
0,00
Bacini
63.943.799
127.888
0,2
Fiumi
41.664.743
3.416.509
8,2
Pozzi
86.238.911
64.592.944
65,1
Risorse extraregionali
7.342.427
Totale
244.166.787
79.817.721
32,68
Si noti come la maggior parte degli approvvigionamenti provenga dalle sorgenti e dai pozzi, ad indicare la particolare ricchezza di falde sotterranee (non drenanti) di cui è dotato il territorio.
La qualità e la potabilità dell'acqua di tale provenienza è costantemente monitorata (ASL,ARPAL).
La maggiore produzioneindustriale è per lo più concentrata nell'area del capoluogo provinciale, nell'albenganese e in val Bormida.
La provincia è stata tuttavia segnata dalla crisi di alcuni fra i più importanti insediamenti produttivi e industriali del territorio, quali:ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini),Bombardier, Ferrania,Piaggio Aerospace, e laTirreno Power[17]. Le aree in crisi sono state interessate nel 2018 da un progetto di riconversione e riqualificazione per complessivi 40 milioni di euro di valore, proposto daInvitalia[18].
Caratteristica e tipica è la lavorazione dellaceramica, maggiormente concentrata nei comuni diAlbissola Marina eAlbisola Superiore, dove piccole e medie attività locali adempiono alla produzione e alla vendita diretta di tali oggetti della pregiata e antica materia.
Le strade della provincia permettono principalmente il collegamento dell'entroterra con i comuni costieri. Lo sviluppo complessivo della rete provinciale ammonta a 857,220 km[19]. Tra le città principaliSavona,Albenga eFinale Ligure vere porte di accesso dei piccoli comuni montani.
Le linee ferroviarie passanti per la provincia sono essenzialmente tre, le quali permettono il collegamento del capoluogo provinciale conGenova,Torino edAlessandria. La lineaVentimiglia –Genova, divisa nelle tratteVentimiglia –Savona eSavona –Genova, è stata ultimamente oggetto di modifiche strutturali dovuto allo spostamento della linea ferrata più a monte rispetto alla costa. In molti casi lo spostamento ferroviario ha permesso la nascita di nuove passeggiate a mare, a ridosso del mare, come il tratto pedonale e ciclabileVarazze –Cogoleto.
La lineaSavona –Torino, importante per il traffico commerciale diretto al porto savonese, presenta molti tratti a binario unico alternato o con forti pendenze, dovuti all'attraversamento del tratto appenninico. La tratta collegante il capoluogo savonese conAlessandria ricalca inizialmente il tratto diretto aTorino per poi dividersi nella stazione di San Giuseppe di Cairo (Cairo Montenotte).
Ilsistema portuale Savonese (Savona eVado Ligure) è tra i più attivi e importanti d'Italia, in particolare per i flussi passeggeri del terminal crociere e per il suo terminal traghetti per i collegamenti con le isole del nordTirreno. Interessante ed in crescita il terminal container, su cui si sono effettuati recentemente importanti investimentiinfrastrutturali, terzo porto inLiguria per traffici commerciali, preceduto dalporto di Genova e dalporto della Spezia. Il porto commerciale ha come suo naturale bacino d'utenza il Piemonte, laValle d'Aosta e laLombardia, oltre che la Liguria. Il porto è collegato tramite unafunivia a Bragno (San Giuseppe di Cairo), inVal Bormida, per trasportare ilcarbone che vi viene scaricato oltre l'Appennino.
La parte vecchia del porto di Savona, quella storicamente eurbanisticamente più pregiata, è stata adibita al diporto con una pregiata opera di rifunzionalizzazione e riqualificazione dei moli, trasformando così Savona in uno dei centri più gradevoli ed importanti del diporto in Liguria.
Altri importanti porti turistici sono adAndora,Alassio,Loano il secondo della provincia per grandezza e operatività,Finale Ligure, Vado Ligure eVarazze.
Tra i parchi regionali savonesi l'unico ad aver ottenuto la certificazione ambientale è stato ilParco naturale regionale del Beigua. Il riconoscimento è stato pubblicato nel2006 grazie alla conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e storico culturale dell'area, la tutela del patrimonio paesistico e la sua divulgazione turistica e per il forte impegno sull'attività produttiva rispettando l'ecologia.
La provincia di Savona ha ben 37 alberi monumentali nel suo territorio. Per potersi fregiare di tale titolo un albero per ilMinistero dell' Agricoltura deve "costituire un raro esempio di maestosità e di longevità, mostrare rarità della specie e costituire quindi un raro riferimento ad eventi o memorie di rilevanza storico-culturale".Per la precisione:
Calizzano detiene il primato per l'albero più alto: unfaggio monumentale di 40,5 m.
La giunta provinciale è attualmente governata dal presidente della Provincia Pierangelo Olivieri - sindaco diCalizzano e di areacentro-destra - e da dieci consiglieri eletti nelle tre liste di centro-sinistra, centro-destra e altri gruppi/partiti a seguito delle votazioni del 31 ottobre 2018[21] nella consultazione asuffragio ristretto dei 69 sindaci della provincia e relativi consiglieri comunali.
La provincia di Savona si suddivide convenzionalmente in quattro comprensori, distinguibili soprattutto dal punto di vista geografico:
La parte costiera della provincia è costituita da tre zone: dal Savonese (quattordici comuni), dal Finalese (diciassette comuni) e Ingauna (venti comuni);
La parte continentale del territorio è costituito dal Bormidese (diciotto comuni).
Appartengono alla provincia di Savona i seguenti 69 comuni:
Il 26 ottobre del 2006 ilConsiglio regionale della Liguria tramite votazione, che non ha ottenuto il quorum necessario dei due terzi dei consiglieri regionali, ha bocciato la proposta di indire un referendum[22] per la fusione dei due comuni diAlbisola Superiore eAlbissola Marina. La proposta di unire in un'unica entità amministrativa fu presentata dal comitato Albinsieme nel 2003 dopo la raccolta di 5385 firme. Se il referendum avesse avuto esito positivo il nuovo Comune di Albisola sarebbe diventato il terzo comune della provincia di Savona per numero di abitanti.
Massimino con i suoi 97 abitanti è il comune con il più basso dato di popolazione nella provincia.
Con le nuove disposizioni della Legge Regionale n. 6 del 1978 la comunità montana assumeva, direttamente dalla Regione, le funzioni amministrative in materia di agricoltura, sviluppo rurale, foreste e antincendio boschivo.
Tra il 2009 e il 2010 con la disciplina di riordino delle comunità montane, regolamentate con la Legge Regionale n. 24 del 4 luglio 2008 e in vigore dal 1º gennaio 2009, si attuarono le prime sostanziali modifiche territoriali e dei requisiti di riferimento con le conseguenti soppressioni e/o accorpamenti degli enti montani. Nel dettaglio fu istituita laComunità montana Ponente Savonese, nata dalla fusione delle due ex comunità montane Ingauna e Pollupice.
Conseguentemente alla legge finanziaria statale del 2011 tutte le comunità montane provinciali e regionali sono state definitivamente cancellate (laLiguria è stata la seconda regione d'Italia ad attuare tale provvedimento dopo l'analoga iniziativa della capofilaSardegna) con la Legge Regionale n. 23 del 29 dicembre 2010 e in vigore dal 1º maggio 2011.
La principale società calcistica della provincia è ilSavona, fondata nel1907 e con trascorsi nei campionati nazionali incluse cinque partecipazioni allaSerie B. Nella stagione 2022-2023 è iscritta allaPrima Categoria.
Tra le altre società del territorio, quelle con la migliortradizione sportiva sono ilVado, l'Albenga e ilVarazze. Il Vado ha vinto la prima edizione in assoluto dellaCoppa Italia nel1922 e tutte e tre hanno raggiunto l'apice sportivo tra gli anni 1930 e 1940 disputando laSerie C per diverse stagioni; al 2022 militano tutte nei campionati dilettantistici.
^ professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali