Laprovincia di Gorizia (in slovenopokrajina Gorica[6], in friulanoprovincie di Gurize[7]) è una "unità non amministrativa"[8] della regioneFriuli-Venezia Giulia il cui capoluogo èGorizia. Comeente locale, è stata soppressa il 30 settembre 2017 e attualmente Gorizia è sede dell'omonimoente di decentramento regionale, che ricalca i confini della vecchia provincia e ne ha ereditato alcune strutture. Rimane invece inalterata comecircoscrizione delle amministrazioni statali sul territorio ed è classificata dall'Istituto nazionale di statistica comeunità territoriale sovracomunale non amministrativa.[8]
Segnati in arancione, i confini della provincia di Gorizia nel 1941-1943 (quando aveva le stesse dimensioni del periodo 1927-1947). Gli ampliamenti territoriali del Regno d'Italia che si vedono sulla mappa furono causati dall'invasione della Jugoslavia, evento militare dellaseconda guerra mondiale
Tra il1927 e il1947 la provincia di Gorizia era estesasu un territorio sensibilmente più ampio di quello attuale, visto che comprendeva anche l'alta e media valle dell'Isonzo con i suoi affluenti fino aGradisca, corrispondendo solo in parte allavecchia provincia di Gorizia soppressa nel1923. La provincia di Gorizia esistita dal 1927 al 1947 venne infatti ricreata quattro anni dopo la sua precedente soppressione, causata da motivi amministrativi e politici, con confini leggermente differenti, staccandola dallaprovincia di Udine.[10].
La nuova provincia del 1927 ebbe una superficie di2730 km² e 209 700 abitanti ed articolata su 128 comuni, ridotti a 42 per effetto di 86 soppressioni avvenute nel 1927-1928. (7 comuni furono ricostituiti nel 1954-1955).
Dopo la vittoria sullaJugoslavia e la sua parziale occupazione da parte delRegno d'Italia nella primavera del1941, la provincia di Gorizia non ebbe ampliamenti come invecequella di Zara equella di Fiume. Divenne però confinante ad est con la nuovaprovincia di Lubiana, all'interno dell'Italia ingrandita nei suoi confini orientali.
Modifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975.
Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo
Nel 1947 a seguito deltrattato di pace di Parigi fu tracciato il nuovo confine. Dei2730 km² che aveva avuto la provincia dal1927 in poi, rimasero all'Italia solo circa215 km², cioè meno di 1/12, con 9[15] comuni su 42; i restanti 33 furono ceduti alla Jugoslavia[16]. Per quanto riguarda laprovincia di Trieste, fu creato ilTerritorio Libero di Trieste con questa città ed altre località della sua provincia, nonché alcuni paesi già appartenuti allaprovincia di Pola, mentre rimase all'Italia il mandamento di Monfalcone (esclusa Duino) e il comune di Grado, circa245 km² con 9 comuni, che furono riaggregati alla provincia di Gorizia, com'era stato fino al 1923.[17] La sistemazione interna avvenne con decreto legge nº 1430 del 28 novembre 1947.I territori degli attuali comuni diDuino-Aurisina,Sgonico eMonrupino, già parte della contea e poi provincia di Gorizia e Gradisca fino al 1923, furono inseriti nella zona A delterritorio Libero di Trieste, oraprovincia di Trieste. Tutte le altre località che nel 1923 erano passate dalla provincia di Gorizia e Gradisca a quella di Trieste furono cedute allaJugoslavia.
Nel1975 con iltrattato di Osimo furono attuate alcune lievi rettifiche del confine. In particolare sulmonte Sabotino ritornò all'Italia la cresta di cima fra la vetta e i ruderi della chiesa di San Valentino: l'Italia in cambio costruì unastrada internazionale per collegare ilCollio sloveno aNova Gorica sulle pendici di quel monte. Nel corso degli anni cinquanta i comuni passarono da 18 iniziali a 25 per via della ricostituzione di 7 (degli 86) comuni soppressi nel 1927-1928.
Il 28 novembre 2016 si è tenuto l'ultimo Consiglio provinciale; dal 1º dicembre 2016 è stato abolito l'ente della provincia di Gorizia, come previsto dal nuovostatuto regionale del Friuli-Venezia Giulia approvato il 20 luglio 2016 da cui sono stati cancellati gli enti intermedi.
Ai sensi della L.R. 26/2014 e successive modifiche la Provincia di Gorizia è stata messa in liquidazione il 1º gennaio2017 e definitivamente cancellata il 30 settembre2017. Le funzioni della Provincia sono state trasferite alla Regione, aiComuni e agli UTI.
«Trinciato: il 1º d'azzurro, alleone coronato d'oro; il 2ºsbarrato d'argento e di rosso. Ornamenti esteriori da Provincia.»
Riconosciuto con DCG del 13 novembre 1929[18], riprende lo stemma dell'anticacontea di Gorizia: il leone era l'emblema dei conti, mentre lo sbarrato deriva dalla bandiera di vassallaggio alpatriarcato di Aquileia, esistente nel 1338. Dal 1933 al 1943 recava ilcapo del Littorio.[19]
Gonfalone
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 30 maggio 1929[18], è un drappo partito d'azzurro e di giallo.
Bandiera
Drappo troncato di azzurro e di giallo, caricato al centro dello stemma provinciale al centro. Viene esposta anche la semplice bandiera bicolore senza lo stemma.[20]
In 15 comuni su 25, vige la legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione dellalingua friulana"[21].
In 8 comuni su 25 lalingua slovena è riconosciuta e tutelata al pari della lingua friulana dalla legge statale 482/99 e dalla legge 38/01.
Accanto alle lingue riconosciute ufficialmente, varianti locali dellalingua veneta sono parlate a Gorizia, così come nellaBisiacaria (ildialetto bisiaco) e ildialetto gradese (graìsan) aGrado. Il veneto è compreso e comunemente parlato anche dalla maggior parte dei madrelingua friulani e sloveni.
^I dati si riferiscono all'insieme dei detenuti politici ed ebrei. Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia,Il libro dei deportati, vol 1, tomo 3, p. 2533.ISBN 978-88-425-4228-5
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali