Inbiologia strutturale, ilprotomero è l'unità strutturale di unaproteinaoligomerica. È la più piccola unità composta da almeno due catene proteiche diverse che formano un etero-oligomero più grande in associazione a due o più copie di questa unità.
Il termine fu introdotto da Chetverin[1] per rendere non ambigua la nomenclatura nell'enzimaNa+/K+-ATPasi. Quest'ultimo è composto da due subunità: una grande subunitàcatalitica α e una più piccola subunitàglicoproteica β (oltre a unproteolipide chiamati subunità γ). All'epoca non era chiaro come funzionassero insieme. Inoltre, quando si parlava didimero, non era chiaro se ci si riferisse ad αβ o a (αβ)2. Chetverin suggerì di classificare αβ come protomero e (αβ)2 come diprotomero.
L'emoglobina è uneterotetramero composto da quattro subunità (due α e due β). Dal punto di vista strutturale e funzionale, la molecola è meglio descritta come (αβ)2, ovvero undimero di due αβ-protomeri, cioè un diprotomero.[4]
L'aspartato carbammiltransferasi ha una composizione di subunità α6β6. I sei six αβ-protomeri sono disposti seconda una simmetria D3.
Icapsidi virali sono spesso composti di protomeri. Il protomero neivirus rappresenta lacatena polipeptidica ripiegata facente parte della composizione delcapside andando a determinarne la forma. Il modo in cui si dispongono formano un capside adicosaedro o a spirale.
Esempi in chimica comprendono latirosina e l'acido 4-amminobenzoico. Il primo può essere deprotonato per formare anioni di carbossilato e fenossido[5] e il secondo può essere protonato in gruppi aminici o carbossile.[6]