Laprovincia di Massa-Carrara è unaprovincia italiana dellaToscana di 186 660 abitanti. Icapoluoghi provinciali sonoMassa eCarrara, come daDecreto Legge n. 7 del 25 gennaio 2024. Essa è la decima e ultima provincia toscana per numero di abitanti, ed è all'ottavo posto tra le dieci province toscane per estensione territoriale.
«La Provincia di Massa e Carrara segue la linea geografica della Toscana occidentale limitata a mezzogiorno dal mediterraneo, e a settentrione dalle giogaje dei monti apuani.»
(Statistica Generale degli Stati estensi, Modena 1849[3])
Mappa delle provincie di Massa, Lucca, Pisa e Livorno del 1896
La provincia di Massa e Carrara venne istituita nel1859, con decreto diCarlo Farini,[4] in previsione dei plebisciti di annessione alRegno di Sardegna degli ex ducati (Parma, Modena) e delle quattro legazioni ex pontificie (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì) d'oltre Appennino. La provincia fu suddivisa amministrativamente in duecircondari:Massa (domini estensi storici del ducato di Modena) ePontremoli (antichi territori delGranducato di Toscana fino a dieci anni prima),[5] sostanzialmente continuando laprevigente provincia estense nel Compartimento territoriale di Modena, Reggio e Massa. Con la creazione di un unico compartimento emiliano, dal 1871 la provincia di Massa fu inserita nel compartimento territoriale della Toscana, dopo che gli fu unito ilcircondario di Castelnuovo di Garfagnana nel 1861.[6]
Nel1923 furono staccati dalla provincia i comuni diCalice al Cornoviglio eRocchetta di Vara, (facenti parte del circondario di Massa) che entrarono a far parte della nuovaprovincia della Spezia[7] e tutti i 17 comuni delcircondario di Castelnuovo di Garfagnana, che furono assegnati allaprovincia di Lucca[8]. Di conseguenza, la superficie della Provincia calò da 1 717,67 km² all'attuale 1 154,68 km².[9] La provincia di Massa-Carrara restò in attesa di una compensazione e riorganizzazione territoriale (fu ipotizzata la formazione di una cosiddettaprovincia del marmo caratterizzata da comuni attività estrattive e manifatturiere che avrebbe dovuto estendersi nella zona di costa fino a comprendere i comuni della Versilia). Tale proposta però non era e non è attuabile, sul piano sociale, perché la Versilia storicamente, per lingua, cultura e tradizioni è un territorio da sempre appartenuto alla Toscana, e nel Granducato, appartenne al Governatorato di Pisa (che nel 1861 ne rivendicò l'annessione alla propria provincia), le giunte comunali però votarono per la permanenza sotto la provincia di Lucca, dal cui dipartimento granducale provenivano.
Nel1938 i comuni diCarrara,Massa eMontignoso vennero fusi nell'unico comune diApuania[10] e in quello stesso anno fu istituita la "zona industriale apuana", che incluse nel relativoconsorzio (C.Z.I.A.) anche i comuni della vicinaVersilia. La provincia assunse il nome diprovincia di Apuania[11].
Nel1946 con decreto luogotenenziale (diUmberto II di Savoia) il comune di Apuania fu sciolto e, ai sensi dell'art. 2, la provincia avrebbe dovuto riprenderel'antica denominazione di Massa-Carrara[12], se non che, in realtà, la precedente denominazione era quella diMassa e Carrara.Massa-Carrara o Massa di Carrara era invece l'appellativo con il quale veniva definita la città di Massa a partire dalSettecento fino all'istituzione nel 1938 del comune di Apuania per distinguerla dalle altre località omonime.[senza fonte]Il capoluogo provinciale fu posto nel ricostituito comune di Massa,anche se alcuni uffici e strutture di dimensione provinciale rimasero a Carrara (Banca d'Italia, Enel, SIP, Camera di Commercio e altre)[senza fonte].
Il 12 aprile 1995Riccardo Canesi, deputato del Collegio Carrara - Lunigiana, presentò una proposta di legge sulla "Modifica dell'articolo 2 del decreto legislativo luogotenenziale 1º marzo 1946, n. 48, concernente il ripristino della denominazione autentica della provincia di Massa-Carrara in provincia di Massa e Carrara" (Atto Camera 2409), mentre, nel febbraio2009, il deputato Bertolini in tal senso presentò nuovamente una proposta di legge per la ridenominazione della Provincia daMassa-Carrara aMassa e Carrara[13].
Con ilDecreto legislativo31 dicembre 2009, n. 179 furono inseriti nell'elenco delle "Disposizioni legislative statali anteriori al 1º gennaio 1970, di cui si ritiene indispensabile la permanenza in vigore", sia il regio decreto del1938 (allegato 2, parte 1, n. 451) che il decreto legislativo luogotenenziale (allegato 2, parte 1, n. 596)[14], per cui l'antinomia generata da quest'ultimo rimane.
Il 25 gennaio 2024[15] viene pubblicato su Gazzetta Ufficiale il decreto legge che eleva la città di Carrara a co-capoluogo della provincia.
«Alla Provincia di Massa-Carrara» — Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
«Ardente focolare di vivido fuoco, all'inizio dell'oppressione nazifascista sprigionò la scintilla che infiammò i suoi figli alla resistenza. Vinse la fame con il leggendario sacrificio delle sue donne e dei suoi ragazzi sanguinanti sugli impervi sentieri; subì dovunque stragi, devastazioni e rappresaglie atroci; si abbarbicò sulle natie montagne facendo del gruppo delle Apuane la cittadella inespugnata della libertà. In epici combattimenti irrise per nove mesi al nemico e lo vinse; sacrificò il suo dolore e il sangue dei suoi caduti, offrendoli come olocausto alla difesa della propria terra ed alla redenzione della Patria! Apuania, settembre 1944 – aprile 1945[16]» — Roma, 14 giugno1947[17]
La provincia di Massa-Carrara si suddivide convenzionalmente in due parti principali, costiera e continentale, distinguibili ad occhio nudo dal punto di vista geografico:
la parte costiera della provincia è costituita dallaRiviera e da una piana leggermente discendente di tipo alluvionale (laRiviera Apuana, formata dai comuni diMassa,Carrara eMontignoso);
la parte continentale del territorio è costituita dallaLunigiana (questa zona confina con la Liguria e l'Emilia-Romagna).
Tranne una breve fascia costiera, che ha come pianure la Riviera Apuana, lunga 14 km con le sue lunghe e chiare spiagge formate da finissimi granelli di ghiaia grigio chiaro di origine fluviale e comprendente i comuni diCarrara,Massa eMontignoso, confinante con la Versilia, la provincia è prevalentemente montuosa e collinare. Tipicamente in circa 7 km dal mare si erge la catena montuosa per la quale l'elemento caratteristico della provincia sono proprio leAlpi Apuane, montagne che raggiungono un'altezza massima di 1.946,9 m nelmonte Pisanino (comune diMinucciano in provincia di Lucca da cui si estrae dal Bacino Acquabianca solo una piccola parte del celebreMarmo di Carrara materiali come Pungitopo, Bianco P, e Bardiglio Imperiale). Da diversi anni, a causa dell'elevato impatto paesaggistico ed ambientale in un territorio ricco dibiodiversità egeodiversità come quello delleAlpi Apuane, la filiera del marmo è oggetto di un'aspra battaglia ambientalista per la chiusura delle cave. All'interno della provincia è presente laLunigiana, una vallata delimitata dall'Appennino a nord e dalleAlpi Apuane a sud, nella quale scorre il fiumeMagra che dà origine in parte alle spiagge visibili.
La società Autolinee Toscane esercisce numerosi collegamenti urbani ed anche extraurbani, verso le località dell'entroterra, della costa ed interprovinciali (Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Lucca, Sarzana, Luni ecc.).
"D'azzurro, alla catena di monti, al naturale, nascente dalla punta dello scudo; al di sopra un montante d'argento sormontato da una stella d'oro. Motto "Extollunt marmora lunam".»
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali