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Provincia di Catania

Coordinate:37°31′N 15°04′E37°31′N,15°04′E (Provincia di Catania)
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Disambiguazione – Se stai cercando il nuovo ente, vediCittà metropolitana di Catania.
Disambiguazione – Se stai cercando la divisione amministrativa delRegno delle Due Sicilie, vediProvincia di Catania (Regno delle Due Sicilie).
Provincia di Catania
exprovincia regionale
Provincia regionale di Catania
Provincia di Catania – Stemma
Provincia di Catania – Bandiera
Provincia di Catania – Veduta
Provincia di Catania – Veduta
Palazzo Minoriti, sede dell'ex-provincia, 2017
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Amministrazione
CapoluogoCatania
Data di istituzione
Data di soppressione4 agosto2015
Territorio
Coordinate
del capoluogo
37°31′N 15°04′E37°31′N,15°04′E (Provincia di Catania)
Altitudine414 m s.l.m.
Superficie3 573,68km²
Abitanti1 116 168 (30-11-2014)
Densità312,33 ab./km²
Comuni58 comuni
Province confinantiEnna
Messina
Siracusa
Ragusa
Caltanissetta
Altre informazioni
Lingueitaliano,siciliano
Cod. postale
  • 95100(Catania)
  • 95010 - 95049(altri comuni)
Prefisso095,0933,0942
Fuso orarioUTC+1
CodiceISTAT087
TargaCT
Cartografia
Provincia di Catania – Localizzazione
Provincia di Catania – Localizzazione
Sito istituzionale
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Laprovincia di Catania (ufficialmente, dal 1986:provincia regionale di Catania)[4] è stata unaprovincia italiana dellaSicilia, comprendente 58 comuni con una popolazione di 1 116 168 abitanti nell'anno 2014.[5][6] Il4 agosto2015, è stata soppressa e sostituita dallacittà metropolitana di Catania.[7]

La provincia occupava una superficie di3574 km² con una densità di popolazione di 312,33 abitanti per chilometro quadrato. Affacciata a est sulmar Ionio, confinava a nord con laprovincia di Messina (limite segnato in buona parte dal corso delfiume Alcantara), a ovest con laprovincia di Enna e laprovincia di Caltanissetta, a sud con laprovincia di Ragusa (limite segnato in buona parte dal corso delfiume Dirillo) e laprovincia di Siracusa.

Geografia fisica

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Confinava a nord con laprovincia di Messina (il cui confine era segnato in buona parte dal corso delfiume Alcantara), ad ovest con laprovincia di Enna equella di Caltanissetta, a sud con quelledi Ragusa (il cui confine era segnato in buona parte dal corso del fiume Dirillo) edi Siracusa. Il territorio provinciale, data la sua vastità territoriale, comprendeva diverse aree storicamente distinte, quali l'Acese (a est, con capo comprensorio attestabile nella città diAcireale) e la costa jonico-etnea (a nord-est, con capo comprensorioGiarre), ilCalatino-Sud Simeto (a sud, con capo comprensorioCaltagirone, la città più popolosa e rilevante della zona), l'area dell'Etna occidentale (a nord-ovest, con capo comprensorioPaternò, la città più grande dell'area) e l'Area metropolitana di Catania.

Storia

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Il XIX secolo e l'Unità d'Italia

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Le origini della provincia catanese sono da ricondursi all'omonimo ente creato dalRegno delle Due Sicilie nel 1817 durante laRestaurazione. La provincia borbonica verrà abolita dallenuove autorità garibaldine nel 1860.

Giuseppe Garibaldi.

La provincia, e in particolare la città di Bronte durante l'impresa dei Mille furono teatro di un episodio controverso, noto come laRivolta di Bronte. Nell'agosto del1860, i contadini di Bronte si ribellarono occupando le terre dei latifondisti, dando credito alle promesse di equa ripartizione delle terre da parte diGaribaldi. La rivolta fusoppressa nel sangue daNino Bixio forse perché timoroso di un'eventuale rivoluzione repubblicana.

A seguito dell'unificazione d'Italia con la creazione della provincia etnea del nuovo regno, con R.D. n. 929 del 16 ottobre1862, anche la Camera consultiva di commercio venne trasformata inCamera di Commercio ed Arti e nel dicembre dello stesso anno istituita laBorsa valori. Fu un risultato brillante per l'economia della provincia attirando gli investimenti di finanzieri del più ricco nordEuropa interessati all'attività mineraria zolfifera che facendo capo al porto di Catania ne permetteva l'agevole esportazione. Vennero quindi impiantatebanche e finanziati progetti diferrovie minerarie. La crescita economica e sociale si riscontrava soprattutto nel capoluogo,Catania che alla fine dell'Ottocento appariva dotata di una veste cittadina molto elegante, pur con differenze macroscopiche riguardo ai quartieri di sud-ovest, quelli classici dell'immigrazione della manodopera. Glianni settanta delXIX secolo vedono Catania divenire la capitale dello zolfo isolano; le ferrovie attirano ormai sulla città e sul suo porto anche gli zolfi diVillarosa che prima venivano trasportati adAgrigento e anche grazie a questo il porto di Catania ottiene la categoria di porto di 1ª classe in virtù del volume di merci movimentate. Oltre 20.000 tessitori ormai lavoravano nelle filande del capoluogo, immigrati da tutta la provincia e ilBanco di Sicilia vi aprì la sua prima filiale. La popolazione di Catania passò dai 52 000 abitanti del1834 ai 101.000 del1881. Un rapporto del1887 del Gentile Cusa registra l'assenza di emigrazione verso l'estero dalcatanese, a differenza del resto della Sicilia.

Verso la fine del secolo, anche grazie all'apporto di capitale straniero e ai finanziamenti delle banche, si svilupparono le raffinerie di zolfo e le industrie chimiche a esso collegate, le attività molitorie, come i grandi Mulini Prinzi che importavano grano ed esportavano farine; il cotonificio De Feo impiegava oltre 480 addetti e nel1897 produceva 1500 kg di filati al giorno; estesa era anche la produzione di mobili e dicarrozze. La fine del secolo vide anche la costruzione dellaFerrovia Circumetnea che trasportava merci e viaggiatori dalle zone attorno all'Etna verso Catania e il suo porto e contribuiva all'export dei vini etnei tramite ilporto di Riposto. Vengono anche approntati progetti dilinee tranviarie a servizio delle zone minerarie come latranvia a vapore Raddusa Scalo-Assoro Scalo-Sant'Agostino e in seguito latranvia elettrica Catania-Acireale.

L'industrializzazione del XX secolo

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Gli Archi della Marina all'inizio del Novecento.

Nei primi decenni delNovecento il movimento complessivo delle merci nel porto, indice di sviluppo e benessere della provincia e dell'area siciliana orientale, era in netta crescita e Catania divenne il riferimento economico dell'intera Sicilia con lo sviluppo nel campo industriale, nelle concerie e nel tessile, ma soprattutto nella raffinazione e commercializzazione dello zolfo che proveniva dall'interno e gravitava per la maggior parte nel capoluogo tanto da far parlare di Catania come dellaMilano del Sud. Secondo una statistica di fine secolo la provincia di Catania esportava zolfi, cereali e frutta dal porto di Catania e vini dal porto di Riposto verso le destinazioni di U.S.A., Francia, Austria e Gran Bretagna e importava cotone grezzo e ferro dalla Gran Bretagna, pelli per le concerie dalla Francia, lana da Austria e Francia, grano dalla Russia e alcool dagli Stati Uniti.

LeCiminiere di Catania

Nell'antichità lo zolfo grezzo veniva raffinato fuori dalla Sicilia. In seguito si iniziò a raffinarlo sul luogo di produzione e Catania divenne il polo di raffinazione del prezioso prodotto. Tra le ragioni che motivarono questa scelta il fatto che a Catania c'era la ferrovia e si stava costruendo il nuovo porto. Alla fine dell'Ottocento erano attive in Sicilia 500 miniere e l'indotto dava lavoro a oltre 200.000 persone.Così accanto alla ferrovia, a Catania sorse la città dello zolfo, a nord della stazione lungo la via Messina con forni di fusione e mulini di raffinazione in grandi capannoni rettangolari con le ciminiere in mattoni alte anche trenta metri. Le raffinerie di zolfo furono costruite fino al 1905, anno in cui l'applicazione, negli USA, del metodo Frasch che estraeva lo zolfo già fuso dal sottosuolo dagli immensi giacimenti solfiferi texani, causò la fine del sogno siciliano e dello sviluppo industriale zolfifero della provincia di Catania. La produzione del "fiore di zolfo" ebbe il suo massimo nel 1899 quando la produzione siciliana raggiunse gli 8/10 di quella mondiale, grazie alle estrazioni massicce condotte nellaSicilia interna, soprattutto nelle grandiminiere diPasquasia, di Floristella e di Grottacalda.Le ciminiere, oggi restaurate a cura della provincia regionale di Catania, danno nome al centro fieristico e congressuale sito nell'attuale viale Africa, esempio mirabile di archeologia industriale.

Lo scoppio della prima guerra mondiale fece crollare rapidamente il traffico mercantile a causa della chiusura dei mercati orientaliImpero ottomano interessati dall'economia catanese e del traffico marittimo con l'Austria. La città e l'intera provincia entrarono quindi in una seria crisi. Anche il commercio dello zolfo andava sempre più ridimensionandosi a causa della concorrenza dello zolfo del Texas prodotto con metodi più moderni e a costi inferiori.

A Catania infine già nel primo decennio del Novecento, agli albori del cinema, sorsero varie case di produzione cinematografica: "Morgana film" (da non confondersi con un'omonima società costituita a Roma), "Etna film", "Katana film", "Sicula film" e "Jonio film". La produzione cinematografica di Catania durerà però solo pochi anni. Vennero presto favorite e finanziate altre sedi e il settore entrò in crisi.

Il primo dopoguerra

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Nel primo dopoguerra vennero individuati alcuni punti fermi per il rilancio dell'economia con un vasto programma di bonifiche e raccolta e canalizzazione dell'acqua d'irrigazione e nella produzione indispensabile di energia elettrica. Vennero quindi approntate e messe in opera le bonifiche del Pantano d'Arci, delBiviere di Lentini, e del corso dell'altoSimeto. Importanti fattori di ripresa dello sviluppo furono inoltre gli interventi di riassetto delporto di Catania con la costruzione del nuovo molo centrale e di attrezzature per il carico e lo scarico delle navi.Il periodofascista produsse comunque globalmente una terziarizzazione della società catanese e a una stagnazione produttiva della provincia, anche a causa della perdita dei suoi commerci verso i paesi esteri, con i quali le relazioni diventavano sempre più difficili a causa dell'embargo e dalla perdita dei mercati orientali seguita ai mutati assetti politici del dopoguerra.

Nel1927 la provincia di Catania venne anche decurtata di una parte del suo territorio nell'ambito della creazione della nuovaprovincia di Castrogiovanni (poi Enna) perdendo la sua giurisdizione sui comuni della sponda occidentale delSimeto fino aNicosia e dellaPiana di Catania oltreCatenanuova.

Nel novembre del1928 un'eruzione dopo aver minacciato i centri diSant'Alfio e Nunziata, investì e sommerseMascali. L'eruzione provocò ingenti danni all'economia agricola e la chiusura della tratta dellaFerrovia Circumetnea e della direttrice Catania-Messina delleferrovie e la strada carrabilestatale. La cittadina mascalese venne quindi interamente ricostruita in un'area adiacente, nello stile dell'allora nascente regimefascista.

Il secondo dopoguerra

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Il secondo conflitto mondiale interessò particolarmente l'area dell'ex provincia quando, a seguito dellosbarco in Sicilia, da parte delle truppe statunitensi nel1943, fu sottoposta a intensi e disastrosi bombardamenti alleati che distrussero gravemente le infrastrutture portuali e ferroviarie nelle due direttrici fondamentali Catania–Palermo e Catania–Messina e Siracusa. Bombardati e distrutti anche gli aeroporti di Catania, Gerbini eVizzini. La dura resistenza prima alla piana di Catania e poi sull'asseTroinaRandazzoMar Ionio (direttrice della ritirata della divisione tedesca di SS "Göring") oltre a migliaia di vittime di entrambe le parti lasciò il territorio provinciale e cittadino in condizioni disastrose. Proprio il territorio provinciale vide perpetrarsi la prima rappresaglia nazista nei confronti della popolazione civile italiana: laStrage di Castiglione.Dopo il greve periodo dell'occupazione alleata, nel quale si pensò piuttosto alla sopravvivenza e nel quale ebbero origine attività, non proprio pulite di mercato nero, iniziò la ricostruzione. La fine del regime e il caos politico seguito allacaduta di Mussolini, fecero risorgere le istanze autonomiste e proprio Catania divenne una delle roccaforti dell'EVIS. L'esercito autonomista, che aveva la sede operativa nel capoluogo, vi organizzò la lotta armata e i sabotaggi sino al 17 giugno1945, quando, in uno scontro a fuoco con i carabinieri in contrada "Murazzu ruttu" (Randazzo) veniva uccisoAntonio Canepa, insieme con altri due esponenti.La I legislatura dell'Italia repubblicana fu caratterizzata dall'opera di ricostruzione e dalla realizzazione di un piano di riforme. La legge n. 43 del 28 febbraio1949, tramite ilPiano INA-Casa, favorì il rilancio dell'attività edilizia, la riduzione della disoccupazione con la costruzione di alloggi popolari.Un'altra riforma fu quellaagraria del1950 predisposta daAntonio Segni, ministro dell'Agricoltura che il 27 dicembre, laRegione Siciliana, con un'altra legge di riforma, adeguò al territorio dell'isola. Vennero espropriati ettari ed ettari di terreni realizzando così uno degli obiettivi politici diDe Gasperi: creare una classe di piccoli proprietari, migliorare le arcaiche condizioni dell'agricoltura in alcune parti del paese.LaCassa per il Mezzogiorno fu l'altra riforma approvata all'inizio degli anni cinquanta. Il disegno di legge, che fu deliberato dal Consiglio Nazionale dellaDemocrazia Cristiana presieduto da donLuigi Sturzo, produsse la legge 10 agosto1959, n. 646. Essa prevedeva un programma finalizzato di lavori pubblici per un decennio e individuava, come priorità, la sistemazione idraulico-forestale e la bonifica, anche per favorire la riforma fondiaria e assicurare lo sviluppo del meridione.Vennero così costituiti consorzi ed enti di bonifica per completare i mai finiti progetti dell'anteguerra; Ilconsorzio di bonifica del Simeto rese utilizzabili nuove aree da coltivare, canalizzando le acque irrigue e regolò il corso dei fiumi principali che straripando periodicamente riformavano i pantani di sempre, nella Piana di Catania. Neglianni cinquanta nacque laZona industriale di Catania in quello che era stato ilPantano d'Arci, l'edilizia iniziò a svilupparsi su larga scala costituendo le basi per un settore ancor oggi trainante attraendo tuttavia sempre più popolazione, in cerca di lavoro, verso la città di Catania. A seguito della riforma agraria vennero spezzettati i vecchi latifondi e costruite migliaia di case coloniche nella piana di Catania; tuttavia l'esiguità dei frazionamenti non sortirà l'effetto sperato e molte case coloniche verranno abbandonate non molti anni dopo a causa dell'emigrazione verso il nord Italia e spiccatamente a Milano e a Torino. Le aree ricche saranno ancora quelle della produzione agrumaria della zona pedemontana dell'Etna e delle colline a sud della piana.

Simboli

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Lo stemma era stato concesso con regio decreto del 7 luglio 1883.[8]

«Inquartato: il 1° di Catania (d'azzurro, all'elefante d'oro, passante); il 2° di Caltagirone (d'argento, alla croce di rosso); il 3° di Nicosia (di rosso, alla croce d'argento); il 4° di Acireale (d'azzurro, al castello torricellato di due pezzi, la torricella a destra cimata da un pennone bifido, quella a sinistra da un leone nascente, il tutto d'oro). Ornamenti esteriori da Provincia.»

Lo scudo riuniva gli stemmi dei capoluoghi dei circondari originari, compreso Nicosia, ceduto nel 1927 alla provincia di Enna.

Comuni

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Lo stesso argomento in dettaglio:Armoriale dei comuni della provincia di Catania.

La Provincia Regionale di Catania, alla data sua soppressione, era costituita dai seguenti comuni:

Amministrazione

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Presidenti della provincia di Catania

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Lo stesso argomento in dettaglio:Presidenti della Provincia di Catania.
Il gonfalone dell'ex provincia.

Con l'unità d'Italia la provincia di Catania, come tutte le province italiane, fu affidata a unprefetto. Solo dal1889 il presidente delladeputazione provinciale fu scelto dalConsiglio provinciale, che era un organismo distinto: elenchi che mischino i due organi sono totalmente erronei.

Dal 19 ottobre1946 a capo della provincia vi fu un commissario prefettizio e si successero Umberto Mondio e Salvatore Ferro, fino al 18 giugno 1947. La provincia venne poi retta da un Delegato Regionale Provvisorio fino al 22 dicembre 1964.

PeriodoPresidentePartitoCaricaNote
9 dicembre194318 ottobre1946Roberto Giuffrida-Delegato Regionale[9]
19 ottobre194628 maggio1947Umberto Mondio-Commissario Prefettizio[9]
29 maggio194718 giugno1947Salvatore Ferro-Commissario Prefettizio[9]
19 giugno19473 agosto1947Carlo Amico--[9]
4 agosto19473 settembre1947Carlo Amico-Delegato Regionale Provvisorio[9]
4 settembre194717 giugno1957Carlo Amico-Delegato Regionale Provvisorio[9]
18 giugno19578 aprile1958Salvatore PapaleDemocrazia CristianaDelegato Regionale Provvisorio[9]
9 aprile19585 dicembre1958Antonino DragoDemocrazia CristianaDelegato Regionale Provvisorio[9]
6 dicembre195815 ottobre1961Orazio CondorelliDemocrazia CristianaDelegato Regionale Provvisorio[9]
16 ottobre19617 marzo1962Antonino DragoDemocrazia CristianaDelegato Regionale Provvisorio[9]
8 marzo196222 ottobre1964Antonino DragoDemocrazia CristianaDelegato Regionale Provvisorio[9]
23 ottobre196422 dicembre1964Armando Palazzo-Assessore Anziano Reggente[9]

Nel1964 il governo regionale siciliano decise di creare un consiglio di secondo grado dei liberi consorzi scelti dai consiglieri comunali, e nel1970 si arrivò alla restaurazione della vita democratica nelle province convocando per la prima volta le elezioni, omologandosi al resto d'Italia.

PeriodoPresidentePartitoCaricaNote
23 dicembre196425 gennaio1972Nicolò Nicoletti-Presidente[9]
26 gennaio197213 maggio1973Antonino Torrisi-Presidente[9]
14 maggio19736 novembre1973Vincenzo Auteri-Presidente[9]
7 novembre19735 agosto1975Nicolò Nicoletti-Presidente[9][10]
6 agosto19752 agosto1976Stefano Scandura-Presidente[9][10]
3 agosto197628 giugno1982Giacomo SciutoDemocrazia CristianaPresidente[9][10]
29 giugno19823 giugno1984Salvatore DistefanoDemocrazia CristianaPresidente[9][10]
4 giugno19845 marzo1986Antonio TorrisiDemocrazia CristianaPresidente[9][10]

Durante il mandato diAntonio Torrisi (1984-1986), la Provincia cambiò nome in Provincia Regionale con un'operazione puramente lessicale.

PeriodoPresidentePartitoCaricaNote
2 febbraio198727 marzo1987Alfredo Bernardini-Presidente[9]
28 marzo19876 novembre1987Onofrio Zaccone-Commissario Regionale[9]
27 novembre198711 giugno1989Alfredo Bernardini-Presidente[9]
12 giugno19899 ottobre1991Giulio Sascia TigninoPartito Socialista ItalianoPresidente[9]
10 ottobre199120 novembre1991Diego Di GloriaDemocrazia CristianaPresidente[9]
21 novembre199116 marzo1993Carmelo Rapisarda-Presidente[9]
17 marzo199310 agosto1993Francesco AltamorePartito Socialista ItalianoPresidente[9]
11 agosto199318 febbraio1994Antonino Pennisi-Commissario Regionale[9]

Ben più significativa fu la riforma del1994 che portò all'elezione diretta del Presidente della Provincia:

PeriodoPresidentePartitoCaricaNote
19 febbraio19942 giugno2003Nello MusumeciAlleanza NazionalePresidente
eletto a suffragio popolare
[10]
3 giugno200312 febbraio2008Raffaele LombardoUnione di CentroPresidente
eletto a suffragio popolare
[10][11]
13 febbraio200827 Febbraio2008Gioacchino Ferlito-Assessore anziano[10]
28 febbraio200817 giugno2008Rodolfo Casarubea-Commissario Straordinario
nominato con Decreto Regionale
[10]
16 giugno200811 novembre2012Giuseppe CastiglioneForza ItaliaPresidente
eletto a suffragio popolare
[10]
05 novembre201211 novembre2012Michelangelo Lo Monaco-Commissario Straordinario
nominato con Decreto Regionale
[10]
12 novembre201231 dicembre2013Antonella Liotta-Commissario Straordinario[12][13]
3 gennaio20142014Giuseppe Romano-Commissario Straordinario[14][15]
4 novembre20142015Sergio Azzarello-Commissario ad acta[16]

Il 28 marzo2014 fu disposta la soppressione delle nove Provincie Regionali, sostituite da "Liberi Consorzi Comunali ", in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014.[17] Un'ulteriore legge regionale avrebbe disciplinato compiti e funzioni di questi nuovi Enti, mentre ogni Provincia è stata, nel frattempo, retta da un Commissario straordinario nominato dalla giunta regionale.[18] Dal 2015 l'ente è stato definitivamente sostituito dallaCittà Metropolitana di Catania, in base alla L.R. 15 del 4 agosto 2015.

PeriodoPresidentePartitoCaricaNote
3 dicembre20148 aprile2015Giuseppe Romano-Commissario Straordinario[19][20][21]
27 aprile201510 gennaio2016Paola Gargano-Commissario Straordinario[22]

Note

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  1. ^Decreto protodittatoriale 26 agosto 1860, n. 170, articolo 1, in materia di "Legge che chiama in vigore in Sicilia lalegge comunale e provinciale del Regno d'Italia"
  2. ^Raccolta degli Atti del Governo Dittatoriale e Protodittatoriale in Sicilia (1860) (PDF),Palermo, Stabilimento Tipografico di Francesco Lao, 1861, p. 270.
  3. ^Legge 20 marzo 1865, n. 2248, articolo 1, in materia di "Unificazione amministrativa del Regno d’Italia (Legge Lanza)"
  4. ^Provincia Regionale di Catania, suprovincia.catania.it.URL consultato il 16 marzo 2007(archiviato dall'url originale il 26 agosto 2009).
  5. ^Bilancio Demografico 2014,dati ISTAT
  6. ^Aboliteleprovince, suilfattonisseno.it.
  7. ^Approvata la legge sui Liberi Consorzi e Città Metropolitane, suriformaprovince.formez.it.URL consultato il 25 novembre 2015.
  8. ^Catania (provincia), suArchivio Centrale dello Stato.URL consultato il 3 giugno 2023.
  9. ^abcdefghijklmnopqrstuvwxyzaaabI Presidenti dell'Amministrazione Provinciale, sucittametropolitana.ct.it(archiviato dall'url originale il 28 novembre 2020).
  10. ^abcdefghijkAnagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, suamministratori.interno.gov.it.URL consultato il 16 aprile 2018.
  11. ^diventa presidente della Sicilia
  12. ^Nominato il nuovo commissario straordinario[collegamento interrotto], 12 novembre 2012.URL consultato il 21 novembre 2020.
  13. ^Il presidente della Regione decreta la scadenza naturale del Consiglio provinciale. I poteri assegnati all'attuale commissario straordinario Antonella Liotta[collegamento interrotto], 20 giugno 2013.URL consultato il 21 novembre 2020.
  14. ^Provincia, si è insediato il nuovo commissario Romano, 3 gennaio 2014.URL consultato il 21 novembre 2020.
  15. ^Catania, Giuseppe Romano commissario alla Provincia, 3 gennaio 2014.URL consultato il 21 novembre 2020.
  16. ^Provincia regionale Catania: si insedia nuovo commissario, 4 novembre 2014.URL consultato il 21 novembre 2020.
  17. ^dalla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (PDF), suurps.it.URL consultato il 18 aprile 2014(archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  18. ^Cosa cambia con i Liberi Consorzi Comunali - Sicilia - ANSA.it, suansa.it.
  19. ^Alla Provincia di Catania torna Romano commissario. Ma la nomina è contro legge, 29 novembre 2014.URL consultato il 21 novembre 2020.
  20. ^Commissario Straordinario, 3 dicembre 2014.URL consultato il 21 novembre 2020.
  21. ^Bianco saluta commissario Provincia Romano, 9 aprile 2015.URL consultato il 21 novembre 2020.
  22. ^Il Commissario Straordinario: D.ssa Paola Gargano, 11 gennaio 2016.URL consultato il 21 novembre 2020(archiviato dall'url originale il 29 settembre 2015).

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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