Laprovincia di Grosseto è unaprovincia italiana dellaToscana situata inMaremma, regione geografica che si estende oltre i confini provinciali[2].
La provincia occupa interamente l'estremità meridionale dellaToscana e, per estensione territoriale con i suoi 4 503,12 km², risulta essere la più vasta della regione e la sedicesima in assoluto in Italia; con 215 305 abitanti,[1] è una delle provinceitaliane con la più bassa densità abitativa.
Confina a nord-ovest con laprovincia di Livorno, lungo la fascia costiera, e con laprovincia di Pisa, nell'area delleColline Metallifere sud-occidentali; a nord e ad est il territorio è diviso dallaprovincia di Siena prima dalleColline Metallifere sud-orientali, poi da un tratto del fiumeOmbrone e dalla parte terminale del suo affluente, il fiumeOrcia, ed infine dal cono vulcanico delMonte Amiata; a sud il confine con laprovincia di Viterbo (Lazio) è segnato lungo la fascia costiera dall'ultimo tratto del torrenteChiarone, mentre nelle zone interne il limite tra le due province risulta meno definibile.
Il territorio del Compartimento Granducale Grossetano è stato in certi periodi più vasto rispetto a quello amministrato dall'attuale provincia. I comuni dellaVal di Cornia appartenevano alPrincipato di Piombino, dopo l'annessione del principato alGranducato di Toscana nel 1815 furono inclusi nel compartimento granducale diPisa, ma nel 1834 passarono per un breve periodo al compartimento granducale di Grosseto, infatti nel 1860 ritornarono allaprovincia di Pisa.I suddetti comuni eranoPiombino,Campiglia Marittima (comprendente allora anche l'attuale territorio comunale diSan Vincenzo),Suvereto,Sassetta eMonteverdi Marittimo: i primi quattro nel 1925 passarono come molti altri comuni appartenenti alla provincia di Pisa, allaprovincia di Livorno, mentre il quinto è rimasto sempre inprovincia di Pisa.
Nel 1970 una piccola porzione del territorio comunale diPiombino (LI) individuata come la zona di Prato Ranieri, passò a quello diFollonica, entrando così a far parte della provincia di Grosseto.
Per quanto riguarda la sede del capoluogo provinciale, va segnalato che, pur essendo sempre stata la città diGrosseto, a causa dell'elevato rischio dimalaria, fu emanato daiLorena nel 1780 ilRegolamento per l'Estatatura, che prevedeva durante l'estate il trasferimento di tutti gli uffici pubblici e amministrativi daGrosseto aScansano: il provvedimento legislativo fu abolito soltanto nel 1897.
Monti dell'UccellinaVeduta dell'Isola del GiglioValle dell'Ombrone
La provincia di Grosseto, che si estende su oltre 4.500 km², presenta una notevole varietà di caratteristiche che si diversificano da zona a zona, ognuna delle quali costituisce uno dei territori in cui è suddivisa la provincia.
Il territorio risulta essere prevalentementecollinare nelle aree interne, fatta eccezione per isolati rilievi montuosi nella zona delleColline Metallifere nella parte settentrionale e per il conovulcanico delMonte Amiata nella parte orientale della provincia.
In prossimità della fascia costiera si estende lapianuramaremmana, interrotta sporadicamente da isolatipromontori, che tende anche ad inoltrarsi nel retroterra, seguendo le basse vallate dei principalicorsi d'acqua. La fascia costiera è caratterizzata anche da alcune aree umide, qualilagune e ambientipalustri.
I corsi d'acqua minori hanno regime prevalentementetorrentizio, mentre i canali di bonifica presentano andamenti poco definibili; più regolare risulta essere invece laportata deifiumi principali. Da segnalare, infine, anche alcunilaghi di piccole dimensioni che si diversificano dai bacini lacustri costieri.
Tra leisole, quella delGiglio risulta essere quasi completamente collinare, sfiorando la quota di 500 metri nel punto più elevato, mentreGiannutri e tutti gli isolotti minori hanno superfici completamente rocciose, nonostante le loro quote massime siano di poco superiori al livello del mare (88 metri il punto più alto dell'Isola di Giannutri).
La provincia di Grosseto gode di un clima mediterraneo, soprattutto lungo la fascia costiera e sulle isole dell'Arcipelago[4].
Letemperature medie di gennaio variano tra i 3 °C dell'area sommitale dell'Amiata e i 9-10 °C della costa e delle isole; in luglio le differenze dei valori medi risultano minori con 21 °C sulla vetta delMonte Amiata e 24 °C lungo la fascia costiera e nelle pianure interne, dove però a causa delle caratteristiche piùcontinentali del clima è molto elevata l'escursione termica diurna[5].
Leprecipitazioni, concentrate soprattutto nei mesiautunnali e nel periodo di transizione trainverno eprimavera, si aggirano mediamente attorno ai 500 mm annui (con valori localmente anche inferiori) sulle isole e nella zona deiMonti dell'Uccellina e dell'Argentario; lungo la restante fascia costiera e nelle pianure corrispondenti i valori sono inferiori ai 600 mm annui, mentre man mano che si procede verso l'interno i valori tendono ad aumentare fino a toccare e superare i 1000 mm annui nella zona delMonte Amiata e sui rilievi più elevati delleColline Metallifere. Lungo la fascia costiera e nella relativa area pianeggiante sono molto frequenti prolungati episodisiccitosi che nel tempo stanno causando una vera e propria condizione diaridità[6]. Tra questi, è da annoverare l'annata del 2003 quando, in alcune zone della fascia costiera, si sono registrati meno di 40 giorni con precipitazioni di almeno 1 mm. Lo stesso anno, nell'area deiMonti dell'Uccellina e delParco naturale della Maremma, si è verificata una sequenza di ben 125 giorni consecutivi senza pioggia dal 22 aprile al 25 agosto, quando si è avuto il passaggio nelle ore serali di un fronte temporalesco atlantico che ha interrotto il lunghissimo periodosiccitoso[7]. L'area prossima alla fascia costiera è da annoverare tra le zone italiane a rischiodesertificazione[8].
