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Promontorio dell'Argentario

Coordinate:42°23′54″N 11°08′34″E42°23′54″N,11°08′34″E
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Disambiguazione – Se stai cercando l'altopiano dell'Argentario nelTrentino, vediAltopiano dell'Argentario.
Promontorio dell'Argentario
Veduta aerea del Promontorio dell'Argentario
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniToscana (bandiera) Toscana (  Grosseto)
Superficie60,23 km²
Abitanti12 300 (2020[1])
Nome abitantiargentarini[2]
Mappa del promontorio dell'Argentario
Mappa di localizzazione: Toscana
Promontorio dell'Argentario
Promontorio dell'Argentario

Ilpromontorio dell'Argentario è unpromontorio dellaprovincia di Grosseto, bagnato dalle acque delmar Tirreno e dellaLaguna di Orbetello.

Amministrato dal comune diMonte Argentario, si trova lungo la costamaremmana tra l'Isola del Giglio e l'Isola di Giannutri e fa parte delSantuario dei cetacei classificata comeArea Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. Il punto più alto raggiunge i 635 metri s.l.m. sulla vetta del monte Telegrafo.

Origini

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Al pari delpromontorio di Piombino e di altripromontori minori, anche l'Argentario era originariamente un'isola, che nel corso dei secoli si è venuta a trovare collegata alla vicina terraferma, per il sollevamento prima delTombolo della Feniglia (azione delle correnti marine) e poi anche delTombolo della Giannella (materiale di accumulo proveniente dal vicino fiumeAlbegna).

Una volta unito alla terraferma dai due cordoni di sabbia, la parte interna del promontorio compresa tra di essi si è venuta a trovare bagnata dallaLaguna di Orbetello, la cui origine è stata coeva ai processi che hanno determinato la trasformazione dell'Argentario da isola a promontorio.

Territorio

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Il territorio del promontorio risulta quasi completamente collinare e a tratti impervio, addolcito unicamente dall'opera dell'uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltiva prevalentemente la vite (Ansonica Costa dell'Argentario) e localmente anche l'ulivo.

L'unica area pianeggiante, peraltro di superficie estremamente limitata, si trova nella parte orientale del promontorio, in località Terrarossa, nei pressi del punto di arrivo dell'ottocentescadiga artificiale, sulla quale è stata costruita durante ilsecolo scorso la strada perOrbetello al posto della dismessaferrovia Orbetello–Porto Santo Stefano.

I due centri abitati situati sul promontorio sonoPorto Santo Stefano (a nord-ovest), che ospita la sede municipale diMonte Argentario, ePorto Ercole a sud-est dalle origini più antiche.

Coste

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Il promontorio dell'Argentario si estende seguendo una forma poligonale, semplificabile approssimativamente in un pentagono irregolare, per la descrizione dei vari tratti costieri, ciascuno dei quali presenta caratteristiche peculiari.

Costa nord-orientale

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Veduta generale della costa nord-orientale dell'Argentario bagnata dalla Laguna di Orbetello

La costa nord-orientale dell'Argentario è compresa tra il canale di Santa Liberata a nord-ovest (Porto di Santa Liberata) e la falcatura interna del Tombolo della Feniglia a sud-est. Questo tratto di costa risulta basso ed è bagnato dalle acque salmastre dellaLaguna di Orbetello, le cui acque defluiscono verso ilmare proprio attraverso il canale di Santa Liberata. In prossimità della costa nord-orientale si estende l'unica pianura presente sulpromontorio, che raggiunge la sua massima profondità verso l'interno nell'area attorno alla località di Terrarossa. La conformazione del tratto costiero nord-orientale costituivano l'unico tratto litoraneo dell'originaria isola, con coste basse e sabbiose che avevano dato origine ad un lungo arenile.

Costa sud-orientale

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Il tratto costiero sud-orientale dell'Argentario è compreso tra il Tombolo della Feniglia a nord-est ePunta di Torre Ciana a sud-ovest, ove sorge latorre omonima. Lungo questo tratto si trova la frazione diPorto Ercole. Il tratto costiero ha inizio a nord-est con laPunta Pertuso, che chiude a ovest il Tombolo della Feniglia, e delimita a nordCala Galera, ove sorge ilporto omonimo, a sua volta chiusa a sud dalMonte Filippo, alla cui sommità sorge ilForte Filippo mentre sulle pendici orientali digradanti si trova ilForte Santa Caterina.

Tratto della costa sud-orientale pressoPorto Ercole

A sud delMonte Filippo si apre la baia diPorto Ercole con ilPorto Vecchio, delimitata a sud dalPoggio delle Biche sul quale è situata laRocca aldobrandesca: proprio questo è il punto più a est dell'intero promontorio dell'Argentario. Le pendici orientali delPoggio delle Biche digradano più dolcemente a sud della rocca, lasciando spazio al piccolo ma caratteristico arenile dellaSpiaggia delle Viste, che si affaccia a est fronteggiato dalla sagoma inconfondibile dell'Isolotto, interrompendo un lungo tratto di coste più alte e ovunque scogliose: la sabbia presenta un caratteristico colore ocra. Le pendici sud-occidentali delPoggio delle Biche si congiungono a quelle sud-orientali delMonte Telegrafo (vetta di 635 metri s.l.m.) presso la località diLo Sbarcatello, dominata dall'imponente mole delForte Stella. Presso la suddetta località, si sviluppa laSpiaggia Lunga, esposta a sud-est, caratterizzata dalla presenza di sabbia mista a ciottoli, che interrompe il precedente tratto di coste alte e rocciose.

Procedendo verso sud-ovest, la costa riprende per un tratto alta e rocciosa, fino a raggiungere la suggestivaSpiaggia dell'Acqua Dolce, con sabbia mista a ghiaia, che si affaccia anch'essa verso oriente ed è chiusa a sud dal poggioIl Carrubo, da dove inizia un altro tratto di costa alta e rocciosa, con pendenze piuttosto ripide. TraIl Carrubo e laPunta Avvoltore, alla cui sommità sorge latorre omonima, si trova uno dei punti più spettacolari di questo tratto costiero,Cala dei Santi, presso la quale è possibile accedere alla famosaGrotta Azzurra. In questa zona le profondità variano tra i 5 e i 40 metri.

A sud-ovest diPunta Avvoltore si apre un'ampiabaia rocciosa, ove è ubicata anche una piccola insenatura denominataCala Piazzoni (anch'essa rocciosa), formata dalle pendicisud-orientali diPoggio del Cane e diPoggio Canaloni. La suddetta baia termina con laPunta di Torre Ciana, ove sorge l'omonima torre, che costituisce l'ultima pendice diPoggio Bocca d'Inferno: proprio questo è il punto più a sud del promontorio dell'Argentario.

Costa sud-occidentale

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Tratto della costa sud-occidentale dell'Argentario con sullo sfondoLe Scorpacciate fronteggiate dall'Isola Rossa, viste entrambe da nord

La costa sud-occidentale del promontorio dell'Argentario si articola traPunta diTorre Ciana a sud-est ePunta di Capo d'Uomo a nord-ovest, alla cui sommità sorge latorre omonima. Procedendo da sud-est verso nord-ovest, il tratto costiero si lascia alle spallePunta di Torre Ciana e ilPoggio Bocca d'Inferno, che chiudono a sud la caratteristicaCala del Purgatorio, che si apre nel punto in cui le pendici occidentali diPoggio Canaloni scendono più dolcemente.

Procedendo verso nord-ovest, la costa riprende più alta e rocciosa, parzialmente interrotta dallaValletta degli Acquastrini che separa il versante settentrionale diPoggio Canaloni da quello meridionale diPoggio Bocche Grandi, sulle cui pendici occidentali a picco sul mare si eleva laTorre delle Cannelle, a nord della quale si apre laSpiaggia delle Cannelle, l'unica di questo tratto a presentare granelli di sabbia mista a ghiaia e ciottoli.

Dopo un ulteriore tratto roccioso, si giunge ad una piccola protuberanza peninsulare che si protende verso il mare, di fronte alla quale si trova la caratteristicaIsola Rossa, mentre proseguendo lungo la costa si incontra immediatamente una piccola insenatura denominataLe Scorpacciate. Oltre la piccola baia, la costa continua alta, rocciosa e a tratti molto scoscesa. Si raggiunge così laTorre della Maddalena, oltre la quale la costa prosegue frastagliata fino a raggiungerePunta della Maddalena e la penisoletta diCapo d'Uomo.

Costa occidentale

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La costa occidentale di Cala Moresca

La costa occidentale del promontorio dell'Argentario si sviluppa traPunta diCapo d'Uomo a sud ePunta Lividonia a nord, presso la quale sorge l'omonima torre. Proprio la suddetta punta costituisce il punto più a nord dell'intero promontorio. Procedendo da sud verso nord, si lascia alle spallePunta di Capo d'Uomo, con profondità sottomarine fino ai 40 metri, e la costa prosegue molto frastagliata, conCala Piccola che si apre scogliosa, chiusa a nord daPunta di Cala Piatti. Proprio in prossimità di questacala si trova in profondità il suggestivoScoglio del Corallo, di cui ne è ricchissimo, che racchiude una serie di grotte sottomarine a profondità fino ai 30 metri.

Cala Grande lungo la costa occidentale

Più a nord, lungo la costa si trovaPunta del Bove, che chiude a sudCala del Bove, che a nord è separata a sua volta daCala del Gesso daPunta del Gesso. In prossimità della prima delle suddette cale si trova la celebreGrotta del Bove. Oltre la vicina Cala del Gesso, chiusa a nord daPunta di Cala Moresca, si apreCala Moresca, dominata dall'omonimatorre costiera. Nel mare di fronte a queste ultime due cale è ben visibile la sagoma dell'Isola Argentarola, ove si trova un'altra caratteristicagrotta.

A nord di Cala Moresca la costa prosegue alta e rocciosa, fino allaPunta di Cala Grande, luogo di ubicazione dellatorre omonima successivamente trasformata infaro. La suddetta punta, protuberanza digradante occidentale diPoggio Spadino, chiude a sud un'ampia baia ove è situata ancheCala Grande, i cui limiti settentrionali sono costituiti daPunta Cacciarella, sede anch'essa in passato di unatorre costiera.

Punta Cacciarella, propaggine digradante nord-occidentale diMonte Spaccabellezze, chiude a sudCala Cacciarella, che a sua volta è delimitata a nord daPunta Monaco, oltre la quale un tratto costiero frastagliato conduce fino aPunta Lividonia, il punto più settentrionale dell'intero promontorio dell'Argentario, sede anch'essa dell'omonimatorre di avvistamento. Le varie cale che si trovano lungo questo tratto sono tutte rocciose, con gli scogli che in alcuni punti si presentano di dimensioni maggiori ed in altri di dimensioni minori.

Costa settentrionale

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Costa settentrionale di Porto Santo Stefano

La costa settentrionale del promontorio dell'Argentario si articola traPuntaLividonia a nord-ovest e la foce delCanale diSanta Liberata a est. Lungo questo tratto costiero si affacciaPorto Santo Stefano, ove è ubicata la sede municipale diMonte Argentario. Procedendo da ovest verso est, la costa si presenta alta e rocciosa traPunta Lividonia ePunta della Madonnetta, che delimita a ovest l'abitato diPorto Santo Stefano. Il tratto costiero su cui si affaccia l'abitato, presenta una passeggiata lungomare che si affianca alla strada urbana. Proseguendo lungo quella direzione si incontra prima ilPorto Vecchio di Porto Santo Stefano, ormeggio di tipo turistico, e dopo un altro tratto di passeggiata lungomare ilPorto del Valle, punto di partenza dei traghetti per l'Isola del Giglio e per Giannutri, a cui sono annessi l'area riservata ai pescherecci e i cantieri navali.

Oltrepassata l'area delporto principale, la costa diviene nuovamente alta e rocciosa, lungo la quale si incontrano le penisolette diPunta Nera e delCalvello, ove si trovava originariamente unatorre costiera. Quest'ultima propaggine chiude a ovestCala del Pozzarello, situata nell'omonima località, caratterizzata da ghiaia grigia ed esposta a nord. Sulla cima del rilievo che si eleva dietro la suddetta cala si trova ilForte del Pozzarello, struttura militare voluta tra la fine dell'Ottocento e gli inizi delsecolo scorso.

A est della Cala del Pozzarello, un altro tratto di costa più alta e rocciosa conduce alla località diSanta Liberata, adagiata sulle ultime pendici digradanti verso il mare, presso la quale si trovano i resti di unavilla romana nella baia denominataBagni di Domiziano. La cima del poggio che domina quest'ultima area dall'immediato retroterra è denominataIl Pianone. Poco più a est si apre la foce del canale diSanta Liberata, delimitata a sud dalle pendici settentrionali del promontorio dell'Argentario e a nord dal cordone sabbioso delTombolo della Giannella: da questo tratto ha inizio la costa nord-orientale dell'Argentario, bagnata dalle acque salmastre dellaLaguna di Orbetello.

Entroterra

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L'entroterra del promontorio dal monte Telegrafo

L'entroterra dell'Argentario si presenta completamente collinare, con le pendici che tendono a salire più dolcemente nella parte nord-orientale del promontorio, ad iniziare dalla piccola area pianeggiante di Terrarossa. Alcune di queste colline presso Terrarossa erano sfruttate nel passato per l'estrazione dipirite, da cui è derivata la denominazione della suddetta località. Le miniere erano servite da convogli merci che sostavano presso la stazione di Terrarossa, situata lungo la dismessaferrovia Orbetello-Porto Santo Stefano, che creava un raccordo tra ilPorto del Valle e lacittàlagunare, ove confluiva nellaferrovia Tirrenica. L'esistenza di tali miniere è testimoniata anche dalla presenza ditorri, ben visibili dal Tombolo della Feniglia e dalla Laguna di Levante.

Mentre sul versante nord-orientale le pendici tendono a salire con maggiore gradualità, si hanno ripidi strapiombi lungo alcuni tratti costieri, che risultano molto accentuati presso la punta diCapo d'Uomo (costa occidentale), lungo diversi tratti del tratto costiero sud-occidentale e nell'area prospiciente punta Avvoltore lungo la costa sud-orientale, dove vi sono pareti e dolomie ripidissime, che in passato hanno causato anche alcuni movimenti franosi.

Proprio nell'immediato retroterra di punta Avvoltore, si raggiungono i 635 metri s.l.m. della cima montuosa denominata punta Telegrafo, la vetta più alta dell'intero promontorio, raggiungibile anche salendo più dolcemente dal versante nord-orientale, dopo aver superato i complessi religiosi delconvento della Presentazione al Tempio e dellachiesa e noviziato di San Giuseppe. Il crinale che comprende anche la cima più alta è ben riconoscibile anche a distanza per la presenza di numerosiripetitoriradiotelevisivi; sulla vetta del monte Telegrafo si trova anche lastazione meteorologica di Monte Argentario, ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale, facente capo alServizio meteorologico dell'Aeronautica Militare.

Area protetta

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Monte Argentario
Tipo di areasito di interesse regionale
Class. internaz.SIC,ZPS
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Toscana
Province  Grosseto
Mappa di localizzazione
Map
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Il Monte Argentario è unsito di interesse regionale (SIR 125)[3], sebbene comearea protetta non sia compresa nel sistema di protezione regionale. È stato proposto comesito di importanza comunitaria (pSIC) ed è tutelato comezona di protezione speciale (ZPS), in particolare in riferimento alle coste rocciose di falesie, di elevato interesse naturalistico e paesaggistico[4]. La costa del promontorio è inserita nelSantuario dei cetacei istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale.

I principali elementi di criticità interni al sito sono[4]:

  • Presenza di edificato sparso, spesso di tipo residenziale, soprattutto lungo la costa.
  • Turismo di massa estivo, con forte carico nelle aree servite dalla viabilità, e abbondante presenza di natanti, lungo tutta la costa.
  • Frequenti incendi distruttivi.
  • Abbandono di aree precedentemente coltivate (spesso con terrazzamenti) e pascolate.
  • Rimboschimenti di conifere.
  • Diffusione di specie alloctone.
  • Stazione di specie di flora rare o esclusive, con popolamenti esigui ed estremamente vulnerabili.

I principali elementi di criticità esterni al sito sono[4]:

  • Presenza di centri abitati e insediamenti turistici con potenziali ed ulteriori ampliamenti.

I principali obiettivi di conservazione da adottare tramite adeguate misure sono[4]:

  1. Conservazione degliendemismi esclusivi o a distribuzione ristretta di flora e fauna (EE).
  2. Mantenimento/recupero degli habitat prioritari (praterie) e delle specie floristiche rare (EE).
  3. Mantenimento/incremento di un mosaico ambientale complesso, con sufficiente presenza dei diversi stadi delle successioni vegetazionali e di zone agricole (EE).
  4. Mantenimento degli elevati livelli di naturalità delle zone meno antropizzate (EE).
  5. Limitazione degli interventi di rimboschimento, da effettuare nei soli casi di evidente necessità, e rinaturalizzazione degli impianti esistenti di conifere (M).

Indicazioni per le misure di conservazione[4]:

  • Verifica e limitazione di ulteriori programmi di sviluppo d'insediamenti turistici, viabilità, ecc., con particolare attenzione per la tutela delle zone meno antropizzate, delle aree costiere e degli endemismi (EE).
  • Incentivazione-promozione delle attività agricole a basso impatto verificando, in particolare, la possibilità di ripristino di attività zootecniche che consentano il mantenimento di praterie e garighe (EE).
  • Tutela delle formazioni vegetazionali più evolute, in particolare, delle leccete e dei boschetti di latifoglie, e avviamento d'interventi di gestione (anche mediante misure contrattuali) finalizzati a incrementarne i livelli di maturità (E).
  • Indagini sulla consistenza e sulla tendenza delle popolazioni delle specie rare di flora (M).

Fauna

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Di notevole interesse la conservazione dell'avifauna dellegarighe e degli ambienti rupicoli: sono presenti numerose forme endemiche, alcune esclusive, e numerosi elementi d'interesse biogeografico, così come varie specie rare di uccelli nidificanti sono legate alle falesie indisturbate. Da segnalare la presenza della magnanina sarda (Sylvia sarda), nidificante; della sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata), nidificante, probabilmente regolare; della bigia grossa (Sylvia hortensis), nidificante, da confermare come tale in anni recenti; dell'ortolano (Emberiza hortulana), nidificante nelle aree recentemente incendiate, da confermare come tale in anni recenti; dell'averla cenerina (Lanius minor), nididificante, da confermare come tale in anni recenti; diOenanthe hispanica e diEmberiza melanocephala fra le nidificanti; della monachella (Oenanthe hispanica), nidificante forse regolare. Sebbene frequente lungo le coste, non sono mai stati registrati indizi di nidificazione del gabbiano corso (Larus audouinii). È presumibilmente irregolare la nidificazione diFalco naumanni, recentemente segnalato, mentre possibile nidificante è il biancone (Circaetus gallicus).

Tra imammiferi predatori sono presenti le specieFelis silvestris silvestris eMartes martes. Tra glianfibi è presente ilDiscoglossus sardus, specie endemica dell'area mediterranea occidentale; tra irettili si segnala la presenza diPhyllodactylus europaeus e dellaTestudo hermanni, del cervone (Elaphe quatuorlineata). Presenza dellepidotteroEuplagia quadripunctaria ed altri endemismi.

Flora

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La tipologia ambientale prevalente nel SIR è data dal promontorio di natura prevalentemente calcarea, legato al continente dai due tomboli, Giannella e Feniglia. Prevalgono mosaici dei vari stadi evolutivi della vegetazione mediterranea, dai prati annui alla lecceta. Sono diffusi anche rimboschimenti di conifere e aree coltivate. Le coste sono in gran parte rocciose, a morfologia aspra, costituendo un'area ad elevata diversità floristica con specie rare, endemiche, relitte a vegetazione mediterranea termofila e xerofila nell'esposizione sud-ovest, più mesofita nei versanti nord-orientali. Tra le altre tipologie ambientali rilevanti ci sono gli affioramenti rocciosi, aree urbanizzate e spiagge, con boschi di latifoglie nelle vallate più fresche. Le praterie aride calcaree sono ricche di orchidee.

Tra le specie vegetali, figurano la scolopendria minore (Phyllitis sagittata), una specie rara, a distribuzione mediterranea, propria di zone umide ed ombrose, su substrato calcareo. InToscana è presente nelleisole di Gorgona ePianosa, sulPromontorio di Piombino e al Monte Argentario; la cornetta giunchiforme (Coronilla juncea), una specie mediterraneo-occidentale, presente in Italia solo sul Monte Argentario, sulle rupi calcaree ai margini di garighe; la gallinetta calicina (Misopates calycinum), specie del mediterraneo occidentale, che in Toscana è presente soltanto sul Monte Argentario, con una popolazione molto ridotta e circoscritta; la vedovina delle scogliere (Scabiosa cretica) è una rara specie mediterranea, presente in poche stazioni italiane e, in Toscana, solo all'Argentario, in due stazioni assai ridotte.

Centaurea aplolepa ssp.cosana è un endemismo maremmano presente nellaMaremma Grossetana e sull'Argentario.Centaurea paniculata var.litigiosa è un endemismo esclusivo del Monte Argentario, dove vive, in stazioni rifugio, su rocce e rupi. Il radicchio spagnolo (Hyoseris baetica) è una specie presente in Toscana in due stazioni, adAnsedonia e sul Monte Argentario, con pochissimi individui. La timelea tricocca (Cneorum tricoccon) è una specie presente in Toscana solo in tre siti: Monte Argentario, isole di Giannutri e di Montecristo. Il vilucchio turco (Convolvulus cneorum) è una rara specie mediterranea, in Toscana è presente solo sul Monte Argentario, dove si ritrova sulle rupi marittime. Numerosa la presenza di sarracchio (Ampelodesmos mauritanicus), molto ricco il contingente delleorchidee selvatiche che annovera oltre 40 specie differenti tra cui l'endemicaOphrys argentaria[5].

Note

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  1. ^Dato IstatArchiviato il 27 luglio 2020 inInternet Archive. - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio)
  2. ^lanazione.it,https://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/la-popolazione-in-numeri-residenti-52b7d1bb Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  3. ^Siti di interesse regionale toscaniArchiviato il 5 marzo 2016 inInternet Archive.. (URL consultato il 3 marzo 2010)
  4. ^abcdePietro Giovacchini e Paolo Stefanini,La Protezione della Natura in Toscana: SIR e Fauna di interesse conservazionistico nella Provincia di Grosseto, "I quaderni delle Aree Protette", Vol. 3, cit. inmaremmariservadinatura.provincia.grosseto.itArchiviato il 18 giugno 2009 inInternet Archive.. (URL consultato il 3 marzo 2010)
  5. ^ Baldini R.M,Flora vascolare del Monte Argentario (Arcipelago Toscano), inWebbia 1995; 50(1): 67-191..

Bibliografia

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  • Aeroguide Toscana. Le coste, l'Elba e l'arcipelago. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2000, pp. 142-156.
  • Gualtiero Della Monaca, Domenico Roselli, Giuseppe Tosi.Fortezze e torri costiere dell'Argentario, Giglio e Giannutri. Pitigliano, Laurum Editrice, 1996, pp. 19-154
  • Federico Selvi, Paolo Stefanini,Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto: componenti floristiche e ambienti vegetazionali, "I quaderni delle Aree Protette", Vol. 1, cit. inmaremmariservadinatura.provincia.grosseto.it. (fonte)

Voci correlate

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