Affacciata a ovest sulMar Tirreno e a est sulMar Ionio, confina a nord con laBasilicata (province diPotenza e diMatera), a sud con leprovince diCatanzaro e diCrotone. Corrisponde, grosso modo, ai territori dell'antica provincia diCalabria Citeriore, dalla quale ha ereditato anche i simboli. Il territorio cosentino è piuttosto variegato, caratterizzato da una prevalenza di montagne e colline a dispetto di aree pianeggianti, ma con ampi tratti di costa e con i suoi 150 comuni è la prima provincia calabrese per numero di comuni. Ospita, pressoArcavacata di Rende, l'Università della Calabria, il campus universitario più grande d’Italia.[5]
Fanno parte del territorio provinciale la catena delPollino (2248 m) a nord, la catena costiera dell'Appennino Paolano sul Tirreno, l'Orsomarso e il massiccio montuoso dellaSila. Vi sono numerose valli; le principali sono laValle del Crati e laValle del Savuto, ed un'area pianeggiante, quella diSibari. Sono presenti tre grandi laghi artificiali,Cecita-Mucone,Arvo eAmpollino, ed altri di minori dimensioni. Il fiume più lungo della regioneCalabria è ilCrati, che partendo dalla Sila, attraversa l'omonima valle, dove è situato il capoluogoCosenza, e la piana diSibari per sfociare nel marIonio.Vi sono da citare certamente ilGolfo di Policastro, a nord/ovest al confine con la Basilicata tirrenica, e ilGolfo di Corigliano, a nord/est che comprende la costa della piana di Sibari fino al confine con laBasilicata ionica.
La superficie territoriale è suddivisa in 3.604 km2 di montagna, 2.696 km2 di collina e 352 km2 di pianura. La provincia ha anche 228 km di coste[3], divise quasi equamente fra i mari delTirreno e delloJonio, sulle quali sono presenti numerose località balneari.
Il clima della provincia presenta molte differenze climatiche fra i centri e le aree della costa, e le aree più interne. Le catene montuose presenti sul territorio, incidono sulle condizioni climatiche e le precipitazioni delle aree pianeggianti e dei rilievi minori, facendo della provincia di Cosenza, una delle aree più piovose del meridione e dell'Italia Intera.
Foreste della Sila con il lago Arvo e Lorica sullo sfondo
Il clima si caratterizza per autunni, inverni e primavere molto piovose, ma con clima miti in pianura e sulle coste, ed estati piuttosto secche. Le valli principali, le aree interne delPollino e quelle dellaSila, presentano le prime, condizioni climatiche condizionate da forti tassi di umidità, e le seconde, temperature tipiche montane.
La provincia calabrese, la più estesa della regione, ha vissuto stratificazioni culturali, le cui tracce sono ancora presenti su tutto il territorio, una storia millenaria ancora oggi visibile attraverso i reperti storici archeologici, i monumenti e i centri storici di tutti i comuni che fanno parte della provincia.
Incisione paleolitica di un Uro dal sito archeologico dell Grotta del Romito
I primi insediamenti e presenze umane nella provincia di Cosenza, databili grazie al recupero e al ritrovamento di utensili rudimentali come laselce, ma anche utensili in metallo, riconducono a diverse fasi che vanno dalPaleolitico inferiore, alNeolitico. Vi sono ritrovamenti che, seppur limitati per le trasformazioni dell'ambiente originario, accertano la presenza di gruppi di popolazioni nomadi, con attività legate alla caccia e alla pesca.
Grotta del Romito a Papasidero
Fra i siti più importanti dellafase paleolitica, abbiamoTortora,Praia a Mare eScalea, luoghi dove sono stati ritrovati siti di origine Paleolitica[7]. Altri insediamenti minori, ritrovati sul versante ionico della provincia, si associano ai siti appena citati. I siti più importanti sono posti in aree collinari del nord-est della provincia, di facile raggiungimento, e lungo corsi di acqua dei fiumi interni, quali ilfiume Noce ed ilfiume Lao. Fra i maggiori siti rinvenuti da scavi archeologici, i più importanti restano quelli dellaGrotta del Romito aPapasidero, ove sono state rinvenute incisioni rupestri raffigurantibovidi[8], e la Grotta della Monaca diSant'Agata di Esaro, una delle miniere preistoriche più antiche e meglio conservate d'Europa.
Sono stati rinvenuti insediamenti risalenti allafase neolitica nei quali è documentata la presenza di gruppi che praticano le prime forme di agricoltura e allevamento, con rinvenimenti sul luogo di manufatti in ceramica. Di rilevante interesse gli insediamenti preistorici individuati ed in corso di studio da parte della Soprintendenza per i BeniArcheologici dellaCalabria in Sila. Molti sono i siti nella quale sono stati rinvenuti interessanti testimonianze, alcune delle quali si sovrappongono al periodo precedente. Le testimonianze riportano le abitudini dei gruppi del luogo, alcune primitive forme di commercio utilizzando la navigabilità dei corsi d'acqua delle aree interne e i primi tracciati rupestri di alcune vie di comunicazione, che collegano le aree collinari con le valli e le coste. Di questo periodo sono le civiltà rupestri che verranno assoggettate e conquistate dalla futuraSybaris. Ilperiodo del rame, invece, è poco significativo, o per lo meno lo risulta essere dai rinvenimenti e dai reperti trovati nella provincia.
Molto rilevante è il periodo ellenico che ha vissuto la provincia di Cosenza insieme a tutta la regione Calabria. Periodo florido, da tutti i punti di vista,economico, politico e sociale, probabilmente il miglior periodo storico, ad oggi, di tutta la provincia. Significative sono i ritrovamenti delle colonie greche che hanno interessato e scritto la storia di questo periodo. Il processo di colonizzazione da parte dellaGrecia verso quella regione che in seguito verrà definitaMagna Grecia, comincia nell'VIII secolo a.C. Nella provincia di Cosenza, la colonia greca più importante è stata certamente quella diSibari, fiorente città e struttura di centri urbani, che raggiunse la popolazione di 300.000 abitanti[10], con diversi centri abitati dislocati lungo la piana omonima, fino alle pendici del Pollino e la costa tirrenica, capace di controllare dunque, l'intera provincia cosentina.
Altri centri di rilevata importanza sonoPandosia, città sorta in quella che è adesso il capoluogo di provincia, in un'area interna dellaValle del Crati[11],Laos fondata da Sibari e che un tempo sorgeva sulla riva destra delfiume Lao,Scidros (posta tra Cetraro e Belvedere Marittimo),Clampetia (nell'area tra Amantea e San Lucido),Temesa (tra Amantea e Nocera Terinese) eUrsentum (l'attuale Orsomarso). Di minore importanza ma di uguale pregio ed interesse, da citare sono certamente i siti e i centri diAufugum (l'attuale Montalto Uffugo),Argentanum (l'attuale San Marco Argentano),Bergae,Besidiae (l'attuale Bisignano) eLymphaeum (l'attuale Luzzi)[10][12].
Lo stato delle colonie e dei centri urbani di questo periodo durerà circa sei secoli, nel corso dei quali varie lotte interne, mutazioni politico-economiche nel Mediterraneo e la presenza dei popoli Bruzi all'interno del territorio provinciale portarono alla scomparsa prima dell'influsso della Grecia su questi territori, e in seguito alla scomparsa delle stesse colonie, che coincisero con l'avvento dei Romani.
Il territorio sotto la presenza dei Bruzi, venne ben presto fatto oggetto di attacchi da parte dei Romani, intorno all'inizio delIII secolo a.C., che non trovarono grandi ostacoli da parte del popolo Bruzio nonostante il sostegno da parte dell'Impero dell'Epiro e diPirro, sostegno che si spense con leguerre puniche nelII secolo a.C.Roma mutò drasticamente le condizioni sociali dei centri della provincia, colonizzando ampie parti di territorio, e dominando le antiche colonie presenti, queste ultime soggetto a sovrapposizioni urbanistiche o edificazioni affiancate alle città preesistenti. La scomparsa della cultura bruzia e l'assimilazione di quella greca, segnarono un confine netto tra il passato e il presente di quel periodo.
I romani si concentrarono nello sfruttamento delle risorse e dei minerali (vediSan Marco Argentano), mentre procedette ad un depauperamento del territorio, con l'estinzione dell'agricoltura e di tutte le attività portuali, e delle infrastrutture esistenti, eliminando il vecchio tracciato reticolare che collegava i vari centri interni, sostituendolo con lavia Capua-Rhegium nel tratto provinciale dellavia Popilia-Annia. La via Popilia era una via realizzata a scopi militari, necessaria via di comunicazione per trasportare le risorse accaparrate nei territori occupati, e come collegamento fra i vari centri che stavano sorgendo lungo la stessa strada.
La conseguenza del dominio romano fu soprattutto un totale abbandono delle antiche aree greche, fertili e strategiche sotto il punto di vista delle comunicazioni marine; in seguito si diffusero e svilupparono i centri urbani a mezza costa, più protetti da attacchi via mare, e attigui ad aree collinari facilmente coltivabili, centri urbani che ancora oggi costituiscono l'ossatura generale di praticamente tutti i centri storici urbani costieri della provincia, che solo nell'immediato dopoguerra, svilupparono nuovamente le aree costiere, dopo quasi due millenni di abbandono.
In questa fase storica, importante e molto influente, fu l'avvento del cristianesimo di tradizione orientale. Giunsero molti monaci provenienti dal medioriente e dal nord dell'Africa, che importarono la cultura orientale della cristianità, ma anche nuovi metodi di coltivazione e di conduzione agricola. Il periodo fu piuttosto florido anche sotto l'aspetto sociale, favorendo l'aggregazione delle culture latine con quelle greche e quelle bruzie. Sorge in questo periodo l'eparchia di Mercurion (sistema urbano di luoghi di culto) e vengono edificati complessi religiosi di grande rilievo, specie nelle aree ioniche della provincia.
Il periodo successivo alla caduta dell'Impero romano vide come protagonisti iBizantini, che occuparono tutta la regione combattendo contro iGoti, di cui rimangono ampie tracce. Da citare anche iLongobardi che occuparono il nord della provincia per tutto ilIX secolo. L'impero Bizantino ebbe comunque il predominio per molti secoli e su tutti i centri urbani della provincia. I maggiori centri di questo periodo furono Rossano e Corigliano che ancora oggi conservono ampie testimonianze dell'epoca bizantina, mentre con l'avvento deiNormanni si proseguì l'opera di recupero del territorio iniziato con i Bizantini dopo la caduta dell'Impero romano. Vennero erette importanti fortificazioni militari, ma significative saranno anche le costruzioni religiose di questo periodo volute da grandi personaggi.
DalXIII secolo in poi, la provincia e l'intera regione subiranno un periodo di declino economico, dovuto essenzialmente alle lotte interne fra i vari livelli di potere, le diverse dinastie che si contenderanno i terreni e i feudi della provincia cosentina.
L'età moderna comincia con un periodo di forte incertezza, proseguendo dunque il percorso lasciato con il medioevo. GliAragonesi dovettero far fronte alla proteste contadine represse con la forza dalle truppe guidate daFerdinando I d'Aragona. Difficile fu la ripresa economica nonostante vani tentativi di sostegno ad iniziative imprenditoriali. In questo periodo da evidenziare è l'arrivo di un forte contingente di esulialbanesi che daranno vita a numerose località, ancora oggi presenti sul territori, che seppero mantenere la propria cultura albanese (arbëreshë) delle popolazioni che le fondarono. Si intensificano le strutture militari e si rinforzano quelle esistenti, a difesa da parte degli Aragonesi, della provincia minacciata dagliottomani e dai francesi, oltreché ancora da lotte feudatarie interne.
La sconfitta dei francesi per mano degli spagnoli, segnarono l'avvento dei napoletani, con Napoli vicereame spagnolo, in territorio regionale, con la Calabria che passa ad essere una provincia delRegno di Napoli, cosa che comportò l'ennesima crisi economica e sociale della provincia cosentina. Il territorio cosentino venne utilizzato solo a scopo militare, tant'è che in questo periodo vennero erette numerosetorri di guardia a difesa del regno di Napoli. Vi furono inoltre, alcuni episodi di crudele barbarie, atti dipulizia etnica con la cacciata degliebrei dal regno e lo sterminio delle popolazionivaldesi diGuardia Piemontese, episodi risalenti entrambi alla metà del ‘500.
Da aggiungere anche due devastanti terremoti presenti e ricordati negli annali del regno, ossia ilterremoto del 27 marzo 1638 e quello del1659, oltre ad una serie di pestilenze e carestie che decimano costantemente la popolazione.In ambito artistico, si affermaGiovanni Francesco Donadio detto il "Mormando", architetto e organaro, nativo diMormanno sommo caposcuola e padre del Rinascimento aNapoli ed il pittore cinquecentescoPietro Negroni.
La fase contemporanea inizia con gli impegni politici e amministrativi dettati daCarlo III di Spagna, che tentò di promuovere un miglioramento nel campo agricolo. Il lavoro di ripresa di questa attività verrà poi continuato daFerdinando IV. Per poter promuovere le opere necessarie ad un rinnovamento nell'economia agricola, i vari governatori non si fecero scrupoli nell'utilizzare le ingenti risorse possedute dalla curia calabrese, un ingente patrimonio, tanto ingente da far ritenere necessaria l'istituzione di un ente gestore, laCassa Sacra (fineXVIII secolo), ente attuato in concomitanza con un nuovo tragico terremoto, quello del1783. L'esproprio dei beni ecclesiastici aveva lo scopo di risanare l'economia della provincia e della Calabria intera, procedendo unitamente con una distribuzione più equa della proprietà fondiaria. La riforma non ottenne gli effetti sperati.
Il governofrancese cercò di riorganizzare l'assetto civile della provincia, eliminando il feudo, ma dovettero fare i conti con il fenomeno delbrigantaggio, che imperverso in tutta la regione, ed anche nella provincia, specie in Sila. IBorboni ritornarono al potere e cercarono di limitare il progetto di restauro civico intrapreso dai francesi, con la conseguenza di continui conflitti sociali e politici. Si alimentarono le prime speranze rivoluzionarie, segnate dalla tragedia della spedizione deifratelli Bandiera. Nel 1860Garibaldi in Calabria, e con l'Unità d'Italia si diede avvio ad una repressione fortissima del brigantaggio. La provincia di Cosenza venne formalizzata l'anno successivo, e così appare oggi come allora, con gli stessi confini e le stesse città.
In ambito architettonico, la provincia visse un periodo altalenante. IlBarocco sarà l'architettura che condizionerà lo stile di molti edifici e luoghi di culto. Iniziato il secolo precedente, il barocco, di chiara influenzanapoletana si affermerà nei centri principali della provincia, in particolar modo aMormanno e aMorano Calabro, centri che sforneranno grandi interpreti dell'architettura barocca, come i pittori Francesco Oliva, Angelo e Genesio Galtieri nativi diMormanno attivi fraLucania eCalabria. Nel campo della pittura emergeranno alcuni ottimi interpreti, tra i quali il rendeseCristoforo Santanna e soprattuttoMattia Preti, catanzarese originario diTaverna, considerato il più grande pittore calabrese di ogni epoca, uno dei maggiori esponendi di quest'arte di tutto il Seicento[13], che affrescherà molti edifici religiosi della provincia. Purtroppo la provincia non virà il periodo florido del secolo precedente, ma si assisterà ad un assestamento delle strutture già esistenti.
Il gonfalone è stato approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 43 del 3 giugno 1991.
Lo stemma condivide la presenza della croce con gli stemmi delle province di,Catanzaro,Vibo Valentia eReggio Calabria (quest'ultima però non è potenziata magreca); è formato dallo scudo sul quale solitamente vengono figurate le armi, di forma sannitica quadrato ma in basso smussato ed aguzzo in punta, con sfondo in colore argento. La croce nera rappresenta il valore deiCrociati Calabresi che, sotto la guida diBoemondoDuca di Calabria, parteciparono alla liberazione diGerusalemme. Lo scudo centrale presenta intorno gli accartocciamenti e i fregi tipici della foggia antica delle Province.
Sopra lo scudo vi sta la corona, simbolo di sovranità, di forma ducale senza i simboli classici del ramo di quercia e di oliva, questi ultimi posti ai lati dello scudo, in quanto lo stemma della provincia di Cosenza, come per altre province, non conserva le forme stabilite per le Province, ma rientra nelleconcessioni speciali, o meglio nell'art. 95 del regio decreto n. 651 approvato il 7 giugno 1943.
La provincia di Cosenza venne istituita con un regio decreto del 2 gennaio1861.
Le principali architetture religiose della città di Cosenza sono:
Duomo di Cosenza, costruito agli inizi del Duecento, caratterizzato da numerosi interventi di consolidamento e ristrutturazione a causa dei numerosi danni riportati a seguito di vari terremoti; realizzato instile romanico, fu modificata profondamente la facciata. L'edificio venne consacrato il 30 gennaio 1222 alla presenza dell'imperatoreFederico II di Svevia e dell'arcivescovo monaco scrivano cistercenseLuca Campano, autore dell'edificio.
Chiesa di San Domenico, con rosone romanico di pregevole fattura;
Mentre nel territorio provinciale sono notevoli i seguenti edifici sacri:
Abbazia Florense a San Giovanni in FioreBasilica di Sant'Angelo d'Acri
Santuario di San Francesco di Paola, sito fuori dal centro urbano diPaola, in una zona collinare posta sopra la cittadina tirrenica; costruito nel XVI secolo, ha subito numerosi interventi sia di ampliamento, che di consolidamento e ristrutturazione; ospita parte delle spoglie delSanto;
Abbazia Florense, fondata dall'abate e misticoGioacchino da Fiore, sorge nel centro storico della cittadina diSan Giovanni in Fiore, nel cuore dellaSila; il monastero in stilegotico-romanico, nonostante i numerosi rifacimenti e i continui mutamenti di stile architettonico, conserva ancora l'austerità di un tempo;
Mentre nel territorio provinciale sono presenti le seguenti architetture civili notevoli:
Palazzo delle Clarisse adAmantea, del XVII secolo un tempo utilizzato come convento dopo un periodo di abbandono venne acquistato da alcuni privati; oggi è sede dell'Accademia degli Arrischiati e del Museo della Copia d'Autore;
Palazzo Pucci adAmendolara, sede della famiglia Pucci, un tempo famiglia nobiliare di Amendolara;
ACosenza vi è ilCastello Normanno-Svevo. Sorge sul colle Pancrazio, colle che domina tutto il centro storico della città bruzia; il castello ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti.
Castello diPaola, la sua costruzione si deve ai Normanni la costruzione del ‘’Castello di Paola’’ intorno all’anno 1110 d.C. Questa roccaforte fu eretta usando malta e tufo, in una posizione strategica che sovrastava la città e aveva lo scopo di difesa;
Castello di Belmonte Calabro, edificato verso il 1270, oggi rimangono i ruderi e i resti della vecchia fortezza; l'edificio fu eretto dal Maresciallo del Regno Drogone di Beaumont, e subì numerose aggiunte architettoniche come le mura di cinta nel 1500;
Castello Giannone diCalopezzati; del XII secolo; originariamente era una semplice fortezza difensiva, venne poi trasformato in castello residenziale;
Castello diCastrovillari, realizzato in età tardo-medievale, subì una profonda ristrutturazione e modifica intorno al 1500 ad opera del reFerdinando d'Aragona[quale?]; il castello sorge nel cuore della città[21];
Castrum Petrae Roseti diRoseto Capo Spulico, edificato in epoca normanna sorge a picco sul mare sulPromontorio di Cardone; il castello indicava con molta probabilità, il confine tra i possedimenti diRoberto il Guiscardo e quelli del fratello Ruggiero; venne conquistato e modificato ad opera diFederico II agli inizi del XIII secolo, adottato come confine tra le capitanerie con la quale Federico II aveva diviso ilRegno delle due Sicilie; ad oggi è una residenza privata con uso commerciale;
Castello della Valle diFiumefreddo Bruzio, antico e maestoso castello normanno che domina la costa e l'ampia vallata, fu fondato nel 1201. Nel 1536 il feudo di Fiumefreddo venne donato da Carlo V d'Asburgo al marcheseHernando de Alarcón. Oggi dopo un restauro di quasi 10 anni ha riacquistato la sua inequivocabile bellezza e dall'estate 2012 è aperto ai visitatori;[22]
Castello ducale diCorigliano Calabro, sito nel centro storico della città ionica, arroccato sopra il promontorio che domina la frazione di Schiavonea e parte dellaPiana di Sibari; costruito nel 1073 ad opera di Roberto il Guiscardo, il castello è stato recentemente ristrutturato ed oggi viene utilizzato per esposizioni artistiche e manifestazioni[23];
Castello normanno diMalvito, di origini longobarde, venne poi mutato daiNormanni;l'edificio è posto sull'estrema sommità della collina malvitana, dominando tutto l'abitato;
Castello ducale diMontegiordano, costruito nel 1600 come fortezza residenziale da parte della famiglia Pignone del Carretto; oggi dopo un profondo restauro si presenta in ottime condizioni;
Castello Svevo diRocca Imperiale, fortezza e residenzafatta costruire daFederico II[senza fonte]; fu poi ampliata e riadattato nella seconda metà del XVI secolo ad opera diAlfonso d'Aragona, con elementi tipici delle fortezze spagnole; oggi è di proprietà comunale, oggetto di un profondo restauro, dopo che fu ampiamente depauperato di tutti i suoi elementi architettonici, verso la fine del XIX secolo;
Castello angioino diSan Lorenzo del Vallo del XVI secolo; fatto erigere dalla famiglia degli Alarcón, a scopo residenziale; nel 1978 venne dichiarato "Bene di interesse storico-artistico"; in stato di abbandono da circa 30 anni, il castello ha subito un processo di degrado che lo ha reso inagibile; attualmente è chiuso ai visitatori.
Torre normanna diSan Marco Argentano, primo insediamento normanno in Calabria; venne eretta verso la metà dell'anno 1000 ad opera diRoberto il Guiscardo; la torre, alta 22 metri è di forma cilindrica, facente parte di un'antica fortificazione ben più ampia;
Torre del Soffio aPaola, torrione edificato nella prima metà del XVI secolo, oggi adibita a faro per la navigazione. Deve il suo nome alla posizione arroccata su di un poggio particolarmente esposto alle sferzate di vento comuni in Autunno su tutto il territorio.
Cinta muraria diCariati, che circonda il centro storico per circa 1 km inframezzata da 8 torrioni, unica integra in tutta laCalabria.[28]
Monetaincusa ritrovata nel parco archeologico di Sibari
Parco nazionale della Sila, istituito nel 2002 occupa parti delle tre sile (greca, grande e piccola), abbracciando i territori delle province di Cosenza,Catanzaro eCrotone.
Secondo i datiISTAT al 31 dicembre2018 nel territorio provinciale di Cosenza risultano essere iscritti 37 314 stranieri, ripartiti in 18 169 uomini e 19 145 donne[31].
Di sotto sono riportate le comunità con più di 1 000 persone:
Secondo la ricerca deIl Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane, la provincia di Cosenza nel2009 si è collocata all'89º posto (la seconda provincia calabrese dopo quella di Catanzaro), perdendo quattro posizioni rispetto all'anno precedente.[32]
Lalingua arbëreshe è parlata dalla popolazione d'etnia albanese (Arbëreshë) in molti paesi della provincia, specie in quelli ai piedi delPollino. La lingua albanese è ancora ampiamente parlata dalla minoranza etno-linguistica albanese, e, insieme alle tradizioni culturali e religiose d'origine, mantiene ancora fermamente la lingua madre albanese. Questa popolazione si è insediata in Calabria nelMedioevo, quando intere famiglie albanesi dovettero abbandonare la madre patria e fuggire dall'Albania a causa dell'invasione turca ottomana e alle conseguenti persecuzioni politico-religiose, rifugiandosi in tutta l'Italia meridionale.
La provincia di Cosenza in passato è stata scarsamente protagonista di set cinematografici, se si escludono alcuni importanti pellicole girate sulle montagne della Sila qualiIl lupo della Sila, eIl brigante Musolino. A Cosenza e sul Tirreno Cosentino nel 2009 è stato girato il film "Vorrei vederti ballare" interpretato dal cast formato daAlessandro Haber,Gianmarco Tognazzi,Giuliana De Sio,Paola Barale,Chiara Chiti,Adriana Toman,Giulio Forges Davanzati,Franco Castellano[47]. Nel 2011 nella zona dell'alto Tirreno cosentino traPraia a Mare eFiumefreddo Bruzio viene girato in quattro settimane il film "La Moglie Del Sarto" del regista Massimo Scaglione con la partecipazione diMaria Grazia Cucinotta nelle vesti di protagonista,Marta Gastini, Anna Prete,Tony Sperandeo, Carlo Fabiano e Pietro Delle Piane.'La moglie del sarto' di Massimo Scaglione al Festival di Montréal - AdnkronosDal 2007 ogni anno nel capoluogo silano ad aprile si svolge il festival "La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II", un evento la cui principale connotazione è quella di promuovere il cinema del nostro Paese con particolare attenzione all'incontro diretto con i protagonisti dello spettacolo filmico, le loro proposte, le manie e i miti. La manifestazione si chiude con la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta che rappresenta l'ottagono, simbolo della storia della città di Cosenza)[48]. AncheDiamante è spesso scelta come location per film cinematografici, fiction e programmi televisivi. Tra i lungometraggi ricordiamo:
La cucina della provincia cosentina, si rifà sostanzialmente alla tradizione regionale. Ampio è l'uso dei prodotti della terra, mentre a tavola a far da padrone è il maiale e tutti i suoi derivati. Nelle zone costiere, ampio e vario è l'utilizzo di prodotti ittici, mentre nelle aree interne montane si possono assaggiare piatti a base di cacciagione.
La produzione di vino, eccelle solo in alcune aree provinciali, in particolare tra la Valle del Crati e il Savuto. I vini doc della provincia sono, per ordine geografico:
Sul territorio provinciale è presente l'Università della Calabria. L'università ha sede adArcavacata, frazione diRende. È uncampus universitario con il complesso universitario realizzato negli anni settanta fuori da centri abitati, con la possibilità di realizzare residenze per gli studenti, adiacenti all'università.
Galleria nazionale, con sede nel Palazzo Arnone, storico palazzo di Cosenza; è una pinacoteca che custodisce opere del XVI e XVII secolo, mentre parte del museo è utilizzato per manifestazioni e gallerie temporanee specie di arte contemporanea;
Museo all'aperto Bilotti, comprende un tratto di Corso Mazzini, antico corso e strada commerciale più importante di Cosenza; il museo conserva statue ed opere donate da privati; il museo è in continua fase di allestimento e dunque non ancora terminato;
L'agricoltura è, come nel resto della regione, il settore più importante sia per numero di occupati che di aziende. Ampie sono le aree della provincia nella quale l'agricoltura è predominante sul resto del paesaggio, ed ampie sono le coltivazioni tipiche del luogo. Le aree interne, dalle piane alle valli alle aree pedemontane, fino alle valli montane della Sila, si prestano bene a varie forme di produzione agricola, offrendo un ventaglio di prodotti ricco e variegato.
Clementine
Molte son quindi le aree interessate dall'agricoltura. Lapiana di Sibari è il cuore pulsante di questo settore: gli agrumeti sono il campo primario della piana, che produce circa il 55% delle clementine italiane[55], fregiate tra l'altro di marchio DOP. Le valli quali lavalle del Savuto e lavalle del Crati, sono ricche di vigneti e di piantagioni di alberi da frutta. Importanti sono le coltivazioni di ulivo presenti nelle valli, e nelle aree pedemontane ai piedi del Pollino e della Sila, che ben si prestano alla coltivazione dell'ulivo, con distretti alimentari attivi in questo settore, una produzione ottimale con prodotti riconosciuti nel mercato nazionale ed internazionale, come fra i migliori del mondo[56], così come da alcuni decenni si sono affermati nobili vitigni che garantiscono la produzione di alcuni viniD.O.C. quali il Donnici e ilSavuto[57]. Negli anni consorzi agricoli insieme alle varie istituzioni, stanno cercando di ottenere ulteriori marchi IGP e DOP, per alcuni prodotti prettamente indigeni. Ricordiamo fra questi laClementina di Calabria, e laPatata silana. Molto diffusi sono anche i prodotti caseari, prodotti sia nell'areale della Sila che nella zona diCampotenese ai piedi del Pollino, con la produzione dei prodotti tipici locali, specie delCaciocavallo Silano.
Il settore ittico è un settore importante e molto diffuso nell'intera provincia, visto soprattutto il numero consistente di centri urbani, alcuni fra i più grandi dell'intera regione, sviluppati lungo le due coste dello Ionio e del Tirreno.Fra i centri più importanti di questo settore, vi sono Corigliano-Rossano eCassano allo Ionio sulla costa ionica,Paola e i paesi dell'alto Tirreno, sul Tirreno.
Per quel che concerne l'allevamento questo è praticamente diffuso su tutto il territorio, dalla costa all'aree montane. In queste ultime aree si concentra maggiormente l'allevamento bovino, mentre nelle zone collinari della provincia e sulla costa è diffuso l'allevamento di ovini e caprini e di animali domestici di razza avicola (polli e tacchini).
L'industria è il settore che più di altri ha avuto nel corso del tempo uno sviluppo a macchia di leopardo su tutto il territorio. Attività industriali di un certo rilievo si trovano solo in alcune aree della provincia, mentre altre aree, specie le zone più interne, che soffrono della carenza di infrastrutture adeguate, presentano attività più che altro artigianali. La provincia è priva di distretti industriali; questo ha comportato la mancanza del know-how necessario ad uno sviluppo industriale con basi più solide su tutto il territorio. Non mancano rilevanti attività industriali, sia nel campo dell'industria alimentare che nei settori di industria pesante (fonderie, e industria chimica), questi ultimi nell'area urbana diCosenza e nell'areaCorigliano-Rossano.
Il settore energetico occupa una parte consistente dell'industria cosentina. Oltre alle centrali idroelettriche realizzate nei primi decenni del secolo scorso, site nei comuni diAcri eSan Giovanni in Fiore, e le nuove centrali idroelettriche diTarsia, vi sono altre infrastrutture energetiche di rilievo, come la centrale a gas di Corigliano-Rossano, di proprietà dell'Enel. Il settore delle fonti energetiche rinnovabili è in crescita, grazie alla creazione diparchi eolici realizzati nellaValle del Crati e nellaPiana di Sibari. Il mercato dell'energia nel complesso, è un settore ancora in crescita nella provincia cosentina.
Quello del terziario e dei servizi è il settore più in crescita, conseguente ad un travaso di lavoratori da parte del settore manifatturiero verso questo settore. Il polo urbano diCosenza con il suo hinterland è il maggiore centro erogatore di servizi. Un secondo polo urbano di una certa importanza è quello diCorigliano-Rossano sulla costa ionica.Cosenza e il suo hinterland forniscono pressoché tutti i servizi principali della provincia, oltreché serviziavanzati collocati soprattutto nella cittadina diRende, situata a nord dell’area urbana diCosenza. I principali centri urbani della provincia offrono comunque tutti i servizi primari necessari per i comprensori territoriali che gravitano intorno ad essi.
La spiaggia di Paola
Il turismo della provincia di Cosenza è il più variegato fra quello delle province calabresi, poiché all'ormai consolidato turismo estivo delle località marittime e a quello culturale e religioso dei principali centri interni la provincia di Cosenza ha oramai da molti anni acquisito anche un turismo montano pressoché annuale, che, se pur presente nelle altre province calabresi, resta per queste ultime un settore minore rispetto a quello della provincia di Cosenza. La provincia di Cosenza secondo il XV rapporto sul turismo inCalabria è il territorio calabrese che occupa la posizione maggioritaria della domanda turistica regionale con il 38,3% degli arrivi e il 37% delle presenze registrate nel 2017[58]. Nel Report su andamento turistico del 2019 promosso dalla regioneCalabria a fronte di 8 820 489 presenze e 1 646 671 arrivi, ben il 42,6% hanno soggiornato nella provincia di Cosenza[59].
La provincia di Cosenza possiede un reticolare sistema portuale. Fra i porti principali vi sono quello diCorigliano, il più importante nel settore ittico, e quello diSibari. Quest'ultimo è un porto turistico, chiamato "Laghi di Sibari".
Le caratteristiche orografiche dei territori della provincia, essendo tendenzialmente montagnosi, hanno incentivato il costituirsi di aggregazioni comunali in comunità montane. Praticamente tutti i centri delle aree più interne fanno parte di comunità montane. Nonostante alcune modifiche avvenute per decreto regionale sull'ordinamento e il riassetto delle comunità montane calabresi, quelle della provincia di Cosenza, sono rimaste pressoché immutate, salvo pochi cambiamenti, come ad esempio, l'esclusione diTrebisacce dalla Comunità montana Alto Ionio.
Le comunità montane della provincia di Cosenza sono:
L’altra squadra della provincia che ha disputato campionati professionistici è ilRende Calcio, con 8 partecipazioni interza serie. Di rilievo anche ilCastrovillari Calcio, che in passato ha militato inSerie C2.
La principale società nel è l’Associazione Sportiva Cosenza Nuoto, la cui squadra maschile milita nel campionato diSerie C, con un lungo passato traA1 eA2. La squadra femminile, invece, partecipa attualmente al massimo campionato nazionale diSerie A1.
L'impianto sportivo più capiente della provincia è loStadio San Vito-Gigi Marulla diCosenza, con 21.000 posti a sedere;altri impianti sportivi a Cosenza sono ilPalaFerraro sito in via Popilia, ilPalazzetto dello sport di via Casali e ilPalazzetto dello sport diDonnici.
La provincia accoglie sul proprio territorio alcune località sciistiche, le più importanti delle quali, realizzate sull'altopiano della Sila. Queste sono:
^Regio decreto del 5 giugno 1910che approva gli annessi elenchi degli enti e delle persone ai quali vennero conferite medaglie ed attestazioni di menzione onorevole per l'opera da essi data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italian. 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
Provincia di Cosenza,Il Bilancio Sociale della Provincia di Cosenza 2008, a cura delle Provincia di Cosenza, Cosenza (Cs), 2008.ISBN non esistente
Francesco Arena,La Bella Terra – Paesaggi, Arte, Luoghi, gente nella Provincia di Cosenza, Cosenza (Cs), Collana Europa Mezzogiorno Mediterraneo, 2008.ISBN non esistente
Gaetano Reina,La Calabria, Milano (Mi), Mursia editore, I ed. 1989.ISBN non esistente
A.A. V.V.,Storia della Calabria Medievale - i quadri generali, a cura di Augusto Placanica, Roma, Gangemi, 2001,ISBN88-492-0206-7.
A.A. V.V.,Storia della Calabria nel Rinascimento, a cura di Simonetta Valtieri, Roma, Gangemi, 2002,ISBN88-492-0351-9.
A.A. V.V.,Storia della Calabria Moderna e Contemporanea, a cura di Augusto Placanica, Roma, Gangemi, 1992,ISBN88-7448-320-1.
Ingrassetto sono indicate le province il cuicapoluogo è anche capoluogo di regione; incorsivo sono indicate le città metropolitane. Per quanto riguarda leregioni a statuto speciale, in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione; in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis; il Friuli-Venezia Giulia è diviso inenti di decentramento regionale e la Sicilia inliberi consorzi comunali