L'eliofania (durata del soleggiamento), grazie alle caratteristicheorografiche emicroclimatiche, raggiunge sulle isole e lungo tutta la fascia costiera valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionaleitaliano[9], presentando mediamente valori minimi nel mese di dicembre di circa 4 ore giornaliere e valori massimi nei mesi di giugno e luglio con oltre 11 ore giornaliere: il valore medio annuo supera le 7 ore al giorno[10].
Nelle tabelle sottostante sono riportati i valori medi dellestazioni meteorologiche diGrosseto Aeroporto[11] e diMonte Argentario[12] del servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, rilevati nel trentennio (1961-1990): nel caso delMonte Argentario, i valori delle temperature registrati dalla stazione meteo ufficiale situata sulla vetta risultano notevolmente inferiori a quelli che si verificano nei centri abitati al livello del mare.
La provincia di Grosseto presenta quasi ovunque caratteristiche di medio-alta diffusività (condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti), fatta eccezione per i comuni diMagliano in Toscana eManciano, i cui territori sono sottoposti a bassa diffusività.
Nella tabella sottostante è riportata la classificazione dei comuni in base alla loro diffusività atmosferica[13].
Costa dell'Argentario corrispondente alGruppo di Cala PiattiCosta dell'Argentario derivante dall'Unità di Monticiano-RoccastradaPitigliano, nella cosiddettaArea del Tufo
La storiageologica della provincia di Grosseto è legata al corrugamento e al sollevamento della catena degliAppennini, abbracciando un lunghissimo periodo dalPaleozoico alQuaternario, attraverso la sovrapposizione di domini e zone.
Durante ilPaleozoico, la traslazione di domini e zone determinò la formazione delle cosiddetteunità paleozoiche.
Leunità liguri, costituite dall'unità ofiolitifera e dall'unità di Monteverdi-Lanciaia, hanno avuto origine da un bacino oceanico costituito daOfioliti, roccemagmatiche a basso contenutosiliceo sovrastate da sedimenti.
Leunità austroalpine (Unità austroalpina interna eUnità austroalpina esterna) sono costituite da basamentisialici, le cui coperture costituiscono lazona austroalpina interna a ovest (in continuità con quelle liguri) e lazona austroalpina esterna a est (in continuità col dominio toscano).
Leunità toscane (falda toscana eunità diMonticiano-Roccastrada) sono formate da basamentisialicipalezoici con coperturemesozoiche-terziarie, ripartite a loro volta inzona toscana interna,zona toscana intermedia ezona toscana esterna (falda toscana non metamorfica).
NelMiocene e nelPliocene, vi furono trasgressioni marine, con l'acqua che raggiunse aree mai sommerse precedentemente, e la conseguente formazione di bacini lacustri.
Ilcomplesso epiligure miocenico, sviluppatosi nel periodo delMiocene medio e superiore, è costituito da sporadiche e isolate placche diarenaria che poggiano suargille ecalcari.
Ilcomplesso Neoautoctono, sviluppatosi tra ilMessiniano e ilPliocene inferiore, è originato da depositi lacustri che sono andati a costituire locali affioramenti presso le depressioni neogeniche, che poggiano sulle unità liguri ed austroalpine. È all'origine dellaserie lignitifera, che ha contribuito allo sviluppo delle miniere dilignite e dei conglomerati con ciottoli rossiematitici.[14]
Ilbacino lacustre Ombrone-Orcia, sviluppatosi lungo gli attuali fiumiOmbrone eOrcia tra ilMiocene superiore e ilPliocene inferiore, costituisce una vasta depressione tra ilMonte Amiata, la Dorsale diMontalcino, la Dorsale medio-toscana e iMonti dell'Uccellina, dove penetrò più volte l'acqua marina. È formato da un conglomerato sabbioso, daargille brune e marnose poggianti sulla Serie lignitifera, da un conglomeratoarenaceo-marnoso, da argille alternate asabbia e dacalcari diacqua dolce[15].
Ilbacino lacustre dell'Albegna, sviluppatosi lungo il corso dell'attuale fiumeAlbegna nella parte meridionale del territorio provinciale, è costituito da un basamento diargille marnose sovrastate dacalcari esabbie, le cui sedimentazioni sarebbero avvenute in un'unica fase durante ilPliocene inferiore.
Durante ilQuaternario vi furono depositi disabbie rosse nei dintorni diGrosseto e ditravertino nei pressi diMassa Marittima e nella zona traMontemerano eSaturnia. In questo periodo si formarono, nelle aree dei rispettivi bacini lacustri, laValle dell'Ombrone, con ilcorso d'acqua principale e il sistema dei suoi affluenti, e la Valle dell'Albegna; risulta ancora incerta, invece, l'origine delle valli dei fiumiPecora eBruna nella parte nord-occidentale del territorio provinciale.
L'area del tufo e gran parte del territorio delMonte Amiata hanno avuto origine durante questa fase, a seguito di manifestazioni vulcaniche piroclastiche effusive, mentre una serie di intrusionimagmatiche subvulcaniche acide completava la formazione dell'Isola del Giglio[16] e[17].
Le oscillazioni eustatiche hanno portato i livelli dei corsi d'acqua ai valori attuali; la storia geologica della provincia si completa con la formazione dei depositi alluvionali.
Dal punto di vista geofisico, il territorio della provincia di Grosseto è un'area pressoché asismica se si eccettua una lieve attività nelle zone interne che può raggiungere livelli moderati sulleColline Metallifere, sull'Amiata (anticovulcano oramai spento) e nell'Area del Tufo. Le isole, la costa e la pianuramaremmana sono caratterizzate da una sismicità irrilevante[18].
Monterotondo Marittimo ai piedi dell'area geotermica
SulleColline Metallifere, nei pressi diMonterotondo Marittimo, i soffioniboraciferi hanno permesso lo sviluppo di energiageotermica che, con il passare degli anni, è sempre più sfruttata per rendere i paesi della zona autosufficienti. Questi fluidi si trovano nella cosiddettaArea delle Biancane, caratterizzata da un paesaggio dai connotati biancastri con scarsissimavegetazione. I soffioni di Monterotondo Marittimo costituiscono la parte meridionale dell'insieme di risorse energetiche geotermiche che si sviluppano prevalentemente, più a nord, inprovincia di Pisa attorno alla località diLarderello.
SulMonte Amiata si trovano i vapori geotermici alleBagnore, nel comune diSanta Fiora, nei pressi dell'omonimo centro. Anche in questa zona è iniziata da tempo la produzione di energia geotermica che potrebbe essere implementata nel corso dei prossimi anni, nel rispetto dell'ambiente locale, con particolare riferimento alla portata delle sorgenti particolarmente ricche nell'area amiatina.
La zona delMonte Amiata e delMonte Labbro è estremamente ricca di giacimenti dicinabro[20], il minerale da cui si estraevamercurio, in particolare pressoSelvena eSanta Fiora sul versante grossetano e pressoAbbadia San Salvatore sulla sponda senese. Queste miniere mercurifere sono oggi completamente abbandonate. Da oltre quaranta anni infatti il mercurio è stato sostituito in gran parte dei suoi utilizzi industriali e chimici.
Nell'area collinare interna sono da segnalare alcuni giacimenti dilignite nei pressi diCana eBaccinello, di mercurio nei dintorni diPereta e diantimonio[21] sempre vicino Pereta e in vari punti del territorio diManciano.
Alcuni giacimenti dipirite[22] si trovano anche sulpromontorio dell'Argentario e all'isola del Giglio. Inoltre, è da segnalare a sud dell'Argentario il lungo tratto di spiaggia traAnsedonia e la foce delChiarone: il sottosuolo di questa zona è estremamente ricco di minerali pesanti, tra i qualiossido di ferro,magnetite epirosseni, che hanno contribuito a dare un colore grigio scuro e a tratti nero alla sabbia del litorale e della doppia fascia dunale retrostante[23].
Nella provincia di Grosseto esistono varie tipologie di ambienti naturali che si susseguono e si diversificano l'uno dall'altro. Dalla fascia costiera allamontagna, passando attraverso lapianura e lacollina si incontrano variecosistemi che si contraddistinguono sia per laflora che per lafauna.
Le zone dipianura sono caratterizzate da areepalustri e corsi d'acqua dove si sviluppano diverse tipologie di vegetazione. Nelle vicinanze di laghi costieri e paludi si sviluppano in base alla salinitàgiuncheti ocanneti che possono precedere rispettivamente praticespugliati oboschi diolmi,frassini,fichi,bagolari eviti selvatiche frammisti a mirto e lentisco. Nelle vicinanze deifiumi dove lasiccità è meno sentita possono svilupparsi varie specie disalici,ontani, frassini,tigli e olmi, mentre nelle aree scarsamente soleggiate o esposte a nord possono essercicarpini enoccioli.Le aree pianeggianti e di medio-bassa collina sono caratterizzate dalla presenza di viti eulivi che vengono mantenuti e coltivati dall'opera dell'uomo.
La montagna è caratterizzata dafaggi, castagni, abeti bianchi erimboschimenti diconifere; nella zonaamiatina è piuttosto scarsa la vegetazione floreale a causa della naturavulcanica del terreno[26], anche se è da riferire la presenza di fioriture spontanee diorchidee e dinarcisi, in aree comprese nei territori comunali diArcidosso eSanta Fiora.
Una delle numerose volpi del Parco Regionale della MaremmaLe tipiche Vacche Maremmane
Lafauna presenta una notevole varietà in base agli ambienti presi in considerazione.
Lungo la costa e sulle isole vi è una numerosa presenza digabbiani, molto evidente sull'isola di Giannutri dove nidificano in gran numero. In alcune zone costiere si riscontra la presenza delfalco pellegrino e delfalco pescatore; è presente anche labeccaccia di mare tra la fauna delle aree costiere.
Nelle zone collinari interne e in montagna è stata riscontrata anche la presenza dellupo che è notevolmente cresciuto di numero negli ultimi tempi.
Tra gliinsetti è da segnalare la grande presenza dizanzare nelle aree in prossimità di ambienti umidi che possono essere presenti, seppure in numero ridotto, anche nei mesiinvernali, alcune delle quali agiscono durante le ore diurne con punture che possono divenire fastidiose. Sono presenti ancheapi, impiegate nella produzione di un ottimo miele,vespe ecalabroni: questi ultimi pungono molto raramente ma quando accade possono causare gravi reazioni allergiche. Nei mesiprimaverili edestivi sono visibili varie specie difarfalle; nello stesso periodo dell'anno si possono incontrare anche varie specie diragni, tra i quali anche lemalmignatte, ezecche: queste ultime prediligono distese erbose frequentate da animali e, in caso di puntura, è consigliabile farsi estrarre l'insetto da personale medico per evitare pericolose infezioni[27].
La provincia di Grosseto, con il suo 47% di territorio incluso in aree protette di varia tipologia, risulta essere una delle province italiane maggiormente tutelate sotto il profilo ambientale e paesaggistico. Tra le aree protette spiccano un'area marina protetta europea, un parco nazionale (dell'arcipelago), un parco nazionale geominerario (Tuscan Mining UNESCO Geopark), un parco regionale (parco della Maremma) e una serie di riserve naturali e oasi faunistiche (statali, regionali o provinciali), la cui gestione è generalmente delegata alla provincia (funzione delegata alla Regione Toscana dal 2016, a seguito della riforma Delio sulle province) o direttamente ai singoli comuni interessati.
UnaVia Cava nei pressi di SovanaL'Acropoli di CosaIl borgo di PitiglianoIl Cassero di GrossetoIl monumento a Leopoldo II di LorenaUno scorcio della città di Roselle, nei pressi di Grosseto
L'attuale provincia di Grosseto fu abitata fin dallapreistoria, come dimostrano i ritrovamenti effettuati in varie zone di numerosi reperti risalenti al periodoeneolitico e all'età del bronzo. Nei pressi diPitigliano, sul luogo in cui sono venuti alla luce molti reperti, è in fase di allestimento un parco preistorico con la ricostruzione di un villaggio. Altri luoghi che hanno dato alla luce testimonianze preistoriche sono le aree collinari traRoccalbegna,Semproniano,Saturnia,Manciano eSovana e, in prossimità della fascia costiera, le grotte all'interno delParco naturale della Maremma traAlberese e la foce del fiumeOmbrone.
GliEtruschi costruirono numerose città che ebbero il periodo di massimo splendore intorno al VII secolo a.C., delle quali rimangono numerosi resti archeologici di elevato interesse, tra i quali spiccano le antiche città diVetulonia,Roselle (con successive testimonianze di epoca romana),Statonia eSovana, dove leVie Cave collegavano le varie necropoli a quelle diSorano ePitigliano.
IRomani si insediarono nei secoli successivi prevalentemente presso le preesistenti città etrusche. I reperti archeologici di maggiore interesse del periodo romano (fori, anfiteatri, ville e strade) sono venuti alla luce aRoselle, nei dintorni diScansano,Magliano in Toscana ePitigliano, aSaturnia e aCosa, dove iRomani completarono l'opera ingegneristica dellaTagliata Etrusca, avviata dai loro predecessori, che venne denominata ancheSpacco della Regina[29].
IlMedioevo ebbe inizio con le invasioni barbariche, che causarono l'abbandono di alcuni importanti centri etrusco-romani a vantaggio di altri insediamenti situati in luoghi più protetti: in epocalongobarda fu completamente abbandonata anche la città diStatonia a vantaggio diSovana. In questo periodo iniziò anche il lento declino diRoselle che venne definitivamente abbandonata dopo l'anno Mille a vantaggio diGrosseto, dove fu eretta una possentecinta muraria difensiva. In questo contesto ebbe pertanto inizio il fenomeno dell'incastellamento che portò alla costruzione di numerosicastelli, borghi fortificati e centri abitati circondati da cinte murarie di difesa.
I domini aldobrandeschi furono spartiti nel tardo Duecento nellaContea di Sovana e nellaContea di Santa Fiora, e successivamente concessi a due rami distinti della famiglia che, durante labattaglia di Montaperti, si schierarono in campi avversi rispettivamente con i Fiorentini e con i Senesi.
Nello stesso periodo gliOttieri riuscirono ad andare a capo di un piccolo stato, laContea degli Ottieri, che includeva 4 località ai limiti sud-orientali della provincia e riuscì a rimanere indipendente fino all'estinzione naturale della famiglia in epoca moderna.
Tra il Trec e il Quattrocento tutti gli altri centri, tra i quali ancheGrosseto e i liberi Comuni diMassa Marittima eCastiglione della Pescaia, entrarono a far parte dellaRepubblica di Siena che fino al 1559, anno della sua caduta, dominò quasi tutto il territorio che corrisponde all'attuale provincia.
Nel Settecento la scomparsa della dinastiamedicea portò i Lorena a capo delGranducato di Toscana e la quasi totalità dell'attuale territorio provinciale ne seguì le sorti. Nel 1766,Pietro Leopoldo divise il territorio che nei secoli precedenti costituiva laRepubblica di Siena in due province.Grosseto divenne da allora il centro principale dellaProvincia senese inferiore, che sarebbe poi divenuta l'attuale provincia di Grosseto. Grazie alle riforme leopoldine, la città e la provincia di Grosseto andarono incontro ad una decisa rinascita economica e culturale. I Lorena, oltre ad aver abolito lapena di morte il 30 novembre 1786, iniziarono anche le prime grandi opere di bonifica dellapianura costiera (diretti daLeonardo Ximenes) che terminarono solo verso gli anni 1950 con l'eliminazione completa dellamalaria. Le riforme deiLorena vennero interrotte con l'occupazione delle truppe francesi (1796) che si protrasse a più riprese fino al 1808, anno dell'annessione allaFrancianapoleonica. IlCongresso di Vienna del 1815 sancì il ritorno delGranducato di Toscana nelle mani diFerdinando III di Toscana, al quale succedette il figlioLeopoldo II a partire dal 1824.
Il granducaLeopoldo II governò fino al 1859, impegnandosi costantemente e in prima persona al completamento delle opere di bonifica, affidate all'ingegnereVittorio Fossombroni. Il granduca, con le sue politiche di buon governo, riuscì a determinare un ammodernamento e un sensibile miglioramento delle condizioni socio-economiche dell'intero territorio, tanto da risultare l'uomo politico più apprezzato nella millenaria storia della provincia di Grosseto: Leopoldo II venne affettuosamente soprannominato "Canapone" e onorato con un monumento scultoreo a lui dedicato, tuttora collocato inPiazza Dante a Grosseto.[37]
Nel corso dell'Ottocento, con la graduale diminuzione del rischio dellamalaria, iniziò il fenomeno di ripopolamento della pianura che determinò l'inizio dell'espansione urbanistica diGrosseto verso gli attuali quartieri semicentrali.
Nel marzo 1860 il plebiscito che si svolse nelGranducato di Toscana sancì l'annessione allo stato sabaudo, entrando così a far parte delRegno d'Italia. Tuttavia, per alcuni anni vennero fermate le grandi opere di bonifica dellaMaremma, portate avanti fino poco tempo prima dal granducaLeopoldo II, che determinò, seppur temporaneamente, un nuovo calo demografico e una contemporanea recessione economica. Di conseguenza, tra la popolazione iniziò a diffondersi un sentimento nostalgico verso le politiche di "buon governo" portate avanti fino a poco tempo prima daiLorena; in quegli anni, la vita media della popolazione dellaMaremma scese addirittura a soli 24 anni.
In conseguenza, ilbrigantaggio si diffuse prevalentemente nelle campagne, nel corso della seconda metà del secolo, potendo far leva sul malcontento, sulle precarie condizioni economiche conseguenti alle politichelatifondiste e allamalaria che stava iniziando a diffondersi nuovamente. Tuttavia, questo fenomeno non riuscì mai a raggiungere le vaste proporzioni come stava accadendo nell'Italia meridionale, rimanendo piuttosto circoscritto sia in provincia di Grosseto che nell'AltoLazio.
Di tutt'altra natura, ma inquadrabile negli episodi storici che seguirono l'Unità d'Italia, la sollevazione pacifica, inserita in un utopistico progetto religioso, posta in essere daDavide Lazzaretti, personaggio carismatico che visse nella seconda metà dell'Ottocento nell'area delMonte Amiata, dove predicava un rinnovamento delle strutture dellaChiesa di Roma, sostenendo unaRepubblica, regno di Dio che, pur nella totale pacificità di intenti e di azione, dovette apparire densa di pericoli per gli assetti costituiti dello Stato e dellaChiesa, tanto da essere oggetto di una cruenta repressione nel 1878, anno in cui venne ucciso alla testa di una processione che scendeva dalMonte Labbro e che si accingeva ad entrare in Arcidosso.
Durante laseconda guerra mondiale sono da ricordare i pesanti bombardamenti subiti dalla città diGrosseto il 26 aprile 1943, giorno di Pasquetta, che causarono molte vittime anche tra donne e bambini che si trovavano all'aperto nei giardini e nelle vie del centro; vari eccidi nazisti si verificarono in alcuni paesi dell'entroterra, il più grave dei quali avvenne aNiccioleta nei pressi diMassa Marittima tra il 13 e il 14 giugno 1943.
Nel dopoguerra, il completamento della riforma agraria iniziata nei primi decenni del secolo e la rapida ricostruzione dei luoghi bombardati contribuirono a implementare lo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento (produzione di latte, formaggi, carni, olio e vino di elevata qualità). Al contrario, non si è mai verificato uno sviluppo industriale degno di nota, fatta eccezione per alcune realtà circoscritte, e ciò ha permesso un'ottima conservazione dell'ecosistema che si è mantenuto tra i più incontaminati dell'intero territorio nazionaleitaliano, favorendo così lo sviluppo di un settore terziario sempre più in crescita legato al turismo di qualità.
Data la vastità dell'attuale provincia e le vicende storiche dei vari centri, fin dal passato il territorio era raggruppato in variediocesi, ognuna delle quali aveva lacattedrale e la residenza vescovile nel centro principale della zona.Le antiche chiese della provincia di Grosseto per tutto ilprimo millennio ebbero il proprio arcivescovo nella figura delpapa diRoma che doveva confermare le elezioni dei nuovi vescovi e provvedere alla loro consacrazione.
In epocapaleocristiana vi erano due sedi vescovili,Roselle eSaturnia, ed altrediocesi che avevano possedimenti nel territorio grossetano, pur avendo la loro sede centrale al di fuori dei confini dell'attuale provincia.
Nel VI secolo l'invasionelongobarda determinò vari sconvolgimenti che portarono ad un temporaneo trasferimento dei vescovi diPopulonia sull'Isola d'Elba e alla distruzione della città diSaturnia che si oppose strenuamente alle truppe provenienti dalla città diLucca. Nell'area delFiora si verificarono migrazioni daStatonia aSovana e daVulci aCastro con il conseguente trasferimento delle sedi vescovili rispettivamente aSovana e aCastro.Roselle eChiusi mantennero il loro territorio pressoché intatto, tranne alcune aree che vennero perdute a vantaggio diSiena che inglobò laValle dell'Ombrone a sud diPari.
Inoltre, proprio in età longobarda, venne creato un itinerario di pellegrinaggiLucca-Siena-Bolsena-Roma che entrò a far parte dellaVia Francigena. Il tracciato tuttavia lambiva la provincia di Grosseto sfiorando soltanto il territorio orientale diCastell'Azzara, pur attraversando aree all'interno delle diocesi che avevano influenza su varie zone della provincia.
Dopo l'anno Mille la riforma canonicale voluta da Ildebrando di Sovana, divenutopapa Gregorio VII, diede un forte impulso alla costruzione di nuove cattedrali. Nello stesso periodo venne spostata la sede vescovile daPopulonia aMassa Marittima a seguito di invasioni piratesche che sconvolsero la fascia costiera.
Nella prima metà del XII secolo vi fu anche il trasferimento delladiocesi di Roselle aGrosseto e contemporaneamente ci fu un forte conflitto tra i vescovi diSovana eOrvieto, dopo che gli Orvietani impedirono ai vescovi sovanesi di recarsi nell'antica cattedrale diStatonia che rappresentava la culla dell'intera diocesi.Successivamente, la nuova diocesi diGrosseto cedette la località diPrata aVolterra in cambio di Boccheggiano;Volterra cedette inoltre aMassa Marittima alcune chiese che si trovavano nelle vicinanze di quest'ultima città divenuta anch'essa nuova sede vescovile.
I confini delle diocesi rimasero quindi pressoché inalterati fino alla seconda metà del Settecento, quandoManciano eCapalbio passarono dalla diocesi diCastro a quella diSovana in cambio dei centri diOnano eProceno in territoriolaziale; l'areaamiatina passò invece daChiusi aSiena.[54]
A Grosseto e nella provincia sono presenti anche un cospicuo numero di fedeli evangelici, nonché di chiese evangeliche sparse in quasi tutto il territorio. La comunità più consistente è quellaPentecostale, soprattutto quella Apostolica, e leAssemblee di Dio in Italia. A Grosseto sono inoltre presenti comunità di EvangeliciBattisti.
Di rilevante importanza è il Centro Nazionale della Chiesa Evangelica Apostolica (Pentecostale), nonché Centro Studi Teologici, situato a Grosseto in via del Commendone.
Nella categoria del cristianesimo riformato, per la sua evoluzione storica e di principi, possiamo anche includere il movimento diDavide Lazzaretti ilGiurisdavidismo, sviluppatosi nella zona delMonte Amiata nella seconda metà dell'Ottocento e conta ancora una comunità di alcune centinaia di fedeli.
Oltre ai cristiani, nel territorio provinciale si insediarono anche alcune comunità ebraiche delle quali però non si hanno notizie antecedenti al Quattrocento. Inizialmente le comunità ebraiche si insediarono aGrosseto,Campagnatico,Montemerano,Sovana ePitigliano.
Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito delle bolle pontificie di restrizione, le comunità ebraiche preferirono insediarsi nei piccoli Staterelli autonomi dove potevano integrarsi meglio con la popolazione locale e partecipare in modo integrato alla vita civile ed economica trovando accoglienza e protezione in cambio dell'esercizio di attività artigianali e commerciali. Le comunità ebraiche si rafforzarono così aScarlino nell'ambito delPrincipato di Piombino, aCastell'Ottieri che all'epoca era controllato dai signori locali, aScansano eSanta Fiora nella contea degliSforza e aPitigliano eSorano nellaContea degli Orsini; ancheSovana mantenne fino a tutto il Seicento una comunità ebraica.
Quando le contee della parte meridionale della provincia di Grosseto passarono aiMedici e vennero inserite nelGranducato di Toscana, inizialmente gli ebrei furono costretti a chiudersi nei ghetti come avvenne nella prima metà del Seicento aSorano ePitigliano ma successivamente, quando i granduchi capirono l'importanza di queste comunità nella vita economica, vennero concessi loro alcuni privilegi.
Dalla seconda metà del Seicento in poi le comunità ebraiche diScarlino iniziarono a spostarsi aLivorno, mentre quelle dei vari centri dellaToscana meridionale e delloStato Pontificio iniziarono ad insediarsi aPitigliano, dove l'integrazione fu molto forte, al punto che questa località venne chiamata lapiccola Gerusalemme. In seguito ci furono spostamenti anche versoSorano,Scansano,Montemerano eManciano dove la comunità ebraica raggiunse diverse unità.
Tuttavia il legame di tutte queste comunità rimaneva molto forte con laSinagoga di Pitigliano. La popolazione cristiana diPitigliano difese la comunità ebraica e il ghetto dal tentativo di saccheggio condotto dagliAretini alla fine del Settecento. Lo stesso accadde durante ilsecondo conflitto mondiale ma l'intervento dei Pitiglianesi non riuscì a fermare il sensibile calo demografico della comunità ebraica che già aveva avuto inizio alla fine dell'Ottocento.
Pitigliano conserva ancora oggi lasinagoga sorta alla fine del Cinquecento, i locali per il Bagno Rituale, la Macelleria Kasher, il Forno delle Azzime e ilCimitero Ebraico al di là del torrenteMeleta, le cui origini precedono quelle del tempio di alcuni decenni.
AncheSorano ha mantenuto intatto il ghetto dove sorgevano la Sinagoga e il Forno delle Azzime; un'altra sinagoga, trasformata oggi in negozio, è stata identificata lungo via Selvi e risalirebbe ad epoche precedenti all'istituzione del ghetto.
Santa Fiora conserva il quartiere ebraico lungo via Lunga e attorno all'attuale Piazza del Ghetto: sembra che la sinagoga sorgesse in un edificio all'inizio di via Lunga.[55]
Tra le altre confessioni religiose, spicca la comunità tibetana diMerigar West[56] si è stabilita nell'areaamiatina, nei pressi diArcidosso, sul poggio sovrastante laZancona, sulle pendici delMonte Labbro. Iltempio, fondato il 17 giugno 1981 dal maestro tibetanoNamkhai Norbu, è divenuto una sede delBuddhismo tibetano inItalia, visitato anche dalDalai Lama nel 1990. La comunità deve la sua denominazione alla Montagna di Fuoco (Merigar), per la natura vulcanica del sottosuolo.[57]
Inoltre, dagli ultimi decenni del Novecento in poi, in numerosi centri della provincia si sono stabiliti numerosi fedeli di religione islamica provenienti da altre nazioni. La comunità islamica più numerosa è sicuramente quella diGrosseto che si riunisce per le preghiere del venerdì presso i locali delCentro Culturale Islamico.
La quasi totalità delle località della provincia hanno avuto origini e sviluppo in epocamedievale, quando erano completamente racchiusi da cinte murarie fortificate, talvolta costruite su preesistenti strutture di epocaetrusca, che generalmente si sviluppavano attorno ai luoghi del potere feudale, in molti centri identificabili con la relativaRocca aldobrandesca; le stessemura, in alcune località, sono state ulteriormente fortificate dalCassero Senese, negli anni in cui, queste, entravano a far parte dellaRepubblica di Siena.
In alcuni casi, le originarie mura furono ulteriormente ampliate o riqualificate durante il periodorinascimentale, riuscendo quindi a pervenire quasi intatte fino ai giorni nostri. In tutti gli altri centri storici, invece, nel corso dei secoli successivi le originarie cerchie murarie possono essere state parzialmente incorporate nelle pareti esterne di edifici abitativi, oppure in gran parte danneggiate o abbattute per l'espansione dei nuclei abitati.
Tra le più conosciute e imponenti, sono da annoverare le mura diGrosseto per l'aspetto fortificato che conferiscono al centro storico cittadino, mentre quelle diCapalbio e diMagliano in Toscana spiccano per la pregevolezza che le caratterizza. Le cinte murarie presenti nella provincia superano le cinquanta unità.
La quasi totalità dei centri storici dei comuni e delle frazioni della provincia di Grosseto sono di originimedievali e, talvolta, si sono sviluppati nei pressi di preesistenti insediamenti etruschi eromani. Tutte le località si caratterizzano, pertanto, per la presenza di palazzi echiese, dove sono ravvisabili elementi stilisticiromanici egotici.
Fra i centri medievali più rilevanti vi è il centro storico diSanta Fiora, capitale della omonimacontea prima aldobrandesca, poi sforzesca.
I centri più importanti si sono ulteriormente ampliati nelle epoche successive ed arricchiti anche di monumentirinascimentali e/obarocchi. Nell'area traOrbetello e ilArgentario è ben evidente l'influsso stilistico portato dagliSpagnoli.
Lungo la fascia costiera, furono erette fortificazioni etorri con funzioni difensive e di avvistamento, che potevano comunicare tra loro grazie all'emissione di segnali luminosi. Il sistema difensivo costiero si è sviluppato, a più riprese, tra il periodo medievale ed il Cinquecento inoltrato, quando la linea di costa era controllata a nord dalPrincipato di Piombino, nella parte intermedia e all'estremo sud dalGranducato di Toscana e nell'area traTalamone e l'Argentario dalloStato dei Presidi[59].
Nei centri minori vi sonochiese parrocchiali epievi, prevalentemente instile romanico ogotico; talvolta, pievi e cappelle rurali possono trovarsi isolate nelle campagne, soprattutto in prossimità di alcuni castelli.
Il territorio della provincia di Grosseto è stato riconosciuto come primo distretto rurale d'Europa, a seguito del recepimento della normativa comunitaria attraverso il D.Lgs 228/01, grazie alla vocazione per l'agricoltura, all'elevata qualità dei prodotti e alla tutela e salvaguardia dell'immenso patrimonio ambientale e paesaggistico.[61]
A livello artigianale prevale la logica della piccola-media impresa, anche a livello familiare, che risulta significativa nei principali centri urbani; la grande industria è presente soltanto nel distretto del Casone traFollonica eScarlino, dove prevale il polo chimico (Gruppo Solmar ed il Gruppo Huntsman).
Grosseto ospita la sede centrale della catena di profumerieLa Gardenia, dell'industria di abbigliamentoMabro, della fabbrica di prodotti plasticiEurovinil, dell'industria specializzata nella fabbricazione di prodotti in vetroresina, tra i quali anche i caschi da moto e da autoVemar e di un'importante azienda di commercio di pavimenti, rivestimenti, materiali idraulici e sanitari, laMetalmaremma presente nelle aree di Grosseto, Siena, Livorno e Viterbo.Sempre a Grosseto ha sede laIGS (Innovative Gas System, parte di una multinazionale statunitense) che sviluppa impianti di produzione di ossigeno e azoto. L'azienda è importantissima per la sua tecnologia avanzata, ed esporta in Asia ed Africa.
Per quanto riguarda l'industria alimentare spiccano laLatte Maremma, che produce latte e derivati con sede a Grosseto, e laCorsini, che produce pane e dolci per il mercato nazionale e internazionale con sede aCastel del Piano.Importante è anche il polo agricolo diAlbinia dove ha sede laCopaim ed una filiale diConserve Italia importantissimo per la lavorazione del pomodoro, con una capacità di lavorazione di 85.000 tonnellate all'anno, è il secondo stabilimento produttivo di pomodoro di Conserve Italia.
Di una certa rilevanza è anche ilCantiere Navale dell'Argentario diPorto Santo Stefano, uno dei più importanti cantieri italiani per il restauro di barche d'epoca,[62]per il resto le piccole e medie imprese della provincia si concentrano principalmente nel manifatturiero.
Lo stile country che avvolge tutto il territorio, ben rappresentato daibutteri con il loro modo di vestire, è stato oggetto di ispirazione per l'azienda di abbigliamento di livello internazionale,Capalbio.
Questa infrastruttura interregionale, sorta a partire dagli anni 1930, convoglia l'acqua a tutto il territorio provinciale, dopo averla raccolta e raccordata dalle numerosi sorgenti presenti sulMonte Amiata, tra cui anche quella delfiumeFiora.
Per far fronte ai ricorrenti episodi disiccitàestiva, sono stati realizzati numerosi invasi, sia nelle aree pianeggianti che in quelle collinari, mentre lungo la fascia costiera sono allo studio di fattibilità alcuni progetti per la realizzazione di impianti didissalazione, che andrebbero ad aggiungersi a quello già esistente ed in funzione all'Isola del Giglio.[63]
Nel primo caso, la risorsa dienergia geotermica è riuscita a rendere autosufficiente il consumo di riscaldamento nel comune diMonterotondo Marittimo, nel secondo caso, invece, l'obiettivo da raggiungere è quello di rendere completamenteautonoma l'area dei comuni dell'Amiata, sia nel versante grossetano che in quellosenese.[65]
Nel gennaio 2007 c'è stata, inoltre, l'apertura delParco eolico dei Poggi Alti, sulla vetta di una collina a nord-est diScansano. Con dieci aerogeneratori da2 MW ciascuno, ha l'obiettivo di rendere autosufficienti in futuro i vari comuni del territorio delleColline dell'Albegna e del Fiora.[66]
La parte indifferenziata dei rifiuti domestici prodotti in provincia di Grosseto viene parzialmente smaltita dalcogeneratore diScarlino, impianto diincenerimento capace di produrreenergia elettrica, situato nella zona industriale dell'omonimocomune, nellaPiana del fiume Pecora (area settentrionale del territorio provinciale)[68].
La parte non smaltibile dei rifiuti viene messa a discarica, mentre i rifiuti speciali e quelli industriali vengono inviati fuori provincia per il loro smaltimento.
Da segnalare, infine, la presenza in varie località, tra cuiGrosseto, di impianti di raccolta e depurazione dei liquami, affinché possa essere diminuito ulteriormente l'impatto di smaltimento.
La principale risorsa per la provincia è costituita dalturismo che, nella stagione estiva, fa decuplicare la popolazione presente[69].
Quello balneare, grazie alla bellezza dei luoghi e al clima favorevole durante tutto l'anno, risulta essere l'elemento trainante del settore. Numerose località della fascia costiera, oltre a costituire la seconda residenza, sono il luogo di adozione scelto da numerose autorevoli personalità in campo politico, industriale e culturale e da personaggi del mondo dello spettacolo, che hanno contribuito a diffondere l'immagine dellaMaremma nel mondo.Capalbio,Monte Argentario,Talamone,Castiglione della Pescaia ePunta Ala costituiscono i principali punti di riferimento per il turismo balneare di élite.
Il turismo rurale, in forte e costante espansione, può contare su un elevatissimo numero di agriturismi, grazie alle numerose aree protette presenti che hanno mantenuto pressoché inalterati i paesaggi e gli habitat naturali (su tutti ilParco naturale della Maremma).
I numerosi musei della provincia fanno parte dal 2004 della rete museale provincialeMusei di Maremma, che regola e promuove le più significative strutture sparse nei comuni del territorio. I musei della rete sono suddivisi per aree geografiche.
IBuoi maremmani che forniscono la pregiatissima carne maremmana
Negli ultimi anni, si è incrementato notevolmente anche il turismo enogastronomico che può contare sulla carne bovina di razzamaremmana, sulla cacciagione, sull'olio (l'Olivastra seggianese ha ottenuto nel 2005 il riconoscimentoDOP) e, soprattutto sulvino. Nel territorio della provincia di Grosseto ritroviamo la denominazione Maremma Toscana IGT e, tra le DOC, ilMorellino di Scansano, ilMontecucco, ilMonteregio di Massa Marittima, ilParrina, ilCapalbio, ilSovana, ilBianco di Pitigliano e l'Ansonica Costa dell'Argentario.Tra i vitigni a bacca rossa il più diffuso risulta essere ilSangiovese, ma negli ultimi anni, grazie ad ingenti investimenti, vengono prodotti moltisuper tuscans grazie anche all'impiego diMerlot,Cabernet-sauvignon,Cabernet franc,Alicante ePetit Verdot (quest'ultimo vitigno nell'area in prossimità della costa riesce a dare ogni anno ottimi risultati grazie all'intenso soleggiamento, alla costante ventilazione e alle temperature elevate durante la fase vegetativa). Tra i bianchi prevalgono su tutti ilTrebbiano, ilVermentino e l'Ansonica nell'area dell'Argentario e all'isola del Giglio (quest'ultimo per maturare necessita le condizioni climatiche tipiche di questa zona con intenso soleggiamento, temperature elevate e precipitazioni scarse o assenti durante la fase vegetativa).
Nel campo alimentare, rivestono notevole importanza anche l'acquacoltura adOrbetello e le industrie casearie sparse in tutto il territorio, tra le quali spiccano i caseifici diSorano (famosissimo ilPecorino stravecchio),Manciano (ricotta) e dell'areaamiatina, dove si affiancano all'altrettanto rinomata produzione di castagne e marroni che hanno ottenuto il riconoscimentoDOP.
Da segnalare, infine, la ricchezza di tartufi di ottima qualità nelle pinete costiere (marzoli) e nell'area attorno aCastell'Azzara.
Di ottima qualità sono le già citate carni bovine di razzamaremmana provenienti da capi allevati allo stato brado e, in generale, il pesce di acquacoltura diOrbetello (orate, branzini, ecc.), dove è rinomata anche laBottarga di Muggine.
La cucina si caratterizza, pertanto, per piatti a base di carne e di pesce e per zuppe elaborate sfruttando i prodotti dell'agricoltura locale.
Secondo i dati delMasaf aggiornati a luglio 2024[70], la provincia di Grosseto vanta 14 prodotti DOP e IGP, collocandosi al secondo posto tra le province toscane con il maggior numero di prodotti DOP e IGP.
Di seguito l'elenco dei prodotti DOP e IGP grossetani in ordine alfabetico:
Lungo l'asse traGenova eRoma, i collegamenti stradali sono possibili grazie allaVia Aurelia che conduce fino al casello diCivitavecchia dell'Autostrada A12 procedendo verso sud, mentre andando verso nord si raggiunge la medesima autostrada al casello diRosignano Marittimo attraverso la cosiddettaVariante Aurelia (a carreggiate separate e con due corsie per ogni senso di marcia): la A12 è incompleta proprio nel lungo tratto traCivitavecchia eRosignano Marittimo.
L'assenza di tratti autostradali ha diviso in due l'opinione pubblica locale e nazionale. Da un lato ci sono coloro che sono favorevoli al completamento autostradale del cosiddettoCorridoio tirrenico (progetto avanzato già a partire dalla metà del secolo scorso) che, secondo il loro punto di vista, permetterebbe un ulteriore sviluppo di tutto il territorio provinciale; dall'altro lato, l'idea di un'autostrada che attraverserebbe da nord a sud laMaremma è vista come un possibile scempio ambientale e paesaggistico (idea portata avanti anche da numerosi esponenti intellettuali, oltre che da numerose comunità locali).
La provincia di Grosseto è attraversata da nord a sud dallaferrovia Tirrenica, tratto della linea che collega le città diGenova eRoma. Lastazione di Grosseto è posto di blocco della quasi totalità dei treni in transito, mentre nelle stazioni diFollonica e diOrbetello-Monte Argentario fermano tutti i convogli regionali ed interregionali, buona parte dei treni diretti e alcuni intercity; in tutte le altre stazioni ferroviarie fermano solo alcuni treni pendolari a carattere locale.
Dallastazione di Montepescali, una diramazione secondaria a binario unico senza cavi elettrici dà origine alla lineaGrosseto-Siena che, aMonte Antico, prosegue nel suo tronco principale perBuonconvento, mentre si ramifica nel tratto dismessoMonte Antico-Asciano, usato per gite in littorine d'epoca: entrambi i percorsi si ricongiungono a pochi chilometri daSiena.
L'assistenza sanitaria è garantita dall'Azienda USL 9 Grosseto, struttura pubblica facente capo alServizio sanitario della Toscana, che opera nell'ambito territoriale dell'intera provincia di Grosseto.[72]
Gliospedali sono le strutture finalizzate all'organizzazione ed all'erogazione delle prestazioni specialistiche, i ricoveri ordinari e iday hospitalmedico-chirurgici. L'assistenza ospedaliera è garantita da 5 presidii ospedalieri presenti nel territorio, strutture dotate anche diPronto soccorso.
L'assistenza territoriale, suddivisa in 4 distretti, include vari tipi di servizi (prevenzione,diagnosi,cura eriabilitazione) erogati all'interno dell'intero territorio provinciale, senza la necessità di ricovero.
Data la vastità del territorio di competenza, nella maggior parte dei comuni è presente un servizio di poliambulatori. Inoltre, durante la stagione estiva, vengono allestiti punti di primo soccorso nelle varie località balneari e viene implementato il servizio dicamera iperbarica presso l'Ospedale Misericordia di Grosseto rispetto ai restanti periodi dell'anno, visto il decuplicarsi della popolazione residente e il gran numero disub che praticano la loro attività di immersione.
Un altro fondamentale servizio gestito dall'azienda sanitaria grossetana è l'elisoccorso, che permette di raggiungere in pochi minuti sia le isole dell'Arcipelago che ogni altra località isolata o impervia del territorio provinciale. L'Ospedale Misericordia di Grosseto è dotato di un'area attrezzata per il decollo e l'atterraggio dell'eliambulanza "Pegaso", fornita dallaRegione Toscana.
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Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali